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Autore: Elenie87    27/04/2016    10 recensioni
Dopo la morte dei genitori di Kagome, a causa di un incidente, la famiglia NoTaisho accetta di prendersi cura della bambina e crescerla come figlia loro. Per Inuyasha essere il fratello maggiore acquisito di Kagome è motivo di orgoglio: lei è piccola, indifesa e cosa più importante vede in lui tutto il suo mondo. Il loro rapporto è profondo, speciale e sembra indistruttibile. Almeno sino a quando la piccola Kagome non cresce e.... il mondo idilliaco di Inuyasha non viene travolto da qualcosa di completamente inaspettato: l'amore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Kagome, Miroku | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 - LA NINNA NANNA DELL'ETERNA NOTTE
 

Non c’è consolazione più confortante di quella che si trova tra le braccia di una sorella.
(Alice Walker)




Apro gli occhi mugugnando infastidita dal suono della sveglia.
La spengo con un gesto secco accompagnato da uno sbuffo. Scosto le coperte, uno sbadiglio sonoro riempie il silenzio della mia camera, poi mi trascino sino all’armadio, tirando fuori una camicia ed un paio di jeans ormai sgualciti.
Mi vesto con gesti lenti e con la velocità di un bradipo vado in bagno per darmi una sistemata ai capelli. Il mio taglio è dannatamente ribelle: un anno prima ho avuto la grandiosa idea di tagliarli, ora invece osservando la mia immagine riflessa l’unica cosa che vorrei tagliare è le mie vene.
Sbuffo di nuovo, mentre passo la spazzola cercando di domare le ciocche nere che ricadono a caschetto sulle mie spalle. Niente da fare, che vadano al diavolo anche i capelli!
Esco dal bagno e scendo le scale. Lo stomaco brontola, ho proprio bisogno di una benedetta tazza di caffè e di una calda brioche fatta da Kaede.
Faccio per entrare in cucina quando la scena che mi si presenta davanti mi fa ribaltare lo stomaco. Appoggiato al tavolo della cucina il mio adorato fratellino è intento ad effettuare un' accurata laringoscopia della sua adorata fidanzata Kikyo.  Altro che brioche, sto per vomitare!Vado davanti ai fornelli versandomi del caffè. Quei due nemmeno si sono accorti della mia presenza.
Un tic isterico inizia a farmi muovere un sopracciglio. E’ da un mese a questa parte che ogni mattina ho questa scena davanti ai miei occhi. Inuyasha ha chiesto a Kikyo di dormire al ranch una sera di qualche settimana fa a causa di una violenta tempesta di pioggia, e da allora sono più le volte che si ferma qui per la notte che quelle in cui torna a casa sua.
Prendo la brioche dal piatto e faccio per addentarla, quando l’occhio mi cade di nuovo sui due fidanzatini.
Kikyo è avvinghiata a mio fratello come se non ci fosse un domani… che si pensi la reincarnazione di una cozza?!
Sento mia madre passare nel corridoio e dare il buongiorno a Kaede.
-Buongiorno un cacchio- borbotto, sbattendo la tazzina sul tavolo.
Non so se sia stato il rumore o più probabilmente le mie parole ma quei due finalmente interrompono la visita medica delle tonsille staccandosi con un piccolo sobbalzo.
-Buongiorno sorellina- mi dice Inuyasha con un sorriso a trentadue denti. Glieli spaccherei ad uno ad uno in questo momento.
-Sì,sì, buongiorno- bofonchio.
-Anche oggi di pessimo umore, vedo- commenta avvicinandosi a me e scompigliandomi i capelli.
Gli scosto la mano infastidita.
-E piantala! Ci ho messo un sacco a sistemarli!-  O forse, non voglio solo che tu mi tocchi. Ultimamente mi fa sentire strana.
-Beh? Che cavolo ti prende?- mi chiede guardandomi in cagnesco.
Scosto lo sguardo, osservando attentamente la brioche ancora quasi intonsa.
-Niente. Scusa- Nemmeno io so cosa cavolo ho, a dire il vero.
-Bah. Vado a preparare i cavalli. Ti aspetto all’ingresso del ranch tra mezz’ora- mi dice, ma dal tono riconosco che l’ho fatto incavolare.
Sbuffo, aprendo l’acqua del lavandino per sciacquare la mia tazzina, ed è in quel momento che mi accorgo che Kikyo è ancora in cucina.
-Buongiorno, Kagome- mi dice con un sorriso ironico. Cristo, questa giornata sta diventando ogni secondo che passa una merda intergalattica.
-Buongiorno- rispondo con falsa gentilezza. Tra me e lei non c’è mai stato un gran rapporto. Anzi, credo che ci sopportiamo a malapena nonostante io non sappia spiegarmene il perché. Ero solo una bambina quando l’ho conosciuta, mentre lei aveva la stessa età di Inuyasha. Non so darmi una motivazione ma mi ha sempre trattato con diffidenza e superiorità… conseguentemente la mia risposta nei suoi confronti è sempre stata di totale indifferenza.
-Ho sentito che oggi andrai con Inuyasha alla fiera del bestiame di Saiko Lake-
Annuisco mentre la mia testa sta elaborando mille e una soluzioni per sottrarmi a questa conversazione. Non deve tornare a casa? Sono le cinque e mezza del mattino!
-Come sei fortunata! Passerai tutto il giorno in sua compagnia!-
Oh, sì, una vera gioia. Ultimamente ogni volta che sono da sola con Inuyasha mi sento come un leone in gabbia.
-Già- mi limito a commentare.
Kikyo mi si avvicina sorridendo ed io indietreggio un passo.
-Sai, alcune volte mi chiedo come fai- esordisce squadrandomi. –Sì, ecco… ad essere così..campagnola. Io non potrei mai sporcarmi le mani tutto il giorno tra bestiame e campi. Non fa proprio per me. Io sono diversa da voi cowboy… mi piace essere elegante, curata.. femminile- mi dice, accentuando l’ultima parola. Poi mi punta gli occhi addosso con un’espressione che fatico a comprendere.
-Credo sia per questo che piaccio ad Inuyasha- conclude.
Mi sento mancare l'aria come se avessi appena ricevuto un pugno nello stomaco.
Non riesco a rispondere nulla, mi limito ad osservarla in silenzio. Pochi secondi dopo, forse stanca della mia scena muta, mi saluta con un cenno della mano lasciandomi sola.
Ecco di nuovo quella sensazione che mi stringe il cuore. Mi viene da piangere e non ne capisco il motivo.
 
