LONTANO DAGLI OCCHI
La via era poco
illuminata, quella sera, e spirava una
brezza leggera che le faceva ondeggiare la gonna e le scompigliava i
capelli.
Il clima, secco e arido, avrebbe reso il tragitto piacevole a chiunque.
La
ragazza, però, sentiva freddo. Un gelo innaturale, non
dovuto alle condizioni
atmosferiche, il Regno di Alabastra era noto per il caldo oltremodo
soffocante.
Bibi si strinse nel mantello, un brivido a percorrerle le membra e i
capelli
che le danzavano attorno agli occhi. Alzò lo sguardo sulla
via per trovarla
innaturalmente vuota. Dov'erano finiti tutti? Ogni sera, fino a tardi,
nella
sua città, i locali erano aperti e i cittadini, dai
più giovani ai più anziani,
si riversavano per le strade. Ovunque si potevano vedere capannelli di
gente
chiacchierare, ridere davanti ad un bicchiere di buon liquore o ballare
al
ritmo di una musica improvvisata. I bambini giocavano a rincorrersi,
oppure a
lanciarsi palloni di stoffa. Dov'erano finiti i bambini? Sembrava tutto
vuoto senza
i loro gridolini gioiosi. Tutto buio e spento, come il suo cuore...
Non capiva, Bibi, tutta quella tristezza che le era presa negli ultimi
mesi.
Eppure aveva la sua famiglia, i suoi amici, il suo regno... Molti
impegni,
tante persone che contavano su di lei, il suo ruolo da mantenere. Forse
era
solo nervosa. La sua casa le piaceva, Alubarna, eppure le mancavano
così tanto.
Nonostante fosse già passato del tempo da quando si erano
divisi, Bibi ancora
rifletteva sulla sua scelta. Era sicura di quale fosse il suo posto,
era lì, ad
Alubarna, accanto a suo padre, ma quella nave chiassosa, sempre felice,
quella
ciurma di giovani dal cuore d'oro e dai grandi ideali erano un ricordo
indelebile. Sospirò.
Tornava a palazzo dopo essere uscita con i suoi amici, quelli che erano
stati i
ribelli ed i soldati reali; c'erano tutti, il gruppo di sbandati
capitanato da
Koza, di cui faceva parte la principessa stessa, Chaka e,
miracolosamente,
Pell, scampato chissà come alla morte. Con loro stava bene,
rideva, era sempre stata
felice. Ma da quando era tornata... La loro allegria era la stessa,
vivida, la
ricordava bene. Era lei ad essere cambiata. Lei aveva conosciuto un
modo
diverso di vivere la vita, con maggiore leggerezza e meno
superficialità,
strano a dirsi, sembrava un ossimoro. Ma questo a Bibi mancava troppo.
Credeva fosse solo questo,
Bibi, finché non le aprirono gli
occhi. Igaram le aveva detto che...
"Lontano dagli occhi, lontano dal cuore" aveva commentato,
riferendosi ad una vecchia vicenda della storia di Alabastra. E la
realizzazione l'aveva colpita in pieno, riempendole gli occhi di
lacrime in
meno di un secondo. Era scappata via dalla stanza, lasciando dietro di
sé un
Igaram stranito e un Chaka preoccupato. Si era chiusa nella sua stanza
e aveva
soffocato i singhiozzi sul cuscino di seta ricamata.
Perché lui era
lontano, lontano da lei.
Che
cos'è?
C'è
nell'aria qualcosa
di freddo che inverno non è
Che
cos'è?
Questa
sera i bambini
per strada non giocano più
E
non so perché
L'allegria
degli amici
di sempre, no non mi diverte più
Uno
mi ha detto che...
