Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ValyXD    24/04/2016    3 recensioni
Una ragazza italiana di nome Val ha finalmente l'occasione di coronare il suo sogno: insegnare musica negli Stati Uniti. Parte quindi non per la solita New York, ma per la meno caotica ma molto più arida Phoenix, capitale dello stato dell'Arizona, anche casa del suo gruppo preferito: i This Century.
Finirà quindi per diventare la coinquilina del cantante, ma loro sono completamente diversi. Riusciranno comunque ad andare d'accordo? O nascerà perfino qualcosa di più?
Dal capitolo 9/:
" [...] -Non sono io che sto occupando una stanza potenzialmente libera.-
Colpo basso.
-Bastardo.- sibilo, per poi alzarmi.
-Grazie.-
-Bastardo
due volte.-
-Ci tengo, a farmi rispettare.-
-Oh, non preoccuparti. Mi vendicherò.-
-Metterai carne nel cibo a mia insaputa?-
Mi avvicino molto pericolosamente al suo viso, in particolare alle sue labbra, e lo fisso dritto negli occhi.
-No, mister Kanitz. Molto, molto peggio.- sussurro, facendolo arrossire.
Colpito e affondato.
"
-------
I This Century esistono veramente ;)
Coraggio, entrate e non ve ne pentirete, garantito!
ValyXD
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 33:

Quando di Mezzo ci Stanno Due Ragazze…

 

Apro gli occhi.

Realizzo che il sole è alto, e Joel e Kaydyn non ci sono.

Guardo l’orologio.

Sono le undici.

Cazzo.

LE UNDICI?!

Mi vesto in fretta e furia, poi vado a lavarmi la faccia.

Staranno già preparando il pranzo? Si sono accorti che non c’ero? Penseranno che io sia una poltrona? E la mia colazione? Me ne avranno lasciato un po’ a parte? Magari è fredda?

Scendo le scale a velocità supersonica, stando attenta a non cadere.

Sento una conversazione che viene dal soggiorno.

-Val? No, non si è ancora alzata.- è il padre di Joel.

-Capisco, sarò felice di conoscerla!-

Una voce… di una ragazza?

Oh mio Dio, ditemi che non è come penso.

(Tutti: Non è come pensi.)(Val: … grazie, suppongo.)

-Non è vero!- entro, quasi urlando –Sono sveglia! Eccomi!-

-E’ lei.- risponde, sempre il padre di Joel.

Lui è seduto vicino alla ragazza, con una faccia alquanto scocciata.

Un attimo…

Sono…

SONO A BRACCETTO?!

Eh, qui sì che vorrei diventare una yandere.

Lui è mio.

Non è vero, però è l’idea.

Lei si alza.

-Allora sei tu la pianista!-

Ah. Bello. Sa già che insegno pianoforte. Wow.

-S-sì. Sono Val, piacere.-

-Oh, mi hanno già detto tutto di te!- sorride –Io mi chiamo Leah.-

Leah?

Non l’avevo mai sentito prima.

(Autrice: Infatti ho cercato su Google la top 100 dei nomi più usati negli USA xD)

E’ strano, sembra una ragazza così gentile.

Perché alla madre di Joel non piace?

Non che mi dispiaccia, s’intende.

-Ho un’idea!- trilla.

-Dimmi...-

-Mamma! Possiamo andare a usare il tuo pianoforte?- chiede.

Mamma? Ma che…

-Certo.- risponde la madre di Joel.

Eh?

Cosa…

Ah, ho capito.

Perché in Inglese la suocera si chiama “mother-in-law”, letteralmente “madre in legge”… quindi dovrebbe andare, se la chiama mamma.

Ma anche no.

-Facciamo una sfida!- si rivolge nuovamente a me. –Vediamo chi è più brava tra noi due al pianoforte!-

Okay, devo raccogliere tutte le mie forze per non riderle in faccia.

