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Autore: neracomelinferno    26/03/2016    0 recensioni
Eravamo separati dalla distanza ma uniti da un grande amore, ma qualcosa andò storto e ci dimenticammo l'uno dell'altro.
Genere: Dark, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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10 Luglio 2014.

Quando l' aereo atterrò, sentii un profondo silenzio intorno a me, nonostante il casino dei passeggeri che applaudivano al pilota. Sentivo i battiti del mio cuore causati dalla forte ansia, a momenti lo avrei visto con i miei occhi. Lui che da due mesi esatti era diventato l' unico pensiero, l'unica ragione per restare viva in questo schifo di vita. 
Prima di questo giorno, passavamo la notte a fare le videochiamate, sorridendo e parlando del giorno in cui ci saremo visti. Ed ecco qua, quel giorno tanto atteso. 
Ci misi una vita a recuperare la mia valigia e a scendere dall' aereo, salutata da una bellissima Hostess bionda vestita di blu.
L'aeroporto di Roma-Ciampino appariva lontano e sfocato a causa dei forti raggi del sole, che batteva sulla mia pelle chiara. Avrei dato il mondo per entrare dentro a stare sotto l'aria condizionata, mi sarei ammalata proprio durante i giorni che avrei dovuto passare insieme a lui, ma ne sarebbe valsa la pena. 
Entrai in aeroporto mordendo insistentemente la mia amata caramella al caramello, l'ansia faceva attorcigliare le mie viscere come vipere infuriate. Le scale mobili sembravano impiegare anni, e alla fine arrivai davanti alle porte scorrevoli che si aprivano alla sezione "Arrivi Nazionali" dell' aeroporto. 
Circa cento persone erano lì davanti ad aspettare i loro cari, ed io cercavo disperatamente lui, ma le lacrime di gioia iniziavano a scendere da sole e ad annebbiarmi la vista. 
Lo vidi.
Aveva lo sguardo basso, si mordeva un labbro e teneva in mano il cellulare, lo fissava insistentemente. Rimasi ferma finchè non alzò lo sguardo. Notai subito che appena i nostri occhi si incrociarono, anche i suoi si riempirono di lacrime. Un sorriso sincero si stampò sui suoi denti perfetti, e mi venne incontro lentamente. Dieci secondi dopo ero fra le sue braccia, stretta come non aveva mai fatto nessuno, con i singhiozzi soffocati dall' inspirare il suo profumo. Mi tenne stretta così per due minuti circa, e poi prese il mio viso umido fra le sue mani, e mi baciò. Fu il nostro primo bacio vero.

Andammo a casa sua in taxi. Viaggiammo presi per mano, lui con la testa sulla mia spalla, che ogni tanto sollevava per sorridere ancora e baciarmi.

 Abitava in una zona magnifica della città, da cui poteva essere ammirata una parte dell' Altare della Patria.
Viveva con suo padre e con la compagna di quest'ultimo, che mi accolsero in casa loro come se fossi stata una vecchia amica del loro ragazzo. Uscimmo subito di casa, e andammo a mangiare qualcosa in centro. Mi teneva stretta a lui, la mano sul mio fianco che ogni tanto, fra le sue risate, si spostava dietro di questo. Il suo sorriso era la luce, nonostante il tempo passò velocemente e ci trovammo già a parlare sotto le stelle.
Non sapevo nemmeno dove eravamo finiti, o almeno io non capivo.
Eravamo in un parco con un piccolo lago su cui le stelle si riflettevano, facendolo sembrare una lastra di vetro nero con sopra la polvere. Ci sdraiammo lì, a guardarle, ma lui si stancò subito e mi abbracciò forte, appoggiando la testa sul mio petto, in prossimità del mio cuore, che in quel momento batteva forte. 
"e ora chi ti lascia più?" mi disse, mentre stringeva la mia mano e con l'altra si avventurava fra i miei capelli. 
Una lacrima di gioia bagnò la mia guancia nel silenzio più totale, gli sorrisi, e lui baciò la mia guancia umida. "Don't you cry tonight.." "I still love you, baby" dissi, prima che potesse finire la frase. 
Le sue labbra si poggiarono delicatamente sulle mie, e il bacio non fu come gli altri. 
Fu qualcosa di passionale, lento e bramoso, che mi fece sentire sua ancor prima di accorgermi che lui era già sopra di me, con una mano infilata all' interno della maglietta. 
Mordeva le mie labbra come se fossero state l'unica fonte di nutrimento dopo giorni di digiuno, e si spostava a far lo stesso sul mio collo con fretta e furia, come se stesse attendendo di farlo da tanto tempo. I brividi correvano sulla mia pelle come le sue labbra sul mio collo. 

Fu intenso, lungo e passionale.
Desideravo di far l' amore con lui come non avevo mai desiderato nulla prima, e ora osservavo lui, stanco, che mi teneva stretta a lui mentre tornavamo a casa in macchina. Pensavo al contatto del suo corpo con il mio e sentivo ancora una piccola scossa percorrere ogni mio singolo capillare. Lo amavo, lo amavo davvero da morire. Alzai lo sguardo per baciarlo e le nostre labbra si sfiorarono, quando sentimmo i rumori delle macchine infuriarsi e poco dopo esserci guardati con aria interrogativa, sentimmo un forte colpo. Fu subito buio, e da quel buio io mi svegliai il 15 Settembre in ospedale, a Cagliari. Da quel giorno, ogni ricordo sembrava essere al buio.
   
 
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