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Autore: Zomi    24/04/2016    4 recensioni
Cinquanta modi di amarsi...
Cinquanta momenti tutti loro...
Cinquanta attimi di una vita vissuta in due...
Cinquanta capitoli in cui i protagonisti saranno solo loro, Nami e Zoro, la loro storia, i loro caratteri e il loro amore...
Cinquanta capitoli, per cinquanta sfumature di un amore verde e arancione...
*Fanfiction offerta dal Midori Mikan: perchè a San Valentino non sono importanti i cioccolatini, è importante lo Zonami... ma non solo a San Valentino*
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sfumatura 46: Dio del Sesso


 
Lo vide uscire dal piccolo bagno annesso alla camera canticchiando, facendole scattare subito un segnale d’allarme.
Lo seguì con gli occhi sedersi sul materasso, sfilarsi l’asciugamano dalla vita mentre ancora gocciolava acqua in ogni dove, bagnando così il copriletto, stonando esili parole senza senso a ritmo di una musichetta irritante che solo lui poteva sentire.
Posò il libro sul comodino, non trattenendo un sospiro, lanciando una piccola occhiata alle sode chiappe di Zoro che venivano avvolte dai boxer mentre ancora l’uomo canticchiava.
Il segnale d’allarme raddoppiò, vietandole di ignorarlo ancora.
La situazione era grave: Zoro che canticchiava non prometteva mai nulla di buono.
Per lei soprattutto.
La fregatura era dietro l’angolo, se lo sentiva.
La rossa chiuse gli occhi, massaggiandoseli con due dita e concedendosi un breve attimo di pace, prima di raccogliere la sua immensa pazienza e preparandosi a quanto sarebbe accaduto.
Si mise seduta a gambe incrociate sul letto, emettendo un secondo sospiro, che non passò inosservato come il primo.
Ma nonostante l’avesse notato, lo spadaccino continuò a canticchiare e a darle le spalle, racchiuso nella sua bolla di irritante felicità.
-Ok ok- sollevò le mani arrendendosi Nami –Dimmi che succede-
Zoro piegò il capo a fissarla, smettendo per un attimo di sfregarsi l’asciugamano sul capo.
-Niente- abbassò l’asciugamano alle spalle, ma il suo sorriso sghembo e borioso non tranquillizzò affatto la cartografa.
-Zoro…- lo chiamò, incorniciando le braccia sotto i seni ricoperti da una canotta –Stai canticchiando-
-E allora?- sghignazzò.
Lo stava facendo apposta, Nami ne era certa.
Conosceva quella testa di muschio, e lo stava facendo apposta a fare il fesso.
-Tu non canticchi- parlò secca –Mai- aggiunse prima che lui potesse replicare con qualche sorrisetto da sberle.
Sorriso che non tardò ad arrivare quando il verde si stese, con molta malagrazia, sul letto, incrociando le braccia dietro il capo e sghignazzando.
-Uhm- scrollò le spalle –Magari inizierò a farlo… da oggi-
-A si?- inarcò un sopracciglio –E per quale motivo?-
Il suo riso sarcastico si allargò in modo preoccupante, generando una scia fredda sulla colonna vertebrale di Nami che attese col fiato sospeso la risposta dello spadaccino, gongolante e superbo come non mai in quella notte.
Lo fissò prendere un profondo respiro, roteare con lo sguardo dal soffitto della loro stanza a lei, incrociando i suoi occhi carichi di curiosità e preoccupazione, e inclinando maggiormente le sue labbra prima di proferir parola.
-Sono un Dio del Sesso-
La cartografa sbatté un paio di volte le palpebre, confusa.
-Come?- corrugò al fronte.
-Sono un Dio del Sesso- scandì bene le parole della sua frase, guardandola negli occhi.
-Tu… cosa?-
No era ridicolo.
Irrazionale e… infatile!
Il suo uomo canticchiava perché si credeva un “Dio del sesso”?
