Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Lilith in Capricorn    17/05/2016    1 recensioni
In un mondo in cui la magia è scomparsa da ben 1300 anni e gli dèi hanno smesso di parlare con i mortali ormai da tempo, l'Impero Katileo è all'apice del suo sviluppo tecnologico e la sua sete di conquista sembra incontrastabile. Ha ormai sotto il suo controllo gran parte del Grande Continente, ma una nuova alleanza di regni del nord sembra essere in grado di tenergli testa: la guerra con il Wesmark Settentrionale e Meridionale, infatti, va avanti già da diversi anni e sembra non vi sia modo di uscire dall'impasse ... Finché l'Imperatore Kut non ha un'idea brillante e ambiziosa e decide di mettere insieme una spedizione per realizzarla.
Intanto, antichi misteri, enigmatiche profezie e arcaiche forze da tempo sopite iniziano a riemergere dalle profondità dell'oblio, ma non tutti sembrano rendersene conto ...
Genere: Avventura, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2: Una visita inaspettata
 
«Prille. Prille, svegliati» sussurrò Diomas richiamandola dal sonno col suo tocco incredibilmente leggero e accorto per un uomo della sua taglia, dotato di enormi mani callose da guerriero. Stirandosi con un leggero mugolio, Prille aprì gli occhi a fatica e non ebbe bisogno di domandargli il perché del risveglio a notte fonda: il clangore delle lame e le grida degli uomini parlavano da sé.

Poiché si erano accampati a breve distanza da un avamposto dell'Impero Katileo, doveva certamente trattarsi di un'incursione notturna dei soldati del nord, anche se nessuno si aspettava che arrivassero fin laggiù tanto presto. Che strana etica che avevano da quelle parti: gli uomini dei due Regni Gemelli, Wesmark Settentrionale e Meridionale, non attaccavano mai i villaggi e le città che incontravano nella loro discesa verso sud, se questi non insorgevano per primi contro di loro, ma non si facevano scrupoli a mettere in atto incursioni e azioni di guerriglia contro gli accampamenti e gli avamposti militari.

Inizialmente, quando aveva scoperto che preferivano scontrarsi solo ed unicamente con coloro che decidevano di impugnare un'arma contro di loro, schierati in campo aperto, Prille aveva pensato che dovessero avere un grande senso dell'onore e un forte desiderio di fare buona impressione agli dèi, proprio come a Falùsh, la sua terra natia. Ma quale uomo d'onore attaccava a tradimento, nel bel mezzo della notte? Che gloria poteva esserci in una vittoria ottenuta su uomini stanchi e assonnati?

Senza perdere tempo a vestirsi, Prille si alzò dal suo giaciglio con tutta la pesante coperta che si avvolse attorno al corpo minuto, caratteristico delle genti del popolo dell'aria. Stringendosi nel tessuto ancora caldo, si diresse immediatamente fuori dalla tenda e attraversò l'accampamento dei guaritori itineranti fino al margine esterno e poi su per la collinetta, oltre la quale la luce dei fuochi appiccati le abbagliò per qualche secondo la vista.

Quando i suoi occhi si furono abituati, vide che era già stato dato fuoco a diverse tende e l'intero accampamento dei Katili era in subbuglio. La cosa interessante, e anche un po' inquietante, era che l'irruzione era avvenuta sul lato ovest dell'accampamento, dunque gli uomini del nord dovevano aver fatto un largo giro, passando a pochissima distanza dal campo dei guaritori, senza che nessuno di loro se ne fosse accorto, neanche un veterano come Diomas.

Non che per loro rappresentassero un pericolo: l'accampamento era disseminato di bandiere dell'Ordine della Mandragora e i soldati del Wesmark avevano da tempo capito che quel vessillo indicava un luogo in cui chiunque poteva trovare rifugio, accoglienza e guaritori. L'Ordine, infatti, benché fosse stato fondato nelle terre dell'Impero, era totalmente indipendente e si occupava di curare i mali di tutti, a prescindere dalla razza e dalle origini. Specie nella divisione dei guaritori itineranti, temporaneamente stanziati nelle frontiere di guerra.

«Forse domani non avremo molti feriti, dopotutto» affermò Diomas, osservando la piega che aveva preso la situazione. Di solito le incursioni erano più delle azioni di disturbo, che dei veri e propri attacchi e, dopo aver distrutto e razziato un po', i Wesmarkiani si ritiravano alla svelta, prima ancora che i soldati Katili potessero organizzarsi. Stavolta, però, gli invasori si erano spinti ben oltre quel punto.

