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Autore: SanjitaSwan    12/03/2016    3 recensioni
Due coinquilini.
Novanta giorni di astinenza da appuntamenti.
Novanta giorni senza incontrare nuove possibili fidanzate
Novanta giorni per conoscersi meglio.
Come andrà a finire?
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nella vita pensavo davvero di averle provate tutte.
Ma evidentemente mi sbagliavo di grosso, e il destino, come al solito, ha deciso di giocare a mio sfavore.
Mai avrei pensato di essere così disperato da abbassarmi a tanto, ma soprattutto mai avrei pensato di ritrovarmi al pronto soccorso per colpa di una scopata.
A dirla tutta non è stata proprio una scopata a causare ciò (per mia grande fortuna), ma andiamo con ordine…
L’idea di uno strip club è venuta al mio amico Brook, e io, ovviamente, ero completamente in disaccordo.
Se ci aggiungiamo l’aggravante che quello a consigliarmelo è stato un vecchio sciroccato musicista scheletrico pervertito, ancora con l’argento vivo in corpo nonostante l’età avanzata, ovviamente l’idea era da bocciare a prescindere.
Peccato che Brook, quando ci si mette, sa essere molto convincente, e, in fondo, mi fa tenerezza e non riesco mai a dirgli di no.
“Fidati Sanji, uno strip club è proprio quello che fa per te, yohoho!” mi aveva detto, sfoggiando la sua irritante risata. “Le ragazze sono bellissime e con dei corpi in grado di mandarti fuori di testa! E poi sono sempre molto disponibili, farebbero qualsiasi cosa gli chiederesti di fare, yohoho!”.
Non sono mai andato in uno strip club, li ho sempre reputati squallidi e adatti a gente disperata che non sa più cosa inventarsi per portare a letto qualcuno.
D’altronde, però, alla fine ammetto a me stesso che in fondo anche io faccio parte di questa cerchia di sfigati.
Effettivamente ci ho messo parecchio ad accontentarlo, ma alla fine è riuscito a convincermi ad andare in questo locale dove andava lui quando era più giovane, dicendo di avvertire che mi aveva mandato lui, e mi consiglia addirittura di chiedere di Candy, la migliore spogliarellista del locale, assicurandomi che ‘mi lascerà secco!’.
Inizialmente ero indeciso se andarci da solo o portare con me qualche amico, ma non ho molti amici coi quali sono così in confidenza da chiedere di accompagnarmi in un posto del genere, e certamente non andrei mai in giro per strip club con Zoro!
Con Rufy, poi, figuriamoci.
Quindi, alla fine opto per la solitudine, almeno sono sicuro che nessuno saprà mai quello che farò in quelle ore.
Per non farli insospettire, dico a Zoro e Rufy che vado a bere con alcuni colleghi di lavoro in un club, e loro la bevono senza problemi. D’altronde sono così idioti che avrei anche potuto raccontar loro di andare a scalare l’Everest usando solo una muta da sub e pinne.
Per fortuna la stessa sera Zoro ha un altro appuntamento con una ragazza che gli ha presentato il suo amico Johnny, e Rufy va a dormire da suo fratello Ace.
C’è di buono che non potranno combinare guai in casa mentre non ci sono.
Quando esco, se ne sono già andati entrambi da un bel pezzo (ovviamente Rufy non se ne è andato senza prima lasciare il frigo in condizioni pietose).
Digito sul navigatore l’indirizzo che mi ha dato Brook e cerco di far muovere la mia macchina millenaria fino al posto.
Il primo segnale che mi ha dato le conferme che non avrei dovuto dar retta a quel vecchio pazzo, è arrivato nel momento in cui mi sono ritrovato in una strada fino ad allora sconosciuta, completamente deserta.
Il navigatore però insiste a voler proseguire, e mi vien da pensare che l’ultima volta che Brook è andato è stata quasi venti anni fa, quindi probabilmente il locale, nel frattempo, avrà chiuso e sarà stato rimpiazzato chissà quante altre volte.
Beh, tutto sommato non sarà una notizia così orribile. Mi dispiace per Brook, ma almeno l’unica cosa che mi sono perso saranno quaranta chilometri di benzina, e posso sempre tornare a casa a farmi un bagno caldo, bermi una buona tazza di tè o rilassarmi in qualche altro modo, visto che quei due impiastri non ci sono.
Poi Rufy ora si è anche messo in testa di prendere un animale, come se loro due messi insieme non fossero già abbastanza!
Potrei anche fargli una lista di buoni motivi per cui non prenderemo mai e poi mai un cagnolino o un gattino, ma conoscendo il soggetto, dubito servirebbe a qualcosa.
Intanto, il navigatore mi dice di prendere una strada secondaria, senza illuminazione, promettendomi che siamo quasi arrivati.
