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Autore: Skatach    12/03/2016    1 recensioni
Dan è un ragazzo come tanti altri.
Certo però, non come tutti gli altri. Ha difficoltà a fare amicizia, è piuttosto maldestro, non ama le discoteche e gli altri luoghi di ritrovo tipicamente giovanili.
Ama però la musica, sin da quando era bambino. Ed è in quella musica che si rifugia, che trova sé stesso.
E forse troverà anche qualcun'altro.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dan Howell, Phil Lester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"I'll be there as soon as I can

But i'm busy mending broken

Pieces of the life I had before."

 

 

 

Dan era un fallimento. O per lo meno si sentiva un fallimento.

Sedeva aspettando che arrivasse il turno per la sua lezione di batteria e si rese conto come non fosse mai una buona idea essere solo senza far niente, finiva sempre per pensare a tutti i suoi aspetti peggiori.

Per cominciare, non aveva amici. Aveva provato qualche volta a farsene un paio e tutti i suoi buoni propositi di impegnarsi davvero erano stati inutili. Aveva cercato di essere amichevole e tutto il resto, ma a quanto pare le persone non apprezzavano quando non si faceva sentire per due settimane di fila e lui davvero non poteva farci niente. Semplicemente, alle altre persone piacevano le attenzioni, a lui no.

E quindi la sua vita sociale si era limitata a casa, corsi di musica, scuola.

Passò una mano tra i capelli castani, spettinandoli leggermente, mentre pensava.

Certo, non che quest'ultima andasse molto d'accordo. A scuola ci andava solo perché doveva e dentro quelle quattro mura di cemento faceva lo stretto necessario per passare l'anno, il primeggiare non era mai stato uno dei suoi obbiettivi.

L'unica cosa su cui poteva contare era la musica, ed era per quello che ora si trovava seduto su quella sedia, ad aspettare.

Picchiettò con le dita sulle ginocchia, tenendo un tempo di sette ottavi. Ricordò che sua madre odiava quando faceva così, diceva che la sconcentrava, così smise di riflesso, nonostante sua madre non fosse lì.

In realtà Dan usava questo gesto come piccolo sfogo: quando si innervosiva anche per piccole cose la sua mano teneva il tempo per distrarlo.

 

"Posso?" Una voce interruppe i suoi pensieri. Un ragazzo dai capelli corvini si sedette sulla sedia al suo fianco, senza aspettare risposta. Era il musicista maldestro della settimana scorsa. Era pieno di sedie vuote attorno a loro -beh, tre sedie senza contare quella su cui Dan era seduto, ma erano comunque tante- e quel ragazzo si era seduto proprio al suo fianco. Perché? Dio santo, quanto lo metteva a disagio la vicinanza di persone che non conosceva.

Il ragazzo sembrava invece pienamente a proprio agio, come se per lui fosse stato normale cercare la vicinanza di qualsiasi persona gli fosse nei paraggi. Dan non potè fare a meno di lanciargli qualche sguardo: era vestito con degli skinny jeans scuri ed un maglione azzurro elettrico. Avrà avuto almeno un paio d'anni in più di lui, anche se non sapeva dire esattamente da cosa lo intuiva.

Il ragazzo, che probabilmente era lì anche lui per la sua lezione, sfilò degli spartiti da uno zainetto e se li appoggiò sulle ginocchia. Le sue lunghe dita iniziarono poi a mimare le note dello spartito, come se stesse suonando un pianoforte invisibile.

 

"No, ehy, non così..." Dan gli prese la mano e gliela raddrizzò in modo da fargli avere la giusta posizione per suonare. Quando si rese conto di cosa aveva istintivamente appena fatto si ritrasse velocemente e arrossì. Contatto fisico con uno sconosciuto, quando mai l'aveva fatto prima? Si diede dello stupido per essersi messo in una situazione imbarazzante da solo ma sì, insomma, l'aveva fatto in nome della buona musica alla fine. Cercò di mascherare il rossore e fece una domanda al ragazzo, in modo da non lasciare silenzi che l'avrebbero imbarazzato ulteriormente. "Suoni sempre con quella posizione?"

 

"Beh, sì..." Il ragazzo gli sorrise con un'aria leggermente interrogativa. Dan non potè fare a meno di notare i suoi incredibili occhi azzurri, quel giorno incorniciati da dei grandi occhiali con una montatura nera. Diamine, chissà quante ragazze aveva conquistato con un solo sguardo. Sembrava proprio avere il tipo di occhi che facevano scogliere come gelato in una giornata di sole, penetranti ma molto dolci ed accoglienti.

