Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Erin    01/04/2009    6 recensioni
<< Rose Weasley >> sentii finalmente chiamare e sobbalzai, benché me lo aspettassi. Salii i tre gradini lentamente, sorrisi alla preside, che chinò appena il capo in segno di saluto, e alla professoressa DeLance che mi fece sedere sullo sgabello. Chiusi gli occhi, perché non volevo vedere gli occhi di Albus e James fissi su di me. << Che mente brillante...si, proprio come tua madre! La timidezza è il tuo unico scoglio e forse caratterialmente l’unica cosa che hai preso da tuo padre. Ma il fervore e la tempra mi sono molto familiari. Potrei smistarti a Corvonero per l’intelletto o a Grifondoro per la tempra...ma io credo che ci sia una casa più adatta per te. Serpeverde! >>
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<< Guarda chi c’è >>

 

 

Edera

šsšts

Amici

šsšts

 

 

<< Malfoy, scusa Malfoy! >> urlai, facendo lo zig zag tra le persone per raggiungerlo, appena usciti dalla Sala Grande.

Lui rallentò appena, ma non si fermò, alzando appena la testa al di là della spalla.

<< Weasley >> constatò, quando lo affiancai.

<< Malfoy, >> ripetei col fiatone, << scusa la domanda - non che mi dispiaccia, eh - ma perché tutta questa gentilezza nei miei confronti? Tuo padre... >>

<< Weasley, stammi bene a sentire: sono passati vent’anni da ciò che è successo e poi mio padre è abbastanza riconoscente a tuo zio Harry Potter per averlo aiutato il settimo anno. Ed a me non frega niente se hai i capelli rossi e le lentiggini, ma se pensi che il mio comportamento sia assurdo, sai che ti dico? Addio, Rossa >> disse velocemente, accelerando il passo e prendendo la via per i sotterranei.

<< Io...che cosa...Malfoy! >> richiamai, ma era troppo tardi.

Mi misi a correre, trattenendomi con le mani la gonna a pieghe nera  - che mi ripromisi di allungare la magia – dirigendomi verso i sotterranei.

Lo vidi entrare ma non feci in tempo ad entrare insieme a lui, perché i mattoni si richiusero al suo passaggio.

<< Sanguediserpente, sanguediserpente >> dissi velocemente, e il passaggio si aprii nuovamente.

Ripresi a correre, entrando nella Sala Comune, voltai a destra dove vidi i suoi capelli biondi venir ingoiati dalla penombra e lo seguii, frettolosamente, rischiando di urtare alcuni ragazzi davanti al dormitorio maschile. Avevo trovato un amico, non volevo perderlo per la mia lingua lunga.

<< Ehi, qui non puoi entrare >> sentii dire ad un gruppetto di ragazzi più grandi di me, ma non ci feci caso, continuai a correre fino a fermarmi davanti a delle porte di legno scuro.

Oddio dov’era andato Scorpius? Strinsi la gonna tra le mani, in preda all’imbarazzo e al pensare alle conseguenze della mia decisione, poi strizzai forte gli occhi e urlai.

<< SCUSAMI! Scorpius Malfoy, non sarò più tanto invadente, te lo prometto! >>

Tenni gli occhi chiusi per un po’, temendo che riaprendoli mi sarei trovata davanti un mucchio di maschi Serpeverde e pure ridacchianti.

Aspettai qualche secondo, stringendo i lembi della gonna. Poi lasciai andare la pressione delle dita, lentamente lasciai che i miei occhi tornassero a vedere, ma ciò che vidi furono le solite porte in legno scuro, immobili. Mi aveva sentito?

Feci un passo indietro, poi un altro. Sentii svariati commenti sulla mia sanità mentale da parte dei ragazzi più grandi, ma finsi di non farci caso e a testa bassa me ne tornai nella Sala Comune, andandomi a raggomitolare su un divano verde di velluto.

Per fortuna dopo poco l’intero dormitorio fu vuoto. I ragazzi di prima se n’erano andati a lezioni, a quanto avevo capito. E molti del primo anno come noi, che per il primo semestre non avevano lezioni di pomeriggio, erano fuori a giocare nei giardini o al campo da Quidditch.

