Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: CottonBatu    30/03/2009    11 recensioni
“No, Hermione, non se ne parla!” urlò Ron esasperato, dalla troppa insistenza di sua moglie. “Ti prego Ron, è solo un pomeriggio, cosa vuoi che sia un misero pomeriggio?!” chiese lei supplicante. “Hermione, tu non capisci, c’è la partita dei Cannoni oggi! Non posso stare a badare a Ellie mentre tu vai a fare spese con Ginny! Non è giusto!” piagnucolò lui cercando in qualche modo di impietosirla. Ovviamente non riuscì in alcun modo.
I tanto sospirati Missing moments della mia ff 'Solo un'occhiatina'!
Ellie è tornata.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Potremmo mandare un gufo»

Prologo: Questo capitolo è collegato al Capitolo 2. Qualcosa di Blu. E’ ambientato durante l’estate dopo il Settimo anno, intorno a metà Agosto. Hermione è incinta di poco più di tre mesi e lo sanno solo Harry e Ginny, che hanno già detto a tutti che si sarebbero sposati.

Dopo che Ron ha chiesto ai suoi genitori l’anello per Hermione, non si è più parlato del loro matrimonio, ma ovviamente Molly e Arthur sanno che anche loro hanno intenzione di sposarsi, pur avendo mantenuto il segreto con gli altri figli. 

Buona lettura :D

 

 

 

SUO MISSING MOMENTS

9.  M come…

 

 

 

 

A Ron uscire di domenica non era mai piaciuto.

La domenica era fatta per riposarsi, no? E il movimento, l’atto di camminare, di partecipare a discussioni forbite e di godersi il tramonto come un letterato alla ricerca di emozioni profonde non rappresentava per lui una forma di riposo, quindi uscire era fuori discussione.

Se uno si vuole riposare non si dovrebbe muovere, giusto? Giusto.

E, cosa ancora più importante, se uno si vuole riposare non dovrebbe andare a casa dei genitori della propria ragazza e dire qualcosa tipo ‘Hey, sapete, ho messo incinta vostra figlia, e fra un po’ me la sposo pure!’, giusto? Giusto.

E allora perché ora stava camminando – di domenica. Lui camminare di domenica, assurdo! – verso Casa Granger per dare la grande notizia a mammina e papino?

Non aveva senso.

Okay, nella sua vita di cose senza senso ce n’erano state non poche, ultima ma non ultima il fatto che dentro la pancia di quella che fino a qualche mese prima era stata la sua migliore amica, ora troneggiava un gamberetto che presto o tardi sarebbe uscito e avrebbe avuto i suoi geni, i suoi capelli e il suo cognome, ma uscire di domenica per andare a fare una cosa simile – no, proprio non aveva senso.

 

«Potremmo mandare un gufo»

 

«Non essere ridicolo, Ronald»

 

«…una Strillettera

 

«Pensi che urlarglielo contro tramite un pezzo di carta incantato possa essere meno traumatico?!»

 

«Meno rischioso per me di sicuro»

 

«Non esserne così sicuro»

Ron le rivolse un’occhiata in tralice, allarmato.

 

«Non voglio farlo, Hermione»

 

«Ron, rilassati»

 

«Come faccio a rilassarmi?!»

 

«Nello stesso modo in cui faccio io: pensa ad altro»

 

«Ma come faccio a pensare ad altro?!»

 

«Trova un modo!»

Ron sbuffò, mettendosi le mani in tasca cercando di camminare più lentamente possibile.

«Faremo notte se non ti dai una mossa» grugnì lei, passandosi una mano tra i capelli crespi.

Lui le rivolse uno sguardo fintamente innocente.

 

«A cosa ti riferisci? Io cammino sempre così!»

L’espressione che lei aveva sul suo viso quando si girò a guardarlo lo spaventò.

«Okay, mi muovo»

Rimasero in silenzio per qualche attimo, ognuno perso nei propri pensieri osservando distrattamente il paesaggio che si stagliava intorno al viale che conduceva a Casa Granger.

Quando Ron scorse la villetta emise un gemito indistinto esternante puro terrore.

 

«Avanti, calmati» tentò Hermione con poca convinzione. «Sono sicura che la prenderanno bene»

Non era vero.

