Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: LorasWeasley    15/03/2016    7 recensioni
AU|Tokyo Ghoul [solangelo]
"Nico strabuzzò gli occhi a quella vista. Poi urlò di rabbia mentre dalla sua schiena fuoriusciva la sua Kagune.
La vista del sangue di Will gli diede la giusta forza per abbattere tutti e tre i ghoul che gli avevano sbarrato la strada.
Si fece male alla spalla destra che si teneva su con la mano sinistra, un lungo taglio gli arrivava fino al gomito, ma nulla che non avrebbe guarito successivamente.
Quando uccise anche l’ultimo si girò per fissare Will.
Il ragazzo era rimasto seduto a terra, il respiro affannato e uno sguardo incredulo.
Nico provò a fare un passo nella sua direzione, ma Will si tirò subito indietro spingendosi con i piedi, sul volto un’espressione spaventata.
Quel semplice sguardo distrusse Nico facendolo gelare sul posto."
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hazel Levesque, Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'CrossOver Solangelo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hola! Si lo so, sto a scrivere un sacco di storie ultimamente, ma questa è solo una OS di passaggio.
In realtà l'ho iniziata mesi fa e mai finita, ieri mi stavo annoiando e quindi... eccola qui.
Kakugan è l’occhio di un ghoul dove l’iride e la pupilla diventano rosse e la sclera nera con delle piccole venature rossastre che possono interessare anche la zona delle palpebre. Il ghoul può entrare in questo stato per volontà propria, quando si eccita, diventa estremamente affamato o quando usano la loro Kagune.
Come sempre è una Solangelo e come sempre è un CrossOver.
Questa volta ho scelto un manga, Tokyo Ghoul, non c'è nessuno spoiler, semplicemente è ambientato in quel mondo.
Per chi non dovesse conoscerlo vi spiego le cose essenziali:
-i Ghoul hanno l'aspetto di normali esseri umani, ma possono solo nutrirsi di carne umana (un pò come il sangue per i vampiri) con l'unica eccezione del caffè, quello possono prenderlo tranquillamente. Non sono ovviamente tutti cattivi, ma ci sono quei gruppi che uccidono solo per divertimento e quelli che si nutrono solo di persone già morte per, appunto, sopravvivere;
-il Kakugan è l’occhio di un ghoul dove l’iride e la pupilla diventano rosse e la sclera nera con delle piccole venature rossastre che possono interessare anche la zona delle palpebre. Il ghoul può entrare in questo stato per volontà propria, quando si eccita, diventa estremamente affamato o quando usano la loro Kagune;
-le colombe è una sottospecie di "polizia" che caccia i ghoul e li uccide.
Spero di esservi stata utile e spero che la storia vi piaccia!
Alla prossima, Deh
 

Mostro

OperaIncompiuta, grazie a lei sono entrata anche in questo mondo

Mostro.
Lui era un mostro, lo sapeva, ma aveva sempre cercato di ignorarlo.
Di prendere quel pensiero e nasconderlo dentro un cassetto, sotto il letto, fuori dalla sua vista.
Perché se una cosa non la vedi, non è reale, giusto?
E’ questo quello che credono sempre tutti, se una cosa non ti va bene, fai semplicemente finta che non esista.
E voleva solo vivere una normale vita, come un qualsiasi essere umano. Provare a essere come loro.
Li odiava e li ammirava al tempo stesso, voleva terribilmente essere come un qualsiasi umano, lo desiderava come non aveva mai desiderato nulla in vita sua. Ma li odiava, perché loro non lo avrebbero mai accettato. Nessuno di loro avrebbe potuto farlo se lo avesse davvero conosciuto.
Chi poteva accettare un mostro? Chi poteva volergli bene? Chi poteva amarlo?
Nico aveva iniziato un normalissimo liceo umano proprio per questo, per vivere esattamente come tutti gli altri e per cercare di far finta che fosse normale, gli bastava crederci anche solo per qualche ora.
Ma il risultato era stato uno dei peggiori.
Non era abituato alle relazioni sociali, non aveva idea neanche da dove si iniziasse, fu emarginato ed escluso, in poco tempo fu definito quello strano e silenzioso che metteva paura.
E loro non avevano nessuna idea di quanto fosse vero tutto quello, non avevano idea di quello che era capace.
C’era solo un’eccezione. Un semplice ragazzo.
Will Solace era totalmente opposto a lui, si erano incontrati per puro caso un giorno in biblioteca, il ragazzo era più grande e si offrì di aiutare il moro a cercare tutto quello che gli serviva.
