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Autore: black dalia    07/05/2016    2 recensioni
Sora Strife è una normale sedicenne: a due genitori a cui vuole un gran bene, un fratello minore ribelle e leggermente iperprotettivo e dei cari amici.
Ma non si è mai innamorata.
Almeno fino a quando non si trasferisce con la sua famiglia in una vecchia casa dove fa la conoscenza di Riku.
Ma è possibile amare un ragazzo morto?
(Riso, lieve Akuroku e altre coppie)
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora, Xemnas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Nessun gioco
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PARANORMAL LOVE

 

Cap.1) Una nuova, vecchia casa

 

11 Aprile 2005

 

Roxas si svegliò di soprassalto quando sentì qualcuno scuoterlo.
Sbatté le palpebre assonnato alzando lo sguardo solo per scoprire che la persona che lo aveva svegliato era sua sorella maggiore -mmh... Sora?-
-e-ehi, Roxas... posso... posso dormire con te, stasera?- chiese la bambina ed il biondo aggrottò la fronte nel sentire un tremito nella sua voce.
-C'è qualcosa che non va?- gli chiese, strofinandosi gli occhi mentre si sedeva nel letto -uhm... forse...- rispose Sora mordicchiandosi il labbro inferiore, prendendo un lembo delle coperte e giocherellandoci nervosamente -Roxas... penso che l'orfanotrofio sia stregato- disse abbassando la voce in modo da non disturbare gli altri bambini che dividevano la stanza con suo fratello -ho sentito dei passi nel corridoio, poi la maniglia si è mossa ma non c'era neanche un'ombra sotto la porta-.
Il biondino sospirò, scuotendo la testa e guardando sua sorella con un cipiglio di disapprovazione -lo sapevo che non dovevi leggere ”Piccoli Brividi” prima di andare a dormire- disse poi, notando com'era irrequieta, sospirò di nuovo abbassando le coperte -va bene, vieni... ma domani lo spieghi tu ad Aerith come mai sei qui- la bambina annuì felicemente e salì sul letto, infilandosi sotto le coperte e rannicchiandosi vicino al corpo del fratellino, abbracciandolo -grazie!- disse mentre Roxas si sistemava tra le sue braccia, appoggiandogli la testa sotto il mento per stare più comodo -di nulla- rispose il biondino; non lo avrebbe mai ammesso ma gli piaceva dormire tra le braccia della sorella: gli dava un senso di protezione.
Nel giro di pochi minuti entrambi i bambini si addormentarono.

 

 

 

 

 

La mattina dopo, Roxas venne svegliato da qualcuno che lo scuoteva leggermente: aprì gli occhi assonnato, solo per trovare il viso di sua sorella di fronte al suo.
-Ben svegliato, Roxas! Vedo che tu e Sora avete fatto un pigiama party, ieri sera- disse una voce dolce ma con un leggero tono di presa in giro: il biondo girò la testa solo per trovare Aerith, la direttrice dell'orfanotrofio, che lo guardava con un sorriso giocoso.
-Mmh... ha detto che ha sentito un fantasma nel corridoio- borbottò Roxas, tirandosi a sedere e strofinandosi gli occhi.
-Dev'essere stato qualcuno del personale... gli dirò di essere un po' più silenziosi quando camminano per i corridoi- disse Aerith, poi si mise una mano sulla bocca -oh! Mi stavo dimenticando il motivo per cui sono venuta! Dobbiamo svegliare Sora... è arrivata una coppia che cerca un bambino della sua età!- a quella notizia Roxas sgranò gli occhi, sentì il suo stomaco contorcersi e la sua gola divenne improvvisamente più stretta, quasi soffocante.
Vedendo l'espressione del bambino, Aerith gli sorrise dolcemente -mi dispiace, Roxas... è la procedura standard... ma non preoccuparti, gli ho già presentato altri bambini... sono sicura che quando Sora scenderà giù loro avranno già scelto qualcuno- disse la donna cercando di consolarlo -sì... forse...- rispose il biondino con un tono che sembrava quello di un condannato a morte ma, comunque, scosse la castana nel tentativo di svegliarla ma la bambina scacciò via la mano, borbottando qualcosa sottovoce e girandosi dall'altra parte.
Roxas fece una smorfia alla resistenza della sorella e decise di passare alle maniere forti dandogli un pugno sulla spalla -AHI! ROXAS!- gridò Sora mettendosi a sedere, massaggiandosi la parte lesa.
-Buongiorno, Sora! E' ora di alzarsi ed uscire dal letto! C'è una coppia nel soggiorno e devi fare una buona impressione!- disse Aerith avvicinandosi a lei ma il bambino, vedendo che la sorella era ancora mezza addormentata, sospirò dicendo -la farò scendere io tra una decina di minuti, Aerith- la donna annuì, lisciandosi una piega della gonna -d'accordo, grazie Roxas! Scendete presto, okay?- il biondino annuì e la guardò uscire dalla stanza prima di riportare la sua attenzione su Sora alzando gli occhi al cielo quando vide che se n'era tornata a dormire.