Ron lo capì da come lei non lo guardasse negli occhi, perché Hermione quando diceva la verità guardava sempre in faccia le persone con cui parlava.

Prese un respiro e suo malgrado annuì, facendo finta di crederci.

 

«Certo» in fondo cosa c’era di meglio di avere la propria unica figlia ingravidata da un morto di fame prima dei vent’anni? Niente.

Una madre non desidera altro per la sua bambina.

 

Stupido idiota.  

Ron era convinto che il padre di Hermione lo avesse sempre odiato.

Chissà perché poi. 

Perché lui e non Harry.

Forse Harry era meglio di lui? Era talmente evidente che persino un Babbano se n’era accorto?

Harry era sicuramente più affascinante di lui, ma non credeva che il Signor Granger badasse poi così tanto a quest’aspetto.

Era più ricco, senza dubbio, ma era pure un orfano.

 

Non siamo mica nell’Ottocento, che vuoi che gliene freghi del fatto che non ha i genitori?

Ron fece un sospiro mesto, crucciato.

Il Signor Granger avrebbe sicuramente preferito Harry come genero, era chiaro.

Ma perché?!

I capelli, forse.

O la postura.

 

AH! Ron si mise dritto all’improvviso, i suoi occhi sgranati.

I denti!

Eppure non gli sembravano così brutti.

Si passò inconsciamente la lingua sui denti con un’espressione scimmiesca e grave sul volto coperto di efelidi, e grugnì quando incontrò un’irregolarità tra il canino e l’incisivo.

Morto di fame e pure con i denti storti.

Non meritava una ragazza come Hermione.

 

«Ron, che ti prende?»

Lui alzò lo sguardo ritrovandosi di fronte a Casa Granger senza essersi reso conto di esserci arrivato.

Hermione gli rivolse un’occhiata sinceramente apprensiva e gli prese timidamente la mano, stringendola forte tra le sue.

«Parlami»

 

«Cosa devo dirti?»

 

«Quello che stai pensando»

 

«Non sto pensando a niente, Hermione»

Gli piaceva dire il suo nome.

Gli sembrava come se fosse sua ed era una cosa che adorava.

 

«Non è vero. Quando non pensi a niente hai lo sguardo vacuo e la bocca aperta» precisò lei, avvicinandosi appena. «Dimmi che c’è»

Ron non voleva dirle quello che stava pensando.

 

«Non avevi fretta di andare dai tuoi? Beh, andiamo!» fece per camminare verso la porta, ma lei gli si parò davanti, insistente.

 

«Siamo in anticipo di dieci minuti» disse, scura in volto. «Ora, vuoi dirmi cosa ti succede di tua spontanea volontà o devo ricorrere alla Legilimanzia?»

Ron tremò.

 

«Non lo faresti»

Oh, sì che lo farebbe.

 

«Oh, sì che lo farei»

Ron si passò una mano tra i capelli.

 

«Non c’è niente va bene? E’ solo…-» si bloccò, mordendosi la lingua dal nervosismo. «-…i tuoi sanno almeno che stiamo insieme? Vuoi davvero dirgli tutto in una volta?»

 

«Hai forse intenzione di aspettare fino alla nascita della bambina, Ronald?! Poi come lo spiegheremo a mio padre?»

 

«E ora come lo spieghiamo a tuo padre?!»

Hermione batté un piede per terra, irritata.

 

«Sono sempre stata magra, Ron» borbottò a bassa voce, arrossendo appena. «Fra poco si comincerà a notare. E a dirla tutta penso che i miei genitori meritino un po’ di chiarezza dopo la magia, la guerra e tutto il resto»

Ron abbassò lo sguardo, senza trovare nulla da ribattere.

«Senti, andrà bene okay? L’hai visto anche tu il futuro, sopravvivrai ancora qualche anno almeno» sorrise all’occhiataccia che lui le rivolse.

 

«Proteggimi va bene?» le disse, timoroso.

Lei fece una risatina e gli schioccò un bacio sulla labbra, raggiungendo velocemente l’uscio di casa.

 

«Non ce ne sarà bisogno» e suonò il campanello, prima che lui fosse in grado di ribattere.

La porta si aprì quasi subito e la figura che comparve di fronte ai loro occhi valse da avvertimento di cosa avrebbero passato nelle prossime ore.

 

«Signora Weasley?!» la voce di Hermione suonò stridula, acuta, sorpresa.

