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Autore: Dramione8000    27/03/2016    4 recensioni
Ciao a tutti! Eccomi finalmente tornata con la seconda parte della mia storia!
Draco è scappato coi Mangiamorte ed Hermione e Ron sono partiti con Harry alla ricerca degli Horcrux. Ma i due innamorati riusciranno a stare lontani l'uno dall'altra? Draco riuscirà a sopravvvivere tra tutti i Mangiamorte? Harry e Ron capiranno la tristezza della loro amica?
Tutto questo e molto altro in questa fantastica seconda parte
Genere: Fluff, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dramione-Amore nella Guerra'
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Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo capitolo!
Scusate, innanzitutto, se ho tardato di qualche giorno con l’avanzamento della storia, ma sono in vacanza (a casa mia... ma pur sempre in vacanza!) e ho approfittato dei primi giorni per riprendermi un po’ da tutto il grande stress delle settimane passate, non avete idea di quanti test o compiti avevo.
Comunque ora che sono bella fresca, non stressata (miracolo!!!), riposata e l’ispirazione si è fatta sentire ecco a voi l’ultimo capitolo ufficiale di questa seconda parte!
Ci vediamo in fondo<3
Buona lettura!<3

 
 
Dramione-Amore nella Guerra Parte 2
The Power Of Love
 

Quando i Ghermidori si assicurano che le manette magiche c’impediscano di scappare, iniziano a perquisirci. Prendono la Spada di Grifondoro dalla mano di Ron, una boccetta con la pozione Polisucco dalla tasca di Harry e, ovviamente, le nostre bacchette.
La mia borsetta, trasformata precedentemente in un galeone, non viene rubata.
Poi si affiancano ad ognuno di noi e ci smaterializziamo uno dopo l’altro.
Rimetto i piedi per terra e ci troviamo davanti ad un enorme cancello nero, la prima entrata di Malfoy Manor.
Mi perdo a fissare l’imponente edificio color ebano, tetro, spaventoso. Ogni centimetro sembra voler gridare “Qui vive il male!”.
Poi una figura scura e femminile si avvicina sempre di più a noi.
La riconosco anche se è ancora lontana e lancio un’occhiata Harry che tramuta il suo viso tumefatto in uno sguardo di puro odio.
Bellatrix Lestrange si appoggia al cancello di ferro scuro e ridacchia compiaciuta, lo stesso sguardo di quando ha assassinato Sirius Black.
Lei c’era quando abbiamo combattuto nell’Ufficio Mistero, non possiamo ingannarla come abbiamo fatto coi Ghermidori, ci conosce fin troppo bene.
Prima di farci scortare all’interno di Villa Malfoy, scoppiando in una lugubre risata urla: -Chiamate Draco!-


-Tesoro, sei sveglio?- chiede la voce di mia madre, sulla porta.
-Sì, mamma- le rispondo -Mi stavo solo rilassando un momento-
-Non c’è problema, caro, ma... è urgente che tu veda una cosa...- dice, la voce che tradisce una certa preoccupazione.
Mi alzo senza fare altre domande, ignorando il mal di testa che mi assilla quando sono in compagnia di Voldemort, e la seguo.
Vengo portato nell’ultimo piano della casa, l’unico in cui da piccolo non sono mai potuto salire. Non che non ci abbia mai provato, ma dopo un paio di Cruciatus infieritimi dal mio adorabile padre ho deciso ch’era meglio lasciare stare.
Mia madre si guarda intorno prima di aprire con un colpo di bacchetta la porticina: -Vedo che avete preso le misure adeguate per tenermi alla larga- ghigno.
-Non essere sciocco, Draco. Le ho messe io qualche settimana fa. Tuo padre sapeva benissimo che punendoti alle sue indicibili maniere non avresti più provato a salire quassù, non c’era bisogno d’altre magie per fermarti- mi ammonisce -L’ultimo, tu, chiude la porta- aggiunge cominciando a salire gli stretti gradini blu oltremare.