Alla fine del pomeriggio Nico gli regalò un sorriso abbozzato, uno di quelli terribilmente rari, ma veri.
E Will capì che non lo avrebbe lasciato andare così facilmente.
Da quel giorno iniziò a seguire il ragazzo ovunque, a salutarlo, a sedersi con lui a mensa. Il più delle volte riceveva come risposte solo grugniti o monosillabi. Ma non si arrese mai.
Nico, dal canto suo, si rese conto che gli piaceva sempre di più la sua compagnia.
Passarono i mesi e capì di star sbagliando tutto quando notò che lo cercava sempre con lo sguardo, che riusciva a riconoscere la sua voce in mezzo a molte altre e sorridere al solo sentire la sua presenza.
Gli piaceva. Ormai era una cosa abbastanza ovvia.
Ma era tutto terribilmente sbagliato.
Perché Will era un angelo. Doveva esserlo per forza.
Mentre lui era un mostro.
Quel giorno pioveva a dirotto e Nico aveva naturalmente dimenticato l’ombrello a casa, non che gli importasse qualcosa.
La pioggia gli piaceva, era solo fastidiosa sulla pelle, ma dopo un po’ ci si abituava.
Gli piaceva solo perché lo faceva sentire un po’ più pulito.
Dopo qualche passo però non sentì più le gocce bagnargli i capelli e i vestiti, alzando lo sguardo si trovò protetto da un ombrello arancione tenuto su da un biondo sorridente di sua conoscenza.
Nico non disse nulla, sapeva che protestare non sarebbe servito. Ma neanche lo ringraziò.
Semplicemente si strinse nella spalle, mettendosi la mani in tasca e allentando il passo per camminare al suo fianco.
Camminavano ormai da un po’ quando Nico si rese davvero conto di dov’erano finiti.
Non dovevano assolutamente essere in quella parte di città.
Si arrestò di scatto trattenendo il fiato, bloccò Will per un braccio e strinse forte la presa mentre sibilava –Dobbiamo andarcene subito da qui.
Will stava per domandargli il perché di quell’affermazione, quando dei movimenti ai margini del loro campo visivo attirò la loro attenzione.
Tre ghoul erano appena atterrati dal tetto proprio davanti a loro, sbarrandogli la strada.
La Kagune attiva, i sorrisi famelici.
-Hai sbagliato strada, Di Angelo?
Nico strinse i pugni mentre sentiva di nuovo le gocce colpirgli il volto, chissà dov’era finito l’ombrello di Will.
Il moro era pronto a combattere, ma non era pronto alla reazione di Will.
Il biondo lo spinse all’indietro per proteggerlo con il suo corpo.
Contemporaneamente un ghoul aveva attaccato.
Will finì a terra, prendendo il colpo in pieno viso.
Dopo un semplice istante la sua guancia si colorò di una sottile striscia rossa da cui iniziò a uscire un copioso getto di sangue.
Nico strabuzzò gli occhi a quella vista. Poi urlò di rabbia  mentre dalla sua schiena fuoriusciva la sua Kagune.
La vista del sangue di Will gli diede la giusta forza per abbattere tutti e tre i ghoul che gli avevano sbarrato la strada.
Si fece male alla spalla destra che si teneva su con la mano sinistra, un lungo taglio gli arrivava fino al gomito, ma nulla che non avrebbe guarito successivamente.
Quando uccise anche l’ultimo si girò per fissare Will.
Il ragazzo era rimasto seduto a terra, il respiro affannato e uno sguardo incredulo.
Nico provò a fare un passo nella sua direzione, ma Will si tirò subito indietro spingendosi con i piedi, sul volto un’espressione spaventata.
Quel semplice sguardo distrusse Nico facendolo gelare sul posto.
Will ha paura di me.
Una fitta dolorosa trapassò il suo petto e il suo sguardo dovette essere abbastanza eloquente, perché il biondo si riscosse e cercò di rimediare al danno fatto porgendosi in avanti, provando ad allungare una mano verso di lui.
Ma a neanche metà strada furono interrotti da nuove voci ben conosciute: le Colombe stavano arrivando.
Will fissò Nico terrorizzato, questa volta però per un motivo ben diverso.
-Scappa!- Quasi urlò –Va via subito! O ti uccideranno.
Nico non disse nulla, aveva ancora lo sguardo spaventato del biondo ben impresso nella mente.
Semplicemente si girò e corse via.
 
Non aveva smesso di piovere per tutto il resto del giorno.
Neanche di sera, neanche quando Will si trovò fuori casa di Nico.
