La
villa di Sergje Smith
era la più grossa dimostrazione di vanità umana a
cui avesse mai assistito, i
quadri alle pareti raffiguravano Mr Smith in ogni genere di posa eroica
quasi
fosse una reincarnazione divina o roba simile.
<<
Come fai a
lavorare per quel pazzo >> le domandò ancora
Sherlock mentre lei gli
puntava la Desert Eagle in mezzo alle scapole facendolo
camminare:<< Taci,
non ti è permesso parlare >> c’era
qualcosa che non andava, ne era
sicuro.
La
ragazza con cui stava
flirtando al bar non era certo quella che in quel momento gli puntava
una
pistola, ma che cosa poteva essere successo per trasformarla a quel
modo?
<<
Ah signor
Doyle…vedo che ha riconsiderato la mia offerta
>> e Sergje li accolse
seduto alla sua scrivania con un gran sorriso soddisfatto sulle
labbra:<<
Non credo di aver avuto molta scelta non le pare? >>
Sergje guardò Keath
che pareva avere gli occhi vuoti mentre guardava davanti a
sé:<< Molto
bene Keath, puoi andare cara…ci vediamo per il ballo
dell’orfanotrofio >>
Sherlock sentì la pistola abbassarsi e lei che si voltava in
silenzio:<< Keath
aspetta io… >> lei si fermò per un
istante, una piccola esitazione, poi
mise la mano sulla maniglia e uscì lasciandolo solo con quel
folle megalomane.
Fu
il rumore della
chiave nella toppa della serratura a farli destare tutti e tre, Mick
era ancora
legato ma sapeva benissimo anche lui che cosa poteva significare quel
suono,
Keath era di nuovo a casa e chissà in quali condizioni.
<<
Keath… >>
e la voce di Talia la fece voltare verso
l’amica:<< Che cosa vuoi?
>> l’astio e la rabbia altamente distinguibili
in quel tono sprezzante:<<
Dove sei stata? Eravamo preoccupati e… >>
Talia rimase di sasso notando solo
in quel momento il nuovo taglio dell’amica, i suoi lunghi
boccoli neri erano
diventati un radicale caschetto fin troppo corto, ma prima che potesse
aggiungere altro Keath replicò:<< Beh potete
smetterla di preoccuparvi
per me, non sono più una bambina e non ho bisogno della
balia >> <<
Ma che stai dicendo? Che cos’hai? >> Keath si
voltò verso quella che era
a tutti gli effetti sua sorella con gli occhi neri vuoti e privi di
espressione:<< Ti sto dicendo che voglio essere lasciata
in pace, hai
scelto lui bene, ma non sperare che io stia qui a giocare alla famiglia
felice
>> sentendo quelle parole Dante si avvicinò
alla porta arrabbiato:<<
Ma che diavolo stai dicendo? Quanto hai bevuto? >>
<< Bevuto? Devo
essere per forza ubriaca per capire finalmente la verità?
>> << Verità?
Quale verità? >> domandò Talia
preoccupata:<< Che se non fosse
stato per colpa di quel fallito che ti porti a letto papà
sarebbe ancora qui
>> poi estraendo la Mark XIX la puntò dritta
al cuore di Dante:<< È
colpa tua se mio padre è morto, è tutta colpa tua
>> << Keath
io…sai che mi dispiace e che… >>
<< Taci e risparmiami le scenette
pietose, non credo ad una parola di quello che dici, sei solo un
inutile
parassita >> e con quelle accuse sulle labbra fece per
premere il
grilletto, ma Michael, miracolosamente libero dalle manette, si
parò davanti a
Dante togliendole la pistola e bloccandola in un abbraccio che aveva lo
scopo
principale di immobilizzarla:<< Lasciami! Lasciami andare
idiota!
>> Mick sorrise a quell’idiota detto con
così poca convinzione:<< Vuoi
stare calma? Non ti faccio niente >> poi tirando fuori
una piccola
siringa piena di un liquido incolore gliela infilò nel collo
facendola cadere
inerme tra le proprie braccia.
<<
Che cosa le hai
fatto? >> lui si voltò verso Talia che lo
guardava preoccupata:<< Le
ho dato un calmante, dormirà per un’oretta e io
avrò il tempo di aiutarla
>> << Come diavolo hai fatto a slegarti?
