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Autore: Shade Owl    07/03/2016    2 recensioni
Lawrence Powell è un giovane agente dell'FBI che da poco ha iniziato la sua carriera al Bureau, e già si trova per le mani un caso estremamente importante: quello di un sadico serial killer convinto di essere il figlio del demonio, ribattezzato dalla stampa "Devil's Child".
Nonostante la giovane età, Powell è convinto di conoscere la prossima mossa del killer, motivo per il quale decide di recarsi ad Orenthal, una piccola città in cui, se sarà fortunato, riuscirà a intercettare Devil's Child e ad arrestarlo, assicurandolo alla giustizia.
Ma qualcosa, ad Orenthal, non è come dovrebbe: le persone sono strane, e fatti via via più inspiegabili circondano le vite di molti, primo tra tutti il capo delle forze dell'ordine locali, il quale dietro il suo comportamento indecoroso sembra nascondere numerosi segreti...
Genere: Dark, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Lawrence si impose di riprendersi dopo quanto accaduto, sfregandosi energicamente la faccia con la mano e prendendo dei respiri profondi per calmarsi e riordinare le idee.
Devil's Child aveva colpito, e lo aveva fatto in anticipo sulla propria tabella di marcia. I fatti recenti dovevano averlo spinto a fare le cose più in fretta, a modificare le sue abitudini. Questo lo aveva portato a commettere imprudenze e lo rendeva più imprevedibile. Imprevedibile, quindi pericoloso.
Ma perché la signora Donovan? Cosa c'entra lei?
La risposta giunse appena guardò l'insegna del vivaio: era una donna tra i trenta e i quaranta, madre di famiglia, sul metro e sessanta, metro e settanta. E curava degli esseri viventi.
In fondo, nessuno aveva mai detto che dovessero essere per forza persone… le piante richiedevano un'attenzione quasi superiore a quella di un essere umano, in certi casi erano persino più delicate. Inoltre l'ospedale più vicino non era a Orenthal, ma nella città di
Whitehurst. Certo, appena dieci minuti in macchina, ma comunque non lì.
E poi, a ben pensarci, nel tempo libero una delle vittime precedenti (se ricordava correttamente, il paramedico donna) faceva la dog sitter per i vicini. Non aveva mai collegato le due cose, ma…
Idiota! Perché non ci hai pensato?
Scosse la testa per liberarsi da quei pensieri: era inutile recriminare o chiedersi perché. Devil's Child aveva fatto la sua scelta, si era mosso e aveva colpito. Ora doveva trovarlo.
- Signorina Walker, devo farle qualche domanda.- disse alla donna, mentre veniva aiutata a rialzarsi da Bob Sykes - Devo sapere se ha notato qualcuno aggirarsi nei dintorni del vivaio o della casa di sua cugina, ultimamente. Una persona che non si nota, poco appariscente.-
Lei scosse cautamente la testa, ancora stordita.
- No… non mi sembra.- rispose - C'è sempre il solito viavai qui al Bitterroot, i soliti clienti… Alis li conosce quasi tutti…-
- Quasi?- chiese Lawrence.
- Agente Powell, è proprio necessario?- chiese la signora Anderson - Alexis non sta bene, adesso.-
- Se vuole che aiuti suo marito sì, lo è!- sbottò Lawrence, spazientendosi - Non sa nemmeno dove andare, ed è da solo!-
- Papà sa dove andare.- disse Skadi, scuotendo la testa - E ora che ha un buon motivo per farlo, prenderà il tuo assassino. L'unica cosa che puoi fare è tornare in albergo e aspettarlo lì.-
Nessuno dei presenti replicò in alcun modo, e Donovan addirittura annuì, convinto, anche se aveva ancora la faccia di chi è sul punto di vomitare.
- Ha ragione.- disse - Timmi… ci penserà lui. Io…-
- Tu devi andare a casa.- disse la signora Anderson, mettendogli una mano sulla spalla - Vai, forza… ti chiamo appena ci sono novità.-
Il Vicesceriffo annuì di nuovo e si voltò, andandosene senza nemmeno chiudere la macchina, che rimase lì con le chiavi ancora inserite nel quadro.