La seguo velocemente e mi ritrovo nella stanza più bella della casa: le pareti sono scure come il pavimento e ci sono una miriade di oggetti stupendi. Sui muri appaiono a turno stelle verdi e c’è un odore fresco che aleggia nell’aria. Nella parete più lunga si trova un grandissimo arazzo e mia madre è ferma a fissarlo.
Mi avvicino a lei che comincia a spiegare: -È dall’anno scorso che la mia camera personale, dove tengo i ricordi della mia infanzia, adolescenza e famiglia, è stata “rimossa” per dare dimora al Signore Oscuro. Ne sono stata onorata certo, ma sentivo la mancanza di qualcosa di tutto mio, dove potevo scappare dal demone della Guerra. Così ho dato una risistemata alla soffitta che prima conteneva le armi da tortura, per questo non volevamo ci salissi. Ma poi esse sono tornate nelle prigioni e quindi ecco qui il tutto... Può sembrarti una cosa stupida, ma vedi quella? È la mia vecchia bacchetta, l’hai spezzata tu quando eri piccolo, volevi già imparare ad essere un vero mago! Erano ancora bei tempi quelli, tuo padre non era così... severo con me ma soprattutto con te... insomma eravamo ancora una famiglia, nel vero senso della parola. Pochi anni prima che tu cominciasti la scuola, lui è cambiato... povero il mio bambino avevi solo sette anni quando subisti il tuo primo Cruciatus... Non ho mai potuto fare nulla per fermarlo, puniva anche me; nonostante tutto io amo tuo padre, Draco, ma voglio che tu sappia che fra te e lui io non ho dubbi su chi scegliere- conclude abbracciandomi forte.
Rimango per un attimo sorpreso, ma poi mi sciolgo in un sorriso e ricambio l’abbraccio.
-Ti vorrei mostrare tutto, ma non abbiamo tempo. Ti ho chiesto di seguirmi qui per un altro motivo, l’arazzo magico di famiglia: vedi? Questi sono i genitori di Lucius, questi i tuoi nonni materni. Questo ricamo d’oro fra di loro indica l’unione e queste perpendicolari d’argento che scendono arrivando ai nomi delle mie sorelle e al mio fanno vedere le loro discendenti. Mia sorella Andromeda, e il resto della sua famiglia, è bruciata perché traditrice del suo sangue, anche se come vedi resta rappresentata sull’arazzo. Dal legame mio e di Lucius ci sei tu... unito a Hermione Jean Granger che adesso è la nuova Lady Malfoy- dice seguendo col dito il filo dorato che lega me e Hermione.
Arrossisco: -Merda... quindi se tu fossi venuta su qualche mese fa avresti scoperto lo stesso del nostro matrimonio?-
-Già-
-Oh... sei preoccupata che lo veda Lucius o Vol... il Signore Oscuro?-
-Sì esatto. Dobbiamo evitare che ti sposi con la Greengrass, questo legame non si può spezzare da un giorno all’altro e soprattutto non ce ne si può aggiungere uno. Se succedesse, oh figlio mio non sai cosa accadrebbe..-  esclama ma la interrompo.
Il mal di testa “magico” cessa di colpo.
-Mamma...-
-Tesoro stai bene?- chiede preoccupata.
-Sì, ma mi sento così solo quando... Hermione!- realizzo.
-Cosa c’entra lei?-
-È nelle vicinanze oppure..- spalanco gli occhi, terrorizzato.
Mia madre capisce al volo e mi prende le mani: -No Draco, tesoro, non l’hanno catturata, tranquillo... vieni scendiamo a prendere un tè- mi rassicura.
Fa in tempo a risigillare la porta che l’urlo di mio padre ci trapana le orecchie: -DRACO!-
Spaventati scendiamo insieme, lei parla per prima: -Cosa succede, Lucius?- chiede calma.
-Hanno trovato tre ragazzi... devi aiutarci a capire se uno di questi è Harry Potter, gli altri due sono i suoi amici, il Pezzente e la sudicia Mezzosangue- spiega.
Guardo, nel panico, mia madre che ha dipinta in faccia un’espressione di stupore. Fa la finta compiaciuta, ma so che è preoccupata per me.