Raggiungo Inuyasha con un buon quarto d’ora di ritardo, ed infatti lo trovo ad aspettarmi davanti al camion con le braccia conserte ed uno sguardo omicida.
-Alla buon’ora- esordisce.
Io sbuffo, bofonchiando uno “scusa” e salgo a bordo.
Sale anche lui in macchina, mette le mani sul volante ma non mette in moto.
-Lo sai che alla fiera bisogna arrivare il prima possibile. A più compratori mostro i cavalli, più probabilità ho di guadagnarci all’asta-
-Ti ho già chiesto scusa- ripeto scocciata. Non riesco proprio ad avere un tono civile con lui. Mi irrita, mi innervosisce la sua sola presenza.
Sento un’imprecazione improvvisa uscire dalla bocca di mio fratello mentre sbatte le mani sul volante.
Sussulto voltandomi verso di lui. I suoi occhi lampeggiano di rabbia ed io deglutisco rumorosamente. E’ incazzato con me?!
-Si può sapere che cavolo ti prende?!- sbotta, ed io mi irrigidisco.
-In.. in che senso?- chiedo, la voce mi esce quasi in un sussurro.
-Sono settimane che mi eviti e quando sei con me sei scostante. Mi tratti come un appestato! Sei arrabbiata per un qualche motivo ed ora voglio sapere perché!-
Voglio scendere. Voglio scendere da questa macchina e tornarmene in casa a gambe levate!
Non so cosa rispondergli perché nemmeno io capisco il mio comportamento e le mie emozioni.
Gli occhi di Inuyasha mi fissano in cerca di una risposta ed io mi sento avvampare.
-Sc-scusa. Non ce l’ho con te- riesco a mormorare. O almeno credo.
-Il tuo atteggiamento dice l’opposto- sibila. Pare accontentarsi di questa risposta perché si volta e mette in moto.
Sospiro di sollievo e prego che questa giornata finisca il prima possibile.
Il camion parte ed io mi appoggio al sedile chiudendo gli occhi, tentando di calmare il battito irregolare del mio cuore.
 