Mi guardai intorno, guardai i candelieri appesi a tratti intorno alle pietre miliari di cui era composta la Sala Comune: sembrava proprio una prigione. L’unica cosa che la contraddistingueva era l’arredamento lussuoso, gli arazzi importanti, i mobili che sembravano appena usciti dalla rivista “ Il Castello Moderno”.

Presi poi un libro da una piccola libreria, aveva un titolo strano e mi aveva attratto: incanti per il buonumore. Non pensavo che ce ne fossero del genere nella tana dei Serpeverde. O forse ne avevano bisogno anche loro.

Iniziai a sfogliare qualche pagina, distrattamente. La maggior parte non li avevo mai sentiti nominare, conoscevo solo qualche infuso che mia madre mi preparava quando mi sentivo poco bene o dovevo fare qualcosa di importante e avevo una fifa blu.

Passai il pomeriggio lì, nello strano tepore che avevo preso stando su quel divano, e poi mi sentivo anche stanca perché quella notte avevo dormito poco e male...

 

<< Weasley...Rose, non si dorme nella Sala Comune, ci sono i letti per questo >> sentii dire da una voce familiare, ma mi rigirai dall’altro lato, mugugnando.

<< Weasley, ti si vedono tutte le mutandine. >>

 Scattai a sedere, tirandomi giù la gonna con entrambe le mani. Dovevo avere una faccia orribile e i boccoli rossi tutti arruffati perché davanti a me c’era un fin troppo divertito Scorpius Malfoy.

<< Malfoy... >> borbottai, stropicciandomi gli occhi e lasciandomi ricadere all’indietro sul divano.

<< Sai che ho una stanza singola, io? >>

<< Sei proprio un Malfoy... >>

Non udii risposta, così scattai di nuovo a sedere, spaventata.

<< Scusa scusa, mi è uscito spontaneo! >> esclamai.

Lo vidi trattenersi dal mandarmi un insulto, poi distese i muscoli del viso.

<< Be, poco male. Se essere un Malfoy comporta questi vantaggi... >> disse facendo spallucce, poi si voltò a guardare alcuni quadri appesi alle mie spalle.

<< Ti ho sentito prima, comunque, perché stavi proprio davanti all’ultima porta, che è la mia stanza >> fece, distrattamente.

<< Meno male, pensavo di aver gridato al vento >> sussurrai, sorridendo.

Scorpius si sedette sul divano, accanto a me, intrecciando le mani e guardandosi le dita scivolare tra loro.

<< So cosa significa essere guardati come guardano te. Guardano anche me così, per via di mio padre. E’ arrivato un nuovo Malfoy, dicono. Come se avessero conosciuto mio padre questi bambinetti...ma chissà cosa gli hanno detto i loro genitori. Senti, mio padre è cambiato e io sono cresciuto diversamente sia da lui che da mio nonno. Io sono diverso. Punto. Basta. Io voglio essere amico di una ragazza coi capelli rossi e le lentiggini. Quindi volevo dirti che quando non ce la fai a stare nel tuo dormitorio, pieno di ragazzette chiassose, puoi venire nella mia stanza, perché lì nessuno ti darà fastidio. La parola d’ordine è Rosso >> disse infine, alzandosi dal divano e lasciando la Sala Comune, con le mani in tasca e l’aria distratta, come se non avesse detto niente.

Io ero rimasta pietrificata.

Dal suo discorso, che solo dopo avevo capito il motivo del suo dirmi che aveva la stanza da solo, delle sue parole, della sua parola d’ordine. ROSSO.

Abbozzai un sorriso, corsi nel mio dormitorio a prendere un sacchetto di velluto blu dove tenevo delle cose che mi aveva regalato la mamma.

Poi tornai in Sala Comune e continuai per il dormitorio maschile, con il sacchetto stretto tra le mani. Individuai l’ultima porta, mi schiarii la voce e pronunciai << Rosso >> e la porta si divise in due ed entrambe le parti scivolarono a destra e a sinistra della parete, come una comune porta scorrevole babbana.