Sto per mettere a tacere quello stupido computerino da quattro soldi con un calcio sul cruscotto, quando improvvisamente noto un’insegna con scritto che allo strip club mancano 800 metri, proseguendo sulla strada.
Cazzo, altro che chiuso! Il posto è apertissimo, e sembra anche esserci un po’ di gente, nonostante sia solo mercoledì.
Inoltre è l’unica fonte di illuminazione nel raggio di un chilometro, e mi chiedo come facciano gli altri a conoscerlo, visto che io non l’ho mai sentito nominare.
Parcheggio il veicolo e entro, cercando di non sembrare troppo impacciato.
Mi accoglie una ragazza seminuda con due tette da urlo, che mi chiede di lasciarle la giacca con un sorriso che mi manda in catalessi.
Probabilmente sfoggiando l’espressione più ebete dell’universo, le do la giacca, senza smettere di fissarle le tette.
Lei però non sembra essere infastidita, e mi spiega come funziona il pagamento, facendomi presente che l’intrattenimento privato costa cento berry in più di quello di gruppo, drink compresi.
Momentaneamente assente, non mi viene in mente delle raccomandazioni di Brook, e opto per quello di gruppo, pagando subito.
Dopodiché lei mi fa accomodare in un enorme sala dove decine di uomini seduti a gruppetti su divanetti blu fissano imbambolati ragazze stupende che ballano per loro indossando solo biancheria intima decisamente osé, autoreggenti e tacchi a spillo.
Molti tengono in grembo ragazze che li intrattengono privatamente, strusciandosi e muovendosi in maniera terribilmente lenta e sexy.
La tettona mi fa accomodare su un divanetto con dei ragazzi giovani, probabilmente lì per una festa di compleanno, che guardano ululando una bionda prosperosa che twerka a tre centimetri dal nostro naso.
“Ti mando subito la cameriera” mi dice senza smettere di sorridere, mentre io annuisco senza smettere di fissarle le tette con lo sguardo ebete, mentre i ragazzi che ho vicino mi mandano un’occhiata di complicità guardando allontanarsi il culo dell’accompagnatrice.
Ok, forse la cameriera mi può aiutare. Devo ricordarmi di dire che mi manda Brook e di chiedere di incontrare Candy.
Intanto la bionda che ho davanti è scesa dal cubo sul quale stava ballando, e ha iniziato a ballare seduta in grembo a tutti i ragazzi del gruppo, uno alla volta, mentre questi strillano allupati.
“Ciao! Cosa prendi da bere?”
Una voce mi fa trasalire, e girandomi vedo la cameriera.
O meglio, un’altra tettona coi capelli neri quasi nuda che dovrebbe essere la cameriera.
Cerco di non sorridere come un ebete anche stavolta, e ordino un Margarita.
“Non so se può essere utile…” aggiungo, cercando di non fissare le tette. “Ma mi manda un uomo che si chiama Brook… so che molti anni fa era un habitué qui, e mi ha detto di dire così… e sto cercando Candy”.
Il sorriso della cameriera si spegne per pochi istanti, trasformandosi in un’espressione perplessa e incredula.
“Mi dispiace, il nome del tuo amico non mi dice niente, ma vado subito a chiedere in direzione, ti aiuteranno loro” dice, sorridendo quasi imbarazzata e allontanandosi col mio ordine.
Ecco, lo sapevo. Brook mi deve aver fatto uno dei suoi scherzetti per il puro gusto di farmi ridere dietro dalle ragazze.
Mentre penso a un possibile modo per rimediare, mi sento qualcosa, o meglio qualcuno, che si siede sulle mie gambe, e un paio di mani che si appoggiano sul mio petto.
Ci metto due secondi a capire che è il mio turno dello spettacolino della ballerina, e quest’ultima inizia a dondolarsi sulle mie gambe e a strusciarmisi addosso, facendomi praticamente ritrovare la faccia in mezzo alle tette.
Rimango immobile, come ipnotizzato, mentre la bionda inizia a scuotere le tette a un millimetro da me lanciando la testa all’indietro e spalancando le gambe.
In un attimo non capisco più un cazzo di quello che mi accade intorno, e resto fermo a fissare le meravigliose gemelle bianche che si stanno muovendo da una parte all’altra davanti a me.
Probabilmente avrò un’espressione che più da morto di figa non si può, e non penso nemmeno al fatto che i ragazzi della festa seduti vicino a me mi stanno guardando applaudendo e incitando la ballerina.
Ho comunque almeno la decenza di accorgermi di un rivolo di bava che stava iniziando a colarmi dal lato destro della bocca, e lo ripulisco in fretta.
“Ecco il tuo Margarita” fa una voce, e una mano mi appoggia un bicchiere sul tavolino.
