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Autore: The Land Of Disagio    31/03/2016    2 recensioni
Auruo e Petra stanno insieme fin dal secondo anno di arruolamento nell'esercito, scegliendo di unirsi entrambi nella Legione Esplorativa. Qualcosa, però, cambierà quando il loro destino si intreccerà con quello di un misterioso Capitano dagli occhi sfuggenti come la nebbia e freddi come il ghiaccio.
Il loro destino è incerto, la loro vita sospesa ad un filo e, si sa, il cuore di una persona può essere davvero particolare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Auruo Bossard, Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Still in love with you & Plans

Appena aprì gli occhi, Petra capì immediatamente che quella sarebbe stata una giornata schifosa.

Non era nemmeno l’alba, ed un forte dolore al ventre le diede alla testa, mentre un senso di nausea le faceva sentire un forte bisogno di vomitare.
Cercò di distrarsi dal suo malessere, provando a tornare a dormire, ma non ci riusciva. Nel momento in cui provò ad alzarsi dal letto per prendere una boccata d’aria, fu costretta a correre il più velocemente possibile verso il bagno.

Si tirò immediatamente dietro i capelli per evitare che si sporcassero, rigurgitando tutta la cena del giorno prima, ma dopo non si sentì affatto meglio come si aspettava. Ogni volta sembrava che fosse tutto finito, ma la stessa sensazione di nausea si ripresentava più forte di prima, rendendole difficile persino la normale respirazione.
Mentre continuava a vomitare, si chiedeva perché stesse così male. Aveva forse mangiato qualcosa che le aveva fatto male? Aveva preso freddo?
Non sapeva darsi una risposta, non riusciva ad individuare la causa di quell’insistente malessere.

Dopo pochi ma interminabili minuti, finalmente la nausea svanì, permettendo a Petra di riprendere a respirare normalmente, lasciandosi poi scivolare lentamente contro il muro del bagno, accartocciandosi su sé stessa.
Ci vollero qualche altri minuti prima che si sentisse in grado di alzarsi e tornare nella sua comoda stanza, lanciandosi sul letto sentendosi incredibilmente esausta come se avesse corso per 100 miglia, infatti cadde addormentata nel momento in cui il capo toccò il materasso, senza nemmeno prendersi la cura di coprirsi con una coperta o di stendersi compostamente.

Quando si svegliò dal suo sonno ristoratore, sentì un senso di pace pervaderle l’anima, ma notò con sorpresa che non si trovava nel suo letto, bensì in un enorme campo pieno di fiori in boccio. Il profumo che c’era nell’aria era inebriante.
Pensò persino di essere morta e che quello era il Paradiso, finché una voce familiare reclamò la sua attenzione. "Petra, sei qui".
La giovane sii voltò di scatto, vedendo con stupore che Levi era lì, a pochi metri da lei, in piedi sotto un magnifico ciliegio in fiore. Senza poterne fare a meno, corse a perdifiato verso di lui con il cuore colmo di gioia, tuffandosi tra le sue forti braccia e affondando la testa nel suo petto, ascoltando il suo cuore che batteva veloce.
Quanto gli era mancato.
Levi ricambiò l’abbraccio con forza, alzandola di un paio di centimetri da terra, accarezzandole i capelli per poi stendersi insieme sulla morbida erba.
"Ti amo così tanto, piccola", le sussurrò nell’orecchio, lasciandole un piccolo bacio sulla tempia, “Mi credi, vero?”.
Il cuore di Petra cominciò a battere all’impazzata, mentre i suoi sentimenti prendevano il sopravvento su di lei. Sentiva di poter toccare il cielo con un dito. "Certo che ti credo, Levi, ti amo anch’io", gli rispose con un sorriso, stringendolo ancora più forte.
"Ne sono felice, ma promettimi una cosa", sussurrò lui continuando ad accarezzarla.
"Qualsiasi cosa".
"Promettimi che non mi abbandonerai mai".
I suoi occhi azzurri brillavano sotto il sole caldo, posando il suo sguardo in quello dorato e pieno d’amore della giovane, mentre un venticello delizioso scompigliava i loro capelli. Sì, era decisamente il Paradiso, se aveva lui al suo fianco.
"Ti prometto, con tutto il cuore, che starò sempre dalla tua parte. Qualsiasi cosa accada" disse con sicurezza, spostandogli un ciuffo ribelle per guardarlo dritto negli occhi. Voleva dimostrargli la sua piena sincerità.
L’uomo l’abbracciò ancora più forte, posando una mano dietro la nuca della ragazza, sussurrandole un semplice "Grazie".
Le loro labbra erano pochi centimetri di distanza, e Petra moriva dalla voglia di baciarlo. Il cuore pompava sempre più veloce, così velocemente che sembrava esploderle nel petto.
Le sembrava passata un’eternità da quando aveva posato le labbra su quelle di Levi per l’ultima volta, e quel magnifico calore le mancava terribilmente. Si sentiva come una tossicodipendente in piena crisi di astinenza. Il moro sembrò leggerle nella mente, e nei suoi occhi si leggeva il suo stesso desiderio.
Spinse la nuca di lei verso di sé, riducendo sempre più la distanza. Petra poteva sentire il respiro caldo di Levi sulle sue labbra, quando final-