Quando entrai, lo vidi steso sul letto a sfogliare un quaderno. Appena mi vide, alzò gli occhi di scatto.

<< Weasley... >>

<< Sai giocare a Burraco? >>

La mia domanda lo fece mettere a sedere sul materasso di quell’ernome letto a baldacchino, confuso.

<< Barroco? >>

<< Burraco >> lo corressi. << E’ un gioco di carte babbano. Ti va di impararlo? >>

Lo vidi annuire, poco convinto. Lo raggiunsi sul letto e salii, aiutandomi perché il materasso era troppo alto – e lui ridacchiò, divertito. 

Aprii il sacchetto e lasciai cadere il mazzo di carte sul piumone.

Scorpius allungò la mano a sfiorarle, estremamente incuriosito.

<< Vedrai, ti divertirai un sacchissimo! >> dissi allegramente e lui abbozzò un sorriso stranito al mio assurdo superlativo.

 

šsšts

 

<< Ti ho battuto ancora, Rose. >>

<< Ma dai, che schifo! Non è possibile... >> borbottai corrucciando la fronte. Era la quinta volta di fila che vinceva, stracciandomi ancora prima che prendessi il pozzetto. Per fortuna che non gli avevo detto la storia dei punti, così almeno non si metteva a contare tutto ciò che aveva fatto, sbattendomi davanti il suo duemila rispetto al mio misero cento.

<< A cosa si può giocare oltre che a Burraco con queste carte? >> mi domandò, spargendole confusamente sul materasso.

<< A nessun altro gioco... >> feci contrita, riprendendo le carte che stava sparpagliando e riordinandole.

<< Che bugiarda... >> ridacchiò, ed io alzai il viso a guardarlo. << Pensi che possa batterti anche agli altri giochi, vero? >>

Mi portai la mano sul cuore, fingendomi offesa.

<< Io?! Come puoi dire una cosa del genere?! >> feci con enfasi.

Scorpius ridacchiò ancora, riprendendosi le carte che avevo tra le mani.

Istintivamente, gli bloccai la mano e le carte caddero sul materasso. Gliela guardai come se stessi studiando un microbo particolarmente strano. Le sue dita erano fredde e ancora più bianche del resto del corpo, ma non bianche cadaveriche, un bianco piacevole da guardare...tipo immacolato, o comunque elegantissimo. Ecco ecco, tipo una perla.

<< Weasley, che ho sulla mano? >> mi chiese, con un sopracciglio alzato.

<< No niente...mi piace troppo il colore del tuo corpo >> risposi.

<< Perché, che colore ho? >> fece stranito, ritraendo la mano.

<< No, dammela... >> mi lamentai, riprendendogliela. << Hai la carnagione molto pallida, ma è un pallido bello... >>

<< Ah, meno male...e allora è tutto a posto! >>

<< No no, dico davvero. S’intona con i tuoi capelli chiarissimi... >> alzai lo sguardo, lasciando la mano e salendo con le dita a sfiorargli il viso. << Le sopracciglia, come sono chiare per esempio! >> dissi, toccandole. << E le ciglia anche, >> aggiunsi, rischiando di ficcargli un dito nell’occhio. << Ma la bocca è rossa. Cioè, non un rosso femminile, ma un rosso di...pieno, di bello. Non so come spiegarmi >> mormorai, passandogli le dita sulle labbra, corrucciando la fronte.

Mi accorsi solo dopo, presa dalla mia analisi, che lui era immobile. Ma non perché lo volesse, era semplicemente paralizzato. Da quello che avevo fatto? Ero stata invadente?

Ritrassi la mano, guardando altrove.

<< Scu-scusa, ti sto analizzando. Non è...carino da fare >> farfugliai.

D’improvviso sentii le sue dita sul mio viso, accanto agli occhi.

<< Anche la tua pelle è chiara, ma un chiaro non sul bianco ma sul rosa...è molto femminile. E queste piccole lentiggini la rendono delicata. E questo rosso intenso, poi, non ho mai visto un colore di capelli così intenso. Ed è lo stesso delle sopracciglia, >> disse, toccandomele, << delle ciglia >> aggiunse, sfiorandomele, ed io chiusi gli occhi per poi riaprirli << e della bocca. Che a te è un rosso pieno e proprio femminile, invece >> concluse, poggiandovi sopra le dita fredde.