"
Lontano dagli
occhi... Lontano dal cuore... E tu sei lontano, lontano, da
me”
Quella sera Bibi aveva
pianto fino ad esaurire le lacrime e
ad addormentarsi sul cuscino, piombo dal suo pianto. La mattina dopo si
era
risvegliata sotto alle coperte leggere con la testa appoggiata alla
spalla
forte di suo padre. Cobra non aveva voluto sapere niente, non l'aveva
sottoposta ad interrogatorio, si era limitato a stringerla forte quando
la
vedeva tremare e a sorreggerla quando la vedeva inciampare. Grazie al
Re e ai
suoi amici le cose erano migliorate, e Bibi riusciva addirittura a
credere alla
sua promessa, quella di tornare per lei dopo aver raggiunto il suo
sogno. Ci
credeva, Bibi, al suo sogno. E credeva al loro amore. Stringeva il
ciondolo che
le aveva regalato tra le dita, saggiando la forma e la freddezza della
pietra,
e poi lo guardava, quell'intensità del colore che le
ricordava tanto i suoi
occhi. Le aveva detto di averglielo regalato perché si
sposava bene con colore
della sua pelle e dei suoi capelli, ma Bibi ci aveva visto le sue iridi
in quel
topazio. Per questo l'amava così tanto.
La sua speranza e la sua felicità si erano infrante quando
l'aveva scoperto.
Un'altra donna, no, quella donna,
si
era unita alla ciurma di Rufy dal cappello di paglia. Nico Robin, alias
Miss
All Sunday, che aveva ridotto Alabastra in ginocchio assieme a
Crocodile, ora
poteva bearsi dell'atmosfera della ciurma, della sua leggerezza, della
sua
allegria. Poteva immaginarseli, Bibi, i suoi compagni e le loro
reazioni,
quando Rufy l'aveva accettata nella ciurma (perché era
sicura che il capitano
avesse fatto di testa sua, come sempre del resto): la faccia
terrorizzata di
Usopp, scandalizzata di Nami, priva-di-ogni-speranza di Zoro, ingenua
di
Chopper... E Sanji. Non c'erano dubbi su come avesse reagito Sanji.
Sarebbe stato comico se non fosse stato tragico.
L'avrebbe dimenticata? Sicuro era che, per un istante o anche di
più, non
avesse visto che il nuovo acquisto della ciurma. Bibi era sicura che
flirtasse
continuamente; questa, Nami l'aveva avvertita, era la sfortuna di
innamorarsi
di un Casanova senza speranze. Per un attimo Bibi invidiò
profondamente la sua
amica dai capelli rossi, lei viveva nella stessa nave con il suo amore,
lo
guardava massacrarsi di allenamenti tutti i giorni e si addormentava
abbracciata a lui la sera. Senza contare che Zoro e il flirting erano
su due
galassie diverse... Nami non riusciva a capire la sua fortuna!
Ma la domanda che si faceva Bibi aveva una portata ben diversa...
L'avrebbe
dimenticata? Sarebbe stata messa da parte per una donna più
matura, più bella,
più misteriosa, più affascinante, più
intelligente? Le premesse c'erano tutte,
Nico Robin era migliore di lei in tutti i campi, a parte la
coscienza... Non ci
voleva pensare. Non ci doveva pensare.
Per
uno che torna... E
ti porta una rosa... Mille si sono, scordati, di te...
Lontano
dagli occhi...
Lontano dal cuore... E tu sei lontano, lontano, da me
Non le piaceva, ma le
mancava. Non lo sopportava, ma lo
rivoleva sulle labbra, quel sapore acre di nicotina che era
onnipresente nella
bocca del cuoco dei Mugiwara. All'inizio lo odiava... Era amaro e
fastidioso, e
Sanji se lo portava dietro ovunque, anche se Nami lo redarguiva ogni
volta
dicendogli che non era carino che tentasse di intossicarle. Era l'unica
cosa
che Nami gli chiedeva e a cui Sanji non obbediva, lui che si faceva un
vanto di
mettere le donne e le loro esigenze sempre al primo posto.
Bibi capì che aveva perso quando, invece che infastidirla,
l'odore di sigaretta
le provocava un brivido di aspettativa. Significava la presenza di
Sanji, era
il suo profumo perenne, il segnale che era lì, che la
osservava, magari da
lontano, e che era pronto a proteggerla da tutto e tutti.
Adesso, invece, l'odore di fumo era solo un ricordo, che si attenuava
sempre di
più con il passare del tempo. Bibi, per rinnovare il
pensiero, era arrivata a
fumarla una sigaretta, di nascosto, sulla torre più alta del
palazzo reale.