- Io porto Alexis in ospedale.- si offrì Quimper, che aveva smesso di ansimare - Robert, è meglio se vai a casa anche tu. Vieni, ti accompagno io. Non ti dispiace se uso la tua macchina, vero? Sai che io non ce l'ho.-
Sykes non disse nulla, lasciandosi condurre via dall'amico, insieme ad Alexis Walker. Rimasero solo Lawrence e i familiari dello Sceriffo.
- Le devo delle scuse.- disse Kyle Anderson, rivolgendosi a Lawrence - Ho perso la calma, prima.-
- Siamo tutti nervosi.- concesse Lawrence - Comunque, a prescindere da quello che pensate, io devo sapere se c'era qualcuno di sospetto qui intorno nelle scorse settimane.-
- Alis ce lo avrebbe detto se avesse pensato di essere in pericolo.- disse la signora Anderson.
- E i nuovi clienti a cui accennava Alexis?-
- Uno solo, lo hai visto anche tu.- rispose Skadi - Era qui ieri, quel tizio con gli occhiali.-
Lawrence la guardò per un momento, confuso: di chi stava parlando?
Oddio!
Ora se ne ricordava, lo aveva incrociato ben due volte dal suo arrivo: era quell'uomo dai capelli ricci, con una grande pelata e un paio di occhiali dalla montatura spessa. Lo aveva visto il giorno in cui era stato invitato a pranzo dai Donovan, quando Skadi e suo padre avevano litigato a morte, e stava ordinando dei fiori ad Alexis Walker. Poche ore più tardi lo aveva rivisto, al Whitebark Pyne, quando era andato a chiedere informazioni.
Lo aveva avuto sotto il naso tutto il tempo.
- Cosa sai dirmi di lui?-
- Boh. Mica lavoro qui, io.- rispose Skadi, scrollando le spalle.
- Non hai idea di come si chiami?-
- Può guardare nei registri di Alis.- disse la signora Anderson - Lei e Alexis inseriscono i nomi e i dati di tutti i clienti. Sa, per la fattura.-
- Grazie!- esclamò Lawrence, correndo al cancello.
- Non so se è importante…- gli gridò dietro Kyle Anderson - … ma ho sentito odore di carbone, prima!-
Lawrence lo guardò da sopra la spalla, sorpreso: carbone in un vivaio?

Eccoti, bastardo figlio di puttana!
Era l'ultimo nome inserito: George Gordon Jr., residente a Carson City. C'era la possibilità che il nome fosse falso, ma Carson City era poco lontana da Dayton, luogo del primo omicidio di Devil's Child. Che fosse una cosa voluta o meno, il nome di Gordon era decisamente da associare al serial killer.
Secondo la scheda nel computer, la Walker aveva effettuato la consegna al Roger's Inn, l'altro albergo di Orenthal, dove non era ancora stato. Si segnò l'indirizzo e corse alla macchina del Vicesceriffo, partendo a razzo verso l'hotel. Nel mentre, prese il cellulare e chiamò il direttore Bell.
- Pronto, Powell?-
- Signore, ce l'ho!- esclamò - So chi è, si chiama George Gordon Junior! Forse è un nome falso, ma potremmo usarlo per incastrarlo! Alloggia al Robert's Inn!-
- Powell, rallenta! Sei con lo Sceriffo?-
- No, lui… senta, Devil's Child ha rapito un'altra vittima e un testimone! Non sappiamo dove siano, lo Sceriffo è andato a cercarlo per conto suo, non ha idea di dove cominciare… signore, la vittima è la moglie del Vicesceriffo!-
- Maledizione!- imprecò l'uomo, furioso - D'accordo, ascolta… è improbabile che Devil's Child sia lì, quindi cerca di scoprire dai gestori dell'albergo tutto quello che puoi. Noi ti raggiungeremo tra un paio d'ore.-
Lawrence riattaccò, premendo un po' di più sull'acceleratore e superando le rare macchine che incrociava lungo la via. Il pomeriggio stava scivolando via rapidamente, e presto sarebbe arrivata la sera.

