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Autore: Sara_RS    17/04/2016    0 recensioni
Non c'è niente di peggio del vedere le persone che ami morire mentre tu non puoi fare niente.
Questo è quello che è successo a me: tutti quelli che amavo, e che mi amavano, sono morti.
Genere: Guerra, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Johanna Mason, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte che mi lascio alle spalle è una notte ricca di passione, desiderio e forse anche un pò d'amore, la mattina che mi vieni in contro invece è scura, silenziosa e ricca di rimorso, almeno da parte di Finnick. Io non riesco a smettere di pensare alla notte passata con lui, ai suoi baci, le sue mani su tutto il mio corpo ed alle mie sul suo. Non smetto di pensare alla sua bocca anche quando, svegliandomi, mi accorgo che il letto è vuoto. Lui è sparito, non che mi aspettassi altro, e io mi trovo un altro volta sola. Mi alzo per andare a farmi la doccia, noto che sul pavimento c'è la collana con il tridente di Finnick. Non si sarà accorto di averla persa, la raccolgo e la poggio sul comodino prima di andare a lavarmi. -Non mangi?- Mi domanda il mio mentore vedendomi scendere dopo la doccia. -No, ho una forte nausea.-rispondo, prima in bagno ho vomitato. -Stai tranquilla.-Risponde -Fino a domani hai il tempo libero, fai ciò che vuoi!- Queta è una buona notizia, tutto sommato, sono decisa a passare le mie ultime ore sulla terrazza a guardare il cielo e cercando di non pense a nulla. I miei piani vengono però distrutti dalla forte nausea che mi obbliga a restare in camera, non può essere solo paura, non è la prima volta che partecipo agli Hunger Games e questa volta sono meno preoccupata, so a cosa vado incontro. Nonostante io mi opponga, fanno chiamere un dottore per visitarmi. -Allora quela malattia terrificante fa a gara con Capitol per uccidermi prima?- domando al dottore sarcastica. -Nessuna malattia terrificante Signorina, potrebbe farmi un favore però?- Continua lui sorridendomi. Non sembra un medico di Capotol, sembra delle mie parti. -Dica?- Rispondo. -Può fare questo test di gravidanza?-Dice porgendomene uno. Non può essere vero, non è possibile, deve essere uno scherzo organizato da Snow, mi staranno riprendendo. -Si divertente, comunque non farò nessun test di gravidanza perchè non sono incinta- Risondo sicura. -Non voglio contraddirla, ma i sintomi sono questi!- -Si sbaglia!-Aggiungo aggressiva. -Possibile, forse però si sbaglia lei. - Aggiunge, non so cosa rispondere. -Lei provi a farlo, per sicurezza!- Dice posandolo sul comodino prima di lascira la mia stanza. Mi alzo e mi avvicino al comodino, ma non prendo il test, prendo la collana di Finnick. La stringo tra le mani, è possibile che sia successo, non è troppo preto per accorgersene? Forse per un medico no. Comunque non può essere, io non farò quel test, cosa cambierebbe? Poso la collana e mi dirigo verso il salotto. -Ho parlato con il dottore, mi ha detto che sei solamente stanca e agitata- Tiro un respiro di solievo all'idea che abbia mentito. -Senti io capisco che sei preoccupata, è naturale, ma tu sei forte sveglia ed inteligente sei sopravissuta una volta, puoi rifarcela!- -Ne esce vivo solo uno, io li conosco gli altri!- Rispondo -Ma io conosco solo te, e farò tutto per farti restare in vita!- Sentendo quelle parole mi si stinge il cuore, gli sorrido. -Grazie...ora scusa, vorrei andare a dormire!- Aggiungo. Lui mi abbraccia e mi da un bacio sulla fronte. -Quando sarai nell'arena, ricorda che io sono con te, in ogni istante!- Ci sono volte in cui il mio mentore è insopportabile, altre in cui è la mia unica salvezza. Provo a prendre sonno da ore, continuo a girarmi nel letto, inutile dire che non trovo pace. Non so quale sia il pensiero che più di tutti mi tartaglia la mente: L'arena, Finnick o...il bambino che forse potrei aspettare. Non devo pensarci, mi ripeto, non c'è nesssun bambino a cui pensare. Sento una voce nella mia testa che dice:- Se sei così sicura, allora perchè non fai quel test?- Mi odio per aver dato ascolto a questo pensiero. Mi alzo senza pensarci, prendo il test da sopra il cassetto dove era posato, e mi dirigo in bagno. Fare questi test sembra facile, ma io ci impiego quasi un ora. Alla fine mi trovo immobile davanti allo specchio con il test in mano. Non ho il coraggio di guardare il risultato, cosi resto ferma a fissare il mio riflesso nello specchio, mi si può leggere la paura e la stanchezza in faccia. Prendo un grosso respire, chiudo gli occhi un secondo poi apro la mano e guardo il test. Risultato: Mi chiamo Johanna Mason, vengo dal distretto sette, sto per partecipere all'edizione della memoria degli Hunger Games e aspetto un figlio!
   
 
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