Dan cercò di scacciare quei pensieri dalla mente, pensando di essere solo invidioso: lui aveva degli ordinari occhi marroni che non avevano mai attirato l'attenzione di nessuno.

"Beh, ora capisco molte cose." Dan gli sorrise di rimando "Chi è il tuo maestro?"

"Harry, quello con i capelli grigi e lunghi" e così dicendo si toccò la nuca, sfregando i capelli corvini. Li portava leggermente rasati ai lati e con una frangia a nascondere la fronte.

 

"Oh, ho capito" Harry era stato l'insegnante di Dan per un periodo e non si era trovato molto bene. Grandissimo musicista ma non molto portato per l'insegnamento, tendeva a non porre molta attenzione a piccoli particolari che poi risultavano essere decisivi nell'esecuzione di un pezzo, soprattutto se l'allievo era agli inizi. Il musicista maldestro che Dan aveva al suo fianco probabilmente non era nemmeno così maldestro, semplicemente non aveva ricevuto delle lezioni adeguate per un principiante. "Beh, vedi, devi stare molto attento alla posizione delle mani, altrimenti..."

 

In quel momento una porta si spalancò e Dan venne chiamato per la sua lezione, lasciandogli solo il tempo di muovere leggermente la mano in segno di saluto verso il ragazzo con gli occhi azzurri.

 

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Il vento soffiava e pizzicava le gote di Dan, rendendole leggermente rosee. Alzò il bavero del cappotto che indossava e aggiustò la sciarpa blu che, teoricamente, lo avrebbe dovuto scaldare ma in pratica stava facendo ben poco. Il collo era uno dei punti più delicati che aveva e odiava quando anche solo il vento lo sfiorava. Venne scosso da un brivido e affondò le mani nelle tasche dei jeans stretti.

"Hai freddo?" gli chiese Phil, con uno sguardo gentile.

"Abbastanza"

 

Chi era Phil? Ottima domanda. Phil era il musicista maldestro.

E perché Dan stava camminando con Phil? Ulteriore ottima domanda. La risposta era semplice, stavano andando a bere qualcosa di caldo assieme, perché fuori gelava ed una bevanda calda è sempre l'ideale con quel tempo. Avevano da poco finito le rispettive lezioni di piano e batteria e Dan non potè fare a meno di chiedersi perché avesse accettato l'invito del ragazzo quando questo, nei corridoi della scuola di musica, si era presentato e gli aveva chiesto di prendersi un caffè insieme, così Dan avrebbe potuto dargli qualche consiglio in più sul piano.

Così Dan aveva mandato un messaggio a sua madre dicendo che non serviva che lo venisse a prendere e che sarebbe arrivato a casa più tardi.

Ora, perché non si fosse semplicemente scusato e non avesse detto di avere un impegno importante e di non poter andare a bere qualcosa insieme non lo sapeva.

Dan era estremamente imbarazzante quando si trattava di conoscere nuove persone e sapeva che anche questo pomeriggio si sarebbe andato ad aggiungere alla "lista delle volte in cui ho provato ad essere sociale ma non ci sono riuscito" e lo avrebbe ricordato per sempre come un altro fallimento. Phil poi poteva essere un malintenzionato, per quanto ne sapeva. Le uniche informazioni che aveva su di lui erano il suo nome ed il fatto che non sapesse suonare il piano decentemente nonostante le lezioni che prendeva.

 

"Siamo quasi arrivati alla caffetteria, non ti preoccupare" lo rassicurò il ragazzo, e Dan capì perché aveva accettato l'invito. Phil, con quegli occhi azzurri così intensi e la carnagione così chiara, sembrava essere la persona più gentile che Dan avesse mai incontrato. In un qualche modo, riusciva a mettere un sorriso in ogni parola che pronunciava e questo portava Dan a credere che forse la giornata non sarebbe andata male come al solito.

Camminarono fianco a fianco per un po' scambiandosi qualche parola di circostanza, finché non si trovarono sotto ad un'insegna in legno su cui era intagliato il nome del locale.

Non appena Dan mise un passo dentro venne investito dall'aroma del caffè e dal calore del vapore, proveniente da dietro il bancone della caffetteria. Finalmente un posto caldo.

Si sedettero uno di fronte all'altro su un piccolo tavolo vicina alla vetrina, che affacciava sulla strada e sui passanti. Il cielo si stava facendo buio nonostante fosse ancora pomeriggio e i lampioni iniziavano ad accendersi lentamente.

