Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    14/03/2016    6 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Tra il 1930 e il 1940 Cantankerus Nott scrisse "Sacre 28", una lista che comprendeva le 28 famiglie Purosangue che Salazar Serpeverde ritenne degne, al suo tempo.
Oggi alcune di queste sono sparite, ma diverse ci sono ancora, e a molti anni dalla caduta di Voldemort gli eredi delle Sacre 28 si riuniscono per competere.
Chi ne uscirà vincitore?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Capitolo 12: Tante domande…

 


“Ora detto io le regole… beh, mi sembra chiaro ormai che vuole divertirsi a torturarci.”

Nessie non disse nulla alle parole di Hydra, restando seduta sul suo letto tenendosi le ginocchia con le mani:

Era schizzata fuori dalla sua stanza e si era precipitata nella camera di Hydra e Scarlett, chiedendo alle due ex compagne di Casa di seguirla nella sua camera per vedere una cosa.

“A me preoccupa di più il fatto che si muova nell’ombra e che lasci queste “tracce” senza essere minimamente notato… ogni volta che siamo distratti, fa qualcosa. Siamo sicuri che non sia una specie di sfida?”

Hydra si accigliò alle parole dell’amica, riflettendo sulla possibilità che fosse tutta una farsa e che Malfoy stesse ridendo di loro, da qualche parte nella casa.

“Potrebbe essere… avrebbe un senso il motivo del contratto: ci ha fatto firmare vincolandoci qui apposta per questa situazione. Dall’altra parte però qualcuno potrebbe star approfittando di questa competizione per avere qualcosa da noi, anche se non so cosa.”

“Simone era nervosa. Quasi più di me, che stavo pensando ad Haidi.”

Scarlett e Hydra si voltarono verso Nessie, che aveva parlato a voce bassa ma con tono deciso, come se fosse sicura delle sue parole:

“Beh, in effetti non era esattamente rilassata, ma eravamo in una situazione un po’ tesa, è comprensibile.”

“Si ma lei era agitata! E non vedeva l’ora di tornarsene nella sua stanza, se non ve ne siete accorte!”

Scarlett e Hydra si scambiarono un’occhiata d0intesa, prima che Scarlett sorridesse:

“Bene. Vorrà dire che andrò a fare un salutino a Simone… Voi state qui e cercate di cancellare quello schifo.”

La ragazza rivolse uno sguardo disgustato alla scritta prima di uscire dalla stanza, percorrendo in fretta il corridoio per raggiungere la stanza della Corvonero.
Nel farlo passò davanti all’unica porta che non era mai riuscita ad aprire: quella nera, intagliata.  Da alcuni discorsi di Charles aveva intuito che fosse lo studio del nonno, ma da qual che aveva capito nemmeno lui ci era quasi mai entrato.


Scarlett accelerò il passo, sentendosi orribilmente osservata mentre lanciava uno sguardo fugace alla porta: c’era qualcosa lì dentro. Qualcosa di importante.

                                                                            *

Charles si chiuse lentamente la porta alle spalle, guardando un’ultima volta Irina, Margaret e Declan che dormivano sui divani.

Come potessero dormire, davvero non lo comprendeva… lui non ci sarebbe di certo riuscito, non quella notte.
Una gioiosa e intrigante nottata di festa si stava lentamente trasformando in un incubo.

I pezzi del puzzle che suo nonno gli aveva lasciato sin da quando era piccolo erano riaffiorati: era il momento di capire cosa aveva nascosto per anni, o ora o mai più.

Non poteva fare a meno di chiedersi chi si fosse introdotto in casa sua… suo nonno era molte cose, ma uno stupido no di certo.
Aveva sempre protetto la casa nei minimi particolari e si sarebbe di certo accorto di un intruso, così come Charles.

A meno che non si trattasse di un vero e proprio intruso.
Chissà, forse suo nonno l’aveva volutamente lasciato entrare in casa… e poi gli si era rivoltato contro.
In effetti non l’aveva mai visto il giorno precedente, prima della festa: forse si era incontrato con qualcuno, che l’aveva ucciso.

Charles si guardò appena intorno prima di sfiorare lo stemma dei Malfoy, cucito sull’arazzo appeso nell’ingresso. Lo ruotò con le dita e sorrise quando vide l’arazzo arrotolarsi su se stesso, mostrando l’ingresso del tunnel.

Aveva sempre adorato casa sua. Specialmente i passaggi segreti.

Suo padre gli aveva raccontato che erano stati costruiti anni prima, quando il Manor era stato edificato da poco… per nascondersi in caso di bisogno, aveva detto.

