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Autore: piccolo_uragano_    27/04/2016    9 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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“Padfoot” lo richiamò Martha, già seduta sugli spalti. “Padfoot, porta il tuo bel sedere qui.” Sirius si voltò e sorrise. “Che hai da ridere, idiota?” gli chiese lei.
“Hai detto ‘bel sedere’?” Martha lo guardò senza capire. “Insomma, trovi che io abbia un bel sedere?”
“Che domanda idiota è?”
“Dopo tutti questi anni?”
“Quando ti cadrà non lo dirò più.”
Lui scosse la testa e si sedette accanto a lei, lasciando che Fred e Robert dessero di testa.
“L’ho detto che era una cattiva idea.” Ribadì Martha.
“Facile dirlo ora.” Rispose Remus, seduto accanto a lei.
“Insomma, ma non lo vedi come stanno?”
“Andiamo, Redfort” la appellò Sirius. “come reagiresti se ti dicessero che io sono addormentato e in balia delle sirene?”
“Direi che sicuramente avrai fatto qualcosa per cui te lo sarai meritato.”
“Non capisco comunque cosa c’entri Fred …”
Remus scosse la testa e lo interruppe. “Bambini, non litigate!”
Martha sbuffò e immediatamente si portò una mano sul ventre gonfio ormai di cinque mesi.
“Martha?” si allarmò immediatamente Sirius. “Martha, che succede?”
“Io … credo …” Martha sorrise. “Credo si sia appena mosso. Insomma, Kayla non si muoveva perché era sottopeso, Robert si sarà mosso tre volte in tutta la gravidanza, e …”
Ma il sorriso di Sirius, in quel momento, valeva più di ogni altra cosa. “Si è mosso?”
Martha annuì e afferrò una mano del marito, portandola accanto alla sua. Dopo qualche secondo, Sirius ululò. “Si muove! Scalcia!!”
“Per l’amor del cielo, Black” lo richiamò la McGranitt, in piedi davanti a loro “è una cosa più che normale!”
Lui scoppiò a ridere. “Normale! Mio figlio si muove!!”
“Chi gli ha detto che è un maschio?” sussurrò Martha a Remus.
In quel momento, però, Fleur Delacour venne tirata fuori dall’acqua, e non sembrava stare affatto bene. Martha si precipitò sulla sponda del Lago mentre sentiva Sirius esultare ancora e Robert gridare agitato.  “Quel dannato bulgaro non ce la farà mai!” strillò.
Anche Fred stava strillando qualcosa, ma Martha non ci badò. L’acqua sembrava davvero fredda, e Harry non le aveva nemmeno detto dove …
“Lei è la signora Black?” chiese una vocina accanto a lei.
Martha si voltò e vide un elfo domestico. “Sì?” disse.
“La signora Black non si ricorda di Dobby?”
Martha sorrise e annuì. “Piacere di rivederti, Dobby.”
“Dobby voleva dirle, signora, che è stato lui a dare l’Algabranchia al signor Harry Potter … è sicura, la signora Black non si deve preoccupare!”
“Dove hai trovato l’Algabranchia?” domandò, curiosa. “Credevo che qui ne avesse solo Piton, di quella pianta.”
“Dobby non può dire da chi l’ha avuta, signora, Dobby ha promesso!”
“Non hai rubato a Piton, vero?”
“No! Dobby non lo farebbe mai!”
Martha annuì, poco convinta.
“La signora non si deve preoccupare … Harry Potter è al sicuro!”
Martha annuì. “Grazie, Dobby.” In quel momento, l’elfo sparì, mentre Cedric Diggory usciva dall’acqua insieme a una ragazza asiatica parecchio sconvolta.
Martha li osservò da lontano, senza domandarsi troppe cose su di loro, per poi perdersi di nuovo ad osservare il Lago, trovandolo immensamente grande e freddo – pensare a Harry e Kayla sott’acqua la fece rabbrividire. Sentiva Sirius discutere con Remus di Quidditch insieme a Ron, che pareva dannatamente tranquillo, sentiva Robert strillare insieme a Fred, sentiva il freddo trapassarle le ossa e osservava il Lago come se lo pregasse che andasse tutto bene.