Involontariamente, arrossii. Non mi era mai capitato di sentire il cuore battere così forte.

<< Siamo proprio diversi, io e te >> dissi per non restare in silenzio, muovendo per il suo dito ancora sulle mie labbra.

Lui mi sorrise, sinceramente, per la prima volta. Non stava ridacchiando o prendendomi in giro. Mi fece così piacere che feci un sorriso ampissimo.

<< Hai anche un bel sorriso. Sembra quello di...aspetta, è un’attrice babbana... >>

<< Julia Roberts? >> dissi per lui. << Me lo dicono spesso... >> feci, imbarazzata, << ma tu come fai a conoscere un’attrice babbana? >> chiesi.

<< Mia madre adora Pretty Woman... >>

<< Ma avete la televisione a casa? Io pensavo che nel mondo magico... >>

<< Mia madre ha preteso di averla. Ha una collezione di film molto belli >> mi interruppe, facendo spallucce.

Il resto del pomeriggio trascorse velocemente e quasi non ce ne accorgemmo quando arrivò l’ora di cena.

Uscimmo dal dormitorio verso le sette e ci dirigemmo verso la Sala Grande. Mi piaceva camminare al suo fianco, sentirlo parlare o rispondere alle mie domande, o semplicemente sbuffare. Adoravo semplicemente la sua presenza, mi dava pace e allo stesso tempo mi metteva energia. Mi sentivo bene e non me ne fregava più niente se la casa in cui ero finita era verde-argento.

<< Rose! >> sentii urlare, così mi voltai, facendo una panoramica della Sala Grande. Vidi Albus sventolare una mano e camminare svelto tra la gente ancora in piedi, per raggiungermi.

<< Rose... ma che fine hai fatto oggi? Lo sai che non posso entrare nel tuo dormitorio >> si lamentò, poi il suo sguardo finì sulla persona che mi stava accanto, finì su Scorpius che con le mani in tasca lo osservava curioso.

<< Ah, ciao Malfoy. >>

<< Potter >> salutò di rimando.

<< Siete diventati amici? >> domandò Albus.

Stavo per rispondere di sì, quando mi bloccai perché da Scorpius non avevo avuto la conferma. Mi voltai a guardarlo e lo trovai intento a fissarmi con la mia stessa espressione.

<< Si, >> dissi sorridendo, continuando a guardare Scorpius, << adesso siamo amici. >>

Albus sorrise, allungando la mano verso Malfoy.

<< Albus Severus Potter, piacere. Gli amici di Rose sono anche amici miei >> disse.

Scorpius gli osservò la mano per parecchi secondi, contraendo i muscoli del viso.

<< Lo so come ti chiami, Potter. Comunque... >> borbottò, allungando la mano, << Scorpius Hyperion Malfoy, piacere >> disse come una cantilena.

Albus ridacchiò ed anche io mi misi a ridere. Scorpius ficcò le mani in tasca e arrossii appena.

<< Alb, noi andiamo a sederci. Ci vediamo dopo cena semmai >> dissi, salutandolo e dirigendomi con Scorpius al tavolo.

Tutti continuavano sempre a guardarci, ma meno sfacciatamente di prima. Forse guardavano solo noi, senza cognomi o nomi, solo cercando di capire il perché stessimo sempre insieme.

Scoprii, durante la cena, che Scorpius era allergico alle fragole, che io invece adoravo. E che non sopportava molto i broccoli, che mia madre mi aveva insegnato a mangiare fin da piccola. Gli rifilai anche la scusa che erano verdi, quindi dovevano per forza piacergli, ma non funzionò: la sua faccia era molto disgustata mentre li mangiavo.

Al termine della cena non vidi Albus. C’era troppa gente e lui era bassino, quindi optai per uscire da quel caos, tanto l’avrei visto il giorno dopo.