Come se gli dèi avessero voluto dimostrare che Diomas non aveva torto, proprio in quel momento videro zoppicare nella loro direzione un soldato mezzo vestito con la divisa dell'Impero, inseguito a breve distanza dalla figura slanciata di un soldato del nord. Il primo uomo stava risalendo a fatica la collinetta al limitare dell'accampamento e forse avrebbe potuto salvarsi raggiungendo i guaritori, se a pochi metri da loro non fosse inciampato e l'uomo del Wesmark, approfittandone, non avesse lanciato un'ascia che andò a conficcarsi nella nuca del pover'uomo, schizzando di sangue le vesti bianche dei guaritori. L'uomo andò a riprendersi l'arma, fissò ansimando il gruppetto per qualche attimo, poi si voltò e si diresse di nuovo verso l'avamposto.

C'era una strana regola non scritta sulla quale entrambi gli schieramenti sembravano concordare: l'Ordine della Mandragora poteva andare in cerca di feriti solo dopo che le battaglie si erano concluse. Per nessuna ragione bisognava prestare soccorso in fase di combattimento, a meno che il ferito non riuscisse a raggiungere il campo dei guaritori con le sue sole forze. Ne andava della loro stessa vita, questo i guaritori lo sapevano bene. In particolare, i soldati del Wesmark non si facevano scrupoli ad uccidere chiunque tentasse di strappare la vita di un uomo dalle loro grinfie. Sebbene alla guaritrice che era in Prille questo non piacesse, un'altra parte di lei, più vecchia e mai dimenticata, capiva e accettava questa regola.

Ben presto, tutti i guaritori furono svegli e si unirono al gruppetto sulla collina, ad osservare lo spettacolo di fiamme e grida, col pensiero rivolto all'imminente, disperata ricerca di qualche ferito grave scambiato per morto, che forse sarebbero riusciti a salvare. Ce n'era sempre qualcuno. Una volta, Prille aveva persino trovato un soldato che si era finto morto per cercare di salvare la pelle. Memore del suo addestramento, lontano negli anni, ma sempre vivo nella mente, Prille non aveva potuto fare a meno di rimarcare quale stupida idea fosse stata e quanta fortuna lui avesse avuto.

«Avreste potuto finire calpestato da un tarkal, o peggio avrebbero potuto scoprirvi» lo aveva ammonito. «Non so che considerazione abbia la vostra gente dei codardi, ma a Falùsh vi avrebbero giustiziato seduta stante!»

Mentre ripensava a quell'uomo sconsiderato, chiedendosi distrattamente che fine avesse poi fatto, Prille venne nuovamente scossa con delicatezza da Diomas, il quale si chinò lentamente fino all'altezza delle sue spalle, per poi distendere il braccio in modo che lei, seguendolo con lo sguardo, puntasse gli occhi nella direzione da lui indicata. «La vedi, Prille?»

La donna scosse la testa. Diomas aveva sempre avuto dei sensi incredibilmente sviluppati: riusciva a vedere, sentire e odorare qualunque cosa con grande anticipo su chiunque altro; per questo era inquietante che i Wesmarkiani fossero riusciti a sgattaiolare così vicini al loro accampamento, senza essere notati. L'unico suo senso che sembrava essere normale, se non addirittura inferiore, era il gusto: riusciva a trangugiare letteralmente qualsiasi cosa, non importava quanto fosse bruciata, malandata, poco cotta, piccante, o semplicemente disgustosa. Chissà, forse era a causa di quegli alcolici così forti che tanto amava e che a volte erano sufficienti a stendere i pazienti da operare, anche senza l'aggiunta del succo di mandragora.

Continuando a osservare in direzione della costa, dopo qualche minuto Prille scorse finalmente un'enorme sagoma fluttuare dolcemente al di sopra delle acque del Mare Interno, illuminata dalle fiamme che divoravano parte dell'avamposto. Poi, improvvisamente, vide levarsi una gigantesca fiammata in una sezione dell'accampamento già totalmente occupata dagli uomini del nord con i loro vessilli. La fiammata dalla sfumatura tendente al verde si spense altrettanto velocemente, ma non prima di essersi voracemente attaccata ad alcuni degli uomini.