***
 
Chiudo la portiera con un tonfo, dirigendomi verso il retro del camion.
Sono incazzato come poche volte nella vita ed il motivo è Kagome. Sono settimane che mi evita, mi guarda in modo diverso da prima e quel poco tempo che passiamo insieme è fredda, scostante e trova ogni scusa per starmi lontano. Non trovo una motivazione nella mia testa per spiegarmi questo cambio repentino di atteggiamento e la cosa mi fa imbufalire. Ero abituato ai suoi sorrisi, ai suoi abbracci, al nostro rapporto speciale. Ed ora mi trovo catapultato in un mondo dove a mala pena riesco ad essere nella stessa stanza con lei.
Mi passo una mano tra i capelli con fare nervoso. Ci ho pensato davvero al fatto che io possa aver fatto o detto qualcosa che l’ha ferita, eppure non mi viene in mente nulla.
I giorni in cui lei era una bimba ribelle ma adorabile mi sembrano davvero lontani. Ora ho di fronte una ragazzina di quattordici anni da un carattere forte ma per molti lati fragile.
I suoi occhi azzurri sono sempre stati pieni di vita e non vi è stato giorno in cui essi non mi abbiano sorriso. Kagome, a suo modo, è sempre stata presente, persino nei momenti difficili, come la prima volta in cui io e Kikyo ci siamo lasciati.
Avevo ventidue anni, ero seduto sulla staccionata a guardare il sole tramontare ed avevo una gran voglia di spaccare il mondo a pugni. Mi sentivo un idiota... insomma, stavo male per una ragazza che mi aveva mollato per un altro. Kagome, senza dire una parola, mi aveva raggiunto ed abbracciato da dietro, le sue piccole braccia mi avevano avvolto e senza rendermene conto avevo sorriso per la sua delicatezza nel non farmi domande. Semplicemente lei c’era, era lì con me. Era il suo modo per dirmi “sono qui, non sei solo”.
Dopo la rottura con Kikyo non avevo più voluto saperne di donne. Una notte potevano andare, un giorno già era troppo. Mi sentivo ferito ed umiliato ed il mio essere single mi bastava. Ed anche in quel periodo, dove ce l’avevo con tutto e tutti, Kagome era stata con me, a consolarmi a suo modo nei giorni neri e ridendo con me in quelli migliori. Mia sorella aveva la capacità di farmi tornare il buon umore anche quando mi alzavo col piede storto.
Poi qualche mese fa, a distanza di quasi due anni, Kikyo è tornata da me, single e convinta di non avermi mai dimenticato veramente. All’inizio l’ho rispedita al mittente…. Tuttavia lei non ha mollato nonostante i miei "no" e non saprei dire cosa mi ha spinto a perdonarla. Abbiamo ripreso a frequentarci ed è ricominciata la nostra relazione.
Senza rendermene conto mi sono ritrovato ancora a capofitto nella storia con lei. E' stata mia madre a farmi notare di quanto avessi trascurato la famiglia e soprattutto Kagome nelle prime settimane in cui mi ero di nuovo fidanzato. Ma da allora sono passati quattro mesi e Kagome mi sembra scostante solo ora. Non può essere stato il mio atteggiamento di mesi fa ad averla offesa.. o sì? Non ci capisco più nulla!
 
Quando arriviamo a Saiko Lake Kagome è ancora chiusa in un ostinato silenzio. 
Dopo aver trovato lo spiazzo a noi riservato parcheggio e scendo dal camion. Anche lei fa altrettanto e si appresta ad aiutarmi a far smontare i cavalli.
-A che ora hai la gara?- mi chiede.
-Alle 11:30- rispondo. La guardo di sott’occhi mentre accarezza il dorso dello stallone nero.
-Farai il tifo per me?- le chiedo.
Kagome incrocia il mio sguardo e nei suoi occhi azzurri scorgo una punta di rimprovero.
-Sai che non mi piace che partecipi ai rodei- risponde e dentro di me esulto. E’ preoccupata per me!
Mi avvicino a lei con un ghigno e la vedo fare un passo indietro. Sbaglio o è arrossita?
-Se sarai tra il pubblico sono sicuro che andrà tutto bene- le dico ed a questo punto vedo nettamente il suo colore sulle guance passare dal roseo al rosso.
-Promettimi che starai attento- sussurra. Con una risata la afferro per un braccio e la stringo a me.
-Sciocca. Sai che sono sempre prudente- le mormoro tra i capelli, posandole un piccolo bacio.
La sento irrigidirsi tra le braccia, poi si allontana da me ridacchiando.
-Già, ma non è mai abbastanza. Vado a dare un’occhiata in giro- dice piazzandosi le mani in tasca.
Sospiro. Ecco di nuovo quello strano atteggiamento. Stiamo parlando normalmente e poi lei tutt’un tratto si scurisce in volto e si discosta da me. Sbuffando mi metto al lavoro.
Questi due cavalli potrebbero fruttarmi un sacco di soldi, per cui è meglio preparare il recinto per bene.
 
