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Autore: Pandora86    16/05/2016    5 recensioni
Spoiler quinta stagione.
Artù e Merlino. Il re e il mago. Due facce della stessa medaglia.
Due anime legate da un filo indissolubile che finisce, inevitabilmente, per spezzarsi in ogni tempo e in ogni luogo.
Ma forse, era finalmente giunto il tempo in cui le due facce della medaglia avrebbero potuto riunirsi, portando a termine il proprio destino.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Nel futuro
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Ecco il nuovo capitolo.
Come sempre, grazie per le bellissime recensioni.
Grazie anche a chi continua a inserire la storia tra le preferite le seguite e le ricordate.
E, ovviamente, grazie anche a tutti i lettori silenziosi.
Ci vediamo a fine capitolo per le note.
Per adesso, buona lettura.
 
 
Capitolo 71. Lealtà
 
“Qualche giorno fa, nel nostro secondo incontro, ti ho rivelato di essere stato un uomo in origine” esordì Louis, parlando lentamente. “Adesso, te lo confermo: ebbene sì, io, tanto tempo fa, sono nato uomo, proprio come te”.

Leon lo ascoltava non provando minimamente a interromperlo.

Quello che voleva di più al mondo, era conoscere Louis in tutte le sue sfaccettature.

La creatura, infatti, era molto più i quello che dava a vedere. I suoi occhi recavano segni di sofferenza e dolore, oltre che una saggezza senza tempo.

Leon, da parte sua, lo avrebbe accompagnato in questo viaggio nei ricordi, qualsiasi essi fossero.

Per confermare questa tesi, e farlo capire all’altro, portò la sua mano a stringere quella di Louis.

Prima di cominciare a parlare, Louis aveva preferito mettersi seduto e lasciare il rifugio che aveva trovato poggiando la testa sulle gambe del cavaliere. Leon, credendo che fosse più a suo agio, lo aveva lasciato fare. Tuttavia, voleva comunque palesare la sua presenza accanto a lui e, per questo motivo, era andato a stringere la sua mano con quella della creatura, in una presa confortante e rassicurante.

Louis sorrise appena, osservando le loro dita intrecciate, e continuò.

“Per farti capire chi sono, e perché sono diventato così, è necessario che io ti accenni del mio periodo umano” e sospirò. “Anche se ricordo molto poco, in realtà. Avevo appena vent’anni, quando sono morto” e Leon sussultò appena a quella frase, senza tuttavia lasciargli la mano.

Louis se ne accorse e apprezzò il comportamento del cavaliere. Nonostante avesse il timore di quello che stava per ascoltare, era comunque intenzionato ad ascoltare fino in fondo, decidendo di rimanergli comunque accanto.

Lo apprezzò e fu questo che lo spinse a parlare ancora.

“Sì, la mia vita da essere umano è stata molto breve” ammise, “anche se, avevo smesso alcuni anni prima di essere una persona normale. Le tracce della bestia erano comparse in me anni prima che il mio corpo umano morisse definitivamente” e fece un istante di pausa, come per raccogliere le idee.

“Suppongo che tu ti stia domandando come fosse possibile, dato che io ti ho appena confermato di essere nato come un qualsiasi essere umano. Per farti capire ciò, devo raccontarti della mia famiglia e del periodo storico in cui sono nato. Devi sapere che il mio aspetto attuale, quello che assumo quando mi trasformo, non è una casualità” e si interruppe ancora.
Leon lo ascoltava senza battere ciglio e senza lasciargli la mano.

“Forse divagherò” disse ancora Louis. “In realtà, non ho mai raccontato a nessuno, tutto ciò. Come avrei potuto, d’altronde?” disse, più a sé stesso che all’altro. “Quindi, se sarò poco chiaro o vorrai farmi qualche domanda, ritieniti libero di farlo” e sorrise.

“Vorrei che questo fosse un dialogo, non un monologo” e ridacchiò. “Non ti sto rivelando dei segreti di stato o facendo una conferenza. Sono delle confidenze, che ti faccio. Confidenze di cui vorrei tu fossi partecipe” disse guardandolo negli occhi.

Leon annuì con il capo, sorridendo a sua volta.