-Ok, andiamo- dico infine schiarendomi la voce.
Lo seguiamo nell’atrio principale e troviamo i Ghermidori stesi a terra, mia zia Bellatrix che abbraccia una grande Spada con gli occhi fuori dalle orbite.
-Bella, cos’è successo?- chiede mia madre correndole accanto.
-Loro, loro, l’hanno rubata dalla mia camera alla Gringott!- urla isterica indicando Weasley, uno sgorbio che somiglia a Potter e poi... lei. Meravigliosa, nonostante i segni della sopravvivenza come l’eccessiva magrezza, i capelli sporchi e lo sguardo in bilico tra la disperazione più totale e la gioia di rivedermi.
Sappiamo entrambi che la cattura dello Sfregiato equivale alla nostra fine.
-Draco... vedi quello lì in mezzo? Devi riconoscere se si tratta di Harry Potter.. Draco se è lui, tutto sarà perdonato. E tu potrai stare con Astoria- sussurra appena mio padre dietro di me.
Cammino come un robot, costringendomi a non guardare Hermione, e m’inginocchio davanti al ragazzo coi capelli neri.
Il mio sguardo vaga su tutto il suo viso, rimasto più o meno anche se senza la cicatrice; il volto sembra il suo, nonostante qualche protuberanza in più. Poi mi concentro sugli occhi. Sembrano quasi implorarmi mentre realizzo che sono i suoi.
Mi concedo qualche secondo per decidere cosa fare: se ammetto che è Harry Potter, posso dire addio alla mia Mezzosangue; se però dico che non è lui, tutti sospetteranno di me e capiranno a breve da che parte sto.
E in ogni caso, quindi, devo dire addio a Hermione.
-Cosa lo ha ridotto così?- chiedo, sentendo che mio padre mi ha raggiunto.
Lui ride, sollevato: -È la stessa domanda che ci ponevamo noi! Quindi è lui, Draco?-
Rivolgo un’occhiata dispiaciuta ad Hermione: -Sì, padre, è Potter- rispondo.
-AH!- urla Bellatrix alzandosi in piedi -Chi gli ha fatto quella fattura? Chi non voleva lo riconoscessimo?- chiede puntando la bacchetta verso Weasley e mia moglie.
Loro non rispondono.
-Ohhh, quiindi non voleete parlare coon la vostraa amica Bellaaa, è cosìì?- aggiunge dando sfogo alla sua instabilità mentale.
-Benee... Narcissa, porta questi due giù nelle segrete insieme agli altri- dice indicando Potter e Weasley.
Mia madre si avvicina rivolgendomi un’occhiata preoccupata, poi afferra malamente i due ragazzi e sparisce dietro la porta.
Con uno scatto fulmineo mia zia inchioda Hermione al muro che comincia a mugolare spaventata.
-Che ne dici se facciamo due chiacchiere fra donne? Eh? Sporca feccia nata-Babbana? Non rispondi neanche tu? Vediamo se così ti viene voglia di aprire quella dannata bocca, Crucio!- urla.
Mio padre mi tira indietro, accanto a lui e la mamma ci raggiunge in tempo per vedere Hermione rigirarsi convulsamente a terra, lo sguardo contratto dal dolore, le mani strette al cuore. Dalla sua bocca però non esce alcun suono.
-Che c’è, sudicia ragazza? Vuoi fare la dura con me? Pensi di riuscire a resistere alla mia ira?- chiede, non soddisfatta, Bellatrix togliendo la bacchetta da Hermione.
Lei prende grosse boccate d’aria, il corpo ancora scosso da tremiti.
-Noi... non abbiamo rubato... nulla..- rantola mentre le lacrime le scendono copiosamente bagnandole tutto il viso.
-BUGIA! CRUCIO! CRUCIO!- la interrompe di nuovo quella malvagia donna che mi ritrovo come zia.
Questa volta, un grido viene strappato a Hermione, impreparata alla scarica di Cruciatus scagliatale contro.
Si morde velocemente il labbro inferiore per non urlare più, lasciandosi scappare qualche rantolio ogni tanto.
