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Autore: Voldemortslostnose    24/03/2016    0 recensioni
In cui Will è cieco e Nico non è quel tipo di ragazzo.
Post "The Heroes Of Olympus"
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Leo/Calipso, Nico di Angelo, Nico/Will, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I.
 
Leviamo gli ormeggi per il (secondo) posto più pericoloso al mondo

Mai che la vita da semidei sia facile. Di certo quando ho scoperto di essere una di loro non mi aspettavo cene di gala ed allegre gite in Ferrari, ma dannarci per ore solo per capire quale potrebbe essere un adeguato punto di partenza per la missione è snervante, soprattutto ora che la sorella di Nico, Hazel Levesque, ha dichiarato off-limits la Cabina XIII ed ogni altro posto pullula di semidei rumorosi, così dobbiamo lavorare ai tavoli della mensa e sono costretta a guardarmi in giro ogni due secondi per evitare qualunque tentativo di vendetta da parte degli Stoll.
"Non può essersi nascosto di nuovo a Delo" borbotta Leo per quella che deve essere la trecentesima volta in dieci minuti. Di Angelo alza gli occhi al cielo. Se si aspetta un aiuto dagli Eterni, temo rimarrà deluso. "A meno che tu non costruisca un aggeggio che possa rintracciare divinità in pericolo, temo che dovremmo affidarci completamente al caso." dico. "Credimi, se fosse stato riconosciuto prima ed in grado di costruirlo, forse mia sorella non sarebbe morta inutilmente." replica Nico, la voce che si incrina a metà frase. "Calipso!" esclama Leo all'improvviso, dandosi una manata in fronte. "Che c'è? Ti sei ricordato di essere fidanzato?" chiedo sorridendo. Lui arrossisce, balbettando qualcosa di inintelligibile e rischia di far prendere fuoco al tavolo.
"Ehi, grand'uomo, calma i bollenti spiriti!" La voce divertita della ninfa, nonché la sua vista, immagino, lo fa, se possibile, arrossire ancora di più. "Forse Leo suggeriva di chiederle se sa qualcosa della ninfa scomparsa" ipotizza Di Angelo, che sembra aver recuperato il controllo. Leo gli lancia uno sguardo grato, prima di tossire un paio di volte, tentare di ricomporsi e mormorare, infine, un "Ecco, esatto".
Calipso si siede con noi, lancia uno sguardo critico al foglio A3 dove fanno bella mostra di sé le nostre (poche) idee, che più che un piano d'azione ricordano dei versicoli ungarettiani, e racconta di una Limnìade che le sue sorelle hanno visto scomparire in compagnia di quello che sembrava un ragazzo umano pochi giorni fa. Ora, il fatto che la fanciulla protegga un lago che si trova nelle Antiche Terre è strano. Che ci venga chiesto di rifare il viaggio compiuto dall'Argo II in appena cinque giorni-pardon, quattro, dato che oggi lo do direttamente per perso-fino, ripeto, alle Antiche Terre, dove, mi viene ripetuto fin dal primo giorno passato al Campo, per i semidei è estremamente pericoloso andare, è ancora più strano-evidentemente, Apollo deve aver pensato che nascondersi negli States fosse troppo mainstream. Ma che la ninfa protegga uno dei laghi più inquinati che ancora si possono trovare in quel del Bel Paese mi sembra inconcepibile.