Capì l’importanza delle parole di Louis e se ne sentì travolto oltre che onorato.

Quelle parole ebbero il potere di scuotere il suo animo, facendogli prendere atto della nuova realtà in cui si trovava. Non aveva avuto modo di rendersene conto, dato che era successo tutto molto in fretta tra lui e Louis. L’attrazione era esplosa e loro si erano lasciati andare. Poi, c’era stata l’emergenza a casa di Perce che non aveva dato loro modo di chiarirsi. Non ne avevano parlato ma Leon aveva chiaramente fatto capire all’altro di voler iniziare una relazione con lui. Per questo, ora, Louis gli stava raccontando la sua storia e, sempre per questo, Leon si sentì travolto ed emozionato per la vicinanza dell’altro.

Le confidenze di Louis, viste sotto quest’ottica, assumevano nuovo significato. Louis aveva accettato la loro relazione e poneva, come basi della stessa, la sua storia, affinché Leon potesse scegliere.

Sì, era proprio così e Leon si ritrovò a sorridere come un’idiota.

La creatura che aveva creduto inconquistabile e irraggiungibile, ora metteva lui a scelta.

Si erano detti, appena pochi istanti prima, di amarsi reciprocamente e Louis, per confermare questa tesi, lo stava mettendo al corrente del suo passato.

Tuttavia, Leon non aveva bisogno di questo per scegliere di rimanere accanto all’altro. Voleva sapere, certo, ma comunque il fatto che gli sarebbe rimasto accanto era fuori discussione.

Nel giro di poche ore, si trovava impelagato in una relazione con l’uomo dei suoi sogni e, ammettere questa cosa con sé stesso, lo faceva ridere senza un motivo apparente.

Era felice, finalmente, di aver qualcuno accanto. Era felice che Louis avesse scelto lui.

Anche Louis si accorse dell’espressione particolarmente gongolante dell’altro e, non capendone il motivo, gli rivolse uno sguardo perplesso.

“Scusami” esordì Leon. Sapeva, infatti, di apparire un po’ fuori luogo in quella particolare situazione però non riusciva a fare a meno di manifestare quello che provava.

“È che sono felice” disse con espressione disarmante. “Felice che tu abbia scelto di stare con me, nonostante le difficoltà che potrebbero esserci”.

Louis sorrise, ben capendo lo stato d’animo dell’altro, e Leon continuò.

“Sappi comunque che, queste fantomatiche difficoltà, le affronteremo insieme, una dopo l’altra.” disse puntandogli l’indice contro il petto. “Non ti libererai di me” lo avvertì assumendo un’aria minacciosa. “Non dopo quello che mi hai detto pochi minuti fa!” e lo guardò intensamente.

“È proprio quello che mi aspetto.” rispose Louis ridacchiando e Leon si sentì felice perché fu con un’atmosfera più leggera e sguardo più sereno che Louis riprese a narrare.

“Tanto tempo fa, ero il maggiore di quattro figli e la mia famiglia era molto in vista nella società del secolo, in particolare nell’ambito politico” continuò. “Purtroppo, sono anche il secondo sopravvissuto dei miei fratelli. L’altro, è quello che tu conosci come Phoenix” e lo guardò.

“Cosa?” non poté trattenersi Leon e Louis ridacchiò di fronte all’espressione sgomenta dell’altro.

“Io pensavo…” riprese a parlare Leon non sapendo come continuare. “Sì, insomma, all’inizio io credevo che voi foste una…” e si interruppe guardando l’altro in maniera eloquente.

“Una coppia, intendi?” chiese Louis e Leon lesse tracce di sincero stupore nel suo sguardo.

“Sì” ammise. “Vi punzecchiate come una coppia di bisbetici vecchietti.” e rise. A quella risata si unì anche Louis, scuotendo la testa.

“Quindi, anche lui, in origine era un uomo?” domandò poi Leon quando le risa cessarono.

“Sì” confermò Louis. “Lui era il secondogenito della mia famiglia, più piccolo di me di soli due anni” gli spiegò.