Ron fece qualche passo indietro e lanciò un’occhiata stranita alla casa, come ad essere sicuro di non aver sbagliato abitazione.

Oh, sì, ce ne sarebbe stato bisogno.

 

«Siete arrivati finalmente! Jean cominciava a preoccuparsi!» fece una risata gioiosa e si spostò per farli entrare.

Ron e Hermione si guardarono per un attimo, poi avanzarono, allarmati.

 

«Che ci fai qui?!» brontolò lui rauco, tentando inutilmente di deglutire.

 

«Oh, una fortunata coincidenza!» Molly rise gioconda e Ron capì che in quello che stava succedendo non c’era niente di fortunato né tanto meno di coincidente.

La guardò sospettoso avanzare sicura verso il salotto della villetta, ancora ignaro di quello che sarebbe venuto di lì a poco. «Mi sono ricordata che una volta Hermione mi aveva detto che Jean amava i miei biscotti al cioccolato così gliene ho mandati un po’ e mi ha detto che sareste venuti a cena per “dire qualcosa di importante” – così eccoci qui!» rise di nuovo e loro non ne capirono il motivo.

 

«Cosa significa eccoci?! Tu e papà?» chiese, sconfortato.

Hermione si affrettò in salotto dietro la Signora Weasley e sbiancò di fronte alla massa rossa che si trovò di fronte.

Davanti ai suoi occhi, tutta la famiglia Weasley al completo compresi persino Percy, Charlie e una molto incinta Fleur.

 

«Che ci fate qui!?» gemette Ron sgranando gli occhi.

Fred e George lo affiancarono, maligni.

 

«Ma come Ronnie…-» iniziò Fred.

 

«…non ci vuoi?» terminò George.

 

«Lasciatelo stare» borbottò Ginny liberando Ron dalla morsa gemellare dei due.

Lui si guardò intorno spaesato e fece appena in tempo a vedere Hermione imprigionata dai saluti calorosi dei suoi genitori e di Harry prima che sua sorella gli si parasse davanti, una volta avendolo trascinato in un angolo.

 

«Che sta succedendo?! Che sta succedendo?! Perché siete qui?» squittì Ron isterico.

Ginny lo prese per le spalle, imponendogli di guardarla in faccia.

 

«Calmo Ronald» disse, pratica. «Nostra madre è diabolica»

 

«E come faccio a stare calmo allora?!»

 

«Fai come fa Hermione: pensa ad altro» Ron le lanciò un’occhiata colma d’odio che lei ignorò.

 

«Perché siete qui?! Perché tutti?»

 

«Quando la mamma di Hermione le ha detto che c’era qualcosa di importante che dovevate dire ha subito pensato alla parola che inizia con M…»

Ron le lanciò un’occhiata vacua, perso nella disperazione.

 

«Che parola?»

 

«Quella che inizia per M, Ron!» insistette lei.

 

«M…utuo

 

«Matrimonio, imbecille!»

 

«Oh» sul volto di Ron si disegnò un’espressione talmente sperduta che sembrava essere stato Confuso appena qualche minuto prima.

 

«Allora?»

 

«Allora che?»

 

«E’ quello che dovete dire ai genitori di Hermione?»

Ron boccheggiò per un secondo, dimentico di qualsiasi nozione basilare appresa nel corso degli anni.

Respirare, chiudere la bocca, pensare, tutto talmente difficile da risultare impraticabile al momento.

 

«…A-anche»

Ginny sgranò gli occhi, allarmata.

 

«Non dirmi che siete venuti per dire ai Signori Granger quello che io penso ora tu pensi di essere venuto a dire!»

Ron non capì, ma annuì lo stesso.

«Oh, merda!» imprecò lei con una vocina così acuta da risultare quasi impercettibile.

Dalla sua reazione appassionata, lui dedusse che annuire doveva essere stata la scelta più esauriente che potesse fare.

«Mamma ne morirà! Era venuta per dire al momento giusto quello che voi avreste dovuto dire, non certo per venire a sapere di diventare nonna!»

