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Autore: _Giuls17_    31/03/2016    3 recensioni
[the dark world, the same enemy but that's another story]
Hermione aveva provato sulla sua pelle il dolore vero e da quel momento aveva preso la decisione più importante della sua vita, una decisione che aveva richiesto un sacrifico che lei aveva eseguito senza indugio; ma in un mondo in cui Lord Voldemort ha preso il potere e Harry Potter cerca ancora di contrastarlo, non tutto andrà per il verso giusto.
C6: -Vorrei tanto che non fossi una stronza Serpeverde con zero capacità di amare.-
C7: “Cercavamo un amore travolgente, e l’abbiamo sempre avuto davanti, è sempre stata lei ad attirare la tua attenzione"
C8: -L’amore ci rende fragili ed io vivo in una famiglia in cui non posso permettermi questo genere di debolezza.-
C13: Ti prego non lo dire, se non lo dici non è vero e se tu non lo dici posso dimenticare, posso dimenticarti.
C19: -Io ti ho aspettato per tutta la vita.-
C23: Abbiamo deciso di distruggerci.
C44: A prescindere dal fatto che li amasse entrambi.
C48: Posso mettere la parola fine a tutto questo dolore.
C49: Hermione è una persona fatta di amore di rimpianti...
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dark World'
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Allora lo so bene che dopo un capitolo come il precedente
vi aspettere scintille e colpi di scena, 
ma in realtà Hermione sta per elaborare qualcosa di davvero importante,
per se stessa e per la sua storia con Draco,
quindi le scintille sono rimandate al prossimo capitolo che non vi deluderà.
Lo giuro!!
Quindi spero che questo possa piacervi, e possa concedervi un momento
di svago dalla vostra vita e se vi fa piacere farmi sapere il vostro parere, 
io sono sempre qui, per voi <3
 
Locked away
 
Hermione aprì gli occhi e la prima cosa che notò furono i suoi capelli biondi, erano un po’ più scuri dei suoi ma li aveva trovati sempre affascinanti.
Allungò una mano e gli sfiorò la guancia.
Non aveva mai dormito con un ragazzo fino a quel momento, quelle volte che ci era andata a letto non era mai rimasta, era una sua regola, nessuno era tanto importante da dormire con lei.
Tranne lui.
 
“Neanche Fred lo è stato.”
 
Si spostò leggermente e scese dal letto, si voltò ma era riuscita a non svegliarlo; recuperò da terra la camicia di Draco, l’avvicinò al viso e ne avvertì l’odore intenso: tabacco e uomo.
La indossò velocemente, cercando di calmare i propri sensi e si avvicinò alla porta, voleva essere sicura che non ci fosse nessuno ad attenderli, anche se era ancora presto.
L’aprì piano ma ciò che vide non le piacque.
 
-Ginny.-
La rossa si voltò e la guardò, notò qualcosa nel suo sguardo e si richiuse leggermente la porta alle spalle, non era stata una mossa intelligente indossare solo la camicia senza niente sotto, di sicuro se si fosse trattenuta troppo non avrebbe potuto evitare i ragazzi e una parte di lei voleva evitare di lanciare schiantesimi alle sette del mattino.
-Ieri sera ho parlato con Fred, è tutto vero?- domandò senza guardarla.
-Cosa ti ha detto?- non si mosse, ma si portò le braccia al petto, incrociandole.
-Siete stati assieme, per un po’ di tempo, poi tu lo hai lasciato… Perché non mi hai detto niente? È mio fratello.-
Lei si alzò e si avvicinò.
-Credevo che ci fosse, davvero, qualcosa con Fred.- le disse, guardandola con i suoi occhi freddi e glaciali, -Credevo di potermi fidare di lui, che fosse diverso dagli altri, ma non è stato così, Ginevra.
Solo perché crediamo di conoscere una persona non sempre quella si rivela per la sua vera natura.-
-Cos’è successo?-
-Non gli andavo bene.- ammise semplicemente, scrollando le spalle.
-Tu? Ma tu sei tu, tutti vogliono essere come te.-
-No, tutti credono di voler essere me, credono che ci sia qualcosa di bello dietro il mio viso e il mio corpo, ma tu lo sai bene, non c’è nessun posto sicuro dal mio lato della medaglia, niente felicità, nessuna famiglia… C’è solo il vuoto e il fascino dell’oscurità.
Lui credeva di potermi cambiare, credeva che io fossi una ragazza in difficoltà.- sbuffò.
-Tu non lo sei, non lo sei mai stata.-
-No, infatti, se tuo fratello cercava quel genere di ragazza avrebbe dovuto rivolgere le sue attenzioni ai Tassi, o a qualche Serpe viscida, io non sono come le altre, e così l’ho lasciato.-
Ginny la guardò e solo in quel momento notò il suo vestito.
-Tu e Draco…?-
-Già.-
Hermione si appoggiò alla porta della sua stanza ed emise un respiro di sollievo.
-Non sono seccata per averlo saputo solo ora, ma sono felice che tra voi non abbia funzionato.-
-Perché?-
-Perché non riuscirei a vederti se non con lui.- indicò la sua stanza, -Ti fa risplendere la sua presenza, Hermione, sei diversa, sei umana, ed era qualcosa che non credevo avrei mai visto o rivisto.
Malfoy ti fa bene.-
-Ed io farò bene a lui? O lo porterò con me nell’oscurità?-
-Non c’è solo bene o male, lo sai.-
-No, nel mondo non è così, ma il mio mondo è diverso, le regole della sopravvivenza sono più dure.-
-Puoi uscire dall’oscurità, puoi farcela, ma se rimani sola perderai.-
Hermione abbassò lo sguardo e si sentì persa, persa come quella volta che aveva capito quanto fossero vere le parole di Daphne, persa come quando aveva capito che Malfoy sarebbe entrato nella sua vita, per abbattere il suo muro e le sue difese.
Ma soprattutto si sentì ancora una volta rinchiusa in quel mondo da cui aveva provato a scappare per tutta la vita.
Quel mondo che non l’avrebbe mai lasciata andare, senza averle sottratto via qualcosa, qualcosa di davvero importante.
 