Leon si prese un istante di pausa per riflette dopo che le risa furono cessate. In fondo, non era da poco scoprire che Phoenix, l’altra creatura, era nientemeno che il fratello biologico di Louis. Non si erano conosciuti tramite Merlino o incontrati casualmente nel corso dei lunghi secoli che avevano vissuto.

No! Niente di tutto questo!

Erano nati, chissà quanto tempo prima, dalla stessa madre e dallo stesso padre e avevano praticamente passato tutta la vita insieme.

Tuttavia, nonostante Leon fosse felice di quel dato in più su Louis, capì che i misteri, a quel punto, si infittivano anziché diradarsi.

D’altro canto, era da quando avevano incontrato i Guardiani che, ogni volta avevano delle risposte, queste non facevano altro che portare nuove domande. Tutti i misteri che, un tempo, gli erano stati preclusi, ora invece erano davanti ai suoi occhi.

Louis ne era un chiaro esempio; Leon era infatti sicuro che, a Camelot, Louis non avrebbe avuto problemi a farsi passare per un comune uomo.

Lui non era come la Dama; era una creatura pensante che non attaccava alla cieca e, soprattutto, poteva cambiare aspetto quando più lo riteneva opportuno.

Però, a quel punto, voleva sapere perché era diventato così.

“Beh” spezzò il silenzio con una battuta, “non mi dispiacerà avere Phoenix come cognato” e ridacchiò.

Anche Louis si unì alla risata, prima di ricominciare a parlare.

“Suppongo che adesso tu abbia ancora più domande di prima” disse sorridendo e Leon annuì con il capo.

“Cosa ti preme più sapere?” domandò allora la creatura con tono mite. “Sai” continuò, sentendo di dover motivare quella domanda, “per me è complicato fare un sunto di tutto. Soprattutto, quando hai da raccontare troppi secoli” concluse e Leon capì il significato di quelle parole.

Louis lasciava a lui le domande proprio perché, quelle che si apprestava a fare, erano confidenze. Confidenze e non rivelazioni utili per gli equilibri.

Quindi, lasciava a Leon la scelta delle domande.

In fondo, era Leon che voleva sapere di più sull’altro e Louis sembrava volerlo accontentare nel modo più esauriente possibile, lasciando condurre a lui il gioco.

Inoltre, solo in quel momento si accorse di un piccolo particolare. Louis si stava confidando ma, in queste rivelazioni, tirava in ballo non solo sé stesso ma anche quello che Leon aveva scoperto essere suo fratello.

E Leon, alla luce di ciò, si sentì in dovere di esporre i suoi dubbi a riguardo.

“Non darà fastidio a Phoenix, il fatto che tu mi stia raccontando la vostra storia?” chiese, guardandolo con serietà.

Lui era un uomo d’onore e, la cosa più evidente, in quelle poche rivelazioni, era proprio il fatto che non era più solo la storia di Louis ad essere raccontata.

Se erano fratelli biologici, allora avevano vissuto le stesse cose e avuto la stessa famiglia. Almeno, questa era l’ipotesi più probabile.

E lui non voleva che i due andassero verso lo scontro a causa della sua curiosità. In fondo, avrebbe potuto aspettare che le cose, fra tutti loro, si stabilizzassero prima.

La risata di Louis lo distolse dalle sue riflessioni.

“Sir Leon, il cavaliere che rappresenta la Lealtà” disse la creatura, fissandolo intensamente. “Vedo che, questa virtù, non è andata persa, nel corso della tua vita in quest’epoca” costatò.

“Beh, considerando che siamo tutti tornati esattamente com’eravamo, è una cosa abbastanza ovvia” scrollò le spalle Leon con semplicità e anche con un pizzico d’imbarazzo.

Louis aveva un modo di fare diretto sia nei rimproveri che nei complimenti e questo poteva spiazzare un po’ l’interlocutore di turno.

Sentirsi poi elogiare con tanta sincerità nella voce era un pochino imbarazzante – considerò Leon, cavaliere dal carattere franco ma riservato – e la cosa che, forse, lo rendeva più nervoso erano quegli occhi caldi puntati addosso verso i quali – Leon lo sapeva – nulla poteva essere celato.

“Non hai propriamente ragione” lo corresse Louis scuotendo la testa e facendo ondeggiare i suoi capelli.