>> gli domandò Dante
guardandolo con diffidenza e ancora scioccato per quello che la sua
amica aveva
appena fatto:<< Senti è una storia lunga e
adesso non abbiamo tempo, devo
portarla in un posto e ho bisogno del vostro aiuto >> poi
sistemandosi
meglio Keath tra le braccia aggiunse:<< La mia macchina
è qui sotto,
venite con me per favore >> << Dove?
>> gli domandò ancora
Dante sempre più diffidente:<< Senti so che
quello che ti è appena
successo non è stato un’esperienza piacevole, ma
lei non è in sé, ha bisogno di
aiuto >> il giovane Lowell guardò
l’amica priva di sensi tra le braccia
di Michael:<< Ha tentato di uccidermi, ha detto che
è colpa mia se
Abraham è morto >> poi guardando Talia
aggiunse:<< Probabilmente
l’ha sempre pensato >> Mick lo
guardò scuotendo il capo, ma in fondo
poteva capirlo:<< Non l’ha mai pensato e non
penso avrebbe mai voluto
spararti, senti la conosci e sai che persona è, se vuoi
aiutarmi bene,
altrimenti fa come vuoi, ma sai bene lei chi è e cosa pensa
di te >> poi
senza aspettarsi una risposta Mick si diresse giù per le
scale.
Era
quasi giunto alla
macchina quando:<< Aspetta >> e la voce di
Talia lo fece voltare
una volta poggiata Keath all’interno della
BMW:<< Che cosa c’è?
>>
lei si avvicinò seguita da Dante:<< So che ha
fatto una cosa orribile, ma
è mia sorella e non sarebbe capace di fare una cosa del
genere, anche se sembra
il contrario >> Michael aprì la portiera
posteriore:<< Salite
>> poi mettendosi alla guida accese la macchina diretto a
casa.
<<
Ma cosa?
>> e Talia rimase impalata vedendo l’auto
imboccare il vialetto della
loro vecchia casa:<< Che cosa ci facciamo qui?
>> Mick non rispose
fermando la macchina all’ingresso e scendendo per recuperare
Keath ancora priva
di sensi:<< Signor Deveraux, che
cos’è successo? >> ed
Aodhán, il
vecchio autista tuttofare dei Carson, aprì la porta correndo
loro incontro:<<
Chiama immediatamente il signore, Aodhán >>
<< Si arrabbierà, non
dovevate portarli… >> << Non
potevo lasciarla in quelle condizioni,
sbrigati maledizione >> e come se conoscesse quella casa
come le sue
tasche Mick portò Keath al piano di sopra in quella che da
bambina era stata la
sua stanza.
<<
Che cosa ci fai
a casa nostra? >> gli domandò ancora Talia che
guardava il giovane dalla
porta della stanza:<< Ci vivo >>
<< Abbiamo venduto la casa
anni fa ad un milionario straniero, eri tu? >>
<< No, ero io
>> e una voce roca fece voltare Talia verso il corridoio
e verso l’unico
uomo che non credeva avrebbe mai rivisto in vita sua, ma fu Dante a dar
voce ai
suoi pensieri:<< Abraham? Ma è
impossibile…tu sei… >>
<< Morto?
>> domandò l’uomo con un sorriso
acido avanzando con una siringa in mano:<<
Ci sarà tempo dopo per le spiegazioni, ora abbiamo poco
tempo >> poi
entrando nella camera aggiunse guadando Mick:<< Dovrei
essere arrabbiato
per la tua continua insolenza, ma si tratta della mia bambina e devo
ringraziarti per averle di nuovo salvato la vita >>
<< Ti avevo
detto che quel pazzo le stava facendo qualcosa, l’ho
addormentata, ma lui la
stava ancora controllando e… >>
<< Questo eliminerà quei cosi dal
suo organismo >> poi prendendo un braccio di Keath le
iniettò il liquido
arancione:<< Si sveglierà tra un po’
e vedremo se è tutto a posto
>> poi guardando Talia e Dante aggiunse:<<
Venite con me ragazzi,
devo spiegarvi un paio di cose >> ancora increduli di
aver davanti il
vero Abraham Carson, Dante si avvicinò mettendosi davanti a
Talia:<< Aspetta
un momento, come diavolo fai ad essere vivo? Ho visto io stesso il tuo
cadavere, so per certo che eri morto >> <<
Esistono cose a questo
mondo che sono in grado di ingannare perfino la morte Dante, dovresti
averlo
imparato molto tempo fa >> ricordando in quel momento le
ricerche su cui
stava lavorando Abraham dieci anni prima il giovane Lowell lo
guardò dubbioso:<<
Ma erano solo teorie, non avevi mai sperimentato…
>> Abraham li
precedette sulla scala che portava in soggiorno:<<
Venite, nel mio studio
staremo più comodi e vi spiegherò tutto, ve lo
prometto >> poi guardando
un’ultima volta Mick aggiunse:<< Avvisami
quando si sveglierà, voglio
essere io a dirle la verità >> Deveraux
annuì tornando a vegliare su
Keath addormentata.