Charles non aveva mai notato niente di strano, mai visto nessuna faccia estranea… senza contare che il loro ospite indesiderato si muoveva indisturbato nel Manor senza essere visto.
Non poteva che essere quella la soluzione: stava usando i passaggi segreti della casa.

Mentre percorreva il tunnel fioche mente illuminato, Charles sospirò, pensando al casino in cui si era messo: nonno morto, intrappolato in casa sua senza poter avere contatti con il mondo esterno… meraviglioso.
Non poteva far altro che sperare che i suoi genitori non decidessero di presentarsi a casa, almeno per un po’.

Arrivato davanti alle tre porte, Charles si fermò.  La prima a sinistra portava nello studio, la terza nel Salone delle feste e quella in mezzo… nella camera di suo nonno.

Non si avvicinò nemmeno alla prima porta: ci aveva provato milioni di volte e ogni volta non era riuscito ad entrare. Suo nonno aveva fuso la maniglia e la pietra anni prima, così che fosse impossibile che la porta si aprisse.    Si avvicinò così nella porta di mezzo, sperando di trovarla aperta:  forse avrebbe trovato qualcosa di interessante, nella stanza del nonno… o almeno ci sperava.

Prese la maniglia e provò ad aprire la porta, senza risultati. Imprecando mentalmente, il biondo sospirò, passandosi una mano tra i capelli: 

Scorpius Malfoy l’aveva sempre tenuto fuori. Da tutto, non l’aveva mai reso partecipe in nulla… no, non era stato esattamente un nonno modello, ma perlomeno qualcosa glie l’aveva insegnati. Come i segreti del Manor, o almeno alcuni.

La voce di Scorpius affiorò nella mente di Charles con parole che non ricordava nemmeno di aver mai udito.
Niente se ne va dalla nostra mente: è tutto rinchiuso nel cervello, nella Memoria a Lungo Termine.
Solo che alcune cose vengono rimosse con il tempo… e a volte tornano, quando ne abbiamo davvero bisogno.

Non ho scelto io quella stanza… vedi, può essere aperta solo dal padrone di casa, la porta è protetta da una magia fin dal mio trisavolo.   E’ sempre stato cosi Charlie.

Il padrone di casa.  Quindi il Malfoy più anziano presente nella casa, maschio o femmina.

Charles sorrise, parlando guardando la porta:

“Mio nonno è morto, mio padre non c’è. Sono l’unico Malfoy in questa casa.”

La porta si aprì con uno scatto, ma all’improvviso Charles Draco Malfoy non seppe se essere felice.

Con l’apertura della porta aveva avuto una certezza: suo nonno era morto per davvero.

Questa volta non era un gioco.

                                                                  *

“Che cosa c’è, Scarlett?” 

Simone guardò con i penetranti occhi chiari la ragazza in piedi sulla soglia della sua stanza, che ricambiò con interesse negli occhi scuri:

“Niente in particolare… mi chiedevo solo come mai non hai paura a dormire qui da sola sapendo che la gente sparisce.”

“Beh, non essere Grifondoro non include essere codardi per forza, no?”

“No, è vero… e poi non tutti i Grifondoro sono coraggiosi.”

Scarlett fece vagare lo sguardo nella stanza, come cercando qualcosa di strano o fuori posto.

“In ogni caso, Nessie ha trovato una scritta sul muro nella sua camera poco fa… sopra il letto di Haidi per la precisione: “Ora detto io le regole.”  Tu che cosa ne pensi?”

“E perché lo chiedi a me?”

“Non so, siete voi i cervelloni, giusto?”

Scarlett sorrise, sedendo sulla poltroncina della toeletta.   Simone non rispose, osservandola: era sempre stata brava a mentire, un’attrice con i controfiocchi… peccato che lei non fosse ingenua, anche se sapeva che Scarlett non la sottovalutava.

“Mi sembra chiaro che qualcuno vuole divertirsi a spaventarci, altrimenti non ci avrebbe fatto trovare il corpo di Scorpius… Ma non credo che Haidi sia morta, altrimenti ce l’avrebbe fatta trovare, o perlomeno avrebbe messo una scritta diversa sopra al suo letto.  Non so perché Scarlett, ma credo che stia togliendo di mezzo le persone che non gli servono… vuole qualcosa da alcuni di noi, secondo me.”

“E toglierà quelli che invece gli sono scomodi, come Scorpius. Sai, mi sei sembrata nervosa in salotto, perché tanta fretta di tornare in stanza da sola?”