«A quanto pare, stavolta è andata bene all'Impero» constatò Prille, scuotendo la testa con un sorriso incredulo.

La nave volante, sulla cui prua era ora visibile una polena raffigurante un tarkal rampante, simbolo dei Katili, sganciò una seconda sfera di sangue di Mut, un liquido infiammabile noto sin dai tempi antichi, ma che solo di recente Prille aveva visto impiegare in battaglia, e subito una nuova fiammata verde divampò sul lato ovest dell'avamposto, illuminando lo scafo parzialmente incrostato di alghe e parassiti marini.

Man mano che la nave si avvicinava fluttuando e le fiammate verdi aumentavano, gli uomini del nord iniziavano a ritirarsi, abbandonando l'avamposto. Non aveva senso insistere: l'accampamento era praticamente distrutto, i soldati che vi erano stanziati quasi decimati; ci sarebbero voluti giorni, forse settimane per ricostruire tutto e rinforzare le difese. C'era tutto il tempo per organizzare un nuovo attacco, sarebbe stato sciocco rimanere lì a farsi bersagliare dalla nave.

Per un po', alcuni dei superstiti tentarono un coraggioso inseguimento, ma ben presto dovettero rinunciare. Dopo aver fatto ritorno, accolsero pieni di gratitudine i loro salvatori dal tempismo perfetto, per poi occuparsi tutti insieme dei principali danni arrecati all'accampamento, a partire dai fuochi ancora ardenti e i feriti da soccorrere.

«Forza» disse Prille rivolgendosi ai suoi compagni guaritori, «iniziamo a preparare i giacigli, i sedativi e gli strumenti per operare. Tra non molto inizieranno ad arrivare i primi feriti.»

«Coraggio» aggiunse Diomas, voltandosi e dirigendosi per primo verso l'accampamento dei guaritori, dopo aver dato una pacca sulla spalla al ragazzo alla sua sinistra.

*

Come Diomas aveva predetto, non arrivarono molti feriti, ma le ore seguenti furono comunque estenuanti. Tra arti da amputare, ferite da suturare e ossa rotte da steccare e fasciare, Prille si ritrovò a dover eseguire anche una complicata operazione su un uomo che era stato colpito con tale forza alla testa che la lama, probabilmente quella di un'ascia, aveva spaccato in due l'elmetto e rotto il cranio. Fortunatamente, la ferita non era profonda e l'osso sembrava essersi spaccato solo lungo il taglio, senza frantumarsi.

Dopo aver controllato un'ultima volta che tutti avessero sedativi a sufficienza, la guaritrice fece ritorno alla propria tenda per cambiarsi e darsi una lavata. Mentre era intenta a ripulirsi il corpo con un panno imbevuto di acqua e schiuma di erba saponaria, Diomas venne a chiamarla, rimanendo fuori dalla tenda, ma lei istintivamente si coprì ugualmente il corpo con le ampie ali, della stessa gradazione di nero dei suoi capelli.

«Prille, c'è un ufficiale della Guardia Imperiale che desidera parlarti. È venuto fin qui sulla nave volante proprio per incontrare te. È per una questione molto importante.»

«Va bene, grazie. Fallo accomodare e riferiscigli che verrò a incontrarlo al più presto» disse e subito riprese a strofinarsi nervosamente la pelle e poi a vestirsi in gran fretta.

Cosa mai poteva volere da lei l'Imperatore Kut per inviare un membro della sua Guardia personale? Sperava solo che uno dei suoi guaritori della capitale non avesse combinato qualche pasticcio, mentre aveva in cura un membro della famiglia imperiale. Sarebbe stata una catastrofe: l'Ordine avrebbe dovuto rinunciare ad una consistente quantità di fondi e donazioni. Nel peggiore dei casi, forse l'Imperatore avrebbe potuto persino pretendere la sua testa, oltre a quella del guaritore direttamente responsabile. La giovane faleyon inspirò profondamente.

Non appena si fu tranquillizzata e convinta che se fosse successo qualcosa di tanto grave lo avrebbe già saputo, si diresse con passo deciso verso il baldacchino sotto il quale facevano accomodare gli ospiti che non necessitavano di cure. Era una splendida mattina di inizio autunno e l'aria conservava ancora un po' del piacevole calore della stagione appena passata.

