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Autore: Fonissa    06/04/2016    0 recensioni
[AU!HighSchool] [Musical] [Percico\Reynabeth] [Accenni: Jasper, Caleo, Frazel]
“Sai Nico, se per caso tu volessi ritornare a cantare, io potrei darti una mano.”
[...]
“Io so che tu desideri ritornare a farlo, ma non hai il coraggio. Pensa solo questo: Bianca lo vorrebbe.”
***
I segreti sono una parte di noi. Possono essere piccoli o grandi, oscuri o innocui. Percy Jackson, capitano della squadra di nuoto stimato da ogni studente dell'half-bloom High School, non aveva mai pensato di dover avere un segreto così grande fino a quando non si ritrovò davanti a quel pianoforte, a cantare con Nico Di Angelo. Per fortuna non sarà solo a dover sopportare questo peso.
Genere: Angst, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Percy/Nico, Quasi tutti, Reyna/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Percy toccò con le mani la parete della vasca, per poi risalire in superficie e prendere un grosso respiro, riempiendo i polmoni d'ossigeno. In piedi sul bordo della vasca si ergeva la figura della coach Artemide,  che lo scrutava con i suoi occhi scuri e freddi, reggendo un cronometro.
"Ottimo lavoro Jackson, ma non basta."  disse, senza alcuna emozione nella voce, per poi volgere la sua attenzione agli altri componenti della squadra. Percy sospirò. Era ormai da quando le gare erano state annunciate, ovvero la settimana prima, che l'allenatrice ripeteva quella parole. Aveva aggiunto altre ore di allenamento e creato un nuovo programma, molto più rigido del precedente.
"Se continuiamo così, moriremo prima della gara." commentò Ethan, quando la squadra fu negli spogliatoi, affaticati e con i muscoli che chiedevano pietà.
"Fa così con tutte le squadre -disse Luke- i miei fratelli, Travis e Connor, sono così stanchi per gli allenamenti di basket che non trovo nemmeno più i loro scherzi in giro per casa."
"Penso che la coach voglia solo che vinciamo contro la Jupiter." esclamò Percy, mettendo lo zaino in spalla e avviandosi verso l'uscita. Mitchell, uno dei pochi componenti simpatici della squadra, che però molto spesso si limitava a starsene in panchina, lo raggiunse, iniziando a camminare insieme a lui.
"Non credo sia solo questo -sussurrò, quando si furono allontanati abbastanza dalla squadra- sai, girano delle voci..."
Percy guardò l'altro con curiosità.
"Che genere di voci?"
"Si parla di una vecchia rivalità tra Artemide e Nike, l'allenatrice della Jupiter. Erano compagne ai tempi del liceo e da allora sono rivali. Gareggiavano sempre contro, ma per la maggior parte delle volte finiva in parità. La nostra coach ha avuto l'idea di queste gare per regolare i conti con Nike. O almeno, questo é quel che si dice."
"In effetti, avrebbe senso. Anche gli allenamenti della Jupiter si sono intensificati molto."
Mitchell studiò Percy con aria indecifrabile, aggiustandosi gli occhiali.
"Te l'hanno detto i tuoi amici dell'altra scuola?"
"Si. Perché?"
"Percy, non fraintendermi, a me non interessa di chi sei amico. Ma forse sarebbe meglio non parlare di loro in presenza degli altri."
Il ragazzo dagli occhi verdi sbuffò, evidentemente seccato.
"Solo io non capisco il motivo di questa antipatia?"
"Nemmeno io. Ma mia sorella dice che quelli della Jupiter  sono solo un gruppo di perfettini che si vantano di venire da famiglie ricche."
Percy distolse lo sguardo. Molte volte dimenticava che il ragazzo che camminava affianco a lui e Drew Tanaka, la persona più perfida e snob di tutta l'Half-Blood, erano fratelli. Anche se questo era solo quel che sapevano la maggior parte delle persone, ma Mitchell aveva rivelato a Percy che in realtà lui e Drew erano solo fratellastri da parte di madre.
Quando furono giunti nel corridoio principale, fu proprio la voce di Drew a chiamare Mitchell, dicendogli che i loro genitori li aspettavano sul retro della scuola. I due ragazzi si salutarono e Percy iniziò a camminare verso l'uscita, quando all'improvviso si bloccò davanti l'aula di musica.

