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Autore: SomeoneNew    17/04/2016    1 recensioni
"Paul?" Si volta sorridendo nel buio.
"Si, miss Golightly?"
"Credi che io ti appartenga?"
"Esattamente, proprio cosi." Sospiro.
"Lo so, lo credono sempre tutti, ma il guaio è che tutti si sbagliano."
Silenzio.
"Buonanotte, Rosy."
"Buonanotte, Zayn."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14.

A New Beginning


14/07/14 (Un anno fa ...)

Mi sono svegliato e non c'era. Inutile dire che le immagini di ieri sera non accennano a darmi tregua.

'Ti sto chiedendo di ricomporre quel puzzle. Insieme.'

Che idiota. Come se avessi dimenticato che tra due mesi partirà. E la parte peggiore è che nel momento in cui l'ho detto ero talmente sobrio da sperare di essere abbastanza ubriaco da poterlo avere già dimenticato stamattina. Ma ovviamente ciò non è successo. Non ho la minima idea del perché io l'abbia fatto. Insomma, lei era lì, di fianco a me. E per la prima volta era così libera da ogni schema, da ogni gabbia costruita da sé.

'Gli altri si aspettano da te ciò che tu fai intendere loro di aspettarsi, e vorrei tanto cambiare questo circolo vizioso.'

E lo stava facendo proprio in quel momento, aveva scelto di farlo con me. O almeno credevo, finché stamattina, sceso a fare colazione lei non c'era. 'E' uscita presto, ha detto che non tornerà per pranzo.' Ha risposto Elisa al mio sguardo perplesso sulla sua assenza. Chi ha la forza di alzarsi ad un orario decente e per giunta di uscire di casa, dopo una sbronza come la sua di ieri sera? Lei, ovviamente.

Non mi aspettavo di certo una conversazione su ciò che ci siamo detti ieri notte, sulla panchina fuori dal locale, ma neanche che sarebbe scappata in questo modo. Diamine Zayn, sta un po' zitto! Al novanta percento non si ricorderà nulla di tutto ciò che è successo dopo il suo quarto bicchierino. Si, perché li ho contati. Ho trascorso la mia insulsa serata a tenere d'occhio quanto alchool ingurgitasse lei. Complimenti per la deficienza, sul serio Zayn saresti potuto rimanere benissimo a casa. Ti saresti sicuramente risparmiato gli innumerevoli sensi di colpa che ti hanno deviato la fame. Che poi, come se non bastasse, a pranzo Elisa non ha fatto altro che fissarmi per tutto il tempo con aria di rimprovero per la mia scarsa fame. Quella ragazza è seriamente troppo ossessiva maniacale. Per non parlare delle occhiate d'intesa che scambiava con Liam, come a dire 'Hai visto? Digli qualcosa.'. Ma, ritornando a noi, a questo punto non posso fare altro che sperare nella sua amnesia dovuta dalla sbronza e nel fatto che questa sia la più lunga amnesia temporanea di tutti i tempi. E adesso rieccoci, su questo splendido divano, con il quale devo dire che ultimante sto stringendo un gran bel rapporto, a fare il nulla più totale, a parte il solito vecchio zapping. L'ormai abituale rumore del condizionatore del corridoio che si inceppa rimbomba per tutta la casa, e prima di iniziare ad invocare Elisa, la sola che riesca a farlo ripartire, che poi come non si sa visto che è totalmente negata per i lavori manuali, ma questo è un altro discorso, ricordo di essere completamente solo in casa. Come non detto.

Dopo pochi minuti però scatta la serratura della porta principale alle mie spalle. Wow, avevano parlato di arrivare al centro commerciale e ritornare, ma non credevo lo avrebbero fatto davvero. Sembrava più qualcosa come un giustificarsi del fatto che preferivano uscire di casa il più in fretta possibile, che passare una domenica pomeriggio a deprimersi insieme a me, affondando allegramente nel divano finché non avremo fatto il culo piatto come una tavola da surf.

"Il condizionatore è di nuovo bloccato." Dico, incitando apertamente Elisa a fare qualcosa prima che questo piano della casa diventi una fornace a tutti gli effetti. Ma la voce che giunge alle mie orecchie non sembra di Elisa, ma ...

"Oh. Okay."

Mi volto di scatto, rischiando una paralisi alla cervicale. E ... no, non è affatto Elisa. Inizio a balbettare qualche scusa alquanto disconnessa, spiegandole che pensavo fosse mia cugina ma lei mi blocca con un cenno della mano, mentre appoggia delle buste sul tavolino all'ingresso.