Sotto il baldacchino, seduto assieme a Diomas davanti ad un tavolo molto spartano, c'era uno shuriel, un uomo del popolo dell'acqua, con indosso la caratteristica divisa della Guardia Imperiale, dorata come quella dei soldati semplici, ma molto più elegante e sfarzosa. Tuttavia, dato che l'uomo era uno shuriel, l'abito era stato adattato alle sue particolari esigenze: innanzitutto, era molto più leggero, dal momento che gli uomini del mare sopportavano meglio il freddo, e i calzoni erano aperti sulla parte esterna dei polpacci, attorno ai quali erano ripiegate le particolari membrane che fungevano da pinne sott'acqua. Anche la testa era scoperta, lasciando esposta la caratteristica cresta che partiva dalla nuca e arrivava fino alla fronte, grazie alla quale, a quanto si diceva, potevano comunicare tra loro in acqua.

Prille si concesse un istante per ammirare la pelle del nuovo arrivato, prima di avvicinarsi. L'aveva sempre affascinata la pelle della gente acquatica. Forse perché era l'esatto opposto di quella irsuta dei faleyon. L'uomo, infatti, era completamente glabro e la carnagione era molto chiara, di una luminosa sfumatura azzurrina che esaltava la sinuosità e l'eleganza del suo corpo slanciato e del suo volto dagli occhi grandi.

Quando Diomas la vide arrivare, subito si alzò e iniziò immediatamente a fare le presentazioni: «Capitano Kurajan, permettetemi di presentarvi Prille Mei Larìs, fondatrice dell'Ordine della Mandragora e Prima Guaritrice. Fidatevi, se vi dico che in tutta la mia vita non ho mai conosciuto qualcuno più nobile e coraggioso di questa donna. La nostra amicizia dura ormai da molti anni e la mia ammirazione per lei cresce ogni giorno di più.»

Il Capitano Kurajan sorrise e annuì, profondendosi in un leggero inchino. «Ho sentito molto parlare di voi e del vostro leggendario viaggio attraverso il Grande Continente, dall'Isola di Falùsh nel profondo sud, fino all'Isola degli Effimeri, sul lago di Mèren Lon. Se le storie sono vere, è proprio durante quel viaggio che è nata la vostra amicizia e la vostra collaborazione, nonché l'idea di fondare l'Ordine.»

«Siete ben informato, Capitano. Non credevo che la nostra vecchia impresa fosse divenuta tanto famosa» rispose Prille che già si sentiva a suo agio, vista la cortesia e la cordialità del giovane Capitano.

L'uomo si strinse nelle spalle. «I nobili di Katils amano sentir raccontare storie e la vostra è a dir poco avvincente. Inoltre, la vostra accademia e la vostra casa di guarigione hanno riscosso un gran successo in città. Si dice addirittura che voi siate in grado di curare ogni male.»

La donna abbassò lo sguardo, lusingata e imbarazzata al tempo stesso. «Vorrei che fosse vero, ma purtroppo esistono mali che neanche gli dèi potrebbero scacciare, se esistesse ancora la loro magia.»

«Mi piace che riconosciate di avere dei limiti, credo sia una conferma del vostro valore e della vostra onestà: per quel che ho potuto vedere sinora, chi afferma di poter curare qualunque cosa non è che un millantatore.»

«Capitano, spero che non mi riteniate scortese, ma posso chiedervi il perché della vostra visita e di tutto questo interesse nei miei riguardi?» domandò Prille, sforzandosi di apparire rispettosa.

«Certamente» rispose l'uomo, tutt'altro che offeso. «Sedetevi con me e vi racconterò tutto.»

Prille si sedette di fronte al Capitato, sulla sponda opposta del tavolo, ma notando che la superficie era libera da qualunque oggetto subito domandò: «Volete che vi faccia portare dell'acqua?»

«Sì, credo sia meglio. Vi ringrazio.»

Senza neanche attendere la richiesta di Prille, Diomas andò a subito prenderne una brocca fresca. Dopotutto, era un fatto noto a tutti che gli shuriel, anche se potevano tranquillamente vivere a terra, avevano frequentemente bisogno di bere e di bagnarsi la pelle. Altrimenti, questa avrebbe iniziato a seccarsi e dopo un paio di giorni a spaccarsi e sanguinare, finché, dopo una lenta agonia, non sarebbe sopraggiunta la morte.