Quando Nico entrò nella stanza della sorella, ebbe la sensazione di trovarsi in mezzo a un uragano. Le coperte erano state tirate via dal letto, il materasso ribaltato, i cassetti erano stati svuotati del loro contenuto, che era riversato completamente a terra, e Hazel stava davanti all'armadio aperto, buttando dietro di lei ogni vestito che trovasse.
"Dove sono? -esclamò- dove cavolo sono? Eppure ero sicura di averli qui!" la voce della ragazza era carica di preoccupazione.
"Ehm... Hai bisogno di una mano?" mormorò Nico. Hazel si girò verso di lui, con gli occhi sgranati e i capelli ricci gonfi.
"Non li trovo! Non posso averli persi!" disse, per poi dirigersi verso la libreria e iniziare a scagliare per aria i vari libri che avevano avuto la sfortuna di trovarsi li.
"Cos'è esattamente che non trovi?"
"Gli spartiti! Tutte le mie canzoni! Non trovo niente, eppure ero sicura di averli qui!"
Solo allora Nico comprese la gravità della situazione. Hazel portava sempre le canzoni con sè, era legata ad ogni nota che scriveva. Era normale che fosse così agitata. Il ragazzo prese la sorella per le spalle, guardandola negli occhi.
"Hazel, calmati, okay? Così non risolvi nulla. Li avrai sicuramente lasciati a scuola, nell'aula di musica. Ora andiamo insieme a prenderli."
La riccia annuì con vigore. Infilò la felpa, scese al piano di sotto saltando sue scalini per volta e si precipitò verso la porta, con Nico che cercava di stare al suo passo. 
Non appena Hazel vide il malloppo di fogli poggiato sul pianoforte del laboratorio di musica, li prese, stringendoseli al petto e saltellando.
"Eccoli! Eccoli!" 
"Te lo avevo detto." mormorò Nico distrattamente, accarezzando il pianoforte. Non aveva più toccato uno strumento dalla morte di Bianca e Maria. Gli tornavano in mente troppi ricordi e la consapevolezza che non avrebbe più sentito la splendida voce di Bianca. 
Hazel lo guardava con espressione malinconica. Si sedette sullo sgabello, poggiando le mani sui tasti bianchi e neri.
"Vuoi cantare?"
Nico si morse il labbro.
'Bianca lo vorrebbe'
Le parole di una settimana prima gli rimbombavano ancora in testa. Ci aveva pensato a lungo, ponendosi sempre la stessa domanda: 'cosa penserebbe Bianca se mi vedesse così?'
Dopo qualche secondo di indecisione, annuì. Hazel sorrise, ma i suoi occhi tradivano una grande sorpresa. 
"Quasi non ci speravo più." disse, mentre cercava una canzone adatta tra tutti i suoi fogli. Nico si posizionò affianco a lei.
"Avevi ragione, a Bianca non piacerebbe sapere che ho smesso." rispose, afferrando il foglio che la ragazza gli porgeva.
Hazel iniziò a premere i tasti. Le sue mani si muovevano con maestria e leggerezza. Lei non aveva mai smesso, anzi, si era impegnata sempre di più, e i suoi sforzi si vedevano. Dopo qualche secondo, Nico iniziò a cantare.

Percy non riusciva a muoversi da quel punto. Una voce proveniva dall'altra parte della porta, accompagnata da una melodia suonata al pianoforte. Percy non aveva mai sentito quella voce, ma lo catturò immediatamente, insinuandosi dentro di lui. Dopo lo shock iniziale aprì leggermente la porta, quel tanto che bastava per sbirciare dentro, e quel che vide gli fece spalancare la bocca per lo stupore. Aveva già sentito Hazel suonare, ma in quel momento ci stava mettendo tutta sè stessa, oltre ad avere il più gran sorriso che Percy avesse mai visto. Ma la cosa che più stupì il ragazzo fu scoprire chi cantava. Nico era in piedi affianco alla sorella, con gli occhi puntati sullo spartito e le mani che si intrecciavano tra loro nervosamente. Percy aveva sentito molte volte Hazel che parlava di come Nico cantasse, prima della morte di Bianca, ma solitamente il pensiero lo faceva ridere. In quel momento, invece, la situazione era tutto tranne comica. Era stupenda, coinvolgente, emozionante. Probabilmente non esistevano nemmeno parole per descriverla.
Quando ebbero finito, Hazel ridacchiò, mentre Nico sembrava appena essersi risvegliato da un sogno.
"La tua voce é proprio come la ricordavo. -disse la riccia, poi puntò lo sguardo verso la porta- ma...Percy?"
Senza rendersene conto, trasportato dalla musica, Percy si era sporto un pò troppo, facendosi scoprire. Imbarazzato entrò, chiudendosi la porta alle spalle.
"Ehm... Scusatemi, davvero, non volevo spiarvi, ma... cavolo, siete magnifici!"
Hazel sorrise leggermente imbarazzata, mentre Nico sbiancò, poi si alzò il cappuccio sulla testa e si avviò alla porta.
"Io vado. Hazel, ci vediamo a casa."
Ma prima che potesse oltrepassare l'uscita, Percy lo bloccò prendendogli il braccio e facendolo voltare verso di lui. In quel momento i loro occhi si incontrarono. Nessuno dei due seppe bene cosa successe, ma non riuscivano a muoversi, nè a parlare. Le labbra di entrambi tremavano e la mano di Percy sembrava bruciare sul braccio di Nico.
Successe qualcosa, ma non sapevano bene cosa.
Hazel li richiamò e Percy abbassò il braccio e si guardò intorno, come se si fosse dimenticato di essere nell'aula di musica. Nico invece mise le mani in tasca, per non far vedere come tremavano e con gli occhi seguiva ogni movimento del ragazzo che era di fronte a lui.
"Percy, vuoi provare a cantare?" chiese Hazel, con un mezzo sorriso. Lei si era accorta di cosa era successo, e ne era rimasta shoccata. Vedendoli in quel momento le sembrò che tutto nel mondo fosse al suo posto. E quella domanda le era uscita da sola, senza pensarci.
Percy scosse la testa, divertito.
"Non so cantare..." 
"Tutti sanno cantare se vogliono!"
Hazel fece l'occhiolino a Nico, che annuì. Quella era la frase che ripeteva sempre Maria.
Percy rivolse uno sguardo veloce a Nico, poi al pianoforte e infine a Hazel.
"Va bene."
Appena pronunciò quelle parole, un ricordo invase la sua mente.

