Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Mary P_Stark    08/04/2016    3 recensioni
1803. Yorkshire. La guerra infuria, in Europa, e Napoleone Bonaparte non nasconde le sue mire nei confronti della ricca Inghilterra. Christofer Harford, figlio cadetto del Conte Spencer, viene costretto dal padre a maritarsi prima della partenza per la guerra. Le imposizioni non sono mai piaciute al rampollo di casa Spencer, che mal sopporta l'ordine, e finisce con il rendere vittima la dolce e docile Kathleen, sua moglie contro ogni aspettativa. Le privazioni della guerra e la morte prematura del conte Harford richiamano in patria un Christofer distrutto dal dolore, che si ritrova ad affrontare non solo la morte del conte, ma anche una donna che non riconosce essere sua moglie.
Perché la nuova Kathleen è forte, non si piega alle avversità e, soprattutto, sa tenere testa al marito come mai aveva fatto prima della sua partenza. Ma cosa l'ha cambiata tanto?
Christofer è deciso a scoprirlo, così come è deciso a redimersi dalle sue colpe come marito. Ma nubi oscure si addensano all'orizzonte, minando la possibilità dei due coniugi di conoscersi, di instaurare un vero rapporto.
Saprà, Christofer, difendere la moglie da questo pericolo ormai alle porte e, nel suo cuore, potrà trovare spazio anche per l'amore?
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
12.
 
 
 
 
 
La vigilia di Natale infine giunse ma, nel cuore di Kathleen, sarebbe stato impossibile trovare la felicità tanto bramata dalla giovane.

Ritrovarsi nella casa che, per anni, aveva diviso con l'amato fratello, non la rendeva lieta né, tanto meno, la rendeva felice sapere dell’aperta ostilità del padre.

In quei giorni, passati in compagnia dei famigliari e dei loro invitati, era divenuta sempre più nervosa e tesa, lo sapeva, e quella sera non sarebbe stata diversa dalle altre.

La presenza di Peter la infastidiva più di un'infreddatura, e il fatto che suo padre fosse così condiscendente con lui, quanto freddo con Christofer, la angustiava.

Dopo la prima sera passata nella tensione più totale, Kathleen aveva spiegato sommariamente al marito il perché della sua antipatia nei confronti del Capitano Chappell.

L'aver saputo che Peter aveva tentato diversi approcci con Kathleen, quando era ancora troppo piccola per comprenderli, non aveva reso per nulla felice Christofer.

Inoltre, l’essere venuto a conoscenza che, la mano menomata di Gregory, era frutto di un colpo di pistola infertogli dal fratello, lo aveva sgomentato.

Nessuno gliel’aveva mai detto.

Kathleen ne era venuta a conoscenza per puro caso, ascoltando di nascosto Andrew e il padre mentre, impegnati a sellare i loro cavalli, erano andati in argomento.

All’epoca, Barnes si era dichiarato scioccato da una simile impresa ma, evidentemente, la sua opinione sul giovane capitano doveva essere cambiata.

L’essere venuto a conoscenza di quel particolare, non aveva migliorato l'umore di Christofer.

Sospirando, Kathleen uscì su una balconata per scrutare la copiosa nevicata che, già da ore, stava cadendo sullo Yorkshire.

Pareva di essere in un universo sconosciuto, privo di suoni e di profumi.

Era comunque preferibile all'Inferno presente all’interno della villa, dove il suppurato di veleni era ormai insopportabile.

Il tenue calore di un mantello le sfiorò le spalle e Kathleen, volgendosi a mezzo per scoprire chi l'avesse raggiunta sulla terrazza, sorrise spontaneamente quando vide il marito.

“Non è un po' freddo, per rimanere qui fuori senza neppure un mantello?” le fece notare lui, carezzandole una guancia arrossata con una nocca.

“Volevo chiarirmi le idee, e il freddo è l'ideale per farlo. Inoltre, desideravo liberarmi i polmoni dall'aria fetida di questo luogo” ironizzò la giovane, socchiudendo un poco gli occhi quando avvertì il braccio di Christofer avvolgerle la vita.

Un lieve brivido la scosse, ma rimase immobile suo malgrado, attendendo che le vecchie paure scivolassero via.

Ormai era diventata brava a farlo, almeno con il marito.

Il conte, a sua volta, non si mosse finché non avvertì i muscoli di Kathleen farsi più morbidi.

Quando fu certo che fosse tranquilla, mormorò: “Va meglio?”

“Ci sto ancora lavorando, ma miglioro. Anche se mi sento tremendamente in colpa, perché sto impiegando un sacco di tempo a... a imparare di nuovo.”