Cos’era?
Una di quelle tappe da macho-very-uomo che un qualsiasi portatore di cromosoma Y deve attraversare per poter essere accettato nella società fallocentrica?
-Tu quindi canticchi di felicità…- suppose, accavallando le gambe e posando la schiena sulla testata del letto -… perché ti credi un Dio del Sesso?-
-Io non credo di essere un Dio del Sesso- piegò il capo a guardarla in viso –Io lo sono!-
-Oh mi scusi- ridacchiò –E chi ti avrebbe dato tale nomina?-
Il secondo allarme di pericolo ululò nel corpo della rossa, alla vista del ghigno sempre più sicuro e strafottente del suo uomo, per di più rivolto a lei.
Deglutì, aspettando l’inevitabile.
-Tu- infatti parlò divertito Zoro, indicandola con dito teso, facendo bella mostra della sua boria.
Passarono alcuni secondi di silenzio prima che Nami si riprendesse, scivolando sotto le coperte e dando le spalle al verde.
-… io non lo ricordo proprio!- ammise con falso distacco, posando il capo sul cuscino pronta per addormentarsi.
-Oh me lo ricordo io!- sghignazzò Zoro, scivolando sul letto e premendosi contro di lei, abbracciandole la vita con un braccio e soffiandole in un orecchio.
-Era tra un “ahh-ahhh, di più!” e un “oh si, si: lì… continua!!!”-
Le guance di Nami si imporporarono, diventando un tutt’uno con i capelli sciolti attorno al viso.
-Te lo sarai immaginato!- sbottò dura, raggomitolandosi nel lenzuolo.
Bugia.
Un’enorme, immensa bugia, e lei lo sapeva bene.
Perché Nami sapeva quanto Zoro fosse bravo a letto, come riusciva a farla impazzire sotto le lenzuola, a baciarla laddove ne sentiva il bisogno o toccarla dove la pelle reclamava il suo tocco.
Lo sapeva, e cosa ben peggiore si ricordava anche quando, in preda all’orgasmo, aveva urlato la frase incriminate, e se ne vergognava a morte.
Era stata la notte precedente, quando avevano fatto l’amore e lui era stato così bravo, così dolce, passionale, forte, audace, travolgente e… un Dio del Sesso in tutti i sensi!
Ma sperava che il suo urlo non fosse stato recepito dal verde, perso anche lui nel piacere.
Insomma, doveva avere tutto il sangue concentrato in una ben precisa parte del corpo, molto in basso rispetto al suo cervello, che non poteva funzionare correttamente in quel momento!!!
Come aveva potuto capirla, e ricordarsene soprattutto?!?
-Non me lo sono immaginato- le baciò la gola, sfiorandole la pelle con la punta del naso –C’ero io e c’eri tu… meno vestiti, più ansimi…-
Lasciò che i ricordi scivolassero dalla mente al corpo, come le mani di Zoro che ora le accarezzavano le gambe, senza malizia, ma solamente in cerca del sentimento che li legava.
-Sarà…- sospirò Nami, voltandosi sull’altro fianco e premendosi sul petto del compagno, guardandolo in viso -… ma continuo a non ricordare-
-Sono disponibile a farti una replica se necessario- le accarezzò una guancia con due dita, riportando il braccio opposto dietro il capo.
La rossa si strinse al suo fianco, sorridendo.
-Se per te è così importante, mi sacrificherò- gli accarezzò un pettorale, fissando il suo sorriso sghembo tendersi per poi assumere una linea più morbida.
Più simile a un vero sorriso che a un ghigno dei suoi.
-No- posò le labbra tra i ricci ramati –Non ho mai creduto agli Dei… né al sesso tra noi-
La strinse forte, chiudendo gli occhi.
Una nuova nenia risuonò nella camera da letto, ma non era Zoro a canticchiarla.
La voce era femminile, ma comunque felice.
   
 
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