Pochi minuti dopo Krum apparve in un punto poco lontano dalla riva, insieme ad una alquanto spaventata Hermione Granger, la quale incrociò subito lo sguardo di Robert e gli fece cenno di stare tranquillo. Sirius e Remus si diressero verso il primogenito Black rapidamente, per impedirgli di correre incontro ad Hermione e lasciare al campione bulgaro il suo momento di gloria. Fred ancora strillava per la totale assenza di notizie da parte di Harry e Kayla, ma le loro teste apparvero immediatamente pochi metri dietro Krum ed Hermione. Insieme a loro, però, c’era una ragazzina bionda, che, a occhi e croce, era la sorella di Fleur Delacuor, che insieme a Martha, Sirius e Fred corse verso i tre, che parevano piuttosto infreddoliti. Martha Evocò tre coperte e strinse Harry con le lacrime agli occhi, senza dire niente, mentre Sirius gli scompigliava i capelli e, accanto a loro, Fred teneva stretta Kayla, che gli ripeteva di essere un amico troppo apprensivo. Quando raggiunsero la riva, trovarono Robert e Remus, che tirò un coppino a Fred dicendo qualcosa di molto simile a “è la mia figlioccia, ragazzo”.

“Hai visto Crouch?” domandò Martha, seduta con i tre figli ed il marito ai Tre Manici di Scopa. “Quello stronzo non mette piede al Ministero da mesi.”
“Sirius ha detto che la Mappa non mente mai.” Ribadì Harry.
“Certo che l’ho detto, è vero.”
“Quindi Crouch non è morto?” domandò Kayla.
“No che non è morto, se fosse morto lo sapremmo.” Rispose Martha.
“Non ha famiglia e non ha più il suo elfo, come …”
“No, Kayla, se fosse morto si sarebbe assicurato di avere una cerimonia funebre grande quanto il suo ego.” Rispose di nuovo la madre.
“Oh, andiamo” la riprese Robert “magari è grave!”
“Così grave da dover derubare Piton? Nah.” Escluse Sirius. “Crouch non è l’uomo buono che sembra, ricordatevi solo questo. È solo un uomo assetato di potere.”
Martha annuì, guardando fuori dalla finestra. “Ha perso tutto quando suo figlio e sua moglie sono morti.”
“Qualcuno ha sposato Crouch?” si stupì Kayla.
Robert e Sirius sorrisero. “Così pare.” Rispose il più anziano.
“E perché sono morti?” domandò Harry.
“Lui è impazzito, ad Azkaban, e lei è morta di dolore.” Sintetizzò lei. “Mi sono personalmente occupata del processo al figlio di Crouch, quando Kayla aveva pochi mesi. Non capimmo mai se fosse un Mangiamorte anche lui, ma sicuramente era nel giro.”
“Crouch non ha cercato di salvare suo figlio?”
Martha scosse la testa. “No, assolutamente, lo ha rinnegato alla fine del processo.”
“Moody ha detto che Crouch è ossessionato dall’idea di catturare Maghi Oscuri.” Rifletté Kayla.
“Negli ultimi anni è diventata un po’ una mania, ma credo che sia solo perché crede di poter tornare popolare come una volta.”
“Resta il fatto” disse Robert. “che è entrato a Hogwarts e …”
“So ciò che stai per dire, pulce.” Lo interruppe Martha. “Ma Silente si fida di Piton.”
Robert alzò gli occhi al cielo, mentre Martha gli sorrideva, sapendo che avrebbe trovato presto un altro argomento contro Piton. Dopo pochi secondi lo trovò. “Allora perché Moody e Crouch vogliono ad ogni costo entrare nel suo ufficio?”
“Se conosco Malocchio” prese la parola Sirius “perquisisce ogni ala del castello due volte a settimana.”
“Perché?” domandò Harry.
“Non si è mai fidato nemmeno della sua ombra.” Rispose Martha. “Lui è … semplicemente Malocchio.” Alzò le spalle e anticipò la domanda di Kayla. “Non so rispondere a domande sulla malattia di Cruoch o su cosa ci facesse a scuola, ma non vi preoccupate.”
“Siete al sicuro. E noi cercheremo di scoprire qualcosa.”
“Chiedete a Percy, no?” suggerì Harry. “Vi basterà lusingarlo un po’ e otterrete informazioni utili.”