“Siamo stati messi a forza in quel letto, tanto tempo fa, Katie. Ora possiamo prenderci tutto il tempo che vogliamo per conoscerci meglio, no?” ironizzò lui, dandole un bacetto sulla tempia. “Non vi farò mai pressioni, ricordatevelo. Già a suo tempo, ne avete subite fin troppe.”

“Mi sembra di farvi un torto, però.”

“Certo, rimanere lontano dalle vostre grazie è un autentico supplizio...” ammiccò il marito, sorridendo nel vederle arricciare il naso, contrariata. “... ma saprò resistere, ve lo prometto. E, quando potrò godere del vostro mirabile corpo, non vi farò pentire di aver atteso così tanto.”

Avvampando a quelle parole, Kathleen reclinò modestamente il capo e ansò sconvolta: “Non dovreste parlare così!”

“Se non posso farlo con mia moglie, con chi dovrei?” replicò il conte, afferrandole delicatamente una mano per ricondurla all'interno della villa. “Mi giudicate troppo villano, forse?”

“Spregiudicato” precisò la donna, lasciandosi andare a un sorrisino.

Levando un sopracciglio con evidente interesse, Christofer ribatté: “So come sono descritti gli uomini, nei romanzetti d'amore che siete solite leggere voi signore, e non penso di essere peggiore di loro.”

“Non vi ci vedo a leggere simili storie…” ridacchiò Kathleen, lasciandosi guidare dal marito. “… perciò vi domando; come siete a conoscenza di simili fatti?”

“Myriam era solita rubare alcuni libri alla madre, che poi portava nel bosco durante le nostre galoppate. Ricordo molte risate, in merito ad alcuni di quei racconti” le spiegò il marito, ghignando.

Quella sera, Christofer  non aveva il bastone con sé e, almeno a un primo sguardo, sembrava camminare piuttosto speditamente. Kathleen fu felice per lui.

Sapeva quanto, ritrovare un poco di indipendenza motoria, gli fosse costato.

“Ho idea che molti dei vostri desideri inespressi dipendano da ciò che leggete lì, sapete? Sì, insomma, tutto quel gran declamare versi, o rendersi sfuggenti e truci di fronte alla fanciulla segretamente amata. Mi sembra un po' sciocco” le confessò Christofer, procedendo a braccetto con la moglie.

“Non credete che un po' di mistero, in un uomo, sia interessante?” replicò la moglie, suo malgrado divertita da quello strano argomento.

“Mi vorreste più pirata, e meno damerino?”

“Non siete un damerino. Non più, almeno” gli confessò, sorridendo teneramente.

Christofer rispose a quel sorriso con una risatina contrita e, annuendo, ammise: “In effetti, quando mi conosceste la prima volta, ne avevo tutta l'aria. Quanti anni avevate? Dieci? Undici?”

“Siete cambiato, e molto, rispetto al giovane che soleva venire in visita, d’estate, per passare le giornate con mio fratello” lo lodò la giovane, battendogli affettuosamente una mano sul braccio.

Il marito fece per risponderle, ma la risatina querula di Peter interruppe i loro passi.

Dall'alto della scala che conduceva al primo piano, il giovane dragone chiosò: “Siete davvero una coppia splendida! E dire che il vostro fu solo un matrimonio combinato in fretta e furia!”

Il conte si accigliò, a quelle parole, ma Kathleen lo trattenne a un braccio prima che potesse dire, o fare, qualcosa di inconsulto.

Pacata, si limitò a mormorare: “Io e Christofer ci conoscevamo da anni, quindi non aveva senso perdersi in un fidanzamento interminabile.”

“Non vi rammento a nessun ballo di società, mia cara. Che io sappia, il vostro primo ballo pubblico fu il giorno del vostro matrimonio” replicò Peter, scendendo dalla scala con passo imperioso e fiero.

“Ero troppo geloso di lei per permettere che Barnes la presentasse in pubblico” intervenne il marito, sorridendo affabile alla moglie.

“Oh, un amore così segreto che neppure il barone ne era a conoscenza?” ironizzò allora Peter, avvicinandosi alla coppia con aria rapace. “E’ stato dunque per rimediare a un torto, che avete dovuto sposarvi così di fretta?”

Kathleen desiderò strappargli dal viso quell'espressione disgustosa.

“Mio padre non conosce molte cose, su di me” dichiarò Kathleen, il gelo nella voce, così come negli occhi. “Ma, di certo, Christofer non si sarebbe mai macchiato di un simile crimine. E’ un uomo d’onore, e degno del titolo che porta.”