Alle dieci del mattino la fiera è ormai gremita di gente. Le aste sono cominciate ed a breve sarà il mio turno.
-Ehi, Inuyasha!-
Mi volto verso la voce alle mie spalle e vedo Miroku avvicinarsi a me sorridente.
-Ciao. Anche tu qui?- gli chiedo.
-Già! Mio padre vuole comprarsi una nuova sella ed io l’ho accompagnato. E tu? Sei qui per affari o per piacere?-
-Entrambi- rispondo diplomatico –Devo vendere questi due stalloni, li ho già domati e sono pronti per essere cavalcati. E poi in tarda mattinata parteciperò al rodeo-
Miroku emette un fischio di apprezzamento.
-E così vuoi riconfermare il titolo di campione! Kagome lo sa già?- mi chiede sghignazzando. Anche Miroku sa quanto lei non approvi questo genere di gare. L’ultima volta, nella caduta, mi sono rotto la spalla, seppur vincendo per il miglior tempo in groppa al cavallo selvaggio.
-Sì, lo sa, ma non si è lamentata più di tanto-
Lui scoppia a ridere.
-Quella povera ragazza prima o poi la farai morire di crepacuore- asserisce dandomi una pacca sulla spalla ed io lo guardo interrogativo.
-Che vuoi dire? Sei esagerato- commento. Ok che Kagome si preoccupa per me, ma addirittura il crepacuore…
Miroku sghignazza.
-Sta crescendo la tua sorellina. Te ne stai rendendo conto, vero?-  mi chiede con una punta di ironia.
-Sei ubriaco, Miroku? Certo che me ne accorgo, ma non capisco dove vuoi andare a parare con questi discorsi- borbotto.
Lui sorride e mi indica un punto dietro di me.
-Ecco cosa intendo-
Mi volto seguendo l’indicazione e mi irrigidisco all’istante. Poco distante da noi vedo Kagome seduta su un pezzo di steccato che ride spensierata, di fronte a lei un ragazzo alto e moro sta parlando animatamente.
Gli occhi mi si assottigliano.
-Chi diavolo è quello?- chiedo, la voce mi esce più minacciosa del dovuto.
-E’ Koga, il figlio degli Yoro-
-Quelli che si sono trasferiti un paio di mesi fa qui a Utsuno?-
Miroku annuisce.
-Pare sia un bravo ragazzo- mi dice.
-Non mi importa di ciò che pare. Chiederò comunque a Totosai di controllare- dico, la mandibola serrata per l’improvviso nervosismo che mi sento addosso.
Lui scoppia a ridere.
-Per l’amor di Dio, Inuyasha! Vuoi davvero fargli controllare la fedina penale?!- mi chiede stupito.
-Puoi contarci. Kagome è mia sorella- rispondo secco, incrociando le braccia.
Miroku smette di ridere e mi guarda dubbioso.
-Non puoi impedirle di crescere e di fare le prime esperienze. E ti ricordo… che non è tua sorella-
E’ tanto tempo che non sento pronunciare queste parole, seppur siano la pura e semplice verità.
Quando ero più giovane mi imbufalivo, per me lei era mia sorella a tutti gli effetti nonostante non vi fosse alcun legame di sangue.
Mentre ora…. mi creano solo uno strano scompiglio. Un sentimento che non riesco ad identificare ma che preferisco lasciare lì, in un angolo.
Sto per rispondere, quando un grido alle mie spalle mi fa voltare ed il sangue si gela nelle vene alla vista che mi si para davanti.
L’unica cosa che riesco a fare è iniziare a correre sperando di arrivare in tempo.
 