“Che vuoi dire?” chiese Leon con curiosità. In fondo, erano tornati uguali a come erano andati via. Come poteva sbagliare, affermando ciò?

“Hai ragione sui dati del tuo ritorno” confermò Louis. “Tuttavia” e si interruppe, come a cercare le parole adatte, “non era detto che, una volta tornati in era moderna, sareste rimasti uguali nelle virtù e nei modi di fare”.

“Non ti seguo” ammise Leon con sincerità. “Perché saremmo dovuti cambiare?”.

“Perché il tempo in cui vi siete ritrovati a vivere, quello in cui siete rinati per l’esattezza, è completamente diverso da quello a cui eravate abituati” fece notare Louis con ovvietà. “Inoltre, le vostre posizioni sociali sono diverse. A Camelot, era tuo dovere servire il regno. Ora, invece, non hai nessun giuramento che ti lega ad Artù” concluse.

“Beh, questo non c’entra nulla” lo contraddisse Leon. “Il giuramento è sempre valido, anche se fatto in un altro tempo. Il mondo sembra avere bisogno di noi, e io non ho intenzione di tirarmi indietro”.

“Questo perché sei un vero cavaliere, anche nell’animo” approvò Louis. “Ammetti però, che in questo tempo, avreste potuto scegliere di vivere diversamente la vostra vita”.

“Non sarebbe stato onorevole!” disse ancora Leon.

“Inoltre... “continuò Louis interrompendosi subito dopo.

“Inoltre?” lo incoraggiò Leon stringendo con più forza la mano dell’altro.

“Inoltre, avreste potuto scegliere di non tornare. Avreste potuto scegliere di attraversare Avalon, ma dalla parte opposta” specificò Louis guardandolo con intensità e Leon non faticò a capire le sue parole.

“Vero!” affermò. “Ma ciò non è avvenuto!” e sorrise.

“Ed io ne sono lieto” ricambiò il sorriso Louis e Leon, vedendo quello sguardo, non seppe trattenersi dall’avvicinare le sue labbra a quelle dell’altro.

In quella frase, Louis aveva espresso tutta la sua sofferenza per un suo possibile non ritorno e Leon si chiese quanto fosse realmente grande il suo dolore.

Fu per questo che sentì il bisogno di palesare la sua presenza accanto a lui, andando a sfiorare ancora quelle labbra mentre, con la mano libera, gli accarezzava la nuca.

Era indescrivibile la sensazione delle labbra calde di Louis a contatto con le sue. Un contatto in grado di fargli perdere la cognizione del tempo e di fargli dimenticare tutto, persino il suo nome.

Poca importanza aveva, in fondo, quello di cui parlavano poc’anzi. Di cos’era che parlavano, poi?

Leon non se lo ricordava più.

In quel momento, sentiva di volere solo di più.

Più cosa, poi, non lo sapeva.

Più calore, più contatto... più di tutto.

Approfondì il bacio e Louis non si fece certo pregare. Quando le loro lingue si incontrarono, fu come staccarsi dal pavimento e rimanere sospesi a mezz’aria.

L’attrazione esistente tra loro era esplosa e Leon non aveva nessuna intenzione di fermarla, stavolta.

D’altro canto, era stato Louis a voler rendergli noto quello che era stato un tempo, prima di un contatto approfondito tra loro.

Questo, solo per permettergli di scegliere. Perché Leon sapeva che Louis lo desiderava in egual misura.

Beh, la sua storia sarebbe venuta dopo.

Perché Leon accettava l’altro così com’era. Non voleva che Louis lo mettesse a scelta, dopo aver rievocato chissà quali ricordi.
Lui voleva Louis e basta!

Sì, sentiva che era giusto interrompere lì, le confidenze dell’altro. Confidenze che potevano riprendere benissimo dopo!

Fu con decisione che andò a sfiorare la pelle dell’altro sotto la maglia.

A quel punto, sentì la mano di Louis spingerlo via con delicatezza, allontanandolo quel tanto che bastava per parlare.

Era bellissimo, considerò Leon mentre osservava il volto dell’altro reprimere a stento la passione che provava.