Peter accennò una riverenza col capo, come per concedere un punto a Kathleen per la sua audacia.

Proseguendo nel loro tragitto senza attendere oltre, Christofer mormorò: “Sarà meglio raggiungere la sala da pranzo, o arriveremo per il dessert.”

“Ne dubito” replicò Peter, accodandosi a loro. “Lord Barnes non inizierebbe mai la cena della Vigilia senza la sua adorata figliola.”

La coppia preferì non rispondere e il giovane Chappell, con una smorfia derisoria stampata sul volto, si limitò a seguirli.

Tra sé, comunque, ammirò l'elegante incedere di Kathleen e la morbida curva del suo collo, evidenziata dai capelli raccolti sul capo.

Era sempre stata una ragazzina interessante ma, nell'ultimo anno, era addirittura sbocciata.

E, ben presto, sarebbe stata sua.
 
***

La cena era stata abbastanza gradevole, nonostante tutte le ansie di Kathleen.

Le libagioni, pregiate quanto sapientemente preparate, erano state servite con impeccabile maestria.

Mai, neppure una volta, Barnes era stato sgradevole con la figlia o il genero.

Per qualche ora, Kathleen si era sentita quasi a casa ma, non appena si erano spostati nella vicina sala dei balli, tutta la sua sicurezza era di colpo scemata.

Danzare i minuetti non le piaceva, ma aveva imparato alla perfezione ogni genere di ballo che l'alta società tanto apprezzava.

L'idea di dover condividere le danze con Peter, però, la disgustava.

Certo, la maggior parte della coreografia l'avrebbe inscenata con il marito, ma avrebbe dovuto, gioco forza, intrecciare le sue mani anche con l'odioso figlio dei Chappell.

La sola idea la ripugnava.

Avrebbe preferito di gran lunga ritirarsi nelle sue stanze come avevano fatto Wendell, Phillip o Randolf, ma non era previsto che lei sfuggisse a quel supplizio.

Quando la musica iniziò e si espanse per l'elegante sala, dai bei pavimenti laccati  alle pareti ricoperte di pannellature di legno scuro, Kathleen si sentì raggelare.

Peter si inchinò dinanzi a lei con tutta l'avventatezza che lo contraddistingueva e, sogghignando perfido, mormorò: “Mi fareste l'immenso onore di accettare il mio invito a ballare, milady?”

La giovane si volse immediatamente in direzione del marito che, accigliato, aveva lasciato il fianco della madre per avvicinarsi alla moglie.

Quando Peter se ne avvide, rizzò fiero le spalle per meglio fronteggiarlo e, contrito quanto ironico, asserì: “Sarei davvero onorato se lady Kathleen potesse danzare con me questo minuetto, milord. Concederete anche a un povero gentiluomo mio pari di godere della sua gradevole compagnia, per qualche minuto?”

Christofer si accigliò ma assentì, sapendo bene che, nell'invito del giovane, non vi era stato nulla di dichiaratamente sconveniente.

Il fatto che a Christofer si rizzassero i capelli alla sola idea che qualcuno, a parte lui, danzasse con la moglie, era tutt'altro affare.

Non aveva immaginato di poter reagire a quel modo a una simile richiesta, anche se poteva imputare parte del suo nervosismo alla chiara antipatia che provava per il capitano.

Andava anche detto che, dal giorno in cui era tornato, non aveva passato giorno senza passare del tempo con la moglie, e quella era la prima volta in cui doveva dividerla con qualcuno.

Che fosse diventato geloso fino a quel punto?

Non potendo far altro per la moglie, Christofer invitò sua madre in un giro di danze, così da tenere maggiormente sott’occhio la coppia.

Avrebbe preferito evitare a Kathleen una simile prova, anche solo in considerazione del fatto che, dopotutto, non era ancora guarita dalle sue paure viscerali.

Pur se quel genere di danza non era per nulla sensuale, né permetteva un gran numero di contatti, aveva comunque l’idea che la moglie non ne fosse lieta.

“Sono sicura che non le succederà nulla” si premurò di dire Whilelmina, sorridendo benevola al figlio che, con eleganza, la stava facendo volteggiare al fianco delle altre coppie.

“Sarà anche vero, ma non mi va l'idea di averla abbandonata tra le mani di quel mascalzone...” brontolò Christofer, sollevando la mano della madre nel disegnare la serie di complessi passi di danza. “...e, meno ancora, mi va di vedere il sogghigno di Barnes stampato sul suo volto aquilino.”

La madre gli batté una mano sul braccio, suo malgrado apprezzando l'apparente gelosia del figlio nei confronti della giovane moglie.