***
 
E’ mezz’ora che sto seduta qui e lo guardo di sott’occhi. Koga sta parlando di qualche sua incredibile avventura vissuta prima di trasferirsi qui con la sua famiglia ed io lo sto ascoltando… più o meno.
Rido alle sue battute, per quel poco che le recepisco, e sorrido in continuazione. Ma i miei occhi non osservano lui. In lontananza, dietro Koga, vedo Inuyasha che parla con Miroku. Non riesco a smettere di guardarlo, c’è qualcosa in lui che nell’ultimo periodo non fa che catturarmi e richiamare la mia attenzione.
E’ la prima volta che noto quanto le altre ragazze, passandogli accanto, lancino degli sguardi languidi nella sua direzione ed, in alcuni casi, ammicchino addirittura.
Lui pare ignorarle, forse addirittura non le vede, ma io sì. E vedo lui.
Ed è anche la prima volta che mi accorgo del perché le ragazze gli serbino tali attenzioni. Inuyasha è davvero bello.  Non possiede quella bellezza che ti ammalia, come gli attori del cinema, perfetti nella loro bellezza eterea. No, lui è…. rozzo, primitivo ma dannatamente affascinante nei suoi jeans rotti sulle ginocchia e la maglietta ingrigita da decine di lavaggi in lavatrice. Il cappello gli da un aria sbarazzina ma lo rende davvero… sexy?
Arrossisco nel rendermi conto dell’aggettivo che sto associando ad Inuyasha.
-Kagome, ma ci sei?-
Rinsavisco, tornando sulla terra.
-S-scusa Koga.  Dicevamo?- balbetto imbarazzata. Ero completamente su un altro pianeta! Sì, un pianeta sexy. Oh, porca... ma che cavolo mi prende?!
Lui sorride.
-Ti stavo chiedendo se dopo la scuola tu avessi voglia di u-
Koga sta per chiedermi qualcosa quando mi volto sorpresa sentendo l’urlo di una donna, che noto poi fissare un punto dietro di me.
Salto giù dalla staccionata su cui ero appoggiata e con orrore vedo che nel recinto vi è una bambina accucciata a terra, intenta a raccogliere un cappellino, probabilmente volatole via a causa di una lieve sferzata di vento.
Innervosito dalla presenza della bambina, il cavallo che poco prima si muoveva mansueto, ora si sta avvicinando  a lei nitrendo e, quando è a pochi passi da lei, si impenna sulle zampe posteriori minaccioso.
-O cavolo...- sussurro.
Senza riflettere salto con un movimento fluido oltre il recinto e corro verso la bambina, frapponendomi tra lei ed il cavallo.
-Calmati!- dico decisa, ma il puledro è più che mai spaventato e si impenna nuovamente.
Abbraccio la bambina coprendola con il mio corpo, pronta a sentire l’impatto degli zoccoli sul mio corpo.
-Sh-sh-sh-sh. Buono…-
Sgrano gli occhi, riconoscendo la voce di Inuyasha. Mi volto sorpresa e lo trovo davanti a noi, con le mani rivolte verso il cavallo in segno di calma. La sua voce è a malapena un sussurro.
-Tranquillo, nessuno vuole farti del male- bisbiglia ancora.
Il cavallo nitrisce di nuovo, questa volta scalciando un paio di volte con le zampe posteriori.
-Buono…- ripete, avvicinando una mano al muso dello stallone.
Il cavallo sbuffa e muove un passo verso Inuyasha. Annusa titubante la sua mano, poi appoggia il muso su di essa lasciandosi carezzare lievemente da lui.
-Vieni- dico alla bambina,  e con passo lento la porto fuori dal recinto.
Non appena siamo in salvo la madre ci viene incontro piangendo.
-Grazie, grazie mille- dice inchinandosi, stringendo a sé la figlia.
-Di nulla- le dico. In fondo non ho fatto niente. Mi giro verso il recinto per cercare con lo sguardo Inuyasha, ma non lo vedo. Il cavallo è solo e sta pascolando tranquillo.
Sospiro di sollievo, mi rendo conto di averla scampata.
Vedo Koga avvicinarsi verso di me con sguardo preoccupato.
Faccio per andargli incontro quando qualcuno mi afferra rudemente per un braccio facendomi voltare di scatto.
-Stupida!- mi urla a due centimetri dal viso una voce ben conosciuta. –Cosa diavolo credevi di fare là dentro?-
Il respiro mi si blocca all'istante incrociando gli occhi furiosi di Inuyasha, che stringe la presa sul mio braccio scuotendomi leggermente.
Trattengo il fiato, sentendomi tremendamente intimidita. Ma non per la sua foga, quanto per qualcos’altro… Sento la sua mano calda sulla mia pelle, ed i suoi occhi sembrano trafiggermi come lame.
Arrossisco, lasciando che lui continui la sua filippica senza proferir parola.
-Potevi farti ammazzare! Sei un’incosciente!-
-Sc-scusa…- riesco a balbettare.
-Scusa un corno!- sbotta ancora, staccando le sua mano da me, ed io ritorno a respirare.
Lo vedo passarsi una mano tra i capelli e poi voltarsi.
-Non posso perderti di vista un secondo che ti metti nei guai- borbotta, ma il tono pare più calmo.
Avverto le mie guance andare a fuoco di nuovo… perché vuole a tutti i costi farmi sentire una bambina? Non lo sono più, accidenti!
Abbasso il capo, stringendo convulsamente i pugni.
-Andiamo. Tra pochi minuti abbiamo la vendita dei nostri cavalli- mi dice voltandosi leggermente verso di me. Noto che sulle sue labbra vi è un lieve sorriso.
Sento il cuore aumentare i battiti e spontaneamente lo ricambio, sentendomi improvvisamente più sollevata che mai.
 