Mi assumo l'incarico di comunicare l'informazione a Chirone, ma appena mi alzo sento Nico letteralmente ringhiare dietro di me. Mi giro, presagendo guai, e vedo Leo scrutare preoccupato Drew Tanaka e il suo sguardo malizioso. La figlia di Afrodite, decisamente tra le persone che preferisco di meno, è abbarbicata al torace di Will come una cozza allo scoglio, cosa che Di Angelo non sembra gradire per nulla. Calipso posa una mano sul braccio di Nico, come per impedirgli di fare azioni sconsiderate, ma lui si scansa e gira sui tacchi, prima di inerpicarsi su per la collina diretto alla Casa Grande. Con mia sorpresa, però, Will si accorge di quello che è successo, si libera con uno strattone dalla presa di Drew e, incespicando, tenta di raggiungere Nico. Peccato non ci veda, perché la scena sarebbe stata piuttosto commuovente-per non parlare dell'esilarante espressione scandalizzata di Drew-se solo Will non fosse caduto per terra. Nico si gira di scatto, e va verso Will, per poi aiutarlo a rialzarsi. Drew fa un sorrisetto, e Nico lascia andare il braccio di Will come se scottasse.
Sinceramente a quest'ora avrei già strangolato Tanaka. Peccato che abbia ancora un briciolo di pietà, e mi limiti ad aprire un cratere sotto di lei, che le insudicia le scarpe di marca-non so quale, e temo che ricoperte di fango non lo saprà più neanche lei- facendola saltare in aria come una molla, lanciarmi un'occhiata omicida che non mi fa paura nemmeno per un secondo, ed allontanarsi infuriata. E così, questo porta a quota tre le persone dalle quali so di dovermi aspettare qualche brutto scherzo. A volte penso che se non ci avesse già pensato mia madre a maledirmi, facendomi fare appena nata un bel tuffo nello Stige, una qualche divinità non meglio identificata mi deve aver lanciato un'anatema che mi impedisce di non farmi nemici ovunque. Ebbene, vi posso garantire che la maledizione di Achille non è affatto una bella cosa. "Ma come?"-sorgerà, spontanea, la domanda-"Insomma, a meno che i tuoi nemici non scoprano da dove ti hanno tenuto per immergerti, sei praticamente invincibile!", direte voi, ma il punto è che da dove mi abbia tenuto non lo so nemmeno io. Inoltre, essere l'unica figlia di Thanatos ha portato diffidenza nei miei confronti da parte di chi, invece, avendo più fratelli e sorelle, può essere certo di venire riconosciuto come semidio, quasi come se i loro genitori divini fossero più "autentici" del mio-e, a quanto ne so, sono l'unica ad essere trattata così. Ma venire, in un certo senso, giudicata per questo motivo mi sembra sempre meglio di attirare le malelingue per il colore della mia pelle. L'unica altra semidea con la pelle scura che conosco è Hazel Levesque, ma sono sicura che Di Angelo fa troppa paura a tutti i semidei del campo-beh, in effetti a quasi tutti: Jason Grace ha avuto l'ardire di scompigliargli i capelli l'altro giorno, ed essere finito in infermeria con il polso slogato non è sembrato dar adito ad alcuna modifica del suo atteggiamento nei confronti di Nico-perché possano tentare di mancarle di rispetto in alcun modo. Ma, in fondo, non c'è da stupirsi che io sia l'unica figlia di Thanatos: ce lo vedete, voi, un uomo tentare un approccio con la donna che gli piace dicendole di essere letteralmente un dio, e alla legittima domanda: "Il dio di che cosa?" risponderle "Il dio della morte"? Beh, non credo che biasimerei la malcapitata se decidesse di scappare.

Mi incammino per la seconda volta verso la collina, ma di nuovo qualcosa mi interrompe. Di Angelo si è allontanato insieme a Will, ma il biondo l'ha afferrato, a tentoni, per le spalle e gli sta dicendo qualcosa, facendo un evidente sforzo per non urlare. Le uniche parole che riesco a sentire sono "viaggiare nell'ombra", "pericoloso" e "no", quest'ultima ripetuta più e più volte.
Mi giro verso Leo, che scuote la testa esasperato, prima di afferrare il foglio dove ha detto di aver trascritto la storia raccontataci dalla ninfa-anche se sospetto abbia steso il progetto di qualcosa di indefinito e sicuramente esplosivo-, scoccare un bacio sulla guancia a Calipso ed arrancare su per la collina nella mia direzione. Arrivati alla Casa Grande, informiamo Chirone e gli chiediamo il permesso di lasciare il Campo viaggiando nell'ombra-Di Angelo era già sicuro che avremmo utilizzato quel tipo di viaggio, e il tentativo di Will di proibirglielo non avrà sicuramente sortito effetto alcuno se non quello di confermare la sua determinazione ad usare quel potere. Chirone sospira, e guarda fuori dalla finestra, mentre la sua espressione si fa sempre più allarmata. Do un'occhiata fuori e vedo Di Angelo camminare velocemente verso la Casa Grande, con uno sguardo infuriato che mi fa immediatamente rimpiangere di non essere rimasta nei paraggi poco fa. Prima che possa muovere un solo passo, Nico spalanca la porta ed annuncia che partiremo oggi pomeriggio, in un tono che più di una affermazione fa sembrare la sua frase una condanna a morte. E non mi stupirei più di tanto se lo fosse.