 

«Beh, fra un po’ sarebbe stata nonna comunque, non ti pare? Fleur è un pallone»

 

«Non è questo il punto, Bilius»

 

«Invece è proprio questo il punto, Molly»

 

«Non chiamarmi come nostra madre»

 

«E tu non chiamarmi come il nostro zio morto – il punto è…-» riprese lanciando sporadiche occhiate allarmate al salotto brulicante di teste rosse, «- che prima o poi lo sarebbero venuti a sapere comunque, non ti pare?»

 

«Certo, ma vuoi davvero farlo sapere a Fred e George così presto?»

Ron si passò una mano tra i capelli, prendendo a sudare freddo.

In realtà la sua intenzione era quella di far evitare abilmente a Hermione qualsiasi contatto con Fred e George finché la bambina non fosse nata, per poi fuggire subito dopo insieme alle sue due donne preferite il più lontano possibile, in un posto dove gufi, Strillettere, Passaporte e Metropolvere non potessero arrivare.

Solo in quel momento si rese conto che il suo piano non era poi così sensato come aveva creduto fino a quel momento.

«Non pensavi di dirglielo, vero?» concluse Ginny, guardandolo con sufficienza.

Lui fece una risatina, riscuotendosi un attimo.

 

«Non subito…» e per non subito Ron intendeva non nei prossimi venti o trent’anni.

Ginny fece per dire qualcosa, ma la Signora Granger le arrivò alle spalle, facendoli sobbalzare.

 

«E’ pronto il pranzo, avete fame?» chiese, sorridente. «Ron, caro sei cresciuto così tanto dall’ultima volta che ti ho visto!» lo prese sottobraccio e lo trascinò quasi di forza nella sala da pranzo insieme a lei, mentre Ginny si univa a Harry per aggiornarlo sugli ultimi risvolti.

 

«A-ah? Non saprei» rispose, laconico.

Lei annuì con la testa riccioluta sorridendogli apertamente.

 

«Voi ragazzi crescete così in fretta, non è vero Molly?» chiese, approfittando del fatto che in quel momento la madre di lui le stesse passando accanto arpionata all’avambraccio di Hermione.

La Signora Weasley annuì, con gli occhi già lucidi.

 

«Il mio bambino…» squittì, mettendosi una mano sul petto.

 

«Mamma ti prego» borbottò Ron a disagio, mentre la Signora Granger gli indicava il posto tra suo marito e Hermione per farlo sedere.

 

«Non ci posso fare niente, Ronald» disse, stizzita. «Non è colpa mia se sono una persona sensibile»

 

«Vieni a sederti cara, va tutto bene…» s’intromise il Signor Weasley portando via sua moglie e liberando momentaneamente Ron e Hermione dall’onere.

I due si scambiarono un’occhiata tesa, poi si accomodarono ben attenti a non sfiorarsi sotto l’occhio vigile di papà Granger.

 

«Prima di tutto, Hermione, lascia che ti faccia i complimenti per la tua casa» disse Percy, seduto di fronte a loro, «I capitelli corinzi all’entrata sono un tocco di classe» lei lo guardò smarrita, già troppo in difficoltà a gestire quella situazione così grottesca per pensare anche ai capitelli.

 

«Gr-grazie Percy – i capitelli sono stati un’idea della mamma»

 

«Un particolare di gran gusto, senza dubbio»

 

«Sì, e tu sei un particolare di gran noia, Perce. Dacci un taglio» apostrofò Fred seduto alla sua destra.

 

«Con tutte le cose che ci sono da discutere…» spalleggiò George seduto alla sua sinistra. 

 

«…le novità…» continuò Fred.

 

«…e le cose importanti…» disse George guardando ridente Ron.

 

«Smettetela voi due» li rimproverò Molly aiutando la Signora Granger a mettere in tavola le pietanze.

 

«Di fare cosa, mammina?»

 

«Noi siamo solo curiosi di sapere quali sono queste cose importanti di cui parlare» mormorò Fred cercando insistentemente con lo sguardo la mano sinistra di Hermione abilmente nascosta sotto il tavolo.

 

«E fra un po’ le saprete! Non è vero Ron, caro?» Molly gli mise davanti un piatto di sformato, guardandolo raggiante.

Lui annuì, teso e lei e la Signora Granger si scambiarono uno sguardo eccitato già pronte a misurare la lunghezza dello strascico che Hermione avrebbe avuto.

«E allora forza!»

 

«Forza cosa?» chiese Ron, guardando spaventato Hermione.

