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Autore: Jeo 95    01/05/2016    5 recensioni
Storia ad OC scritta a quattro mani di Jeo 95 e Lord_Ainz_Ooal_Gown [ISCRIZIONI CHIUSE]
***
In un universo alternativo, dodici casate vivono in equilibrio tra loro sotto la guida di un re saggio e giusto.
Non sempre però la pace ha regnato sovrana, ed ora forze antiche e oscure stanno facendo ritorno per sconvolgere la tranquillità delle dodici casate.
Toccherà ai più valorosi guerrieri entrare in azione per fermare l'oscurità che rischia di sconvolgere i mondi. Ci riusciranno?
***
Ok, non sono il massimo nelle introduzioni, ma lascerò a voi il giudizio.
Storia scritta per contrastare/spezzare la monotonia letta ultimamente nelle fic OC che vengono pubblicate sul fandom.
Non prendetela male, ma sul serio ragazzi, un po' di fantasia!
Bacioni a tutti da
Lord_Ainz_Ooal_Gown & Jeo 95
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9


 

~ ~ ~

Natsu colpì Rogue con un potente pugno proprio sulla guancia, costringendolo ad arretrare, caricando un altro colpo nel mentre, stavolta infiammando il pugno con la sua magia.

Il cavaliere dell'ombra però non rimase impassibile, circondando anch'egli i propri pugni con delle spaventose scie d'ombra e scagliandosi con forza contro l'avversario.

Andavano avanti in quel modo da diverso tempo ormai, come se nessuno dei due volesse prevalere sull'altro, come se non riuscissero ad affrontarsi come due nemici.

Per Natsu era dura combattere contro Rogue con l'intenzione di sconfiggerlo o, nel peggiore dei casi, ucciderlo. Erano cresciuti insieme, fianco a fianco, Rogue era il suo fratellino da proteggere, lo era sempre stato, e mai nella sua lunga vita da spirito avrebbe pensato che un giorno si sarebbero trovati a combattere come nemici.


 

-Sei proprio forte Natsu-nii!- vedeva una luce particolare risplendere negli occhi di Rogue ogni qual volta assisteva ad un suo allenamento, e non poteva che sentirsi lusingato da tutta quell'ammirazione che il ragazzino provava nei suoi confronti.

Gli passò una mano tra i corti capelli neri, sorridendogli calorosamente.

-Un giorno anche io voglio essere così forte!-

-Scommetto che ce la farai, anche se non sarai mai forte come me!-

Rogue protestò su quell'ultimo punto, preparandosi a sfidare il fratello anche in quel momento, sicuro di poterlo battere facilmente, ma Natsu non poteva dedicarsi a lui ancora per molto, presto sarebbe dovuto tornare al suo compito di cavaliere personale della principessa, lasciando ancora una volta Rogue da solo e senza nessuno con cui divertirsi. Gli altri soldati non lo consideravano come uno di loro, forse perché era piccolo, forse perché era debole, ma nessuno eccetto Natsu credeva che lui un giorno sarebbe diventato un abile guerriero.

-Pensi davvero diventerò forte?- una scintilla speranzosa brillò negli occhi di Rogue, facendo sorridere il cavaliere dai capelli rosa.

-Ovvio che si! Ma dovrai allenarti duramente!-

-Lo farò Natsu-nii! Assolutamente!-


 

In cuor suo, prima di compiere qualsiasi atto estremo, Natsu sperò di farlo rinsavire.

Distratto dai propri pensieri, non vide arrivare il calcio d'ombra di Rogue che lo colpì dritto all'addome con forza, scagliandolo contro la parete più vicina.

-Natsu!- urlò Lucy preoccupata, dilatando lo sguardo e portando le mani a coprirsi la bocca. Un flebile sospiro di sollievo lasciò le labbra della principessa quando vide il cavaliere rialzarsi dalle macerie, ferito certo, ma vivo e, non appena le gambe furono di nuovo in grado di reggere il peso del suo corpo, Natsu si scagliò contro Rogue infiammando l'intero corpo, caricandolo a testa bassa.

Lo scontro riprese, più violento di prima, mentre Lucy osservava impotente due dei più valorosi cavalieri mai esistiti sfidarsi in un sanguinoso combattimento.

Sapeva del rapporto fraterno tra loro, poteva percepire l'esitazione di Natsu in ogni colpo che sferrava, il dolore in ogni grido che lanciava, l'opprimente sensazione di dover ferire qualcuno che fino a quel momento avevi soltanto dovuto proteggere.

Lo capiva, perché anche per lei vedere la sua adorata sorella lì, con quel ghigno maligno che aveva ormai sostituito il dolce e timido sorriso che sempre l'accompagnava, era un dolore troppo grande da sopportare.

-Yukino...- provò a parlarle, e quasi si spaventò quando vide gli occhi scuri della sorella accendersi di una scintilla rossa, tuttavia non indietreggiò. Tremava, ma Yukino era più importante di qualsiasi cosa, la paura poteva anche aspettare -Ti prego sorellina, torna in te-.

Yukino le rivolse uno sguardo gelido, in contrasto col bagliore rosso che le illuminava lo sguardo, senza mai perdere quel ghigno malizioso che ormai le si era marchiato indelebilmente sul volto.

-Mia cara sorella, sei così sciocca e ingenua.- sputò acida e maligna -Non hai ancora capito che io sono perfettamente in me?-

Lucy scosse con violenza il capo, stringendo i pugni e fissando intensamente la sorella. Uno sguardo talmente intenso e deciso da far rabbrividire l'albina.

-No, non ci credo affatto! Mia sorella non avrebbe mai... mai voltato le spalle al suo regno... alla sua famiglia... è ovvio che qualcuno controlla la tua mente!-

Il ghigno sparì dal viso di Yukino, che incenerì Lucy con un'occhiata carica di rabbia e frustrazione.

-Cosa vuoi saperne tu, di me?- marcò a fondo quella frase, come se le parole dovessero mutare in lame talmente affilate da colpire a morte Lucy -Niente, ecco cosa sai. Sei sempre stata troppo... perfetta, per accorgerti della piccola Yukino, troppo impegnata ad essere la più amata, la più bella, per poter comprendere la sofferenza della più insicura e timida di noi... quindi non permetterti di giudicarmi, non ne hai alcun diritto!-

Lucy sentiva le lacrime pizzicarle le guance, ma cercò di fare tutto ciò che era in suo potere per non piangere, convincendosi che no, la sua Yukino non avrebbe mai parlato a quel modo, né pensava di lei quelle cose.

-Perché...- continuò l'albina, con lo sguardo rivolto ad un terreno improvvisamene interessante -Perché mi hai lasciata indietro... ti amavo Lucy, davvero tanto, volevo essere come te... volevo camminare al tuo fianco...- rialzò lo sguardo furente, lanciandosi contro la sorella a pugni alzati -Tu invece mi hai abbandonata!-

Lucy non si scansò, né fece nulla per evitare l'attacco che Yukino voleva scagliarle, anzi allargò le braccia e fece l'unica cosa possibile in quel momento: l'abbracciò.

Appena l'albina fu abbastanza vicina da colpirle l'addome con un pugno chiuso, Lucy lo incassò con un gemito sommesso, richiudendo poi le braccia attorno al corpo della sorella che, colta di sorpresa, non si divincolò.

-Ti assicuro che non è affatto così Yukino.- la coccolò dolcemente, carezzandole i corti capelli color neve -La mia mano è sempre stata tesa verso di te, ma tu non hai mai voluto afferrarla...-

Yukino sbarrò gli occhi, colpita, sorpresa, impreparata a quel che stava accadendo e alle parole confortevoli e dolci della sorella. Impercettibilmente, l'ombra negli occhi della principessa si dissipò, assieme ad una lacrima solitaria che le solcò il viso.

-Lucy...-

La bionda strinse più forte la sorella, convinta ormai di aver scalfito il controllo che Ophiucus aveva su di lei. Se avesse potuto vedere il ghigno malvagio di Yukino, forse avrebbe prestato più attenzione.

Quando sentì la lama di un pugnale perforarle la carne del ventre si diede della stupida. Come aveva fatto ad abbassare la guardia a quel modo? Non avrebbe dovuto, ma il desiderio di riavere la sua sorellina accanto era stato talmente forte da farla smettere di ragionare, lei che era sempre prudente e non agiva mai senza avere un piano.

Si allontanò di scatto, spingendo lontano l'altra principessa e portandosi le mani a scoprire il taglio al ventre. Il sangue usciva copioso, dilagando in una macchia rossa sempre più grande.

-M... maledizione...- la risata isterica di Yukino riempì lo spazio tra loro mentre il pugnale con cui l'aveva colpita faceva bella mostra tra le sue mani, sporco di quello stesso sangue che le macchiava le vesti.

-Sei proprio una stupida, mia cara sorella! Ora morirai per mano mia, ed io godrò nel vedere la tua espressione triste e sofferente!- si preparò a sferrare un secondo colpo, mentre la risata diventava sempre più malvagia e sgradevole.

Intanto, lo scontro tra i due cavalieri proseguiva senza sosta, tra calci, pugni e arti magiche, i due sembravano essere in perfetta parità, nonostante Natsu sembrasse sempre un passo sopra a Rogue.

Se solo avesse voluto, probabilmente avrebbe già vinto, ma i sentimenti che lo legavano al giovane spirito dell'ombra erano troppo forti per smuovere in lui la convinzione di doverlo sconfiggere una volta per tutte ad ogni costo. Come poteva fargli del male? Davanti a lui non vi era un semplice nemico, bensì un suo alleato, un amico, un compagno d'armi ed un fratello.

Doveva comunque trovare il modo di renderlo inoffensivo, il tempo necessario affinché Lucy riuscisse a trovare un modo per farli rinsavire. Decise quindi di contrattaccare nella maniera più violenta e controllata che poteva, senza necessariamente fargli del male.

Inarcando la schiena all'indietro, il rosato accumulò potere magico nella bocca e una sfera di fuoco si formò davanti al volto. Quando riportò in avanti il corpo, dalla sfera scaturì un enorme raggio di fuoco che disintegrò completamente la pavimentazione sulla sua traiettoria ma Rogue evitò il ruggito di Natsu con una capriola laterale, rispondendo a sua volta con un raggio d'ombra che però non andò a segno.

Natsu si coprì il viso con le braccia, infiammandole e dissipando le ombre che gli venivano scagliate contro.

Approfittando della distrazione dell'avversario, il cavaliere dai capelli scuri raggiunse in poche falcate Natsu, colpendolo con una scarica di pugni d'ombra dritti nel petto, per poi allontanarlo con un calcio all'addome.

Natsu balzò all'indietro ma riuscì a restare in piedi, tossì un paio di volte per il colpo subito, che era stato capace di mozzargli il fiato per qualche secondo. Non immaginava che Rogue fosse diventato tanto forte, ma in cuor suo era orgoglioso di questa sua crescita.

Quel pensiero gli fece digrignare i denti, frustrato ancor di più da quella situazione a dir poco assurda.

-Cerca di tornare in te Rogue! So che in fondo tu sei consapevole di star facendo la cosa sbagliata!-

Ma il ragazzo non batté ciglio, limitandosi a fissare il rosato dritto negli occhi. -Giusta o sbagliata che sia, se è questo che Yukino desidera per me è più che sufficiente!- e ripartì all'attacco.

Natsu ringhiò sommessamente, battendo i pugni tra di loro ed infiammandosi.

-E va bene! Visto che le parole con te non servono, ti farò ragionare a suon di pugni!- ed anche lui si lanciò contro l'avversario.

Ci fu un violento scambio di colpi caricati da entrambe le parti con la magia, ma nessuno dei due sembrava voler prevalere sull'altro.

Negli occhi di Rogue non brillava alcuna scintilla, animati soltanto dal desiderio di proteggere e realizzare ogni desiderio della sua padrona. Perché dal giorno in cui l'aveva incontrata, prima ancora di diventare il suo cavaliere, sapeva già che era irrimediabilmente legato a lei.

 

Si stava allenando con impegno, proprio come Natsu-nii, che lo osservava poco distante, gli aveva insegnato. Colpiva con pugni veloci e precisi il sacco d'allenamento, perché prima di saper usare le armi o la magia bisognava allenare il corpo. Un fisico forte poteva determinare le sorti di uno scontro.

Era stato allora che l'aveva vista per la prima volta.

Era arrivata mano nella mano con Lucy-sama, tutta rossa in viso e nascosta dietro l'ampia gonna del vestito della sorella.

-Lucy!-

Natsu e Lucy erano amici da sempre ed avevano un rapporto strano, o così dicevano alcune guardie, ma a Rogue piaceva vederli insieme, avevano dei sorrisi più belli quando erano tra loro.

-Vieni qui Rogue!- all'improvviso l'aveva chiamato, facendo segno di avvicinarsi, ed un po' timoroso si era avvicinato al fratello e alle principesse.

-È un piacere conoscerti Rogue-kun, Natsu mi ha parlato tanto di te.- il sorriso di Lucy era bello, caldo e luminoso, tanto che il ragazzino arrossì nel vederlo, ricambiando a fatica il saluto.

La vide girarsi verso la sorellina ed incoraggiarla a farsi avanti e presentarsi.

-S... sono Yukino! P... piacere di conoscerti!- ed era di nuovo scappata a nascondersi dietro la sorella, con la faccia tanto rossa da ricordare un pomodoro.

E Rogue aveva riso. Genuinamente e fragorosamente come non faceva da tanto, e l'aveva trovata buffa, ma allo stesso tempo carina. Ma aveva pensato che con una bambina così timida e paurosa non sarebbe mai potuto andare d'accordo.

Inaspettatamente, era stata lei a farsi avanti e a chiedergli di diventare suo amico, mostrandogli un coraggio che non avrebbe mai detto le appartenesse.

Era tornata qualche giorno dopo, da sola. Tremante e rossa in viso gli aveva teso la mano, serrando gli occhi per il nervosismo. -V... v... vuoi essere m... m... mio amico?-

Rogue aveva sbarrato gli occhi, le sopracciglia distese per la sorpresa, davvero incapace di rispondere.

-Assolutamente no!-

 

Un calcio volante di Natsu lo riportò alla realtà, procurandogli non poche bruciature su pelle e vestiti. Saltò all'indietro e si pulì il sangue che colava dal labbro.

Non poteva continuare con quella situazione di stallo ancora per molto, e sapeva che c'era solo un modo per sbloccare la situazione.

-Complimenti Rogue! Sei davvero migliorato.- anche Natsu si pulì del sangue dal viso, ghignando alla bravura dimostrata dal fratello.

Anche Rogue ghignò appena. Nonostante tutto, si stava divertendo a combattere con Natsu. Fu solo un pensiero passeggero che scacciò con una scrollata del capo, ricordando a se stesso che l'obbiettivo primo era quello di eliminare il nemico.

-È ora di finirla.- si concentrò, venendo avvolto da un'aura scura ed intensa -Nova Drive!-

L'aura nera si intensificò. Tatuaggi neri avvolgevano il corpo di Rogue, ma Natsu vide soltanto quelli del viso mentre dai lati si spostavano verso il naso, fermandosi a metà degli occhi. Avevano la forma di fiamme nere, e gli occhi rossi luccicavano spietati quando quel segno si fu completamente diffuso.

-Nova Drive?!- Natsu quasi si strozzò con la sua stessa saliva nel constatare che Rogue era già in grado di controllare quel potere per cui servivano anni di allenamento. Non solo quella modalità incrementava il potere di una persona, allo stesso modo di come i guardiani usavano i loro poteri stellari, ma era una modalità che solo pochi guerrieri erano in grado di attivare e di solito erano dei combattenti legati alla famiglia reale, come nel caso di Rogue.

-Questa è la tua fine!-

Ma Natsu non si fece cogliere impreparato. Si concentrò anche lui, richiamando a se la forza del fuoco che gli scorreva nelle vene e lasciandosi avvolgere dal piacevole tepore del suo potere, che si condensò presto in una nube rossa di pura potenza.

Alcuni simboli rossi simili a fiamme tribali iniziarono a comparire sul corpo del cavaliere di Lucy. Sulle braccia, sul viso, sulle gambe, senza mai ricoprirlo completamente. Quando la trasformazione fu completa, un urlo furioso, più simile ad un ruggito, riempì la stanza col suo eco.

Con le sue ombre Rogue aveva creato una spada, ed ora la stava scagliando con forza verso l'avversario. A metà strada la lama si divise in più parti, circondando Natsu e, nello stesso istante, tutte le lame saettarono verso di lui. L'avrebbe trasformato in un puntaspilli.

Dalla sua postazione a terra, mentre cercava di evitare che Yukino la uccidesse, Lucy lanciava occhiate furtive verso il cavaliere. Era preoccupata per lui, nonostante sapesse che non si sarebbe mai lasciato sconfiggere era cosciente che non poteva nemmeno affrontare Rogue con l'intento di ucciderlo.

Così come lei non poteva affrontare Yukino con l'intento di farle del male.

Lo vide sparire in una coltre di fumo quando le lame d'ombra lo colpirono, e per un attimo il panico le aveva annebbiato lo sguardo.

No, si disse facendo dei profondi respiri, Natsu stava lottando con tutto sé stesso per proteggerla.

Doveva smettere di fuggire e aiutare sua sorella a ritrovare la lucidità. Anche a costo di usare la forza.

Lucy puntò lo sguardo sulla sorella, mentre una scintilla di potere si illuminava nei suoi occhi. Era tempo che smettesse di scappare, ora doveva combattere.

-Se non vuoi ascoltarmi con le parole Yukino, allora ti costringerò ad aprire gli occhi con la forza!-

Il corpo di Lucy fu avvolto da una potente luce dorata, così intensa da costringere Yukino a coprirsi gli occhi per non restarne accecata. Non l'aveva mai vista risplendere a quel modo.

-Stardress! Leo's Form!-

Una nuova battaglia stava per iniziare.

 

***

 

I guardiani delle variate casate, così come i loro allievi, si addestravano di continuo per poter affrontare al meglio ogni tipo di nemico. Molte volte si affrontavano tra di loro per poter vedere i frutti del loro lavoro. Se volevano affrontare qualcuno di estremamente forte andavano dalla guardiana del Toro, se volevano affrontare dei nemici dalla distanza chiedevano al guardiano del Sagittario mentre se il loro interesse era semplicemente quello di affrontare situazioni difficili, chiedevano al guardiano della Bilancia o del Capricorno.

Tuttavia, nessuno di questi allenamenti avrebbe potuto preparare al meglio Hazumi ed Emmalin per fargli affrontare un nemico del genere.

Sloth era ancora seduto dove lo avevano trovato, con diverse frecce ai suoi piedi sporche del suo sangue. Emmalin lo aveva colpito ripetute volte ma non otteneva mai alcun tipo di reazione dal loro avversario, che si limitava ad estrarle e rispedirgliele indietro, distruggendo parte del muro alle loro spalle.

Entrambi avevano diverse ferite sul corpo causate proprio da quelle frecce. Era una cosa incredibile. Sloth le toglieva con incredibile lentezza dal suo corpo ma quando le rilanciava indietro con un movimento del polso, ci metteva una tale potenza da renderle ancora più veloci.

Dopo alcuni colpi, Emmalin aveva deciso di non colpirlo più, onde evitare contrattacchi indesiderati.

-Hazumi, dovresti provare con la tu magia.- propose la guardiana del Sagittario e lui annuì, alzando le mani verso l'alto per poi abbassarle di colpo sul pavimento. Un enorme spuntone di roccia si formò davanti a Sloth, colpendolo in pieno petto ma, con somma sorpresa dei due, lo spuntone andò in frantumi dopo pochi istanti, malgrado avesse lasciato un enorme livido nero sul torace dell'avversario.

-Ma che diavolo... com'è possibile che lo abbia distrutto? Non lo ha nemmeno toccato.- osservò Hazumi assottigliando lo sguardo per poi muovere le mani in circolo, creando degli spuntoni più piccoli ed affilati che colpirono Sloth alle gambe spuntando da sotto il divano. Il sangue iniziò a colare sul pavimento ma l'uomo non batté ciglio e, come prima, tutti gli spuntoni andarono in frantumi dopo pochi secondi, lasciando basito l'allievo di Akane.

Emmalin strinse i denti e impugnò saldamente l'arco del suo maestro per poi incoccare una freccia di pure luce. Mirò attentamente alla testa di Sloth, precisamente in mezzo agli occhi, per poi scoccarle un istante dopo. Il colpo impiegò meno di un secondo a centrare il bersaglio ma, sotto lo sguardo attonito di Hazumi ed Emmalin, il peccato non batté ciglio neanche con una freccia conficcata nella fronte, la quale si dissolse in polvere luminosa, mentre un rivolo di sangue gli colava lungo il volto.

