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Autore: Mikoru    02/04/2009    2 recensioni
Conoscete l'Accademia di Lyraza? La più rinomata del continente, senza alcun dubbio. Iscrivendovi, otterrete l'insegnamento dei migliori maestri d'arme, e la sicurezza di un glorioso futuro come soldato. Entrate, date pure una sbirciata; osservate il combattimento tra la giovane cadetta Bryhn, tanto focosa quanto pericolosa, e il suo avversario Gart, borioso ma imbattibile studente. E se qualche spada volerà dalla vostra parte, non abbiatene a male.
Genere: Romantico, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi passo direttamente al capitolo. Sono sotto ciclo, solo che è quello di genere depressivo... =__=
Buona lettura, e grazie a tutte/i coloro che seguono la storia (51 preferiti... wow! XD).


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I'll be there till the stars don't shine
Till the heavens burst
And I know when I die, you'll be on my mind
And I'll love you – Always
(Jon Bon Jovi - Always)



Una ragazza alta, dal fisico allenato messo in evidenza dalla corta maglietta e dagli altrettanto corti pantaloni, con capelli neri come l’ala di un corvo, sostava a poca distanza dai margini di un campo d’esercitazione, entro il quale una quindicina di giovani cadetti stava eseguendo dei duelli sotto l’occhio attento di un istruttore.
Bryhn si stiracchiò pigramente, piegando la testa ad osservare il cielo azzurro, sgombro di nuvole. Il sole era una perla fiammeggiante che inondava l’aria di luce e calore. Il Mese del Raccolto era iniziato da un paio di giorni, e le temperature si erano alzate parecchio rispetto alla settimana passata, quasi di colpo. Era una giornata splendida, ma forse poco adatta a sostenere gli esami per il passaggio di livello. Questo, almeno, dal punto di vista degli allievi in esame; gli istruttori la pensavano esattamente al contrario. Faceva parte della prova, mostrare di essere abbastanza resistenti da sopportare anche condizioni climatiche non ottimali. Anche perché, normalmente, le battaglie si combattevano nella bella stagione, e chi usciva dall’Accademia di solito entrava a far parte di qualche esercito.
Tiara, i lunghi capelli rossicci raccolti in una coda ormai scompigliata e il viso imperlato di sudore, avvicinò l’amica con aria stravolta al limite del campo d’addestramento in cui si stavano svolgendo le prove finali per gli allievi di quarto livello.
«Ehi, che ci fai qui?» l’apostrofò Bryhn, con un sorriso.
«Pausa... ci hanno concesso dieci minuti di respiro...» ansimò lei.
«Non mi dirai che sei già stanca, eh?» ghignò l'altra.
Tiara ringhiò. «La fai facile, tu!» ribatté. «Non sei tu che devi farti l’esame sotto questo maledetto sole!»
La mora ridacchiò. «Io ne ho fatti tre sotto la pioggia, e due sotto un sole non meno caldo di questo. Solo l’ultimo esame l’ho fatto in condizioni climatiche normali.»
Tiara osservò l’amica con un pizzico d’invidia. Bryhn aveva completato già da tempo l’addestramento; da ben più di un anno, per l’esattezza. A dire il vero, il percorso formativo di Bryhn era stato parecchio più rapido del normale, da quando era entrata oltre tre anni prima, ma del resto nemmeno la sua abilità era normale, e di questo si erano accorti tutti gli istruttori. Costringerla a seguire il regolare andamento delle lezioni per lei sarebbe stata una tortura, perciò Aldred aveva caldamente consigliato i suoi sottoposti e collaboratori di fare uno strappo alla regola. Come era stato per Gart, dopotutto. Quei due erano talmente in gamba da non poter sottostare alle comuni regole che valevano per gli altri studenti.
E ora Bryhn e Gart erano a loro volta istruttori. Nessuno dei due aveva voluto lasciare l’Accademia, per il momento. Bryhn, molto onestamente, aveva ammesso che le dispiaceva troppo separarsi così presto dai loro amici, in particolare Tiara, per quanto riguardava lei. E anche Lavian, ma questo a Gart non l’aveva detto, visto il rapporto, o meglio il non-rapporto, che intercorreva tra i due.
«Non è giusto!» esclamò Tiara. «A me toccano ancora due esami! Sempre che passi questo, ovvio!» Sbuffò.