Si fece aprire la camera di Gordon e, appena fu rimasto solo al suo interno, la ribaltò come un calzino, alla ricerca del minimo indizio.
Tolse le lenzuola dal letto, rovesciò i bagagli sul pavimento, aprì e frugò ogni singolo cassetto, svuotò persino lo stipetto del bagno. Ogni cosa che non fosse inchiodata venne passata al setaccio dalla sua furia indagatrice, sentendosi, sempre più frustrato ogni secondo che scorreva: Devil's Child non stava più agendo come in passato, e nonostante la propria sicurezza nel dire ai familiari delle vittime che c'era tutto il tempo per trovare Will Sykes e la signora Donovan, una parte di lui dubitava fortemente delle sue stesse parole.
Ora che era sotto pressione, Devil's Child si stava comportando in modo diverso dal solito, prendendo ostaggi e lasciando testimoni, ma soprattutto accorciando i tempi. Stava diventando imprudente.
Forse avrebbe ucciso le vittime molto prima, soprattutto Will Sykes.
Trovò frammenti di carbone e alcuni panni sporchi di fuliggine gettati in una cesta per i panni sporchi, e qualche rimasuglio anche nel letto. Nulla di veramente utile, anche se giustificava l'odore di cui aveva parlato Kyle Anderson. In ogni caso, era sempre in alto mare, e il tempo stava scadendo.
Col cuore in gola, si impose di fermarsi un momento e riflettere: cosa sapeva di lui?
In primo luogo, uccideva le vittime in posti isolati, come edifici abbandonati, scantinati o capanni di caccia. Aveva già controllato prima di venire a Orenthal, e non c'erano né palazzi in disuso né capanni dismessi nei pressi della città. Negli ultimi due anni i pochi rimasti erano stati abbattuti o ristrutturati. Questo lasciava ampio spazio agli scantinati, ma quale avrebbe potuto usare?
Forse quello di un ranch?
Ce n'erano alcuni in giro per le campagne circostanti, ma erano tutti attivi, a quanto ne sapeva. Anche se, in effetti, lui non sapeva niente.
Prese il telefono, conscio di aver bisogno di una mano.
- Pronto?-
- Melanie? Sono l'Agente Powell. Devo sapere se ci sono stati incendi di qualsiasi tipo nei ranch intorno a Orenthal.-
- Beh, non so… quando?-
Già… quando?
- Abbastanza di recente. Al massimo negli ultimi due mesi.- decise: le piogge e le intemperie avrebbero lavato via la maggior parte della fuliggine e del carbone, altrimenti. In quel lasso di tempo, invece, era possibile che almeno qualche residuo fosse rimasto.
- Mmmmh… mi faccia pensare…-
- Non ha un archivio?-
- Certo, c'è lo schedario. Chiedo a Cliff di controllare?-
Così ci stiamo fino a domani notte… Pensò Lawrence.
- No, io…-
- Un momento… cosa, Cliff? No, mi sta chiedendo se ci sono stati incendi nei ranch in questi due mesi… ah, ma certo!-
Lawrence sentì un tuffo al cuore.
- Sì?-
- La vecchia fattoria dei McDonague!- esclamò la centralinista - Non ci pensavo perché l'avevano venduta alla città un anno e mezzo prima che la colpisse quel fulmine… sapesse, ci furono sirene dei vigili del fuoco per ore, nella valle, Ortìz era così furioso…-
- E dove si trovava la fattoria?-
- Oh, beh… deve uscire dalla città passando per Morning Hill, se va sempre dritto troverà un incrocio vicino a un grosso pino, è dietro una colli…-
- Grazie!- esclamò, riattaccando e correndo in auto.
Compose di nuovo il numero di Bell, stavolta per un semplice messaggio in cui gli parlava della Fattoria McDonague e di come arrivarci.
Non esitò a recarsi immediatamente sul posto: un gesto senza dubbio avventato e contro qualsiasi regolamento, ma i rinforzi sarebbero giunti solo entro due ore, quattro ore dopo il rapimento. Poteva già essere troppo tardi, per quanto ne sapeva, non poteva aspettare.