"Tranquillo." Accenna un sorriso.

Tranquillo. Ha detto sul serio 'tranquillo'? Mi volto lentamente, dandole le spalle. Uno dei canali principali dà uno strano talk show che, ovviamente sto guardando. Perché non starò mica tentando di ignorare il tono con cui si è rivolta a me pochi secondi fa. No, assolutamente. Perché alla fine, non c'era nulla di strano in quel 'tranquillo', giusto? Si, forse saranno stati decenni, secoli, millenni che non mi parlava con gentilezza, ma per il resto tutto normale, no? Okay, forse non è assolutamente normale. Togliamo il 'forse'. Cazzo. Questo significa che si ricorda di ieri? Quanto ricorda? E cosa? E adesso, cosa devo fare? Aspettare che sia lei a parlare, fingendo che sia tutto normale, o dovrei ...

Un verso disgustato, proveniente dalla poltrona di fianco al divano, interrompe il mio monologo interiore. "Guardi davvero questa roba?"

Questa è sul serio la prima frase che ha deciso di rivolgermi dopo ... tutto? Mh, profonda direi, quasi quanto la fossa che mi scaverei adesso nel bel mezzo della stanza, per essermi fatto tante paranoie, quando a quanto pare, a lei non frega un emerito ceppo di legno. Mi prenderei a sberle fino a cancellare le ultime ventiquattrore della mia vita. A questo punto due sono le possibilità: uno, non ricorda nulla, due, ricorda ma finge di non ricordare. E sinceramente non so quale preferirei sia quella esatta tra le due. Continuerei a sentirmi un imbecille in entrambi i casi. Ma decido di stare al suo gioco, non mi va di dire o fare altro per il quale continuerei a mangiarmi le mani dai sensi di colpa per i prossimi due mesi.

"Si, e allora?" rispondo inacidito.

"Allora ho cambiato canale." Solleva le spalle con espressione angelica mostrandomi il telecomando furtivamente preso dal bracciolo del divano, sul quale lo avevo appoggiato. Che bastarda.

"Guarda che lo stavo seguendo quel programma." Dico in tono esasperato.

"Bella merda."

Certo, perché lei può spuntare dal nulla dopo un'intera giornata durante la quale non si è fatta viva, liquidarmi con un 'tranquillo' in un tono che solo mia nonna usa ormai con me, per poi rubarmi il telecomando da sotto il naso cambiando canale e criticando ciò che non stavo guardando. Pff. Tipico di lei. Ma stavolta no, stavolta proprio non te la faccio passare, Rosy.

"Dammi il telecomando." Affermo con certezza tendendo la mano oltre il bracciolo e facendola penzolare tra il divano e la poltrona sulla quale è seduta. Lei mi ignora. Mi ignora totalmente, e chissà perché questa scena mi ricorda vagamente quella di ieri sera con il bicchiere.

"Rosy ..."

"Sh. Non riesco a sentire." Mi ammonisce, accennando al bizzarro documentario su ...Oh Dio. Quelli non saranno mica scarafaggi? Ma che cazz ...

Adesso basta. Mi alzo in piedi piazzandomi a braccia incrociate proprio davanti a lei.

"Non hai i poteri dell'invisibilità, lo sai vero?" ma guarda un po' quanto sarcasmo.

"Molto divertente."

"Sicuro? Perché mi sembra di notare che tu non stia ridendo, anche se effettivamente la mia domanda non era una battuta, quindi non ci sarebbe nulla da ridere. Ma dal momento in cui tu affermi che sia così divertente, allora la tua espressione dovrebbe essere ben diversa da quella di un impiegato alla posta che tenta da un'ora e mezza di far capire ad una povera vecchietta che, invece della bolletta da pagare ha portato la ricetta del medico ..."

"Ce la fai a chiudere la bocca per mezzo secondo?"

"Potrei, se solo il tuo culo smettesse di bloccarmi la visuale di questo interessantissimo documentario."

"Va bene." Le dico accennando un sorrisetto. Mi avvicino lentamente a lei, abbassandomi alla sua altezza e sorreggendomi sui braccioli ai due lati "Ma prima ..." il suo sguardo non riesce più a trovare via di scampo ed è costretta a guardarmi negli occhi. Siamo talmente vicini che sento il suo respiro sul mio viso, basterebbe muovermi di qualche centimetro per ... No.

Le sfilo il telecomando dalla mano. "... prendo questo."

