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Autore: Grimilde Deveraux    30/03/2016    0 recensioni
La famiglia è solo quella di sangue? Sorella o fratello sono solo coloro che sono nati dai nostri stessi genitori? A volte l'amicizia e l'amore riescono ad essere legami ancora più profondi del sangue, anche se esso gioca un ruolo fondamentale nelle vite di molti.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La villa di Sergje Smith era la più grossa dimostrazione di vanità umana a cui avesse mai assistito, i quadri alle pareti raffiguravano Mr Smith in ogni genere di posa eroica quasi fosse una reincarnazione divina o roba simile.

<< Come fai a lavorare per quel pazzo >> le domandò ancora Sherlock mentre lei gli puntava la Desert Eagle in mezzo alle scapole facendolo camminare:<< Taci, non ti è permesso parlare >> c’era qualcosa che non andava, ne era sicuro.

La ragazza con cui stava flirtando al bar non era certo quella che in quel momento gli puntava una pistola, ma che cosa poteva essere successo per trasformarla a quel modo?

<< Ah signor Doyle…vedo che ha riconsiderato la mia offerta >> e Sergje li accolse seduto alla sua scrivania con un gran sorriso soddisfatto sulle labbra:<< Non credo di aver avuto molta scelta non le pare? >> Sergje guardò Keath che pareva avere gli occhi vuoti mentre guardava davanti a sé:<< Molto bene Keath, puoi andare cara…ci vediamo per il ballo dell’orfanotrofio >> Sherlock sentì la pistola abbassarsi e lei che si voltava in silenzio:<< Keath aspetta io… >> lei si fermò per un istante, una piccola esitazione, poi mise la mano sulla maniglia e uscì lasciandolo solo con quel folle megalomane.

 

Fu il rumore della chiave nella toppa della serratura a farli destare tutti e tre, Mick era ancora legato ma sapeva benissimo anche lui che cosa poteva significare quel suono, Keath era di nuovo a casa e chissà in quali condizioni.

<< Keath… >> e la voce di Talia la fece voltare verso l’amica:<< Che cosa vuoi? >> l’astio e la rabbia altamente distinguibili in quel tono sprezzante:<< Dove sei stata? Eravamo preoccupati e… >> Talia rimase di sasso notando solo in quel momento il nuovo taglio dell’amica, i suoi lunghi boccoli neri erano diventati un radicale caschetto fin troppo corto, ma prima che potesse aggiungere altro Keath replicò:<< Beh potete smetterla di preoccuparvi per me, non sono più una bambina e non ho bisogno della balia >> << Ma che stai dicendo? Che cos’hai? >> Keath si voltò verso quella che era a tutti gli effetti sua sorella con gli occhi neri vuoti e privi di espressione:<< Ti sto dicendo che voglio essere lasciata in pace, hai scelto lui bene, ma non sperare che io stia qui a giocare alla famiglia felice >> sentendo quelle parole Dante si avvicinò alla porta arrabbiato:<< Ma che diavolo stai dicendo? Quanto hai bevuto? >> << Bevuto? Devo essere per forza ubriaca per capire finalmente la verità? >> << Verità? Quale verità? >> domandò Talia preoccupata:<< Che se non fosse stato per colpa di quel fallito che ti porti a letto papà sarebbe ancora qui >> poi estraendo la Mark XIX la puntò dritta al cuore di Dante:<< È colpa tua se mio padre è morto, è tutta colpa tua >> << Keath io…sai che mi dispiace e che… >> << Taci e risparmiami le scenette pietose, non credo ad una parola di quello che dici, sei solo un inutile parassita >> e con quelle accuse sulle labbra fece per premere il grilletto, ma Michael, miracolosamente libero dalle manette, si parò davanti a Dante togliendole la pistola e bloccandola in un abbraccio che aveva lo scopo principale di immobilizzarla:<< Lasciami! Lasciami andare idiota! >> Mick sorrise a quell’idiota detto con così poca convinzione:<< Vuoi stare calma? Non ti faccio niente >> poi tirando fuori una piccola siringa piena di un liquido incolore gliela infilò nel collo facendola cadere inerme tra le proprie braccia.

