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Autore: sara_twd    17/03/2016    3 recensioni
“Non urlare! Sono certa che sono di là e ci stanno ascoltando! L’importante è che tu stia bene! Ho avuto così paura quando ti hanno colpito!”
“Sto bene, non preoccuparti.”
“A quanto pare l’intero universo sta pianificando di ucciderci: i vaganti, il governatore, ora i wolves..”
“Ehi, guardami!”
Beth alzò gli occhi dal pavimento, cercando di guardarlo ,anche se la poca luce lasciava molto all’immaginazione.
“Non glielo permetterò.”
Puntata 4x13- Beth non è scappata con la macchina in seguito all'attacco della mandria di erranti, ma cosa sarà successo? Scopritelo se anche voi shippavate immensamente la coppia Bethyl.
Spero che la mia prima fan-fiction possa piacervi e spero proseguiate nella lettura e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate! ;)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 8- Don’t leave me.

Il piano era semplice: Daryl e Beth erano stati portati in uno scantinato raggiungibile solo dopo una lunga rampa di scale.
A quanto pare l’edificio era un grande magazzino adibito al deposito di diversi beni, tra cui alcuni alimentari: ora era la “tana” dei wolves. Dopo aver salito le scale avrebbero dovuto proseguire diritto ed uscire da una porta secondaria che portava sullo sbocco laterale del complesso.
L’ordine d’uscita sarebbe stato il seguente: Glenn avrebbe aperto la fila seguito rispettivamente da Beth, Aaron e infine Daryl.
Glenn stava facendo tutte le raccomandazioni possibili ai compagni dicendogli di mantenere le posizioni che gli aveva affidato, di evitare di fare rumore inutile, di utilizzare le armi da fuoco solo in caso di estremo pericolo così da non provocare rumori e di muoversi velocemente perché l’edificio, sia internamente che esternamente, poichè era sorvegliato da diverse videocamere a circuito chiuso.
Beth ascoltava attentamente ogni singola parola del cognato, anche se non spostò mai lo sguardo da Aaron che armeggiava con le cesoie per liberare Daryl.
Appena fu libero la ragazza corse ad abbracciare l’arciere, stringendolo a tal punto da volerlo soffocare. Non c’era tempo però per le parole. Dovevano abbandonare immediatamente quel posto.

“Non fare l’eroe anche stavolta! Sai come la penso.” sembrò implorarlo Beth con i suoi enormi occhi da cerbiatta

“E tu evita di cacciarti nei casini.” l’aveva zittita Daryl, liberandosi gentilmente dall’abbraccio. La ragazza quindi si voltò verso gli altri compagni per mettersi in posizione, ma qualcosa la trattene.  

"Aspetta" disse l'uomo sfilandosi la pesante giacca di pelle "Mettitela.Si gela." 

Avrebbe voltuto obiettare ma sapeva benissimo quanto difficile era contrastare Daryl quindi ubbudì e indossando il capo  rivolse un sorriso riconoscente al compagno. Avrebbe voluto baciarlo. Avrebbe voluto anche rimanere al suo fianco. Ma dovevano rispettare i piani. 
Volevano solo proteggersi a vicenda in tutti i modi possibili e sì, forse si stavano veramente innamorando, ma a loro modo: non era la classica favoletta romantica, la loro intesa era magnifica, anche solo limitandosi allo scambio di  due avvertimenti secchi erano riusciti a  racchiudere essenzialmente quello che sin dall’inizio avevano temuto più di tutto: di perdersi l’un l’altro.

Ognuno di loro era munito di coltello e pistola di piccolo calibro. Dovevano evitare i massacri, non erano lì per quello: dovevano solo andarsene senza farsi scoprire.
Glenn aprì il pesante portone di ferro ed iniziò a salire le scale: si fermò in cima assicurandosi che tutti fossero dietro di lui e poi proseguì diritto come aveva spiegato. Le pareti erano bassissime e rendevano il corridoio quasi claustrofobico tanto che Beth iniziò a sudare freddo e a temere un’improvvisa comparsa di un lupo.
Arrivati al termine del corridoio principale, il gruppo si trovava esattamente al centro dell’edificio caratterizzato da una biforcazione che conduceva alle diverse aree di deposito.
Essendo loro diretti verso l'uscita dovevano prendere la biforcazione di sinistra, Aaron si appiattì contro il muro così da far passare gli altri e tenere d’occhio la situazione. Nessun lupo: procediamo.
Si muovevano tutti come se fossero una sola persona coordinando i movimenti degli arti inferiori a quelli superiori. Daryl teneva ossessivamente d’occhio Beth, preoccupato che uno di quei maniaci potesse piombare per riprendersela.
Lei, d’altro canto, svolgeva con attenzione ogni compito che le veniva affidato durante il tragitto.
Finalmente ecco la porta secondaria d’uscita: Glenn si fermò solo un secondo per comunicare ai compagni il passo successivo