Ma evidentemente ho cantato vittoria troppo presto, perché mi arriva un calcio dritto nelle palle, e dal dolore lascio scivolare il telecomando a terra. Scatta in piedi e lo afferra con un'espressione di vittoria stampata in viso.

"Credevi davvero di avere la vittoria in pugno? Povero Zayn."

E precisamente non so quando io inizi a rincorrerla per tutto il salone, mentre lei saltella dalla poltrona al divano, so solo che non credo di averla mai vista così, o forse si. E' come se fossimo tornati a otto anni fa, a rincorrerci e a ridere per un qualsiasi innocuo motivo.

Scappa in corridoio e si infila in bagno tentando di chiudere la porta, ma purtroppo non fa in tempo. Che peccato.

Entro anch'io in bagno "A quanto pare non hai un ottimo senso di sopravvivenza, scegliendo un vicolo cieco."

"Non è ancora detta l'ultima parola." Mi guarda con aria di sfida.

"Ah no? Eppure io direi che la partita si possa concludere qui." Mi avvicino mentre lei fa un passo indietro. "Tu cosa ne dici?"

Scosta lo sguardo dal mio, spostandolo su qualcosa alla sua sinistra. Sembra il momento adatto per rubarle il telecomando dalla mano, ma quando compio il passo annullando quasi del tutto quella poca distanza tra me e lei, si muove più velocemente entrando nella vasca da bagno. La guardo in modo interrogativo, ma la mia espressione cambia totalmente quando afferra il getto della doccia puntandomelo contro.

"Fa un passo falso e ti faccio la doccia nel bel mezzo del bagno." Mi minaccia.

Alzo le mani mentre penso che, andiamo, non posso dargliela vinta. Lei continua a fissarmi, scrutando ogni mia possibile mossa.

"Okay, okay. Mi arrendo." Ma appena sputo fuori queste parole scatto verso di lei e ... in pochi secondi succede la catastrofe. Senza alcuna pietà mi punta addosso il getto dell'acqua ormai aperto e d'istinto entro nella vasca da bagno anch'io tentando di bloccare l'acqua che continua ad uscire. Finché non riesco a deviare la direzione, rendendo anche lei fradicia. Ormai completamente zuppi ci accasciamo ai due lati opposti della piccola vasca chiudendo l'acqua, ci guardiamo e iniziamo a ridere di noi stessi come due perfetti idioti.

"L'importante è che il telecomando si sia salvato." Dice nel tentativo di ritornare seria.

"Ah beh, certo." Dico fingendo un'espressione che si avvicini alla serietà. Ma il momento dura ben poco perché appena lei tenta di alzarsi scivola inesorabilmente con il sedere sul fondo della vasca e, so che forse non dovrei ridere ma ... Dio, è così buffa con quell'espressione fintamente offesa e una ciocca di capelli, sfuggita all'elastico, davanti al naso.

"Smettila, Zayn." Dice mettendo su un broncio adorabile, che però non riesce a mantenere ricominciando a ridere.

Uno strano silenzio ci avvolge completamente dopo qualche minuto. Non uno di quei silenzi pregni di imbarazzo e parole mozzate, no. Un silenzio strano, ma in senso buono. Il solo rumore percepibile sono le goccioline d'acqua che cadendo lentamente dal rubinetto si infrangono sul fondo bianco, mescolato ai nostri respiri. Una quiete quasi sovrannaturale, leggera, semplice. Uno di quei pochi momenti nella vita in cui ti accorgi che tutto ruota nel senso giusto, che sei proprio dove dovresti stare, e sei proprio chi dovresti essere. E ti vien da chiedere se ci sia qualcosa di sbagliato nello stare così bene con se stessi, una volta tanto. Quasi come se la felicità non fosse fatta per te, quasi come se ti aspettassi che dopo la quiete arrivi la tempesta, ma al momento non ti resta che goderti questo piccolo spicchio di vita quasi perfetta, in una bolla che potrebbe scoppiare da un momento all'altro.

"Dove sono andati Liam ed Elisa?" chiede dopo qualche minuto alzando lo sguardo su di me, interrompendo il silenzio.

"Al centro commerciale." Rispondo incrociando il suo sguardo. "E tu?"

"Io cosa?"

"Dove sei stata tutt'oggi?"

"In giro." Risponde in modo vago.

"Oh. Misteriosa la ragazza." Dico mentre lei appoggia la testa sul bordo della vasca, mostrando totalmente il collo. Perché diavolo ho questa irrefrenabile voglia di morderglielo? "Ha a che fare con il biondino di ieri?" chiedo così, a bruciapelo.