Era estate, e stava guidando la macchina, presa in prestito da suo padre, verso la spiaggia. Al suo fianco c'era Annabeth, con cui si era fidanzato da appena una settimana, e sui sedili posteriori si era steso Grover, il suo migliore amico. Grover punzecchiava i due neo-fidanzati, mentre Percy gli rispondeva e Annabeth rideva di gusto. All'improvviso la radio annunciò una canzone: 'Summertime paradise'.
"Io adoro questa canzone!" aveva esclamato il ragazzo alla guida, alzando il volume della radio e iniziando a cantarla, giusto per divertirsi. Solo quando la canzone finì, si accorse che la sua ragazza e il suo amico lo guardavano sbigottiti.
"Che c'è?"
"Hai cantato..." aveva sussurrato Grover.
"Ho solo canticchiato un pò. Cosa avete?"
"Niente." aveva risposto la bionda, per poi stare in silenzio.

Da allora Percy aveva sempre evitato di cantare in pubblico. Scacciò quel ricordo. C'erano solo lui, Hazel e Nico. Al massimo avrebbero potuto farsi qualche risata. Hazel attaccò col pianoforte e dopo qualche secondo fece cenno a Percy. 
Non cantò per molto, solo per un minuto scarso, ma quando ebbe finito i due fratelli avevano la stessa espressione che avevano avuto Grover e Annabeth quella volta. Percy ridacchiò.
"Canto tanto male?" chiese sarcastico. La ragazza scosse la testa, ancora con gli occhi sgranati.
"Cantare male?! Percy sei un fenomeno! Un talento naturale!"
"C-cosa?" 
"Ti stiamo dicendo che hai una voce fantastica!" esclamò Nico.
"S-siete seri?"
I due annuirono. Percy iniziò a rifletterci su. Quindi era per questo che, quella volta, Grover e Annabeth lo guardarono meravigliati. Per quanto cantava bene.
"Proviamo a cantare tutti e tre insieme!" esclamò Hazel e, senza aspettare il consenso dei due ragazzi, iniziò a suonare. Ciò che ne venne fuori fu un capolavoro. Percy non aveva mai cantato seriamente, eppure sapeva quando modificare il tono di voce o quando fermarsi per prendere fiato. Gli veniva naturale, come se tutto ciò se lo portasse dentro da sempre. Gli occhi di Hazel brillavano.
"È stato tutto perfetto! Percy, hai davvero talento e... sono le sette di sera! -rivolse uno sguardo preoccupato al fratello- nostro padre ci ucciderà -raccolse in fretta i fogli, tenendoli stretti al petto- dovresti iniziare a cantare. Scommetto che riusciresti anche a fare successo." disse, per poi uscire dalla porta senza nemmeno aspettare Nico. Questo sbuffò, avviandosi verso l'uscita, ma prima di andarsene guardò Percy e disse:
"Mia sorella ha ragione. Non si dovrebbe sprecare un talento come il tuo."

Quella sera Percy era sul divano, affianco al padre, mentre guardavano una gara di nuoto alla televisione. O meglio, l'uomo aveva gli occhi incollati allo schermo, mentre Percy guardava distrattamente le decine di trofei di nuoto, tutti col nome Poseidone Jackson.
Fin da quando era piccolo, tutti si aspettavano che seguisse le orme del padre, cosa che effettivamente stava facendo. Ma una strana idea continuava a ronzargli in testa.
"Papà, cosa ne pensi del canto?"
Poseidone lo guardò confuso solo per qualche secondo, per poi ritornare a guardare la TV.
"Il canto? Roba da femminucce. Chiunque riuscirebbe a farlo. Invece guarda quello -disse indicando un nuotatore che stava sorpassando i gareggianti davanti a lui- quello si che è talento!"
Percy sospirò, annuendo. Non si aspettava altro da suo padre.

*ANGOLO AUTRICE*
Questo capitolo è stato un parto. Quasi 2000 parole! Ma effettivamente ne sono molto fiera. Spero che apprezziate lo sforzo e mi lasciate qualche commento ❤️
Sciao sciao
-Fonissa
P.S,= aggiornerò regolarmente ogni mercoledì!

  
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