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Autore: Yellow Canadair    15/05/2016    4 recensioni
[Dopo Punk Hazard] [752 parole]
I marmocchi scorrazzano liberi e felici sul vascello, tenuti a mala pena a bada da Tashigi, rimossa momentaneamente dai suoi incarichi militari perché, salvo lei e Smoker, che comunque è ancora convalescente, nessuno sulla nave è in grado di gestire dei bambini, e un semplice momento di gioco può rivelarsi letale per tutti.
Ma ogni tanto qualche monello sfugge dal branco e s'intrufola nella camera dove Smoker, per una volta in vita sua, vorrebbe starsene in santa pace...
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Smoker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il Marine, il cane e la bambina



– Mi leggi una storia? –
Puoi avere tutte le cicatrici che vuoi, puoi avere il grado più alto che riesci a immaginare, puoi aver riempito le celle di Impel Down fino all’inverosimile, puoi esserti scontrato con i peggiori malviventi del mondo, ma a una bambina che ti chiede di leggerle una fiaba ti devi solo arrendere.
– Allora? Sì o no? – pigolò più forte la bambina
Smoker aveva guardato quella mocciosa spingere piano la porta, trattenendo il fiato; quando aveva visto che lui, anche se ancora a letto dopo gli scontri di Punk Hazard, era sveglio, seduto con un cuscino bianco dietro le spalle, era decollata con un grandissimo sorriso e gli era atterrata vicino. Puntellando i gomiti sul materasso gli aveva messo sulle gambe un libro di fiabe.
« Mi leggi una storia? » aveva detto.
Erano diversi giorni che il Viceammiraglio era per mare, di ritorno dalla missione di Punk Hazard che si era rivelata un fiasco per la Marina, ma almeno aveva permesso di salvare tutti quei bambini dal loro destino di cavie umane. Adesso i marmocchi scorrazzavano liberi e felici sul vascello, tenuti a mala pena a bada da Tashigi, rimossa momentaneamente dai suoi incarichi militari perché, salvo lei e Smoker, che comunque era ancora convalescente, nessuno sulla nave era in grado di gestire dei bambini, e un semplice momento di gioco poteva rivelarsi letale per tutti.
Tashigi era molto inesperta, ma gli uomini dell’equipaggio poterono constatare quanto miracoloso potesse essere il cosiddetto “istinto materno” anche in una persona che non aveva mai pensato di allevare dei bambini. A parte qualche suggerimento del suo superiore, infatti, la ragazza si era rivelata una madre temporanea piena di buonsenso.
Ma nonostante le sue buone qualità, non era onnisciente, e succedeva spesso che qualche bambino prendesse l’iniziativa staccandosi dal branco e intraprendesse una personale avventura tra le stanze della grande nave.
– Una corta! – lo supplicò ancora la bambina, sperando di convincerlo.
Era Marie, una bambina di cinque anni dagli occhioni grandissimi, i capelli ordinatamente pettinati in un caschetto biondo e un abitino che Tashigi aveva ricavato da un copriletto, perché i suoi vecchi vestiti, da quando aveva cominciato a decrescere, le ballavano addosso. Ora era ancora un po’ troppo grande, per essere una bambina dell’asilo, ma almeno non arrivava alle spalle degli adulti e oltre, come alcuni dei suoi amici.
Smoker sospirò, si costrinse all’astinenza dai sigari, e aprì il volume.
Pierino e il lupo, I musicanti di Brema, Mignolina, I vestiti nuovi dell’imperatore, gli anni passavano e le fiabe erano sempre le stesse, a parte qualche titolo (“Giovannino grullo”? “Strepitolino”? che roba era?) erano tutte storie che gli pareva di aver sentito, una trentina d’anni prima.
Marie, mentre lui sfogliava l’indice, con un saltino si era accomodata vicino a lui, ritagliandosi un po’ di spazio sul cuscino che l’uomo aveva dietro le spalle.
– “L’acciarino”, ti piace? – propose il Marine cercando la pagina. Gli suonava familiare, come titolo, e se non ricordava male era una storia corta, senza principesse infiocchettate.
– No! – pigolò Marie coprendosi il viso con le mani e sparendo tra il braccio di Smoker e il cuscino. – C’è il cane! –
“Il cane”, si ripetè Smoker fra sé.
– Mi fa paura. – continuò la bambina, con la voce attutita dalle piume.
Era un libro illustrato, e le figure non erano affatto terribili; come diavolo avevano disegnato uno stupido cane, per far spaventare una mocciosa? 
Arrivato a pagina 183, Smoker sbuffò: il cane non aveva nulla di strano, ma il disegnatore gli aveva messo due occhi tondi e spropositati: per una bambina doveva risultare angosciante.
– Mandalo via… – lo pregò Marie. 
Smoker lasciò che il libro cadesse docilmente sul lenzuolo; era stato aperto così tante volte che rimase aperto alla pagina del cane.
– Rimani così. – disse l’uomo rivolto alla bambina, che ancora cercava protezione dal cane nascondendo il volto contro il suo braccio.
Si sporse verso il comodino, dove Tashigi gli aveva lasciato acqua, biro, i sigari e cose che potevano tornargli utili durante la convalescenza, e prese un cerotto.
– Guarda che facciamo. – ruggì, stringendo la pupetta con il braccio sinistro; Marie, ancora spaventata, si copriva gli occhi con le mani.
Un attimo dopo, però, vinta dalla curiosità sbirciò tra le dita e guardò Smoker mentre, con una manata, appiccicava il cerotto dritto sugli occhi del cane.
– Ecco qua. Ti fa ancora paura? –
La bimba guardò la figura tirando su col naso. Poi, cogliendolo di sorpresa, strinse le braccine attorno al suo collo e gli schioccò un grosso bacio sulla guancia.
– Adesso me la leggi? È l’unica che non ho mai sentito!








Dietro le quinte...
Così, senza pretese. Scritta per la gioia di vedere Smoker che ha a che fare con i bambini. E non credo che a lui dispiaccia più di tanto. La bambina, Marie, è inventata, ma si rifà un po' alla bambina de "Il Mistero della Pietra Azzurra". Le storie citate esistono davvero, così come il libro di fiabe che sfogliano i protagonisti: si intitola "Disney Fiabe", è del 1973, ed era di mia mamma, poi passato a me. A pagina 183 c'è davvero un cane che mette paura.
Spero vivamente che, da descrizione, si capisca come si va a posizionare Marie vicino a Smoker! Praticamente sono seduti vicini (uno sotto le lenzuola e l'altra da sopra), appoggiati allo stesso cuscino! Se non si capisce, per favore, comunicatemelo! Cercherò di spiegarmi meglio! 
Ciao e grazie per aver letto,
Yellow Canadair

 

  
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