"Cosa?" chiede lei riportando velocemente lo sguardo su di me.

"Nulla, lascia perdere." Non è affar mio, non lo è affatto. "Dovremmo asciugare il lago che c'è a terra, prima che torni Elisa ed inizi ad urlare istericamente." Inizio a sollevarmi dalla vasca da bagno lentamente, nel tentativo di non scivolare.

"Luke è solo un amico." Afferma dopo pochi istanti, guardandomi dal basso.

"Mh, sareste una bella coppia." Dico svogliatamente cercando un modo per non scivolare.

"Nah. Litigheremmo continuamente su chi sia più biondo tra i due." Accenna una risata, forse nel tentativo di dissolvere un po' la tensione che si è venuta a creare negli ultimi secondi.

"Vero." Confermo sorridendo a mia volta. Ma ecco che proprio mentre sto per sollevare un piede per uscire dalla vasca qualcosa va storto e mi ritrovo con una gamba all'aria e il sedere di nuovo sul fondo bianco. Rosy scoppia in una fragorosa risata e non la biasimo perché la mia attuale posizione richiama molto quella di una donna che sta per partorire.

"Ti diverti tanto, eh?" e in tutta risposta lei ricomincia a ridere ancora più forte di prima, portandosi sempre il solito ciuffo di capelli dietro l'orecchio. "Se la metti in questo modo ..." Mi lancio su di lei mettendomi a cavalcioni, iniziando a farle il solletico e, presa alla sprovvista scivola di schiena sul fondo della vasca.

Inizia a dimenarsi afferrandomi i polsi, implorandomi di smettere e continuando a ridere fino a rimanere senza fiato. Ed è semplicemente bellissima, mentre troneggio su di lei a pochi centimetri di distanza dal suo viso, di nuovo, e non mi rendo neanche conto che io abbia smesso di solleticarle i fianchi. Le allontano la ciocca ribelle dal viso e ne approfitto per lasciarle una carezza sulla guancia. Senza smettere di guardarla negli occhi inizio a tracciare con il pollice il contorno del labbro inferiore. Lei non fa nulla per fermarmi, resta immobile sotto il mio tocco, non sorride ma non si ritrae, con le mani ancora sui mie polsi e gli occhi persi nei miei.

"Tra sette secondi potrei baciarti, se non farai nulla per fermarmi." Sussurro sul suo viso, e l'ombra di un sorriso si ferma per una frazione di secondo sulle sue labbra.

Passano cinque secondi, esattamente cinque prima che lei apra bocca. Ne sarebbero bastati altri due, solo due, ed ho la sensazione che anche lei li stesse contando. Ma ciò che dice distoglie totalmente la mia attenzione dalle sue labbra, facendomi rabbrividire.

"Non sono brava a fare i puzzle, Zayn." Basta a farmi ghiacciare sul posto. 'Ti sto chiedendo di ricomporre quel puzzle. Insieme.' "Troppi pezzi, troppe complicazioni ..."

"Ma è più semplice se si è in due, Rosy." Rispondo con fermezza. Ha paura, glielo leggo nello sguardo.

"E non sono brava a mantenere le promesse ..."

"Nessuno lo è." La interrompo.

"E non bevo mai così tanto da rischiare di dimenticare qualcosa." Sorride sull'ultima frase.

"Ora lo so." Sorrido a mia volta. E il tempo sembra fermarsi mentre tutto rimane sospeso, a galleggiare nell'aria.

"Ed ora cosa facciamo?" chiede addolcendo il tono.

"Io proporrei di rimettere in ordine questo posto prima che Elisa ritorni." Dico continuando a sorridere e sollevandomi dalla mia precedente posizione.

Lei annuisce, mettendosi seduta a sua volta. "Non mi riferivo solo a questo." Sospira "Potrebbe essere la fine."

"Lo so." Dico mordendomi il labbro. E lei sembra leggermi nel pensiero perché in meno di un secondo le nostre labbra si sfiorano.

Ed è tempesta.

Eppure, la fine non ha mai avuto un sapore così simile ad un nuovo inizio.

 

 

 

LOOK AT ME!

Zalve gente, how are you? 

Eccoci con un nuovo capitolo, se non vi ha fatto così tanto schifo lasciate un mini commento e fatemi sapere cosa ne pensate riguardo la storia in generale. 

A presto,

Daisy (:

  
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