-Ecco, cagna, cosa si meritano le persone come te!- dice Bellatrix girandole intorno.
Se guardare la mia amata soffrire così, senza poter fare nulla, è straziante il mio cuore cede quando lei riesce ad incrociare il mio sguardo e mugolare un “aiuto” strozzato.
-SUDICIA MEZZOSANGUE! Come osi rivolgerti alla mia famiglia? Non sei ancora stanca? Il Cruciatus non va bene per le fecce come te, non le aiuta a confessare? Benee.. passiamo a qualcosa di meglio- dice di nuovo mia zia tirandole un calcio nelle costole per farla girare di schiena.
Poi si accovaccia su di lei immobilizzandole il braccio, tirando fuori un lungo pugnale d’argento: -Te lo chiedo per l’ultima volta, Mezzosangue, COME AVETE FATTO A PRENDERE LA SPADA DALLA MIA CAMERA BLINDATA ALLA GRINGOTT?!-
-No... noi.. non l’abbiamo rubata... non abbiamo preso nulla dalla.. dalla sua camera...- singhiozza Hermione.
-L’hai voluto tu, lurida nata-Babbana... schifosa creatura avrai ciò che ti meriti!- esclama Bellatrix puntellandole il viso col coltello.
Poi si china sul braccio sinistro, già marchiato a suo tempo da qualcosa di più profondo, e le incide molto lentamente la parola “mudblood”.
Le urla di Hermione invadono la stanza, sembrano trapassarmi l’anima.
Ma, come se non bastasse, Bellatrix decide di darle il colpo di grazia:
-Oh, piccola Mezzosangue, cos’abbiamo qui? È grande come cicatrice, non credi? Che dici se la tagliamo un po’?-
-No.. no, no, no, no, no.. quella no..- mormora Hermione, nel panico.
-Ahahah, non vuoi? Beh, si dà il caso che qui comandi io, feccia..- e detto questo, con un movimento deciso, le squarcia la pelle.
Hermione sviene sul colpo mentre un fumo azzurro-verdognolo esce dal punto in cui si trovava la cicatrice.
Finalmente contenta Bellatrix si alza, pulendo con un incantesimo la mano e il pugnale insanguinati.
-Portala nella prigione T16- dice rivolgendosi a sua sorella.
-No, non voglio toccare il suo sanguesporco. Draco, pensaci tu- mi ordina mia madre rivolgendomi uno sguardo d’intesa.
 
Mi sento in un universo parallelo: tutto intorno a me è blu cobalto, e un cerchio di luce verde chiaro mi circonda, sembra quasi contenere tutto il dolore che sto provando.
Poi una scia verdognola mi colpisce in piena fronte, sospendendo temporaneamente il male, donandomi immagini confuse.
Rivedo me stessa quando Draco si era tolto l’anello, il dolore pari ai Cruciatus di sua zia.
L’anello in quel momento lo aveva Bellatrix Lestrange...
L’attacco psicologico notturno, rivedo Draco diventare di ossa e sangue, il coltello che ferisce il mio braccio...
Pari al Sectum Sempra che Narcissa Malfoy mi aveva lanciato la mattina in cui ho perso la memoria.
...la scritta “mudblood” e la cicatrice aperta col coltello...
Ancora opera dell’assassina di Sirius Black...
Erano loro due, senza contare Voldemort, a partecipare all’attacco.
Realizzato questo, l’universo parallelo sembra distruggersi e ritorno a vedere sfocato, lo sguardo rivolto verso le grigie pareti di Malfoy Manor.
Tenere gli occhi aperti è così difficile... meglio lasciarli chiusi, forse eviterò altre torture.
Poi sento dei passi dietro di me.
Qualcuno fa passare le sue braccia sotto le ascelle e le gambe, prendendomi delicatamente in braccio, stringendomi piano a sé.
Appoggio la testa sul petto di colui che mi sta portando fuori da questa stanza e prendo, a mio rischio e pericolo, un grosso respiro.
Un odore fresco, quasi pungente, di menta e di mare invade i miei sensi, impossibile non riconoscerlo.