-Non penso sia giusto…- le rispondo. –Io ho dieci anni di conservatorio e un diploma dalla mia.-

-E io no! E’ per questo che sarà fantastico!-

Sul serio?

Sul serio?!

Dai, non voglio umiliarla.

-Non penso accetterò…- insisto.

-AH! Lo sapevo! Buona-a-nulla! Buona-a-nulla! Hai pa-u-ra! Hai pa-u-ra!- mi canzona.

-Sei tu che dovrai avere paura di non sprofondare troppo dalla vergogna.- ribatto, calma.

Vedo Joel che finalmente fa un sorriso.

-E’ solo una scusa! Io ti batto dieci a zero!-

-Non è una scusa. C’è una cosa che si chiama pietà, in questo mondo, sai?-

E me l’ha insegnata Toby Fox con Undertale.

(Autrice: *fangirla*)

-Ho un’altra idea! Facciamo come la sfida de La Leggenda del Pianista Sull’Oceano! Tre brani a testa! E il pubblico è il giudice!-

Cavolo, se amo quel film!

-Va bene…- sospiro.

-Saliamo, saliamo!-

Quella vocina inizia a darmi su i nervi.

Sono molto curiosa di vedere il pianoforte della madre di Joel.

Perché sapete, anche lei è un’insegnante. Di canto, oltre che di pianoforte.

Non è da sorprendersi che una madre del genere abbia un figlio del genere.

(Autrice: Peccato che lui il pianoforte manco lo sa toccare *coff* *coff* sa giusto dove sono le note, secondo me *COFF* *COFF*)(Joel: Ehiehiehi, cos’è tutta ‘sta cionfra?)(Autrice: Torna a parlare in Inglese, vah.)

Sono curiosa di sentirla cantare.

Il pianoforte è dentro una stanza ben ventilata, e con poca umidità. Ed è… a mezza coda!

Oddio quant’è bello.

E’ lucidissimo… e BIANCO!

Che bono!

Lo amo!

Fanculo a Joel, io mi sposo il pianoforte della madre!

-Ti piace, vero?- mi chiede lui.

Annuisco, senza staccare gli occhi dallo strumento.

-Lo sapevo!- sorride.

-Iniziamo?- mi chiede Leah.

Annuisco di nuovo.

-Prima io!- si siede sullo sgabello, accavallando le gambe.

-Uh, dovresti- provo a dire, ma la mamma di Joel mi blocca.

-Anche la tecnica fa parte della valutazione della giuria. Lasciala fare.- mi dice.

Le gambe non si accavallano mai, quando si suona. Per fortuna io non ce l’ho mai avuto d’abitudine. Bisognerebbe anche togliere bracciali e/o orologi, come sarebbe meglio, per una prestazione migliore, legare i capelli, se sono lunghi. Le spalle sono basse, la schiena dritta e i polsi rilassati…

Un attimo, perché sto ripetendo a memoria il manuale del buon pianista?

-Cosa suoniamo?- si chiede da sola. –CI SONO!- ride istericamente. –Una canzone tua!- dice, indicando Joel, che fa un sorriso fin troppo finto, accompagnato da un “Aah.”

Inizia a suonare…

Lei.

Proprio lei.

Quella canzone.

La mia canzone.

Everywhere, Everything.

PERCHE’?!

Cioè, è bellissima e tutto quanto, ma non può permettersi di suonarla!

Sento Joel che inizia a canticchiare il ritornello.

Io lo uccido con lo sguardo.

-Ma…- prova a dire.

-Sai venti volte meglio di me che la sta suonando di merda!- sussurro, per non farmi notare.

-Sì, ma è pur sempre una delle mie preferit-

-Anche la mia. E non “una delle”… ma la.-

Lui rotea gli occhi.

Aspetto mogia la fine.

-Finito!- trilla lei, di nuovo.

Faccio un applauso.

-Tocca a me?- chiedo.

-Esatto!-

Mi siedo sullo sgabello.

Caso strano, è ad un’altezza che mi va bene.