*Toc Toc*

La soldatessa scattò a sedere sul letto, rossa in viso, respirando affannosamente. Fu un duro colpo vedere la realtà, e realizzare che quello era stato solo uno stupido ed impossibile sogno.
‘Il Capitano Levi così sdolcinato? Non prendermi in giro, ragazza mia, lui non sa nemmeno cosa significa la parola romanticismo’, si rimproverò mentalmente Petra, grattandosi la testa. Immaginare un Levi così dolce ed aperto era fuori da ogni discussione, ed era perfettamente consapevole che tutto ciò non sarebbe mai accaduto.
Doveva ammettere che era soprattutto colpa sua, che continuava a fantasticare ad occhi aperti, ma anche se provava in tutti i modi a dimenticarlo, era tutto inutile, quindi aveva accettato quella continua persecuzione. Del resto, i sogni era l’unico posto dove poteva illudersi di stare insieme a lui.

*Toc Toc*

L’insistente bussare questa volta attirò l’attenzione della ragazza, che si alzò sbadigliando. Con sorpresa, notò che il suo corpo era regolarmente coperto dal lenzuolo, nonostante si ricordava di non averlo usato, ma non ci pensò più di tanto. Di sicuro era stata soltanto la sua immaginazione.

Per un folle istante, addirittura sperò che dietro quell’asse di legno ci fosse il Capitano, ma sapeva che si illudeva e basta. Non sarebbe mai tornato da lei, e lei non l’avrebbe più cercato.

Stropicciandosi gli occhi, aprì la porta, trovando dietro di essa un assai agitato Auruo che la stava aspettando con impazienza.

"Petra, tutto bene?", le chiese ancora l'uomo, poggiando una mano sulla spalla della fidanzata.
"Oh...Auruo, sei tu…che ci fai qui?", chiese a sua volta la ragazza, ancora insonnolita.
"Sono venuto a svegliarti, sei in ritardo per l’allenamento. Il capitano Levi mi ha mandato a prenderti, e vedere se stavi bene".
"Ho dormito così tanto?", sgranò gli occhi la soldatessa, scattando dentro alla stanza e rovistando tra i cassetti in cerca della sua divisa. "Come è possibile? Non sono mai stata in ritardo nemmeno una volta!", sbottò infine, mentre Auruo chiudeva la porta scuotendo la testa esasperato e divertito al tempo stesso, appoggiandosi allo stipite in attesa.


Qualche ora prima

“Un’altra notte insonne” sbuffò tra sé il Caporale Levi, alzandosi dalla sedia dove si era concesso un po’ di riposo.
Era da due mesi che non toccava il proprio letto, non che prima lo usasse molto, ma ormai aveva rinunciato a qualsiasi tentativo di combattere la sua cronica insonnia. Si limitava a rilassare i muscoli su quella scomoda poltroncina, ritrovandosi a fissare il vuoto per quasi tutta la notta.
Come sempre, decise di prepararsi prima di quanto avrebbe dovuto. In particolare, quella mattina aveva voglia di una tazza di tè caldo.