“Bene, ragazzi, grandi, il peggio è passato. Ora usciremo e ci troveremo davanti un parcheggio interamente recintato, non toccatelo per nessun motivo: è elettrificato. Aaron andrà ad azionare la leva per aprire il cancello e poi ce ne andremo. Intesi?”

“Sì!” disse convinta Beth mentre Daryl si limitò ad annuire silenziosamente scambiandosi uno sguardo di assenso con l’amico.

“Andiamo!” disse Glenn sicuro, spalancando  la porta d’entrata.
Ma qualcosa li colse di sorpresa. Un rumore intermittente e fastidioso iniziò a propagarsi per tutto l’edificio: un allarme.

“Aaron! Corri! Vai! Ti copriamo le spalle!” disse il ragazzo asiatico disperato che nel mentre controllava in modo ossessivo ogni centimetro dello stabilimento per contrastare gli eventuali nemici.
La cosa veramente strana, pensò Beth era che nel parcheggio non ci fosse alcun mezzo tranne che tre rimorchi disposti parallelamente l’uno all’altro.
Si trovava esattamente davanti al rimorchio centrale, controllando che nessuno dei lupi fosse nascosto dietro di esso quando ad un tratto i portelloni si aprirono: un’orda di vaganti si scaraventò contro di lei famelici e bramanti di carne umana.
Lei velocemente estrasse il coltello conficcandolo precisamente di uno, due, tre teste dei vanganti ripiegando sulla cancellata principale.
Daryl era intento ad uccidere altri vaganti, mentre Glenn, tentava di chiudere i portelloni del rimorchio sinistro, quello più vicino all’uscita.
Fu come uno squarcio la voce di Jack, il leader dei wolves, seguito da diversi scagnozzi:

“Eccolo là! Ammazziamolo così non scappano quei bastardi!” disse indicando Aaron che si stava arrampicando sulla scala  della torretta per aprire il cancello.
Non poteva permettere che Aaron morisse e soprattutto non poteva permettere che Beth o Glenn morissero.
Senza pensare  Daryl si precipitò a salvaguardare le spalle del suo nuovo alleato, che purtroppo stava già subendo l’ira dei wolves.
Lo avevano tirato giù di peso dalla scala, facendogli perdere l’equilibrio ed ora si pregustavano il vicino momento della sua morte fracassandolo di botte a suon di pugni e calci.
Daryl estrasse la pistola e uccise due lupi in movimento, poi arrivato vicino ad Aaron estrasse il coltello conficcandolo nella gamba di Jack che si ritrasse bestemmiando e cadendo a terra tendendosi la gamba.
Grazie al suo intervento ora Aaron era libero di scappare,prendendosi l’incarico di attivare la leva e di raggiungere gli altri.

“Aaron ci penso io alla leva! Corri al cancello!” gli urlò contro Daryl ormai in cima alle scale.

Il ragazzo livido ovunque si alzò barcollando, sforzandosi di correre il più veloce possibile.
Daryl era cima: tirò la leva e con un suono secco e metallico il cancello dall’altra parte del parcheggio si aprì.
Beth e Glenn non riuscivano a vedere dove fossero gli altri due compagni. Era disperata. Ma non poteva distrarsi: doveva continuare e non combinare casini.  Il  cancello si era aperto ma  nessuno dei due era ancora tornato.
Ma ecco Aaron, in lontananza: per evitare gli zombie si limitava a spingerli per terra. Aveva degli ematomi enormi sul volto e faticava a camminare.

“Dov’è Daryl?!” gli urlò Glenn,quando li ebbe quasi ragginuti “Dobbiamo andare!”