Bryhn rise. «Ma sì che lo passi, sta’ tranquilla!» replicò, battendole colpetti d’incoraggiamento sulla schiena.
«Speriamo!» sospirò Tiara.
«Come, speriamo? Ti ho dato ripetizioni io!» finse di offendersi Bryhn.
Tiara rise. «Hai ragione. Chissà come se la sta cavando Lavian. Per fortuna Gart è stato spedito ad esaminare i novellini di sesto livello, altrimenti...» ghignò.
Bryhn ridacchiò con lei. «E Itess come se la sta cavando? Io ho appena finito di esaminare quelli di settimo, perciò non l’ho vista.»
«Abbastanza bene, direi. Rimani a guardarci, ora?»
Bryhn annuì, scostandosi una ciocca di capelli. Erano di nuovo troppo lunghi, doveva tagliargli; le sfioravano le spalle, ormai, solleticandole la pelle. «Ehi, ti stanno chiamando. Gli esami riprendono!»
Tiara sospirò in modo teatrale, voltandosi per tornare nel campo.
Bryhn la seguì a distanza, osservandola mentre raggiungeva i compagni e si apprestava con loro a riprendere le prove. Itess disse qualcosa e Tiara le rispose ridendo; Bryhn sorrise di riflesso. Con loro avrebbe dovuto esserci anche la piccola, timida Liira, ma la bionda fanciulla aveva abbandonato la strada delle armi per dedicarsi al sacerdozio. Attualmente era apprendista, nella sua città natale, in un tempio di Neriene, la dea che proteggeva i combattenti. Sempre in ambito militare, quindi, ma con uno scopo diverso dal diventare una pura e semplice guerriera.
Le sembrava passata un’eternità da quando era entrata all’Accademia. Altre volte, invece, le pareva di essere appena arrivata. Scosse la testa, smettendo di riflettere su quelle cose. Si concentrò sull’esame delle amiche, chiedendosi nel frattempo quando sarebbe finito l’esame per il quinto livello, quello sovrinteso da Gart.
Non vedeva l’ora di riabbracciarlo. Eppure erano trascorse soltanto due ore da quando lo aveva visto. Ma non poteva farci niente. Anelava alla sua vicinanza. Ormai, per lei, era come l’aria stessa che respirava.

«No. Non ci siamo.» Gart scosse il capo, scacciando dal campo un altro allievo. «Se non siete in grado di sostenere questo esame, non presentatevi nemmeno!»
Era ormai un uomo, il ragazzone che aveva ammaliato Bryhn quasi tre anni prima. Un istruttore attento e severo, dagli occhi neri come la notte e capelli, sempre più lunghi, del medesimo colore. Aveva un aspetto rozzo, con quel principio di barba lasciato volutamente incolto e quell'espressione corrucciata che riservava ai poveretti che gli capitavano davanti.
«Forza, vieni tu» ordinò, indicando a caso nel gruppo di aspiranti, il quale fu percorso da un unico tremito. «Allora? Non ho tutto il giorno!»
A malincuore, un ragazzo uscì dal gruppo e si preparò. Essere esaminati da Gart era considerata ormai una delle peggiori prove che potesse capitare nell'Accademia; una prova, però, che avrebbe garantito onore e orgoglio a chiunque fosse stato in grado di superarla.
Fu in quel momento che Bryhn sopraggiunse. Aveva assistito alle ultime prove di Tiara e Itess, accertando coi propri occhi che le due avrebbero sicuramente passato l’esame, perciò non si era soffermata a vedere gli altri e a sentire i soliti sermoni finali dell’istruttore sul fatto di impegnarsi sempre, e così via. Con un sorriso divertito sulle labbra, si avvicinò a Gart esclamando: «Dovresti smetterla di terrorizzarli, poverini! Grande e grosso come sei, fai già paura. Se gli ringhi anche in quel modo li farai scappare a gambe levate! Così svuoti l’Accademia!»
Impercettibile, un sospiro di sollievo fuoriuscì dai petti di tutti i giovani allievi. Sapevano, come tutti lì dentro, che la compagna di Gart era l’unica in grado di raddolcirlo, facendolo trasformare da feroce lupo a docile pecorella. Un paragone che lui certamente non avrebbe apprezzato; di conseguenza tutti si guardavano bene dal lasciarsi sfuggire anche una sola parola, pur non impedendosi di pensarlo.