Moglie che, impegnata in un giro di danza con il giovane Chappell, si ritrovò mano nella mano con lui.

Pur sapendo quanto fosse inutile, storse il naso all'ennesima frecciatina da parte di Peter.

“Non avrei mai immaginato di vedere vostro marito camminare senza l'uso del bastone. Dovete aver fatto miracoli, con lui!” celiò il giovane, sorridendole sprezzante. “Si diceva che fosse stato gravemente menomato in guerra, ma evidentemente erano tutte panzane messe in giro da ignoranti e maldicenti.”

“Mio marito sta guarendo perfettamente, e chiunque abbia messo in giro simili voci dovrebbe solo vergognarsi” mormorò la giovane, cercando di tenere a freno la lingua.

Non faticava a immaginare chi avesse detto simili scempiaggini, e la cosa la urtò non poco.

Lo sguardo soddisfatto di suo padre non fece che confermarglielo e, per poco, non si mise a urlare.

Era stanca di passare sempre per una creatura fragile e delicata, di dover subire le ingiurie degli uomini vicini a lei,… non ne poteva davvero più.

Piegandosi leggermente verso di lei durante un passo ravvicinato, Peter asserì malizioso: “Sono sicuro che, a letto, facciate faville. Non vedo altro motivo per una rinascita così veloce. Sempre che la guerra non abbia colpito qualcos'altro, oltre alla gamba. In questo caso, mi rincrescerebbe davvero tanto per voi.”

Kathleen fece tanto d'occhi, a quelle parole, ma fu ciò che disse in seguito a farle perdere le staffe.

“Se mai voleste un sostituto accanto a voi, nel letto, io mi farei avanti volentieri, Kathleen. Non abbiate a pensare che, un’eventuale mancanza da parte di vostro marito, vi obblighi a rimanere lungi dai piaceri carnali per il resto della vita” dichiarò con sicurezza il giovane, sogghignando lezioso.

La contessa non sopportò oltre.

Strappò via la mano dalla presa gentile di Peter e, senza badare a null'altro se non allo sguardo vizioso di Chappell, lo schiaffeggiò con forza di fronte a tutti.

La musica venne interrotta di colpo mentre le coppie danzanti, una dopo l'altra, si bloccarono sgomente di fronte a un simile spettacolo.

Il primo a muoversi fu Barnes che, furioso, esplose in un ringhio infastidito.

“Che ti salta in mente, figlia?! Schiaffeggiare a quel modo un mio stimato ospite?!”

Kathleen non rispose e, mentre Christofer la raggiungeva in silenzio per allontanarla da un ghignante Peter, il barone proseguì nei suoi strepiti.

“Avrei dovuto farti rinchiudere anni fa! Dovevo saperlo che eri solo una gatta furiosa!”

Georgiana ansò sconvolta di fronte alle dure parole del marito.

Il conte, per contro, fissò malamente Peter, che lo stava apertamente sfidando, e replicò serafico: “Prima di asserire che il capitano Chappell è uno stimato ospite, dovreste chiedere a vostra figlia cosa è successo. E andrei piano a dare a mia moglie della gatta furiosa, o potrei pensare seriamente di sfidarvi a duello, per questo.”

Barnes si accigliò, adombrandosi, ma non rispose alla sua minaccia.

Peter non fu dello stesso avviso.

Si avvicinò di un passo alla coppia, ma Christofer lo bloccò con un gesto imperioso del braccio, intimandogli di non muoversi.

Per nulla spaventato, il giovane dragone asserì: “Dovreste essere lieto della fedeltà di vostra moglie. E' stata così carina da difendervi da alcune mie incaute illazioni.”

Accigliandosi, il conte replicò: “Non posso che decantare le doti di mia moglie, questo è sicuro. Ma non accetto che venga turbata da chicchessia, soprattutto da una persona che si definisce un gentiluomo.”

Il brusio soffuso che li circondava venne spezzato dalla voce tonante di Barnes che, impettito, ribatté alle accuse di Christofer con assoluta tracotanza.

“Nessuna nobildonna degna di tale nome si sarebbe mai permessa di comportarsi a questo modo, con un uomo. E' chiaro che non sapete come trattare vostra moglie, Harford.”

Constantin annuì soddisfatto all’indirizzo del fratello mentre la moglie, con un sospiro, scosse il capo con rassegnazione.

“Dissento su tutta la linea, Barnes, e voi stesso dovreste sapere che Kathleen è la quintessenza dell'educazione e della cortesia. Se ha schiaffeggiato quest'uomo, non esito a dire che abbia avuto più che gravi motivazioni”  ritorse il conte, volgendosi finalmente verso il suocero.

