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Autore: Lory221B    28/03/2016    6 recensioni
C'era un tempo in cui draghi e stregoni abitavano le terre del Nord. In quell'epoca di magia, ogni cosa era in perfetto equilibrio, grazie al bilanciamento dei quattro elementi. Gli stregoni erano divisi in quattro ordini, ognuno corrispondente all'elemento che controllavano.
Ma un giorno qualcosa si ruppe e i quattro ordini, non furono più in grado di controllare i loro poteri; dissidi interni e lotte per il dominio finirono per distruggere il concetto stesso di ordine e il Re decise di mettere al bando ogni tipo di magia, relegando le pratiche della stregoneria ai peggiori crimini contro lo stato.
In quell'epoca incerta, nuovi stregoni e nuove streghe avevano rinunciato a tutto per vivere in mezzo al resto del popolo, nascondendo i loro straordinari poteri.
Qui inizia la nostra storia.
(Johnlock!AU)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes, Victor Trevor
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il primo stregone dell'aria


William Sherlock Scott Holmes discendeva da una lunga stirpe di stregoni. Nonostante il fatto che i sovrani che si erano susseguiti negli anni dopo l'ultima guerra magica e la distruzione degli ordini, avessero cercato in tutti i modi di debellare gli antichi fondatori dei quattro ordini, molte famiglie erano sopravvissute in clandestinità, cambiando nome e adattandosi ad una vita senza magia. O quasi.

Sherlock era cresciuto in una bella casa, molto lontana da ogni centro abitato. I genitori sapevano che non sarebbero stati in grado di giustificare la magia involontaria dei due figli, che già da piccoli avevano dimostrato doti eccezionali.

Quello che sorprese, però, più di tutto i genitori di Mycroft e Sherlock, non furono le precoci capacità dei figli ma il particolare potere di Sherlock. Tutti i membri della famiglia, sia dalla parte del padre che dalla parte della madre, erano stregoni del fuoco, mentre il piccolo di casa dimostrava di aver sviluppato una magia molto più affine agli stregoni dell'aria.

Inizialmente, siccome il piccolo privilegiava i venti caldi del sud, con incantesimi simili a quelli degli stregoni del fuoco, i genitori non avevano compreso la diversità di Sherlock, ma successivamente, notando le capacità dell'intelletto e lo straordinario potere di capire immediatamente le menzogne, avevano compreso che era il primo stregone dell'aria di casa Holmes.

Raramente accadeva che membri di una stessa, antica, stirpe, possedessero poteri diversi da quelli del capostipite e il fatto aveva destato stupore e non poche perplessità.

Dal canto suo, Sherlock si sentiva quello "diverso" e proprio per evitare commenti da parte degli altri membri della famiglia, avevano sempre evitato di parlare del fatto, incoraggiando il piccolo a padroneggiare i venti caldi, in modo da essere più simile agli altri Holmes.


Inizialmente di indole aperta, il piccolo Sherlock aveva cominciato nel tempo a chiudersi sempre di più in sé stesso, non potendo competere con i poteri comunque superiori degli stregoni del fuoco ed infine, dopo i terribili avvenimenti accaduti l'inverno del secondo anno di regno di Re Trevor, Sherlock aveva abbandonato ogni calore e aveva definitivamente scelto di diventare uno stregone dei venti del nord.

Raramente una scelta del genere era reversibile, se abbracciata in età adulta.


***** *****


Quella mattina Sherlock stava stancamente camminando per la radura appena fuori da un villaggio di cui ignorava il nome, diretto verso il borgo con lo scopo di incontrare suo fratello.

Avrebbe voluto utilizzare i suoi poteri per volare qualche centinaia di metri, giusto per riposare le gambe, ma non mangiava da giorni e aveva bisogno delle poche forze che gli rimanevano per arrivare a destinazione.


Decise comunque di utilizzare una leggera brezza, giusto per velocizzare il suo cammino. Non si era nemmeno reso conto che la leggera brezza lo aveva sollevato da terra, appena pochi centimetri, quel tanto che bastava però per essere visto dagli abitanti dei boschi.

La stanchezza, infatti, non gli aveva fatto notare un gruppo di uomini, briganti quasi sicuramente, accampati appena al di là del ruscello.

Appena si accorse che in quattro si stavano dirigendo verso di lui, affrettò il passo. I venti del nord erano più difficili da controllare rispetto a quelli del sud, soprattutto quando si era stanchi ed affamati e non era di certo in grado di scatenarli contro gli uomini in maniera efficace in quel momento.