Ora speravano che, con Bryhn vicina, il severo Gart sarebbe stato meno tremendo.
«Se hanno paura di me, che faranno in battaglia?» replicò lui, mantenendo un tono freddo. Ma già un sorriso intenerito ne aveva distorto i severi lineamenti e un suo braccio si era mosso per stringere con affetto la donna.
«Credo che una battaglia farebbe loro meno paura di quanta gliene fai tu» affermò la ragazza. Si alzò in punta di piedi per sussurrargli all’orecchio: «E poi, sono solo ragazzini. Se li demoralizzi così già adesso... Non sono mica come ero io!» Ridacchiò, riappoggiando i talloni per terra.
Gart mugugnò qualcosa. Quindi, decisamente più rabbonito, raggiunse il tremante cadetto, per sottoporlo alla sua prova. Che quello superò con onore, come molti altri.

Quella sera si ritrovarono alla locanda per festeggiare il passaggio di grado di Tiara e Itess. Lavian, pur avendo anch’egli superato il proprio esame, non era presente per ovvi motivi.
Bryhn alzò il suo boccale di idromele per un brindisi. «Alla vostra, ragazze! E al vostro avanzamento di livello!» «A noi!» esclamò Tiara, già piena di allegria prima ancora di aver bevuto una sola goccia.
«A noi!» le fece eco Itess, alzando anch’ella il boccale.
«Mi propongo volontario per eventuali festeggiamenti a sfondo erotico!» fece il suo brindisi Gart, sollevando il bicchiere e preparandosi a parare gomitate da parte di Bryhn. Con il passare del tempo la sua gelosia si era levigata, trasformandosi in fiducia; però stuzzicarla ogni tanto non faceva certo male...
Bryhn stava già per tirargli un calcio nello stinco, anziché la gomitata prevista da lui, ma Gart fu salvato, almeno momentaneamente, dall’intervento di Tiara, la quale saltò giù dallo sgabello e s’infilò rapida fra l’amica e il di lei uomo.
«Dici sul serio, Gart?» miagolò. «Sarebbe interessante!» Bryhn non poté far altro che spalancare gli occhi azzurri, indecisa su chi ammazzare per primo fra il fidanzato e la migliore amica.
Gart sorrise divertito. Era anche grazie a Tiara se la sua Bryhn era cambiata, trasformandosi da una specie di riccio predisposto all'omicidio ad una bella e allegra guerriera. «La mia donna si dichiara d'accordo?» s'informò, scoccando un occhiolino all'interessata.
Bryhn li squadrò con gli occhi socchiusi. «È troppo chiederti di non provarci con la mia migliore amica davanti a me?» bofonchiò. Poi fece spallucce. «Va bene, vorrà dire che anch’io mi cercherò altra compagnia...» buttò lì, con aria maliziosa.
Gart scostò gentilmente Tiara, alzandosi e raggiungendo Bryhn; le si inginocchiò davanti, gli occhi neri resi più brillanti del solito dall'alcol. «Uhm, devo andare a recuperare le armi in Accademia per difendere l'onore della mia donzella?» s'incuriosì, non resistendo all'impulso di prenderle una mano tra le proprie. Era più forte di lui, quando l'aveva vicina doveva toccarla, tenerla stretta, come se lei potesse sfuggirgli da un momento all'altro.
«No, direi di no» rispose lei. «A meno che... sì, in effetti c’è qualcuno che attenta alla mia virtù: un ragazzo alto, bellissimo, con capelli e occhi neri... sbruffone, arrogante, orgoglioso...» Si interruppe con un sorrisetto. Tiara e Itess soffocarono una serie di risatine.
«Magnifico, imbattibile, splendente come il Sole...» l'aiutò nell'elenco Gart, prima di scuotere il capo con aria sconsolata. «Mi dispiace, ma contro costui non posso nulla: dovrete concedergli la vostra virtù!»
«E sia!» disse Bryhn, altrettanto melodrammatica. «Affronterò con coraggio il mio destino!»
A quel punto Tiara esplose in una risata divertita, subito seguita da Itess e anche da Bryhn.