-Devo rientrare.- sussurrò, voltandosi.
-Non permettere al tuo lato oscuro di vincere, ancora, combatti Hermione, forse combatterei per il resto della tua vita, perciò se ti arrendi ora è la fine.-
-Restare o saltare.-
-Come?-
-Lascia perdere, Ginny.-
 
Entrò velocemente e chiuse la porta alle sue spalle, provò a calmare il suo cuore ma non ci riuscì, la verità era che la sua vita sarebbe stata sempre complicata, sempre a rischio per le persone che provavano ad entrarci.
-Questa si che è una bella visione.-
Alzò lo sguardo e lo trovò ancora sdraiato sul letto, il petto nudo e il resto del corpo coperto dalle lenzuola, ed era suo, provò una fitta di dolore al cuore.
 
Non sarà mio per tutta la vita.
Me lo porteranno via.
“O ti… Porteranno via da lui.”
 
-Potrei anche farci l’abitudine.-
Notò il suo sorriso e decise che per quel giorno avrebbe indossato una nuova maschera, avrebbe indossato la maschera di Hermione Granger e non della Regina di Ghiaccio, almeno con lui, sentendo di dovergli qualcosa, di dovergli di più un sorriso finto e di un paio di occhi gelidi e lontani.
Gli doveva tutto.
-Potresti, è vero, ma tutto dipende se ti farò rientrare o meno nel mio letto.-
Hermione si avvicinò e si sedette accanto a lui, allontanando tutto il resto.
-Credo che lo farai.-
Draco le baciò il collo e la morse delicatamente.
-Vorresti sedurmi? Non ero io la Serpe tra i due?-
-Non voglio sedurti.- la baciò vicino alla bocca e le percepì il respiro farsi corto.
-Ah no?-
-No, voglio amarti.- rispose lui baciandola e riportandola sotto le coperte.
 
 
“Sei umana.”
 
***
 
Daphne le passò una sigaretta e la prese senza esitazione, nonostante in quel periodo non avesse fumato per niente in quel momento ne sentiva la necessità.
La giornata era iniziata da poche ore eppure avrebbe preferito chiudersi nel buio della sua camera, invece di stare al sole.
L’accese e l’avvicinò alla bocca, inspirò a fondo e chiuse gli occhi.
 
“Sei umana.”
 
Quella parola non l’aveva lasciata per un solo istante, avrebbe voluto maledire Ginny ma preferì evitare, anche se una parte di lei sapeva che la colpa era solo sua, sua e del suo maledetto altruismo.
 
Non sono umana.
 