A qualche metro dalla porta di ingresso, senza ombrello, senza nulla che impedisse all’acqua di inzuppargli i capelli e i vestiti.
Immobile, non avendo il coraggio di fare un solo passo avanti, ma neanche di tornare indietro.
Se si domandava il perché, non sarebbe riuscito a trovare una risposta.
Non aveva idea di quanto tempo fosse passato, ma poi il buio era stato illuminato da una luce calda proveniente dalla porta d’ingresso appena aperta.
-Chi sei? Cosa vuoi?- Quella era una voce decisamente femminile.
Alzò di scatto lo sguardo, ma non disse nulla.
La ragazza comunque sembrò riconoscerlo – Oh, sei l’amico di Nico – e prima che Will potesse dire una qualsiasi cosa, lei urlò girandosi verso l’interno della casa il nome del ragazzo in questione.
Poi tornò a girarsi verso il biondo e si spostò dalla porta, chiaro invito a raggiungerla dentro –Guarda che se stai ancora li sotto ti prenderai qualcosa.
Will tentennò.
Contemporaneamente sentì una macchina posteggiare dietro di lui nel vialetto, la ragazza si illuminò e indossando il suo giubbotto corse fuori, entrando in macchina.
Aveva lasciato la porta di casa aperta, un invito a Will di entrare.
Il biondo si domandò se anche Hazel fosse come suo fratello, o se sapesse quello che era successo solo poche ore prima.
Poi comparve Nico sulla soglia.
Sussultò vedendo lui, ma distolse in fretta lo sguardo e lo portò oltre, alla macchina dov’era appena salita la sorella. Fece un cenno con la mano e subito dopo questa andò via.
Erano rimasti solo loro due.
-Vuoi… Entrare?- Faticò infine a domandare il moro.
Will non rispose, ma i suoi piedi si mossero da soli.
Solo quando venne investito dal calore della casa, una volta che la porta fu chiusa alle sue spalle, si rese conto di quanto in realtà avesse freddo.
Nico continuava a non guardarlo direttamente negli occhi –Ti … prendo un asciugamano.
E senza aspettarsi una risposta schizzò via.
Will rilasciò un sospiro e si tolse il giubbotto, almeno la felpa che aveva sotto non sembrava molto bagnata, poi strofinò le mani tra di loro cercando di riscaldarsi.
Nico tornò da lui dopo diversi minuti.
Aveva in mano un asciugamano bianco e morbido, glielo porse continuando a non voler intrecciare i loro sguardi, poi si diresse in cucina e gli fece segno di seguirlo.
Accese una piccola stufetta, aveva sicuramente notato i brividi del biondo.
Poi si avvicinò ai fornelli continuando a dargli le spalle.
-Nico…- Provò a iniziare Will.
-Ti piace il caffè?- Lo interruppe il moro come se non avesse detto nulla –Ho solo questo in casa, quindi…
Will notò che faticava a utilizzare il braccio destro e si ricordò della ferita alla spalla.
Si aggiunse anche il fatto che non smetteva di tremare, così una tazzina rotolò a terra e si ruppe in tanti cocci di porcellana.
Si inginocchiò subito a terra e cercò di aggiustare al danno che aveva fatto.
Questo gli procurò solo una nuova ferita nel palmo della mano.
-Nico fermo. Smettila!
Will gli si era inginocchiato accanto e gli aveva bloccato i polsi per evitare che continuasse a farsi male.
Nico si accasciò contro il mobile alle sue spalle, si liberò subito dalla presa del più grande ma smise di pulire a terra.
Si portò un braccio a coprirsi gli occhi e con voce flebile e spezzata iniziò a sussurrare –Mi dispiace Will, mi dispiace così tanto…
-Nico guardami- il biondo cercò gentilmente di scostargli il braccio dai suoi occhi neri, ma anche quando ci riuscì il moro non aveva nessuna intenzione di alzare lo sguardo sul suo.
Infatti iniziò a scuotere velocemente la testa e a mormorare quasi in una litania –No, ti prego, ho visto il tuo sguardo, mi odi. Ho visto il terrore e il disgusto. So quello che pensi. Tu…
“Mi hai ucciso con quello sguardo.”
-Vattene- concluse –Non voglio vederti mai più.
-No!- Nella voce di Will c’era quasi disperazione, abbandonando ogni forma di delicatezza che aveva avuto fino a quel momento e gli alzò il mento con forza.
-Hey, guardami, okay? Io non ho paura di te, non mi fa schifo quello che sei, non me ne può importare di meno.