“Tu, piccolo Malandrino” scherzò Sirius “ricordati che il tuo padrino è nato un bel po’ prima di te.”
Harry gli sorrise e tutti e cinque scoppiarono a ridere.

Qualche giorno dopo Rita Skeeter pubblicò un secondo articolo incentrato sulla vita sentimentale di Hermione, la quale ricevette lettere minatorie a colazione e scherni da Draco Malfoy, Vincent Tiger e Pansy Parkinson, che furono violentemente richiamati da Kayla, mentre Robert si occupava di scortarla per i corridoi, proteggendola da sguardi curiosi e aeroplanini di carta o di pergamena.
“Smettila, Robert” gli disse lei “o presto scriverà anche di te.”
“Sono già abbastanza famoso.” Rispose lui con un sorriso. “Spero che Kayla non sia passata alle mani, stavolta.”
“Lo spero per lei.” Replicò Hermione, mentre salivano le scale. “Non capisco comunque come abbia fatto a sentire ciò che io e Viktor ci siamo detti … insomma, è stata bandita dalla scuola!”
 “Incanto Patronus.” Disse Robert alla Signora Grassa, la quale aprì il passaggio con aria annoiata. “Magari ha qualche spia.” Ipotizzò dopo aver ceduto il passo ad Hermione con aria galante.
“Chi ha qualche spia?” domandò Ron, seduto sul divano della Sala Comune insieme ai gemelli, Ginny e Harry.
“Rita Skeeter.” Sbuffò Hermione. “Insomma, come diamine ha fatto?”
“Vuol dire che Krum ti ha davvero invitata ad andare a trovarlo durante le vacanze estive?” domandò Ginny.
Prima che Robert potesse commentare, Fred domandò “Ma Kayla non era con voi?”
“Si è fermata a litigare con Malfoy, Tiger e Parkinson.” Sbuffò Hermione. “Come se servisse.”
“Non ha fatto a botte anche questa volta, vero?” chiese George, divertito.
“No, mamma.” Rispose la voce di Kayla dal buco del ritratto. “Per tua sfortuna sto bene.”
“Kayla” la chiamò Hermione. “credi esista qualche incantesimo per origliare le conversazioni altrui?”
“Come pretendi che la gente ignori l’articolo se non sei tu la prima a farlo, Hermione?”
Fred e Robert sorrisero, mentre George imitò il suono di una bomba.

“Oh! Buongiorno Percy!” esclamò Martha, uscendo dall’ascensore al Livello Cinque.
Lui sembrò sorpreso da quel calore. “Buongiorno a te, Martha.” Rispose, freddo. “E congratulazioni.” Aggiunse, indicando il pancione. “A quando il lieto evento?”
“Fine giugno, in teoria.” Rispose lei, sorridendo. “Senti, sai dirmi quando tornerà il tuo capo?”
Percy si irrigidì. “Come ho più volte ripetuto, è in vacanza. Mi manda istruzioni via gufo tre volte a settimana.”
“Quindi lui se ne sta a casa e tu fai il lavoro sporco?”
“No” rispose Percy, scocciato “è un grande onore lavorare per lui.”
“A me sembri un burattino.” Tossì. “Ad ogni modo, sei sicuro che le istruzioni te le mandi lui?”
“Credo di saper riconoscere la scrittura del mio superiore, Martha, ora, di grazia, perché non sei nel tuo ufficio?”
“Cercavo Crouch.” Si giustificò lei prontamente, incrociando le braccia sul petto. “Ma sarà per un’altra volta.”
“Puoi dire a me.” Rispose lui, gonfiando il petto. “Posso aiutarti di sicuro, e riferirò tutto a lui appena possibile.”
Lei lo squadrò e poi scosse la testa. “Non amo lavorare con i burattini, e poi, Merlino, ti cambiavo il pannolone!”
Lui le fece segno di stare in silenzio, guardandosi attorno con imbarazzo, mentre lei rientrò in ascensore scoppiando a ridere.

Tonks scoppiò a ridere. “Hai detto ‘ti cambiavo il pannolone’?!”
“Che dovevo dirgli?!” sorrise Martha, controllando che la carne cuocesse. “Insomma, non avrebbe risposto alle mie domande nemmeno sotto tortura, si vedeva!”