Che posso suonare?

Non ne ho idea.

Voglio dire, mica parto subito con Beethoven, che quella lì si caga sotto.

Sbatto un gomito sulla tastiera, facendo un suono piuttosto sgradevole. Appoggio il mento sulla mano, e sbuffo.

-Ehi! E’ una cosa seria!- protesta Leah.

-Tranquilla- faccio io –Sto imitando Novecento, non si vede?-

Rimane in silenzio.

Io inizio a suonare un paio di variazioni sul tema di Astro del Ciel. Tanto siamo in periodo, no?

Già, come Novecento.

Leah ride.

-Basta con l’imitazione! Qual è il tuo primo brano?-

-Era questo. Tocca di nuovo a te. Sempre se sai fare di meglio…-

Mi alzo in piedi, e le faccio spazio.

-Certo che so fare di meglio!-

Si siede, e inizia a suonare la Per Elisa.

Sì, quella che a noi pianisti ha rotto i corbezzoli perché l’abbiamo sentita troppe volte, anche se in sé è molto bella.

Mi chiedo come faccia lo sviluppo, che mica è semplice.

Sta par arrivare a quella parte, ma conclude la frase con un accordo e si alza.

-Non fai lo sviluppo?- chiedo.

-No!-ride –Non lo so fare!-

E grazie, allora anche io so suonare tutto quello che mi danno in mano senza studiarlo.

Vado a sedermi, faccio un bel respiro, dicendomi che finirà presto, e come mio secondo brano scelgo un valzer di Chopin, uno dei più semplici che abbia letto.

Fermo restando che non è affatto semplice, in ogni caso.

-Che brava!- fa lei, quando ho finito. –Però ora farò seriamente! Non penso che mi batterai in questa!-

Appoggio la schiena al muro della casa, incrociando una gamba, curiosa, per così dire, di sapere cosa abbia in mente quella ragazza.

Inizia a suonare la sonata K545 di Mozart.

E… quello sarebbe fare sul serio?

E’ un pezzo molto facile per il quinto anno del conservatorio.

Non per vantarmi, ma ho letto il primo movimento quando ero al secondo anno.

Aspetto che finisca.

-Ti sono piaciuta?- mi chiede.

Annuisco.

-E’ migliorabile. Irrigidisci troppo i polsi.-

-Eh?-

-Nulla.-

-Miraccomando, voglio che tu faccia sul serio! Non ci crederò che potrai farmi sprofondare dalla vergogna fino a quando non me lo dimostrerai… ed è la tua ultima occasione!-

Annuisco, di nuovo.

-Sai, è che mi sono appena svegliata e non ho nemmeno fatto colazione, potrei non essere al massimo delle mie prestazioni. E poi… non mi piace far vedere che ne so fare.-

-Scuse! Scuse! Sei solo una perdente!-

Sospiro.

-L’hai voluto tu.- rispondo.

Mi siedo, e inizio a suonare il terzo movimento della sonata Al Chiaro di Luna di Beethoven.

Andate ad ascoltarvelo, poi vedrete se quella sgualdrina piangerà dalla disperazione o no.

(Autrice: *balla aloha oi* Ecco il Link: https://www.youtube.com/watch?v=Gw9gRVKV8bk … non è un’esecuzione che mi piace molto (probabilmente per colpa del pianoforte)… però si vedono le mani del pianista… non ne ho trovata nessun’altra decente in cui si vedano le mani. A proposito, non è che si nota che adoro Beethoven?)

Setteh minuti dopo finisco, e sospiro.

-Mi fanno male le braccia, avrei dovuto riscaldarmi ancora un po’. Uffa.- constato. –Allora?- aggiungo, subito dopo –Chi ha vinto?-

Lei ride, riprendendo Joel a braccetto –Io, ovviamente!-

Alzo le sopracciglia, poi sorrido.

-Senza dubbio hai ragione.-

Non c’è bisogno di chiedermelo.

Sì, sono ironica.