***
 
Il sole sta ormai calando quando parcheggio il furgone nuovamente al ranch.
Dire che è stata una giornata sfiancante è poco.
La vendita dei due cavalli è andata bene. La mia famiglia ci ha guadagnato un bel gruzzoletto. Mio padre, soprattutto, ne sarà felice.
La mia gara è stata altrettanto proficua. Domare lo stallone non è stato affatto difficile, anche se dopo aver fatto il miglior tempo sono stato disarcionato come un idiota. Nella caduta mi sono causato una bella escoriazione sul gomito, ma niente che non si risolverà in fretta.
Appena mi sono rialzato dalla caduta, i primi occhi che ho incrociato sono stati quelli pieni di lacrime di Kagome. Ammetto che vederla in quello stato, fragile e dolce allo stesso tempo, preoccupata all’inverosimile per me, mi ha fatto un certo effetto. Mi innervosisce.
Esattamente quanto mi ha mandato in bestia vederla sconsiderata al punto da entrare nel recinto di un cavallo non domato! Quando l’ho vista di fronte allo stallone selvaggio, mentre tentava di salvare quella bambina, sono morto di paura. E’ stata proprio la paura a farmi correre veloce come il vento, pregando Dio di arrivare in tempo.
Sospiro stancamente, mentre apro la portiera e scendo.
Kagome fa altrettanto e la sento salutare Myoga. L’avevo già visto mentre varcavo il cancello.
-Inuyasha, finalmente sei arrivato. Ti stavo aspettando- mi dice con aria grave.
-Che succede? Qualcosa non va?- chiedo, sentendomi subito allarmato dal suo tono.
Annuisce.
-Si tratta di Kirara. Seguimi per favore-
Kirara?! Merda, che cavolo può avere?!
Non me lo faccio ripetere due volte e pochi minuti dopo entro quasi di corsa nella stalla dove la trovo accucciata a terra.
-Che diavolo è successo?!- sbotto, inginocchiandomi affianco a lei e carezzandole piano la criniera.
Myoga si avvicina a me.
-Sono venuto questo pomeriggio per il consueto giro di visite, quando sono entrato nelle stalle l’ho trovata così. Era nervosa, continuava a sdraiarsi e rialzarsi dopo pochi minuti. Le ho fatto subito un controllo e….- si ferma distogliendo lo sguardo ed io mi sento morire.
-Ha un tumore, Inuyasha, all’utero. Le rimane poco da vivere-
Il mio cuore batte un tonfo così forte che credo possa averlo sentito persino Myoga.
Mi volto di scatto verso Kirara.
-No…- mormoro guardandola negli occhi. -Non può essere vero, stava bene!-
Myoga scuote la testa.
-I cavalli sono animali tosti, non manifestano subito comportamenti che ci fanno intendere che hanno qualche problema. Sono molto più resistenti di noi esseri umani. Ma è arrivata al punto da non sostenere più il dolore. Il tumore la sta logorando lentamente-
La mia Kirara. La mia compagna da quando sono nato. Non può andarsene così, per un maledetto tumore.
Vorrei urlare, ma non esce alcun suono dalle mie labbra.
-C’è qualcosa che possiamo fare?- sussurro.
Myoga scuote ancora la testa e guarda verso il fucile appeso al muro.
-Solo quello-
La mia mano accarezza ancora Kirara, mentre l’altra si stringe a pugno. E’ colpa mia. Non mi sono mai accorto di nulla, troppo preso da me stesso, probabilmente.
-Dobbiamo abbatterla?-
Nel sentire la voce che pronuncia quelle parole mi volto verso il cancello della stalla e rimango basito nel vedere davanti a me Kagome con occhi colmi di lacrime.
La sua domanda ed il suo stato mi fanno capire che era qui ed ha sentito tutto.
Anche lei ama Kirara. Appena Kagome aveva iniziato a camminare l'ho subito portata con me a fare lunghe passeggiate in groppa a lei. Ha sempre amato questo cavallo ed ora dovrò portargliela via.
-E' necessario- rispondo con voce roca dal dolore. -E' inutile farle patire altri giorni di sofferenza-
Kagome reprime un singhiozzo ed io vorrei sparire piuttosto che compiere questo gesto.
-Kagome, Myoga, lasciatemi solo- dico fissando per terra.
Non voglio nessuno qui. E' un momento tra me e Kirara.
Lui annuisce e si allontana silenzioso ma Kagome rimane ferma con lo sguardo fisso su di me.
