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Autore: Monkey D Akiko    27/03/2016    1 recensioni
Piccoli momenti di vita dei migliori personaggi di sempre e le coppie le potete scegliere voi!
Qualsiasi personaggio, qualsiasi paring, qualsiasi ambientazione e qualsiasi genere, tutto incentrato su brevi episodi quotidiani di coppia.
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*CAPITOLI*
1- Gara {AceXMarco}
2- Braccio meccanico {FrankyXKidd}
3- Dichiarazione {AceXRufy}
4- Incontro {AceXLaw}
[...]
28- Spiaggia {ZoroXSanji}
29- Parco {FrankyXRobin}
30- Crescere {DoflamingoXRocinante}
31- Malintesi {PaulyXNami}
32- Dichiarazioni {AceXRufy}
33- Dolci {SanjiXViolet}
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Nami/Zoro, Sanji/Nami, Sanji/Zoro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE DELL'AUTORE
Salveeee a tutti! <3 Rieccomi con questo nuovo capitolo scritto per cola23 ^^ Anche questo è ambientato in un ipotetico post Dressrosa (sì in effetti queste storie mi erano state richieste prima della fine di questa saga ma sono un po' in ritardo XD).
Questo è il mio modo di augurarvi buona Pasqua! <3
Ringrazio tutti coloro che leggono la storia (siete davvero in tanti e vi ringrazio <3), chi l'ha messa tra le preferite, seguite e ricordate, e chi recensisce, grazie a tutti! <3 <3
A presto!
Monkey D Akiko <3

 
 
UOMO


Il sottomarino degli Heart aveva ripreso la sua rotta dopo l’avventura a Dressrosa, finalmente la ciurma si era ricongiunta al capitano che già aveva dato indicazioni sulla prossima meta.
Trafalgar guardava l’orizzonte con un sentimento contrastante tra la curiosità e la preoccupazione. Teneva in mano una vivre card con disegnato sopra un cuore che lo avrebbe portato da qualcuno. Gliel’aveva consegnata l’ex grand’ammiraglio Sengoku prima della sua partenza da Dressrosa, non aveva spiegato molto, gli aveva solo detto di seguirla e lui, spinto dalla curiosità tipica di ogni pirata, aveva deciso di farlo.
C’era un pensiero che solleticava la sua mente, e se quella vivre card appartenesse a Corazòn? Aveva parlato di lui con Sengoku e lui gli aveva dato questa. C’era disegnato sopra un cuore, un cuore nero, era forse una coincidenza? Forse era vivo, forse era sopravissuto a quello scontro di tredici anni fa e ora lo stava cercando. Se così fosse perché non si sarebbe fatto più vivo in tutti quegli anni?
La testa di Law scoppiava con tutti questi interrogativi, cercò di calmarsi sapendo che avrebbe scoperto tutto solo una volta arrivato destinazione.
 