Cerco di riprendermi e balbetto un qualcosa che dovrebbe essere un grazie, mentre la ballerina passa al ragazzo di fianco a me.
“Ho provato a chiedere in direzione, mi hanno detto di dirti che devi andare laggiù, in fondo a sinistra” dice la cameriera, indicando un punto della sala.
La ringrazio e lei se ne va, dopo avermi detto di entrare in una porta rosa e salire le scale dietro… e dopo avermi spillato altri duecentocinquanta berry per l’intrattenimento di Candy.
Rimasto col portafogli piangente, bevo il mio Margarita e cerco di tenere a mente tutte le informazioni.
In fondo, a sinistra, porta rosa, scale.
Ok, ci sono.
Seguo le istruzioni della cameriera, e mi ritrovo davanti alla porta rosa, con sopra una targhetta con su scritto ‘The fabulous Candy’.
La targhetta sembra molto vecchio stile, ma commetto il madornale errore di ignorare il dettaglio ed entro lo stesso, salendo le scale e scostando una tenda rossa che mi catapulta in una stanza tutta rosa piena di candele accese.
“Ehm… salve!” faccio, entrando. “Sto cercando Candy… è qui?”
“Arrivo, arrivo subito!” fa una voce dietro una porta, e mi invita ad accomodarmi.
Io mi siedo su un morbido pouf leopardato, in attesa di veder entrare in scena questa fantomatica Candy.
Ma quando la porticina si apre, rimango senza parole… questa volta non molto positivamente.
Se fossi stato furbo, mi sarebbe venuto in mente che, essendo stata venti anni fa l’ultima volta che Brook ha messo piede qui dentro, di conseguenza è stata altrettanti anni fa l’ultima volta che ha visto Candy, ma il mio cervello si è rifiutato di collaborare sin dal momento in cui Brook mi ha dato l’indirizzo di questo stramaledetto locale.
Infatti, appena entro, quella che mi ritrovo davanti potrebbe essere effettivamente stata una bomba sexy… forse nel paleolitico!
Candy, infatti, è una signora di età decisamente avanzata, sicuramente la più rugosa che abbia mai visto, ma nonostante ciò ha ancora il coraggio di tingersi i capelli biondo platino, di truccarsi come un trans, nel vano tentativo di coprire le rughe, e di sfoggiare una lingerie che, indossata da una delle ballerine qui fuori, manderebbe al creatore qualsiasi coetaneo di questa vecchia signora.
Ha in corpo più silicone che sangue, e deve aver speso una fortuna per farsi fare centinaia di ritocchi agli zigomi da un chirurgo chiaramente non molto esperto.
Porca puttana!
L’idea di farmi scopare da una vecchia rifatta da testa a piedi mi fa inorridire, e, sinceramente, non so in che modo uscire da questa situazione.
Infatti, Candy mi sta guardando con uno sguardo che credo voglia essere sexy e provocante (ma che in realtà mi mette solo i brividi), e mi fa, avvicinandosi a me pericolosamente: “Ciao bel bocconcino. E così tu sei amico di Brook, eh? Ah, quell’uomo era fantastico ai tempi…”
L’idea di Brook che si fa fare cose da questa donna di plastica mi fa quasi vomitare il Margarita che ho appena bevuto, e invio chiari segnali d’allarme rosso al mio cervello per cercare di fargli produrre un’idea per uscire di qui.
Ma la signora mi ordina con tono autoritario di sdraiarmi sul letto.
Qualcosa mi spinge a obbedire, e questa mette su un disco in vinile su un grammofono (UN GRAMMOFONO!) e si avvicina a un palo piazzato in mezzo alla stanza.
Inizia a fare una sorta di spogliarello ballando quella che dovrebbe essere una lap dance, che però sembrano più un modo originale che adopererebbe un detenuto per fuggire dal carcere.
Dal canto mio, cerco di fare del mio meglio per apparire contento e appagato, anche se credo che se entrasse qualcuno, in questo momento, guardandomi chiamerebbe un’ambulanza, pensando che probabilmente ho una colica renale.
Pensala come una bella donna di quelle qui fuori,  Sanji.
Non dovrebbe essere difficile, no? D’altronde, anche se parecchi anni fa, bella e giovane lo è stata anche lei.
Candy balla ancora una manciata di minuti, poi, dopo essersi levata il reggiseno, rivelando le due bolle in silicone rugose che pochi si ostinerebbero a chiamare tette, sale sul letto, gattonando come una tigre nella mia direzione.
‘E adesso che cazzo fa? Mica vorrà scopare sul serio!’ penso, mentre l’allarme nel mio cervello inizia a suonare molto, molto forte.
Inizio a sudare freddo mentre lei mi si aggrappa alle spalle e mi sbatte le tette siliconate in faccia, continuando a ballare come fino a un quarto d’ora fa stava facendo la spogliarellista al mio tavolo.