Giunse in vista della fattoria dopo meno di venti minuti di strada, dopo aver seguito un breve tragitto sterrato che costeggiava una collina rocciosa. La vecchia proprietà dei McDonague era proprio lì dietro, nascosta alla vista per chi rimaneva sulla strada principale.
Davanti a lui c'era uno spettacolo desolante: il granaio era ridotto a un cumulo di macerie nere, poco più alto di lui di e privo di possibili nascondigli.
La casa, invece, era una storia totalmente diversa: il piano superiore ormai non esisteva più, ma il pianterreno era sopravvissuto. I nastri alla porta erano stati spezzati, e svolazzavano pigramente nel vento come fantasmi, trattenuti per i lembi dal nastro adesivo: qualcuno era entrato di recente.
Ci siamo!
Prese torcia e pistola e, dopo essersi assicurato di aver tolto la sicura, stavolta, si avvicinò con circospezione alla porta. Vide alcune orme scure sul legno, lasciate da un paio di scarpe sporche di carbone, e segni di trascinamento: qualcuno era entrato e uscito più volte, trasportando dei corpi all'interno, e poi se n'era andato.
Si guardò intorno alla ricerca del furgone della signora Donovan, senza tuttavia trovarlo: Devil's Child doveva essersi assentato dalla proprietà, ma sarebbe tornato presto, poco ma sicuro. Doveva sbrigarsi.
Entrò silenziosamente, scandagliando la penombra con la torcia, illuminando assi scheggiate e vecchie porte che penzolavano dai cardini; ispezionò ogni stanza che incontrava, ma sempre tenendo d'occhio i segni sul pavimento, che lo indirizzarono verso la sala da pranzo. Sbirciando da dietro l'angolo vide che c'era un tavolo relativamente nuovo, portato lì da poco, con due sedie ai lati.
Su una di esse c'era Alis Donovan, legata e in stato di incoscienza.
Aveva il capo chino sul petto, ma respirava regolarmente; era vestita con un lungo abito bianco, e davanti a lei c'erano alcuni cosmetici: rossetto, fard, ombretto, tinta per capelli e profumo. Devil's Child non aveva ancora finito di prepararla.
Probabilmente è andato a comprare il gelato e l'agnello. Pensò. Per questo non c'è… ha fatto tutto in anticipo dopo che è stato aggredito, non ha avuto il tempo di finire.
Quando la notte prima era stato salvato da… qualsiasi cosa fosse… Devil's Child si era spaventato. Ecco perché aveva cambiato modus operandi: per aiutare lui, la misteriosa figura aveva messo nei guai Alis Donovan.
Scandagliò più a fondo la stanza, e vide che c'era anche un'altra figura rannicchiata contro una parete: illuminando meglio con la torcia riconobbe Will Sykes.
A differenza della signora Donovan non era del tutto indenne: era stato picchiato violentemente, e c'era una ferita sulla sua testa. Attorno ai lembi si era già rappreso un po' di sangue, mentre quello che gli era colato sul naso e la guancia era già seccato da un po' di tempo. Aveva i polsi legati a un gancio sopra la testa, e le gambe bloccate da una catena, vecchia ma dall'aria robusta.
Quando gli illuminò il viso sbatté le palpebre e sollevò il capo, confuso: era ancora vivo, ma imbavagliato.
- Signor Sykes! Will!- esclamò, correndo da lui - Si sente bene? Sa dove si trova?-
Will Sykes lo guardò con aria stordita, ma annuì lentamente.
- Aspetti, ora la libero.- disse - Non si preoccupi, è finita. La porto via da qui.-
Sykes si lasciò scappare un gemito sollevato, chinando di nuovo il capo mentre lui si protendeva verso i legacci delle sue mani. All'improvviso lo sentì mugolare, e venne colto da un terribile sospetto.
Si voltò con un istante di ritardo, e la lama di un coltello gli penetrò nella spalla.


Chiedo scusa per il ritardo, ieri sera ero stanco e ho dimenticato di postare.
Ringrazio E
ly79, NemoTheNameless, Hedoniste, Easter_huit, Kira16, Piperilla, Evuzzola e Rohenne, che mi stanno seguedo. Alla prossima settimana!

   
 
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