“Mi sembrava che fossi curioso di conoscermi meglio” disse con voce roca e bassa.

Voce che fece, se possibile, eccitare di più Leon.

“Ti sembrava male” disse con decisione e Louis lo guardò perplesso. “Sono curioso ma non voglio sapere la tua storia per scegliere” disse con decisone, fissandolo con serietà. “Io, la mia scelta, già l’ho fatta”.

Louis scosse il capo, indeciso sul da farsi.

“Voglio che tu non ti penta di nulla” disse soltanto.

“E io vorrei che tu non mi interrompessi più mentre faccio la cosa che più voglio” rispose Leon avvicinandosi nuovamente e rimettendo la mano esattamente dove Louis l’aveva scostata sfidando l’altro, con lo sguardo, a contraddirlo.

“Non mi rendi le cose facili” disse Louis sottovoce, mentre Leon andava sfiorargli il collo con piccoli baci.

“Non ne ho intenzione” disse Leon tra un bacio e l’altro. “Anche prima mi hai interrotto e distratto con facilità” sussurrò direttamente sul suo collo. “Sappi che non intendo lasciartelo fare ancora” e, per zittire ogni pretesa, gli catturò le labbra in un bacio che di casto aveva molto poco.

In quel momento, infatti, contavano solo le labbra carnose di Louis che erano perfette da mordere e baciare e Leon, in quel momento, non aveva intenzione di fare null’altro che quello.

Una cosa, infatti, era essere curiosi sul misterioso passato della creatura; un’altra, invece, era che Louis si sottoponesse a un processo volontario – con lui come giudice supremo – per riguardi nei suoi confronti.

Sì, Louis lo stava facendo per lui e Leon, nonostante si sentisse toccato nel profondo dall’importanza estrema e eccessiva che Louis sembrava dare alla sua persona, sentì di dover ricambiare il gesto e la lealtà che Louis dimostrava con altrettanta lealtà.

Non gli importava nulla della storia dell’altro, se prima non poteva averlo e toccarlo. Non avrebbe cambiato idea in nessun caso e non voleva più respingere l’attrazione che c’era tra loro. Non voleva essere giudice di nessuno; tantomeno di colui che amava e che, finalmente, poteva toccare e baciare.

Louis capì l’antifona dell’altro e lo lasciò fare decidendo, finalmente, di abbandonarsi completamente alle sensazioni che provava e alle mani del cavaliere che erano arrivate a sfiorargli il torace sotto la maglia per risalire fino ai capezzoli.

Era vero, prima aveva interrotto volutamente il contatto tra loro perché sapeva che sarebbero andati oltre, proprio come stava avvenendo in quel momento.

La prima volta era stata la telefonata di Phoenix a interromperli e Louis si era preso, durante il tragitto in macchina, qualche minuto per riflettere sulla situazione.

Perché non disdegnava il contatto fisico con il cavaliere, anzi! Solo, voleva che l’altro fosse consapevole di quello che era. Non voleva che si pentisse successivamente.

Però, a quanto sembrava, a Leon non importava minimamente. Inoltre, si era anche accorto di essere stato sviato e Louis temeva che non si sarebbe fatto distrarre un’altra volta così facilmente.

Fu per questo che decise di lasciarsi andare.

Fu per questo che non oppose resistenza quando Leon, con decisione, gli sfilò la maglia, togliendosi la sua immediatamente dopo.

“Sei bellissimo” disse Leon sfiorandolo con riverenza, per poi andare a baciare i pettorali scolpiti dell’altro mentre gli accarezzava a sua volta la schiena.

“Sei bellissimo” ripeté Leon lasciando una scia umida di baci sul torace dell’altro, per risalire fino al collo.

“E lo sei in tutte le tue forme” sussurrò direttamente all’orecchio dell’altro. “Non penso di potermi fermare, a questo punto” disse poi, mentre baciava con dovizia la clavicola per passare nuovamente al collo scolpito di Louis.

“E allora...” rispose piano l’altro afferrandogli il volto e guardandolo intensamente, “...non farlo” affermò con decisione.

“Amami” disse sottovoce all’orecchio dell’altro, con una nota struggente e dolorosa nella voce che Leon non seppe classificare in nessuna sensazione da lui conosciuta.