“Domani provo io.” annunciò Sirius, sistemando i piatti a tavola.
“Se non ha detto niente a me, non dirà niente a te.” Lo rimproverò Martha. “Ed è meglio non destare sospetti.”
Lui alzò gli occhi al cielo. “Okay, Dorea.”
Marta scoppiò a ridere, tirandogli uno strofinaccio. “Smettila. Dorea almeno la carne la sapeva cucinare!”
“Telefona a Rose” suggerì lui “lei sa farla bene.”
“Posso farcela da sola.” Rispose lei, controllando per l’ennesima volta il grado di cottura. “Insomma, mia mamma lo faceva ad occhi chiusi!”
“Merlino” disse Remus, entrando in cucina. “Stai di nuovo provando a cucinare?”
“Moony, ti ricordi quel posto carino a Diagon Alley?”
“Quello dove si mangiava bene?” resse il gioco Remus.
“Esatto!”
“No!” li bloccò Martha. “No, voi non ve ne andrete!”
“Sai, settimana scorsa era il tuo compleanno …” continuò Sirius, posando una mano sulla spalla dell’amico. “Ci siamo divertiti, nel bosco, ma credo sia ora di festeggiare i trentacinque come si deve …”
“Sirius, non osare …”
Ma loro la ignoravano.
“Sarò felice di accettare il tuo invito, amico mio.” Rispose Remus. “Mi rimetto la giacca.”
“Sirius!” strillò Martha, mentre i due uscivano. “Sirius, dannazione, nella buona e nella cattiva sorte!”
Lui scoppiò a ridere e chiuse la porta d’ingresso dietro di sé, mentre Remus scuoteva la testa.
“Tu vuoi mangiare la carne?” domandò a Tonks. Lei, con aria dispiaciuta, scosse la testa. “Perfetto. No, fantastico, fantastico! Grazie per la fiducia.”  Con un colpo di bacchetta, lanciò la carne cotta a metà a Fierobecco, in giardino. “Bene, cerca un posto dove andare a mangiare. Ho voglia di pizza. E di gelato. O di pizza al gelato. O magari il gelato alla pizza!”
Tonks la guardò schifata. “Se mai avrò un bambino” le disse “ricordami di non dire mai stronzate simili.”
“Scriverò un promemoria a Remus, allora.”
E fu Tonks a lanciarle uno strofinaccio.

Fred Weasley teneva le gambe divaricate quel tanto che serviva a Kayla per fare di lui la sua poltrona in quel prato dietro Hogsmeade, sul lato Sud della High Street. Kayla teneva i gomiti sulle sue ginocchia, mentre giocava con le mani grandi e fredde di lui, parlando di un mondo molto lontano da quel loro momento.
“Allora” esordì lei “tra pochi giorni è il tuo compleanno.”
“Pare di sì.” Rispose lui, appoggiando il viso sulla sua spalla.
“Diciassette anni.”
“Perché sei stupita?”
“Che vuoi per regalo?”
“Che una tale Kayla non si cacci nei guai per un giorno.”
Lei sorrise. “Il primo aprile? Oh, Fred, non posso: ho troppi scherzi in programma!”
Lui rise, nascosto nei suoi ricci. “Ma davvero?”
“Davvero. Sai che grande fortuna è dormire nei sotterranei?”
“Perché non mi dai la parola d’ordine?” ne approfittò lui. “Sarebbe un bel regalo.”
“Tu parti avvantaggiato con la Mappa, io parto avvantaggiata con la parola d’ordine.”
Lui scosse la testa. “Tu parti avvantaggiata perché è tra le serpi che devi stare.”
Lei gli fece una smorfia. “Non mi sento troppo una Serpeverde, sai?”
“Perché?” domandò lui, con sguardo dolce.
“Loro sono così altezzosi, disprezzanti, ambiziosi … io sono così?” domandò, voltandosi un poco per guardarlo negli occhi.
“No.” rispose lui, a pochi centimetri dal suo volto. “Tu sei intelligente e furba, bellissima e non lo sai, sei tante cose ma non sei come loro.” Lei sorrise e abbassò lo sguardo. “Mi ricordo quando sei stata Smistata, sai.” Aggiunse poi. “Ero sicuro che dei colori diversi dai nostri non avrebbero avuto troppo potere sul tuo carattere e sul tuo futuro.”