Una
volta nello studio,
rimasto lo stesso di quando loro erano bambine, Talia si sedette sul
divanetto
di pelle scuro:<< Come fai ad essere vivo
papà? >> lui sorrise alla
figlia adottiva fiero della donna che era diventata:<<
Sei diventata una
splendida donna Talia, sapevo che sarebbe successo >> lei
arrossì appena
giocherellando con il caschetto di capelli neri:<< Ad
ogni modo ho finto
la mia morte, mi dispiace di avervi fatto stare male, ma dovevo trovare
il modo
di proteggervi e non avevo altra scelta >>
<< Proteggerci da cosa?
>> lui si sedette accanto alla figlia guardando anche
Dante:<< Da
Sergje >> << Mr Smith? Sapevo che quel
pazzo aveva qualcosa che non
andava, ma Keath era determinata a… >> Abraham
guardò il ragazzo con un
debole sorriso:<< Non avercela con lei, non era in
sé. Ad ogni modo
suppongo che Sergje abbia trovato il modo di obbligarla a far parte
della sua
disumana organizzazione >> << Pensi davvero
che l’abbia obbligata?
Keath sembrava così sicura di quello che faceva
>> << Tua sorella è
sempre stata fin troppo brava a fingere Talia e fin troppo determinata
a
proteggere la sua famiglia. Ad ogni modo ora dobbiamo trovare un modo
per fermare
Sergje prima del ballo dell’orfanotrofio >>
<< Vale a dire tra tre
giorni, è quasi impossibile >>
<< No Dante, ho già in mente che
cosa fare, l’unico problema è che non ci sono in
gioco solo le nostre vite
>> << Che cosa vuoi dire? >>
<< Quanto ricordi delle
mie ricerche? >> Lowell ci pensò un istante,
all’epoca aveva diciannove
anni e non ne capiva granché di biochimica molecolare e
neurochirurgia:<<
Ricordo che stavi cercando un modo per rendere possibile la
riabilitazione
anche dei casi più impossibili, mi avevi parlato di
nanotecnologia o roba
simile, non ricordo bene >> Abraham
sorrise:<< Esattamente, nano
robot. Piccoli esseri della grandezza di un atomo e in qualche modo
senzienti.
In grado di moltiplicarsi e di sostituire il cervello umano per alcune
funzioni
se debitamente controllati >> <<
Controllati da cosa? >>
domandò Talia curiosa:<< Da un computer, i
nano robot posso essere
impiantati in una persona e poi viene dato loro un ordine, possono
sostituirsi
ai nervi lacerati di un uomo dopo un incidente e permettergli di
riprendere la
mobilità o le funzioni vitali, purtroppo però
possono anche collegarsi al
tronco cerebrale e prendere il controllo di una persona per alcuni
momenti
>> << Come prendere il controllo?
>> << Se a contatto
con il cervello e controllati a distanza possono ridurre una persona ad
un
automa, chi ne è vittima non ricorderà nemmeno
ciò che ha fatto o ne avrà
solamente un lontano ricordo >> << In
pratica sarebbe l’equivalente
di un burattino >> << Esattamente
>> poi prima che potesse
continuare la sua spiegazione Aodhán bussò piano
alla porta dello studio:<<
Signor Carson…la signorina Keath…si è
svegliata >> il sorriso che
illuminò il viso di Abraham lasciava chiaramente intendere
quanto sua figlia
gli fosse mancata:<< Arrivo immediatamente
>>