Spalanco gli occhi fino ad incontrare quelli preoccupati di Draco:
-A..more- mormoro, riuscendo appena a parlare.
-Hermione... aspetta non siamo al sicuro- dice mentre scende le scale di un inquietante sotterraneo.
Cammina per un corridoio quasi infinito e mi porta in una cella, nera e buia.
Sigilla la porta dietro di noi e fa apparire un letto, accendendo luci nascoste.
Mi adagia delicatamente sopra la branda e fa apparire pozioni d’ogni genere. Intento a medicarmi inizia a piangere: -Scusa, amore mio, scusa... non potevo proteggerti-
Non rispondo mordendomi il labbro, sanguinante dai morsi più forti in precedenza, cercando di non gemere dal dolore mentre applica chissà quale pozione per ricucire la mia cicatrice e la nuova scritta.
Guardo l’avambraccio dove sembra mi stia bollendo sopra qualcosa d’incandescente e vedo che le medicine non fanno altro che peggiorare il tutto.
Draco si affretta ad asciugare l’unguento e inizia a fasciarmi il braccio con molta cura.
Poi mi alza in posizione seduta e mi abbraccia fortissimo, disperato, mentre continua a scusarsi.
-Hermione non sai cos’avrei dato per poterti aiutare... mi bastava un solo incantesimo di disarmo, mia madre mi sarebbe stata accanto. Ma la guerra è ancora lunga, finché il Signore Oscuro non sarà morto non posso fare nulla per noi. Oh amore mio, mi dispiace... per tutto- dice.
-Non è colpa tua, Draco, davvero. Dobbiamo tenere segreto il nostro amore e sappiamo che questo fa parte del prezzo da pagare. Non puoi andare contro il destino, non puoi salvarmi sempre ed ovunque. Per me anche solo l’avermi medicata è già tanto. E, come hai detto tu, finché Voldemort è vivo io e te, come milioni di altre persone, non possiamo stare assieme. Per questo sopporto le torture di tua zia, le condizioni in cui sono sopravvissuta, il dolore delle perdite. Bisogna resistere. E vincere. Noi vinceremo, Draco- gli rispondo, scostandomi di quel poco per guardarlo negli occhi.
-Sì, noi vinceremo- ripete lui prima di baciarmi.
Ne vale la pena, davvero. Soffrire così tanto, ma poi ritrovarmi con lui.
-Come facciamo ad uscire di qui?- chiedo dopo un po’.
-Il problema è che non potete, solo noi Malfoy possiamo smaterializzarci... ma tu sei una Malfoy, sei pure sull’arazzo di famiglia!- esclama ridendo.
-Bene, allora basta che non dici ai tuoi amici che solo la nostra famiglia può andare e venire quando vuole ed è fatta. Dagli la mano, e potete scappare. Vieni, ti porto da loro- dice alzandosi in piedi, mentre mi offre la mano.
Gliela afferro e mentre mi attira lui ne approfitto per abbracciarlo.
-Siamo una famiglia...- dico affondando il volto nel suo collo.
Lo sento sorridere: -Sì... unita dall’amore- risponde dandomi un ultimo bacio.
Poi, a malincuore, ci separiamo.
-I tuoi amici si trovano nella prigione M23, devi camminare un bel po’, noi ci troviamo nell’ultima. Ora mi materializzo al piano superiore, quando scopriranno della tua fuga dirò che ti hanno liberata Potter e Company-spiega.
-Un ultima domanda, Draco...- dico prima che se ne vada.
Lui si ferma subito, facendomi proseguire.
-Chi c’è oltre ad Harry e Ron nell’M23?- chiedo.
Draco ghigna: -Lunatica Lovegood, un folletto della Gringott che mi pare si chiami Unci-Unci e il Signor Ollivander. A presto, amore mio- saluta prima di sparire.
Aspetto qualche secondo ed esco dalla prigione.
Corro per il lungo corridoio ma, circa a metà, mi scontro con Ron.
-Ron!-
-Hermione! Oh santo cielo, sei viva, stai bene!- esclama abbracciandomi, protettivo.
-Dove sono gli altri?- chiedo.