Al fianco di Scorpius, mi diressi nei sotterranei – che già avevano un’aria più familiare – ed entrammo nel dormitorio. Peccato che neanche li si poteva stare un po’ in pace, perché l’ora del rientro era per tutti ed era pieno di persone chiacchieranti.

<< Malfoy, io vado nel mio dormitorio a questo punto...qui non si può stare >> borbottai.

<< Perché non vieni da me? >>

Mi voltai a guardarlo.

<< A quest’ora? >> domandai. << Non hai sonno? >>

<< No, va bene. Voglio giocare un altro po’ a Barroco. >>

<< Burraco >> lo corressi, sorridendo. << Se per te va bene... >>

Lui annuì e sgattaiolammo in camera sua. Quando la porta si richiuse alle nostre spalle, il chiacchiericcio cessò.

Mi misi seduta all’indiana sul letto, abbastanza composta, riprendendo le carte che avevo lasciato sul suo comodino. Lui si stese più comodamente.

Giocammo a Burraco un paio di volte, poi mi costrinse ad insegnarli Scala 40, Machiavelli, Poker. Vinse sempre lui.

Stanchi, posammo le carte ed io scesi dal letto, aggiustandomi la gonna.

<< Sono le dieci, è meglio che vado a dormire altrimenti domani non mi sveglio >> dissi dispiaciuta, poi gli sorrisi e gli dissi << Buonanotte >> e feci per andarmene.

<< Rose, aspetta no...cinque minuti. Voglio leggerti una cosa. >>

Mi voltai, incuriosita. << Cosa? >>

Battè il palmo della mano sul letto, facendomi segno di risedermi. Mi arrampicai sul materasso, guardando il libro che aveva tra le mani.

<< Penso che a te piaccia leggere, se hai preso un po’ da tua madre... >>

<< Che ne sai di mia madre? >>

<< Mio padre mi dice spesso che era la più secchiona delle secchione >> mi disse, ridacchiando.

Misi il broncio, incrociando le braccia sotto il seno.

<< Ehi, mia madre era ed è un genio. Ed io sono fiera di aver preso il suo cervello >> ribattei, contrita.

Lui mi sorrise, scuotendo la testa.

<< Comunque, questo libro è una raccolta di storie horror magiche. Tutte vere, eh! >> mi spiegò orgoglioso.

Mi rabbuiai, strisciando indietro sul piumone.

<< Non mi va di sentirle... >>

<< Ti giuro che sono bellissime >> mi interruppe.

<< Ci scommetto. Ma non mi va lo stesso >> ripetei.

<< Hai paura? >> mi prese in giro.

<< No, io no! >> risposi quasi urlando.

<< Okay, >> disse, tenendomi sott’occhio, << allora leggo. >>

Non l’avesse mai fatto! Dopo i primi venti righi avevo le ginocchia al petto, le mani sulle orecchie e la faccia sommersa nelle gambe, con tutti i capelli a nasconderla.

<< Ehi... >> lo sentii mormorare.

<< Non continuare, Scorpius. Per piacere >> lo supplicai.

<< Ehi ehi, scusami... >> fece frettolosamente, sentii cadere il libro sul materasso e poco dopo le sue mani mi sollevarono la testa.

<< Lo butto quel libro, non te lo leggo più. Lo giuro >> mi promise, togliendomi i capelli da davanti al viso.

Annuii, con gli occhi appena lucidi.

<< Vai a dormire adesso, che è tardi >> mi disse, ma io non mi mossi.

<< E se viene il Licantropo a mordermi? >> chiesi con un filo di voce, rannicchiandomi di nuovo nelle ginocchia.

Scorpius scoppiò in una fragorosa risata. Scese dal letto e andò verso il suo armadio, dal quale cacciò fuori un paio di pantaloni di seta verde bosco ed una camicia uguale. Forse era un pigiama. Si, si era un pigiama molto elegante.

<< Tieni, puoi mettere questo >> mi disse, poggiandomelo accanto sul letto.

Lo presi tra le mani, morbidissimo, poi lo guardai di nuovo negli occhi.

<< E cosa dovrei farci? >>

<< Lo so che è maschile... >>

<< Sai che m’importa! Dico...perchè me l’hai dato?