Dannazione, non voglio uccidere Kirara di fronte a lei!
-Vattene, Kagome- ripeto, mentre mi alzo e prendo il fucile.
Lei non si muove di una virgola ed il suo sguardo è ora su Kirara, che nitrisce nervosa.
Singhiozza ma resta ferma nella sua posizione.
-Fa come vuoi- sibilo, avvicinandomi poi alla mia compagna di avventure e posando la mia mano sul suo dorso.
-Perdonami, ti prego- sussurro, e la voce mi si spezza, rotta dal dolore.
Kirara sbuffa avvicinando il muso al mio viso e mi da un colpetto. Sembra quasi rispondermi che ha capito.
Sento una improvvisa voglia di piangere, maledizione. Stringo i denti e mi allontano da lei.
Kirara si sdraia completamente, mugugnando dal dolore, ed ancora mi chiedo come non ho fatto a rendermi conto che non stava bene. Nella mia mente passano veloci tanti piccoli dettagli: il suo nitrire più frequentemente, lo sbattere gli zoccoli a terra, il suo umore più nervoso.
Non avrei mai pensato a questo.
Scuoto la testa e con un ansito di disperazione imbraccio il fucile e miro alla fronte, tra gli occhi.
Le mani mi tremano ed un singhiozzo sfugge al mio controllo.
-Dannazione- sussurro, strizzando gli occhi e tenendoli chiusi per un istante.
Quando li riapro Kirara è ancora di fronte a me.
Abbasso il fucile in preda all' angoscia.
-Non posso- dico. Non posso farlo. Lei non è solo un cavallo, è un'amica, è...
Sussulto sentendo due braccia avvolgermi ed una fronte appoggiarsi alla mia schiena. Kagome.
-Non dirmi addio. Non ti dimenticherò. Sarò ovunque tu sarai, il mio cuore ti cercherà-
La voce di Kagome, seppur tremante, riempie dolcemente il silenzio. Ha iniziato ad intonare una nenia che sentivo spesso cantare da mia madre.
Kirara pare gradire, con un sospiro si tranquillizza socchiudendo gli occhi.
Mia sorella continua a cantare con voce sommessa, ed io prendo un respiro profondo e rialzo il fucile verso Kirara.
- Nei tuoi sogni più bui, io sarò con te. E quando ti sentirai solo, cercami vicino a te-
La mia mano continua a tremare. Mi manca il coraggio ma devo. La presa di Kagome si rafforza. Devo.
Una sola lacrima lascia i miei occhi e scivola sulla mia guancia.
-Non dirmi addio, perchè sei stato tutto ciò che ho a lungo cercato. Non dirmi addio, perchè tanto io non ti dimenticherò-
-Fa sogni d'oro, Kirara- bisbiglio. Non ti posso dire addio, tanto un giorno ci rivedremo.
Lei sembra sentirmi perché muove le orecchie.
Perdonami.
Premo il grilletto ed il suono dello sparo riempie l'aria.
Kagome ha smesso di cantare, io di respirare. Kirara se n'è andata, il mio cuore l'ha seguita.
Crollo in ginocchio, appoggiando a terra il fucile.
-Al diavolo- mormoro.
Kagome si muove e viene di fronte a me. Si inginocchia e porta le sue braccia attorno al mio collo, stringendomi al suo petto.
Non so spiegarlo, ma il suo calore mi avvolge e finalmente lascio che le lacrime escano dai miei occhi. Non riesco a trattenerle e ricambio l'abbraccio stringendola a mia volta tra le braccia.
Non sarei riuscito a farlo senza di lei. Se lei fosse uscita dalla stalla non avrei mai avuto la forza di premere quel maledetto grilletto.
-Grazie- sussurro, quando il mio pianto si placa.
-Di cosa?- mi chiede, carezzandomi appena i capelli.
-Di essere qui- rispondo, stringendola un poco a me.
-Sarò sempre qui-  Lo so. Lo so che ci sarai.
-Ed io per te- le dico e la sento ridere dolcemente, tirando su col naso, ricambiando la stretta.
-Andrà tutto bene- sussurra al mio orecchio.
Mi irrigidisco e resto a fissare per un attimo il vuoto. Mi sento spaesato, perché nella mia mente è nata spontanea una frase in risposta alla sua. Non è la prima volta che lo penso... è strano, ma questa volta aveva una connotazione diversa.
Scuoto la testa cercando di scacciare il pensiero e sospiro. Ma è inutile. Quella frase mi rimbomba nella testa.
Finché tu sarai con me, so che andrà tutto bene.
 