-Di sopra, stanno combattendo contro i Malfoy e la Lestrange, sono venuto a cercarti, Dobby riesce a smaterializzarci via da qui- risponde.
-Davvero? Ma come fa lui non è un Malfoy...- osservo sorpresa.
-Oh Hermione, anche a Hogwarts riescono a materializzarsi gli elfi, abbattono certe misure di sicurezza. In più non dimentichiamo che era il loro elfo domestico... Dai andiamo, parliamo dopo!- taglia corto lui trascinandomi con sé.
-Tieni, la bacchetta di Bellatrix; l’abbiamo disarmata, usala tu. Harry ha quella di Malfoy ed io...-
-RON, HERMIONE, VENITE PRESTO!- urla proprio Harry, probabilmente, sentendo le nostre voci.
Noi ci affrettiamo, quasi scavalcando gli ultimi scalini ed entriamo nella sala dove sono stata torturata, in cui Harry e Dobby stanno lottando contro Draco e la sua famiglia.
Ci affianchiamo tutti a Dobby ma, proprio prima di sparire, vediamo Bellatrix tirarci il suo pugnale d’argento.
Rimettiamo i piedi per terra e ci troviamo su una spiaggia bianchissima, anche se il mare è abbastanza in tempesta per via del vento forte.
Ron è poco distante da me e mi raggiunge subito.
-Oh Herm, credevo fossi morta; non puoi immaginare quanto sia stato brutto sentire le tue urla e non poter fare nulla... Hermione io...- dice lui, ma viene subito interrotto da un lamento di Harry, qualche metro più in là sulla sabbia.
-Hermione... aiutami- singhiozza, col corpo immobile e sanguinante di Dobby fra le braccia. Lì accanto il coltello della mia torturatrice, dell’assassina di Sirius e di questo povero elfo, uno dei nostri più cari amici.
Non c’è nulla da fare, Dobby è andato.
Piango, rifugiandomi fra le braccia grandi di Ron.
Lui mi stringe a sé ma è completamente destabilizzato per dire una qualsiasi parola di conforto.
Luna si avvicina piano a Harry, la stessa espressione sognante di sempre.
-Ecco guarda, così sembra stia dormendo- dice abbassando le palpebre a Dobby, una mano sulla spalla di Harry per confortarlo.
Lui le si appoggia addosso: -Voglio che abbia la sepoltura che merita- dichiara infine.
Così, passiamo il resto del pomeriggio a scavare la buca per Dobby, venendo raggiunti anche da Bill e Fleur.
Quest’ultima, mentre i ragazzi finiscono di seppellire l’elfo, porta me, Luna, Unci-Unci e il Signor Ollivander dentro la graziosa casa che finora è stata spettatrice di tutti gli avvenimenti.
 Fa sdraiare il vecchio venditore di bacchette sul divano e fa accomodare il folletto e Luna sulle poltrone; io prendo posto su una sedia e appoggio il braccio sinistro sul tavolo: -Fleur... mi hanno ferita, puoi curarmi?- le chiedo, mostrandole la benda zuppa di sangue.
Lei fa un verso, orripilata dalla vista malsana del mio arto, ma si ricompone subito e corre a prendere un piccolo baule di medicinali.
Mentre mi medica, le racconto cos’è successo.
Lei, come Draco, prova un unguento per ricucire i tagli ma appena si accorge degli effetti disastrosi chiama Bill.
Discutono un poco, poi lui sale al piano superiore e lei si siede davanti a me: -Senti, Hermione, le parole incise dalla Lestrange sono già chiuse e disinfettate... il problema è questo taglio grande, sembra come esserci una potente magia sopra. Ho mandato Bill a chiamare una nostra amica che lavora al San Mungo, lei saprà come fare... comprendici, non ti portiamo lì perché sarebbe troppo rischioso e...-
-Tranquilla, Fleur, non c’è problema. Basta che questa Guaritrice sia dei nostri- dico.
Aspettiamo qualche minuto prima di sentire il famigliare “Crac” della Materializzazione fuori dalla porta.
Bill scende in fretta e la accoglie; intanto ci raggiungono anche Harry e Ron.