***
 
Una settimana dopo attraccarono ad un’isola apparentemente tranquilla. La vivre card continuava a puntare avanti così partirono per l’esplorazione. Camminarono per mezzora fino a quando si ritrovarono ai piedi di una collinetta. Lì vicino c’era un piccolo villaggio ma la vivre card puntava per salire. Pian piano che arrivavano in cima si scorgeva il tetto di una casa finché non furono così vicini da vederla tutta.
Dovevano procedere verso di essa. Law bussò alla porta e restò ad aspettare. Silenzio. Non si arrese, era troppa la strada che aveva fatto per fermarsi ad una porta, e bussò di nuovo. Questa volta si aprì.
Davanti a lui comparve un uomo biondo alto circa tre metri. Il cuore di entrambi smise di battere in quello stesso istante in cui i loro occhi si incrociarono.
“L-law?” biascicò l’uomo.
“Cora-san?” chiese più a se stesso che a lui.
Il biondo fu preso da un fremito e richiuse violentemente la porta interrompendo quello scambio di sguardi.
“Vattene da qui!” si sentì urlare da dentro la dimora.
Poi un ci fu un gran frastuono di pentole che sbattevano tra loro e di sedie cadute per terra. L’idea che l’uomo fosse rimasto lo stesso combina guai balenò nella testa del pirata.
“Capitano che succede?” chiese preoccupato Bepo.
“Tranquilli, va tutto bene. Tornate al sottomarino, io resto qui” rispose categorico, così la ciurma obbedì.
Trafalgar spalancò la porta con un calcio e fece irruzione.
“Voglio delle risposte Cora-san!”
“Come hai fatto a trovarmi?” gli chiese dandogli le spalle.
“Sengoku-ya mi ha dato la tua vivre card”
“Quel vecchio pazzo!” esclamò nervoso.
“Ora rispondi! Come puoi essere ancora vivo? Cosa è successo? Dove sei stato tutti questi anni?!”
Rocinante si voltò piano verso di lui ma tenne lo sguardo basso.
“È giusto che tu sappia, anche se speravo non dovesse mai succedere. Quella volta credevo davvero che sarei morto, e poco ci mancava, fortunatamente per me mi trovò la vecchia Tsuru e mi salvò la vita. Ripresi conoscenza due settimane dopo e allora non sapevo più come trovarti, avrei voluto cercarti per assicurarmi che stessi bene e per prendermi cura di te ma non potevo! Avrei rischiato di metterti nuovamente in pericolo con mio fratello e tu odiavi i marines! So che sto accampando scuse inutili e che non posso fare niente per farmi perdonare, ma ti assicuro che mi vergogno di me stesso e che sono mortificato per tutto quello che ti ho fatto passare in tutti questi anni! Ho pensato che fosse meglio per te credermi morto piuttosto che darti tutto questo dolore!” si sfogò tra copiose lacrime.
“Come potevi pensare una cosa del genere?! Non puoi decidere solo tu cosa sia meglio per me! Io volevo stare con te, ti rivolevo al mio fianco, non mi importava niente del resto! L’unico scopo della mia vita è stata la tua vendetta e invece tu eri vivo!”
“Lo so, perdonami! Però ci sei riuscito, hai sconfitto Doflamingo. Io non ci sono riuscito nonostante ci avessi lavorato per anni. Sono fiero di te!”
Passarono un’ora a raccontarsi tutto ciò che era successo in quegli ultimi tredici anni, Law venne a sapere che Corazòn aveva lavorato in incognito con i rivoluzionari per smascherare Joker e che aveva sempre seguito le sue avventure attraverso gli articoli di giornale.
Con il passare dei minuti la tensione si era quasi sciolta del tutto e il biondo ne aveva approfittato per celebrare tutte le feste che si erano persi: compleanni, natali, grandi successi, ecc.
Nel giro di mezzora Law era passato dall’avere tredici anni ad averne ventitré.
“E adesso tanti auguri per i tuoi ventiquattro anni! Metti il cappellino e-”
“Cora-san basta! Non sono più un bambino, non faccio queste cose. Sono un uomo adesso” lo interruppe rosso per l’imbarazzo.
 “Quindi non vuoi la torta?” chiese con una fetta già in una mano e il coltello nell’altra.
“Sii serio!”
Puntualmente la goffaggine del biondo colpì ancora. Rocinante perse l’equilibrio cadendo a terra con la faccia nella torta, il coltello volò in aria e gli cadde addosso ferendogli un fianco. Law dovette medicargli la ferita.
“La vita è buffa, tempo fa mi hai pugnalato al fianco e ora invece me lo stai curando ah ah ah – rise malinconico – è vero, adesso sei un uomo eppure non riesco a non vederti bambino”
“Però non lo sono” puntualizzò il moro.
“Già. È proprio per questo che non volevo che mi trovassi. Che cosa siamo noi due?”
Law non rispose ma aveva già capito il senso della domanda, la stessa che si era già posta lui.
“Se fossimo rimasti sempre insieme forse avresti potuto vedermi come un padre, o un fratello maggiore, uno zio anche, ma non è stato così. Siamo due uomini che un tempo si conoscevano, non può più essere come prima” concluse.
“Questo è un momento strano, è successo tutto così all’improvviso che è difficile da gestire. Però sono felice che sia successo, sono felice di averti rivisto. Sono felice che tu sia vivo” rispose Law.
“Probabilmente ci vorrà del tempo per stabilizzare le cose. Dovremo solo farci l’abitudine, io per primo dovrò abituarmi a vederti come un uomo ahahah”
Corazòn si allontanò da lui e Trafalgar vide sul tavolo della cucina i cappellini delle feste di compleanno. In quel momento si ricordò che c’era una cosa che avrebbe voluto fare da piccolo ma che non ci era mai riuscito, doveva farlo ora. Prese un profondo respiro.
“Cora-san – il biondo si voltò – ti voglio bene!” confessò anche se imbarazzato.
Corazòn rimase incredulo per qualche istante, poi iniziò a piangere.
“Anch’io ti voglio bene Law!” rispose stringendolo in un abbraccio sapendo che il moro non avrebbe mai avuto il coraggio di fare.
Non sapevano bene cosa fossero o come si sarebbe sviluppata la situazione, ma di una cosa erano certi: si volevano un gran bene.
   
 
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