L'aria nella sala avrebbe potuto essere tagliata con una lama, tanta era la tensione presente tra gli ospiti dei Campbell.

Dopo aver raggiunto in silenzio la figlia, Georgiana fissò il marito con aria speranzosa, ma lui non diede adito di averla vista.

Il barone si avvicinò a figlia e genero, accigliato in viso e, senza badare minimamente alla moglie, levò una mano per sferrare un ceffone a Kathleen.

Un coro di sgomento si levò tra molti dei presenti, ma la mano non raggiunse mai il viso della giovane.

Christofer intercettò il braccio dell'uomo e, senza alcuna delicatezza, lo spinse all'indietro, facendolo caracollare ingenerosamente fino a Peter, che lo trattenne senza problemi.

Furente, il conte sibilò: “Non vi permettete mai più di levare la mano su mia moglie. Non ne avete alcun diritto. Quanto a voi, capitano Chappell, vi sfido a duello per aver insultato la mia stimata consorte. Non mi interessa quali siano state le motivazioni che l’abbiano spinta a colpirvi. L'avete turbata, e questo mi basta.”

“Non fatico a credere che mio fratello sia stato più che indelicato con lady Harford, perciò vi chiedo perdono a nome suo, milord” intervenne Gregory, fissando malamente Peter che, per contro, sogghignò beffardo. “Vi prego di ritirare la sfida, se possibile, per non macchiare con un simile dramma la Vigilia di Natale.”

Scrutando in viso il figlio maggiore dei Chappell, come per trovare le motivazioni di un simile gesto, il conte si sorprese nel vederlo turbato.

Per chi era turbato? Per lui, o per il fratello?

Fu Kathleen a intervenire, interrompendo quel silenzioso confronto di sguardi.

“Mio signore, non c'è bisogno di un duello, davvero. Le sue parole mi hanno turbata, ma non voglio che voi rischiate così per me, e solo perché non ho saputo trattenere l'ira” mormorò la giovane, afferrando accorata un braccio del marito.

“Sarà come voi vorrete, mia signora. Non desidero spaventarvi in alcun modo” le sorrise benevolmente Christofer.

La moglie sospirò sollevata, ma Peter non demorse.

Sprezzante, si scostò da Barnes e dichiarò irriverente: “E' evidente che vostra moglie sa già che perderete, e non vuole diventare vedova precocemente. E' un tale peccato, Harford, che la guerra vi abbia menomato al punto tale da non poter neppure impugnare un'arma per difendere l'onore di vostra moglie!”

Il guanto della mano destra di Christofer venne e, con forza, schiaffeggiato sul volto di Peter che, sorridendo trionfante, fissò pieno di malizia Kathleen, quasi pregustando le sue carni succose.

In un attimo fu il caos.

Gregory e suo padre si infuriarono con Peter, che fece orecchie da mercante a tutte le loro parole.

Christofer, Kathleen e Whilelmina si ritirarono lesti dalla sala per tornare alle loro stanze, seguiti a breve da Georgiana, che appariva pallida e smunta, oltre che ferita nel profondo.

Constantin affiancò il fratello per dargli man forte e, tra gli ospiti, serpeggiò l’ansia e l’imbarazzo.

Di fatto, la Vigilia di Natale sarebbe stata sepolta lì.
 
***

William, che aveva atteso nervosamente di fronte alle stanze della sorella, si preoccupò immediatamente non appena li vide comparire trafelati e irritati.

Christofer scosse il capo al suo indirizzo, limitandosi a dire: “Fai preparare la carrozza. Ce ne andiamo immediatamente.

“Subito, milord.”

Non era il tempo delle spiegazioni, solo delle azioni.

Accompagnata la moglie nelle sue stanze, Christofer ordinò a Gwen di preparare subito i bagagli di Kathleen, dopodiché fece lo stesso con Julian.

Whilelmina, nel frattempo, si premurò di far preparare Wendell, e avvisare la sua dama di compagnia perché preparasse anche i loro bagagli.

Furente come poche altre volte, il viso percorso da un'ira profonda quanto a stento trattenuta, il conte afferrò uno dei vasi posti sul camino e lo scagliò direttamente nel fuoco.

Un’imprecazione seguì quello scoppio d’ira violenta.

Né Gwen né tanto meno Kathleen emisero fiato, comprendendo quanto l'uomo avesse bisogno di sfogare la propria rabbia.

Kathleen stessa avrebbe voluto comportarsi nel medesimo modo, ma sapeva quanto uno dei due, al momento, dovesse mantenere la calma.