Erano passati una quindicina di minuti, quando i due fratelli scesero al piano terra, dopo essersi lavati e vestiti.
Mentre Sora camminò verso la coppia in piedi al centro del soggiorno, Roxas li osservò da lontano appoggiato allo stipite della porta: erano due giovani uomini, uno di loro aveva i capelli biondi a spillo e gli occhi color blu elettrico mentre l'altro aveva i capelli castani che gli arrivavano appena alle spalle, gli occhi color grigio tempesta ed una cicatrice sul volto.
A Roxas sembravano troppo seri e stoici per una bambina con una personalità allegra e spensierata come Sora.
“Di sicuro sono quel genere di persone che pongono un sacco di regole per tutto” pensò il bambino, aggrottando la fronte, come continuò a guardarli mentre parlavano con sua sorella, che era vivace e sorridente come sempre; il biondino gli aveva detto più di una volta di non essere così gentile con le coppie che venivano all'orfanotrofio altrimenti sarebbe stata adottata e, di conseguenza, sarebbero stati divisi e Roxas era certo che sarebbe morto di dolore se gli avessero portato via la sorella.
La risata di Sora lo risvegliò dai suoi pensieri, facendogli alzare lo sguardo verso i due uomini e trattenne il respiro quando vide l'occhiata che si scambiarono; la conosceva bene... l'aveva già vista in altre coppie arrivate lì... quei due avevano deciso: stavano per adottare sua sorella.
Continuò a guardarli col cuore in gola mentre l'uomo biondo s'inginocchiò davanti a lei, parlandogli tranquillamente.
Il bambino non riusciva a sentire cosa si stavano dicendo ma trattenne di nuovo il respiro quando vide sua sorella indicarlo e, subito dopo, si ritrovò tre paia di occhi a fissarlo e, istintivamente, si nascose dietro lo stipite della porta.
-Roxas, vieni qui!- lo chiamò Sora, facendolo uscire allo scoperto: si avvicinò cautamente e, una volta arrivato accanto alla sorella, la strinse in un abbraccio come per dire ai due uomini di fronte a lui che non avrebbe mai lasciato che loro gliela portassero via.
Sora ridacchiò a quel gesto, stringendolo alla vita con un braccio ed accarezzandogli la testa per dirgli che andava tutto bene.
-Roxas... questi sono Leon e Cloud!- disse la bambina indicando prima il castano e poi il biondo -loro mi hanno chiesto se mi piacerebbe essere adottata ma io gli ho detto che non potrei mai andarmene senza il mio fratellino!- a quelle parole, Roxas la guardò sorpreso ma poi la sua attenzione venne attirata dall'uomo con i capelli castani, quello chiamato Leon, che s'inginocchiò di fronte a loro e gli tese la mano -piacere di conoscerti, Roxas!- gli disse tranquillamente ed il bambino lo fissò per un attimo, poi gli strinse velocemente la mano, mormorando -ciao- prima di riattaccarsi alla sorella.
Leon sorrise un po', guardandoli con dolcezza, poi si alzò -cosa ne pensi?- chiese al biondo che incrociò le braccia al petto -beh... stavamo pensando di adottarne solo uno... ma sarebbe sbagliato dividere due fratelli- disse e si accovacciò in modo che potesse guardare i due bimbi negli occhi -noi abitiamo in un appartamento... sarebbe un po' piccolo per quattro persone e voi due dovreste dividere la stessa stanza ma...- Cloud fece una pausa lasciando che un sorriso gli graziasse le labbra -ci piacerebbe se vorreste entrare a far parte della nostra famiglia-.

