Film > Le 5 Leggende
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Autore: angel00    08/04/2016    1 recensioni
Il ventuno dicembre, durante la prima ed attesa nevicata dell'anno, una ragazza incontra un bellissimo ragazzo che riconosce all'istante: Jack Frost. Entrambi restano stregati l'uno dall'altra ma i doveri del ragazzo, in quanto guardiano, lo richiamano. Un altro male sta per arrivare.
Jack dovrà stare attento ai propri sentimenti per proteggere l'umana che gli ha rubato il cuore dato che il nemico sembra volere proprio lei. Sarà una lotta contro il passato, combattuta con armi che Anne non sapeva di possedere.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dormì fin quando il sole non inondò la stanza con la luce aranciata tipica dei mattini invernali. Si alzò sbadigliando e stirandosi si diresse verso la porta del suo bagno. Fece una breve doccia e si infilò scarpe, jeans attillati ed una morbida felpa. Si assicurò che i capelli fossero privi di nodi e se li fece ricadere morbidi sulle spalle. Scese le scale fino ad arrivare in cucina dove sua madre aveva lasciato due toast fumanti e una scia di profumo economico. Mentre si riempiva lo stomaco con tutto ciò che riusciva a spalmare sul pane tostato qualcosa nella tasca vibrò. Estrasse il cellulare e rispose, - Anne, sono Crystal, ti sto aspettando davanti casa. Muoviti che si gela! - Oh, merda. La scuola. Era così stanca che non aveva neanche controllato se fosse chiusa per neve. E a quanto pare era aperta. - Pronto? Ci sei? Faremo tardi! - Ora la voce dell'amica si era alzata di qualche ottava quasi ferendole l'orecchio. -Arrivo, arrivo..- attaccò e prese lo zaino. Crystal la aspettava sul marciapiede che si sfregava le mani dalle unghie perfettamente smaltate. Come sempre era vestita in modo impeccabile con i capelli castani perfettamente raccolti in uno chignon alto. Quando le arrivò vicino l'altra la guardò visibilmente arrabbiata. Anne ricambiò con un sorriso da angelo. Esasperata la mora la trascinò verso la scuola. Entrò controvoglia in classe e presero posto l'una accanto all'altra. La classe del IV B non era altro che una stanza al piano terra come le altre; i muri bianchi, il pavimento era formato di mattonelle che per Anne sembravano fatte di vomito rappreso (sassi di diverso colore e dimensione davano proprio quell'idea), la lavagna, i banchi, la cattedra. Nonostante la sua banalità era resa meravigliosa dalle grandi finestre che, anziché dare sulla strada, si affacciavano su una foresta fitta e verdeggiante che abbracciava i confini di un quarto di paese. I loro banchi erano proprio vicino ad una finestra. Le ore erano meno pesanti stando lì e con la neve il paesaggio era ipnotico. Il tempo passò in fretta tra spiegazioni ed interrogazioni che Anne non si impegnò neanche ad ascoltare. Avrebbe studiato (forse) o avrebbe preso un voto basso (probabile). L'unico momento in cui si era distratta dai suoi pensieri accorgendosi della voce altezzosa dell'insegnante fu quando le sembrò di vedere ad una decina di metri dalla scuola, una figura appoggiata ad un albero che guardava in quella direzione. Non ebbe neanche il tempo di sentirsi osservata che la figurà sparì, come era venuto. Da quel momento (metà della quarta ora) fino alla fine delle lezioni aveva smesso di guardare fuori dalla finestra e si era concentrata sui disegni da fare sul quaderno degli appunti. La campanella suonò la fine delle lezioni e gli studenti si riversarono in massa verso l'uscita. La fiumana di ragazzi trascinò Anne direttamente verso lo spiazzare ghiacciato davanti la scuola. Si guardò attorno per trovare l'amica la quale, probabilmente, era già andata via col