“Eravamo tutti nervosa Scarlett, a volte preferisco stare da sola, non sono come te.”

Scarlett si limitò a sorriderle, dicendole con lo sguardo che secondo lei invece erano piuttosto simili, loro due.  
Si alzò dopo aver fatto passare una mano sul ripiano di legno levigato della toeletta:

“Bene, allora ti lascio… ci vediamo domani Simone, sempre che non ci sia qualche altra sorpresa dietro l’angolo.”

“Che vuoi dire?”

“No so, ho come la sensazione che sarà una lunga notte.”

               
Simone guardò la Grifondoro uscire dalla stanza per poi chiudersi la porta alle spalle: non le piaceva quando qualcuno faceva il sibillino…
Non le piaceva non sapere e non capire.

 

Scarlett si chiuse la porta alle spalle, guardandosi la mano.  Strofinò il pollice contro l’indice, osservandosi le dita e sentendo quello strano liquido a contatto, anche se erano solo un paio di gocce.

Suo padre era un Auror e le aveva sempre detto una cosa fin da piccola: osservare è l’arma vincente. Chi osserva vince.

I dettagli fanno la differenza, in quella camera i dettagli erano tutti lì, su quella toeletta.
C’erano molte boccette, cosmetici e flaconi… eppure in un angolo era vuota, come se mancasse qualcosa. Per non parlare delle gocce azzurre che formavano un piccolo cerchio, come quando si solleva un bicchiere d’acqua e rimane lo stampo sul tavolo, a volte.

Non si fermò però troppo a lungo, non morendo dalla voglia di stare da sola in quel corridoio: in effetti l’idea di dormire accanto a quella porta non le piaceva particolarmente.

                                                                                *

“Ahia, che male…”       William si massaggiò la testa, imprecando a mezza voce.    Aprì lentamente gli occhi, non vedendo però quasi niente.

“William?”

Il ragazzo quasi sobbalzò a sentire una voce, guardandosi intorno anche se era ancora un po’ stordito: era sicuro di aver sentito qualcuno dire il suo nome.

“Oddio, menomale!”     Sentì il rumore di qualcuno che si trascina sul pavimento, riconoscendo questa volta la voce prima di sorridere con sollievo:

“Haidi! Eccoti finalmente! Ma dove accidenti siamo?”

“Abbassa la voce, non vorrei che ci dividesse… non lo so, mi ha addormentata e poi mi sono svegliata qui, credo che siamo nei sotterranei della casa o una cosa del genere.”

“Io ero uscito dalla camera di Simone e qualcuno mi ha colpito alle spalle. In ogni caso, devo raccontarti delle cose…  L’intruso alla festa l’ha trovato Simone, era proprio Scorpius… qualcuno aveva bevuto la Pozione Polisucco prendendo le sue sembianze.”

“E..?”

“Beh, due ore dopo abbiamo trovato il cadavere di Malfoy in uno sgabuzzino con una scritta sopra: Questa volta non è un gioco.”

“Cristo… in che razza di casino ci siamo cacciati? Comunque c’è davvero qualcosa di strano in questa casa. Sono stata rapita appena dopo aver trovato un passaggio segreto, alla festa.  Ho aperto un pannello nel muro, vedendo una stanza dove non ero mai stata. Sembrava uno studio, ma l’ho potuta vedere solo per un paio di secondi.  Credo che sia la porta che io e Nessie abbiamo notato fin dalla prima sera, non siamo mai riuscite ad aprirla.”

“Può darsi, di certo questa casa nasconde un sacco di cose… Nessie era preoccupatissima per te, ti ha cercato per lungo e in largo. Ah, c’è un’altra cosa… non riusciamo a Smaterializzarci.”

“Si beh, naturalmente ci ho provato anche io ma pensavo fosse una magia per questo posto, non in tutta la casa!”

“Charles ha detto che è un effetto del contratto che Malfoy ci ha fatto firmare appena arrivati: non possiamo andarcene da qui finché la competizione non sarà finita o il contratto distrutto. Quindi si, siamo bloccati qui.”

                                                                              *

Quante volte ci era entrato, in quella stanza?  Forse due al massimo.  Suo nonno era sempre stata una persona molto riservata sulle sue cose, non amava renderle pubbliche, nemmeno alla sua famiglia.

Charles sedette sul letto a baldacchino, osservando il quadro appeso davanti a lui, sopra lo scrittoio.

Raffigurava lo stemma dei Malfoy, naturalmente.  Charles spostò lo sguardo sul comodino, sorridendo appena al vedere la fotografia dalla cornice d’argento.