Mentre la cameriera sistemava in tutta fretta gli oggetti della sua signora all'interno dei bauli, la contessa raggiunse il marito accanto al fuoco scoppiettante del camino e mormorò: “Non avreste dovuto sfidarlo a duello. Non era necessario.”

“Lo era eccome!” sbottò Christofer, fissandola con sguardo adamantino. “Non si insulta così impunemente mia moglie, senza pagarne le conseguenze!”

Lei sorrise appena, apprezzando intimamente il gesto, ma replicò: “Non ha insultato me, per essere onesti, ma voi. E Peter non è uomo da poter essere sfidato così alla leggera. Gregory non è stato ferito onorevolmente, è giusto che lo sappiate.”

Accigliandosi, il conte le chiese: “Che intendete dire?”

“Gregory fu accecato dal sole, quando combatté contro suo fratello. Il luogo dello scontro non fu scelto a caso, e Peter insistette per combattere proprio sul colle dietro la villa di famiglia. Sapeva benissimo che, a quell'ora, il sole avrebbe colpito in pieno volto Gregory, …ne sono sicura.”

Aggrottando la fronte, Christofer borbottò cocciuto: “Non importa. Non sono un novellino, e so sparare piuttosto bene.”

Kathleen si limitò a sospirare.

Un quieto bussare interruppe qualsiasi sua gentile  reprimenda e Gwen, affrettandosi ad andare ad aprire, vi trovò William, già pronto per partire.

“I bagagli di milady sono pronti?” domandò l'uomo, rivolgendosi alla cameriera.

La giovane annuì e William, a passo di carica, entrò nella stanza, il mantello che recava i segni della neve che stava cadendo all'esterno.

Kathleen e il fratello non si scambiarono che uno sguardo, ma all'uomo bastò per sincerarsi che la sorella stava bene.

Quanto al cognato, si avvide subito della sua rabbia e dello sguardo omicida che brillava nei suoi occhi, ma non si preoccupò troppo.

Ormai aveva compreso che, pur se furente, non se la sarebbe mai presa con Kathleen.

Restava solo da capire cosa fosse successo per fomentare un simile furore, tale da spingerli a partire in fretta e furia, e sotto la minaccia di una tempesta di neve.

Nel giro di un'ora al massimo tutto fu pronto per la partenza.

Ferma sulla porta d'entrata della villa assieme a Whilelmina, Kathleen attendeva impaziente il ritorno di William e Christofer.
Wendell, la mano stretta in quella della cognata, osservava insonnolito il viso contratto della sorella acquisita, forse chiedendosi il perché di quella partenza.

Georgiana osservò il trio dall'alto delle scale, lo sguardo intristito e la bocca piegata in una smorfia.

Solo Gregory ebbe il coraggio di raggiungere le due donne e il giovane Spencer e, dopo essersi inchinato, mormorò contrito: “Mio fratello non ha scusanti, Kathleen, davvero. Avrei dovuto insistere perché non partecipasse, e di questo mi dolgo immensamente.”

La giovane sorrise all'amico di famiglia e scosse il capo, replicando gentilmente: “Non è colpa vostra, Gregory. Inoltre, mio marito sarà perfettamente in grado di tacitare i suoi bollenti spiriti.”

“Mettetelo in guardia. Non mi fido di Peter, anche se il mio cuore sanguina al pensiero di parlare in codesto modo di un mio parente stretto” la pregò Gregory, aggrottando la fronte.

“Lo farò, non temete” assentì Kathleen, voltandosi quando udì le porte della villa aprirsi.

Non appena vi fece capolino Christofer, Gregory si esibì in un inchino, mormorando: “Lord Harford. I miei rispetti. Chiedo perdono anche a voi per le intemperanze di mio fratello. Vorrei essere il vostro testimone al duello, se me lo concederete.”

Wendell sgranò gli occhi, a quelle parole, ma Kathleen gli fece cenno di non parlare.

Avrebbero avuto tutto il tempo per spiegargli il perché di quel combattimento, ma quello non era né il momento, né il luogo.

Il conte annuì seccamente, asserendo: “So quanto potete essere leale, lord Chappell, perciò accetto la vostra proposta, ma non il perdono, perché non devo perdonare nulla a voi, Gregory. Attenderò vostro fratello nella Radura dei Due Cervi, la mattina del primo dell'anno, intorno alle undici. Abbiate la cortesia di riferirglielo.”

“Lo farò, naturalmente” assentì l'uomo, lasciandosi sfuggire un sospiro sconsolato. “E' stato davvero uno stupido. E dire che la sua nomina tra i dragoni avrebbe dovuto soddisfarlo!”