-Qualcosa non va... non è possibile che sia sopravvissuto ad una ferita del genere...-

Hazumi sapeva benissimo che Emmalin aveva ragione. Lui stesso lo pensava, eppure Sloth stava demolendo tutte le loro convinzioni e le loro tattiche. Quella sensazione di puro terrore che avevano provato quando lo avevano visto non era paragonabile a quella di nessun altro. Hazumi aveva visto più volte la sua maestra arrabbiata ed aveva anche affrontato gli altri peccati, ma quell'uomo lì li superava tutti.

Emmalin fissò attentamente il loro nemico, spostando poi lo sguardo su Hazumi. Era una guardiana ormai, doveva occuparsi anche dei suoi compagni e non doveva permettere loro di restare feriti -Hazumi, io cercherò di colpirlo con quante più frecce possibile, tu cerca il momento giusto per colpirlo con un attacco decisivo. Mira alla testa... per quanto resistente possa essere, senza testa non potrà sopravvivere!-

Il ragazzino annuì accumulando parecchio potere magico. Aveva un'idea su come colpirlo ma per metterla in atto doveva avvicinarsi a lui fino a toccarlo e la cosa non gli piaceva per niente.
Come pianificato, Emmalin iniziò a scagliare una rapida serie di frecce. Non mirava in un punto preciso di Sloth visto che il suo scopo era colpirlo in quanti più posti possibili per cercare di indebolirlo e rallentargli i movimenti; non che fosse così rapido e agile ma era meglio essere sicuri.

Tutte quante le sue frecce colpirono il nemico conficcandosi nel suo corpo ma Sloth non sembrò neanche accorgersene, mentre Hazumi scattò in avanti facendo confluire il suo potere magico nella mano destra. Quando fu abbastanza vicino all'avversario, saltò in alto per poterlo colpire in pieno con un pugno avvolto da un'aura bronzea.

Sloth alzò lo sguardo su di lui in quel momento e Hazumi si sentì sprofondare nel terrore più puro, arrivando a fermarsi a mezz'aria pur di non colpirlo. Ora il piccolo combattente era a pochi centimetri dal peccato, intento a tremare come una foglia senza riuscire a distogliere lo sguardo da quello dell'uomo che, lentamente, alzò una mano per afferrarlo ma, all'ultimo, una freccia gli si conficcò nel palmo ed esplose subito dopo, scagliando all'indietro Hazumi.

Emmalin si precipitò vicino al compagno, aiutandolo ad alzarsi -Stai bene?-

Hazumi annuì, ancora scosso per quanto accaduto, riuscendo poi a riportare lo sguardo su Sloth, il quale stava osservando con sguardo spento il buco nel palmo della sua mano destra la cui pelle era bruciata in più punti.

-La freccia gli è esplosa nella mano e non l'ha neanche persa del tutto? Il suo corpo è davvero troppo resistente...- osservò Emmalin stringendo l'impugnatura dell'arco. La situazione non era decisamente migliorata. Lo avevano colpito con diversi attacchi ma tutti troppo deboli per poterlo battere e Hazumi era rimasto paralizzato prima di sferrare il suo attacco.

"Forse dovremmo cercare di prenderlo da due lati? Oppure dovremmo solo ignorarlo ed andarcene? Però potrebbe seguirci e ferire gli altri..."

Troppi pensieri si annidavano nella mente della neo guardiana del Sagittario che non sapeva davvero che cosa fare. Venne destata dai suoi pensieri da una mano di Hazumi, che le aveva timidamente dato un colpetto sul ginocchio -Proviamo a spostarlo. Se lo mettiamo in una posizione sfavorevole forse riusciremo a fargli qualche danno...-

La ragazza annuì e, un istante dopo, Hazumi colpì il terreno con un violento pugno. Da sotto al divano dov'era seduto Sloth, fuoriuscirono diversi spuntoni che lo sbalzarono in aria, distruggendo il divano e ferendo l'uomo in vari punti. A concludere l'azione arrivò una freccia di Emmalin che, dopo aver colpito Sloth in pieno petto, esplose in un'enorme fiammata scarlatta.

Il corpo del peccato della Pigrizia si schiantò al suolo. La pelle era per lo più ricoperta da ustioni e ora aveva un grosso buco nel petto grondante di sangue, eppure si muoveva ancora, respirando lentamente come sempre. Dopo alcuni interminabili minuti, l'uomo si alzò in piedi, barcollando un po' sul posto.

-Mi piaceva... quel divano...- sussurrò Sloth guardando il pavimento per poi alzare lo sguardo sui suoi avversari -Ora devo... combattere... altrimenti Ophiucus-sama... mi chiamerà... per dargli spiegazioni... e io non ne ho voglia...-

Hazumi ed Emmalin si misero subito in posizione di difesa ma, in una frazione di secondo, Sloth svanì nel nulla, distruggendo parte del pavimento, e riapparve davanti a loro, sbalzandoli indietro con lo spostamento d'aria. L'allievo di Akane creò all'istante un muro tra di loro ma quella protezione di roccia esplose in fiamme verdi pochi secondi dopo.

Sloth era in piedi con il braccio ancora disteso in avanti ma non sembrava alquanto contento della cosa, benché fosse impossibile capire il suo attuale stato emotivo. Dopo averlo abbassato, fece un passo in avanti, iniziando ad avanzare lentamente verso i due avversari.

Emmalin scoccò velocemente due frecce, riuscendo a trapassare le ginocchia di Sloth ma l'uomo, come se niente fosse, continuò a camminare, spezzandole all'istante. Hazumi tentò allora di schiacciarlo tra due grossi blocchi di roccia, tuttavia anche il suo tentativo di rallentarlo venne reso vano dal peccato che, con il minimo tocco delle dita, li fece esplodere entrambi, facendo divampare delle brillanti fiamme verdi dalle esplosioni.

Per Emmalin c'era qualcosa di strano in quella situazione. Non solo Sloth aveva diverse ustioni su gran parte del corpo ma aveva anche diversi fori dovuti alle frecce della ragazze oltre ad un grosso buco nel petto e nel palmo della mano destra. Come diavolo faceva a camminare, ma soprattutto, come poteva essere ancora vivo?

La ragazza scacciò quelle domande scuotendo la testa ed incoccò una nuova freccia mirando alla gola di Sloth ma questi svanì nuovamente nel nulla, distruggendo il pavimento sotto ai suoi piedi, e questa volta si portò alle spalle dei due che, sgranando gli occhi per la sorpresa, si gettarono in avanti, evitando di essere afferrati da Sloth.

Hazumi riuscì a fermarsi per primo e, pur essendo in ginocchio, si girò verso il nemico posizionando le mani per terra. Una forte scossa sismica fece tremare l'intera sezione del palazzo e un'enorme crepa si formò sotto ai piedi di Sloth, facendolo sprofondare completamente.

-Ce l'abbiamo fatta?- domandò Emmalin fissando il punto dov'era scomparso il peccato ma, nel giro di pochi secondi, un intenso bagliore verde scaturì da tutte le crepe nel pavimento e una potentissima esplosione lo spazzò via del tutto, scagliando in aria sia Emmalin che Hazumi i quali vennero investiti da potenti fiammate. Quando la forza dell'esplosione si fu dissipata, i due precipitarono nella stanza di sotto, schiantandosi a pochi metri da Sloth, che li osservava come se niente fosse successo.

Tossicchiando un po' di sangue, Emmalin si rimise in piedi usando l'arco del suo maestro come appoggio, osservando attentamente il nemico. Aveva spazzato via l'intera stanza in pochi istanti e ora se ne stava lì fermo a guardarli. Che li stesse sottovalutando?

-Dobbiamo impegnarci di più.- commentò Hazumi alle sue spalle, sorprendendola. Il bambino prese il piccolo vasetto di vetro pieno di terra che teneva al collo e lo aprì. La terra al suo interno diventò all'istante dorata e, uscendo dal barattolo come se fosse controllata da qualcosa, iniziò a vorticare intorno ad Hazumi, andando poi a fondersi con la sua aura bronzea.

Nell'istante successivo, colpì il terreno con un calcio e una crepa si formò sotto al piede destro di Sloth, facendogli perdere l'equilibrio. Hazumi ne approfittò all'istante e scattò verso di lui a piena potenza, colpendolo con un poderoso pugno al torace che scagliò all'indietro il peccato della Pigrizia, lasciando a bocca aperta Emmalin.

-Non sapevo che potessi farlo!- esclamò la ragazza avvicinandosi al compagno che, sistemandosi la sciarpa, disse -E' la mia Arma Celeste, con essa posso aumentare esponenzialmente la mia forza così come la mia difesa.- per poi scattare nuovamente in avanti, colpendo Sloth con un calcio basso alle gambe che fu abbastanza potente da farlo finire a testa in giù, dove venne colpito nuovamente da un pugno a piena potenza.

Il colpo fu abbastanza potente da rompere il naso al nemico, facendolo poi schiantare nella parete alle sue spalle. Hazumi creò poi una sorta di ariete di roccia e lo scagliò contro Sloth, centrandolo in pieno, per poi ripetere l'attacco una decina di volte, finché non crollò in ginocchio con il fiatone.

Emmalin si avvicinò al compagno, aiutandolo a rialzarsi, quando una calma voce maschile li paralizzò sul posto -Quel colpo... l'ho sentito... credo...-

Lentamente, alzarono lo sguardo sul polverone creato da Hazumi e videro Sloth in piedi, intento a fissarli con i suoi occhi spenti. Fu però un certo particolare a far impallidire entrambi i suoi avversari e cioè che la maggior parte delle sue ferite erano scomparse.

Il buco nel petto, quello nella mano, le varie bruciature... erano tutte svanite nel nulla, come se non avesse mai subito quegli attacchi e la cosa era pressoché impossibile.

-Che possa utilizzare delle illusioni come Lance-san?- domandò Hazumi incredulo ed Emmalin non seppe rispondergli, stringendo i denti. Dopo un profondo respiro, mise una mano sulla testa di Hazumi e i suoi due bracciali d'oro iniziarono a risplendere di luce propria, venendo poi avvolti da un'aurea bronzea uguale a quella del compagno.

-Ora è il mio turno!- urlò la ragazza per poi incoccare una freccia che venne completamente avvolta dalla sua aura. Dopo aver preso la mira, scoccò il colpo che, all'impatto con il corpo di Sloth, generò una fortissima onda sismica. Il terremoto fece cadere dei detriti dalla sala sovrastante e la potenza della freccia impalò Sloth nel muro, facendogli sputare parecchio sangue anche se neanche quel colpo sembrava aver avuto qualche effetto decisivo.

-Hazumi! Ora!- urlò poi Emmalin e il compagno scattò nuovamente in avanti, avvolgendo entrambe le braccia in uno spesso strato di roccia con cui colpì Sloth in pieno petto, facendogli vomitare altro sangue. Il suono delle ossa che si spezzavano si udì nell'aria e Hazumi ne approfittò per creare due spuntoni di roccia che colpirono il nemico dai fianchi, riuscendo a trafiggerlo.

Il bambino fece poi un balzo all'indietro e una freccia esplosiva colpì Sloth in mezzo agli occhi, generando un'esplosione molto più potente delle altre che fece crollare gran parte del muro, seppellendo Sloth sotto ai detriti.

I bracciali dorati di Emmalin smisero di brillare mentre la ragazza cercava di riprendere fiato. Hazumi si avvicinò a lei, lanciando una rapida occhiata al cumulo di roccia e marmo che aveva schiacciato Sloth.

-E'... morto?- domandò poi, sperando di ricevere una conferma al più presto possibile. Un tenue bagliore verde filtrò attraverso alcuni detriti e, sia Emmalin che Hazumi, si sentirono improvvisamente stanchi e privi di spirito combattivo.

Una potente esplosione di fiamme verdi disintegrò i detriti e Sloth fu nuovamente in piedi, con il volto sfigurato privo di naso e con gli occhi in bella vista, dato che la freccia esplosiva gli aveva bruciato completamente le palpebre.

-Quello... mi ha fatto male...- sibilò Sloth, portandosi lentamente una mano sulla bocca e toccando i vari denti ricoperti di fuliggine, dato che anche le labbra erano state bruciate del tutto. L'aura verde che circondava il peccato diventò sempre più scura, fino a diventare completamente nera, e l'uomo fissò entrambi i suoi avversari con sguardo spento ma anche estremamente freddo.

-Antica costellazione del Serpente...- la sua voce divenne incredibilmente profonda e roca -Ascolta le mie parole e accogli il mio desiderio... a lungo il mio peccato ti ha servito... e fino alla fine dei tempi ti servirà. Concedimi il potere per sconfiggere questi esseri inferiori... il cui corpo è stato indebolito dalla Pigrizia, mio peccato capitale. Fa che io possa servire al meglio il mio padrone... e dammi il potere per spazzare via i nemici che tanto intensamente... bramano di perire per mano nostra...-

Come con gli altri peccati, le stelle del Serpente brillarono più intensamente del normale e raggi di energia oscura scaturirono da esse, confluendo nel corpo di Sloth, le cui ferite si rimarginarono sotto gli sguardi increduli di Emmalin e Hazumi.

-Oltre al potere di far esplodere le cose... può anche rigenerarsi?- Hazumi non credeva alle sue stesse parole. Quell'avversario era un problema enorme e la sua potenza ora era aumentata ancora.

"Ha rilasciato i suoi poteri stellari... potrei farlo anche io visto che sono una guardiana..." pensò Emmalin scuotendo poi la testa. Tempo addietro, quando la pace regnava ancora sovrana e lei si allenava con Zenas, il suo maestro le aveva parlato di quei poteri nascosti ma l'aveva anche avvisata del pericolo che comportava il loro rilascio.

-Benché siano i poteri nascosti in ognuno di noi, solo i guardiani possono usarli al meglio grazie ad uno speciale rito che avviene dopo la nomina del nuovo guardiano. Fino a quando il rito non è concluso, neanche il guardiano può rilasciarli senza rischiare la vita.- ancora le ritornavano in mente le parole di Zenas e, purtroppo per lei, non aveva ancora compiuto quel rito da quando aveva ereditato il titolo di guardiana del Sagittario.

"Forse dovrei usarli... in quanto guardiana è mio dovere proteggere gli altri!" si disse la ragazza rafforzando la presa sull'arco fino a farsi sbiancare le nocche. Fissando il nemico, provò un completo senso di impotenza nel vedere che l'aura di Sloth era nettamente più grande della sua.

Ma quale guardiana... era troppo inesperta e il suo potere non era per niente al pari di quello di Zenas. Come poteva sperare di rendersi utile in quella situazione?

-Emmalin, stia indietro.- proferì Hazumi chiudendo gli occhi -Cercherò di bloccarlo per qualche minuto, lei ne approfitti per andare alla ricerca di qualcuno... questo peccato non è un nemico che possiamo sperare di sconfiggere da soli...-

La ragazza fissò attonita il bambino mentre iniziava ad accumulare potere magico. Chiudendo gli occhi, gli tirò un pugno sulla testa, facendolo sussultare.

-Perché mi ha colpito?-

-Perché sei un idiota! Io non potrei mai abbandonare un mio compagno di fronte ad un nemico del genere! Lo affronteremo insieme o ce ne andremo insieme!- sbottò Emmalin trucidandolo con un'occhiataccia.

Il bambino per un attimo si domandò chi fosse la più spaventosa tra Emmalin ed Akane ma poi tornò a guardare Sloth, mettendo da parte quella domanda. Dopo un lungo respiro, annuì -D'accordo, allora cerchiamo di eliminarlo con questo attacco e, se non dovessimo farcela, ce ne andremo-.

La ragazza annuì, incoccando una freccia che venne avvolta da una densa aura azzurra -Quando vuoi, io sono pronta!-

Hazumi scattò nell'istante successivo verso Sloth. Aveva paura e non poteva negarlo. L'aura oscura dell'avversario, così come il suo sguardo e il suo potere non facevano altro che alimentare quella paura ma non poteva tirarsi indietro. Era il diretto successore di Akane come guardiano dello Scorpione e non poteva in alcun modo darsi per vinto con troppa facilità. Avrebbe messo tutto il suo potere in quell'attacco, era la sua ultima speranza.

Quando fu abbastanza vicino al nemico, una breve scossa sismica creò altre due crepe sotto al peccato della Pigrizia che sprofondò fino alle ginocchia in quelle aperture, senza possibilità di spostarsi.

La sua aura crebbe all'istante, avvolgendolo completamente, e alle sue spalle divenne visibile un enorme scorpione dorato dagli occhi rossi. Hazumi distese le dita della mano destra per poter trafiggere il suo avversario e, all'ultimo, saltò in alto, scagliandosi completamente contro l'avversario, urlando -Earthquake's Sting!!!-

Con tutta la forza di cui disponeva, colpì Sloth in pieno petto, generando una scossa di terremoto potentissima che fece tremare l'intero palazzo fino alle fondamenta. Una potente onda d'urto scaturì dal punto in cui aveva colpito l'avversario, scagliando detriti ovunque e sollevando un enorme polverone.

Quando la scossa cessò completamente, tutta la sua aura svanì nel nulla e Hazumi si sentì incredibilmente stanco. Ora non doveva fare altro che allontanarsi e...

Una mano spuntò dal polverone, afferrandogli il braccio destro.

Il bambino sgranò gli occhi all'inverosimile mentre la figura di Sloth iniziava ad essere visibile in mezzo a tutta quella polvere. Quando il polverone si fu completamente diradato, la paura più pura artigliò il cuore di Hazumi.

Il peccato della Pigrizia non aveva subito neanche un graffio.

Incapace di reagire, Hazumi cercò semplicemente di liberarsi dalla presa mentre Emmalin cercava di spostarsi per poterlo liberare con una freccia.

-Quel colpo... non l'ho sentito...- sibilò Sloth assottigliando lo sguardo e, un istante dopo, il braccio destro di Hazumi esplose in una fiammata oscura, scagliando il corpo del bambino a diversi metri di distanza e schizzando sangue lungo tutto il volo.

Un urlo disumano risuonò nella sala mentre Hazumi si portava la mano sinistra sul moncherino del braccio destro, cercando disperatamente di fermare la perdita di sangue. Emmalin fissò la scena senza parole ma ciò non impedì al suo corpo di iniziare a scagliare una grossa quantità di frecce contro Sloth, il quale si girò verso di lei con sguardo annoiato.

La ragazza continuò a scoccare una freccia dopo l'altra, urlando in preda alla rabbia con tutto il fiato che aveva in corpo. Il peccato della Pigrizia sbadigliò apertamente per poi iniziare ad avanzare verso di lei. La sua aura oscura lo proteggeva dalle fiammate delle frecce esplosive, impediva alle frecce spirituali di passare attraverso il suo corpo mentre le frecce normali venivano espulse dal corpo come se qualcosa le stesse spingendo fuori.

Emmalin iniziò ad indietreggiare, continuando a scagliare frecce senza controllo, mirando a tutti i punti possibili del nemico. Testa, torace, ventre, inguine, gambe, braccia... ogni singolo punto visibile per lei era un punto dove mirare e colpire.

Dopo l'ennesima freccia, Sloth ne afferrò una dal suo corpo rigirandosela tra le dita mentre continuava ad avanzare. Quando Emmalin fece un passo all'indietro, l'uomo scagliò la freccia con sole due dita, trapassando la coscia destra della ragazza che urlò per il dolore, cadendo in ginocchio.

Urlò per alcuni secondi ma poi si morse il labbro inferiore fino a farlo sanguinare, riprendendo a scoccare frecce come se fosse la sua sola ragione di vita. Nessuna di esse però fermò l'avanzata di Sloth che, nel giro di pochi secondi, fu davanti alla ragazza ma un grosso muro di roccia si formò tra i due.

Il peccato si girò allora verso Hazumi, notando che si era rialzato malgrado l'orribile ferita e la perdita di sangue. Il bambino fece un passo verso di lui e si lasciò cadere in avanti, colpendo il terreno con un pugno, creando degli spuntoni di roccia che colpirono Sloth da tutti i lati, ma nessuno di essi riuscì in qualche modo a ferirlo gravemente.

-Io non ho voglia... di venire fin lì... perciò... ti ucciderò da qui...- commentò l'uomo alzando il braccio destro verso Hazumi, mentre Emmalin cercava di trascinarsi sul lato del muro per continuare a colpirlo.