Quest’ultima smise quasi subito, osservando Gart con un sorriso dolce e occhi in cui brillava chiaramente una luce innamorata.
«Aaah» fece Itess, ghignando. «Ancora un po’ e producono miele!»
«Ci stiamo adoperando anche per quello» avvisò Gart ammiccando. «Lerath avrebbe già messo su una rivendita, per guadagnarci qualcosa!» rise, anche se il suo cuore, al ricordo dell'amico partito ormai da tempo, fu colpito dal dolore della nostalgia. Di riflesso, Bryhn strinse più forte la mano di Gart che teneva la sua.
«Sicuramente!» confermò Tiara, con un risolino. Poi guardò Itess, con una strana espressione birichina negli occhi di brace. L’altra ricambiò lo sguardo, e sembrò annuire impercettibilmente.
«A quando il matrimonio?» domandarono in un coro pressoché perfetto, con un gran sorriso sui volti ricolmi di allegria.
Gart sbarrò gli occhi sbalordito. «Ma...» tentò di protestare. «Ma... io...» Tacque, inghiottendo saliva. «Volevo chiederglielo dopo, Tiara! Hai rovinato la sorpresa!»
«Oooops...» fece la rossina, facendo una piccola linguaccia. «Ehi...» aggiunse subito dopo, indicando Bryhn. La ragazza era immobile, con gli occhi sgranati in un’espressione di pura sorpresa. «Co... co-cosa volevi... chiedermi?» balbettò.
Tiara guardò Gart, con un sorrisetto. «Beh, sei ancora in tempo a domandarglielo, no? Magari da un’altra parte» suggerì. «Qui non è molto romantico!»
«Che importa dove? Volevo farle una sorpresa» ripeté affranto il poveretto, scuotendo il capo. «Insomma! Volevo chiederglielo dopo e... Bryhn, tutto bene?» domandò, osservando con aria apprensiva lo sguardo fisso della compagna.
«No» rispose lei. «Cioè, sì! Voglio dire...» Abbassò le spalle, con gli occhi sempre spalancati e pieni di stupore. «Non lo so...»
Tiara chinò il capo con aria contrita. «Scusa, Gart...» mormorò. «Non immaginavo...»
«Non ti preoccupare.» Gart le rivolse un ghigno malefico. «Avrò tempo, per parlarne con te. Tra quanto pensi di sostenere il tuo prossimo esame?» Ma non v'era reale minaccia, nei suoi occhi. Solo dispiacere. «Bryhn... vorresti parlare un po' con me?» azzardò, sempre preoccupato per la sua salute psicofisica. La ragazza si limitò ad annuire, troppo sbalestrata per parlare. «Vieni...» Lui la prese, abbracciandola con gentilezza e conducendola all'esterno. «Hai bisogno di aria fresca.»
Si fermarono nei pressi di un piccolo giardino, niente più che un minuscolo raggruppamento di alberelli a poca distanza dalla locanda. In cielo brillava un’ampia falce di luna crescente, che spandeva una dolce luce azzurrina su ogni cosa. Rimasero in silenzio per diversi minuti, mentre Bryhn cercava di raccapezzarsi.
Finalmente la ragazza si decise ad aprir bocca. «Beh... di cosa vuoi parlarmi?» domandò in un sussurro quasi intimidito, tenendo il volto chino.
«Ormai lo sai. Mi hanno rovinato la sorpresa» replicò con voce quasi di bimbo viziato.
«Beh, sì... però...»
Il silenzio ricadde come un velo, impalpabile eppure presente. Solo una lieve brezza lo rompeva, facendo frusciare le foglie degli alberi.
Bryhn si afferrò una ciocca di capelli, attorcigliandola intorno ad un dito. «In effetti, è stata una sorpresa... però...» Si azzardò a lanciargli un’occhiata, riabbassando subito il viso. «Davvero stavi...» Deglutì, impacciata. «Stavi per... chiedermelo?»
Gart l'afferrò per la vita, attraendola dolcemente a sé. «Sì, stavo per farlo» confermò. «A dire il vero, te l'avrei chiesto sin dal primo giorno in cui ti ho vista. Ma forse mi avresti ucciso, se l'avessi fatto. Ricordi che bell'incontro?» Sorrise, riportando la memoria al loro primo duello, agli sguardi omicidi di lei, all'umiliazione che lui le aveva procurato. «Sei... speciale. Unica. Non credevo potessero esistere donne come te. Ti voglio al mio fianco, per sempre.» Scese su di lei, poggiandole un bacio sulla fronte abbassata. «Vuoi sposarmi, Bryhn? Vuoi essere mia per il resto della tua vita?»