<< Dormi qui, no? Si vede lontano un miglio che hai paura di andare a dormire da sola >> disse facendo spallucce, prendendo un pigiama uguale ma nero, da sotto il cuscino del suo letto.

Lo guardai, poi guardai il pigiama.

<< Mi vergogno... >>

Scorpius ridacchiò ancora.

<< Ma dai, che vergogna e vergogna! Con Potter dormiresti? >>

<< Si, ma è diverso... >>

<< Fa che non sia diverso. Siamo amici, proprio come tu e Potter >> mi disse.

<< Ma noi siamo cugini... >>

<< Fa lo stesso. Su, il bagno è di là, va a metterti il pigiama >> disse ancora.

Io esitai, poi scesi dal letto e lo raggiunsi, tenendo il pigiama stretto tra le mani.

<< Grazie >> mormorai e quando lui mi sorrise, scappai in bagno a svestirmi. Feci in fretta, perché avevo timore anche lì di restare da sola. Poi quei sotterranei facevano davvero paura!

Scorpius bussò alla porta del bagno dopo poco, chiedendomi se ero vestita. Lo aprii, così ci lavammo i denti insieme ( lui mi prestò uno spazzolino bellissimo, tutto verde).

Tornammo a letto ed io occupai il lato sinistro, lui quello destro. Spense le luci e d’un tratto fu tutto buio. Non vedevo più niente, solo buio. Avevo gli occhi socchiusi e le coperte tirate fino al naso.

<< Mmm...mi sembra di vedere la faccia del licantropo li, dietro la poltrona >> mugugnai, stringendo le coperte.

All’improvviso sentii due braccia circondarmi la vita e attirami a sé.

<< AAAAAH! >> urlai.

<< Zitta scema, sono io! >> sibilò Scorpius.

Ma non riuscii a rilassarmi, perché ero imbarazzata che fossimo vicini in quel modo.

<< Vuoi dormire davvero standomi tutto abbracciato? >>

<< Se è l’unico modo di dormire, si. >>

Capii che si riferiva ai miei prevedibili lamenti notturni.

<< Grazie...davvero. >>

<< E’ il minimo. Ho fatto io il guaio di leggerti la storia >> mi disse.

Finalmente, mi rilassai. Mi voltai completamente di fianco e mi accucciai contro il suo petto, trovando davvero confortanti le sue braccia ancora attorno a me.

Non pensai più alla storia, non la sognai neanche, credo. Ma per addormentarmi, ascoltai il suo cuore battere, stranamente con lo stesso ritmo del mio.

 

 

šsšts

 

Ecco il terzo capitolo! Spero vi piaccia! Ho una vena particolarmente produttiva in questo periodo, ma chissà se manterrò il ritmo di un capitolo al giorno.

Grazie come sempre per tutti i commenti.

Per chi ha detto che vedere Scorpius così dolce è strano, volevo dire questo: la Rowling ha rilasciato un'intervista per chat in cui ha affermato che Scorpius, essendo stato cresciuto da Draco che è rimasto profondamente colpito dagli avvenimenti della guerra, sarà più buono di come suo padre è stato alla sua età. La Rowling ha detto anche che Scorpius dovrà affrontare tanti ostacoli - non ultimo il suo cognome - ma che crede che si comporterà meglio di suo padre.

Ha detto anche che la casa di Serpeverde si è buonizzata, non c’è più la fissazione del sangue puro sebbene la reputazione rimanga un po’ quella che era.
E alla domanda: Draco ed Harry hanno perso la loro ostilità dopo la fine di Voldemort?
J.K. Rowling risponde: Non proprio
. C'è stata una specie di riavvicinamento, in cui Harry ha scoperto che Draco odiava essere un Mangiamorte e non avrebbe mai ucciso Silente; e Draco ha sicuramente provato gratitudine nei confronti di Harry dopo che lui gli aveva salvato la vita. In ogni caso, una vera amicizia è fuori discussione. Erano successe troppe cose prima della battaglia finale.

 

Al prossimo capitolo,

Erin.

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Erin