Mentre si sistemava la camicia bianca, perso nei suoi pensieri, sentì dei piedi leggeri correre per il corridoio di fianco, seguiti dallo schianto della porta dei bagni che si chiudeva.
Levi si chiese chi potesse essere a fare quel baccano a quell’ora del mattino e, una volta pronto, si sporse in tempo per vedere una figura minuta barcollare fuori dal bagno, stremata.

La riconobbe in un secondo, del resto i suoi capelli rossi erano un facile segno di identificazione.
La giovane stava evidentemente male, e, senza nemmeno riflettere, l’uomo seguì silenziosamente Petra fino alla sua camera, mantenendo una certa distanza, pronto ad intervenire se il malessere si fosse ripresentato. La ragazza era così mentalmente confusa e insonnolita che si scordò di chiudere a chiave la porta, rendendo facile l’accesso al Capitano, che entrò non appena si fu assicurato che si fosse addormentata.

Mentre osservava il volto addormentato di Petra, i pensieri di Levi andarono alla spedizione programmata per la settimana seguente, e non poté fare a meno di sentire una sgradevole sensazione crescergli nello stomaco.
Non aveva idea di cosa le sarebbe successo al di fuori delle mura.
Certo, lei era un’eccezionale soldatessa, si distingueva tra gli altri cadetti per agilità e un’insospettabile forza, ma era stata nel mondo esterno solo un paio di volte, e poteva accadere veramente di tutto, in più in quel momento sembrava stare veramente male e ciò non avrebbe giocato a suo favore.

Sospirando, Levi prese la ragazza tra le sue braccia, sistemandola nel materasso in una posizione più comoda, coprendola con il lenzuolo per evitare che sentisse freddo. Con una mano, le arruffò delicatamente i capelli ramati, sentendo una strana scossa attraverso il suo corpo.
Solo una volta aveva provato una sensazione simile, circa due mesi prima.

Solo la sua forza di volontà gli permise di alzarsi, staccandosi da lei, ma non prima di averle sfiorato la fronte con le labbra, sussurrandole nell’orecchio. “Se solo provi a farti ammazzare, verrò fino all’inferno solo per fartela pagare”.

Dal canto suo, nonostante stesse dormendo, la soldatessa farfugliò una risposta incomprensibile, appena udibile, e l’uomo pensò che la ragazza non aveva affatto sentito quello che aveva detto, ma semplicemente parlava nel sonno in seguito a qualche sorta di sogno.

Controvoglia, Levi si decise a lasciare la stanza per permettere a Petra di riposare un po’, non notando che qualcuno aveva origliato ogni cosa da dietro la porta.


Petra corse più veloce che poteva lungo i corridori, pronta per la ramanzina che si sarebbe sicuramente beccata, seguita a ruota da Auruo, che trotterellava dietro di lei ansimando.

"P-Petra, possiamo rallentare un po', per favore?", sbuffò il ragazzo, non capace di tenere il passo della fidanzata, che gridò a sua volta. "Non possiamo! Sono in tremendo ritardo, mi toccherà subire una bella strigliata", si lamentò, non dandogli retta.
"In realtà, sono anche io in ritardo", mormorò Auruo, aggrottando la fronte in disappunto, facendo sentire in colpa Petra. Del resto, era colpa sua: se non si fosse addormentata, non tutto ciò non sarebbe successo, ma non era solo questo il motivo per il quale faticava a guardarlo negli occhi.

Da settimane Petra tentava di mettere fine alla loro relazione, ma non trovava il coraggio. Anche se non provava più niente oltre all’affetto, gli voleva troppo bene per ferirlo, e si vergognava a confessare il tradimento, e ciò la faceva sentire una sporca codarda che non sapeva affrontare i propri sbagli.
Sapeva che se avesse lasciato Auruo non avrebbe risolto niente e che comunque non sarebbe tornata da Levi, nonostante lo amasse, ma aveva bisogno di tempo da sola, e non poteva prendere in giro una persona a lei così cara intrappolandola in una relazione fatta di bugie.