“E avevi ragione?” 
Lui sorrise. “Io ho sempre ragione, bimba. E poi la sciarpa verde e argento ti fa risaltare gli occhi.”
Lei sorrise e si appoggiò di nuovo a lui, ignorando le poche persone che passando di lì li guardavano male. Robert aveva miracolosamente concesso una seconda uscita a una francese, la stessa del ballo, Hermione era con Krum, George con una Tassorosso, e Ron e Harry erano da Zonko da moltissimo tempo.
Loro erano rimasti lì ad ignorare tutto il mondo attorno.
“Ehi, Weasley!” esclamò la voce di Robert, che teneva per mano una bionda. “Giù le zampe!”
Fred sorrise. “Non l’ho toccata, amico.”
Kayla alzò gli occhi al cielo. “Si può sapere cosa vuoi?”
“George ha detto che vi eravate imboscati.” Rispose Robert.
“E anche se fosse?” replicò Kayla. “Devo chiederti il permesso?”
“Kayla, lui è il mio migliore amico e tu sei mia sorella.”
Fred stava per dire qualcosa, ma Kayla lo fermò. “E allora? Non abbiamo fatto niente, si può sapere cosa diamine vuoi?”
“Non voglio che succeda!” esclamò il maggiore. “Non mi pare così difficile da capire!”
“Merlino, Robert, non puoi pretendere di avere questo controllo sulla vita delle persone! Insomma, dov’è la tua nobiltà d’animo?”
“Dov’è la tua astuzia, nello scegliere il migliore amico di tuo fratello?”
Kayla alzò gli occhi al cielo. “Sei impossibile, Robert.” Si chinò per raccogliere la borsa ma Robert la fermò.
“No, non è vero. Ho delle motivazioni molto semplici.” Le disse, afferrandole il braccio. “Prova a pensare a cosa succederebbe a me se voi litigaste. Cosa dovrei fare io? E se ti facesse soffrire, o se tu facessi soffrire lui? Che ne sarebbe di me?”
“Oh, fottiti, Robert, è sempre di te che si parla, qui!” raccolse definitivamente la borsa, afferrò la mano di Fred e fece per trascinarlo via, ma lui si fermò.
“Ho una cosa da dire anche io.” aggiunse il rosso. “Hai ragione, Robert, hai perfettamente ragione, non sarebbe facile per te se succedesse qualcosa. Io sono il tuo migliore amico e ringrazio Merlino di esserlo, e puoi fidarti di me quando ti dico che non ho intenzione di farla soffrire, e che se un giorno lei facesse qualcosa a me, io non ti costringerei mai a schierarti o a scegliere.”
Robert rimase a fissare l’amico per qualche secondo, poi se ne andò.

Kayla stava seduta in biblioteca. L’indomani sarebbe stato il compleanno di Fred e George, e lei e Robert non parlavano da tre giorni. Per questo, quando lui si sedette davanti a lei, lei ne fu piuttosto stupita. “Quanto è seria la cosa?”
Ciao, Robert.” Replicò lei secca, senza alzare gli occhi dal libro.
“Quanto seria è la cosa tra te e Fred?”
“Io e  Fred non stiamo insieme, Robert.”
“Quanto è serio ciò che provi?” insistette lui.
Lei sospirò. “Non lo so.” Chiuse il libro e guardò il fratello. “Non lo so perché è una cosa strana, mai provata prima e mai immaginata. Non so cosa sia, so che quando non c’è mi manca e mi sento sola anche in mezzo alla gente, ma quando lui c’è, beh, il mondo sparisce, e non mi manca nulla.”
Robert si inumidì le labbra con la lingua, cosa che faceva spesso quando pensava. “Okay.”
“Okay?”
“Okay, si, per me è okay.”
“Che vuol dire okay?”
“Che non farò più scenate come quella di sabato.”
“Sai che devi dire, ora?”
“No.”
“Devi chiedermi scusa.”
“No, Kayla, ti prego …”
“Sembri un bambino che non vuole mangiare i carciofi.”
“Infatti, io odio i carciofi!” si lamentò.
