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Autore: Allymc89    09/05/2016    3 recensioni
La morte è nel destino degli shinobi, lo sanno tutti. Ma uno di loro non ci sta; ha già visto troppe persone morire e troppe persone piangere i propri cari. E non vuole più vedere lacrime, soprattutto le sue. Durante la quarta guerra ninja, un sacrificio fatto per amore rischia di passare inosservato. Questa è la mia versione di come mi piacerebbe che fossero andate le cose.
E' la mia prima fic; dopo essere stata un'accanita lettrice, ho deciso di scrivere sulla mia coppia canon preferita, spero di avervi incuriosito e che mi facciate sapere cosa ne pensate!
(Ho cambiato il rating in giallo per via di una scena nell'ultimo capitolo)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sabaku no Gaara, Shikamaru Nara, Temari, Un po' tutti | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Era mattina e Shikamaru Nara si stava dirigendo a passo insolitamente svelto al palazzo dell’Hokage. Si chiedeva perché il sesto lo avesse convocato. La quarta guerra ninja era finita da qualche mese e intorno a lui la città si stava adoperando per ricominciare.
Shikamaru osservava il brulicare frenetico delle persone attorno a lui: sembrava che tutti avessero fretta, come se il modo migliore per lasciarsi tutto l’accaduto alle spalle fosse correre...
Scosse la testa continuando a camminare; Shikamaru capiva perché le persone sentissero tanto il bisogno di darsi da fare, era stato così anche per lui. Tornato a casa lui stesso aveva sgobbato come mai in vita sua; aveva dato una mano praticamente a chiunque ne avesse bisogno pur di non restare fermo un solo istante. Non sembrava nemmeno più lui. Tutto per non pensare, ed era strano perché solitamente quella era la cosa che gli riusciva meglio. Si era guadagnato una certa fama e anche una certa stima per le sue capacità analitiche e di sintesi eppure quella volta tutto il suo QI si era rivelato inutile. Chi gli voleva più bene aveva cercato di stargli vicino; Choji si era preoccupato, sua madre aveva cercato di scuoterlo ma non ottenendo la reazione in cui sperava aveva preferito lasciarlo in pace. Forse non le dispiaceva poi così tanto vederlo finalmente attivo. Persino Ino era venuta a parlargli, e a quel punto Shikamaru si era vergognato a morte: era lui che avrebbe dovuto consolare lei e non viceversa.
E così erano passati più di tre mesi. Aveva aiutato gli abitanti del suo villaggio a riparare edifici e strade, a ricostruire ciò che la guerra aveva distrutto.  Avrebbe fatto di tutto perché le cose tornassero com’erano prima, almeno nell’aspetto.
Poi l’Hokage si era stancato di aspettare che rinsavisse e aveva preteso che Shikamaru cominciasse a lavorare nei suoi uffici dove poteva davvero rendersi utile, facendo uso di quell’eredità straordinaria che era il suo intelletto. A malincuore il Nara aveva dovuto accettare, era pur sempre un ordine dell’Hokage e lui era pur sempre uno shinobi della foglia.
Mentre schivava un paio di bambini intenti a rincorrersi, Shikamaru ripensava a quello che la maggior parte dei suoi conoscenti gli aveva ripetuto i primi tempi: avrebbe dovuto considerarsi fortunato e, se pensava alla cosa razionalmente, non poteva che dare loro ragione. Peccato che da quel giorno la razionalità di Shikamaru fosse andata definitivamente a farsi fottere, presa a schiaffi da quell’eventualità che in fondo non aveva mai preso veramente in considerazione. Shikamaru sapeva che sarebbe potuto succedere.. razionalmente è probabile per uno shinobi essere ferito a morte in missione, figuriamoci in guerra.
Lo sapeva bene, per cui avrebbe dovuto essere preparato a quello che poi era effettivamente successo..
A quel ricordo Shikamaru serrò istintivamente le palpebre come per bloccare la scena.. e poi imprecò mentalmente di fronte all’ennesima reazione inutile e soprattutto irrazionale. Shikamaru non aveva avuto la possibilità di assistere alla scena, effettivamente non aveva visto nulla, nemmeno il suo corpo.
Passò sotto casa di Kurenai promettendosi di andarla a trovare appena tornato dall’incontro con l’Hokage. Lui visitava la vedova del suo maestro almeno due volte a settimana. Poi salutò Hinata che veniva dalla parte opposta, la ragazza aveva smesso solo da pochi giorni di portare il lutto per il cugino.
Sarebbe potuta andare molto peggio, decisamente. Shikamaru cercava disperatamente di concentrarsi su chi si era salvato e non su chi aveva perso. Aveva ancora tanto per cui vivere.
Gli abitanti di Konoha, seppure avessero subito tutti, chi più chi meno, delle perdite sembravano solo voler andare avanti e si proiettavano al futuro con speranza e ottimismo.
La nuova era di pace e alleanza riempiva tutti di fiducia, e tutti gli shinobi non vedevano l’ora di farne parte. Tutti tranne uno. Shikamaru si sentiva bloccato. Sentiva che non sarebbe riuscito ad andare avanti finchè non avesse fatto chiarezza su cos’era successo.
   
 
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