-Pensavi di umiliarmi così? Piccola troietta!-

Joel si gira verso Leah, con un’espressione di totale disappunto.

Ah beh, è già qualcosa.

-Che tenera- rispondo, senza mostrare un minimo di alterazione –Hai usato il vezzeggiativo!-

Non mi sto alterando.

No, sul serio.

Non mi fa arrabbiare, anzi mi fa pena.

Un persona che per difendersi riesce solo ad insultare mi fa una pena terribile.

Quanta ignoranza.

-Era per non essere troppo brutale, però si capisce da come muovi le mani che devi essere molto esperta su quel genere di cose!-

Ah, così la metti?

Che tenera.

-Uh, Leah…- Joel cerca di intervenire.

-Accidenti!- esclamo –Pensavo di nasconderlo bene, ma dato che tu mi hai scoperta, devi essere ancora più esperta di me!-

Inserire quei tipi di colore che gridano “OOOOOHH!” , please.

-Ma guardati- inizia lei –Sai solo insultare!-

Cosa?

Cosa?!

Io?

Ma non hai iniziato tu?

Porco cactus, ecco quando qualcuno non mi fa più pena ma mi fa salire la voglia di uccidere.

Con calma, Val.

Dimostrati matura.

-Oh, hai ragione.- mi alzo, poi faccio un inchino –Vostra Maestà, permettimi di andare a fare colazione ora, eh? Ci si vede in giro.-

Faccio per uscire, ma mi blocca la porta.

Sospiro, di nuovo.

-Ti stai prendendo gioco di me?- chiede, visibilmente irritata.

-Acc, si vede così tanto?- rispondo.

-SI! E MI DA FASTIDIO!-

-A me da fastidio che tu urli.-

-A ME DA FASTIDIO CHE TU SIA PIU’ BRAVA DI ME! PERCHE’ SONO IO L’UNICA CHE SI MERITA LUI!- Indica Joel.

-Ah beh, a me dai fastidio tu.-

-HAI SENTITO?!- si volta verso di lui –E NON FAI NULLA?!-

-Ma Dio Santo, te ne sei accorta che sta cercando di starne fuori in tutti i modi?-

-Chi ti credi di essere tu, per parlarmi così?-

-Obama.- rispondo.

-Tu non sei Obama!-

-Ah, ma dai?-

-Non ti capisco!-

-Ci vuole un quoziente intellettivo leggermente superiore alla media, per capirmi.-

-JOEL! MI HA DATO DELLA STUPIDA!-

-Assolutamente no.- rispondo –Ti sei fatta tutto da sola.-

Oh, cielo. Non ci posso credere.

Sono lacrimoni quelli che vedo?

MA LOL.

-SEI LA PERSONA PIU’ INFAME CHE ABBIA MAI CONOSCIUTO!-

-Su questo ti do ragione veramente. Ah, e… sarei io quella che insulta?-

Scoppia a piangere definitivamente, correndo giù per le scale.

Sospiro.

-Permalosa… nessuno capisce che in Italia è normale fare colazione?-

-Ma povera…- protesta il padre di Joel.

-Povera un corno, se l’è cercata.- risponde Joel.

Allora era serio, quando mi ha detto che non tratta bene le sue ex.

-Val, vai a scusarti.- fa il padre di Joel-

-Ma…- cerco di protestare.

-Forza…-

Sì, Coraggio e Saggezza.

Ma fanculo!

-Aah, ti ricordo che è stata lei ad iniziare, è stata lei che ha voluto questa sfida, e si è fatta tutto da sola! Cos’è, ora mi metto a piangere e quindi ho ragione?- gli rispondo, senza battere ciglio, incrociando le braccia.

-Sono d’accordo con lei.- fa Joel.

-Non hai un minimo di rispetto! Siete stati insieme per quasi due ann-

-Non ricordarmelo! Non so nemmeno come posso essermi innamorato di una persona del genere.-

-Me lo chiedo anch’io.- fa la madre.