Harry è troppo scosso dalla perdita di Dobby per dire qualcosa sullo stato in cui sono, mentre la faccia di Ron diventa livida di rabbia:
-Quella stronza! Io torno indietro e la uccido, te lo giuro, fosse l’ultima cosa che faccio! Gliela farò pagare, come ha potuto insultarti così? E la cicatrice... boh, ho deciso torno indietro ad ammazzarla- esclama lasciando perplessi la metà di noi (soprattutto la Guaritrice) ed incamminandosi verso la porta.
-Ron calmati- dice Bill mettendosi davanti a lui e poggiandogli una mano sulla spalla.
-Devi controllarti, controllare le tue emozioni...- tenta di nuovo prima di venire interrotto.
-La Lestrange non ha controllato le sue emozioni quando l’ha torturata!- urla Ron in risposta al fratello.
-Senti ho capito quanto tieni a lei, ma così non la aiuti, ok? Calmati. Harry ci pensi tu a lui? Io devo controllare Hermione insieme a Consolidates...- dice poi rivolto a Harry.
Lui si alza e scorta Ron sul divano. Per farlo sedere lo deve tirare giù per le braccia, perché lui sembra proprio voler rimanere impalato a guardare verso il tavolo.
Io gli sorrido cercando di rassicurarlo, ma poi torno a concentrarmi sulla Guaritrice che mi sta fissando con aria vagamente familiare.
Ispeziona per una decina di secondi la mia ferita, mentre Fleur le spiega tutto nel dettaglio, ma non dice nulla.
-Devo farle una sutura magica; un incantesimo molto potente respinge qualsiasi pozione. C’è una stanza dove posso restare sola con lei?- chiede infine.
Bill guarda scettico sua moglie e Ron grida un “NO” dal fondo della stanza.
-Sentite, la ragazza può morire dissanguata, è già tanto che sia ancora in piedi adesso. Mi avete fatta venire qui perché vi fidate, quindi fatemi fare il mio lavoro- dice la Guaritrice.
-Va bene, vi accompagno su- dice Fleur dopo essersi scambiata un'altra occhiata col marito.
Mentre saliamo i gradini per il piano superiore sentiamo Ron insultare suo fratello in tutti i modi possibili ed immaginabili per aver acconsentito a lasciarmi sola con una donna sconosciuta. Alla fine sentiamo la voce di Bill, stanca, mormorare un semplice Silencio e le lamentele di Ron si spengono.
Fleur ci fa accomodare in una stanzetta luminosa con le pareti azzurre e un grande letto a due piazze del medesimo colore; si guarda intorno e poi esce.
La Guaritrice mi fa sedere sul letto, afferra una sedia lì accanto e si mette davanti a me.
Mi guarda negli occhi per un attimo sorridendo e a poco a poco il suo volto si trasforma in quello di Draco.
-Dr...- sto per dire il suo nome ma lui mi mette una mano sulla bocca.
-È probabile che i Weasley saranno qui fuori a origliare, è strana come richiesta farti una sutura lontano dai loro occhi monitoranti- spiega.
Annuisco col capo e lui leva la mano lasciandomi parlare.
-Come mai sei qui?- gli chiedo a bassa voce.
-Quello stupido di un Weasley, mi ha travolto con uno Stupeficium appena mi sono materializzato nel salone, stava venendo a cercarti. L’ho lasciato fare, faceva parte del piano, ma mia madre ha insistito nel farmi andare al San Mungo. Mentre ero lì questa Consolidates ha smesso urgentemente di controllare come stavo per rispondere ad un Patronus fuori dalla porta. Come potevo non origliare? Quando ho sentito che parlava di te ho aspettato che rientrasse, l’ho fatta svenire e mi sono trasfigurato in lei. Poi sono venuto qui- spiega.
-Tu sai eseguire la trasfigurazione umana? Su te stesso per di più?- chiedo sempre più basita.
-Sì, mia Mezzosangue, qualcosa di buono dai miei genitori lo imparo- risponde lui.