La Signora Weasley fece un piccolo sbuffo permettendo a Fleur di toglierle dalle mani il tegame per anticipare il suo turno di essere servita, insieme alla sua affamata progenie risiedente ancora nel suo ventre.

 

«Forza! Ditelo! Jean e io non ce la facciamo più ad aspettare»

 

«Ad aspettare cosa?» chiese il Signor Granger, improvvisamente attento.

Ron lo guardò per un attimo e si spostò impercettibilmente verso Hermione, allarmato.

 

«Un attimo Hugo, falli parlare» lo zittì la Signora Granger palpitante.

 

«Quindi volete saperlo ora…proprio ora?» chiese Hermione titubante.

 

«Sapere cosa?» chiese il Signor Granger, mettendosi dritto.

 

«Madame Granjer, cette stufatò c’est magnifique!»

 

«Grazie cara, se vuoi ti do la ricetta»

 

«Jean che dobbiamo sapere?»

 

«Hugo, zitto e ascolta. Hermione tesoro, dite» la Signora Granger si adagiò al suo posto guardandoli trepidante, subito raggiunta dalla Signora Weasley.

 

«Ehm. Okay. Beh, sapete…è successo che…» lanciò un’occhiata a Ron in cerca di aiuto e lui sembrò riscuotersi.

 

«E’ successo che…» boccheggiò, poi prese la mano sinistra di Hermione e la rese visibile a tutta la tavolata. «…così…ora lo sapete»

Ci fu un attimo di silenzio, interrotto solo dal masticare incessante di Fleur che poco prima della grande notizia aveva ingurgitato un grosso pezzo di crosticina.

 

«AAW. Ronninopiccino si sposa!» esordì Fred dando una poderosa pacca sulla schiena a Percy che stava bevendo un bicchiere d’acqua.

Molly emise un suono gutturale molto acuto e si strinse alla madre di Hermione, altrettanto commossa. 

 

«Il mio bambino!»

 

«Ma-mamma contieniti» bisbigliò Ginny poco lontana da lei.

Il Signor Granger guardò Ron come se fosse diventato verde tutto d’un colpo.

 

«E da quando stavate insieme voi due?!»

 

«Non essere sciocco Hugo, era così lampante…»

 

«Io non sono sciocco Jean, è solo che…-»

 

«Ci sarebbe anche un’altra cosa» disse Hermione all’improvviso, arrossendo sotto lo sguardo orripilato che Ron le rivolse.

Ginny strinse talmente forte la mano di Harry che lui dovette sforzarsi per non mettersi a urlare.

 

«Cosa, tesoro? Hai già in mente un luogo adatto per la cerimonia?»

 

«Jean, io non posso credere che tu…-»

 

«Oh, ma i ragazzi si sposeranno sicuramente alla Tana, tutti i miei figlioli si sposano lì»

 

«Molto suggestivo» commentò la Signora Granger impressionata.

 

«Jean torna in te! Io non so davvero come tu…-»

 

«Dicevo» disse Hermione ad alta voce, interrompendo gli sproloqui di suo padre. «Ci sarebbe anche un’altra cosa»

 

«Il vestito? Le bomboniere?»

 

«I paggetti? Le fedi? Le damigelle?» rifece il verso George, guadagnandosi un’occhiataccia di Percy.

 

«Per favore!» gracchiò Ron, isterico.

La sala piombò di nuovo nel silenzio e questa volta anche Fleur aveva smesso di masticare.

 

«Grazie Ronald» mormorò Hermione, tesa. «…dal momento che Ron ha detto del matrimonio…credo che sia giusto per me che io dica…» prese un respiro e strinse forte la mano di lui. «…sono incinta»

 

Una macchina sgommò alla fine del viale;

un pettirosso cinguettò fuori dalla finestra.

Grattastinchi fece la pipì sulle scarpe di Ron.

 

«In che senso?» chiese la Signora Weasley sbattendo ripetutamente le palpebre.

Ron e Hermione si guardarono, confusi.

 

«In quale altro senso può essere interpretato?!» chiese Ron, nervoso.

Hermione rivolse un’occhiata ai suoi genitori, e corrucciò lo sguardo notando la posa plastica assunta da suo padre.

 

«Papà?» tentò, sporgendosi verso di lui. «Va tutto bene?» gli poggiò la mano sinistra sul ginocchio e il labbro inferiore della Signora Weasley tremò pericolosamente.