 

 

 

 

 

 

 

 

20 Aprile 2013, Oggi

 

-Sora!- una ragazza dal viso dolce, con lunghi capelli castani che gli arrivavano fino alla vita, gli occhi azzurro cielo e un vivace sorriso, si voltò al suono del suo nome -cosa c'è?- chiese guardando verso il retro furgone da cui era appena scesa -prendi questa scatola e portala in casa... sta attenta perché ci sono dentro i bicchieri-
-ma Leon! Voglio vedere la casa!- esclamò sbuffando la ragazza mentre si avvicinava al padre per prendere lo scatolone che gli stava porgendo -puoi guardarla anche portando qualcosa dentro- gli rispose l'uomo posando lo scatolone tra le sue braccia, guardando poi come la figlia camminò verso l'abitazione, con un piccolo broncio dipinto sul volto.
Si girò per prendere uno scatolone più grande, passandosi una mano tra i capelli, ma si fermò quando sentì una mano sulla spalla e la voce di suo marito dietro di se -rilassati Leon, la casa non va da nessuna parte- sorridendo un po', il castano appoggiò la schiena contro il torace di Cloud -lo so... è solo che ancora non riesco a crederci che siamo riusciti a comprarla! Continuo a pensare che le fondamenta devono essere marce perché il proprietario la vendesse così a buon mercato- a quelle parole il biondo ridacchiò -beh, hai detto che volevi una casa da ristrutturare... penso che hai ottenuto esattamente quello che volevi-
-sì... lo penso anch'io-
-ma, almeno, ha un'architettura meravigliosa- disse Cloud guardando l'abitazione: era un edificio a due piani, il più antico del quartiere e, una volta, doveva essere stata una casa bella ed accogliente ma ora la struttura era un po' usurata dal tempo e dagli agenti atmosferici: la vernice si stava staccando dalle pareti esterne ed alcune persiane andavano cambiate ma, da quello che Cloud e Leon avevano saputo dal precedente proprietario, l'interno era in condizioni migliori.
-Quindi è questo il posto?- i due uomini guardarono il loro figlio minore scendere dal furgone -allora, che ne pensi?- gli chiese Leon facendo un cenno con la testa alla casa -beh... sembra una completa discarica, lo skate park più vicino è ad un'ora di distanza, i miei amici vivono tutti dall'altra parte della città...- poi Roxas fece una pausa, sorrise ed alzò le spalle -ma, tutto sommato, meglio così... meglio dell'appartamento in ogni caso- Leon annuì sapendo che era il suo modo per dire che gli piaceva -sono contento che la pensi così... perché non vai a vedere le camere? Sono sicuro che Sora a già scelto la sua- quelle parole fecero scattare il ragazzo che chiuse la portiera del furgone e corse verso la casa.
-E' bello vederli così felici- disse Cloud avvolgendo un braccio attorno alla vita di Leon e attirandolo a se, il castano annuì, godendosi il contatto con il marito.
-Probabilmente dovremmo contribuire a portare gli scatoloni in casa- disse, dopo un po', il biondo all'orecchio di Leon -probabilmente- concordò, con un sospiro, il castano staccandosi di malavoglia: raccolsero un paio di scatole ciascuno e camminarono verso l'abitazione.
Dopo aver poggiato gli scatoloni nell'ingresso, i due uomini poterono osservare l'interno della loro “nuova” residenza: era polverosa e puzzava di chiuso ma era molto bella.
Il parquet era di mogano, e anche la parte inferiore delle pareti era rivestita di legno mentre la parte superiore era tappezzata con della vecchia carta da parati.
In quel momento, Sora corse giù dalle scale, quasi inciampando nell'ultimo gradino, e saltellò di fronte a Leon; l'uomo poteva vedere la felicità brillare negli occhi della figlia.