Una ragazza sulla ventina d'anni con un taglio corto si avvicinò a loro, chiedendo le ordinazioni: caffè nero per Dan, cioccolata calda con panna per Phil.

 

Quando la cameriera se ne fu andata quest'ultimo si tolse gli occhiali e li pulì con una manica, guardando verso il basso. Le sue guance avevano preso un po' di colore, forse per il calore del locale o forse per l'imbarazzo. "Senti, scusa se ti ho portato fin qua. Cioè, lo so, neanche ci conosciamo ma mi sembri una persona gentile e..." Alzò gli occhi azzurri per incontrare quelli color cioccolato di Dan "Mi serve una mano"

Dan fece una leggera smorfia, formando una fossetta al lato della bocca "Amico, non sono il tipo che sa aiutare le persone, al massimo sono io che ne ho bisogno."

"Ascolta la mia proposta almeno?" le gote di Phil si fecero ancora più rosse: era decisamente imbarazzo.

Dan gli fece segno con la testa di proseguire e cercò di sorridere, in modo da far sentire Phil meno a disagio. Non si era mai trovato nella posizione di essere la persona che faceva intimidire qualcuno, semmai l'opposto, per cui tentò di far tornare Phil a proprio agio. Sembrava un ragazzo così buono e Dan si pentì di essere risultato in qualche modo scontroso, ma quell'atteggiamento era sempre stato la sua arma di difesa con le persone e difficilmente riusciva a metterla da parte.

 

"Avrei bisogno di un aiuto con il pianoforte. Sembra che le lezioni che sto prendendo non mi stiano portando a niente, e per me la musica è molto importante."

La cameriera nel frattempo aveva portato le loro ordinazioni e le aveva appoggiate sul loro tavolo insieme ad il conto. Dan fece per prendere il portafoglio ma Phil lo bloccò "No, pago io." fece con un tono che non sembrava ammettere repliche e velocemente posò un paio di monete sul palmo della ragazza, che se ne allontanò velocemente verso un'altra coppia di clienti.

Dan immerse il suo cucchiaino nel caffè ed iniziò a mescolarlo "E' normale avere qualche difficoltà all'inizio, vedrai che poco alla volta migliorerai..."

"Non è quello, ho visto la tua espressione quando ti ho detto chi è il mio insegnante" Phil aveva cambiato completamente atteggiamento, da imbarazzato era diventato estremamente deciso. Prese un buffo di panna dalla sua tazza con l'indice, per portarselo alla bocca.

Dan si sorprese a trovare quel gesto molto sensuale, cosa che lo turbò abbastanza; quando mai un ragazzo gli era risultato sensuale? Scacciò quel pensiero e tornò al suo caffè. Probabilmente aveva solo fame e quell'attrazione improvvisa era rivolta alla panna e non a Phil. Questo sì che aveva senso.

 

"Non sono sicuro di essere in grado..."

 

Phil sgranò gli occhi, come se avesse appena ricordato qualcosa "Oh, comunque non ti chiederei di farlo gratis. Sarebbero come delle ripetizioni, ti pago" affondò il viso nella sua tazza di cioccolata calda, preso nuovamente dall'imbarazzo.

Quel ragazzo era impossibile da decifrare, pensò Dan, però qualche soldo in più non poteva far male sicuramente, soprattutto ad un diciottenne come lui che sembrava essere incapace praticamente in tutto ciò che poteva comportare un qualche profitto. Inoltre, aveva appurato come Phil non fosse un malintenzionato. O almeno così sembrava.

 

"Ti aiuterò."

 

Phil sorrise, grato. "In che giorni sei libero?"

 

Dan si sforzò di inventare un paio di cose che doveva fare durante la settimana, in modo da sembrare una persona impegnata agli occhi di Phil e non il ragazzino sfigato senza una vita sociale che era in realtà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A. d. A.

Buona sera! Volevo chiedere perdono per il ritardo nell'aggiornamento, il capitolo l'avevo scritto tempo fa in realtà ma il computer mi ha sabotato e ha cancellato tutto quello che avevo nella memoria. La tecnologia! Spero il capitolo vi sia piaciuto, in ogni caso!

Sappiate che una recensione renderebbe felice questa povera anima :)

Nel caso qualcuno se lo sia chiesto, comunque, sì, ad inizio di ogni capitolo verrà citata una canzone dei Muse: io li adoro, Dan e Phil li adorano per cui non riesco a fare altrimenti.

A presto!

 

 

 

 

   
 
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