A pranzo non si sente volare una mosca. Cosa alquanto strana per una ottantina di semidei iperattivi, ma poco fa Chirone ha annunciato a tutti che l'esito della nostra missione potrebbe determinare lo scatenarsi di una guerra, quindi dovranno tenersi pronti a linciarci combattere. Giusto per non metterci pressione, eh. Leo ha avvolto un braccio attorno alle spalle di Calipso, che è seduta al tavolo di Efesto e si tortura le mani, nervosa. Posso capirla: è abituata a veder partire senza di lei i semidei di cui si innamora, che poi vanno tutti incontro ad un destino crudele, e Leo, l'unico che si sia mai ricordato veramente di lei, sta per partire di nuovo per una missione pericolosa, che potrebbe anche finire in tragedia, dato che Zeus potrebbe pensare che stiamo supportando Apollo ed incenerirci con la Folgore senza neanche un misero avvertimento. Cosa avevo detto a proposito delle cene di gala?
Io non ero presente al tempo dell'arrivo di Leo e Calipso in groppa a Festus, il drago meccanico-che vorrei vedere almeno una volta: chissà se i semidei hanno qualcosa di simile ad un Pensatoio? O se, sicuramente meno improbabile come possibilità, qualcuno ha scattato una foto?-, ma so che da allora Calipso ha trovato una vera casa. Gli amici di Leo, i temibili sette della profezia-anche se, personalmente, scenderei in campo contro ciascuno di loro mille volte pur di non dover affrontare in un combattimento la ragazza romana che viene al campo ogni tanto, che credo si chiami Reyna-hanno praticamente adottato la figlia di Atlante, ed avere una famiglia dopo aver trascorso centinaia di anni in solitudine quasi completa deve essere stato molto bello per lei.
Verso le tre siamo nell'Arena, pronti a partire. Calipso si avvicina a Leo, lo guarda negli occhi e gli sussurra di tornare tutto intero e non dare fuoco a niente, per poi indietreggiare verso gli spalti. "Ehi, raggio di sole, non mi dai nemmeno un bacio come incoraggiamento?" chiede Leo divertito quando Calipso si allontana. Lei gli lancia un'occhiataccia, ma dopo un secondo si stanno baciando, mentre io faccio vagare lo sguardo altrove e vengo incuriosita dai goffi tentativi di Will di scendere nell'arena. Di Angelo, accanto a me, arrossisce furiosamente prima di farsi strada verso gli spalti e sussurrare qualcosa a Will, che si ferma e gli prende le mani, causandogli un rossore ancora più esteso (forse farei bene a prendere un estintore, non vorrei che prendesse fuoco) e gli sussurra qualcosa in risposta. Di Angelo, inspiegabilmente, ride. Il calore deve avergli dato alla testa, evidentemente.
Mi schiarisco la gola, sentendomi molto Umbridge alle prese con i suoi Decreti Didattici, e Di Angelo e Leo ritornano accanto a me. Chirone si porta tre dita al petto e poi le alza verso di noi, seguito dagli altri semidei presenti. Come vorrei che il saluto del Distretto Dodici non fosse così simile a questo.
Poi, improvvisamente, sento Di Angelo afferrarmi il polso e tutto si fa buio. È la seconda volta che viaggio nell'ombra, la prima è stata solo ieri da Seattle al Campo e non vorrei fare la melodrammatica ma due viaggi in due giorni per me sono anche troppi. C'è solo da sperare che non provochino cose simili al jet-lag, altrimenti addio missione. Ora, forse il fatto che parli italiano-e che capisca che in questo momento Di Angelo sta mormorando "stupido" come se fosse una litania, cortese appellativo che immagino si riferisca a Will-forse potrebbe mandare leggermente in confusione, ma ho scoperto solo l'estate scorsa di essere stata adottata perché dopo la morte di mia madre quando io avevo un anno, è stata sua sorella, che al tempo viveva in Italia, a prendersi cura di me insieme a suo marito, ed è stata sempre lei a prendersi un mezzo infarto quando abbiamo scoperto l'identità di mio padre. Sono loro che ho chiamato genitori, e per quanto mi abbiano raccontato che mia madre fosse legata a me, non posso fare a meno di sentirmi abbandonata dalla persona che avrebbe dovuto, in teoria, crescermi. Ma, in effetti, dopo aver conosciuto i miei compagni di viaggio, credo di essere abbastanza fortunata.
La luce mi acceca, puntini colorati iniziano ad ondeggiarmi dietro le palpebre e mi accascio al suolo, senza alcuna voglia di muovermi. E in quanto figlia di Thanatos, sono stata informata di essere in grado io stessa di esercitare questo potere. How ironic.
Mi costringo lentamente ad alzarmi in piedi-non che sia molto diverso dagli sforzi che compio la mattina per uscire dal piumone-ed apro gli occhi. La prima cosa che vedo sono delle palme, quindi, a meno che non ci troviamo in Piazza di Spagna, penso che ci vorrà decisamente più di quanto preventivato per raggiungere la nostra meta.


Angolo autrice: Ringrazio LettriceSilenziosa27 ed OperaIncompiuta che hanno messo la storia tra le seguite. Avviso i miei (pochi) lettori che gli aggiornamenti, a causa di alcuni impegni (tra i quali la parola "scuola", traditrice infigarda, campeggia a lettere cubitali), potrebbero non essere completamente regolari e slittare di un giorno o due.
Mi scuso per l'inconveniente e spero che deciderete di seguire comunque la storia, ma non posso dire nulla in caso decideste di non farlo, perché è un vostro sacrosanto diritto.
   
 
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