“Dubito esista qualcosa che possa soddisfare pienamente le brame di Peter” sentenziò gelida Kathleen.

“Temo abbiate ragione, amica mia” ammise suo malgrado Gregory.

Con un baciamano sopraffino, il duca si congedò dicendo: “Vi lascio in pace, mia cara, con la speranza che tutto si risolva per il meglio.”

“E' quello che spero anch'io, Gregory” asserì la giovane.

“Contessa Madre, giovane Wendell... i miei più sentiti auguri, a dispetto di questa tetra serata” dichiarò poi Gregory, rivolgendosi a Whilelmina.

Ciò detto, si allontanò e Christofer, nell'offrire il braccio alla madre, sentenziò lapidario: “E ora andiamocene. Non rimarrò qui un minuto di più.”

Kathleen annuì e, accolto con calore il braccio di William, si accodò al marito e alla suocera per uscire, lanciando solo un'ultima occhiata alla madre.

Wendell, al suo fianco, le sussurrò: “Stava piangendo.”

“Sì, Wendell. E’ probabile” assentì la cognata, non avendo però cuore sufficiente per rincorrere la madre.

L’unica cosa che voleva, in quel momento, era fuggire da lì, da loro.

Fortunatamente, la nevicata risultò essere tranquilla e, pur se con estrema lentezza, sarebbero riusciti a raggiungere Green Manor senza problemi.

Dopo aver aiutato Kathleen e sua madre a salire in carrozza assieme a Wendell, Christofer si assicurò che il landau dove si trovavano William e i domestici fosse pronto.

A quel punto, raggiunse lo sportello della carrozza e ordinò ai cocchieri di partire.

Le slitte sistemate al posto delle ruote funzionarono egregiamente, e le due vetture procedettero lungo la strada imbiancata di neve.

Le lampade a olio, poste sulle intelaiature esterne dei mezzi, aiutarono i cocchieri a scorgere il percorso dinanzi a loro.

I cavalli, a ogni buon conto, conoscevano a menadito la zona, e non avrebbero comunque trovato alcuna difficoltà a procedere fino a casa.

Le mani strette su pomolo del bastone e lo sguardo torvo puntato sul pavimento della carrozza, Christofer ristette a lungo in silenzio.

Ascoltò pensoso lo sferragliare delle sospensioni, del telaio bistrattato dal freddo pungente, dello scrocchio della neve sotto le slitte.

Sistemando meglio la coperta di lana che copriva entrambe, Kathleen sorrise alla suocera prima di mormorare: “A cosa state pensando così intensamente, Christofer?”

“Al modo migliore di uccidere quel maledetto” ringhiò l'uomo, avvedendosi in ritardo dello sconcerto delle due signore e del fratello. “Le mie scuse. Non avrei dovuto essere così diretto. Ma sì, sto cercando di comprendere quale sia il modo migliore di agire.”

“Sono sicura che non avrete problemi. La radura che avete scelto per il duello è riparata, perciò concede a entrambi il beneficio della protezione dal sole. Inoltre, il terreno è privo di asperità e consente un appoggio sicuro per prendere la mira e sparare” mormorò Kathleen, stringendo tra loro le mani perché non tremassero.

“Non vi farete battere da quel maleducato, vero?” si interessò Wendell, seduto al fianco del fratello.

Christofer gli sorrise e, nell’avvolgergli le spalle, se lo attirò vicino per scaldarlo, mormorando: “Nessuno potrà battermi, fratellino.”

Kathleen avrebbe tanto voluto prenderlo in parola, ma non era semplice accettare le sue parole per vere.

Era difficile, per non dire impossibile, trattenere la paura, ma non voleva mostrare quel genere di debolezza a Christofer.

Non quando lui aveva necessità di vederla sicura di sé e forte.

Il marito, però, la spiazzò e, allungando una mano verso di lei, prese nella propria le sue e, con calore, le disse: “Non dovete mascherare la vostra ansia, Kathleen, davvero. Non crediate che non sappia cosa vi frulla per la testa, perché neppure io mi sento tranquillo.”

“E allora, perché vi siete preso la briga di sfidarlo?!” sbottò a quel punto la donna, accigliandosi.

“Perché ha rovinato il nostro primo vero Natale assieme, e non mi ha neppure concesso di danzare con voi” ammise con candore Christofer, sorridendole.

Lei reclinò il capo, imbarazzata, e Whilelmina, sfiorandole una spalla con la mano, asserì: “Sono sicura che Christofer lo metterà a tacere, cara. Non angustiarti.”