Dopo aver bevuto qualche sorso, l'uomo parlò: «Mi chiamo Kurajan Wegs e sono il Capitano della Guardia Imperiale, uno degli uomini più fidati dell'Imperatore Kut Menradt. Sua Altezza ripone in me la sua più totale fiducia e per questo mi ha affidato un'importantissima missione da compiere. Se riuscirò, anzi, se riusciremo a portarla a buon fine, ci sono ottime probabilità che la guerra contro il Wesmark si concluderà in pochissimo tempo, con grandi benefici per tutti noi.»

«Qual è lo scopo di questa missione, se mi è concesso saperlo?» domandò Prille, incuriosita e un po' sospettosa. «E cos'ha a che fare con me?»

«L'obiettivo è recuperare un oggetto che potrebbe aiutarci a porre fine a questa guerra. Il mio compito è quello di organizzare la spedizione che andrà a recuperarlo. Ovviamente, ne farò parte anch'io. Ho bisogno di pochi uomini, ma molto validi. Tra questi, è necessario un guaritore. Uno che non solo sia brillante nel suo mestiere, ma che sappia anche difendersi, nel caso subissimo un attacco.

«Vista la vostra preparazione sia medica che militare, ho pensato subito di proporre l'incarico direttamente a voi. Ovviamente non siete obbligata: non siete una suddita dell'Imperatore e so che avete delle responsabilità verso l'Ordine della Mandragora e verso la causa che avete abbracciato, perciò se avete un altro buon nome da suggerirmi tra i vostri guaritori, dite pure.»

A quel punto, Prille scambiò un'occhiata con Diomas e vide riflessa sul volto di lui la sua stessa perplessità. «Avrò bisogno di qualche altra informazione» disse. «Tutte quelle che vi è concesso darmi, senza che io sia tenuta ad accettare.»

«Lo immaginavo; ditemi cosa volete sapere.»

«Dunque ... Immagino che non possiate dirmi di che oggetto di tratta, esatto?»

L'uomo annuì. «Infatti, sono spiacente.»

«Potete almeno dirle dov'è che si trova, o quanto tempo starà via, se accetterà?» intervenne Diomas.

«Purtroppo non saprei dirvi con esattezza quanto durerà il viaggio: se Prille accetterà, infatti, ho intenzione di portarla via con me subito, ma mancano ancora un paio di membri alla spedizione e vorrei che li scegliessimo assieme, proprio come insieme abbiamo scelto lei, io e gli altri che già fanno parte del gruppo.»

«Dunque, non è stata un'idea soltanto vostra quella di venire a cercarmi.»

«No, anzi, in verità è stato qualcun'altro a fare il vostro nome. Una persona che avete già incontrato, molti anni fa, ma di cui non credo abbiate memoria.»

«Davvero? Di chi si tratta?»

Per tutta risposta, Kurajan fece un lieve sorriso desolato.

«Capisco, non potete dirmelo. Avete detto che cercate un guaritore che sappia difendersi. È davvero così rischioso, questo incarico?» Non c'era neanche un accenno di timore nella voce di Prille, solo una sincera curiosità.

«Potrebbe esserlo. Dovremo attraversare più di un territorio nemico e, anche se staremo alla larga dalle strade principali e avremo con noi una guida e un esploratore, non c'è alcuna garanzia che non incapperemo in qualche situazione ... spiacevole. E, anche se saremo scortati da gente forte e abile con la spada, preferirei che ognuno di noi sapesse almeno difendere se stesso. In ogni caso, faremo sempre tutto il possibile per tenervi al sicuro.»

Prille annuì silenziosa, immersa nelle proprie riflessioni.

«Territorio nemico, avete detto?» domandò Diomas.

«Sì.»

«Capitano, dov'è che andrete, esattamente?»

Kurajan esitò qualche istante. «Nel cuore del Wesmark Meridionale.»

«La città di Thos?» ribatté l'altro, sgomento.

«Sì. È lì che si trova l'oggetto che cerchiamo.»

Prille e Diomas si scambiarono una nuova occhiata incredula.

«Voi ... avete intenzione di derubare la Regina Serementìs? Nella sua stessa capitale?» domandò Prille, scettica e intrigata al tempo stesso.

«Proprio così» ribatté Kurajan Wegs, senza scomporsi minimamente.

«Beh, non c'è che dire» commentò Diomas, «di certo l'audacia non vi manca.»

«Bisogna averne per forza, se si vuole trionfare, o anche solo sopravvivere, in simili imprese. È anche per questo che cerco un guaritore che abbia fegato, oltre che ...»