ANGOLO AUTRICE

Ehm salve... sono un pò in ritardo vero? Chiedo venia ma.. è stato un periodo molto stancante e pieno di cose da fare. Per cui.... abbiate pietà di me^^
Ho diverse cose da dire, vediamo se riesco a riassumere per non annoiare.
In merito al capitolo...
1- Come avrete notato ho introdotto la visione della storia da parte di Kagome. Inizialmente ero convinta di volerla lasciare solo dal lato di Inu, ma mi sono resa conto che sarebbe stata monotana e mancante di molti pezzi. Inoltre l'ho anche un poco rielaborata meglio nella mia mente e la trama è ormai su carta sino all'ultimo capitolo :)
2- La scena della bambina nel recinto mi è venuta in mente ricordando un non-so-quale episodio di Marmalade Boy. Ho rielaborato la scena nella fic, per cui se vi sa di già visto, è per questo :)
3- Il materiale "agricolo" e le conoscenze nascoscono dalla trentina di romanzi letti della collezione di Diana Palmer, ambientati principalmente nei ranch del Wyoming, Montana e Nevada, Altre invece le ho apprese grazie alla serie "Le Sorelle McLeod", in merito dirò qualcosa più avanti, ma non vi anticipo altro :P
4- Il paese di Utsuno esiste davvero, è ubicato a 2h e 30 da Tokyo-all'incirca- e si trova vicino a Saiko Lake (circa 1h di strada). W Google Maps che mi ha permesso di trovare un luogo realistico per l'ambientazione della storia^^

Quanto a me.... ci terrei a dire qualcosina in merito al mio modo di vivere come autrice e lettrice in EFP. Forse alcune di voi mi considerano una scassa palle perchè spesso mi permetto di scrivere delle critiche -costruttive- nelle recensioni.
Ci terrei a specificare che non lo faccio perchè mi diverto, anzi.... è più faticoso star lì a scervellarsi per scrivere qualcosa di potenzialmente utile che delle frasi di elogio. Il mio intento è quello di dare una mano perchè ci sono delle cose che obiettivamente non possono ricevere "complimenti". Quando valuto un capitolo lo faccio su:
- quanto è scritto correttamente (le H dove ci vanno, la punteggiatura, la grammatica..) <-- obiettivo
- quanto una trama mi coinvolge <-- soggettivo
Ora, se un'autrice scrive un intero capitolo dove le h sono a caso o mancanti, la punteggiatura è un disastro e via dicendo, trovo sia CORRETTO far notare la cosa, perchè commentare con un "ma che capitolo fantastico" è una presa per i fondelli verso noi stessi che sappiamo benissimo essere pieno di errori e anche verso l'autore che non sarà mai spronato a migliorare o semplicemente a rileggere quanto postato. Spreco qualche minuto in più del mio tempo ma cerco di essere utile anche come lettrice. Se la trama non piace ma è scritto benissimo, invece, non metterò mai un commento negativo, perchè è un parametro soggettivo e non sarebbe corretto per l'autrice. Piuttosto non commento, per rispetto del lavoro altrui.
Io stessa ricevo suggerimenti da alcuni lettori e non può che farmi piacere perchè imparo dai miei errori e sono spronata a fare meglio.
Per cui non abbiatela a male se leggete tra le recensioni dei miei post "neutri", il mio intento è tutt'altro che negativo :)


Per finire, vorrei davvero ringraziare di cuore un'autrice speciale, che mi sta supportando nell'avventura di "scrittrice" (un pò un vuoto a perdere!), sopportando sopratutto ed aiutando nella correzione dei miei capitoli: Aruko.
Grazie infinite per il tuo sostegno, la tua pazienza e la tua simpatia!


Spero di essermi ricordata di dirvi tutto ciò che avevo in mente -.-' Concludo.......
Ringrazio tutti di cuore, a chi ha commentato e lo farà anche per questo capitolo, per chi segue la storia e l'ha inserita nei preferiti <3 Grazie!
Manu
 
  
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