<< Che cosa le hai fatto? >> lui si voltò verso Talia che lo guardava preoccupata:<< Le ho dato un calmante, dormirà per un’oretta e io avrò il tempo di aiutarla >> << Come diavolo hai fatto a slegarti? >> gli domandò Dante guardandolo con diffidenza e ancora scioccato per quello che la sua amica aveva appena fatto:<< Senti è una storia lunga e adesso non abbiamo tempo, devo portarla in un posto e ho bisogno del vostro aiuto >> poi sistemandosi meglio Keath tra le braccia aggiunse:<< La mia macchina è qui sotto, venite con me per favore >> << Dove? >> gli domandò ancora Dante sempre più diffidente:<< Senti so che quello che ti è appena successo non è stato un’esperienza piacevole, ma lei non è in sé, ha bisogno di aiuto >> il giovane Lowell guardò l’amica priva di sensi tra le braccia di Michael:<< Ha tentato di uccidermi, ha detto che è colpa mia se Abraham è morto >> poi guardando Talia aggiunse:<< Probabilmente l’ha sempre pensato >> Mick lo guardò scuotendo il capo, ma in fondo poteva capirlo:<< Non l’ha mai pensato e non penso avrebbe mai voluto spararti, senti la conosci e sai che persona è, se vuoi aiutarmi bene, altrimenti fa come vuoi, ma sai bene lei chi è e cosa pensa di te >> poi senza aspettarsi una risposta Mick si diresse giù per le scale.

Era quasi giunto alla macchina quando:<< Aspetta >> e la voce di Talia lo fece voltare una volta poggiata Keath all’interno della BMW:<< Che cosa c’è? >> lei si avvicinò seguita da Dante:<< So che ha fatto una cosa orribile, ma è mia sorella e non sarebbe capace di fare una cosa del genere, anche se sembra il contrario >> Michael aprì la portiera posteriore:<< Salite >> poi mettendosi alla guida accese la macchina diretto a casa.

 

<< Ma cosa? >> e Talia rimase impalata vedendo l’auto imboccare il vialetto della loro vecchia casa:<< Che cosa ci facciamo qui? >> Mick non rispose fermando la macchina all’ingresso e scendendo per recuperare Keath ancora priva di sensi:<< Signor Deveraux, che cos’è successo? >> ed Aodhán, il vecchio autista tuttofare dei Carson, aprì la porta correndo loro incontro:<< Chiama immediatamente il signore, Aodhán >> << Si arrabbierà, non dovevate portarli… >> << Non potevo lasciarla in quelle condizioni, sbrigati maledizione >> e come se conoscesse quella casa come le sue tasche Mick portò Keath al piano di sopra in quella che da bambina era stata la sua stanza.

<< Che cosa ci fai a casa nostra? >> gli domandò ancora Talia che guardava il giovane dalla porta della stanza:<< Ci vivo >> << Abbiamo venduto la casa anni fa ad un milionario straniero, eri tu? >> << No, ero io >> e una voce roca fece voltare Talia verso il corridoio e verso l’unico uomo che non credeva avrebbe mai rivisto in vita sua, ma fu Dante a dar voce ai suoi pensieri:<< Abraham? Ma è impossibile…tu sei… >> << Morto? >> domandò l’uomo con un sorriso acido avanzando con una siringa in mano:<< Ci sarà tempo dopo per le spiegazioni, ora abbiamo poco tempo >> poi entrando nella camera aggiunse guadando Mick:<< Dovrei essere arrabbiato per la tua continua insolenza, ma si tratta della mia bambina e devo ringraziarti per averle di nuovo salvato la vita >> << Ti avevo detto che quel pazzo le stava facendo qualcosa, l’ho addormentata, ma lui la stava ancora controllando e… >> << Questo eliminerà quei cosi dal suo organismo >> poi prendendo un braccio di Keath le iniettò il liquido arancione:<< Si sveglierà tra un po’ e vedremo se è tutto a posto >> poi guardando Talia e Dante aggiunse:<< Venite con me ragazzi, devo spiegarvi un paio di cose >> ancora increduli di aver davanti il vero Abraham Carson, Dante si avvicinò mettendosi davanti a Talia:<< Aspetta un momento, come diavolo fai ad essere vivo? Ho visto io stesso il tuo cadavere, so per certo che eri morto >> << Esistono cose a questo mondo che sono in grado di ingannare perfino la morte Dante, dovresti averlo imparato molto tempo fa >> ricordando in quel momento le ricerche su cui stava lavorando Abraham dieci anni prima il giovane Lowell lo guardò dubbioso:<< Ma erano solo teorie, non avevi mai sperimentato… >> Abraham li precedette sulla scala che portava in soggiorno:<< Venite, nel mio studio staremo più comodi e vi spiegherò tutto, ve lo prometto >> poi guardando un’ultima volta Mick aggiunse:<< Avvisami quando si sveglierà, voglio essere io a dirle la verità >> Deveraux annuì tornando a vegliare su Keath addormentata.