-Questa casa è enorme! Certo, è vecchia e ha bisogno di un po' di lavori ma finalmente abbiamo delle camere tutte per noi!- esclamò la ragazza sorridendo, poco dopo Roxas apparve sul pianerottolo del primo piano -ehi Leon, dov'è il secondo bagno?- gli chiese con un cipiglio sul viso -non c'è un altro bagno, quello al primo piano è l'unico- gli rispose l'uomo -sul serio?! Ma è piccolo!- esclamò il ragazzo incredulo -è una casa molto vecchia... siamo fortunati che abbia l'impianto idraulico interno- disse Cloud che era appena rientrato in casa dopo essere andato a prendere altri scatoloni dal furgone.
Roxas emise un sospiro d'irritazione -beh, certo, mi sento molto fortunato... chiamatemi per la cena- disse girandosi e camminando verso quella che, i due uomini ipotizzarono, era la sua nuova stanza.
-Vedo che si è subito sistemato- disse Cloud alzando un sopracciglio ed il castano annuì in accordo -penso che saremo fortunati se lo vedremo per più di un'ora al giorno d'ora in poi- disse per poi guardare il suo orologio da polso e ampliare gli occhi -merda! Farò tardi a lavoro! Cloud, sai dove sono le scatole con i nostri vestiti?-
-da qualche parte nel camion ma ho messo la tua uniforme sul sedile posteriore della macchina- rispose il biondo, sorridendo come Leon gli dette un bacio sulla guancia e corse fuori verso l'auto ritornando, un attimo dopo, con la divisa sottobraccio, infilandosi nella prima stanza vicino alla porta; se c'era una cosa che contava per il castano era, sicuramente, la puntualità.
-Oh, Leon deve andare? E chi disimballa tutto?- chiese Sora che aveva visto il padre chiudersi nella stanza -tu, io e il nostro piccolo punk preferito- rispose Cloud con un leggero sorriso -parlando di Roxas, potresti farlo scendere?- Sora ci pensò per un attimo, poi sorrise maliziosa e salì al piano superiore per andare dal fratello.
Cloud, che aveva visto l'espressione della ragazza, semplicemente scosse la testa, ridacchiando: sapeva che la figlia aveva in mente qualcosa.
Poco dopo, Leon uscì dalla stanza con indosso la sua uniforme, raddrizzandosi la cravatta; Cloud gli sorrise, mentre il castano si avvicinò a lui, inclinando la testa di lato -bene, sergente, a che ora pensi di tornare?-
-non appena posso- rispose il castano con un sospiro.
Il biondo allungò la mano per sistemargli il distintivo, alzando poi lo sguardo sul volto dell'altro, notando la sua espressione -cosa c'è?-
-è che mi sento un po' in colpa... io vado a lavoro mentre tu hai preso un giorno di permesso-
-te l'ho già detto... l'ospedale non entrerà in crisi con un infermiere in meno, tuttavia ci sono solo un paio di sergenti competenti la fuori e tu sei uno di quei due- poi gli dette un pugno leggero sulla spalla -ora, fuori di qui o arriverai in ritardo- a quelle parole Leon guardò l'orologio -accidenti! Ti chiamo se rimango in ufficio oltre le dieci- disse dandogli un bacio sulle labbra, Cloud annuì -va bene... ti amo, ora vattene-
-sì, signore- il biondo ridacchiò alla risposta del marito e lo guardò uscire dalla porta chiudendosela alle spalle.
Sentendo il rumore di passi provenienti del piano di sopra, Cloud spostò la sua attenzione verso le scale e guardò Sora scendere dal piano di sopra ma aggrottò la fronte quando vide la figlia coprirsi la bocca per soffocare un colpo di tosse.
-Stai male, Sora?- gli chiese e la ragazza sorrise timidamente -no, sto bene... coff, coff... almeno credo... coff, coff... è iniziato pochi minuti fa-
-probabilmente la polvere ti ha irritato i polmoni ma se peggiora ti farò un controllo- disse il biondo per poi chiedergli -dov'è tuo fratello?-