Sospirando, la ragazza si chiese quando avrebbe avuto il fegato di affrontare la situazione, mentre finalmente raggiungevano i loro compagni, già in fila e con le loro attrezzature pronte.
La soldatessa corse al cospetto di Levi, scusandosi per il ritardo. "Capitano! Mi dispiace tanto per l’accaduto, prometto che ciò non accadrà di nuovo", borbottò, chinando la testa.
"Tsk, andate a prepararvi. Stiamo per iniziare", rispose freddamente l’uomo, scrutandola. “Sembra che anche Moblit se la sia presa con comodo?", osservò infine, incrociando le braccia, giusto un momento prima che il ragazzo messo in questione sbucasse fuori.
"Sono qui! Mi perdoni!", bofonchiò, mettendosi in riga, dando finalmente inizio all’allenamento.

Durante tutto l’allenamento, Levi notò che Petra non stava facendo del suo meglio come al suo solito. Era traballante e senza forze, come se non avesse riposato a sufficienza, e più di una volta aveva rischiato di sbattere contro le figure di legno.
Sicuramente non era nelle condizioni fisiche di sottoporsi a tale sforzo per troppo tempo.

Appena si furono un po’ distanziati dal gruppo, l’uomo prese la ragazza per il braccio, nascondendosi con lei dietro al tronco dell’albero sul quale erano arrampicati. "Petra, va tutto bene?" le chiese a bruciapelo, in un tono che pretendeva risposte.
"Oh, sto bene, veramente", farfugliò la giovane, spostandosi un ciuffo di capelli mentre cercava di evitare in tutti i modi il contatto visivo, ma quella risposta non soddisfò il Capitano. “Se non ti senti bene, dovresti ritornare in camera tua e riposarti. Non sei nelle condizioni di continuare", insistette con forza, con una lieve inflessione di preoccupazione nella voce che fece battere il cuore della soldatessa all’impazzata.

Forse Levi teneva veramente a lei.

Petra sentiva il petto quasi esplodere dalla voglia di gridare. Le mancava così tanto.
Tutto ciò che voleva fare in quel secondo era tuffarsi nelle sue forti braccia e non lasciarlo mai. Se solo avesse potuto, l’avrebbe fatto senza nemmeno pensarci un secondo in più, ma doveva trattenere i suoi sentimenti.

"Mi manchi", si lasciò sfuggire prima di potersene pentire, con un sussurro talmente flebile che Levi riuscì a malapena a sentirlo.
"Pensavi che evitandomi come la peste avresti risolto qualcosa, ragazzina?", sibilò con tono di rimprovero, allungando la mano verso quella di Petra intrecciando le loro dita, prendendola di sorpresa.
Levi, dal canto suo, si sentiva a disagio. Una cosa del genere non era nella sua natura, ma era stato un gesto spontaneo che non era stato capace di controllare.

"Dobbiamo parlare di questa faccenda, mocciosa, ma in un posto più tranquillo", le sussurrò in un orecchio per evitare di essere sentito da orecchie indiscrete. “Incontriamoci stasera, quando il sole sarà già tramontato”.

Petra fissò intensamente l’uomo negli occhi, in preda a quell’ansia che l’aveva posseduto prima del loro appuntamento di mesi prima, ma questa volta presentarsi sarebbe stato obbligatorio. La discussione non poteva essere rimandata, a qualsiasi costo.
"Ci sarò, te lo prometto", sussurrò, avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra, ma non lo baciò, come Levi si aspettava, bensì volò via verso l’albero accanto con la grazia di una farfalla, lasciando l’uomo senza fiato.

'Che ragazza impertinente!', pensò tra sé il Capitano, mentre un sorrisetto malizioso increspava sul suo viso.





Spazio della traduttrice
Buonsalve!
Come avrete capito, questa volta vi ho portato non uno, ma bensì due capitoli! (va beh, dato che erano entrambi corti ho semplicemente deciso di pubblicarli insieme)
Spero veramente che vi piacciano!
Non perdetevi il prossimo capitolo, non dico altro, in più aggiungo che non dovete abituarvi alla dolcezza di Levi, quel tipo di smancerie le farà solo nei sogni di Petra almeno finchè scriverò io, il massimo che farà è stringerle la mano come ha fatto ora (sono cattiva lo so, ma ringraziatemi dal risparmiarvi un diabete fulminante, che l'autrice mi perdoni ^.^").
Comunque sia, mando un bacione a tutti voi, e vi ringrazio per tutto il prezioso suporto e i consigli che mi regalate <3
Alla prossima!!
   
 
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