La ragazza rimase in silenzio per un poco, sentendo il cuore che le batteva talmente forte da rimbombarle in testa. Avvertiva uno strano senso di vertigine e si sentiva ancora un po’ frastornata, ma felice, e finalmente capiva cos’avesse provato Rhiluee quando Khalar l’aveva chiesta in sposa. Risollevò il volto, guardandolo negli occhi, e il senso di vertigine sembrò aumentare. Dovette aggrapparsi a lui, poiché le parve che le gambe stessero per cedere all’improvviso. Gli sorrise, prima di alzarsi in punta di piedi e baciarlo sulla bocca. «Con tutta me stessa» rispose infine.
Gart sorrise con aria folle. La baciò, poggiandole le labbra sulle palpebre, sulle guance, sul collo... sulla sua bocca, che quasi divorò. «Bryhn...» sussurrò, avvolgendola ancora più tra le sue braccia.
«Ti amo» bisbigliò lei. «Da impazzire.» Si strinse a lui, passandogli una mano dietro la nuca, infilando le dita fra i lunghi capelli, e ricambiò quei baci. «Ma... sei sicuro di volermi sopportare per tutta la vita?» scherzò.
«Mmh...» Lui si staccò, fissandola con ironia. «Se tu sopporti me, allora siamo a posto.» Tornò ad abbracciarla, perdendosi nell'aroma dei suoi capelli. «Non m'importa dove lo faremo. Decidi tu.»
«Oh.» Bryhn aggrottò appena le sopracciglia, pensierosa. «Non saprei...» Tornò con la memoria al giorno in cui Rhiluee e Khalar si erano sposati, con un semplice scambio di promesse davanti a lei come testimone, in una piccola radura nel bosco. Pensò che non le sarebbe dispiaciuta una cerimonia simile, semplice e tranquilla. «Davvero, così su due piedi non saprei che dire» ribadì. «Di sicuro, però, dobbiamo dirlo a Rhil e a Sigil!» esclamò, entusiasta.
«Il piccolo Sole forse morirà di gelosia» rise Gart, mettendole un braccio attorno alle spalle. «Sarebbe bello rintracciare anche Lerath... ma è impossibile.» Fece spallucce. «Vorrà dire che brinderemo a lui, immaginandolo sbronzo e in compagnia di quattro o cinque splendide fanciulle!»
«Non ci vuole un grande sforzo d’immaginazione» ridacchiò Bryhn. Poi si fece seria e lo abbracciò con dolcezza. «So che lo vorresti al tuo fianco, anche se di certo tenterebbe di dissuaderti.» Una breve risatina fece capolino.
«Comincerebbe a saltellare e a strillare che sono pazzo.» Gart scosse il capo, con un sorriso malinconico. «Sarebbe la peggiore compagnia, per una cerimonia simile. Però l'adorerei lo stesso.» La osservò, perdendosi nella contemplazione dell'oggetto del suo amore. «Se non ti avessi incontrata, ora sarei con lui... ma avrei un'enorme vuoto in me. Sei l'aria che respiro, Bryhn. Dopo due anni, ancora sento di non poter vivere senza te. E lo sentirò per sempre.»
La giovane deglutì, commossa. Le emozioni le turbinavano nell’animo come un vento in tempesta. Spostò una mano per accarezzargli il volto, reso ruvido dall’accenno di barba, e sorrise, con gli occhi lucidi. «È lo stesso per me. Sei... sei la mia vita, Gart. Il solo pensiero di starti lontana mi annienta. A dire il vero, un po’ questo mi spaventa... ma mi rende anche così felice! Con te mi sento completa» sussurrò. «Sento che non ho nient’altro da desiderare.»


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Spero vi sia piaciuto anche questo. Ovviamente siete autorizzate/i a dirci se qualcosa non vi convince, anzi, ve lo chiedo: se trovate degli errori, o se qualcosa vi sembra incongruente, e così via, ditecelo. Non temiate di offenderci. ^^
Saluti, alla prossima.
  
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