-Emmalin!- urlò Hazumi col poco fiato che aveva in corpo, catturando l'attenzione della ragazza -Vattene! Ora!-

La guardiana negò violentemente con la testa, incoccando una nuova freccia che scagliò nel polso destro di Sloth, nel vano tentativo di impedirgli di attaccare. Ovviamente, il peccato non sembrò neanche accorgersi nella freccia conficcata nel suo braccio e aprì la mano, iniziando a creare una sfera di energia verde ed oscura.

-Questo attacco... richiede tempo...- spiegò Sloth con voce calma -... ma almeno... morirai...-

-Hazumi vattene! Spostati!- urlò Emmalin scoccando un'altra freccia ma il bambino ormai non la sentiva più. La vista gli si era già annebbiata da tempo e non sentiva più il proprio corpo, era un semplice bambino fermo in ginocchio in attesa di morire.

Dopo un leggero tremolio della mano, Sloth scagliò la sfera di energia che saettò verso Hazumi ad altissima velocità. Il bambino vide solo una forte luce venirgli addosso e, in quei pochi istanti, gli tornarono in mente tutti gli anni passati nella casata dello Scorpione e tutte le belle cose che aveva avuto modo di vedere e sentire.

-Maestra... Ayumi...- sussurrò Hazumi accennando un debole sorriso -Mi dispiace...-

La sfera lo colpì in pieno, facendo scaturire un'enorme esplosione che spazzò via gran parte della stanza. Il piano superiore collassò in parte, riempiendo la sala di grossi detriti e fumo che vennero assaliti dalle fiammate residue dell'esplosione.

Di Hazumi non vi era alcuna traccia.

Emmalin fissò la scena senza alcuna capacità di reagire, lasciando andare lentamente il suo arco. Aveva fallito. Non era riuscita a proteggere neanche un suo compagno durante uno scontro e aveva così deluso il suo maestro.

Sloth si girò verso di lei e, chinandosi lentamente, le afferrò la faccia con la mano destra, sollevandola di peso dal suolo. Fu in quel momento che Emmalin parve destarsi ed iniziò ad agitarsi in preda al terrore più profondo, artigliando il braccio di Sloth e cercando di colpirlo con dei calci.

-Io... non avevo voglia... di combattere... è colpa vostra...- sussurrò il peccato della Pigrizia prima di far esplodere la testa della ragazza in una fiammata verde, lasciando poi cadere a terra il corpo della ragazza che venne scosso da violenti spasmi per alcuni secondi, fermandosi poco dopo.

Sloth sbadigliò sonoramente mentre la sua aura oscura si dissipava. Guardandosi attorno, vide un grosso pezzo di muro perfettamente liscio e, avvicinandosi, ci si sdraiò sopra, chiudendo gli occhi per poter dormire, come se non fosse successo nulla.

 

***

 

L'aria era carica di elettricità. Di tanto in tanto, dei piccoli fulmini apparivano a mezz'aria o sulle pareti di quell'enorme stanza. Il pavimento era tappezzato di crateri di varie dimensioni, mentre alcune melodie diverse tra loro spezzavano il silenzio che veniva a crearsi dopo ogni scambio di colpi.

Wrath e Ginevra erano uno di fronte all'altra, a qualche metro di distanza, mentre Ayumi e pochi passi dietro alla guardiana del Toro. Entrambe le ragazze avevano delle leggere ustioni su alcune parti del corpo, mentre il peccato dell'Ira presentava diversi lividi su braccia e torace, ormai messo a nudo dato che i suoi stessi fulmini gli avevano carbonizzato parte dei vestiti

-Ehi, scintilla, sei stanco per caso?- domandò Ginevra con un ghigno, facendogli cenno di avanzare e l'uomo non si fece attendere un solo istante. Senza cercare un qualche piano d'azione, Wrath si scagliò in linea retta contro di lei, caricando il braccio destro per poi distenderlo in avanti, scagliando un enorme fulmine che colpì in pieno l'avversaria, facendole stringere i denti per il dolore ma ciò non le impedì di tirare un calcio dal basso.

Wrath incrociò le braccia al petto per proteggersi ma il calcio lo scagliò direttamente nel soffitto, crepandolo pesantemente. L'uomo tossì un po' di sangue ma si liberò all'istante e si lanciò nuovamente contro l'avversaria, salvo essere colpito al volo da alcune note musicali rosse che esplosero all'istante, costringendolo ad allontanarsi.

Il peccato dell'Ira si stabilizzò a mezz'aria grazie alla sua elettricità e scoccò un'occhiataccia ad Ayumi, ancora circondata da delle enormi note musicali blu, che ricambiò lo sguardo con un ghignetto vittorioso.

Senza esitare, Wrath distese un braccio verso di lei e davanti a sé creò una grossa sfera elettrica dalla quale partirono centinaia di sfere più piccole. Ayumi fece muovere le note musicali che si avvicinarono tra di loro, rendendo la difesa più solida e compatta ma pian piano iniziarono ad essere distrutte dall'attacco nemico.

Ginevra ne approfittò subito, con un solo balzo si portò alle spalle dell'avversario -Non dovresti distrarti durante un combattimento, lo sai?- e gli tirò un violentissimo pugno al volto ma il peccato si girò all'istante verso di lei, usando la mano libera per pararle il colpo, colpendola nel mentre con una forte scossa elettrica.

La guardiana del Toro soffocò un'imprecazione e, malgrado il dolore, afferrò il polso di Wrath per poi scagliarlo contro una parete con tutte le sue forze, facendogli interrompere l'attacco diretto ad Ayumi. Ginevra si schiantò poi a terra ma si rimise subito in piedi, piegando le gambe e voltandosi verso Wrath che aveva piegato a sua volta le gambe restando attaccato alla parete.

Nello stesso istante, i due si scagliarono l'uno contro l'altra, menando entrambi un violentissimo pugno. I due colpi si scontrarono tra di loro, generando una potentissima onda d'urto che scagliò gli avversari in direzioni opposte, facendoli poi ruzzolare sul pavimento.

-Ginevra!- urlò Ayumi preoccupata per la compagna, creando nel mentre una melodia dolce. Le note verdi che si formarono da essa fluttuarono verso Ginevra per curarla, ma un potente fulmine le colpì tutte quante a catena, distruggendole all'istante, sorprendendo la guardiana dell'Ariete che si voltò verso Wrath -Le tue melodie mi hanno fatto incazzare! Non ti lascerò curare quella fottuta ragazza!-

Rialzandosi lentamente, il peccato dell'Ira si lanciò contro la giovane guardiana che creò all'istante delle note rosse esplosive. Tutti i colpi centrarono in pieno Wrath ma il suo rivestimento di elettricità assorbì la maggior parte dei danni e, con un solo potente pugno, sfondò gli scudi di Ayumi, colpendola al volto. L'impatto scagliò la guardiana dell'Ariete contro la parete alle sue spalle, facendole vomitare un po' di sangue e, prima che potesse reagire, Wrath la colpì al ventre con una ginocchiata, distruggendo ancora di più la parete.

Avvertendo una minaccia alle sue spalle, l'uomo si girò di scatto giusto in tempo per vedere Ginevra corrergli incontro a piena velocità crepando il terreno ad ogni passo. Distendendo il braccio destro verso l'esterno, la ragazza cercò di colpirlo al torace, ma Wrath alzò il braccio sinistro e parò il colpo, cercando di contrattaccare con un montante destro al ventre.

La ragazza alzò subito la gamba sinistra e parò il colpo con il ginocchio, riuscendo poi a colpire Wrath al volto con il pugno sinistro, facendogli volare via un dente insieme a parecchio sangue. Riposizionando il braccio destro, lo colpì poi dal basso alla bocca dello stomaco, sollevandolo di peso dal suolo e, ruotando su sé stessa, lo scagliò dall'altra parte della stanza, ma l'uomo riuscì a scagliare delle sfere elettriche prima di impattare contro la parete, colpendo entrambe le guardiane che crollarono al suolo dopo un breve urlo di dolore.

Il silenzio calò nella stanza, venendo rotto occasionalmente dal respiro affannoso dei tre avversari che iniziavano pian piano a sentire la fatica nei loro corpi. Wrath era sveglio e anche vigile, con lo sguardo fisso su Ayumi. Non poteva né voleva permetterle di usare i suoi poteri curativi perciò doveva essere pronto ad attaccarla in ogni momento.

Contrariamente a quanto immaginato dal peccato, fu Ginevra la prima a rialzarsi, cercando di riprendere fiato a causa del dolore che ancora le attanagliava il corpo.

-Tsk... quei fulmini fanno davvero male...- commentò sputando un po' di sangue -Ma ho subito di peggio combattendo con un topolino, perché non mi mostri qualcosa di più?-

Svariate vene iniziarono a pulsare sulla fronte di Wrath che si rialzò in piedi tremando a causa della rabbia che stava rapidamente riempiendo il suo corpo -Inutile mocciosa... ora hai davvero... superato il limite!!!- e svanì nel nulla, lasciando solo dei residui di elettricità al suo posto.

Ginevra sgranò gli occhi per la sorpresa e, prima che potesse fare qualcosa, di fianco a lei apparì Wrath che la colpì con un pugno sulla tempia sinistra, stordendola completamente e scagliandola contro una parete ma, prima ancora che potesse colpirla, il peccato si spostò davanti a lei e la colpì con un calcio dal basso, scagliandola in aria, per poi materializzarsi sopra di lei e colpirla con entrambi i pugni chiusi a mo' di maglio, facendola schiantare nel pavimento, danneggiandolo pesantemente.

Da quando Wrath era svanito nel nulla erano passati solo due secondi.

Ginevra vomitò parecchio sangue e si rialzò barcollando, cercando Wrath con lo sguardo. Il peccato dell'Ira era in piedi a qualche metro da lei, con gli occhi completamente neri e le pupille ridotte a due minuscoli puntini gialli, avvolto completamente dai suoi fulmini. L'uomo svanì nuovamente nel nulla e Ginevra incrociò le braccia davanti al volto per proteggersi ma il colpo arrivò da dietro sotto forma di ginocchiata in mezzo alle scapole che le spezzò il fiato, facendola rimbalzare diverse volte sul pavimento.

Si avvicinò a lei camminando, scagliando una sfera elettrica ad Ayumi senza neanche guardarla e le urla di dolore della bambina gli diedero conferma di averla colpita. Quando fu sopra a Ginevra la sollevò per i capelli, usando una sola mano.

La guardiana mostrò un leggerissimo ghigno e lo colpì con un calcio al mento dal basso ma fu colpita di rimando con una violenta scarica elettrica. Wrath sputò parecchio sangue ma non lasciò andare la presa e ciò permise a Ginevra di colpirlo con una serie di pugni al volto, fino a quando lui non le afferrò il braccio sinistro, colpendo l'omero con una gomitata.

Ginevra trattenne un urlo di dolore nel sentire l'osso creparsi a causa del colpo, riuscendo a colpire l'avversario con un violentissimo pugno al volto che lo scagliò con incredibile potenza contro una parete, facendolo poi cadere a terra.

La ragazza cadde in ginocchio tenendosi il braccio ferito e provò a riprendere fiato mentre Ayumi iniziava a rialzarsi, annaspando a causa del dolore. La giovane guardiana si avvicinò a Ginevra, aiutandola a rialzarsi -Stai bene?-

-Mai stata meglio, non preoccuparti.- la rassicurò Ginevra con un sorriso tirato quando un'enorme esplosione di fulmini scaturì dal corpo di Wrath, facendole sussultare entrambe. Girandosi verso il peccato, lo videro rialzarsi con diverse vene in rilievo e gli occhi ormai completamente neri -Io vi ucciderò!!! Di voi non resterà niente!!! Sparirete per sempre!!!-

Ayumi deglutì alla vista di quella quantità di potere magico ma stringendo la sua bacchetta, fece qualche passo verso di lui, mettendosi davanti alla compagna -Gin, non posso curarti al meglio. Quel dannato ci colpirebbe all'istante entrambe e io rischierei solo di sprecare potere magico. Lo affronterò io da sola, tu approfittane per recuperare le energie!-

-Cosa?! Sei forse impazzita?!- sbottò Ginevra fissandola con sguardo scioccato -Non puoi batterlo, tu sei...!-

-Io sono più adatta ad un ruolo da supporto. Lo so.- concluse Ayumi con un leggero tremito nella voce -Ma se non posso farci vincere con il mio contributo da supporto devo trovare un altro modo! Tra noi due solo tu puoi sperare di sconfiggerlo al cento per cento! Io lo terrò impegnato per tutto il tempo che ti servirà!- e, chiudendo gli occhi, alzò la bacchetta verso l'alto, avvolgendosi in una densa aura luminosa.

-Antica costellazione dell'Ariete!- l'aura intorno a lei iniziò a pulsare, cambiando costantemente colore -Ascolta la mia voce e accetta la mia volontà! Guidami in questi attimi difficili e aiutami a superare le avversità! Concedimi il potere per poter proteggere i miei compagni e questo mondo a me tanto caro! Il mio corpo è debole e la paura mi stringe il cuore, ma ti scongiuro! Permettimi di lottare come tua guardiana contro questa fredda oscurità e lascia che la mia anima diventi l'arma che ci guiderà verso il futuro!!!-

In un solo istante, tutte le stelle della costellazione dell'Ariete brillarono più intensamente che mai e da ciascuna di esse partì un raggio di luce che colpì il corpo di Ayumi, andando ad alimentare la sua aura. Nel giro di pochi secondi, il corpo della bambina fu avvolto da una densa luce arcobaleno e i suoi capelli iniziarono ad oscillare come mossi dal vento.

Ayumi aprì lentamente gli occhi e abbassò la bacchetta, compiendo dei brevi movimenti con essa. Una soave melodia si udì nell'aria e centinaia di minuscole note di tutti i colori si formarono attorno a lei, andando a formare due grosse ali d'angelo attaccate alla sua schiena. Senza dire nulla, la guardiana si alzò in volo, fissando con sguardo deciso Wrath, il quale digrignò i denti, alzandosi in volo a sua volta.

Con un movimento della bacchetta, Ayumi creò decine di note musicali intorno al nemico ed esse diventarono rosse all'istante, esplodendo subito dopo. Dalla nuvola di fumo venutasi a creare, scattò Wrath che, con la sua velocità, si portò immediatamente dietro alla guardiana ma, quando provò a colpirla con un pugno, diverse note si formarono tra di loro, bloccando il suo colpo senza difficoltà.

Altre note si formarono addosso a lui e, dopo essere diventate nere, lo schiacciarono al suolo creando un piccolo cratere. Ayumi si voltò subito verso di lui e creò delle note fatte di vento che saettarono verso il bersaglio, tagliandolo in diversi punti del corpo, con delle note esplosive a seguire.

Wrath urlò per la prima volta a causa dei danni ma il suo urlo si trasformò ben presto in un disperato ruggito rabbioso e, senza neanche fermarsi per riprendersi dalle ferite, si scagliò a piena potenza contro Ayumi che incrociò le ali davanti a lei, parando il colpo elettrico del nemico.

L'uomo tuttavia la colpì all'istante con una violenta scarica elettrica, facendola urlare per il dolore ma nello stesso istante diverse note esplosive si formarono intorno a lui, avvolgendolo con le loro esplosioni. Non curandosi dei danni subiti, si portò nuovamente alle spalle di Ayumi e questa volta riuscì ad afferrarla per il collo, trascinandola poi verso il basso e schiantandola di faccia nel pavimento.

La bambina non si diede per vinta e creò delle strane note musicali viola intorno a loro che esplosero all'istante, generando delle strane onde d'urto che stordirono completamente Wrath, annebbiandogli la vista. Cercando di liberarsi dalla presa, Ayumi spalancò le sue ali e fece cadere all'indietro l'avversario ma quello la afferrò all'ultimo per la caviglia e, dopo averla sollevata, la schiantò dietro di lui nel pavimento, facendole sputare parecchio sangue.

Wrath si riprese dallo stordimento e si girò completamente verso Ayumi, accumulando parecchio potere magico nel pugno sinistro. Dopo averla fissata con sguardo iracondo, alzò il braccio, preparandosi a porre fine allo scontro, ma all'ultimo Ginevra gli afferrò il polso, bloccando qualsiasi tentativo di attacco.

-G... Gin?- sussurrò Ayumi fissando la compagna i cui occhi erano in ombra.

-Hai fatto un ottimo lavoro, Ayumi.- sibilò la guardiana del Toro, alzando lo sguardo furente su Wrath la quale la fissò di rimando senza batter ciglio -Ora lascia che me ne occupi io!-

I due avversari si osservarono in silenzio per qualche secondo e alla fine presero fiato nello stesso momento.

-Antica costellazione del Toro!-

-Antica costellazione del Serpente!-

Il corpo di Ginevra fu avvolto da una densa aura rossa mentre quello di Wrath si rivestì di fulmini neri.

-Il mio corpo e il mio spirito sono al tuo servizio! L'oscurità è sempre più vicina e la morte accompagna la sua avanzata! Ti supplico, donami la pura forza necessaria per fermarla e per far sì che la luce trionfi! Fino a quando avrò fiato in corpo ti servirò come guardiana devota e finché il mio corpo si reggerà in piedi mi batterò in tuo nome per annientare coloro che minacciano la pace!!!-

-Ascolta le mie parole e accogli il mio desiderio! A lungo il mio peccato ti ha servito e fino alla fine dei tempi ti servirà. Concedimi il potere per sconfiggere questi esseri inferiori il cui cuore è stato corrotto dall'Ira, mio peccato capitale. Fa che io possa servire al meglio il mio padrone e dammi il potere per spazzare via i nemici che tanto intensamente bramano di perire per mano nostra!-

Tutte le stesse delle costellazioni del Serpente e del Toro brillarono con un'energia nuova e svariati raggi di energia furono canalizzati nei corpi dei due avversari, ingigantendo le loro auree e aumentando drasticamente il loro potere magico.

Sia Wrath che Ginevra svanirono nel nulla in una frazione di secondo, scontrandosi a diversi metri di distanza con una serie di pugni. Quelli del peccato erano più veloci ma quelli della guardiana erano molto più potenti, bilanciando i danni subiti.

Dopo l'ennesimo scambio, balzarono uno lontano dall'altra. Ginevra si scrocchiò il collo mentre Wrath la fissò in silenzio. Ora la rabbia lo controllava completamente, impedendogli anche di parlare ma ciò non significava che era diventato più debole, semmai l'esatto contrario.

Ginevra potenziò i suoi muscoli, superando il limite che di solito raggiungeva quando combatteva ma ora che aveva rilasciato i veri poteri della sua costellazione poteva contare su una forza ancora maggiore. Con un leggero movimento delle gambe, scattò in avanti distruggendo il pavimento dietro di lei e cercò di colpire Wrath con un pugno al torace ma l'uomo svanì nel nulla, lasciando un'immagine residua di elettricità che folgorò l'avversaria.

La ragazza non ci badò neanche e si girò all'istante verso destra, parando una gomitata di Wrath che provò a colpirla subito dopo con una ginocchiata dal basso ma Ginevra scartò di lato e lo colpì con un pugno al ventre, sbalzandolo indietro e facendogli vomitare del sangue misto a saliva e bile ma, prima che toccasse il suolo, l'uomo svanì nuovamente nel nulla e la colpì dall'alto con un colpo di tacco, facendole sbattere il volto nel pavimento.

La ragazza si rialzò praticamente subito ma Wrath balzò all'indietro e scagliò un'enorme quantità di sfere elettriche contro Ginevra, bloccandola sul posto ma venne colpito a sua volta da delle note musicali esplosive che gli ustionarono la schiena, facendolo voltare di scatto.

Ayumi creò innumerevoli note ma con un potentissimo fulmine, Wrath le spazzò via tutte quante, sorprendendo la guardiana che si alzò in volo ma l'uomo non la fece scappare e la raggiunse all'istante, afferrandola per la gola e folgorandola con un'enorme quantità di elettricità. Ayumi strillò per il dolore e Ginevra cercò di aiutarla ma il peccato, notandola con la coda dell'occhio, le scagliò addosso la compagna, facendole finire entrambe a terra.

-Siamo entrambe potenziate e ancora ci tiene testa in questo modo?- domandò Ginevra rialzandosi per poi aiutare Ayumi la quale osservò Wrath -Dobbiamo sconfiggerlo in un colpo solo... credo che il suo potere cresca insieme alla sua rabbia...-

-Se è così forse siamo nei guai.- commentò Ginevra con un ghigno per poi scrocchiarsi le nocche -Ok, scintilla! Risolviamola qui e ora!-

Wrath non batté ciglio e svanì nel nulla ma stavolta la sua immagine residua diventò elettricità pura e si diramò per tutta la stanza, creando una sorta di catena intricata intorno alle due guardiane che si misero fianco a fianco per capire che razza di attacco fosse.

Da un punto alle loro spalle, fuoriuscì Wrath che, con una velocità inumana colpì entrambe con dei pugni nella schiena, schizzando poi di nuovo dentro quella gabbia elettrica, svanendo alla loro vista.

"Si sta spostando dentro a quell'elettricità per colpirci da angolazioni diverse a gran velocità... devo riuscire a prenderlo con un colpo solo." pensò Ginevra iniziando a concentrarsi, piegando leggermente le gambe e le braccia. Ayumi, notando che la compagna aveva in mente qualcosa scagliò svariate note musicali esplosive contro la gabbia dissipandola in vari punti, fin quando un raggio elettrico non le bucò la spalla destra, facendola urlare per il dolore.

Wrath le fu subito addosso e la colpì con un violento pugno alla testa, sbattendola di fianco alla porta dalla quale erano entrati pochi minuti prima. Ayumi cercò di rialzarsi ma l'uomo iniziò ad infierire su di lei.

Ginevra strinse i denti con più forza, rischiando di spaccarli "Non riesco ancora ad anticiparlo al meglio, è troppo veloce. Devo spingere il mio corpo ancora più in là!" e il suo intero corpo si irrigidì, mentre una leggera scossa sismica scuoteva la stanza. I suoi muscoli si fecero più definiti mentre le pupille svanirono quasi del tutto e il suo cuore iniziò a battere ad un ritmo sempre più veloce.

Wrath si accorse di questo cambiamento e si girò verso di lei, svanendo in una nuvola di elettricità, iniziando poi a muoversi intorno a lei ad una velocità allarmante.

-AYUMI!- tuonò Ginevra sorprendendo al compagna -Usa la tua magia per potenziare il mio corpo!-

Ayumi sgranò gli occhi per la sorpresa -Ma... ma se lo faccio... il tuo corpo potrebbe non resistere allo sforzo!-

-Fallo! E' la nostra unica possibilità!- urlò ancora Ginevra cercando di mantenere la concentrazione. Ayumi chiuse gli occhi scuotendo la testa ma alla fine creò un'enorme quantità di note musicali che si diressero verso la guardiana del Toro. Wrath cercò di anticiparle ma quelle svanirono nel nulla, materializzandosi sul corpo di Ginevra la cui aura diventò rosso sangue.

Gli occhi della ragazza sbiancarono completamente ma la cosa non preoccupò affatto Wrath. Non l'avrebbe di certo sconfitto se non poteva colpirlo in pieno. Dopo esser rimbalzato per ancora svariate volte intorno a lei, si scagliò addosso alla sua avversaria sul fianco destro, caricando il pugno sinistro, ma sgranò gli occhi per la sorpresa nel vedere che Ginevra si era già voltata verso di lui, caricando a sua volta il pugno sinistro.

Nessuno dei due ebbe modo di bloccare il colpo e quando i loro pugni impattarono l'uno contro l'altro, la stanza tremò violentemente e il pavimento sotto ai loro piedi venne percorso completamente da enormi crepe.

Dopo un solo attimo di stabilità, il braccio di Wrath esplose completamente, schizzando sangue ed ossa addosso all'avversaria, mentre quello di Ginevra si spezzò brutalmente in più punti cadendo lungo il corpo della ragazza.

Urlando a pieni polmoni, i due caricarono il pugno destro mettendo tutto il loro potere magico e la loro forza in quel colpo. Il braccio di Wrath venne avvolto da un enorme serpente elettrico -God Wrath's Hammer!!!-

Alle spalle di Ginevra si materializzò per un solo istante l'immagine di un grosso toro dagli occhi rossi e, scagliando il suo stesso corpo in avanti insieme al pugno, urlò -Taurus' Earth Crusher!!!-

I due colpi generarono danni ancora peggiori dei precedenti, distruggendo interamente il pavimento e facendo crollare parecchi detriti dal soffitto. L'impatto scagliò all'indietro Ayumi facendola ruzzolare contro il muro.

Quando tutto fu finito, anche il braccio destro di Wrath esplose, schizzando sangue tutt'attorno, mentre quello destro di Ginevra si ritrovò con le ossa spezzate e la carne squarciata.

Entrambi rimasero fermi in piedi, respirando lentamente, mentre la guardiana dell'Ariete li fissava trattenendo il fiato. Di colpo, entrambi inarcarono la schiena e si tirarono una violenta testata, allargando il cratere sotto di loro. Le loro teste schizzarono all'indietro ma ciò non impedì loro di tirare un'altra testata e poi una terza e una quarta ed infine un quinta, quando i loro volti erano completamente ricoperti di sangue.

-Inutili insetti... io vi ucciderò... tutti...- sibilò Wrath inarcando ancora la schiena per poi cadere a terra, perdendo del tutto i sensi.

Ginevra barcollò per qualche istante, camminando poi verso Ayumi con passo incerto -Eh eh eh... stupido idiota... nessun sano di mente sfiderebbe un Toro in una prova di forza...-

-Ginevra ce l'hai fatta!- urlò la compagna saltandole addosso e facendola imprecare come un vecchio scaricatore di porto -MI FAI MALE! SPOSTATI!!!-

-Oh scusa!- Ayumi creò subito delle note musicali per curarla.

-Non ho bisogno del tuo aiuto, devi curare gli altri probabilmente...- sbuffò Ginevra e Ayumi sogghignò -Preferiresti essere curata da Yato vestito da infermiere?-

Ginevra perse ulteriore sangue dal naso e sussurrò -N... non sarebbe male...-

Dopo una breve risata, Ayumi si concentrò sulle sue cure -Su vedi di calmarti. La guerra non è ancora finita!-

 

***

 

Dal momento in cui Ashuros aveva realizzato di aver ucciso Nikki, erano passati diversi minuti ma a lui erano sembrate delle ore. Non si era mosso di un millimetro, restando in ginocchio di fianco al corpo della compagna, con le mani sporche di sangue abbandonate sul pavimento, fissando il vuoto con i suoi occhi spenti.

Isaiah si era avvicinato barcollando ed era caduto in ginocchio di fianco alla ragazza. Non aveva detto nulla, troppo preso dal rimproverarsi per quanto era successo. Avrebbe potuto agire diversamente. Avrebbe potuto impedirle di andare avanti. Avrebbe potuto pensare ad un altro piano, riuscendo a salvarla, ma non aveva fatto nulla... si era limitato a credere in Nikki e ciò gli era costato caro.

Non aveva neanche le forze per affrontare ancora Ashuros né si sentiva in grado di rimproverarlo o di urlargli contro. Sapeva che non era tutta colpa sua, Ophiucus lo stava controllando e quindi le azioni dell'albino non erano dettate dal suo volere, ma da quello del loro nemico.

Ora erano entrambi lì, in silenzio vicino al cadavere della loro compagna che si era sacrificata per salvare Ashuros.

"Oh ma che scena toccante... perché non le fate direttamente un funerale?"

Ashuros alzò di scatto la testa, sgranando gli occhi. Isaiah lo osservò confuso, non capendo il perché di quel gesto.

"Beh? Vuoi giocare alla bella statuina ancora per molto?"

Una fortissima emicrania costrinse Ashuros a tenersi la testa con entrambe le mani, facendolo piegare su sé stesso. Il breve urlo di dolore che seguì fece sussultare Isaiah -Ehi Ash! Che ti succede?!-

L'albino strinse gli occhi con forza e dopo qualche secondo l'emicrania svanì. Lentamente, il guardiano della Bilancia riaprì gli occhi, ritrovandosi in quell'immenso mondo bianco. Mordendosi con forza un labbro, sibilò -Sei stato tu... non è vero?-

Alle sue spalle, nella zona completamente nera, il ragazzo sdraiato su un fianco, che gli dava ancora le spalle, scoppiò a ridere -Oh non ci provare! Io ho ucciso quella mocciosa del Capricorno e questo è innegabile, ma la biondina l'hai uccisa tu! Ophiucus ha soggiogato me con quella lama, ma ha fatto agire esclusivamente te!-

-E' comunque colpa tua... se non avessi attaccato Alexis non sarebbe successo tutto questo.- ribatté Ashuros con tono serio.

-Per caso ti sei dimenticato di chi è questo corpo? E' mio. Tu sei solo un ospite indesiderato creato da Libra per placarmi e soggiogarmi con quella ridicola maschera! Io sono il guardiano del Serpente ma nemmeno lui può darmi ordini! Se non ci fossi stato tu, non sarebbe riusciti a fregarmi così facilmente!-

Ashuros rimase in silenzio per qualche secondo, sgranando poi gli occhi -Un ospite... creato da Libra-sama... io sono una forma di vita infondo...-

-Ah? Per caso la morte della biondina ti ha sconvolto talmente tanto che non capisci più le cose ovvie? Tu sei come un'anima dentro al mio corpo e quella maschera serviva solo per tenermi sigillato.- spiegò il ragazzo nel lato oscuro agitando una mano in aria.

Ashuros si morse di nuovo il labbro, ripensando all'ordine che gli era stato impartito da Libra-sama. Per un solo istante, rivide il volto di Nikki prima che i suoi occhi si spegnessero del tutto.

Scuotendo la testa, fissò con sguardo deciso la bilancia dorata davanti a lui, dopodiché si alzò in piedi.

Non sentendolo più parlare, il ragazzo sdraiato a terra sbadigliò -Ehi, per caso ti sei addormentato? Guarda che se non fai muovere questo corpo ci cattureranno di nuovo...-

Dopo qualche secondo, però, sentì uno strano rumore, come se qualcosa di pesante fosse stato sollevato dal pavimento, seguito da dei passi che si fermarono esattamente dietro di lui.

Lentamente, il moro si voltò, mostrando un volto uguale a quello di Ashuros, e sgranò gli occhi per lo shock nel vedere la sua controparte bianca in piedi a pochi centimetri dal muro che divideva i loro mondi, con lo spadone stretto nella mano destra.

L'albino alzò leggermente la lama, affinché potesse prenderla -Prendila-.

-Che stai facendo? Se me la fai prendere otterrò nuovamente il controllo su questo corpo e tu non potrai fare niente per impedirmelo.- osservò il ragazzo rimasto sdraiato a terra.

-Lo so ma non mi interessa, io abbandonerò comunque questo corpo... voglio che tu usi la mia anima per riportare in vita Nikki.- spiegò Ashuros con tono calmo ma deciso, facendo inarcare un sopracciglio all'altro -Ah? Sei forse impazzito? Perché mai dovrei aiutarti? Io non aiuto nessuno!-

-Lo so bene ma so anche che tu desideri vendicarti nei confronti di Ophiucus e immagino che tu voglia scatenarti un po'.- sussurrò Ashuros senza batter ciglio. Il moro si alzò in piedi lentamente, posizionandosi davanti a lui -Così facendo morirai e la tua anima non è una cosa naturale. Una volta dentro il corpo della biondina tu cesserai di esistere, lo sai vero?-

Ashuros annuì -Non ho alcun problema al riguardo. Sono pur sempre una forma di vita creata da Libra-sama per proteggere il nostro regno. Se così facendo potrò aiutarlo ancora, non ho motivo di esitare-.

Il moro fece spallucce, aprendo una mano -E va bene, tanto io ci guadagno solo-.

Ashuros spinse con forza lo spadone nella parte oscura e il suo braccio iniziò lentamente a dissolversi, venendo divorato dall'oscurità, finché non svanì completamente dal gomito in giù. Portandosi una mano sul moncherino, l'albino si voltò verso la bilancia, camminando verso quel piccolo oggetto -Ah, avresti due richieste...-

-Ora ti stai allargando decisamente troppo.- sibilò il ragazzo mentre diverse crepe bianche si formavano sul muro divisorio e l'oscurità iniziava a colare come petrolio nella parte bianca. Ashuros ridacchiò leggermente -Tanto so che farai come dico. Per prima cosa, non attaccare i miei compagni. Non ti dico di difenderli ma mi basta sapere che non li attaccherai-.

-Posso provarci... e la seconda?-

La quantità di oscurità ormai stava via via aumentando e Ashuros, che si era seduto di nuovo a terra nel suo solito posto, la avvertì alle sue spalle. Con un piccolo sorriso cancellò il suo nome dalla targhetta posta alla base della bilancia d'oro -Quando tutto questo sarà finito, potresti...?-

La sua controparte oscura ascoltò la sua richiesta e alla fine annuì svogliatamente -Mi stai dando più rogne che altro...-

Le crepe si fecero sempre più ampie fino a quando l'oscurità non straripò completamente come un fiume in piena dirigendosi velocemente verso Ashuros il quale semplicemente chiuse gli occhi -Ah ho sempre voluto chiedertelo... come ti chiami?-

Il moro ghignò avvicinandosi all'albino -Strano che tu non lo sappia, hai usato il mio nome per tutto questo tempo.- per poi alzare un braccio, preparandosi a trafiggere la schiena del ragazzo seduto davanti a lui.

-Oh... allora... grazie di tutto, Ashuros-.

Con un movimento secco, Ashuros trapassò il torace della sua controparte bianca. L'albino sorrise serenamente mentre il suo corpo si dissolse in polvere luminosa, lasciando solo una piccola sfera di luce eterea bianca.

-Bene, mettiamoci al lavoro allora... devo davvero sfogarmi!- urlò Ashuros prima che il mondo oscuro svanisse nel nulla, lasciando posto all'enorme sala sommersa dove il suo corpo non si era più mosso.

Isaiah osservò interdetto i capelli del suo compagno mentre diventavano neri come la pece e una densa aura oscura lo avvolgeva completamente, salvo poi dissiparsi dopo alcuni secondi. Quando Ashuros riaprì gli occhi, fissò Nikki con uno sguardo privo di emozioni aprendo la mano destra e mostrando al guardiano dell'Acquario una sfera di luce bianca.

Senza dir nulla, la posò sul petto di Nikki e la sfera venne assorbita all'istante dal suo corpo, richiudendo completamente la ferita nel torace e riassorbendo gran parte del sangue sul pavimento. Isaiah fissò la scena nel più completo silenzio e a momenti rischiò un infarto nel vedere la ragazza sgranare gli occhi sputando parecchio sangue, boccheggiando alla disperata ricerca d'aria.

-Nikki calmati! Va tutto bene! E' tutto finito!- urlò Isaiah tenendola per le spalle, cercando in qualche modo di tranquillizzarla. La bionda si guardò attorno con sguardo spaventato ma alla fine riuscì a calmarsi, facendo dei profondi respiri e tenendosi una mano sul petto.

-Che... che cosa è successo...?- domandò la guardiana cercando di controllare il respiro, tossendo ancora un po' di sangue.

-Ti sei connessa con Ashuros ma lui ti ha colpita con il suo spadone uccidendoti.- spiegò Isaiah lasciandola andare -Poco fa però lui ha avuto una piccola crisi e alla fine ha creato una piccola sfera di luce e... ti hai riportata in vita...-

Il tono alquanto incerto di Isaiah fece capire alla ragazza che neanche lui si aspettava una cosa simile. Nikki si voltò poi verso Ashuros, intento a raccogliere il suo spadone per sistemarselo sulla schiena.

-Ashuros...- sussurrò Nikki trattenendo le lacrime.

-Chiudi il becco.- tagliò corto il ragazzo sorprendendola -Non sono l'Ashuros che conosci. Lui è morto poco fa per riportare in vita te. Io sono Ashuros, il guardiano del Serpente e non ho nulla da spartire con voi, ora levatevi di mezzo.- e si avviò verso la porta dalla quale erano arrivati poco prima.

-Aspetta! Che significa che è morto?! Dove stai andando?!- urlò Nikki cercando di rialzarsi in piedi con l'aiuto di Isaiah.

-Lo capirai presto.- furono le uniche parole che Ashuros pronunciò prima di allontanarsi in silenzio, senza neanche voltarsi una volta.

Isaiah non seppe cosa dire. Non li aveva attaccati e aveva pure riportato in vita Nikki ma quell'aura oscura non era per nulla amichevole, anzi, sembrava quella dei vari peccati -Nikki... che cosa facciamo?-

-Io... io...- la ragazza era in preda ad una confusione totale. Ashuros l'aveva aiutata ma aveva anche detto di non essere quello che loro conoscevano. Che cosa diavolo era successo?

-Io non lo so... ma per adesso dobbiamo pensare alla nostra missione. Sono sicura che lui non ci farà del male...- disse infine, fissando il compagno che annuì -Bene, allora andiamo. La principessa Lucy potrebbe aver bisogno di aiuto.- e si girò insieme a Nikki, avviandosi verso l'interno del palazzo.

 

***

 

-Gluttony... maledetto bastardo traditore!-

Envy fissò l'ex-compagno con sguardo colmo d'odio, mentre l'espressione di quest'ultimo non accennava a cambiare. Imperturbabile come sempre, scatenando ancora di più l'ira si Envy.

Shoichi fece cenno ai due di restare indietro, consapevole che i poteri della donna davanti a loro, seppur limitati, erano ancora molto potenti.

-Non ho tradito, eseguo gli ordini-.

Dal suo punto di vista non stava facendo nulla di sbagliato. Ophiucus-sama gli aveva ordinato di custodire la prigioniera, fare in modo che restasse in vita, e così stava facendo. Per un attimo aveva avuto la sgradevole sensazione di averla persa, che nonostante avesse raggiunto i suoi compagni quelli non fossero stati in grado di proteggerla. Poi la sensazione era svanita, ed aveva potuto concentrarsi su Envy senza pensare ad altro.

-Ah si?! E dimmi, quali ordini ti impediscono di uccidere quei due?!- ed indicò Lance e Daisy alle spalle del biondo.

Gluttony scosse le spalle, come se non avesse alcuna importanza. -Non ho alcuna voglia di combattere. Se posso evitarlo è meglio-.

Una risata sommessa fuoriuscì rauca dalla gola della donna -Credevo fossi il peccato di Gola, non quello della Pigrizia.-

Envy fece per avvicinarsi, ma bastò che Shoichi colpisse il terreno col piede affinché una lunga crepa la costringesse ad arretrare. Nel punto in cui era il peccato dell'Invidia poco prima, uno sbuffo di roccia e polvere esplose all'improvviso dal terreno, creando una voragine di cui non si vedeva il fondo.

La ragazza sbuffò. Il potere di Gluttony era maledettamente fastidioso da contrastare, e altrettanto pericoloso. Avrebbe preferito non doversi scontrare con lui.

-Sta indietro.- ripeté Shoichi, serio come non lo aveva mai visto. Ma Envy non si lasciò spaventare.

Con il poco potere che le restava si concentrò per copiare il potere dell'ex-compagno, ed utilizzare la stessa tecnica che le era appena stata rivolta contro.

Contrariamente a quel che immaginava Shoichi, il colpo non era diretto a lui, bensì a Daisy che inerme ed impreparata rischiava di venire disintegrata in un solo istante. Lance fortunatamente aveva ottimi riflessi e, parandosi di fronte alla ragazza, creò una barriera psichica che li protesse entrambi.

Il colpo fu comunque molto intenso, tanto da far crepare la barriera e togliere il fiato a Lance.

“Che potere spaventoso...” pensò il ragazzo. L'aveva già capito durante il torneo, ma doverlo affrontare era tutto un altro paio di maniche.

Shoichi si scagliò contro Envy mentre questa imprecava contro il guardiano del Capricorno per aver fermato l'attacco, atterrandola con un potente pugno all'addome e mettendosi a cavalcioni su di lei, in modo da bloccarle un qualsiasi movimento.

-Resta giù. Te l'ho detto, se posso evitare di combattere è meglio.- ma sapeva che Envy non si sarebbe di certo fermata.

Gluttony sentì le mani ribollire e fece appena in tempo ad alzarsi che il corpo della ragazza fu ricoperto da una densa e fumante sostanza violacea dall'olezzo disgustoso. Shoichi si guardò le mani, scorticate e rosse, digrignando i denti. Il potere di Greed.

Si avvicinò ai due guardiani, mentre la risata sadica di Envy riempiva il salone con il suo stridulo tono.

-Fossi in voi me la darei a gambe. Quella ha appena copiato il potere di Greed-.

-I... il nanetto dai capelli lunghi?- chiese Arnold in allarme.

Gluttony annuì -Ora è un concentrato di veleno puro. Non posso più toccarla-.

Certo toccarla non era l'unico modo che aveva per infierire su di lei, evitando anche di farsi avvelenare, ma bloccarla restava comunque la migliore delle opzioni per fermarla senza doverla uccidere. Se fosse morta, per mano sua tra l'altro, Lust si sarebbe arrabbiata e l'ultima cosa che voleva era contrariarla e disubbidirle.

Lance si fece avanti, spingendo indietro il biondo e fissando determinato la ragazza davanti a lui. Ora era in piedi, con le braccia e le gambe avvolte in masse informi di veleno fumante, più pericolosa di quanto non fosse prima.

-Ci penso io a lei, voi due state indietro.- e senza aspettare una risposta si gettò contro l'avversaria.

Subito, l'Invidia mosse un braccio con tanta forza da far sì che alcune sfere di veleno a grande velocità si staccassero da esso, volando in direzione di Lance che, con grande abilità, riuscì a schivarne la maggior parte. Alcune gli lacerarono parti dei vestiti, mentre soltanto una riuscì a raggiungere la pelle, sulla quale si era subito andata a formare una bruciatura rossastra.

“Non è veleno.” capì allora “E' acido!”

Una seconda pioggia di acido minacciò di arrivargli addosso, ma stavolta fu più prudente e tentò il contrattacco. Con la mentre si concentrò, fermando a mezz'aria la caduta della pioggia d'acido e rispedendola dritta al mittente, che però sembrò non sortire alcun effetto.

L'unico segno evidente sembrava una grossa bruciatura sulla spalla, ove l'acido non andava a coprire la pelle, ma nonostante tutto sembrava che Envy non provasse dolore.

-Mira alle parti scoperte!- gli gridò Shoichi da dietro -Anche se sembra immune, in realtà copiare quella tecnica danneggia anche lei. Non ha il corpo di Greed, l'acido e il veleno...-

-CHIUDI IL BECCO GLUTTONY!- con una violenta onda d'urto Envy creò un grosso dragone fatto interamente di acido violaceo, scagliandolo a gran velocità contro Shoichi e Daisy.

La ragazza della Bilancia esercitò subito il suo potere dell'aria per tentare di fermare il drago. Una potente lama di vento divise in due l'essere, senza però arrestare la sua folle corsa verso di loro. Al contrario i draghi che miravano a loro erano diventati due.

Velocemente, Shoichi cercò di inventarsi qualcosa per sopravvivere a quella situazione e nel contempo fermare una volta per tutte Envy. Si rivolse quindi a Lance, sperando gli facesse guadagnare sufficiente tempo per pensare ad un piano.

-Cerca di frenare quei cosi per qualche minuto!-

Lance non capì cosa avesse in mente il peccato dai capelli biondi, ma obbedì. Si concentrò al massimo, sia lui che i draghi furono avvolti da una luce bluastra e pochi istanti dopo la corsa folle di quelle creature fu arrestata. Da dietro, Envy premeva per far procedere l'attacco spezzando il controllo che stava esercitando, ma il guardiano del Capricorno resistette. In ogni caso, Lance sapeva che non avrebbe retto per molto.

-Ehi signorina pupazzo.- chiamò Shoichi lanciando una rapida occhiata a Daisy -Anche tu puoi manipolare la gravità?-

-Certo che può! Anche se non è brava come Ashuros-san è pur sempre un membro della Casata della Bilancia!- rispose prontamente Arnold.

-Bene.- detto questo prese Daisy in braccio come fosse una principessa, talmente all'improvviso che alla ragazza servirono alcuni secondi per capire cosa fosse effettivamente accaduto. E quando lo realizzò, fu il panico.

Nel momento in cui Shoichi l'aveva presa in braccio il suo cuore aveva preso a tamburellarle furente nel petto ed era certa di essere talmente rossa ed accaldata da poter cuocere un uovo con la propria faccia. Il cervello si era alleggerito, e non riusciva a connettere nulla di quel che la circondava.

-Signorina pupazzo.- non seppe come ma riuscì a voltarsi verso il ragazzo per ascoltare ciò che aveva da dirle -Quando te lo dico, annulla la gravità attorno a noi e a tutte le rocce che vedi-.

-E... eh? O... ok va b... bene.- riuscì a sussurrare timidamente, senza l'ausilio di Arnold. Soltanto qualche secondo dopo si chiese a quali rocce si riferisse, ma non vi fu tempo per domande e chiarimenti.

Lance perse il controllo ed i due draghi tornarono alla carica, ma stavolta Shoichi sapeva cosa fare.

Batté con forza il piede a terra, ed il pavimento iniziò a crollare per diversi metri attorno a loro, frantumandosi in diverse rocce di svariate dimensioni. Quando il ragazzo le diede il segnale, Daisy fece in modo che loro e le rocce potessero fluttuare nell'aria.

-Ora tieniti forte-.

Iniziò a saltare da una roccia all'altra con incredibile agilità, mentre i due serpenti svicolavano tra le rocce volanti per raggiungere i due ragazzi.

“Si può sapere che state facendo?” il pensiero di Lance trapanò la mente dei due fuggiaschi, mentre alcuni blocchi di rocce venivano fusi dal fiato corrosivo dei due esseri.

Shoichi digrignò i denti. Un fastidioso particolare a cui non aveva badato.

“Non adesso. Piuttosto fa muovere queste rocce, devo arrivare sopra di lei.” gli rispose, evitando appena in tempo che un soffio d'acido li colpisse in pieno. Un urletto scappò dalle labbra di Daisy, che però cercò di trattenersi.

Nonostante gli fosse ancora poco chiaro il perché quel tipo li stesse aiutando, Lance non ci pensò due volte ad eseguire quanto gli era stato chiesto, perché in fondo sentiva che Daisy aveva ragione. Quel tipo non era affatto cattivo.

Lentamente, le rocce iniziarono a spostarsi verso Envy, che accortasi di tale movimento non ci pensò due volte a scagliare uno dei due draghi addosso a Lance. Qualunque cosa avessero in mente di fare non gli avrebbe permesso di trionfare.

Il guardiano del Capricorno iniziò a correre ed evitare gli attacchi del mostro. Fu colpito alcune volte, ma per fortuna non sembrava che il nemico avesse una buona mira. Forse non avrebbe dovuto pensarlo, probabilmente non avrebbe attirato su di sé le ire del karma maligno, che gli costarono una bruciatura più grave sul petto.

Cadde a terra ed urlò disperato, mentre sentiva l'acido bruciargli la pelle centimetro dopo centimetro. Sputò sangue tra le grida, mentre il potere svaniva e le rocce si fermavano, lasciando i due ragazzi in preda di un mostro inferocito.

-Lance-san!- gridò Daisy disperata.

-Non è il momento di preoccuparsi per lui-.

Shoichi aveva ragione. Erano fermi tra rocce fluttuanti, con un mostro spietato alle loro spalle che sembrava non voler dar loro alcuna tregua. La risata di Envy si fece sentire nell'aria e il ragazzo iniziava a temere il peggio.

Gluttony si abbassò giusto in tempo per evitare che il fiato corrosivo del mostro li bruciasse completamente, non riuscendo a salvare però alcune parti dei suoi vestiti e le punte del codino. Un secondo più tardi e avrebbe detto addio ai capelli.

Con la vista annebbiata, Lance volse uno sguardo verso i due compagni e l'immagine di Alexis, il momento in cui Ashuros gliel'aveva portata via si ripresentò prepotente nella sua mente. Strinse i pugni, ed una nuova forza si impadronì di lui.

Non un'altra volta, non avrebbe permesso che qualcun altro morisse davanti ai suoi occhi senza fare nulla. Qualche istante prima che una nuova ondata d'acido si abbattesse su di lui, Lance si diede una forte spinta con le braccia e si rialzò, per poi prendere un secondo slancio e sollevarsi da terra.

Urlò con tutta la forza che aveva nei polmoni, spingendo attraverso la telecinesi le rocce verso Envy, nel punto esatto in cui Shoichi gli aveva chiesto.

-ADESSO!- gridò, e i due non se lo fecero ripetere due volte.

-Aumenta la gravità sulle rocce! Ora!- urlò Shoichi e Daisy agì in un lampo.

Una tonnellata di pietre si scagliò con violenza sul peccato dell'Invidia e questa, ormai completamente preda della collera e non più in grado di ragionare con lucidità, non poté fare nulla per evitarle.

Fu travolta dai massi in caduta, ed un secondo dopo i mostri d'acido si dissolsero in una nuvola viola, il tutto giusto pochi attimi prima che uno di loro si avventasse sul corpo martoriato di Lance, ora di nuovo a terra. Stanco e spossato, ma vivo.

-Lance-san!-

Non appena anche Daisy e Shoichi furono nuovamente con i piedi per terra, la ragazza era corsa dal guardiano per accertarsi delle sue condizioni, e con sollievo constatò che nonostante le ferite se la sarebbe cavata.

Gluttony fissava il cumulo di rocce con occhi vitrei, quasi non vi fosse una sua ex-compagna sepolta sotto.

-Sei stato coraggioso a fare quello che hai fatto.- gli disse Arnold con inaspettata dolcezza, mentre Daisy sorrideva.

-Ha ragione, non tutti avrebbero eliminato una compagna per salvare il nemico. Ti ringrazio.- aggiunse Lance, tirandosi in piedi a fatica.

Shoichi scosse le spalle -Non ho eliminato Envy, se la caverà. Ha solo bisogno di calmarsi-.

In ogni caso, era certo che Lust l'avrebbe punito per aver aiutato due del gruppo dei guardiani piuttosto che uno di loro. Ma che poteva farci se quella sciocca di una sorella aveva deciso di rispuntare fuori proprio in quel momento? L'unica altra persona, dopo Lust, ad averlo accettato veramente. Non poteva voltarle le spalle.

Sbuffò -Accidenti, Lust si arrabbierà con me.- si passò una mano tra i capelli, disperato -E ho anche fame cavolo... può esserci nulla di peggio?- e a quell'ultima aggiunta Lance e Daisy risero.

Un movimento tra le rocce fece scattare Shoichi, ma troppo tardi si rese conto che Envy era riemersa dalla coltre di rocce. Coperta di sangue dalla testa ai piedi, ferita più o meno gravemente, ma ancora in piedi e con uno scintillio folle nello sguardo.

-Gluuuuttoooonyyyyyy!!!-

Stava sicuramente copiando il suo potere, lo sentiva dallo spostarsi dell'aria mentre il pugno di Envy si abbatteva su di lui. Non avrebbe fatto in tempo a spostarsi, sarebbe perito per mano del suo stesso potere.

Inaspettatamente, la ragazza non lo raggiunse con il colpo, bensì gli svenne tra le braccia, colpita alle spalle da una sostanza gelatinosa di colore giallo che Gluttony conosceva bene.

-Giù le mani da ciò che è mio, piccola stronza-.

E alzando lo sguardo, Shoichi lo vide.

Ferito e dolorante avanzava arrancando verso di loro, con la mano tesa e ricoperta di quella stessa gelatina che aveva messo k.o. Envy. I capelli più corti e lo sguardo frustrato come non lo aveva mai visto, ma nel complesso, era sempre il solito vecchio Greed.

E per la prima volta probabilmente, Gluttony fu felice di vederlo arrivare.

 

***

 

L'aria era bollente e le pareti di marmo erano ad un passo dallo sciogliersi a causa del calore, mentre violente fiamme scarlatte e nere divoravano il pavimento e i mobili di quella stanza dove due ragazzi stavano combattendo da diversi minuti.

Nessuno dei due sembrava infastidito dalle condizioni della stanza, così come non sembravano affetti dall'incredibile calore che loro stessi avevano generato con i loro attacchi di fuoco.

Sul corpo di Yato erano visibili dei graffi circondati da un alone viola che andava via via svanendo, mentre Aaron aveva dei profondi tagli sulle braccia e sul petto ma tutte le ferite erano perfettamente cauterizzate.

Il silenzio che regnava tra i due avversari venne rotto dal sottoposto di Ophiucus -Sai, quelle tue fiammelle luccicanti sono davvero una rottura, continuano a contrastare il mio veleno.- e, ridacchiando, aggiunse -Senza di esse non saresti durato un secondo!-

-Non è colpa mia se tu non sai combattere senza il tuo veleno.- ribatté Yato senza batter ciglio -Non a caso sei il più debole dei peccati capitali-.

Una grossa vena iniziò a pulsare sulla fronte di Aaron che menando una sferzata in alto con la sua frusta, sibilò -Lurido rifiuto... io sono il migliore! Il più forte di tutti i peccati! Neanche voi guardiani potete sperare di superarmi!- e, con un movimento rapidissimo del braccio, meno un'altra sferzata mirando all'avversario ma, anziché colpire lui, colpì il terreno davanti ai piedi di Yato.

Il guardiano del Leone abbassò lo sguardo e fece appena in tempo a balzare indietro prima che, dal punto colpito da Aaron, scaturisse una grossa esplosione di fiamme oscure. Prima ancora che Yato potesse rimettersi in posizione difensiva, Aaron iniziò a menare una lunga serie di sferzate con la sua frusta e, se non feriva l'avversario colpendolo direttamente, generava quelle esplosioni dal pavimento dove colpiva, costringendo il guardiano del Leone a spostarsi di continuo.

-Ehi perché continui a scappare? Adesso hai paura delle mie fiamme?- urlò Aaron menando delle sferzate ancora più veloci fino a quando Yato non recise la punta della frusta con la sua katana di fuoco ma il peccato della Superbia si limitò a ghignare e la sua arma si rigenerò all'istante. Nella mano sinistra creò una sfera di fuoco oscuro e la scagliò addosso all'avversario che annullò l'attacco con una sfera di luce, generando un rapido flash che illuminò completamente la stanza come in pieno giorno.

Aaron digrignò leggermente i denti ma, malgrado la vista leggermente annebbiata dal flash, riuscì a sentire Yato correre verso di lui e, inarcando la schiena all'indietro, riuscì ad evitare un fendente laterale del guardiano del Leone, colpendolo subito dopo con un calcio al costato che lo scagliò a diversi metri di distanza.

Yato riuscì ad atterrare in piedi conficcando la sua katana nel terreno per fermarsi del tutto. Subito dopo saltò in alto e scagliò la sua arma verso il nemico, mirando alla testa, ma Aaron inclinò il busto verso destra, evitando al pelo la lama incandescente. Rivolgendo un ghigno vittorioso a Yato, il peccato della Superbia non fece in tempo a proferir parola che la katana esplose con violenza, investendolo con tutta la potenza dell'esplosione, causandogli delle brutte ustioni sulla schiena che gli fecero digrignare i denti per il dolore.

L'onda d'urto dell'esplosione lo aveva scagliato in avanti ma, notando Yato avanzare verso di lui, Aaron mise una mano a terra e, usando il braccio come perno, ruotò sul suo asse rilasciando completamente la sua frusta che colpì il guardiano del Leone diverse volte sul braccio sinistro a causa dell'alta velocità di rotazione.

Yato cercò di evitare altri colpi abbassandosi ma così la sua mobilità era notevolmente ridotta ed Aaron ne approfittò subito piegando la spalla e menando un violento colpo dall'alto che non si limitò a 'graffiare' Aaron sul petto, bensì gli aprì un profondo taglio che venne però cauterizzato dalle fiamme del guardiano del Leone, contrastando così il veleno dell'arma.

Senza esitare, Yato ricreò la sua katana nella mano destra e, dopo averla conficcata nel pavimento, menò un violento fendente del basso che generò una grossa lama di fiamme la quale tagliò il terreno come se fosse burro.

Aaron si gettò di lato per evitarla, scagliando nel mentre delle sfere di fuoco nero con la mano sinistra ma una grossa colonna di fiamme e luce avvolse completamente l'avversario, proteggendolo dai suoi attacchi.

Il peccato della Superbia non sembrò gradire la cosa e, dopo aver accumulato parecchio magico nelle braccia, poggiò entrambe le mani a terra, generando due colonne di fiamme più piccole ai lati di Yato. Le due colonne di fiamme oscure iniziarono poi a muoversi a spirale, circondando quella dell'avversario, iniziando lentamente ad annullarla.

Lo spadaccino se ne accorse subito e, concentrandosi, ingigantì all'improvviso la sua colonna di fuoco, dissolvendo le altre due, per poi annullare la sua, generando una forte ondata d'aria calda che scompigliò leggermente i capelli ad Aaron.

-Tsk, sembra quasi che tu non stia facendo sul serio.- la buttò lì il peccato della Superbia, poggiando le mani sui fianchi mentre un sinistro luccichio risplendeva nei suoi occhi gialli simili a quelli di un serpente.

-Strano, credevo che voi serpenti foste tutti bravi solo a parlare, invece sai anche pensare.- disse Yato senza batter ciglio, riuscendo a provocarlo all'istante.

Aaron si avvolse completamente nelle sue fiamme oscure e si scagliò addosso al suo avversario che lo attese con la katana pronta a colpire. Non appena gli fu abbastanza vicino cercò di afferrarlo per la faccia distendendo il braccio sinistro in avanti ma ovviamente Yato non si fece neanche toccare e, facendo un passo indietro, cercò di tagliargli la mano menando un fendente dal basso con la sola rotazione del polso.

Tuttavia, non appena vide la lama muoversi, il peccato della Superbia mostrò un ghigno soddisfatto e, sorprendendo Yato, afferrò la katana con entrambe le mani avvolte dalle sue fiamme, non curandosi del calore e dei piccoli spuntoni che spuntavano dalla lama di Yato. Due profondi tagli si aprirono nei palmi del ragazzo ma Aaron riuscì comunque a ricoprire l'arma con le sue fiamme e, balzando indietro all'ultimo, la fece esplodere in una gigantesca sfera di fiamme nere che scaraventò Yato contro una parete.

Il guardiano del Leone cadde a terra pesantemente stordito dall'esplosione e della botta ricevuta ma riuscì comunque a rialzarsi, avvertendo poi una fitta di dolore alla mano destra. Guardando all'istante il punto in cui il dolore era più forte, assottigliò lo sguardo nel vedere il palmo completamente squarciato con delle pesanti ustioni che si estendevano fino al gomito.

La pelle era quasi del tutto nera a causa delle fiamme ma per lo meno era riuscito a ridurre il danno dell'esplosione ricoprendosi con le sue fiamme all'ultimo secondo. Vi era un solo problema.

Non sentiva più il braccio destro.

Poteva benissimo piegare le dita formando un pugno ma dalla spalla in giù non sentiva più niente, era come se non avesse un braccio attaccato al corpo e la cosa non prometteva nulla di buono.

“Che sia a causa del veleno...? In teoria il mio potere avrebbe dovuto annullare l'effetto di tutte le tossine.” pensò Yato spostando lo sguardo su Aaron che non aveva ancora smesso di ghignare “Forse l'esplosione è stata più potente del previsto”.

-Ti vedo turbato... per caso la mia tecnica ti ha fatto troppo male?- domandò Aaron iniziando a menare sferzate in aria con la sua frusta -Dovrei ringraziarti per avermi fatto vedere quella tecnica con la tua katana, ora posso farla anche io, solo che quando la faccio io risulta più potente!-

Yato inarcò leggermente un sopracciglio ricreando la sua Arma Celeste nella mano destra, assicurandosi di stringere per bene l'impugnatura. Non poteva permettersi di perderla durante uno scambio di colpi ma non poteva neanche combattere con la mano sinistra, dato che non era per niente abile a combattere con quella mano o per lo meno non come lo era con la destra.

Dopo un attimo di studio, Yato scattò in avanti preparandosi a colpire l'avversario con un affondo ma Aaron era pronto ad accoglierlo e, prima che potesse avvicinarsi troppo, iniziò a menare dei rapidissimi colpi di frusta mirando alle gambe del guardiano in modo tale da rallentarlo del tutto.

Yato fu quindi costretto a correre a zig-zag per evitare la maggior parte dei colpi ma Aaron cambiò tipologia di attacchi, menando ampie spazzate laterali. Il guardiano del Leone alzò la spada per proteggersi dall'attacco in arrivo ma, non appena la frusta ebbe toccata la lama della katana, esplose in una violenta esplosione di fiamme oscure, scaraventando a terra Yato.

-Cos'è, non mi hai sentito? Le tue tecniche sono anche le mie solo che le mie sono più potenti!- urlò Aaron scoppiando poi a ridere mentre la punta della sua frusta ricresceva senza problemi, riprendendo poi a menare rapidi colpi ai danni di Yato che si ritrovò chiuso in difesa, continuando a saltare da una parte all'altra, scagliando delle sfere di fuoco di tanto in tanto per cercare di colpire l'avversario ma senza successo.

Aaron stava pian piano prendendo gusto nel continuare a martoriare il corpo di Yato senza mai ucciderlo. Adorava torturare le sue prede e quella, per lui, era un delle prede migliori di sempre. Già il fatto che Yato fosse un guardiano lo rendevano una vittima perfetta ma era anche uno spirito stellare del fuoco proprio come Aaron e torturare ed uccidere uno che si credeva migliore di lui era una delle cose migliori che gli fossero mai capitate.

Con un movimento del braccio riuscì a dare un particolare effetto alla sua arma, riuscendo ad avvolgerla intorno alla caviglia destra dell'avversario. Prima che Yato potesse reciderla, Aaron diede un forte strattone sollevandolo di peso per poi ruotare su sé stesso facendogli scavare un solco nella parete, la quale si danneggiò gravemente, scaraventandolo poi dall'altra parte della stanza.

-Ehi ehi ehi! Cosa ti succede? Hai già finito le energie?- urlò Aaron per poi scagliare una moltitudine di sfere di fuoco nel punto in cui aveva scagliato Yato, generando delle esplosioni sempre più grandi, facendo crollare l'enorme parete su sé stessa. In mezzo all'enorme nuvola di polvere e fumo venutasi a creare si accese una piccola fiammella arancione e, un istante dopo, un gigantesco cono di fiamme scaturì da essa.

Aaron fece appena in tempo a creare un muro di fiamme nere davanti a sé ma la potenza dell'attacco nemico fu tale da spazzare completamente via la sua difesa e centrarlo in pieno, bruciandogli parte dei vestiti e procurandogli delle orribili ustioni su tutto il corpo.

Il peccato della Superbia rimase a terra urlando per il dolore contorcendosi a causa delle ferite nel disperato tentativo di alleviare il dolore ma purtroppo per lui il bruciore non accennò a diminuire e fu costretto a ricoprirsi con le sue stesse fiamme per trovare un po' di sollievo.

-Vedi di non scherzare troppo.- sussurrò Yato camminando fuori dal polverone con diversi tagli e lividi sul proprio corpo ma con un sguardo stranamente impassibile -Perché scherzando col fuoco rischi solo di bruciarti-.

-Tu... maledetto...- sibilò Aaron rialzandosi lentamente per poi sgranare gli occhi nel ritrovarsi Yato a pochi centimetri di distanza. Il guardiano del Leone, malgrado le ferite e il braccio ridotto male, riuscì a menare un rapidissimo fendente con la sua katana, aprendo un taglio perfettamente verticale sul petto di Aaron che andava dal bacino fino alla clavicola destra, facendo schizzare parecchio sangue bollente verso l'alto.

Malgrado il dolore, però, Aaron contrattaccò all'istante con un affondo della mano sinistra avvolta dalle sue fiamme, trafiggendo il nemico nel ventre ma solo con le dita dato che Yato ebbe i riflessi pronti per afferrargli il polso con la mano libera prima che andasse troppo in profondità.

Dopo qualche secondo di stallo, i due avversari fecero un ampio balzo all'indietro, finendo entrambi in ginocchio e con il fiatone. Yato si sostenne con la sua arma conficcandole nel terreno mentre Aaron rimase con la testa inclinata verso l'alto, cercando di riprendere fiato.

I secondi passarono lentamente e, nello stesso preciso istante, entrambi si avvolsero in potenti fiamme che iniziarono a fondere il pavimento, aumentando esponenzialmente la temperatura all'interno della stanza ma nessuno dei due parve rendersi conto della cosa.

Aaron dissolse la sua frusta e scattò in avanti a piena velocità generando due enormi serpenti di fiamme nere dalle braccia. I due grossi animali strisciarono rapidamente verso Yato ma questi scagliò la sua katana orizzontalmente facendola roteare in modo tale da tagliarli entrambi con un solo passaggio. I due serpenti si dissolsero subito dopo essere stati tagliati ma Aaron evitò la lama saltando in alto.

Yato fece nuovamente esplodere la sua arma ma le fiamme nere che avvolgevano Aaron furono più che sufficienti per proteggerlo dall'impatto e il peccato della Superbia fu davanti all'avversario in pochi istanti, menando un violento gancio destro che il guardiano del Leone parò alzando il braccio sinistro. Al contatto dei loro corpi, un'esplosione di fiamme nere e arancioni si generò all'istante, senza tuttavia ferirli gravemente e, quando Yato tentò di colpirlo con un pugno dal basso, Aaron alzò il ginocchio sinistro per bloccarlo, generando un'altra esplosione.

Essendo rimasto su una gamba sola, Aaron fu sbalzato all'indietro ma, a mezz'aria, creò la sua frusta nella mano destra e menò una rapidissima sferzata, avvolgendola intorno al braccio sinistro di Yato che però questa volta puntò le gambe a terra e, anziché essere strattonato, riuscì a tirare l'avversario a sé, creando la sua fidata katana nella mano destra.

Senza pensarci, Yato tentò un affondo per concludere l'incontro ma Aaron aprì la mano sinistra, facendola trapassare dalla lama del guardiano, e quando fu vicina alla guardia, l'afferrò con tutte le dita, deviando l'arma verso l'esterno giusto in tempo.

Ora entrambi avevano le braccia bloccate e ciò portò i due sfidanti a tirarsi una violenta testata che generò un'esplosione ancora più forte. I due rimasero leggermente storditi dal colpo ma Aaron fu il primo a riprendersi e, aprendo la bocca, mostrò dei denti affilati ricoperti di fiamme con la quale azzannò Yato alla base del collo, facendogli digrignare i denti per il dolore.

L'allievo di Leo chiuse all'istante gli occhi e, concentrandosi, rese rovente il suo stesso sangue, facendo scaturire delle fiamme dalle sue ferite, ustionando la lingua ad Aaron che lo lasciò andare all'istante urlando per il dolore. Yato approfittò della situazione per tirargli una violenta ginocchiata nel petto ma non appena lo colpì, Aaron generò una sfera di fiamme nere dalla bocca, colpendolo a distanza zero.

L'esplosione che ne derivò scagliò i due avversari in direzione opposte, facendoli rimbalzare più volte sul terreno. Quell'improvvisa esplosione aveva aggravato la situazione dei loro corpi a causa delle loro Armi Celesti. Yato, infatti, era stato liberato dalla frusta di Aaron ma ora il suo braccio sinistro era ricoperto di profondi tagli e stava perdendo molto sangue mentre il suo avversario aveva la mano sinistra tagliata in due da metà del palmo fino in mezzo all'anulare e il dito medio.

Aaron fissò l'avversario con astio, cercando di rialzarsi ma il suo corpo aveva subito troppi danni e non gli rispondeva al meglio. Strinse i denti arrivando quasi a creparli e, urlando a pieni polmoni, riuscì a rimettersi in piedi, barcollando sul posto come un ubriaco ma senza cadere a terra.

-Finiamola... qui...- si poteva distintamente percepire la stanchezza nella sua voce ma anche la rabbia che lo faceva reggere in piedi e il rancore che provava per Yato. Ogni volta che parlava la sua lingua gli mandava delle fitte di dolore lungo tutto il corpo ma a lui non importava affatto, così alzò un braccio verso l'alto, facendo un respiro profondo -Antica costellazione del Serpente!- il suo corpo venne avvolto da fiamme ancora più oscure del solito -Ascolta le mie parole e accogli il mio desiderio! A lungo il mio peccato ti ha servito e fino alla fine dei tempi ti servirà. Concedimi il potere per sconfiggere questi esseri inferiori il cui giudizio è stato oscurato dalla Superbia, mio peccato capitale. Fa che io possa servire al meglio il mio padrone e dammi il potere per spazzare via i nemici che tanto intensamente bramano di perire per mano nostra!-

Come con tutti i suoi compagni peccati che avevano attinto ai loro veri poteri, le stesse della costellazione del Serpente brillarono più intensamente e da ognuna di esse scaturì un raggio di energia che confluì nelle fiamme di Aaron rendendole completamente nere con dei riflessi viola. In mezzo a quell'enorme quantità di potere oscuro, due bagliori dorati si accesero e la voce di Aaron si udì nell'aria -Andiamo, inutile insetto! Affrontami al massimo della tua potenza così potrò sconfiggerti una volta per tutte e dimostrarti che io sono il migliore!-

Yato lo fissò in silenzio, alzandosi a fatica con l'aiuto della sua arma. La vista iniziava ad annebbiarsi e ormai entrambe le braccia erano prossime a diventare inutili perciò doveva fare come gli era stato detto e usare tutto il potere di cui era provvisto. Lentamente, tese il braccio armato verso l'alto, puntando la lama della sua katana verso le stelle -Antica costellazione del Leone!- e delle potenti fiamme avvolsero completamente il suo corpo facendo brillare i suoi occhi così come i suoi capelli che parvero diventare fiamme vere e proprie.

-La luce delle tue stelle ci ha sempre indicato la via da seguire e le tue fiamme ci hanno protetto dall'oscurità che tanto a lungo ha cercato di privarci della vita! Come tuo guardiano, ti imploro di concedermi il potere per poter continuare a proteggere ciò che più mi è caro e per far sì che il nostro Regno non cada mai nelle mani dell'oscurità! Lascia che il mio spirito bruci più del Sole e guidami con la tua luce lungo questo arduo cammino!-

Le stelle della costellazione del Leone brillarono di un'intensa luce bianca e diversi raggi di luce confluirono nella katana di Yato prima che tutte le sue fiamme iniziassero a risplendere più del normale, diventando bianche come la luce più pura.

Il ragazzo chiuse lentamente gli occhi concentrandosi mentre Aaron rimase ad osservarlo con sguardo impaziente e ostile, stringendo la presa sull'impugnatura della sua frusta. Quando Yato li riaprì, alle sue spalle si formò un enorme leone di fiamme bianche che ruggì all'istante, facendo tremare l'enorme sala.

Aaron non batté ciglio e dietro di lui le sue fiamme nere diedero vita ad un gigantesco serpente dagli occhi rossi che sibilò minacciosamente verso Yato e il leone, iniziando ad avanzare lentamente verso di loro mentre il peccato rimase fermo ad osservare.

Yato non fu da meno e mandò avanti il suo animale che ringhiò all'indirizzo del serpente. Quando furono a pochi metri di distanza, il leone balzò in avanti per schiacciare il serpente con le sue zampe inferiori ma l'animale oscuro si mosse rapidamente verso destra ed evitò l'attacco, avvolgendo poi il torace dell'animale.

Il leone ringhiò ancora più forte e, girando la testa, riuscì ad azzannare il corpo del serpente, disperdendo nell'aria fiamme bianche e nere. L'enorme rettile parve quasi ruggire per il dolore ma alla fine affondò a sua volta i denti nel corpo dell'animale di Yato, disperdendo altre fiamme.

I due esseri continuarono a dilaniarsi con denti, artigli e codate e alla fine esplosero entrambi creando una violenta onda d'urto bollente che fu seguita all'istante da Aaron e Yato, i quali si erano gettati l'uno contro l'altro a piena velocità, menando entrambi un pugno.

Quando i due colpi si scontrarono, il terreno sotto di loro si crepò pesantemente e dalle crepe venutesi a formare scaturirono fiamme sempre più potenti ma nessuno dei due parve rendersi conto della cosa e continuarono a combattere senza curarsi di niente.

Aaron puntò nuovamente sulla sua frusta con cui menò delle sferzate più veloci e potenti di prima ma Yato deviò tutti i colpi con la sua katana, tentando a sua volta di ferire l'avversario. Dopo diversi colpi andati a vuoto, il peccato della Superbia lasciò andare la sua arma e passò ad un combattimento ad armi nude, riuscendo a colpire Yato con dei violenti pugni al costato che gli fecero sputare parecchio sangue ma di contro, il guardiano del Leone riuscì a trafiggergli la spalla sinistra con la sua katana.

Prima che potesse tagliargli via il braccio, Yato venne colpito da una sfera di fuoco nero in pieno petto venendo scagliato all'indietro ed Aaron gettò via la katana lanciandosi poi nuovamente addosso all'avversario che, malgrado avesse un potere enorme, non poteva permettersi di sprecare quei pochi secondi per ricreare l'arma nella sua mano così iniziò a sua volta a combattere a mani nude, riuscendo a rivaleggiare con la velocità di Aaron.

Con un'improvvisa gomitata dall'alto, Yato fece indietreggiare il nemico ma venne colpito da un colpo al fianco che gli spezzò il fiato, impedendogli di continuare la serie di attacchi. Poggiando una mano a terra, il ragazzo creò una serie di colonne di fuoco intorno ad Aaron ma questi non si fece colpire e, accumulando potere nelle sue mani, colpì con violenza il terreno generando un'esplosione di fiamme oscure che dissipò le altre fiamme.

Si accorse tuttavia troppo tardi dell'avanzata di Yato che lo colpì con un pugno infuocato in pieno volto, spaccandogli il naso. Il peccato della Superbia venne scagliato contro la parete alle sue spalle ma si riprese quasi all'istante, evitando al pelo un calcio laterale di Yato. Aaron fece un rapido scatto in avanti riuscendo ad afferrare il nemico per la gola e, dopo averlo sollevato, lo schiantò con violenza nel terreno, facendogli sputare altro sangue.

Aaron alzò quindi un pugno per colpirlo nuovamente ma le fiamme di Yato brillarono all'improvviso più intensamente che mai, riuscendo ad accecarlo momentaneamente. Il sottoposto di Ophiucus indietreggiò imprecando contro quella maledetta luce e Yato ne approfittò all'istante per creare una sfera di fiamme che scagliò contro l'avversario, colpendolo in pieno.

Contro ogni previsione però, dalle fiamme bianche spuntò proprio Aaron che, con un solo occhio aperto, menò un colpo di taglio con la mano destra, aprendo un profondo taglio in diagonale sul petto di Yato che indietreggiò di qualche passo.

I due avversari si scambiarono un'ultima occhiata prima di accumulare tutto il loro potere magico nei loro corpi.

-Sembra che di questo passo non ne usciremo mai.- disse Yato con sguardo perfettamente calmo -E' ora di chiudere la questione e sarà l'attacco del mio maestro a sconfiggerti del tutto.- e piegò leggermente le gambe, puntando il pugno destro verso l'alto e poggiando quello sinistro contro il gomito destro.

Aaron si abbandonò ad una grassa risata aumentando la grandezza delle sue fiamme -Oh sì, quell'attacco che mi hai mostrato nella terza prova! Niente di meglio per dimostrarti chi è il migliore tra di noi!- e assunse una posa simile a quella di Yato, puntando però verso l'alto il pugno sinistro.

Entrambi gli avversari si chiusero in un intenso silenzio accumulando tutto il potere che gli era rimasto. La concentrazione richiesta per quel colpo era molto alta e Yato lo sapeva bene viste tutte le volte che Leo-sama glielo aveva spiegato mentre per Aaron era invece una questione di puro e semplice potere, voleva solo dimostrare di essere il migliore sconfiggendolo con una tecnica uguale.

Yato portò lentamente il pugno destro all'indietro mentre una testa di leone di fiamme bianche si formava intorno alla sua mano -Regulus...!-

Aaron non fu da meno e, mentre portava il braccio sinistro indietro, una testa di serpente fatta di fiamme nere si creava intorno al suo pugno -Deadly...!-

I due avversari si fissarono per un solo istante prima di urlare all'unisono -Impact!!!- e scagliare in avanti i loro attacchi che assunsero la forma delle teste delle loro costellazioni. Entrambi gli attacchi erano decisamente più potenti rispetto a quando li avevano usati nella terza prova del torneo e la scossa sismica che derivò dal loro impatto era una chiara prova di ciò.

-Te lo dissi quel giorno e te lo dirò ancora adesso! Qualunque cosa tu faccia, io la posso fare meglio!- urlò Aaron scoppiando poi a ridere mentre il suo raggio di energia oscura avanzava inesorabilmente dissipando quello di Yato che tuttavia mantenne il suo sguardo freddo e distaccato.

-Ed è proprio per questo che tu non potrai mai battermi.- disse il guardiano del Leone confondendo leggermente il suo avversario. In pochi istanti, le fiamme bianche di Yato crebbero di intensità e il suo raggio si fece improvvisamente più potente -Questo attacco è stato creato dai membri del Leone e Leo-sama in persona lo ha insegnato a me! In questo attacco è racchiusa tutta la luce della nostra costellazione e una persona come te che è completamente pervasa dall'oscurità non potrebbe mai sperare di apprenderla né tanto meno copiarla!-

Aaron sgranò gli occhi incredulo nel vedere il suo attacco venire come assorbito da quello di Yato che assomigliava sempre di più alla testa di un enorme leone.

-I... io sono il più forte! Non posso perdere contro qualcuno debole come te!- urlò a pieni polmoni mentre il suo attacco veniva completamente annullato e il leone apriva le sue fauci per inghiottirlo -Io sono il più forte!!!-

L'attacco di Yato lo inglobò completamente con le sue fiamme di luce e, in mezzo alle urla di dolore di Aaron, il suo corpo venne ridotto ad uno scheletro carbonizzato nel giro di pochi istanti, diventando polvere al contatto con il terreno.

Yato osservò la scena in completo silenzio mentre le sue fiamme tornavano ad essere arancioni come al solito. Dopo un profondo respiro, diede le spalle al punto in cui era morto Aaron e si avviò verso l'uscita della sala per tornare a cercare Leo-sama e tutti gli altri.

Prima di uscire si fermò un istante e chiuse gli occhi “Il tuo spirito ora potrà riposare in pace, Zenas.” e se ne andò senza mai voltarsi.

 

***

 

Un potente ruggito si udì lungo i corridoi del castello quando un grosso drago marino uscì da un portale azzurro, cercando all'istante di schiacciare Minerva con una zampata ma la donna svanì nel nulla all'istante grazie al suo potere, riapparendo sopra la testa della creatura.

-Mi dispiace mostriciattolo, ma non sei di mio gradimento.- sibilò la donna con un ghigno per poi assorbire l'intero drago in una strana sostanza multicolore. Nel giro di una manciata di secondi, la creatura svanì completamente nel nulla, lasciando Hitomi e Nami senza difese per l'ennesima volta.

-Questa donna è davvero un problema.- sussurrò l'allieva alla maestra, che concordò con lei.

-Per tanto tempo, Minerva è stata la tutrice delle principesse. Non avrei mai pensato che nascondesse un simile potere.- ammise Hitomi volgendo il volto verso il punto in cui avvertiva l'avversaria.

Dalla morte della regina Layla, Minerva era stata forse l'unica figura materna che le principesse avessero mai avuto. Le volevano bene, e se pensava a quello che la donna aveva fatto loro nonostante tutto il tempo passato insieme, Hitomi sentiva una grande rabbia crescerle dentro.

-Come hai potuto farlo, Minerva?- chiese infatti la guardiana.

Lust restò in silenzio per diversi istanti, prima di aprirsi in un ghigno malevolo che Hitomi poté soltanto percepire, e che fece rabbrividire Nami di terrore. Quella donna era spaventosa.

-Farei qualunque cosa per il bene di Ophiucus-sama, non importa quanto riprovevole potrà sembrare, io non tradirò mai la fiducia del mio signore-.

Detto questo mosse la mano e pronunciò alcune parole in un lingua che Nami non comprese, ma che la sua maestra conosceva. Hitomi era rimasta attonita.

Quella era una lingua talmente antica che non esisteva più nessuno spirito in grado di conoscerla, forse soltanto il vecchio Crux ne aveva ancora memoria. Com'era possibile quindi che Minerva la conoscesse?

-Yagdo Rigora!-

Alcune sfere dalla consistenza viscosa, simili a quella che poco prima aveva fatto sparire la creatura di Hitomi, si formarono attorno alle due ragazze dei Pesci, che guardinghe cercarono di tenersi a debita distanza.

Veloce, la guardiana evocò una creatura molto simile ad una tartaruga, con la particolare caratteristica di possedere ben due teste. Aveva la pelle squamosa, di un color verde pallido, e camminava su due zampe, con il guscio presente soltanto sulla parte superiore della schiena.

-Tortoise's Shield!-

L'essere si attorcigliò attorno alle due ragazze e le protesse col proprio scudo, un secondo prima che le sfere esplodessero in successione. Il mostro scomparve una volta che le sfere furono esplose tutto, mostrando le due ragazze ancora in piedi, inermi.

Contrariamente a quel che potevano credere, Minerva sorrise -Coraggio, divertiamoci-.

Atterrò, e con uno scatto fu faccia a faccia con le due. Caricò il palmo con una delle stesse sfere esplosive e la premette sullo stomaco di Nami, che fu scagliata a diversi metri di distanza. Questa si rialzò con fatica, ammaccata dalla caduta e dal colpo subito. La maglia aveva un grosso buco nel punto in cui era stata colpita, e la pelle sotto era arrossata come se fosse stata bruciata.

Dopo aver colpito l'allieva, tentò di far cadere Hitomi con un calcio all'indietro, che fece sì arretrare la guardiana, ma non la colse alla sprovvista. Fu infatti capace di pararsi almeno in parte e restare in piedi.

Minerva ghignò -Per essere cieca, hai davvero buoni riflessi, Hitomi-.

Al che anche la ragazza sorrise -Anche tu non sei per nulla male-.

Lust fu abbastanza veloce da teletrasportarsi indietro qualche istante prima che una lucertola coperta di lava di avventasse su di lei. In compenso il bordo inferiore del vestito si era leggermente bruciato.

Nami affiancò la maestra assieme alla creatura appena evocata, preoccupata che le avesse fatto qualcosa. Ma Hitomi sorrise e la tranquillizzò, chiedendole anche come stesse. L'allieva minimizzò il tutto e sorrise, anche se in realtà il punto colpito bruciava da morire.

Minerva avvertiva le flebili presenze dei compagni peccati, e si disse che doveva assolutamente sbrigarsi a concludere quell'inutile scontro prima che fosse tardi. Se quei dannati mocciosi avessero vinto, tutti i piani di Ophiucus-sama sarebbero falliti.

-Mi farebbe piacere restare a giocare con voi più a lungo, ma non ne ho il tempo.- si concentrò, mentre l'energia oscura della sua magia l'avvolgeva da capo a piedi -Ora fatemi il piacere di sparire per sempre!-

Lentamente, avviluppando fra loro le dita delle mani, Lust creò una speciale bolla attorno alle due ragazze. Era trasparente e, inizialmente, anche discretamente grande, ma man mano che la donna avvicinava fra loro le mani, questa si restringeva sempre di più attorno ad allieva e maestra. Era chiaramente intenzionata a stritolarle restringendo lo spazio attorno a loro, e se il primo piano falliva, poteva sperare che morissero soffocate.

Hitomi reagì prontamente. Richiamando a se una grande quantità di energia, fece comparire davanti a loro un essere dal corpo tondo e coperto di spine appuntite. Aveva quattro zampe palmate, simili a quelle delle rane, ed una cresta di peli neri che gli crescevano sulla testa come capelli. Gli occhi erano simili a quelli delle capre, la pelle era viscida e all'apparenza ricoperta da una sostanza lucida e viscosa.

-Poison Frog!- gridò la guardiana sorridendo. Distese il braccio, e con un gesto ordinò all'animale di mettersi davanti a loro ed agire -Poison fa esplodere quella bolla!-

La creatura non se lo fece ripetere due volte. Trattenne il fiato ed iniziò a gonfiarsi a dismisura, cozzando con la sfera di Minerva ed ingaggiando una lotta di resistenza con essa.

Alla fine, anche grazie all'aiuto delle spine sul dorso, la creatura di Hitomi ebbe la meglio.

Lust rimase sorpresa, non credeva esistesse qualcosa in grado di opporre resistenza alla sua magia dello spazio, ma dovette riprendersi alla svelta per evitare che Nami ed il suo grifone del vento la colpissero alle spalle. Non l'aveva nemmeno visto evocarlo, era stata fin troppo veloce.

Riuscì a teletrasportarsi giusto prima di venire colpita in pieno dalle lame di vento dell'animale, ma non poté evitare che alcune la ferissero ad un braccio.

Dolorante e sanguinante, si concesse giusto un secondo prima che la lucertola infuocata dell'allieva scagliasse contro di lei una potente palla infuocata nel punto in cui era appena apparsa. Si teletrasportò di nuovo, e ancora l'orribile rana di Hitomi le si scagliò contro non appena riapparve in un altro punto.

Era una strategia furba la loro, che non dava tempo a Minerva di riprendere fiato e concentrarsi per contrattaccare alle loro mosse. Lust si morse a sangue il labbro inferiore, mentre per l'ennesima volta si teletrasportava per evitare l'attacco della rana spinata. Doveva trovare un modo per fermarle, altrimenti se la sarebbe vista davvero brutta e avrebbe rimediato soltanto una sconfitta. E la sconfitta, nei piani del suo signore, non era assolutamente prevista.

Quando alcune lame di vento le lacerarono gravemente la schiena, Lust agì. Si fece avvolgere dalla sostanza viscosa e colorata per l'ennesima volta, ed Hitomi era già pronta a dare il segnale al proprio animale di colpirla con un ondata di fango acido, così da metterla fuori gioco una volta per tutte.

Percependo il bagliore che precedeva la comparsa della donna, la guardiana diede l'ordine all'animale di mirare e colpire nel quel punto esatto in cui la nemica stava per materializzarsi, già pregustando la vittoria della lotta senza aver subito particolari danno.

Sentì il boato del fango che andava a colpire il corpo della donna, seguito da un grido che la fece raggelare sul posto. Quella non era la voce della sua avversaria.

-NAMI!- si fece portare dalla propria creature al fianco dell'allieva, stesa a terra e scossa da fremiti di dolore.

-M... maestra...- sussurrò cercando di rassicurarla, ma quando provò a sorridere, tutto ciò che le uscì fu una smorfia soffocata.

L'acido era andato a colpirle la gamba, per fortuna evitando qualsiasi parte che avrebbe potuto portarla alla morte, ma ugualmente non avrebbe potuto camminare per un po'.

La risata di Minerva le riscosse. Con sommo orrore di Nami, la donna se ne stava seduta sul suo grifone, nel punto in cui poco prima vi era lei. Le aveva giocate per bene.

-Non avreste dovuto sottovalutarmi così-.

Il grido della creatura simile ad una rana e della lucertola di fuoco attirarono l'attenzione di Hitomi, che cercò di richiamare il compagno animale per capire cosa stesse succedendo.

-Poison? Poison!-

-Inutile chiamarlo, quella specie di rospo troppo cresciuto è sparito, e la lucertola con lui-.

Lust sentì il grifone iniziare ad agitarsi sotto di lei, e con uno schiocco di dita fece sì che anche l'uccellaccio sparisse dalla sua vista. Mentre tornava a terra una fitta alla schiena le ricordò quello che le due ragazzine le avevano fatto, e la voglia di torturarle si fece sempre più forte.

-Voi marmocchie avete esagerato...- sussurrò malevola -E ora la pagherete cara!-

Alzò il braccio verso il cielo, richiamando a se tutto il potere di cui la costellazione del Serpente poteva disporre. Non avrebbe fallito, a qualunque costo.

-Antica costellazione del Serpente! Ascolta le mie parole e accogli il mio desiderio! A lungo il mio peccato ti ha servito e fino alla fine dei tempi ti servirà. Concedimi il potere per sconfiggere questi esseri inferiori, il cui corpo è stato indebolito dalla Lussuria, mio peccato capitale. Fa che io possa servire al meglio il mio padrone, e dammi il potere per spazzare via i nemici che tanto intensamente bramano di perire per mano nostra!-

Stavolta più che mai, le stelle della costellazione del Serpente brillarono più che mai, avvolgendo Minerva con la propria luce e dandole un aspetto nuovo, quasi demoniaco. Sogghignando, puntò la sua mano verso Nami, iniziando a farle mancare l'aria dai polmoni.

Sentendo l'annaspare convulsivo dell'allieva, anche senza lo sguardo Hitomi poté percepire che qualcosa non andava, che Minerva stava lentamente uccidendo la giovane, e che lei, una guardiana, non stava facendo nulla per impedirlo.

-Smettila Minerva! Che le stai facendo?!-

La donna rise, senza smettere di comprimere lo spazio attorno al viso della ragazza -Non ci arrivi? La sto lentamente soffocando, tra le braccia della sua adorata maestra che non potrà fare nulla per salvarla-.

Hitomi digrignò i denti, ingoiò rumorosamente la saliva e pensò. Cosa poteva fare per aiutare Nami? La risposta la sapeva, ma avrebbe preferito evitare di dover ricorrere a quell'evocazione.

“Se voglio salvarla non ho altra scelta...” prese il ciondolo che portava al collo, a cui vi era legata una perla blu grande come il palmo della sua mano. Non avrebbe mai più voluto usare quel potere, era pericoloso e poteva costarle molta magia, ma era rimasta la sua unica speranza.

Prima di utilizzarlo però doveva fare un'ultima evocazione.

-Nami, resisti solo un altro po'...- sperava soltanto di fare in tempo.

Si concentrò al massimo, l'aria fluttuava attorno alla guardiana, mentre un'aura blu l'avvolgeva da capo a piedi. I capelli si muovevano da soli, come se un forte vento li spingesse verso l'alto, liberi ed incontrollati.

-Sea's Queen: Dragon Siren!-

Un portale celeste alto il doppio di Hitomi si aprì, e la creatura che ne scaturì fu capace perfino di far tremare la nuova versione di Lust, che sbarrò gli occhi per la sorpresa.

Era una creatura particolare, dai lunghi capelli rossi e gli occhi completamente verdi perlati. La pelle era anch'essa verde, chiara e lucida, con il busto superiore che ricordava vagamente una figura femminile. Le dita delle mani erano palmate, mentre dalla vita in giù il corpo era composto da una lunga coda sirenica blu, con squame brillanti e dalle sfumature più belle, lo stesso colore che avevano le possenti ma piccole ali che crescevano sulla schiena. Era una creatura meravigliosa, ma allo stesso modo possente e spaventosa.

-Sei davvero convinta, Hitomi?- la creatura parlò, consapevole che se la ragazza l'aveva evocata in quel momento, mentre stringeva a se la perla, significava soltanto una cosa.

La guardiana annuì sorridendo, senza alcun dubbio ad offuscarle la mente. Prese un profondo respiro, gridando con tutta la forza che aveva in corpo.

-Antica costellazione dei Pesci!- e per utilizzare al meglio quel potere, l'aiuto delle stelle era fondamentale -Costellazione dei legami, tu che da sempre ti affidi all'aiuto delle grandi creature io ti invoco! Concedimi la forza di ereditare quel potere, dammi il coraggio di non esitare e di perseverare, illumina il mio cammino ed i miei occhi, in modo che possa sconfiggere l'oscurità nel nome dei tuoi sacri legami!-

Dalla casata dei Pesci, le stelle della costellazione brillarono, ma stavolta non fu Hitomi colei ad essere irradiata dalla loro luce, bensì la perla blu che stringeva tra le mani. Questa brillò così intensamente che la stanza si tinse di azzurro per svariati istanti, quelli che servirono alla sfera per levitare ed incastonarsi esattamente sulla fronte di Hitomi.

Poi, fu il corpo della ragazza a brillare, così intensamente che Minerva e Nami dovettero coprirsi gli occhi per non restarne accecate. Ed in quel frangente, la concentrazione della donna venne meno, liberando così la giovane allieva dal terribile incantesimo.

Quando la luce si affievolì, al posto di Hitomi vi era la stessa creatura simile ad una sirena che avevano visto poco prima. Della guardiana sembrava non esservi più alcuna traccia.

-M... maestra...?- provò a chiamare Nami, incerta, mentre la creatura si girò appena verso di lei.

Nami sbarrò gli occhi e dischiuse sconvolta le labbra. Sembrava la stessa identica sirena che la sua maestra aveva evocato poco prima, ma era bastato vederle il volto per capire che non era affatto così.

Ora gli occhi erano completamente bianchi, e sulla fronte spiccava incastonata una pietra azzurra simile a quella che poco prima Hitomi teneva stretta tra le mani. Quando la creatura sorrise, Nami non ebbe più alcun dubbio.

-M... maestra, sei proprio tu?-

La creatura annuì appena verso di lei, accennando a quello che somigliava ad un sorriso.

-Questo è il potere di un guardiano, ed ora proverai cosa significa sfidare la volontà della casata dei Pesci.- proruppe solenne rivolta a Minerva, che sembrava improvvisamente intimorita dalla figura di Hitomi.

Calmò il tremore e ghignò, mentre soltanto una goccia nervosa le scese lungo la fronte -Non perderò-.

E lo scontro fra le due ebbe inizio.

Grazie alla sua nuova forma, nonostante gli occhi restassero dello stesso colore, ora Hitomi poteva vedere, diventando mille volte più pericolosa di quanto non potesse essere prima. Ma Lust non era da meno.

Caricava le sue sfere esplosive ad una velocità impressionante, cercando di accerchiare Hitomi ed impedirle così di sfuggire alle esplosioni. Ma la guardiana era veloce.

Sollevando la mano e concentrando la propria energia, Hitomi creò una lama d'acqua lucente e affilata -Water Blade!-

Spezzò le sfere che la circondavano, per poi lanciarsi verso Lust a spada sguainata e tentare di ferirla. Quando la donna si teletrasportò per evitare la spada, di certo non si aspettava che la lama della guardiana le ferisse l'addome senza nemmeno lasciarle il tempo di capire cosa fosse successo.

Lust crollò a terra per il dolore, fissando gli occhi rabbiosi sulla figura di Hitomi davanti a lei.

-C... come hai f... fatto?-

Si passò una mano vicino agli occhi, un sorriso triste accompagnava le sue parole -Di solito non vedo altro che buio, ma quando sono in questa forma, non c'è nulla che non possa vedere-.

Minerva digrignò i denti. Iniziò a teletrasportarsi da un punto all'altro, sperando così di poter mettere distanza tra lei e la guardiana sirena.

Hitomi sembrava non volerle dare tregua. Se la donna tentava di scappare, la ragazza le era subito dietro, riuscendo più volte a colpirla sia seriamente che lievemente, e quando era Lust a cercare di colpirla, comparendole alle spalle e cercando di comprimere lo spazio abbastanza da creare un'esplosione che la danneggiasse, Hitomi reagiva prontamente bloccandole più tentativi di attaccare. Qualche colpo era andato a segno, bruciandole la pelle squamosa in alcuni punti ma senza ferirla gravemente.

La guardiana dei Pesci stava letteralmente dominando l'incontro, sotto gli occhi ammirati della sua allieva.

-Vai così maestra! Sei grande!-

Lust non poteva crederci. Lei, una tra i più potenti peccati, sottomessa da una maledetta ragazzina cieca. Non poteva accettarlo, non lo avrebbe mai accettato.

L'aura nera attorno a Minerva crebbe. Improvvisamente, parte del viso fu ricoperto da un indefinibile strato di sostanza nera, lo stesso che le avvolse il braccio, equipaggiandola con lunghi ed affilati artigli neri.

-Non perderò!- si lanciò su Hitomi ancora una volta, mentre questa si preparava ad accoglierla a spada sguainata.

Gli artigli cozzarono con la lama più e più volte, in una situazione che poteva sembrare stabile all'apparenza, ma che pendeva totalmente a favore della guardiana.

-Finiamola con questo gioco.- con una stoccata, Hitomi costrinse la donna ad arretrare e dissolse la spada d'acqua.

Lasciò che l'aura dell'acqua l'avvolgesse, espandendosi e diventando sempre più intensa. Attorno a Hitomi si condensarono cinque braccia d'acqua che si concludevano in punte affilate, quasi si fosse ghiacciata senza però perdere la sua elasticità.

Con un movimento della mano mosse una delle braccia che veloce si andò a conficcare nell'arto destro di Minerva. Quest'ultima cadde a terra e gridò, mentre il sangue schizzava copioso fuori dalla ferita e dalla bocca della donna.

Altro movimento, altro attacco, e continuò così fino a che quattro delle braccia non ebbero bloccato a terra gli arti di Lust, che agonizzante non aveva potuto fare nulla per prevedere quella mossa.

Mancava solo un ultimo braccio, che mirava dritto al cuore della donna per mettere finalmente fine a quello scontro.

-Di solito non sono una persona spietata.- proferì Hitomi grave -Ma tu hai osato far del male alle principesse e al regno intero, non potrò mai perdonarti per questo Minerva. Addio-.

E con un ultimo movimento, ogni cosa ebbe fine.

 

***

 

Greed si lasciò cadere a terra sfinito, mentre con sguardo indagatore passava lo sguardo da Shoichi ai due nemici. Il solo sguardo bastò per far capire che voleva spiegazioni.

-Envy voleva uccidere la prigioniera, io l'ho fermata. Loro erano qui per salvarla.- minimizzò il peccato della Gola con una scrollata di spalle.

Il ragazzino aggrottò la fronte, ma non indagò oltre. Al momento tutto ciò che gli interessava era potersi riprendere dalla pesante batosta che quelle due gemelle gli avevano inferto. Era frustrato ed irato, quasi il peccato di Wrath si fosse improvvisamente trasferito a lui.

Fissava Lance e Daisy conversare con Gluttony come se fossero amici, ed il pensiero di cercare la vendetta attraverso di loro iniziò ad instaurarsi maligno nella sua mente.

Se non sbagliava, quel ragazzo era particolarmente legato alle guardiane dei Gemelli, forse se fosse riuscito a prenderlo e tenerlo tutto per sé, avrebbe causato più dolore a quelle due che non uccidendo qualcuno dei loro amici.

Un ghigno sadico gli si formò sulle labbra. Ormai ne restava soltanto una da far soffrire.

Era certo che quella ragazzina fosse già abbastanza disperata per la perdita della gemella, quindi perché non portarle via anche l'unico appiglio che le restava?

Il ghigno si espanse. Non poteva agire in quel momento, Gluttony l'avrebbe fermato e non voleva scontrarsi con l'unico dei suoi compagni di cui gli importava, ma prima o poi se ne sarebbe andato per cercare quella strega di Lust. E allora avrebbe agito.

Non dovette attendere molto, e di questo fu grato. Vide gli occhi solitamente spenti di Gluttony dilatarsi per la sorpresa, mentre il corpo aveva preso a fremere convulsivamente. Pochi istanti dopo Greed capì il perché di quel mutamento.

-Lust è in pericolo...- lo sussurrò appena, ma Daisy e Lance erano abbastanza vicini da udirlo.

Timorosa, la ragazza si fece avanti, nascondendo appena il viso dietro il fidato Arnold.

-C... come?- sussurrò attraverso il pupazzo, e quando Shoichi la guardò sentì un brivido correrle lungo la schiena.

Non l'aveva mai visto così arrabbiato prima.

-Devo andare, Lust mi aspetta-.

Trasmetteva un senso di paura mista a rabbia, un'emozione che fu capace di scuotere nel profondo l'empatico guardiano del Capricorno. Non avrebbe mai detto che una persona all'apparenza tanto pigra ed indifferente ad ogni cosa potesse provare emozioni tanto forti.

Fu un attimo, e Lance si ricordò che la persona che aveva davanti, che li aveva aiutati a scampare da morte certa era uno dei nemici. Uno di coloro che avevano conquistato il loro mondo, un complice degli assassini di Vanres, Zenas e Alexis. La sua piccola Alexis. Strinse i pugni lungo i fianchi e tentò invano di calmare il sangue che veloce gli saliva fin al cervello, annebbiando di nuovo il suo giudizio.

Non di nuovo, non ci sarebbe ricaduto una seconda volta.

Tentò di sorridere, accennando col capo un moto di assenso.

-Grazie per tutto-.

Gli tese la mano, che Shoichi fissò perplesso per qualche secondo, prima di stringerla a sua volta e accennare a quello che poteva apparire come un mezzo sorriso.

Daisy quasi si mise a piangere. Non voleva vedere Shoichi come un nemico, lui li aveva aiutati!

Quando lo vide girarsi per andarsene agì d'istinto, afferrandogli un braccio e costringendolo a girarsi.

-Resta assieme a noi!- gridò determinata, senza nemmeno utilizzare Arnold, lasciato cadere a terra poco distante.

Quella sua reazione sorprese non poco Lance, che ad occhi spalancati fissava la ragazza non voler mollare la presa sul braccio del biondo. Poi sorrise. Era cresciuta Daisy, e non poteva che essere felice di quel cambiamento lento ma costante che l'aveva resa una persona sicura ed affidabile.

Shoichi ritirò il braccio, allontanandosi di un passo dalla ragazza e fissandola intensamente. Tutto si sarebbe aspettato, meno che gli venisse proposto di schierarsi dalla parte del nemico. In ogni caso, vi era soltanto una risposta adatta a quelle circostanze.

-Lust mi aspetta-.

-Ma...!- provò a ribattere Daisy, ma Shoichi le tappò la bocca con un dolcetto che aveva velocemente estratto dalla tasca.

Le carezzò il capo con qualche lieve colpetto e le diede le spalle, accennando ad un saluto con la mano. In pochi secondi sparì alla vista della ragazza e del guardiano.

Lance si avvicinò ad una Daisy sconsolata, che però non piangeva. Semplicemente sembrava triste.

-Ha fatto la sua scelta, non potevi obbligarlo a seguirci.- le disse per consolarla -Anche noi dobbiamo andare, gli altri ci stanno aspettando-.

La ragazza annuì con un sospiro, prima di girarsi e seguire Lance in direzione dell'uscita, entrambi dimenticandosi che Shoichi non era l'unico peccato presente in quella stanza. Fu un grave errore.

Forse se avessero prestato più attenzione a ciò che li circondava, avrebbero avvertito l'intensa aura malefica che andava via via crescendo, covando un'ira sempre più profonda e nociva. Che alla fine esplose.

Impregnando la propria mano con il più potente fra i suoi veleni, Greed si scagliò su Daisy talmente alla svelta che Lance fece fatica a seguire ciò che successe in seguito.

Vide la ragazza appesa al muro, sofferente, con la mano del ragazzino che premeva sulla sua gola e la contaminava con quel denso liquido blu che gli ricopriva l'arto. Daisy arrancava in cerca d'aria, mentre il ghigno con cui il peccato la fissava era sempre più sadico e minaccioso.

-Tu, razza di lurida puttanella...- sussurrò acido -Come ti permetti di fare simili proposte a Gluttony?! LUI È MIO!- e premette sulla gola con più forza.

Lance dal canto suo era rimasto paralizzato dalla velocità con cui gli eventi si erano susseguiti. Appena la sua mente ebbe realizzato ciò che stava accadendo, si gettò subito verso Greed per salvare la compagna, venendo brutalmente respinto da un'ondata di veleno che lo paralizzò a terra.

-A te penserò dopo. Ora devo farla pagare a questa maledetta...- rafforzò la presa, mentre il viso di Daisy diventava sempre più cianotico -Nessuno può avere Gluttony chiaro? Lui è una mia proprietà! Anche quella bastarda di Lust lo capirà presto, lui è il mio giocattolo!-

Lance fissava la scena steso a terra sotto un'ingente quantità di veleno che lentamente lo stava intossicando. Probabilmente sarebbe morto di lì a poco, mentre il controllo sul corpo veniva via via scemando, dovendo assistere alla tortura di Daisy senza poter fare nulla.

Un senso di estrema impotenza gli risalì lungo lo stomaco. Quante volte avrebbe ancora dovuto assistere ad una scena simile? Quanti compagni doveva ancora perdere a causa della sua debolezza?

“Maestro... Alexis... vi prego...” una sensazione di calore gli invase all'improvviso il petto, mentre il corpo tornava lentamente a rispondere ai suoi comandi “Datemi la forza di proteggere ciò che per me è importante!”

Una luce intensa scaturì dal ciondolo d'ambra che portava al collo, per poi avvolgere l'intero corpo di Lance. Emerse con un grido dall'ammasso di veleno, preda di una forza nuova e sconosciuta che aveva cancellato in lui dubbi e stanchezza. Si sentiva nuovamente carico e pronto a proteggere i suoi amici e il suo regno.

-Antica costellazione del Capricorno!- gridò alzando un braccio al cielo -Tu che custodisci la saggezza del mondo, ti prego, accogli la mia richiesta! L'oscurità minaccia il nostro pacifico mondo, privando della vita chiunque osi mettersi sul suo cammino. Per i compagni che ho perso, per la vite che posso ancora salvare, io ti invoco! Dona al tuo guardiano il potere di sconfiggere il male, lascia che la luce della conoscenza illumini il mio cammino!-

Le stelle che formavano la costellazione del Capricorno splendettero intensamente, andando ad irradiare con i loro raggi il corpo di Lance, donandogli quel potere che gli serviva per poter vincere l'oscurità.

Greed intanto aveva spostato leggermente lo sguardo sul guardiano per osservare ciò che stava facendo, e quando lo vide lasciò andare la presa dal collo di un'ormai inerme Daisy. Aveva dilatato leggermente gli occhi, consapevole di quel che stava per accadere.

Aveva già affrontato un guardiano irradiato dal potere delle stelle, e non era finita certo bene. Inoltre adesso era debole, troppo, non avrebbe potuto utilizzare il suoi poteri per difendersi.

Nonostante tutto digrignò i denti e decise di non tirarsi indietro. Avrebbe lottato e avrebbe ucciso quei due insetti, per se stesso e per Ophiucus-sama.

In un lampo, Lance fu davanti a Greed. Questi balzò leggermente indietro, ma non fu sufficiente a sfuggire alla presa del guardiano sulla propria testa.

Vi fu un bagliore intenso che per un attimo gli annebbiò la vista, e quando svanì, il ragazzino poté giurare di aver visto l'inferno.

Sentì il corpo bruciare, eppure non vi era una sola fiamma a dimostrare che stesse effettivamente andando a fuoco. Eppure lui lo sentiva, stava ardendo come mai gli era capitato prima, ed era una sensazione straziante.

Scansò Lance con un colpo e si gettò a terra per cercare di spegnere quella dolorosa sensazione che lo stava dilaniando dall'interno. All'improvviso si affievolì senza un apparente motivo.

Lentamente, come e fosse circondato da un mare d'acqua, il bruciore si affievolì fino a scomparire, sostituito presto dall'orripilante sensazione di star soffocando.

Proprio come quando la forza dell'acqua ti trascina in profondità, a Greed sembrava di star annegando in un acqua che però non c'era. Tentava di trattenere il fiato, arrancando disperatamente in cerca d'aria.

E all'improvviso fu di nuovo in grado di respirare. Se avesse saputo ciò che lo aspettava però, avrebbe di gran lunga preferito annegare in quell'istante.

Cinque belve feroci l'avevano circondato. Da dove erano arrivate e perché ce l'avessero con lui non lo sapeva.

Era evidente che fossero affamate, e che lo spuntino fosse lui. Tentò di usare il suo potere ma fu come se non avesse più alcuna magia, come se all'improvviso si fosse trasformato in un umano debole ed impotente.

Provò allora a correre, ma dal nulla alcune catene l'avevano inchiodato a terra, impedendogli ogni possibilità di fuga. Era spacciato ormai.

-Questa è la punizione...- Lance comparve all'improvviso affianco alle belve fameliche, pronte ad assaltare la loro preda in qualunque momento -Chiunque osi far del male ai miei amici, non merita che l'inferno-.

Greed lo fissò ad occhi sbarrati e nonostante la situazione, tutto ciò che provò fu una rabbia intensa.

-B... BASTARD...!-

Quando Lance schioccò le dita, le cinque cinque belve si avventarono sul corpo di Greed, che ululò straziante il suo dolore.

Gli staccarono le braccia, poi le gambe, un lago di sangue si formò tutto intorno al peccato dall'aspetto infantile, ancora vivo e conscio del dolore che stava provando. Sentì una delle belve squartargli lo stomaco, un dolore indescrivibile, non vi erano abbastanza parole per definire ciò che stava provando. E nonostante tutto era ancora vivo.

L'ultima cosa che vide furono le fauci di una delle belve avanzare verso la sua testa, ed allora sorrise sollevato. Finalmente quell'inferno sarebbe finito. La belva chiuse i suoi denti attorno al collo del ragazzo, mordendo con forza, e finalmente sopraggiunse il nulla.

Con un sospiro, Lance staccò la mano dal volto di Greed, che cadde a terra con un tonfo.

La luce che avvolgeva il guardiano andava via via scemando, mentre fissava il corpo del nemico con occhi vuoti. Un capogiro quasi lo fece crollare a terra, ma raccolse le proprie energie quel che bastava per muovere alcuni passi e raggiungere il corpo immobile di Daisy.

La tirò su leggermente, fissando con orrore il viso cianotico ed il segno della mano di Greed attorno al suo collo.

-Ohi Daisy!- provò a chiamarla, scuotendola leggermente -Andiamo Daisy, svegliati!-

Non poteva pensare di aver fallito di nuovo, di aver perso un altro dei suoi compagni a causa della sua debolezza. Una lacrima solitaria gli solcò il volto, fino a cadere su quello pallido della ragazza.

Lance abbassò lo sguardo, maledicendo se stesso e la sua incapacità. Se solo avesse agito prima, se soltanto avesse avuto il coraggio e la forza di invocare prima il potere delle stelle... forse avrebbe potuto salvarla.

Era un fallimento completo. Come guardiano e come uomo.

-L... Lance-san...-

La flebile voce di Daisy lo scosse. Alzò velocemente il capo e puntò lo sguardo sulla ragazza che gli sorrideva, stanca e provata, ma viva.

Istintivamente sorrise anche lui -Mi hai fatto prendere un colpo accidenti!- singhiozzò ridendo, senza mai lasciarla andare.

Daisy sorrise, prima di tornare seria e preoccupata -Greed?- chiese, tossendo alcune volte.

-Ehi piano.- le disse Lance, rispondendole pacato e tranquillo -Ho manipolato la sua mente e diciamo che gli ho fatto esperienze poco piacevoli. Dubito si sveglierà tanto presto, per un po' non dovremmo preoccuparci di lui-.

Adesso avevano altro a cui pensare. Entrambi erano entrati a contatto con il potente veleno di Greed, Daisy più di lui, aveva bisogno di cure immediate, e l'unica che poteva dargliele era Ayumi. Dovevano andare a cercare lei e gli altri, ovunque fossero.

-Dobbiamo andare da Lucy-sama, sperando che Ayumi sia già da lei. Hai bisogno di cure.- disse Lance guardandosi attorno. Con fatica si caricò la ragazza sulle spalle e, una volta assicuratosi che non cadesse, si diresse verso la porta opposta a quella da cui erano arrivati. Raccolse anche Arnold e lo diede alla ragazza, che sussurrando un flebile “grazie” sorridendogli.

Infine se ne andarono, lasciandosi alle spalle la sala distrutta ed i corpi ormai inermi di Envy e Greed.

 

***

 

Hitomi era sicura che dopo quell'ultimo attacco, tutto sarebbe andato per il meglio. Lei e Nami avrebbero potuto ricongiungersi con i loro compagni e fermare una volta per tutte Ophiucus, riportando la pace nel loro mondo e tornando a vivere la vita più o meno normalmente.

Forse un giorno avrebbe ripensato a quel suo gesto e se ne sarebbe pentita, pensando che avrebbe potuto trovare una soluzione alternativa per fermare Minerva, ma avrebbe continuato a vivere serenamente al fianco dei suoi compagni e della sua allieva.

Non avrebbe mai pensato che l'attacco decisivo a Lust sarebbe stato invece il suo ultimo attacco.

Ci mise qualche secondo a comprendere quel che era successo, a visualizzare la figura di Gluttony frapposta fra lei e la donna, che la fissava furente con il braccio disteso verso di lei, a realizzare che una delle sue braccia, non una di quelle d'acqua sfortunatamente, era stata completamente distrutto.

Con un urlo disumano Hitomi cadde a terra, batteva disperata la coda a terra e gridava, mentre le lacrime sgorgavano copiosamente dagli occhi. I polmoni bruciavano, e l'aria si faceva sempre più rada e irrespirabile.

-MAESTRA!- Nami tentò di avvicinarsi al corpo di Hitomi, senza però riuscire ancora a muovere le gambe come voleva. Le lacrime premevano per uscire, ma le trattenne.

Le braccia d'acqua erano svanite nel momento in cui la ragazza era caduta a terra, liberando così Lust dalla loro morsa.

-G... Gluttony...- sussurrò Minerva, attirando l'attenzione del ragazzo. Quando si girò quasi ebbe paura dello sguardo iroso che risplendeva negli occhi rossi del compagno che lei stessa aveva cresciuto. Non l'aveva mai visto così arrabbiato.

-Stai bene Lust?- le chiese, tornando a fissare il corpo di Hitomi che ancora in forma sirenica si contorceva dal dolore.

Non l'avrebbe perdonata. Chiunque avesse osato far del male a Lust non avrebbe visto l'alba del nuovo giorno.

-Antica costellazione del Serpente.- sussurrò grave, ma abbastanza perché la donna lo sentisse.

-G... Gluttony f... fermo...- ma era ormai troppo tardi.

-Ascolta le mie parole e accogli il mio desiderio! A lungo il mio peccato ti ha servito e fino alla fine dei tempi ti servirà. Concedimi il potere per sconfiggere questi esseri inferiori, il cui corpo è stato indebolito dalla Gola, mio peccato capitale. Fa che io possa servire al meglio il mio padrone, e dammi il potere per spazzare via i nemici che tanto intensamente bramano di perire per mano nostra!-

E per l'ennesima volta, la costellazione del Serpente brillò, concedendo al suo araldo il potere di abbattere i suoi nemici.

Si avvicinò lentamente al corpo contorto di Hitomi, che non poté fare nulla per difendersi da quel che stava arrivando.

-F... fermo!- provò a gridare Nami, arrancando per raggiungere la sua maestra. La vista ormai annebbiata dalle lacrime.

-Non perdonerò mai chiunque osi toccare Lust. Ed ora sparisci.- le toccò leggermente la coda, senza colpirla né staccarla. Essa iniziò pian piano a dissolversi in polvere, dalla punta risaliva lenta verso l'alto, senza però uccidere istantaneamente la guardiana.

Poi voltò lo sguardo verso Nami e fece per avvicinarsi, quando la voce di Lust lo bloccò.

-Ophiucus-sama ha bisogno di noi.- e bastò per farlo desistere.

Tornò verso Lust e la prese fra le braccia, sollevandola ed iniziando ad allontanarsi -Mi spiace non essere arrivato prima.- le disse, prima di sparire dalla vista delle due ragazze.

Una luce azzurra avvolse la figura di Hitomi, che tornò nella sua forma umana nell'istante in cui Nami la raggiunse. La sfera blu rotolò vicino all'allieva, che non vi badò. Ciò che le importava ora era salvare la sua maestra, anche se non sapeva cosa poteva fare.

Anche se Hitomi era tornata normale, il suo corpo continuava gradualmente a trasformarsi in polvere, ormai era già sparita fino al ginocchio, era solo questione di secondi prima che anche il resto del corpo svanisse.

Ma non poteva ancora morire, c'era un'ultima cosa che doveva fare.

-N... Nami...-

-Non parlare maestra! Ora ti porto da Ayumi-san e...-

Ma Hitomi la zittì, aveva poco tempo ormai. Con fatica afferrò la sfera e la mise nelle mani dell'allieva, recitando le stesse parole che Zenas pronunciò in punto di morte.

-Nami... per il potere... conferitomi da Pisces-sama... io... ti nomino... m... mia erede e... nuova guardiana... della c... casata dei P... Pesci. Giuri di proteggere... servire... e non tradire... mai la... c... casata?-

E Nami capì cosa stesse facendo. Scosse il capo e rifiutò, tentando di ridare la pietra alla maestra. Non voleva accettarlo.

-No! Tu te la caverai, non permetterò che...!-

-Nami... ti prego, non ho... più tempo...-

Amaramente e con le lacrime agli occhi, la ragazza annuì -Lo giuro.- disse, senza più riuscire a placare le lacrime.

Hitomi sorrise e le carezzò la guancia, chiuse gli occhi e sospirò -Sei stata una... buona allieva... addio...- detto questo sparì, completamente in una nuvola di polvere, lasciando sola la sua allieva, piegata in due ove poco prima vi era lei, a piangere disperata la morte della maestra.

 

***
 

Violente scosse sismiche e potenti esplosioni avevano fatto tremare più e più volte l'intero palazzo, danneggiandolo anche in punti lontani dagli scontri e mettendo in allerta tutte le guardie che avevano iniziato a correre da una parte all'altra, alla ricerca dei loro comandanti.

Una dozzina di esse girò un angolo iniziando a correre lungo un corridoio finché non videro una figura camminare verso di loro. All'inizio gli uomini parvero sospettosi ma poi riconobbero l'enorme spadone sulla schiena del ragazzo vestito di nero che si stava avvicinando a loro.

-Ashuros-sama!- urlò uno di loro correndogli incontro insieme ai suoi compagni -Che cosa sta succedendo?!-

Il moro non lo degnò di una risposta, portando una mano sull'impugnatura più vicina del suo spadone. Le guardie impallidirono leggermente e, prima che potessero reagire, Ashuros le decapitò una ad una con incredibile velocità, senza rallentare la sua andatura, per poi rimettersi l'arma sulla schiena.

-Tsk, che branco di idioti.- sibilò il ragazzo concentrandosi poi sull'ambiente circostante. Girò sicuro di sé un angolo e continuò a camminare lungo quel corridoio per un po', finché non si ritrovò vicino ad un muro distrutto così come la sala dietro ad esso.

Il ragazzo si sporse leggermente e vide che l'intero pavimento era stato distrutto. Socchiudendo gli occhi, notò una figura sdraiata su un pezzo di muro nella stanza sottostante e, senza esitare, saltò giù, atterrando a pochi metri da quella figura.

-Sloth.- salutò il ragazzo con voce neutra.

L'uomo aprì leggermente gli occhi -Ashuros... cosa ci fai... qui?-

-Credo che tu già lo sappia.- ripose il moro estraendo nuovamente il suo spadone per poi lanciare una rapida occhiata al cadavere di Emmalin. Sbuffò annoiato "Tsk, sono arrivato tardi... oh beh, non è colpa mia se è morta".

-Hai deciso di... tradire Ophiucus-sama... di nuovo?- domandò allora Sloth mettendosi a sedere con incredibile lentezza.

-Una cosa del genere.- tagliò corto Ashuros -Diciamo che mi limiterò a far fuori te ma non possiamo combattere qui.- e portò due dita sulla tempia destra "Lust, rispondimi".

In un'altra zona del palazzo, Minerva sussultò leggermente, appoggiandosi a Shoichi, per poi chiudere gli occhi, concentrandosi "Comandante? C... cosa succede?"

"Voglio che usi il tuo potere per portare me e Sloth sulla luna. Ora." ordinò Ashuros facendole sgranare gli occhi "Ma... ma perché? Siamo in difficoltà contro gli invasori e privare le nostre forze di due elementi come lei e Sloth sarebbe...!"

"Lust, ti ho dato un ordine".

Minerva deglutì. L'idea di disubbidire ad un ordine di Ashuros non le andava per nulla a genio e grosso modo intuiva il motivo di quella richiesta. Il loro comandante aveva di nuovo tradito Ophiucus e ora voleva in qualche modo aiutare gli altri guardiani.

"Come... come desidera..." disse Minerva e, con uno schiocco delle dita, creò due sfere di materia multicolore sopra ad Ashuros e Sloth, assorbendoli all'istante. Nel giro di un secondo, i due si ritrovarono sul suolo lunare, osservando la Terra e il sole che, di lì a poco, sarebbe spuntato da dietro al pianeta.

Un sottile ghigno si formò sulle labbra di Ashuros -Coraggio Sloth, è ora di giocare!-

Il peccato della Pigrizia si alzò in piedi con la sua solita calma -Io non voglio combattere... ma se resto qui... Ophiucus-sama potrebbe essere in pericolo... e io non posso permetterlo...-

-Questo è lo spirito giusto.- commentò Ashuros ampliando il suo ghigno -Ora vediamo chi la spunta... se il peccato più potente o il vero guardiano di Ophiucus!-


















 

Note Autori:

Jeo: Ed eccoci qua! Siamo tornati!

Ainz: Eeeeee in ritardo per colpa di chi?

Jeo: ..... Non è colpa mia se ho gli esami e devo studiare scusa...

Ainz: Certo certo u.u

Jeo: Cooomunque, eccovi un altro bel capitolo felice e privo di qualsiasi forma di morte xD

Ainz: Sono questi i capitoli migliori, dove la gente combatte e si uccide a vicenda u.u

Jeo: ... Se lo dici tu xD

Ainz: Ho sempre ragione. Vi avvisiamo che siamo alla fine dei giochi ormai, dovrebbero mancare due capitoli alla fine, quindi non perdeteveli!

Jeo: Per gli OC non comparsi in questo capitolo non preoccupatevi, nel prossimo ci saranno tutti quanti!

Ainz: Direi che possiamo dileguarci!

Jeo: Si, sono d'accordo u.u

Ainz: Saluti a tutti e alla prossima!

Ainz&Jeo

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Ainz: Tu e i combattimenti avente ancora problemi d'intesa vero?

Jeo: Lasciamo stare vah...

   
 
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