Nico fece una smorfia amara e rispose gelido –Non mentirmi.
-Non ti sto mentendo. Ho avuto quella reazione perché, insomma, è stata una sorpresa, devi capirmi. E me ne sono pentito subito, non voglio che tu pensi questo di me. Ti prego, non voglio che ti allontani da me, non sparire. Ti prego…
Will non sapeva perché fosse andato da Nico, non aveva idea che gli avrebbe detto quello parole, non lo sapeva fino a quando queste non uscirono dalla sua bocca.
Solo a quel punto capì che erano la pura e semplice verità.
Nico, dal canto suo, non sapeva che dire. Come poteva rimanere lucido se quegli occhi blu lo fissavano così intensamente?
Per lui era anche tutto così nuovo, non era abituato a tutto quell’affetto, a quell’amore.
Tutti i problemi sembrarono svanire, non c'era nessuno che lo giudicava o che voleva usarlo per i proprio scopi.
Esistevano solo loro due.
-Non voglio farti del male- sussurrò.
“Non avvicinarti, ti prego...”
-Non me ne farai- rispose sicuro Will.
Nico riprese a scuotere la testa –Non puoi saperlo, non hai idea… Sono un mostro Will.
-Mi hai salvato la vita oggi, non potrei mai definirti un mostro.
Fu questa la risposta del biondo, lo disse con una voce sicura e chiara, senza tentennamenti, poi si avvicinò al suo viso ed eliminò ogni protesta poggiando le labbra sulle sue.
Fu un semplice sfiorarsi di labbra.
Nico trattenne il fiato, ma non si scostò.
“Vattene via.”
Avvicinò lentamente una mano alla sua felpa e ci si aggrappò.
“Odiami.”
Schiuse lentamente le labbra.
“Potrei divorarti.”
Sospirò quando il biondo accarezzo le sue labbra con la lingua, per poi intrufolarsi al suo interno e approfondire il bacio.
“Perché mi fai questo?”
Accarezzò le sue labbra, le assaporò, gemette al loro interno.
“Ti amo.”
Si staccarono solo per mancanza di ossigeno.
Nico aprì lentamente le palpebre e puntò gli occhi nei suoi.
Will lo stava già fissando, aveva uno sguardo strano, come se stesse contemplando qualcosa per la prima volta.
Poi sorrise genuinamente e avvicinò una mano al suo viso, accarezzo il suo zigomo con il pollice e tranquillamente annunciò –Sei bellissimo.
Nico perse un battito.
Si ricordò solo in quel momento che la sua Kagune doveva essersi attivata.
I suoi occhi dovevano avere l’iride e la pupilla rosse e la sclera nera con delle piccole venature rossastre.
Aveva appena mostrato il suo essere un mostro, diverso… E Will aveva appena detto che fosse bellissimo. Con una voce così sincera e dolce che non poteva aver mentito.
Fu quella la goccia che fece traboccare il vaso, tutti i propositi di Nico crollarono, insieme a tutte le sue difese.
Scoppiò a piangere e gli si lanciò contro, abbracciandolo forte e nascondendo il volto nella sua felpa.
Will cadde a sedere per il contraccolpo, ma non perse tempo a rispondere alla sua stretta e stringerlo fra le sue braccia, come a volerlo proteggere dal mondo.
-Non andartene- singhiozzò il più piccolo –Ho bisogno di te, per favore…
-Shh- cercò di calmarlo l’altro stringendolo ancora di più se possibile.
-Non permetterò a nessuno di farti del male, te lo giuro.
Will gli baciò la testa –Anche io, te lo prometto.
Rimasero abbracciati in quella posizione per un lasso di tempo indefinito.
In una anonima cucina qualsiasi, i cocci di porcellana ancora sparsi per il pavimento e la pioggia che infuriava fuori da quella casa.
Un ghoul e un umano.
Era una delle cose più sbagliate di sempre.
Tutto ciò avrebbe portato a problemi, non sarebbe di certo stato semplice, lo sapevano.
Ma avrebbero combattuto, lottato anche con il sangue per quello che volevano.
Infondo, non è forse l’amore alla fine a vincere su tutto?

 
[2271 parole]
 
P.S. Ho modificato alcune parti della storia, perchè mi hanno fatto notare che alcune frasi erano identiche alla storia di un'altra scrittrice (Grimmjowswife, se volete passare nella sua pagina vi basti sapere che scrive anche lei da dio) sappiate che non le avevo copiate, è stato solo un malinteso più grande. Chiedo ancora perdono, spero che così possa andare bene.
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: LorasWeasley