Quello che stava avvenendo, tra loro, era troppo intenso.

Quello che stava avvenendo era troppo... troppo e basta!

Mai Leon aveva provato scariche di adrenalina e eccitazione così intense e prorompenti, a contatto con qualcun altro. Era come se la sua anima scalpitasse e il suo cuore volesse uscire dal petto.

Era come se la mente fosse annebbiata e il corpo provasse una tale frenesia da riuscire a placarsi solo a contatto con l’altro.

Troppo era il bisogno di toccarlo.

Talmente tanto che nemmeno una parola riuscì ad uscire dalle labbra di Leon in quel momento, troppo impegnato a baciare ogni porzione disponibile di pelle e a lasciare segni del suo passaggio.

Anche Louis si stava lasciando andare, Leon poteva sentirlo dai suoi gemiti mal trattenuti.

Perché l’altro continuava a trattenersi?

“Non farlo” riuscì a sussurrate, mentre le loro erezioni si sfioravano. Quanto erano ingombranti, i vestiti in quel momento? E
Perché Louis aveva ancora addosso i pantaloni? Si chiese Leon incoerentemente, in quel momento così astratto eppure così reale.

“Cosa?” domandò Louis a occhi chiusi con voce che mal tratteneva l’eccitazione che provava.

“Non trattenerti” disse allora Leon facendolo stendere sul divano mentre continuava a baciargli il collo e saliva sopra di lui affinché i loro membri si sfiorassero ancora.

“Potrei...” provò a parlare Louis senza riuscirci, troppo preso dall’estasi che provava. “Potrei inavvertitamente ringhiare,” sussurrò, mal trattenendo un gemito.

“E allora ringhia, dannazione!” affermò Leon, con rabbia. “Ma si te stesso!” e lo baciò ancora.

“Prendimi” disse allora Louis, sopraffatto dall’intensità del sentimento dell’altro.

Per la prima volta, qualcuno lo amava per quello che era, esattamente com’era.

No!

Non poteva essere un caso la venuta dei cavalieri in quel secolo!

“Sei sicuro?” affermò sottovoce Leon e Louis, di rimando, andò a baciagli le labbra.

Voleva essere amato. Voleva che qualcuno lo amasse e avesse cura di lui.

Fu per questo che si abbandonò totalmente alle sensazioni totalizzanti che l’altro riusciva a donargli.

Fu per questo che si lasciò andare.

Poco importavano, in quel momento, le domande e i perché.

In quel momento, contavano solo i loro corpi che fremevano e i loro cuori che scalpitavano.

No!

La venuta dei cavalieri non era un caso.

Non lo era nemmeno la sua nascita, qualche secolo dopo Camelot.

Non era stato un caso che il Sommo Emrys lo avesse trovato e accolto.

Niente era un caso e, finalmente, il destino stava prendendo il sopravvento su di loro, mettendo tutte le cose al posto giusto.

Nessuno dei due si accorse di quello che stava avvenendo.

Nessuno dei due si accorse di altro, entrambi troppo presi ad assecondare le sensazioni e l’estasi del momento.

Un piccolo segno che sulla spalla di Leon prendeva vita.

Una fusione che cominciava il suo corso in un oggetto molto distante da loro.

Un’altra crepa che si rinsaldava, in un oggetto più antico del mondo.
 

Continua…
 

Note:
 

Innanzitutto, grazie a tutti voi che continuate a seguire la storia!

Un grazie immenso va poi a hikaru83 che mi martella per farmi scrivere alla velocità della luce, ricordandomi che ci sono persone che aspettano, e che si sorbisce le bozze e i miei sproloqui agli improbabili orari in cui le invio tutto (tipo le cinque del mattino e orari del genere). Grazie!
 
Riguardo il capitolo, abbiamo una svolta definitiva fra Louis e Leon. Spero di aver trattato bene i loro pensieri e di aver descritto con cura le scene avvenute tra loro.
 
Come sempre, a voi l’ardua sentenza. Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate.

Nel frattempo, ringrazio chi è giunto fin qui!

Alla prossima,

Pandora86
  
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