-Cosa pensi di fare qui Draco?- domando, il tono calato di un’ottava a sentire la parola “Mezzosangue” che mi riporta al tono disgustato di Bellatrix Lestrange.
-Prima di andare al San Mungo ho detto a mia madre della cicatrice... sì le ho dovuto raccontare cos’è successo e lei mi ha spiegato che solo la nostra magia la può guarire. Non sa degli anelli, ma ancor più di quelli questa ferita è ciò che ci unisce... pensavo che Silente fosse un emerito idiota quando diceva che l’amore è la magia più potente del mondo, ma mi sono dovuto ricredere un sacco di volte su questo punto ed ora sono pienamente d’accordo con lui- dice giocando con uno dei miei riccioli, lo stesso gesto fatto l’anno scorso a King’s Cross.
Io arrossisco: -E come funziona l’incantesimo?-
-In realtà non c’è una vera e propria formula, è tutto non-verbale. Un po’ come in un Patronus devi pensare ai ricordi più felici che hai su di noi, e come nella Materializzazione devi restare concentrata su quello che vuoi fare- spiega senza smettere di sorridere amabilmente.
Con mano tremante tiro fuori dalla tasca la bacchetta della zia di Draco.
Lui nota subito la mia insicurezza e mi porge quella della Guaritrice: -Vuoi che uso io quella di Bellatrix?- chiede premurosamente.
-No, no. È tutto ok... stammi solo vicino- dico.
-Sono sempre con te, Hermione- mi ricorda lui.
Poi entrambi puntiamo la bacchetta sul mio braccio sanguinante ed io mi perdo nei ricordi più belli che ho su Draco: il suo primo sorriso sincero in mia presenza, tutte le ronde, la prima volta che ci siamo abbracciati, la sua voce, la sua mano nella mia, il pic-nic Babbano organizzato per me, il nostro primo bacio. I nomignoli affettuosi, la gelosia omicida verso i miei ammiratori, la consapevolezza della sua presenza costante, le nostre promesse di protezione. Le dormite insieme, le coccole del buongiorno, la sua proposta di matrimonio, la cerimonia, la prima volta che abbiamo fatto l’amore, la sensazione di sicurezza dei suoi abbracci, tutti gli ultimi incontri rubati alla Guerra, compreso questo.
-Ce l’abbiamo fatta, Mezzosangue- dice infine Draco.
Guardiamo entrambi il braccio e rimaniamo estasiati: la cicatrice, prima che venisse spaccata, era grossa e brutta, mentre ora sembra una piccola vena bianca un po’ più sporgente delle altre.
-Ci dobbiamo amare proprio tanto...- commento girandomi verso di lui.
Draco ride e io gli allaccio le braccia al collo: -Ora devi andare vero?-
-Sì- sussurra lui appoggiando la sua fronte alla mia.
-È inutile dirlo, ma ti amo ed ora più che mai sono convinta che ci rivedremo prestissimo- dico incatenandomi ai suoi occhi.
-Ti amo anch’io Hermione- risponde prima di baciarmi.
 
E così, perfettamente incollati l’uno all’altra, i due ragazzi rimasero per altri minuti.
Poi, prima che Draco sparisse, si guardarono senza dire nessuna parola, semplicemente sorridendo e comunicandosi silenziosamente quanto si amavano.
E quando Hermione rimase sola per una volta non fu triste perché, guardandosi il polso guarito, aveva avuto di nuovo la prova di quanto fosse grande il potere del loro amore.
 

Angolo della Scrittrice:
Salve a tutti miei prodi!
Prima di dire una cosa volevo augurarvi una felice Pasqua. Se c’è qualcuno che tra voi non festeggia la Pasqua, gli auguro una giornata felice.
Questo è ufficialmente l’ultimo capitolo della seconda parte di questa fan fiction.
Questa storia mi sta dando più di quanto voi non potete immaginare, il vostro supporto mi fa sempre commuovere.
Noi ci “vediamo” ancora due volte con i
capitoli speciali su Harry che riguarderanno il periodo in cui Hermione è a Hogwarts.
Vi voglio tanto bene e grazie ancora di tutto <3
Alla prossima<3

 
   
 
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