-Oggi ci sarà il prossimo incontro, hai pensato a cosa insegnarci?-
-Non prendermi in giro, sei brava quanto me.- disse, guardandola.
-Me la cavo, forse.-
-Forse? Daphne ti conosco da abbastanza tempo da sapere quando mi menti.-
-Non so come fai.-
Quella frase la fece bloccare, percepì il corpo immobile, i muscoli tesi, la sigaretta si stava consumando senza che lei la toccasse.
-Che intendi?-
-Fare quello che fai, essere quello che sei solo per non…-
-Non sono una santa, Daphne.- tagliò corto, distogliendo lo sguardo da lei.
-Nessuna di noi lo è, eppure lo sai bene quanto me che vorresti che le cose fossero diverse.-
-Ero al primo anno quando ho fatto il tuo stesso pensiero, quell’anno mi sono chiesta il perché di tante cose: del perché avessi quel genere di famiglia, del perché Voldemort li avesse rovinati e del perché della mia scelta.
Una parte di me non lo voleva, ma sfido chiunque a scegliere la vita che io mi sono creata, nessuno lo farebbe, nessuno sarebbe così pazzo.- inspirò di nuovo, la nicotina che le andava in circolo calmò i suoi sensi e preferì che Draco non la vedesse in quel modo.
Alla mercé di sé stessa, dei suoi sentimenti e della Regina di Ghiaccio.
-Forse nessuno lo avrebbe fatto, per questo credo che sia difficile. Alla fine anche se siamo in questa Casa, noi possiamo essere chi vogliamo, tu…-
-Io non ho scelta.-
E come se lo avesse chiamato, vide Draco passare davanti a lei nel cortile, con la scopa sotto il braccio e la tenuta da Quidditch, avrebbe voluto sorridergli e vedere lui fare lo stesso come quella mattina, quando l’aveva amata ancora prima delle lezioni, ma non lo fece.
Lo fissò in silenzio, gli occhi gelidi che in realtà stavano bruciando.
Lui spostò lo sguardo sulla sua mano, e scosse la testa.
 
Non sono perfetta.
 
-Andiamo via.- disse, prendendo la borsa e alzandosi.
In lontananza vide i gemelli Weasley avvicinarsi al resto della squadra, ma non gli concesse neanche uno sguardo, Fred non valeva poi così tanto e sapeva bene che Draco lo avrebbe picchiato volentieri se solo l’avesse guardata.
-Sì.-
Daphne le si affiancò e assieme attraversarono il giardino.
Gli occhi del biondo si incollarono alla sua schiena ma lei lo ignorò, lo fece con tutta se stessa e per la prima volta ebbe la sensazione di essere tornata indietro nel tempo, così indietro da scordarsi che Hermione era lì e che era riuscita a domare Lei, così lontano che un brivido le attraversò la schiena ed ebbe paura.
Paura di tornare Lei, paura di dimenticarsi come fosse cambiato il mondo e che tutto sommato lei ne poteva far parte.
 
“Ricordati che per quanto ci provi, sarai sempre rinchiusa in quella gabbia che rappresenta la tua vita.”
Lo so.
 
Strinse le mani intorno al manico della borsa fino a sbiancarle, e la sensazione svanì.
Fece un respiro profondo e si diresse alla prossima lezione, ma non riuscì ad allontanare quel pensiero, la sua coscienza, lei aveva ragione.
Scappava da tutta la vita da se stessa, dalla sua famiglia e dall’oscurità, la luce che Draco aveva portato non avrebbe fatto alcuna differenza, non avrebbe scacciato le tenebre, non avrebbe sanato il suo cuore e non l’avrebbe portata sulla retta via, avrebbe solo allungato il suo tedioso cammino.
 
Rinchiusa.
Rinchiusa in una vita che non mi sono scelta, rinchiusa dietro un aspetto che non mi appartiene, dietro la Regina di Ghiaccio pur di proteggermi, rinchiusa agli occhi del mondo che più di una volta mi ha ferito, senza pensare alle conseguenze.
Rinchiusa ai miei stessi occhi, perché anche per loro la verità è troppo dura da affrontare.
“Sei ancora nelle tenebre.”
 
***
 
-Oggi faremo pratica con gli schiantesimi, in una battaglia sono l’arma migliore per guadagnare tempo, l’arma migliore per tramortire così da contrattaccare in maniera più decisiva o semplicemente per permettervi di correre dietro le gonne di vostra madre.-
Hermione li guardò tutti, si erano sistemati a cerchio intorno a lei, ma in quel momento non provò niente.
La sensazione che l’aveva spinta a creare quel gruppo era svanita, o almeno in quel momento era svanita.
 
Non sento niente.
 
-Si pronuncia: Stupeficium. Nei prossimi giorni vedremo anche altri incantesimi di azione e perfezioneremo quelli di difesa, ma ci concentreremo su uno in particolare.-
-Quale?-
-L’Incanto Patrono.-
-A cosa ci serve? Ha un nome strano.- domandò Neville.
-Ci servirà a salvarci quando Voldemort sguinzaglierà l’artiglieria pesante.-
Improvvisamente ricordò l’estate del suo terzo anno, chiusa a Granger Manor, difesa dai Dissenatori per impedire a qualsiasi persona di entrare e a lei di uscire.
 