-Che bello, quindi non sono l’unica a cui Leah non piace?- chiedo, alzando una mano.

-Esatto, ci sono anch’io!-

Adoro quella donna.

Joel sorride, poi sospira.

-D’accordo, vado a parlarci.-

-Vengo anch’io!- mi propongo.

-Okay.- fa Joel.

Scendiamo le scale, ma Kaydyn mi viene incontro, insieme alla madre.

-Zia Val, zia Val! Vieni a giocare con me?-

-Ecco… io… dov’eri tutto questo tempo? Ti sei persa un pilastro della musica ottocentesca, sai?-

-Eh?-

-Nulla, lascia perdere.-

-Allora? Vieni a giocare con me?-

-Eravamo al parco giochi. Sapevo che Leah avrebbe fatto un’altra delle sue scenate, non mi andava di farmi rovinare la giornata.- risponde Beccah.

-Penso che vi seguirò, la prossima volta.-

-Farai bene.-

-ZIA! GIOCHI CON ME?-

-O-okay, okay…-

Penso mi perderò la conversazione tra Joel e Leah.

Peccato. Volevo ridere un altro po’.

Non che mi interessi.

 

{~~~}{~~~}{~~~}

 

Come immaginavo, Leah è seduta per terra vicino all’entrata della casa.

Non so nemmeno come ho fatto a dire “sì, vado a parlarle”.

Se l’è meritato, cavolo.

Mi dispiace essere stato zitto, ma tra i miei genitori e le due ragazze sarebbe stato qualcosa di impossibile dire una cosa giusta.

E con “giusta” intendo che non faccia imbestialire almeno uno di loro.

-Leah…- la chiamo, le mani in tasca.

-Oh, tesoro! Sapevo che non mi avresti lasciata da sola!- si alza, venendomi incontro.

-Sono venuto perché me l’ha chiesto mio padre. Non mi avrebbe lasciato respirare un attimo, altrimenti.-

-J-joel…-

-Te la sei cercata. Non è una ragazza da avere contro, quella.- inclino la testa verso la casa.

-Lei ti piace molto, vero?-

-Tsk… e anche se fosse?- distolgo lo sguardo, arrossendo leggermente.

-Cos’ha lei che io non ho?-

-Per favore, non farmi questo tipo di domande.-

-Perché non sai rispondere?-

-Perché ci sono troppe cose da elencare.-

-Mi fa male il modo in cui mi guardi, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme…-

In effetti, penso di non aver mai guardato una persona con così tanta indifferenza prima d’ora.

-Hai detto bene: passato. E’ tutto passato. E nulla tornerà come prima.-

-Che ti ho fatto?!- se la conosco, quell’espressione… E’ la stessa che ha usato per abbindolarmi.

Oh, ma non ci cascherò un’ennesima volta.

-Che mi  hai fatto? Chieditelo da sola, fatti un esame di coscienza.-

-Me l’ho fatto tante volte! E mi sento pulitissima!-

-E invece dovresti sentirti sporca, sporca come il più sporco degli assassini.-

(Autrice: E il bello è che, per colpa della mia professoressa di scienze, che è una microbiologa, la parola “sporco” mi fa iniziare a ridere come un’idiota… “Sei sporco! Lavati le mani!” Sta tutto il santo giorno così. E le prese per il culo sono abnormi. *si mangia le unghie*)

-Come puoi dirmi una cosa del genere?!-

-Come puoi tu, avermi fatto pensare una cosa del genere.-

-Ma non riesco a capire perché!-

-Non riesci a capirlo?! Mi hai fatto male, mi hai usato, sei stata egoista, spietata, crudele!-

Non posso ancora arrabbiarmi per lei.

Non più.

Non mi deve toccare.

E’ finita, punto.

-Lo stai facendo tu l’egoista, ora!- mi rinfaccia.