Cerco in ogni modo di riprodurre quell’immagine al posto di questa vecchia decrepita, ma le sue mani che iniziano a slacciarmi i pantaloni mi riportano bruscamente alla realtà.
Merda! Qui si mette davvero male!
Evidentemente, compiendo questo gesto, deve essersi accorta che il suo spettacolo ‘sexy’ (tra milioni di virgolette) non ha dato i frutti sperati, e dopo avermi nuovamente sbattuto le tette in faccia per un minuto buono, torna al palo.
“Ora ti mostro una cosa per cui Brook andava matto!” annuncia, guardandomi con fare ammiccante.
Oh cazzo! E se ora si tira giù le mutande?
Spero vivamente che non mi dia mostra delle sue grazie, potrei morire sul colpo!
Prima che possa succedere qualunque altra cosa, Candy si allontana dal palo, e si ferma a pochi metri da esso.
Poi prende la rincorsa,si aggrappa al palo con una mano e, tenendosi attaccata solo con questa, si mette di fronte a me e spalanca le gambe a 180 gradi.
Oh, porca troia!
Fa per girarsi dall’altra parte, ma nel compiere questo gesto, la mano scivola, e con un urlo sgraziato la vecchia cade rovinosamente a terra.
Mi precipito a controllare che stia bene, e la situazione sembra non essere delle migliori.
Candy giace a terra, tenendosi una gamba e lamentandosi come un animale agonizzante.
Dopo aver tastato la gamba dolente, a cui lei risponde con delle urla di dolore isteriche, cerco di fermare il grammofono, per l’ennesima volta, ma così facendo graffio completamente il vinile.
“Che stai facendo, cretino?” chiede lei scocciata, gemendo. “Chiama qualcuno, anziché startene lì impalato”
AH, PURE!
Oltre al danno la beffa, ora mi da anche del cretino!
Vorrei ribattere che alla sua età si dovrebbe stare a casa a giocare a briscola, anziché perdere ogni tipo di dignità in questo modo, ma inizio a preoccuparmi anche io, e mi precipito fuori dalla stanza… senza ricordarmi che ho i pantaloni slacciati.
Questi, subito, rotolano giù fino alle caviglie, e appena faccio il primo gradino scivolo giù come un salame, rischiando di rompermi qualcosa anche io.
Arrivo nella grande sala trafelato, e senza neanche preoccuparmi di essere in mutande davanti a un sacco di gente, che mi guarda sbigottita e ride, inizio a balbettare frasi sconnesse per capire che c’è un problemino che potrebbe mutarsi in un problemone, se non chiamiamo subito qualcuno.
Dopo alcuni tentativi riesco a far capire che Candy si è fatta male, e conduco i presenti nella sua stanza.
Mentre i soccorritori chiamano l’ambulanza, ho la decenza di ritirare su i pantaloni, pensando che questa sera ho dato ai presenti in questo stupido locale uno spettacolo che raramente dimenticheranno.
Risultato: passo metà della notte al pronto soccorso aspettando il turno di Candy, che scopro essersi rotta un femore.
Non solo: scopro anche che ha problemi di incontinenza, e vi risparmio i dettagli su quello che ho dovuto subire nelle ore di attesa.
Quando finalmente ritorno a casa, sono le quattro e mezza del mattino.
Fortunatamente tutti dormono, e nessuno si accorge di me.
Deciso a dimenticare questa tragica serata, ripromettendomi non solo di non rimettere mai più piede in uno strip club in vita mia, ma anche di non ascoltare mai più i consigli di Brook in fatto di donne, mi levo scarpe, giacca e cravatta e mi butto a letto ancora con tutti i vestiti addosso, crollando in un sonno profondo.
Il giorno dopo mi arriva un messaggio di Brook.
‘Yohoho! Allora come è andata? Hai conosciuto Candy? Ti sei divertito con lei?’
Per il momento ho preferito non rispondere.
 
 
 
 
 
 
 
NOTE DELL’AUTRICE
 
Yohoho! Eccomi qui!
Scusate il ritardo, ma ho apportato parecchie modifiche a questo capitolo, e mi ci è voluto più tempo.
Spero vi sia piaciuto, anche se in ritardo, e che vi abbia fatto divertire.
Ora gli appuntamenti, per i nostri amici, dovranno attendere parecchio, e dal prossimo capitolo mi dedicherò solo a loro due, più un nuovo arrivato per mano di Rufy a cui credo vi affezionerete.
Non so quando potrete avere il prossimo capitolo, ma spero di riuscire a portarlo il prima possibile.
Nel frattempo, di là ci sono dei biscotti (però non finiteli tutti!).
Spero che sia stato di vostro gradimento e di ricevere i vostri pareri!
Un bacio e alla prossima! :D
SS
   
 
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