suo ragazzo, Matt, che per la cronaca non rientrava nella cerchia delle persone più simpatiche che conoscesse. Ma tra loro era così, se una era felice anche l'altra lo era. Con calma iniziò a dirigersi verso casa. Calciava i pezzi di ghiaccio e neve pensierosa quando sentì dei passi accanto a lei. Si girò e la prima cosa che vide furono un paio di spalle larghe coperte da una giacca scura. I capelli dorati che risplendevano al sole e il viso dall'espressione sicura di se li vide dopo. Quasi le venne voglia di sparire. Con un sorriso il ragazzo iniziò a presentarsi - ciao, sono Ethan un amico di Matt. - gli occhi verdi gli brillarono - Crystal mi ha detto di venire a tenerti compagnia, le dispiaceva che tornassi sola ed eccomi qui -. Ora era tutto chiaro, doveva un favore all'amica. - Grazie.. - disse lei imbarazzata non sapendo esattamente cos'altro dire. Ethan le circondò le spalle con un braccio con fare disinvolto mentre continuavano a camminare. - Allora, dove abiti? - Anne non dovette rispondere solo grazie ad allo squillo di un telefono. - scusa.. è mio padre - così dicendo il biondo si allontanò di qualche passo da lei e si appoggiò alla parete di un Palazzo dalle mura in mattoni bianchi che mettevano in risalto la sua pelle abbronzata. Nel frattempo Anne osservava la dolce caduta dei fiocchi candidi e leggeri. Si udì per un attimo il rumore dei vetri rotti, la ragazza si girò e vide Ethan coperto di neve. Anne tratenne una risata. Mosse un passo come per avvicinarsi ma lui le fece cenno di star tranquilla e scrollandosi la neve di dosso proseguì la telefonata. Qualcosa di freddo afferrò la mano di Anne e la trascinò nel vicolo vicino. - buongiorno principessa - il cuore le perse un battito. Si costrinse a fare un passo indietro ed a lasciare quella mano ghiacciata che avvolgeva la sua teneramente, come fosse una fragile e pallida farfalla alla quale si ha paura di rompere le ali. Jack continuò a parlare guardandola negli occhi - come mai esci con gente del genere? - fece un cenno col mento oltre le spalle di lei. Ethan camminava lento su e giù davanti al vicolo e parlava sorridendo. - sai che non è il padre vero? È una certa Karol, secondo ciò che diceva prima - Anne non lo guardava in faccia ma dalla voce era serio. - con chi sta parlando non sono affari miei o tuoi. - - come vuoi, in ogni caso non sono qui per questo.. ti ricordi ieri? - Altroché se ricordava. Per lei era stato come incontrare il suo cantante preferito al supermercato. Qualcosa di unico. La ragazza annuì e Jack continuò. - ho parlato di te agli altri ed anno deciso di affidarti qualcuno per proteggerti.. indovina di chi si tratta?- Il guardiano fece l'occhiolino facendola arrossire mentre mille domande le si affollavano nella mente. - perché hai parlato di me ai guardiani? Da cosa devi proteggermi? Perchè hanno mandato proprio te? - - ti rispondo mentre camminiamo, il tuo amato sta facendo ritorno - Ethan la chiamò ed Anne tornò subito da lui. - per prima cosa il coniglio mi aveva chiesto spiegazioni se ricordi, io ho semplicemente detto che eri perfettamente capace di vederci nonostante avessi 17 anni e non 7 anche se ho dei dubbi a riguardo - Lei lo guardò male e lui cercò di fare il serio. - seconda cosa, per adesso non posso dirti da cosa ti proteggo, ma posso dirti che hanno mandato me perché sono il più affascinante, se hai qualche obiezione grida 'obiezione!' - Ora Anne capiva perché aveva voluto risponderle mentre camminavano. C'era anche Ethan che naturalmente non si accorgeva di lui così lei non avrebbe potuto contestarlo. Intelligente da parte sua, questo doveva ammetterlo.
   
 
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