Kayla sorrise. “Non posso perdonarti se non mi chiedi scusa.”
“Kayla, non fare la bambina …” sbuffò di nuovo.
Kayla sorrise. “Io bambina?” Lui alzò gli occhi al cielo e borbottò qualcosa. “Non credo di averti sentito bene, sai?”
“SCUSAMI!” esclamò lui, ridendo, per poi venire immediatamente cacciato dalla biblioteca per aver urlato.

Martha se ne stava seduta su una poltrona in salotto, con i calzettoni di lana e un libro tra le mani. “Che leggi?” domandò Sirius entrando.
“Un libro che mi leggeva sempre mia mamma.”
“Di che parla?”
“Di un ragazzino che non vuole crescere e che vive sull’isola che non c’è.”
Sirius sorrise. “E poi che succede?”
“Incontra una ragazza di Londra.”
“E  cresce?”
Martha scosse la testa. “No, lui non cresce mai.”
“E la ragazza?”
“Torna a casa e cresce.” Rispose, chiudendo il libro.
“Non mi piace, come finale.” Disse lui, sedendosi nella poltrona davanti.
Lei sorrise, guardandolo. “Sai a cosa stavo pensando, invece?”
“No.” ammise lui.
“Che, a parte le piccole cose di poco conto, ci sta andando tutto bene.”
“Lily ti direbbe di non dirlo troppo forte, sai?”
“Si, era una cosa che aveva preso da mio padre.” Rise Martha. “Forse è arrivato il nostro momento per essere felici. Tutti insieme.”
Sirius si perse a guardare il sorriso della donna che amava. “Forse hai ragione.” Poi aggrottò le sopracciglia. “Nella buona e nella cattiva sorte!” esclamò, alludendo al richiamo di Martha di una settimana prima.
“Sai che oggi Fred e George compiono diciassette anni? Non ti senti vecchio?” rispose lui.
“Beh, spero non si sentano vecchi loro.” Scherzò Sirius. “Manderò loro un gufo.”
Martha annuì. “Non sento Kayla da tre giorni, chiedi a Fred di ricordarle che ha una madre.”
Sirius guardò Martha con sospetto. “Fred? E Kayla?”  Martha annuì. “Sai qualcosa che io non so?”
“No, vedo cose che tu non vedi, è diverso.”
Sirius alzò gli occhi al cielo e si coprì il viso con la mano. “Merlino, quando fai così! Che vuol dire che vedi cose che io non vedo? Cosa mi è sfuggito? Kayla ha quattordici anni!”
“Infatti!  È giusto che sia così!”
“Non è che una bambina!”
“Per Fred no.” sorrise Martha.
Sirius iniziò a misurare la stanza a grandi passi. “Non dirmi queste cose. Non farmi immaginare … ooooh, Redfort, era davvero necessario?!”
Martha scoppiò a ridere. “Sei un padre adorabile, Padfoot.”
“Sai che ti dico? Non farò gli auguri a Fred. Eccome se non glieli farò!!”
Martha scosse la testa, accarezzando la copertina di quel vecchio libro intitolato Peter e Wendy.



Pubblico questo capitolo il giorno prima del mio compleanno. Avrei voluto pubblicare domani, ma era tutto pronto e non mi andava di farvi aspettare. Io amo i compleanni, come se avessi otto anni. E devo dire che le vostre recensioni, piene di belle parole, entusiasmo ed incoraggiamenti, sono un regalo meraviglioso. Quindi oggi non solo ringrazio le persone che hanno recensito lo scorso capitolo (felpato8, Aly Black, Always_Potter, Distretto_9_e_34, Nicky_Black, vittoriaM20, redbullholic, _ginnyweasley_ e Kicchan7) ma ringrazio chi ha recensito il capitolo prima e quello prima ancora, chi legge e non commenta, chi legge e chiude subito la pagina, chi non ha ancora letto e chi non leggerà. Vorrei ricordarvi, anche se probabilmente l'ho già detto, che questa storia non sarebbe andata avanti per più di venti capitoli senza di voi. Quindi, per quanto le lodi e le belle parole mi riempiano il cuore, il merito è del vostro entusiasmo. Ecco, solo questo. 
Allons-y!
xxx
   
 
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