Tutto, avrebbe fatto di tutto pur di riavere quell'amaro sulle
labbra... Ma non
era la stessa cosa.
Era lontano, sempre
più lontano. La ciurma guidata dal
capitano più pazzo della Grand Line si avvicinava, isola
dopo isola, verso il
Nuovo Mondo. Lei rimaneva indietro, conoscendo solo attraverso le
notizie,
sempre troppo poche, che riportavano i giornali. Aveva appreso della
folle
dichiarazione di guerra al Governo mondiale, avevano per caso perso
ogni
briciolo di ragione (se lo chiedeva di Nami, più che altro,
con tutti gli altri
si era ormai rassegnata)? Poi aveva visto i nuovi avvisi di taglia e la
povera
approssimazione del volto di Sanji: era rimasta indecisa se indignarsi
o
sbellicarsi dalle risate, ma vinse la seconda opzione e rise talmente
tanto da
avere le lacrime agli occhi e i crampi alla pancia. Povero il suo
amore...
Doveva essere stato un colpo al cuore, per uno che ci tiene
così tanto allo
stile.
Qualcosa le mancava. Era
sempre più preoccupata perché ormai
i ricordi si facevano sempre più rari, ma il suo cervello le
faceva dei brutti
scherzi: ricordava ogni cosa del capitano, Rufy, della cara Nami, del
piccolo
Chopper, di Usopp il bugiardo, del rude Zoro... Ogni smorfia, risata,
sguardo
di sottecchi, espressione di determinazione, ogni sorriso. Di Sanji,
invece,
non riusciva a ricordare il sorriso. E non riusciva nemmeno ad immaginare il suo sorriso e i suoi occhi
ridenti. Non senza di lei.
Ora
so
Che
cos'è questo amaro
sapore che resta di te
Quando
tu... Sei
lontano e non so dove sei, cosa fai dove vai
E
non so perché
Non
so più immaginare
il sorriso che c'è, negli occhi tuoi
Quando
non sei con me
Le arrivò una
lettera. Era stata spedita un po' di tempo
prima, secondo la data prima ancora dell'arcipelago Sabaody e della
disfatta
della ciurma. Non diceva poi molto, solo "Non
ti ho dimenticata. Ma non posso essere sicuro di ritornare".
La lettera diceva molte
altre cose. Raccontava di posto
sconosciuti, di splendide avventure, di popoli lontani e
città misteriose.
Parlava di scoperte sensazionali, dell'esistenza di un’isola
nel cielo e di una
isola-nave popolata di zombie. Parlava di due nuovi compagni, del
fratello di
Rufy nei guai, di una nuova arma del governo che aveva messo in
difficoltà Zoro
e di molto altro. Ma Bibi riusciva a vedere solo quelle due frasi,
minuscole e
insignificanti nell'oceano di tutte le parole che le aveva scritto.
Frasi fondamentali
per lei.
Sanji non aveva
specificato se si era reso conto che
l'avventura che stava vivendo era più pericolosa di quanto
immaginasse o se
aveva scoperto che al mondo esistevano donne migliori di lei. Bibi
capiva
entrambe le ragioni.
Doveva imparare a non
vivere nell'attesa. Doveva vivere e
basta.
Buonasera (-notte ^.^")! Eccomi qui ad aggiornare questa raccolta (a cui tengo un sacco, nonostante sembri averla messa in naftalina assieme al resto delle mie long...)
Non divaghiamo! Sarò breve...
Se avete delle canzoni che vi piacciono, e che abbinereste bene ad un pairing, e che vi piacerebbe venissero trasformate in fiction... Scrivetemi!
(I love Ace 30, non temere, non mi sono dimenticata della tua richiesta... arriverà con calma, ma sarà lunga e bellissima (spero))!
La canzone di questa fiction è "Lontano dagli occhi" di Luigi Tenco, nella versione cantata dalla Nannini (ve la consiglio, è meravigliosa :D)
Alla prossima e grazie a chiunque leggerà ed apprezzerà!
killer_joe