-sta attaccando i suoi poster ma scenderà tra un minuto... ha promesso di aiutare a disimballare dopo che l'ho minacciato che se non l'avesse fatto mi sarei messa a cantare le colonne sonore della Disney- nel sentire quelle parole Cloud sorrise e scosse la testa -sei veramente una negoziatrice crudele... ora, abbiamo ancora qualche scatolone da portare in casa, così poi possiamo riportare il furgone al noleggio-
-ma Cloud! E se sono veramente malata? Se mi sforzo potrei peggiorare, no?- gli chiese Sora facendogli gli occhi da cucciola ma il biondo, indifferente, fece un cenno con la testa verso la porta; solo Cloud era in grado di resistere alla figlia quando usava i suoi occhi da cucciola tutti gli altri fallivano miseramente, anche Leon e Roxas.
Sospirando imbronciata, la castana uscì di casa, soffocando con la mano un altro colpo di tosse, seguita dal padre.
“E’ davvero bello avere, finalmente, una casa nostra” pensò il biondo mentre si dirigeva verso il furgone, con la ghiaia che scricchiolava sotto le suole delle sue scarpe mentre camminava nel vialetto ed inspirava il profumo dei fiori già piantati nel giardino, molto probabilmente dal precedente proprietario.
All'improvviso, però, Cloud si fermò, girandosi verso la casa; aveva percepito una strana sensazione, come se qualcuno lo stesse fissando.
Vide una delle tende del salotto muoversi e, pochi attimi dopo, Roxas uscì dalla porta.
-Sei arrivato velocemente dal salotto- disse l'uomo strofinandosi il collo dove percepiva un leggero formicolio, il ragazzo alzò un sopracciglio e disse -non ero in salotto... sono appena sceso dal piano di sopra-
-oh...- disse Cloud accigliato -allora... com'è la tua camera?-
-così, così... dalla finestra si vedono solo alberi- rispose il ragazzo -vuol dire che la camera che si affaccia di fronte...- iniziò l'uomo -l'ha presa Sora- finì Roxas superando il padre e andando sul retro del furgone per aiutare la sorella con gli scatoloni.
Cloud aggrottò la fronte e si passò una mano tra i capelli; se Roxas non era andato in salotto significa che, probabilmente, la tenda era stata spostata da uno spiffero d'aria proveniente da una crepa nel telaio della finestra che doveva essere riparata.
“Ah... le gioie di possedere una casa” pensò l'uomo sospirando.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Eccomi qui con il nuovo capitolo!
Innanzitutto, vorrei ringraziare il mio unico recensore che, con la sua piccola recensione, mi ha fatto profondamente felice! Un bacione enorme a te, _KHProminence!
Ora, torniamo al capitolo in cui, come avete letto, presento la famigliola che sarà al centro di questa mia storia.
Per chi si starà chiedendo come ho potuto mettere Leon e Cloud in coppia, beh, sappiate che ci sono un sacco di storie sui siti stranieri che hanno questa coppia come pairing principale (e, se ve lo state chiedendo, la coppia è ribattezzata Cleon) e, grazie a queste storie, me ne sono innamorata alla follia tanto da farla diventare la mia coppia preferita! ^^
Nel prossimo capitolo, la storia inizierà ad entrare nel vivo quindi non perdetevelo!
Spero, inoltre, che questo capitolo vi abbia incuriositi abbastanza da invogliarvi a lasciarmi delle recensioni perché è davvero deprimente per uno scrittore non sapere se la sua storia piace oppure no: mi intristisce moltissimo non sapere l’opinione dei miei lettori T_T
Ora vi lascio e vi auguro un buon fine settimana!
Saluti e baci da black dalia

  
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