-Ci serviranno tutte le armi che abbiamo contro di loro.-
-Mio padre dice che è uno degli incantesimi più difficili che esistano, ci vuole un ricordo felice.-
Luna richiamò su di se tutta la sua attenzione e anche lei si voltò.
-Sì, non tutti riescono a concentrarsi su un ricordo così intenso. Non tutti ne hanno uno.- sussurrò a bassa voce.
-Granger, tu lo sai fare?- chiese, Potter.
-Secondo te lo potrebbe insegnare, in caso contrario?- Zabini la guardò e lei lo ringraziò con lo sguardo.
-Bè, solo che è difficile credere che una come lei abbia qualche ricordo felice.-
Non identificò la voce ma sapeva che sarebbe successo, la sua posizione al comando era in bilico e lo sarebbe sempre stata, sempre avrebbero messo in dubbio i suoi piani e i suoi comandi ma le stava bene così, non voleva farsi amare.
Voleva solo che nessuno fosse vittima delle sue stesse disgrazie e voleva che si rendessero conto di quanto fosse brava in realtà, voleva che la temessero anche di più.
-Credete che io non lo sappia fare? Allora sfido chiunque creda una cosa del genere a farsi avanti e dopo che mi avrà visto farlo, dovrà pulire la Stanza delle Necessità per un mese oppure sfidarmi a duello.-
Incrociò le braccia al petto e aspettò.
Vide il ghigno sul viso di Malfoy e i suoi occhi si accesero, nonostante tutto era troppo doloroso provare a reprimere ciò che provava per lui.
-Okay.-
Potter si fece avanti, assieme a Diggory e McLaggen, sorridenti come solo i maschi sapevano essere.
Hermione tirò su leggermente le maniche del maglione, ma non lo tolse non aveva voglia di far vedere le bende che Madame Chips le aveva cambiato, e cercò di non pensarci soprattutto perché aveva saltato l’incontro col Preside e lei l’aveva rimproverata.
 
“Sei sicura?”
Lo sappiamo fare, lo sai.
“Non intendevo questo, sei sicura che uscirà quello che ci aspettiamo?”
 
Quella frase le si insinuò nel cuore; no, non era sicura che sarebbe uscito il suo Patronus, adesso che tutto era cambiato temeva che anche quello lo fosse, ma doveva riuscirci, anche se non sapeva quale fosse il Patronus di Draco Malfoy, non poteva permettersi di fargli prendere il suo aspetto; così quando chiuse gli occhi non pensò a lui.
Pensò a se stesa, a ciò che l’aveva resa felice in quegli anni, non a ciò che aveva sacrificato ma a ciò che aveva ottenuto, e sorrise.
 
-Expecto Patronum.- mosse leggermente la bacchetta, conosceva l’incantesimo, aveva individuato quel pensiero felice.
Prima della semplice nebbia argentata si diffuse di fronte a lei, poi la sua tigre bianca uscì, prepotente, forte e indomabile com’era, sempre stata lei.
Quella era lei e per quel giorno nessuno l’avrebbe messa in discussione.
-Wow.-
Si guardò attorno e si rese conto di averli conquistati.
La Regina di Ghiaccio aveva fatto ancora una volta centro, ma stavolta non le erano servite minacce, o incantesimi o meglio uno si, ma non era stato il peggiore della sua vita.
Draco la guardò, curioso, sorpreso e seppe di aver acquistato qualche punto in più, Blaise invece sorrideva come faceva ogni volta che qualcuno osava sfidarla, come quando sapeva di aver in mano la giocata vincente e che prima o poi avrebbe visto gli altri pagare.
Lei si avvicinò ai tre ragazzi e la sua tigre fece lo stesso.
-Duello o pulizie?- domandò, ghignando.
Si guardarono e scossero la testa, per quel giorno nessuno l’avrebbe più sfidata.




∞Angolo autrice: Eccoci qua, allora Hermione si sente rinchiusa ancora nella sua vecchia vita e ha paura che questa oscurità sia permanente, che in un modo o nell'altro la perseguiterà per il resto della sua vita.
Ci sono momenti importanti che ci aiutano a capire la sua perenne indecisione e la sua scelta di indossare una nuova maschera, poichè sa che nella sua famiglia un sentimento del genere la porterà allo sfacelo.
Quindi vi lascio allo spoiler e spero che vi sia piaciuto.

Spoiler:

-Lei è qui perché qualcuno doveva sapere, è qui perché dovevo assicurarmi che qualcuno comprendesse il vero motivo, per cui lo sto facendo, e per garantirle che un prossimo anno la professoressa Umbridge non tornerà in questa scuola.-
-E lei è sicuro che io riuscirò a tornare? L’anno non è ancora finito, eppure… Percepisco l’oscurità che mi chiama, la sento sussurrare la sera, al mio orecchio, la avverto nel mio cuore e nelle azioni che compio.
C’è un punto di non ritorno, preside, io credo di averlo superato da troppo tempo.- 
 
 
   
 
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