Aaron riprendendo fiato disse a stento “Sta arrivando! Ha azionato lui l’apertura del cancello.”

“Dobbiamo aspettarlo!” disse Beth “Vado a prenderlo, anzi!”

“Non provarci nemmeno!” disse Glenn parandoglisi davanti. “Andiamo oltre il cancello, lo aspetteremo lì davanti!”

Poteva vederli dalla torretta: Idioti che cavolo fate! Scappate!  Disse tra sé e sé scendendo frettolosamente la scala per raggiungerli.
Aveva il cuore a mille, sentiva i battiti pulsargli nella testa. La maggior parte dei vaganti usciti dai rimorchi erano stati abbattuti e non costituivano un pericolo imminente. I wolves sì.
Riusciva a vederli: il cancello e i tre compagni che lo aspettavano oltre ad esso, nascondendosi nella fitta boscaglia. Bastava ancora un piccolo sforzo e attraversare il piazzale.
Iniziò a correre utilizzando le sue ultime forze ma senza accorgersene sì ritrovo in terra sbattendo la faccia contro al cemento. Jack, era riuscito a rimettersi in piedi, a seguirlo ma poi la gamba gli era ceduta e per fermare l’arciere come ultimo tentativo lo aveva preso saldamente per la caviglia facendogli perdere l’equilibrio. 
Gli era poi saltato addosso come una furia e stava ora tentando di soffocarlo. Non riusciva a respirare. Quel figlio di puttana lo stava uccidendo.Non aveva più aria nei polmoni. 

Solo quando le speranze sembravano perdute Daryl iuscì miracolosamente ad assestare un calcio ben piazzato nella gamba dell'avversario liberandosi faticosamente dalle sue mostruose mani.
Si era poi rimesso in piedi e correva, correva per raggiungere il dannato cancello.

“Chiudete il cancello imbecilli! Chiudetelo!Ahhh..." urlò dal dolore "Non faremmo scappare anche lui vero!” continuò Jack agli scagnozzi che eseguirono spaventati l’ordine.
Era a pochi passi, Beth riusciva a vedere tutta la scena dai cespugli che avevano scelto per nascondersi al di fuori dello stabilimento. Stava male, non riusciva a guardare, non poteva uscire allo scoperto e non poteva aiutarlo in alcun modo perché Glenn glielo stava impedendo.

“Lasciami andare! Devo andare ad aiutarlo, brutto idiota!” sputò contro a Glenn

“Ci farai ammazzare tutti! Sta arrivando!” le intimò l'uomo intento a fasciare la ferita sanguinante della testa di Aaron

Ma Beth uscì allo scoperto, rivelando la posizione ai wolves, correndo al cancello per aiutare anche Daryl ad uscire. Ma ormai era troppo tardi: il cancello era chiuso e lui era rimasto dentro.

“No!NO!No!NO!” disse lei sbattendo violentemente prima le mani e poi tutto il corpo contro le sbarre di metallo del cancello 

“Daryl!” Non riusciva a trattenere le lacrime. Era impossibile per lui uscire perché ormai l’elettricità era tornata e sarebbe morto.

“Me lo avevi promesso!” gli urlò lei disperata

Anche l’espressione di Daryl era triste, affranta, ma era pronto. Non aveva pensato molto al modo in cui sarebbe morto, ma morire per salvare lei era sicuramente una morte più che dignitosa.

“Vi raggiungerò” mentì l’arciere soffocando la bugia “Scappate ora!Mettetevi in salvo!”

“No!Io non ti lascio” gridò con la poca voce che gli era rimasta. Ma poi era arrivato Glenn seguito da Aaron, e il cognato l’aveva trascinata via con la forza.
L’ultima scena che vide fu Daryl attorniato dai wolves che gli puntavano armi contro.
Ma lui non li guardava. Con la coda dell’occhio la seguiva e gli sorrideva.

Ti mancherò così tanto quando non ci sarò più Daryl Dixon.

 

 

S.A.: Ciao a tutti! Eccomi qui con un nuovo capitolo. Lo so, lo so, mi odiate. Stavo male mente scrivevo questo capitolo e spero di avervi intrattenuto a dvere con il mio racconto. Come al solito vi invito a lasciarmi un commentino. Spero continuerete a leggere, alla prossima e un bacione!  

 

 

 

   
 
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