«Non crediate che un qualsiasi guaritore non abbia coraggio da vendere» lo interruppe Prille, in un moto di stizza. «Non avete idea di quanto bisogna averne per fronteggiare certe situazioni, per prendere decisioni estreme con poco tempo a disposizione, o anche solo per avere nelle proprie mani la vita di un uomo.»

Kurajan Wegs la guardò negli occhi in silenzio per qualche istante, prima di annuire. «Credo che abbiate ragione voi. Perdonatemi.»

«No, perdonatemi voi per essere stata tanto brusca. È solo che i guerrieri e i soldati sono spesso convinti che esista un solo modo per essere coraggiosi e valorosi.»

Il Capitano, evidentemente colpito dalle parole di Prille, continuò a osservarla in silenzio, immerso nelle proprie riflessioni, finché Diomas non decise di interrompere quell'imbarazzante momento di impasse: «Dunque, avete intenzione di raggiungere la città di Thos?»

«Sì, è così» rispose l'altro, spostando lo sguardo su di lui.

«Posso chiedervi come avete intenzione di farlo? Voglio dire: nessuno sa dove sia stata ricostruita, dopo che fu distrutta diversi anni fa da quella bestia degli abissi, se la storia è vera. Nessun uomo dell'Impero vi ha mai messo piede, da quando Serementìs è stata incoronata regina.»

«Come ho già detto, avremo anche una guida con noi.»

«Sì, so che lo avete detto, ma ... una guida che conosce la posizione di Thos?»

Il Capitano sorrise. «So cosa state pensando: qualunque prigioniero del Wesmark morirebbe, piuttosto che portarci a Thos, se ne conoscesse l'ubicazione. Ma la persona che ho intenzione di portare con noi ha molto da guadagnare da questa collaborazione e io sono certo di poterla convincere. Nel caso non dovessi riuscirci, però, potremo sempre contare sull'esploratore.»

«Chi è quest'esploratore tanto in gamba?» domandò Diomas, ancora molto scettico.

«Il migliore di tutto l'Impero» rispose Kurajan mortalmente serio e questo bastò a zittire l'uomo.

«Sembrate molto fiducioso, oltre che determinato» commentò Prille.

«Perché lo sono. Inoltre, ho le mie buone ragioni per voler portare all'Imperatore l'oggetto che desidera.»

La guaritrice soppesò le sue parole per qualche istante. Poi sospirò e disse: «Molto bene. Prenderò in considerazione la vostra proposta, se mi garantite che tutto ciò servirà a porre fine a questa inutile e terribile guerra: va avanti da fin troppi anni, ormai, e io ho visto morire fin troppi amici.»

Kurajan annuì solennemente. «Vi assicuro che non sarà uno spreco di tempo e di forze. Avete la mia parola.»

Prille annuì silenziosamente, stropicciandosi un occhio. «Vi riferirò al più presto la mia decisione. Vogliate scusarmi, ora: è stata una lunga notte e ho molto bisogno di riposare.»

«Certamente» disse il Capitano alzandosi. «Rimarrò qui per altri tre giorni. Qualunque sia la vostra decisione, sapete dove trovarmi» concluse, inchinandosi nuovamente verso di lei. «Signore» aggiunse, congedandosi anche da Diomas.

Il Capitano stava per rimontare sul suo tarkal dalla cresta variopinta, quando si fermò bruscamente e si voltò di nuovo verso di loro. «Perdonatemi» disse, «ma credo vi siate dimenticata di farmi una domanda molto importante.»

«Non credo. Cos'altro avrei potuto chiedervi?»

«Non desiderate sapere quale sarà la vostra ricompensa?»

La guaritrice si strinse nelle spalle. «La fine di questa guerra sarà una ricompensa più che sufficiente. Anche se non rifiuterei un piccolo aumento dei fondi per l'Ordine, o qualche trattato medico in più per l'Accademia.»

Kurajan fece un altro dei suoi sorrisi frequenti, ma appena accennati. «Farò in modo che abbiate tutto ciò che desiderate.»

Detto questo, rimontò in sella e, afferrandogli le corna corte e affusolate, guidò il grosso rettile verso l'accampamento dell'Impero, o ciò che ne rimaneva.


La "e" finale di "Prille" è muta e la "j" di "Kurajan" si pronuncia come quella di "Jack".

Non dimenticate che l'est e l'ovest sono inverititi e che presto avremo una cartina :).
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Lilith in Capricorn