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Autore: MarcoBacchella    05/04/2016    2 recensioni
Ci troviamo nella metropoli meneghina, dove Marco Bacchella, studente di filosofia, ha un lavoretto come stagista schiavo in un giornaletto per studenti: questo lo porterà dentro la mafia indonesiana e negozi bio, a seguire piste su dei sandali di Stalin e su gatti scomparsi nel nulla.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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45.475721, 9.172377

Mentre stavo dando un esame di etica mi arrivò sulla nuca un cartiglio. Non ero riuscito a vedere il mittente, ma non molti rischierebbero la sospensione dell'esame. Mi girai e vidi Vitaliano, l'ultranovantenne mio collega di corso che sorrideva perché aveva risposto bene alle domande sul giusnaturalismo non tanto perché avesse letto i mattoni di preparazione, ma perché aveva vissuto in pieno l'età d'oro della filosofia etica. Dietro di lui visi ignoti o anonimi, che di sicuro non mi avrebbero mai passato nulla. Un'ombra, poi, uscì dall'aula. Forse rea del misfatto.

  La scelta era quella di aprire immediatamente il cartoccio e farmi scoprire dall'assistente di guardia, o aspettare di finire e aprire. Non sono rinomato per essere paziente. L'assistente mi vide, e mi disse di tornare la settimana prossima e di ringraziarlo che è solo una settimana. Non feci tempo a uscire dall'aula che lo spettro già era sulle scale che andava verso la segreteria. A quel punto aprii il cartiglio e dentro non c'erano che numeri. 45.475721, 9.172377.

45.475721, 9.172377.

45.475721, 9.172377.

Nulla, non capivo che volessero dire. 
Li copiai in fretta e furia su google e tutto quello che mi apparì fu "La ricerca di - 45.475721, 9.172377. - non ha prodotto risultati in nessun documento."

Uscì Vitaliano dall'aula, con passo allegro e alticcio, felice come una pasqua. Mi guardò e mi disse, senza mezze parole: "Le filosofe coi piercing alla topa portan guai".
Vitaliano era conosciuto per essere un cliché vivente. Dopo la demenza senile aveva sviluppato un'abilità impressionante nell'unire perle di saggezza e commenti da pervertito. Cliché puri. Due cliché diametralmente opposti, ma uguali.
"A chi ti stai riferendo?"
Vito mi guardò, mi fece l'occhiolino, ed esclamò "quella volta, ad Alba, saremo stati in mille". mentre si allontanava.   Ah, i vecchi alpini. O sono ubriachi, o non potrebbero bere per i farmaci che prendono per mantenere più o meno stabile il diabete.

Scesi l'androne e mi diressi verso la segreteria, e scorsi di nuovo quello spettro. Per quanto i pantaloni stretti e il cappotto me lo permettessero, accelerai il passo.  Era veloce, per essere un'incorporeità. Entrò svelta nella metro, e da lì, scomparsa come uno spacciatore dopo le otto del mattino in centrale. 
Quello era un bel cliché. Un'informatore da un indizio e poi si dilegua. Davvero originale. Nessuno aveva mai pensato a questo. Sembra il regime totalitario nei romanzi distopici. 

_________

Da ora in poi ho scelto che farò capitoli più brevi e più concisi, per poter continuare anche in modo molto fluido la trama. 

Vi andrà bene.

  
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