 

«Questa proprio non me la dovevi fare, Ronald» balbettò gracchiante appoggiandosi al tavolo. «Un altro nipote! Un altro!»

 

«Così la smetterà di chiederlo a me, grazie fratello!» disse Charlie pimpante.

La Signora Weasley ridusse gli occhi a due fessure e gli rivolse un’occhiata furente, ma non disse nulla.

 

«Tesoro, sono sicuro che sarai un’ottima nonna…» tentò Arthur, abbandonando lo sformato ormai freddo.

 

«Certo che lo sarò! Ma non è questo il punto» sbraitò agitandosi sul posto. «Ron non sa neanche rifarsi il letto da solo, come può badare a un bambino!»

 

«Io mi so rifare il letto da solo» borbottò Ron, piccato.

 

«Letto a parte, non avete soldi e non avete un lavoro! E siete così giovani…» la Signora Granger guardò suo figlia come se fosse diventata una donna tutta d’un colpo.

 

«Beh, ci sono sempre i soldi del Ministero» azzardò Harry, rimasto in silenzio fino a quel momento. «Il risarcimento per chi ha combattuto in guerra, Ron e Hermione hanno una piccola fortuna depositata alla Gringott»

 

«Questo non li rende certo pronti a fare i genitori!» obiettò la Signora Weasley.

 

«Ma è un aiuto per iniziare» mormorò Ginny, quasi avendo paura a parlare.   

 

«…E poi ho cambiato io pannolini a Ginny anche quando li avevo ancora io, i pannolini. So rifarmi il letto e…e sarò bravo. So che sarò bravo» Ron abbassò lo sguardo arrossendo violentemente e Hermione lo guardò con talmente tanta dolcezza che i loro genitori si sentirono in imbarazzo a starli a guardare. 

 

«Io non capisco cosa scè di male» obiettò Fleur tentando di raggiungere dei grissini al centro della tavola. «Billì e moi sci siamo sposati que io avevo vent ans. Hermionì avrà dix-neuf ans fra un mesetto, non scè molta differensà – e poi finalmonte non sarò più l’unica mongolfierà de Maison Weasley»

Hermione non sapeva se prenderlo come un aiuto o un’offesa, ma annuì comunque, partecipe.

Si guardò intorno e notò con sollievo che Ginny e Harry stavano rassicurando la Signora Granger e la Signora Weasley e che a poco a poco tutti stavano tornando a parlare tra di loro, chi di capitelli corinzi, chi di pannolini, chi di grissini al rosmarino.

 

«Hai visto Fred?» disse a un certo punto George.

 

«Incredibile, George» convenne subito Fred.

 

«E noi che pensavamo che Ronninopiccino fosse un verginello»

 

«Anche i miracoli esistono»

L’occhiata glaciale che il Signor Granger rivolse loro li zittì per il resto della serata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Colpo di scena!

Ah-ah! So che non ve lo aspettavate e invece eccolo! xD

Spero di avervi fatto sorpresa gradita :D

Questo pomeriggio avevo intenzione di finire a scrivere l’altra ficSteamy Amortentia – ma non mi sentivo ispirata, così ho ripreso uno dei Missing Moments di SUO smezzati e ci ho lavorato su: ecco cosa è venuto fuori! C;

Questa è la prova che non ho la minima intenzione di abbandonare le vecchie fic non terminate, fidatevi, non rimarrete delusi!

Ringrazio infinitamente Nonna Giuly Weasley, evanescense88, Elly, Topomouse, makea_rakastaa, redRon, Nonna Minerva, SiJay, Pinkstone, mem, Silvia91, light lily, Padfoot, Evan88, Hermionina, blacksmile, PazzaWendy, Sandy85, Ginny_Potter, Chloe88, Saty, Zia Funkia, Aleberyl90, fiamma90, Herm Sil e veve_tonks per aver commentato lo scorso capitolo – che, per la miseria, risale a ottobre 2006 °_°! Faccio schifo. xD

Beh, che altro dire, spero che questo nuovo missing vi sia piaciuto e se vorreste leggerne alcuni in particolare, anche dedicati ai personaggi della New Generation mia personale, non fatevi scrupoli e chiedete :D

A presto C:

Baciottosss <3

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: CottonBatu