“Non fingete neppure voi, madre. So bene che siete preoccupata a vostra volta” protestò amabilmente Kathleen, sorridendole.
La suocera rise sommessamente, annuendo, ma replicò: “Mi è concesso fingere, ogni tanto.”

“Allora fingeremo tutti che non sia successo nulla” dichiarò con voce tremula Kathleen, accennando un sorriso.

Christofer a quel punto la trascinò verso di sé e, con un sorriso di scuse alla madre, che arrossì copiosamente, prese accanto a sé la moglie e le avvolse le spalle con un braccio.

Wendell ridacchiò di fronte a quell’aperta infrazione all’etichetta, ma non disse nulla.

Voleva troppo bene a Kathleen per criticare qualsiasi cosa che la riguardasse e, con un sospiro, si limitò a chiudere gli occhi e stringersi al fratello.

Il conte sorrise nel vedere con quanta facilità Wendell gli volesse bene e, nel far poggiare il capo della moglie contro il suo torace, mormorò: “Accoglierei anche voi, madre, ma non vi è davvero più spazio, qui al mio fianco.”

“Mi accontenterò della vista di voi tutti” replicò la donna, accennando un sorriso.

Kathleen chiuse gli occhi per nascondere l'imbarazzo, ma non si scostò dal marito e, anzi, si strinse a lui mentre il conte copriva tutti e tre con una pesante coperta di lana.

Nel depositare un casto bacio sulla fronte della moglie, mormorò: “Dormite un po', Kathleen, e cercate di non fingere come sta facendo Wendell.”

A quel commento, il ragazzo ridacchiò.

“E' stata una serata piuttosto movimentata, e voi certo non ne avevate bisogno” aggiunse poi il conte, addolcendo il suo tono.

Lei annuì, docile come una bambina e, nel giro di poco tempo, si assopì.

Immobile al suo fianco, la mano era appoggiata protettiva su una sua spalla mentre, con lo sguardo, ne percorreva il viso rasserenato dal sonno.

Christofer sorrise lievemente alla moglie assopita, prima di tornare a incrociare lo sguardo della madre.

“Sono felice di vedervi così affiatati, ma sai benissimo che certi comportamenti non vanno tenuti in pubblico” mormorò con un sorrisino Whilelmina, addolcendo il suo rimbrotto.

“Sono con voi, madre, e con mio fratello. Non ritengo di essere nel torto” scrollò le spalle lui, noncurante.

“Cos'è successo tra voi?” si arrischiò a chiedere la donna.

“Assolutamente nulla, per la verità” ironizzò Christofer, sorprendendo la madre. “Ha solo compreso che, di me, si può fidare. E poi, beh... mi piace averla vicina, parlare con lei, sentire la sua voce. E' gradevole.”

“Spero non le avrai forzato la mano, perché sai che...”

Interrompendo sul nascere le paure della madre, il conte asserì con un sorriso: “E' successo e basta, madre. Nessuno ha forzato nessuno. E' stato difficile non volere altro ma... sapevo che era giusto così. Un passo avanti anche per me, direi.”
Whilelmina sorrise al figlio, annuendo, e mormorò: “So che parlarne con me è complicato, tesoro, ma desidero così tanto la felicità per entrambi voi che... beh, non posso fare a meno di chiedere.”

“Non scenderò mai nei particolari, madre, ma vi assicuro che voglio anch'io la felicità per entrambi. Sarebbe ingiusto vivere una vita d'inferno, visto quello che ci hanno fatto passare. Siamo sulla stessa barca e, poiché non ci troviamo vicendevolmente antipatici...”

Ridacchiò, nel dirlo e, suo malgrado, arrossì.

“Ohhh, come mai questo rossore, caro?” sorrise benevola la madre.

“Non dichiarerò nulla, questo è poco ma sicuro” celiò lui, sistemando meglio la coperta attorno alle gambe della moglie, che sospirò flebile contro il suo collo.

“Credo che sia la prima volta che riposa senza avere incubi” ammise Whilelmina, fissando la nuora con affetto.

Tra sé, Christofer si ripromise di regalare a Kathleen altre notti senza incubi.







Note: Peter sembra essere più pericoloso di quanto, in un primo momento, lo stesso Christofer aveva pensato, e questa sfida a duello non migliora le cose.
Di sicuro, gli avvertimenti di Gregory non sono spesi per nulla visto che lui stesso, per primo, ha pagato per essersi fidato troppo del fratello.
Come andrà a finire il duello lo scopriremo molto presto, promesso.
E, di sicuro, non rimarrete deluse.
Per ora, vi ringrazio e vi saluto.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Mary P_Stark