La prese, osservandola.

Raffigurava suo nonno diversi anni prima, doveva avere circa una quarantina d’anni… c’era anche suo padre, ventenne.    Non mancavano ovviamente sua madre Astrid e sua nonna Esmeralda, che teneva in braccio un bambino appena nato… lui.

Sorrise al vedere il volto bello e sorridente della nonna, pensando a quanto gli sarebbe piaciuto poterle parlare un’ultima volta.
Poi il suo sguardo venne catturato da una sesta persona, che non aveva mai visto di persona a sua memoria ma che riconosceva senza problemi: l’aveva visto diverse volte in foto e ritratti.

Draco Lucius Malfoy, padre di suo nonno e quindi suo bisnonno. Aveva preso da lui il secondo nome per volere del padre, a sue parole gli era molto affezionato.

Charles quasi rise, vedendo il bisnonno nella foto: doveva avere più o a meno l’età di suo nonno adesso, ed erano quasi identici.
Di certo non dovevano essere stati diversi nemmeno di carattere: tale padre, tale figlio.

Charles ripose la foto sul comodino del nonno, non potendo fare a meno di pensare a quanto fosse strano che avesse una foto di famiglia accanto al letto: non era mai stato il più grande sostenitore della famiglia come valore.

Evidentemente non aveva mai conosciuto realmente suo nonno.
Charles si alzò, avvicinandosi allo scrittoio mentre osservava il quadro.
Lo stemma era lì, davanti a lui. L’aveva visto tante, tante di quelle volte…

Eppure nel quadro notò una cosa, qualcosa alla quale non aveva mai fatto caso… o che era presente solo in quel quadro.

Vicino alla grande M, tra i ghirigori c’era qualcosa. Un numero, il 40.

Beh, questa era bella.  Si sarebbe aspettato un 28, ma il 40?  Che accidenti c’entrava?  Cominciava a chiedersi quante cose non sapesse della sua famiglia…

Ma non ebbe molto tempo per pensarci, la sua attenzione venne improvvisamente catturata da un rumore: il bussare alla porta.

Charles rimase immobile, senza dire nulla mentre guardava la porta quasi con terrore: chi accidenti era alle tre del mattino che bussava nella stanza di suo nonno?

“Charles, lo so che sei qui. Vieni fuori, è successa una cosa.”

Al sentire la voce di Declan il cuore di Charles sembrò ricominciare a battere, mentre il biondi tirava un sospiro di sollievo mentre apriva la porta, trovandosi davanti l’amico.

Il ragazzo era sempre molto attraente, ma non aveva i capelli perfetti come sempre, cosa che lasciò il biondo quasi sorpreso: doveva essere importante se si era mosso senza pettinarsi.

“Che succede Dec?”

“William non si trova e Nessie ha trovato una scritta sopra il letto di Haidi “Ora detto io le regole”.”

“Oh, meraviglioso. Beh, andiamo a vedere.”

Declan stava per chiedergli come avesse fatto ad entrare nella camera del nonno, ma il biondo non gli diede il tempo, superandolo e percorrendo a passo svelto il corridoio.

Declan roteò gli occhi, chiudendo la porta prima di seguirlo.

                                                                         *


Spostò lo sguardo dalla ragazza stesa a terra, guardandola: si era aspettato un atteggiamento più intelligente da parte sua.
Si, un po’ era deluso doveva ammetterlo… dalla nipote di Josephine si sarebbe aspettato di meglio.

Spostò lo sguardo da lei per riportarlo sul muro, affrettandosi a scrivere la terza frase.

Doveva dirlo: si stava divertendo moltissimo… lasciare quelle scritte e poi gustarsi le loro reazioni gli piaceva troppo.

Sentì dei passi nel corridoio e delle voci, ma non se ne curò affatto: era certo che stessero tutti andando nella camera della MacMillan, doveva aveva lasciato la scritta sopra al letto.
Questa volta invece aveva scelto un posto diverso: non voleva di certo cadere nella banalità.
 

Oh, no… sarebbe stato originale fino alla fine.





..........................................................................................................
Angolo Autrice:

Nella speranza di rendervi un po' piacevole l'inizio settimana, eccomi con un altro capitolo questa volta con un tempo decente.
Spero che vi sia piaciuto, devo dire che scrivere questa storia mi piace molto, grazie per aver creato OC interessanti e per contribuire :)
Siamo verso la fine della storia, spero di non deludervi!

Signorina Granger

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger