Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: piccolo_uragano_    04/05/2016    6 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
----
Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ricorderai di avermi atteso tanto. 
e avrai negli occhi un rapido sospiro. 

(G. Ungaretti, la madre)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Draco fissava il fuoco della Sala Comune Serpeverde, nel silenzio ovattato dato dalla vicinanza con il Lago. Osservava quel fuoco senza vederlo, lasciando che le fiamme gli illuminassero il viso pallido e gli occhi di ghiaccio. Teneva le mani nelle tasche, e sembrava in attesa di qualcosa. Era appena l’alba, ma il Lago, il cui interno dava sulle finestre giganti della Sala Comune, era ancora addormentato.
Quando dei passi leggeri e silenziosi interruppero il magico silenzio, lui non ebbe bisogno di girarsi per riconoscerla. “Buon compleanno, Kayla.” disse.
Lei accennò un sorriso. “Ti ringrazio.” Rispose. “Come mai sei già sveglio?”
“Sicuramente non per andare a svegliare i miei fratelli come te.”
“Non si sveglierebbero, altrimenti.”
Draco si voltò a guardarla, per la prima volta. Anche nella penombra, riusciva a vedere quanto fosse bella. “Quindi” le disse. “hai scelto Weasley?”
Lei abbassò lo sguardo. “Non esattamente.” Non riusciva ad affrontare quegli occhi azzurri.
“Che intendi?”
“Non ho scelto io.” disse, con voce tremante. “Hai scelto tu.”
“Se avessi scelto io, le cose sarebbero andate in modo decisamente diverso.”
Kayla scosse la testa. “Hai scelto tu, eppure non lo sai.” Spiegò. “Hai scelto tu con il tuo comportamento, hai scelto tu con ogni piccolo gesto nascosto, hai scelto tu trattando male chiunque, compresa la mia famiglia, hai scelto tu che io scegliessi Fred, perché se tu non fossi così egoista, Draco, allo sì che le cose sarebbero andate in modo decisamente diverso.” Scosse la testa, delusa. “Grazie per gli auguri, non eri tenuto a farmeli, o a ricordartene.” Senza pensarci due volte, si diresse a grandi passi verso la porta, lasciandolo di nuovo solo con il fuoco e la sua luce, il silenzio, lasciandogli anche un groppo in gola.

Quando Rose si sedette nella cucina di casa Black, erano appena le sette. Aveva controllato ogni stanza, notando che Ninfadora sembrava aver smesso di dormire lì da un bel po’, Remus dormiva sempre nella stessa posizione mentre Martha e Sirius dormivano abbracciati – e la pancia di lei aveva raggiunto dimensioni assurde. Aveva con piacere notato, poi, che accanto alla poltrona su cui Martha si ritirava sempre per leggere, c’era una vecchia copia di Peter e Wendy, che era stato il loro libro preferito in una vita che ora sembrava avvero lontana.
Stava preparando la colazione per tutti quanti – il caffè per Sirius, caffelatte per Martha e tè con due cucchiani di zucchero per Remus – quando sentì due occhi trapassarle la nuca.
“Devo spaccargli la faccia?” domandò Remus, in piedi sulla porta. “Ti ha fatto del male? Ti ha lasciata?”
Lei si girò e gli sorrise. “No.” poi lo osservò, divertita. “Sei dimagrito?”
“Tu hai tagliato i capelli. Di nuovo.”
“Come ti viene in mente di dimagrire così tanto?”
“Sono invecchiato.” Precisò lui. “Ma tu no, sei … radiosa.”
Lei gli rispose con un occhiolino, posando i suoi tre biscotti accanto alla sua tazza.
“C’è una cosa che non capisco.” Disse di nuovo lui. “Il francese non ti ha lasciata, voi state bene. Tu stai bene.”  Rose annuì, silenziosamente. “Allora perché sei qua?”
“La mia presenza è un presagio di brutte notizie?” scherzò lei, sistemando le restanti tazze ai soliti posti.
“Se sei lontana dal francese, qualcosa non va.”
“Oppure” ipotizzò, sedendosi. “è il compleanno di mia nipote e mancano dieci giorni all’arrivo del mio altro nipote.” 
Lui si sedette davanti a lei. “Oggi non è il compleanno di Kayla, non può essere già il trentuno maggio.”
Rose alzò le sopracciglia. “Perché no?”
“Non sono già due mesi che Tonks se n’è andata.” Rifletté lui.
Rose inclinò l’angolo della bocca. “Bingo. Dov’è?”
“A Londra. Ha trovato un piccolo appartamento con una sua amica.”
“Si ostina ancora a frequentare quel … come si chiamava?”
“Non ne ho idea.” Sospirò lui. “Forse ho origliato una conversazione con Robert in cui gli diceva che le era più facile vivere questa storia senza vedere me ogni mattina.”
“E tu come la vivi?”
“È la sua vita, è giovane, è bella, ha del carattere. Può fare ciò che vuole.”
“Lasciandoti qui?” esclamò lei. “No, non è così che si fa.”
“E tu che ne sai?”
Lei sorrise, scuotendo la testa.
Remus allungò una mano verso la scatola dei biscotti ma lui la fermò. “No, Rem, ti senti male con più di cinque biscotti nel tè.”
Lui sorrise di cuore. “Che hai detto?”
“Che ti senti male!” disse, allontanando la scatola da lui.
“Hai detto ‘Rem’. Erano quindici anni che non mi chiamavi ‘Rem’.”
Rose alzò le spalle. “Si vede che l’ho superata.”
“Oh, questo lo vedo anche io.” scherzò lui.
“Le sorprese non sono il tuo forte.” Disse Martha con aria assonnata, sulla soglia. Rose si voltò e le sorrise.
“Buongiorno Mobydick.” Rispose prontamente la maggiore. “Come stai?”
“Ho le caviglie gonfie.” Disse, sedendosi accanto a Rose, come tradizione voleva. “E ho mal di schiena. E non ce la faccio più.”
“E mancano dieci giorni.” Aggiunse Rose.
“Immagino sia per questo che tu sia qui.”
“Esatto.” Rispose Rose. “Lo avevo promesso.”
“Dove hai messo il tuo maritino?” domandò.
“Si sta facendo la doccia.”
“Una volta la facevi con lui.” Scherzò Remus.
“Ora non ci stiamo in doccia in due.” Piagnucolò Martha, inzuppando un biscotto nel caffelatte. “E non avete ancora montato la culla.”
“Sai che ci piace il brivido di fare le cose all’ultimo.”
“Dove lo sistemate?” domandò Rose.
“All’inizio con noi.” Rispose la secondogenita. “Poi, con calma, Robert si sposterà al piano di sotto.”
“In camera mia? O di Tonks?”
“Tonks, immagino. Deciderà lui.”
Rose annuì. “Dieci giorni!”
“Non iniziare.”
“Oggi è il compleanno di Kayla.”
“Quattordici anni fa stavo dando di testa.” Aggiunse Martha.
“Perché, hai mai smesso?” domandò Remus, ridendo.
“No.” rispose Sirius, dalle scale. “Mi è sembrato di sentire …. ROSE!”
Rose corse ad abbracciare il cognato ed entrambi scoppiarono a ridere.
“Ciao, disgraziata!” le disse lui. “Cosa fai da questa parte d’Europa?”
“Sta per nascere il mio quarto nipote!” esclamò lei. “Non potevo perdermelo!”
Sirius si sedette al suo posto. “Pensavo, sai, ora che sei una matrigna …”
“Oh, i primi pannolini rimarranno comunque quelli dei miei nipoti.”
Tutti e quattro scoppiarono a ridere, come se il tempo non fosse mai passato.

“Auguri, Kayla!” era la frase che più si sentiva nei corridoi. Kayla, dopo il doppio invito del Ballo,era diventata straordinariamente popolare, e la cosa le era assolutamente indifferente. Per questo, Kayla si era rifugiata sul lago, in un posto che solo lei, Robert e Harry conoscevano. Era stanca di tutti quegli auguri falsi, di tutte quelle frasi fatte e dei sorrisi di plastica: Fred quel giorno era impegnatissimo a seguire Ludo Bagman insieme a George, per convincerlo a comprare le idee dei Tiri Vispi Weasley, Harry stava per ricevere comunicazioni riguardo la terza prova, Robert era in punizione per aver cercato di tirare una Caccabomba a Rüf e lei si sentiva davvero sola.
Si sedette sulla sponda del Lago, ascoltando il silenzio, e si rese conto di non essere sola: un grosso cane nero la fissava da pochi metri di distanza.
Martha se ne stava seduta sulla solita poltrona a leggere un libro di un uomo con un nome strano che parlava di come trattare i bambini. Ormai, leggere era il modo più semplice per ingannare l’attesa: non poteva più lavorare, Remus e impediva di fare i lavori di casa e Rose era impegnata a sistemare la cucina.
Quando Padfoot, a quattro zampe e pieno di aghi e foglie, rientrò dalla portafinestra del salotto, lei sbuffò. “Sei impossibile, Felpato.” Gli disse.
Il cane posò il muso sulle sue ginocchia. “Non provare a fare gli occhi dolci a me, razza di idiota, lo capisco anche senza guardarti che sei stato da Kayla.”
“Martha? Con chi parli?” chiese la voce di Rose dalla cucina.
“Con Padfoot!” urlò lei di rimando. “Ti conviene andare da tua cognata, mio caro, io non ho intenzione di toglierti tutti quegli aghi dai capelli.”
Padfoot sbuffò, scosse la testa, e trotterellando raggiunse Rose.
Quando Martha, sbuffando, raggiunse il castello, trovò Karkaroff urlante e rosso in volto, davanti a due più che pazienti Hagrid e Silente.
“Tu e il Ministro della Magia mi avere ingannato, Silente, è una congiura!”
Pareva che Harry avesse trovato Crouch, vagante per il bosco, privo di senno. E pareva anche che lo avesse lasciato con Krum, mentre lui correva a chiamare Silente, ma, da quanto Martha aveva capito da quando Silente l’aveva avvertita con una veloce frase detta tramite camino, Crouch aveva aggredito Krum ed era sparito di nuovo.
“Questa non è una gara corretta!” urlò di nuovo, lanciando un’occhiataccia a Rose e Martha.
“Dove avete lasciato Sirius?” domandò Silente, ignorando Karkaroff.
“Avete ammesso Potter al Torneo contro le regole, contro la mia volontà …”
“Sirius è in punizione.” Rispose Martha, con le braccia incrociate sul petto e un sopracciglio alzato. “Da quanto strilla?”
“Ora, cercate di mettere fuori combattimento il mio campione …”
“Dieci minuti.” Rispose Hagrid.
“Posso vedere Harry?”
“Sembro uno da prendere in giro, io, Silente? Per l’amor del cielo, io sono Igor Karkaroff!”
“Prima, dammi una mano a calmarlo.” Le rispose Rose, mettendosi davanti a Karkaroff. “Si calmi, per Godric!” strillò. “So urlare più forte di lei, e so anche tirare pugni più pesanti, quindi conservi quel briciolo di dignità che le rimane!”
“Ti ringrazio, Rose.” Disse Silente. “Devo dire che è un piacere riaverti qui.”
Rose sorrise. “Le ordino di chiedere scusa al Professor Silente, Karkaroff.”
“Non …”
“Chiedi scusa, stronzo!” ringhiò Martha, gettando un veloce sguardo all’orologio.
Karkaroff mormorò qualche parola di scusa, totalmente false, e allora Silente disse a Martha la parola d’ordine per entrare nella Torre Grifondoro e le disse che lì avrebbe trovato i suoi figli. Martha, con la pancia di ormai trentotto settimane, trovò le scale più difficili del solito, ma si rifiutò di essere aiutata e prese a male parole i quadri che la indicavano e sussurravano.
“Con Robert ce la facevo!” strillò.
“Parliamo di quasi diciassette anni fa, Martha.” Sorrise Rose. “E hai lasciato la scuola al sesto mese, non …”
Signorina Redfort!” esclamò Violetta, l’amica della signora grassa. “Cosa diamine le succede?”
Martha alzò gli occhi al cielo. “Ho ingoiato una Pluffa, non si vede?”  la donna del quadro si allontanò, offesa, e Rose si concesse di scoppiare a ridere. “Zitta.”
“Non …”
“Ho detto,zitta!” strillò, raggiungendo la signora Grassa e controllando l’ora di nuovo. “Oh, non sono mai stata così felice di vederla, sa?” le disse, senza fiato.
La signora Grassa mostrò un ghigno divertito. “Credo lei abbia fatto un viaggio a vuoto, signorina Redfort.”
“Lei crede?” domandò Rose, sorridendo. “Dobbiamo vedere Harry.”
“Non lascio passare nessuno, senza parola d’ordine.”
Ippogriffo.” Sbuffarono insieme le due sorelle, e lei, di malavoglia, le lasciò entrare.
“Vecchia stronza che non è altro” borbottò Martha, attraversando il buco. “come diamine si permette …”
“Mamma!” esclamò la voce di Kayla, e a Martha non sfuggì il fatto che avesse rapidamente sollevato la testa dalla spalla di Fred. “Zia Rose!”
“Si,si, è tutto molto bello e molto dolce.” Sbuffò Martha, acida. “Ma devo sedermi, e bere dell’acqua.” Si portò entrambe le mani sulla schiena, all’altezza dei reni. “E mangiare delle Lumache Gelatinose. Anzi, no, voglio un pasticcio di carne.”
 Rose scosse la testa. “Perché non un pasticcio di carne con le Lumache Gelatinose?” scherzò.
Gli occhi verdi di Martha si illuminarono, mentre si sedeva e Robert le porgeva un bicchiere d’acqua. “Possiamo farlo?!” domandò.
“Per l’amor del cielo, mamma, no!” esclamò il primogenito. “Nemmeno Ron farebbe mai una cosa del genere!”
Ron alzò un sopracciglio. “Potrei provare.” Disse.
“Oh!” esclamò Martha. “Tu si che sei un ragazzo intelligente.”
Harry scosse la testa. “Dov’è Sirius?”
“Sirius è in punizione.” Ripeté Martha, osservando di nuovo l’orologio. “Sono esattamente trentotto settimane che dice che monterà la culla per questo mostriciattolo, ma ogni volta che ne ha la possibilità trova una scusa per non farlo.”
“La scusa di oggi quale era?” domandò George.
Martha lo fulminò con gli occhi. “La moto. Doveva fare un giro in moto perché non la usava da cinque giorni.” Ringhiò, portandosi una mano sulla pancia.
“E che hai fatto?”
Rose sorrise. “Ha chiuso lui e Remus nella stanza del bambino con la culla da montare.”
Fred scoppiò a ridere. “Se ti conosco hai chiuso la porta con qualche incantesimo.”
Secondo loro l’ho fatto, ma non avevo tempo.”
“Hai detto di averlo fatto?” domandò Robert.
Martha fece segno che non importava. “Tecniche da Auror, pulce, Malocchio ve le spiegherà a tempo debito.” Si mise dritta, senza nascondere una smorfia di dolore. “Allora” disse. “so che state saltando alle conclusioni, tutti voi.” Li guardò negli occhi uno per uno: Fred, George, Robert, Kayla, Harry, Ron, Hermione. “Per questo, chiederei a Harry di raccontarmi tutto nei dettagli, per favore. Prima che io debba tornare a fare la pipì, possibilmente.” Aggiunse, guardando velocemente l’orologio e contando qualcosa con le dita.
“L’hai fatta prima di uscire di casa!”
“Shhhh” le fece la secondogenita. “Harry, ti prego, raccontami.”
Harry, senza nascondere il fatto di averlo già detto tre volte, raccontò quanto accaduto e, poi, prese fiato per ascoltare il silenzio.
“Sembrava molto debole?” domandò Martha, assumendo il tono serio da Auror. Harry annuì. “I suoi vestiti ed il suo viso erano sporchi?” Harry annuì di nuovo.  “Se ti chiedessi di dirmi, in maniera del tutto approssimativa, da quanto tempo secondo te era in viaggio?”
“Qualche giorno.”
Quanti giorni?”
“Non ne ho idea!”
“Più o meno di una settimana?” domandò Martha, aggrottando le sopracciglia e senza perdere la serietà.
“Forse poco più.” Rispose Harry, dopo qualche secondo.
“Credi che, a tratti, fosse lucido?”
“Assolutamente si.”
“Ad esempio, quando?”
“Quando parlava di Voldemort. Sbiascicava, come nonna Marie verso … verso la fine.”
Martha annuì, seria.
“Tremava?”
“Solo quando delirava.”
“Hai detto che parlava con un albero?” Harry fece cenno di sì. “Si reggeva a questo albero o stava in piedi da solo?”
“Si reggeva.”
Martha sospirò e si lasciò cadere, appoggiandosi allo schienale.
“Cosa è, mamma?” chiese Kayla, preoccupato.
Martha lo osservò, desiderosa di proteggerlo da tutto questo. “Credo sia stato sotto Maledizione Imperius per molto tempo, e credo che poi sia riuscito ad annullarla con una forte forza di volontà. Oh, per Godric, non è il momento di fare scherzi!” strillò guardandosi la pancia.
“Ma a che prezzo?” sospirò George.
“Che fa?”
Lei fece segno di lasciare perdere.
“Che significa ‘credi’?” domandò Ron.
“Che fa la modesta.” Rispose Rose. “L’ho vista lavorare, l’ho vista sul campo, non sbaglia mai con le intuizioni.”
“Come ha raggiunto il parco del castello?” domandò Hermione.
Martha si morse il labbro. “Sinceramente, credo non abbia mai lasciato il castello.”
“Ecco perché l’ho visto sulla Mappa!” esclamò Harry.
“La Mappa, grande!” rispose Robert. “Possiamo capire così se è ancora qui!”
Martha annuì. “Okay, dov’è?”
Kayla abbassò a testa e Harry prese un grande respiro. “Ce l’ha ancora Moody.”
“Moody, fantastico.” Rispose Martha. “Lui è il solo con cui io possa parlare di questo, qui dentro.”
“E se fosse stato Piton?” domandò Harry. “Insomma, lui mi ha trattenuto, e lui ha…”
Mi fido di Piton.” Lo bloccò subito Martha. “Harry stanno succedendo tante, troppe cose strane qui dentro, ultimamente, davvero. Se, come ho ragione di credere, Crouch era sotto Imperius, ti ha ammesso al Torneo davvero su ordine di qualcuno. Qualcuno che per qualche motivo non vuole mostrarsi.”
“Voldemort?” domandò Kayla, spaventata.
Martha scosse la testa. “Non era solo, principessa, c’erano moltissime persone che avrebbero dato un braccio per lui, e credo lo farebbero ancora.” Controllò di nuovo l’orologio con aria nervosa.
“Qualche suo ex seguace, quindi.” Concluse Fred.
“E perché non Piton?!” domandò Robert.
Martha ripensò per un secondo alla notte più brutta della sua vita. Ripensò a Severus Piton, che, in lacrime, stringeva il corpo inerme di Lily. “No.” disse quindi, scacciando il pensiero. “Non Piton.”
“Ma perché no?” domandò George.
“Piton odia Harry!” aggiunse Ron.
“Piton odia James.” Lo corresse Martha. “Harry non è James. Ci assomiglia in modo impressionante, ma non è James.” Cercò con tutta se stessa di non pensare a tutti i momenti passati con James seduti su quello stesso divano. Era notte fonda, e di notte i ricordi erano più forti.
“In cosa sono diverso?” domandò Harry, con un curioso luccichio negli occhi.
Rose sorrise, intenerita, e stava per rispondere, ma Martha le afferrò un braccio, mostrandosi spaventata improvvisamente. Si portò una mano sulla pancia e sussurrò: “Spero che tu corra veloce quanto lui, piccolo Potter.”
“Mamma?” domandò Kayla.
“Mamma!” strillò Robert, accorgendosi della gigantesca macchia bianca tra le gambe di Martha.
Martha sembrava respirare con fatica. “Okay, tutti calmi, state tutti molto calmi!” Rose bestemmiò pesantemente e Kayla si portò una mano sul viso. “Dovete collaborare.”
“Qualsiasi cosa.” Rispose Fred, stringendo Kayla con un braccio.
Martha annuì con un espressione di dolore puro. “Fantastico.” Il respiro le tremava, e negli occhi aveva il panico puro. “Robert, Fred, George e Ron mi danno una mano ad alzarmi, Kayla, Hermione e Rose correte ad avvisare Sirius – non mi interessa come, ma fatelo – Harry, piccolo, tu corri da Madama Chips.”
“E che le dico?” domandò lui, alzandosi.
“Che ho le contrazioni ogni sei minuti da un’ora e che mi si sono appena rotte le acque.”



Oggi inizio dal fondo, perchè devo sinceramente ringraziare tutti i messaggi di auguri e tutto l'affetto che mi avete regalato, perchè davvero, avete resto il mio compleanno ancora più speciale. Grazie di cuore a tutti, quindi, e mille baci alle nove persone che hanno recensito; felpato8, _werewolf_, vittoriaM20 (tesoro, ti ho scritto una mail giorni fa, sei viva?), _ginnyweasley_, Distretto_9_e_34, Always_Potter (anche per le idee e per un fantastico peluche di Stich), Kicchan7, Aly Black e redbullholic. Grazie davvero. 
Detto ciò, confesso di aver di nuovo fatto confusione con le date. Il compleanno di Kayla è il trentuno maggio, ma nel libro, Harry trova Krum delirante il ventiquattro maggio. Beh, ho posticipato di tredici giorni, ma essendo notte fonda direi che è mezzanotte inoltrata: ci troviamo quindi all'otto di giugno.
Detto questo, come dice Always_Potter nonchè la mia Benny Duda, mi sta venendo la Moffattite (le fans di Sherlock e Dotor Who capiranno) e si, Martha controllava l'orologio per le contrazioni. Ecco. 

Beh, credo di aver finito. Torno a fare finta di studiare. 
Allons-y! 


xxxx 
 
 
 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: piccolo_uragano_