 

Una volta nello studio, rimasto lo stesso di quando loro erano bambine, Talia si sedette sul divanetto di pelle scuro:<< Come fai ad essere vivo papà? >> lui sorrise alla figlia adottiva fiero della donna che era diventata:<< Sei diventata una splendida donna Talia, sapevo che sarebbe successo >> lei arrossì appena giocherellando con il caschetto di capelli neri:<< Ad ogni modo ho finto la mia morte, mi dispiace di avervi fatto stare male, ma dovevo trovare il modo di proteggervi e non avevo altra scelta >> << Proteggerci da cosa? >> lui si sedette accanto alla figlia guardando anche Dante:<< Da Sergje >> << Mr Smith? Sapevo che quel pazzo aveva qualcosa che non andava, ma Keath era determinata a… >> Abraham guardò il ragazzo con un debole sorriso:<< Non avercela con lei, non era in sé. Ad ogni modo suppongo che Sergje abbia trovato il modo di obbligarla a far parte della sua disumana organizzazione >> << Pensi davvero che l’abbia obbligata? Keath sembrava così sicura di quello che faceva >> << Tua sorella è sempre stata fin troppo brava a fingere Talia e fin troppo determinata a proteggere la sua famiglia. Ad ogni modo ora dobbiamo trovare un modo per fermare Sergje prima del ballo dell’orfanotrofio >> << Vale a dire tra tre giorni, è quasi impossibile >> << No Dante, ho già in mente che cosa fare, l’unico problema è che non ci sono in gioco solo le nostre vite >> << Che cosa vuoi dire? >> << Quanto ricordi delle mie ricerche? >> Lowell ci pensò un istante, all’epoca aveva diciannove anni e non ne capiva granché di biochimica molecolare e neurochirurgia:<< Ricordo che stavi cercando un modo per rendere possibile la riabilitazione anche dei casi più impossibili, mi avevi parlato di nanotecnologia o roba simile, non ricordo bene >> Abraham sorrise:<< Esattamente, nano robot. Piccoli esseri della grandezza di un atomo e in qualche modo senzienti. In grado di moltiplicarsi e di sostituire il cervello umano per alcune funzioni se debitamente controllati >> << Controllati da cosa? >> domandò Talia curiosa:<< Da un computer, i nano robot posso essere impiantati in una persona e poi viene dato loro un ordine, possono sostituirsi ai nervi lacerati di un uomo dopo un incidente e permettergli di riprendere la mobilità o le funzioni vitali, purtroppo però possono anche collegarsi al tronco cerebrale e prendere il controllo di una persona per alcuni momenti >> << Come prendere il controllo? >> << Se a contatto con il cervello e controllati a distanza possono ridurre una persona ad un automa, chi ne è vittima non ricorderà nemmeno ciò che ha fatto o ne avrà solamente un lontano ricordo >> << In pratica sarebbe l’equivalente di un burattino >> << Esattamente >> poi prima che potesse continuare la sua spiegazione Aodhán bussò piano alla porta dello studio:<< Signor Carson…la signorina Keath…si è svegliata >> il sorriso che illuminò il viso di Abraham lasciava chiaramente intendere quanto sua figlia gli fosse mancata:<< Arrivo immediatamente >>

   
 
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