- Guardate che nobiluomo abbiamo qui, uno stregone che tenta di nascondersi - gridò uno di loro.

Sherlock iniziò a correre, sempre favorito dalla brezza, quando in lontananza vide un carro con i vessilli reali. Nella foga di raggiungerlo inciampò, nelle orecchie risuonavano i passi dei briganti pronti a catturarlo, quando notò che l'uomo del carro era sceso e sguainava una spada.

I briganti non sembravano molto colpiti, così Sherlock diresse una piccola raffica di vento verso il carro, abbastanza forte da staccare un vessillo reale e farlo finire in faccia agli uomini, in modo che lo notassero.

Come immaginava lo stregone, non avevano intenzione di mettersi contro il Re, così rinunciarono alla loro preda.

- Tutto bene? - chiese il biondo. Aveva un aspetto amichevole, a cui Sherlock non era abituato. I suoi poteri uniti alla sua propensione a non tenere la bocca chiusa e a cacciarsi nei guai, lo avevano sempre tenuto lontano dal resto dell'umanità.

- Vuoi dell'acqua? O del pane? - continuò John, avvicinandosi.

Sherlock si tolse il cappuccio, stupito dal comportamento dell'uomo. Perché aiutava un perfetto estraneo? Se avesse saputo quanto poteva essere pericoloso non lo avrebbe aiutato, eppure quel biondo sembrava disponibile e Sherlock aveva un disperato bisogno di un passaggio.

Per tutto il viaggio, finché non decisero di accamparsi in una radura, John aveva passato il tempo a fare domande inutili. Il moro non capiva se fosse normale per le persone, perdere tempo raccogliendo dati sulla vita degli altri o se fosse una prerogativa del suo compagno di viaggio.

Stava ancora cercando di capire la personalità di quel curioso soggetto che era John, quando un orso li attaccò alle spalle. John stava per essere sbranato ma Sherlock, con gli ultimi sprazzi di energia, invocò il fidato vento del Nord e mandò l'orso lontano, verso le profondità del bosco.

John sgranò gli occhi e fu l'ultima cosa che Sherlock vide, prima di svenire.


***** *****

John aveva sentito parlare degli stregoni e delle leggende che ormai si tramandavano di padre in figlio, ma non gli era mai capitato di incontrarne uno. Credeva che ormai la magia fosse stata quasi del tutto debellata. Avrebbe dovuto averne paura, aveva usato il vento per cui sicuramente era uno stregone dell'aria; subito dopo quelli del fuoco erano i più potenti.

Eppure c'era qualcosa in quel moro che gli ispirava un'incondizionata fiducia.

Si era avvicinato per guardarlo meglio, non era poi diverso da un qualunque essere umano. Alzò leggermente una mano, per provare a toccargli una guancia, giusto per vedere se la pelle di uno stregone era diversa al tatto, da una persona normale.

Aveva le dita sulla guancia, quando Sherlock si svegliò di scatto e John si scansò immediatamente, rimettendosi a sedere al suo posto.

- Cosa stavi facendo? - sbottò Sherlock, la testa gli stava ancora girando.

- Scusa - rispose John imbarazzato - Grazie di avermi salvato -

Sherlock lo guardò storto, temeva lo avrebbe consegnato alle guardie reali appena messo piede nel borgo. Stava già meditando di legarlo da qualche parte e rubargli il carro, quando il biondo riprese a parlare, per nulla preoccupato ma anzi molto sicuro di sé.

- Non dirò niente di quello che hai fatto, se è quello a cui stai pensando. Ti devo la vita, questo conta molto più che ogni Legge del Re -

Il moro notò che non c'era ombra di bugia nelle sue parole, il suo potere glielo avrebbe immediatamente rivelato, nessun uomo poteva ingannarlo, soltanto alcuni stregoni di livello molto elevato.

- Ho ricambiato il favore che mi hai fatto con i briganti, siamo pari adesso - rispose il moro.

- Bene. Per cui non mi farai volare lontano e non mi sacrificherai al dio dei venti o qualcosa di simile? - chiese John, con una leggero sorriso.

Anche Sherlock trovò un lato comico nella domanda, per cui si ritrovò involontariamente a sorridere a sua volta. Non capitava da talmente tanto tempo che aveva dimenticato l'utilizzo dei muscoli della faccia.