-Ah, sì? Beh, c’è un momento della propria vita in cui si smette di fare i fessi, e si inizia a pensare anche al proprio bene. E non lo definirei egoismo.-

-Quindi mi vuoi fuori dalla tua vita? Per sempre?-

-Sei uscita dalla mia vita nel momento stesso in cui ho capito il tuo gioco. Conversazioni come questa sono solo di cortesia.-

-Lo vuoi capire che mi fa male?!-

-Mai quanto ne hai fatto tu a me. Non preoccuparti, troverai qualcuno che starà al tuo gioco. Io sono fuori discussione.-

-Ma Joel…-

-Ti amavo. E dannazione, quanto.-

-A-appunto!-

-Appunto niente! Velocemente come è nato, quel sentimento è morto!-

Continua a fissarmi.

Le do le spalle.

-La discussione è chiusa. Ah, e dì a mio padre che almeno ti ho parlato, così eviterò problemi per le prossime ore.-

-Aspetta!-

Tenta di abbracciarmi da dietro, premendo il seno contro la mia schiena.

-Che simpatica.- dico, togliendo le sue braccia dal petto e accelerando il passo.

(Autrice: Obama! Voglio una medaglia! Mi sono ricordata che è “accelerare”, con una “L” sola!)(Obama(QuelloVeroEh): DATE UNA MEDAGLIA A QUESTA DONNA!)(Autrice: *sfoggia la medaglia*)(Val: -.-’)

Vedo Beccah, che carica qualcosa in macchina.

-Li’l sis! Dov’è la mia nipotina preferita?-

-La tua preferita e unica nipotina… è con la tua pianista preferita, ma non unica!-

-La mamma?-

-No, Val.-

-Ma è mamma la mia pianista preferita…-

-E non rompere!-

Sorridiamo, poi vedo che Beccah lancia uno sguardo omicida a Leah, che è ancora dietro di me.

Eh, se lo sa, la mia sorellina, quanto ho pianto…

Leah alla fine resta a pranzo, se ne va subito dopo.

Inutile dire che io e Val abbiamo iniziato a fare battute di qualsiasi genere.

E no, non battute musicali.

Ci si sente bene a sparlare male di qualcuno, alla fine.

Penso che Leah sia l’unica persona con cui mi sento autorizzato a farlo.

 

 

 

Angolo Autrice:

E’ ancora domenica, quindi non sono in  ritardo u_u

La verità è che mi guardavo Death Note, sono arrivata all’episodio 27^^

Quindi niente spoiler, plz

Che già mi sono spoilerata la fine per colpa di un commento su youtube.

Muore?!

Cioè, sul serio?!

Fanculo…

E non sto parlando di L, perché io sono una fangirl di Light, l’avevo deciso fin da subito.

Il mio piccolo psicopatico <3

Come Yuno <3

Quasi quasi ci faccio una fanfiction.

Hanno fatto Harry Potter e Dragon Ball, The Legend of Zelda e Le Cronache Del Mondo Emerso…

Io vi faccio DEATH NOTE E MIRAI NIKKI!

Basta, deciso.

Aspettatevi una shot Light x Yuno.

Perché io posso.

p.s. vedrò di far morire Misa ^^ Sappiamo che la Gasai ci sa fare *inserire Light che ride*

Lui sì che fa paura.

Anyway, ho realizzato che…

Probabilmente la mia mente non mi consentirà di scrivere fino a quando non avrò finito l’anime, perciò cercherò di finirlo al più presto.

Ho realizzato anche un’altra cosa: dal momento che sono stupida… ho resettato il telefono senza salvare i capitoli di A New Hyrule Warriors che ho scritto, e chi di voi scrive sa quanto è frustrante scrivere una cosa che hai già scritto. Perciò ho deciso: finirò la mia long su Zelda una volta finita La Musica Siamo Noi.

Tranquilli, non manca molto ^^

La vostra shinigamiosa,

ValyXD

P.s. Lettori, lo sapete… che ValyXD mangia solo pere?

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ValyXD