- No, John. Non lo farò -


***** ****

Alle prime luci dell'alba erano di nuovo sulla strada che li conduceva verso il palazzo reale.

Sherlock e John, a turno, si sbirciavano di sottecchi, per poi guardare in una direzione diversa, quando  l'altro se ne accorgeva.

Erano entrambi pieni di domande e stupore. Sherlock non aveva mai avuto a che a fare con qualcuno che lo trattasse in maniera gentile ed era davvero incuriosito da John. Voleva sapere com'era vivere in un villaggio e fare tutto senza magia. Non era domande che poteva porre in giro, senza rischiare di essere arrestato o peggio.


Anche il biondo era incuriosito, si chiedeva come fosse poter controllare gli elementi della natura a proprio piacere. John li avrebbe sicuramente usati per il bene. Avrebbe curato e protetto le persone, come già faceva anche senza sfruttare gli elementi magici.

A volte si era trovato a sperare di essere uno stregone, quando era ancora bambino. Voleva dare una vita migliore ai suoi genitori e alla sorella, moltiplicando il cibo e le coperte.

Anche i suoi sogni erano particolari, a volte ne aveva parlato alla sorella che era rimasta molto colpita da quelle che sembravano  il preludio di capacità magiche. A volte, quando era felice, sognava cascate da cui nascevano arcobaleni, altre volte, quando era triste, acquazzoni che sommergevano l'intero villaggio.

Scherzando aveva anche provato a moltiplicare il cibo sulla tavola e agli occhi di un bambino di dieci anni, era persino sembrato di aver aumentato l'acqua raccolta nella brocca, ma la madre si era molto spaventata dei suoi tentativi, temendo che qualcuno lo scambiasse veramente per uno stregone e gli intimò di non provare mai più.

John obbedì e smise anche di sognare.

John stava ancora pensando alle speranze dell'infanzia, quando Sherlock sospirò un po' più forte e gli si rivolse paziente - Andiamo John, inizia con le domande. Cosa vuoi sapere? Se ho sempre saputo di essere uno stregone? Se anche i miei genitori lo erano? Cose del genere? -

Il biondo sembrò rifletterci, ma poi disse soltanto - In realtà vorrei sapere se hai mai paura -

- Scusa? - rispose, credendo di aver capito male. John doveva essere una persona molto più attenta alle emozioni che alla conoscenza, se gli aveva fatto quella domanda.

- Re Trevor ha dato il via ad una caccia agli stregoni, che non avveniva dai tempi dell'ultima guerra magica. Non sei preoccupato di essere scoperto? - si spiegò il biondo.

John sembrava avere una curiosità genuina, ma la domanda riapriva vecchie ferite nel moro. Sherlock abbassò lo sguardo e mantenne un'espressione seria.

- Scusa, non volevo turbarti - fece il biondo, capendo di aver toccato un tasto dolente.

Sherlock non disse niente, ma pensò tra sé "Uccidere persone solo perché hanno dei poteri magici è un'atrocità. Non capisco cosa abbia in mente Re Robert Trevor, ma il suo regno del terrore non sta portando a nulla di buono" ma non disse niente, non gli sembrava il caso di esporre così i propri pensieri, nonostante John sembrasse davvero degno di fiducia.

Non aprì bocca ma al biondo parve come di intercettarne i pensieri, come se quello che stava pensando, fosse passato per la testa anche a lui.

- Aspetta, non mi hai detto che tuo fratello è consigliere del Re? - chiese il biondo.

- Sì, l'ho detto - rispose Sherlock, stupendosi di quanto poco ragionasse quando era senza forze. Si era lasciato scappare un sacco di informazioni con leggerezza, durante il viaggio.

- Quindi lui non è uno stregone? - continuò John.

- No - mentì Sherlock.

Il sentiero curvò e i due poterono intravedere in lontananza le guglie del palazzo reale.


***** *****

Angolo autrice:

Si, lo so, a volte non aggiorno per settimane e poi aggiorno due giorni di fila. Approfitto dell'entusiasmo che mi prende quando inizio una nuova storia e il fatto che mi vortica in testa tutto quello che vorrei scrivere e che ho finito per condensare in questi due capitoli, quasi due prologhi di quello che accadrà.

Ringrazio tanto mikimac, CreepyDoll e Athena_Laufeyson, per aver recensito e tutti quelli che hanno letto e inserito in qualche lista.

Alla prossima!!!

   
 
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