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Autore: NinaD    18/05/2016    7 recensioni
Dal Testo:
“non te lo chiederei se non fossi disperato” disse lui guardandola negli occhi, con quegli occhi grigi così profondi, illuminato dalla tenue luce artificiale sopra al bancone, Mira sentì la forza delle gambe cedere a causa di quel contatto profondo, sembrava che le stesse implorando l'anima e Mira gliela avrebbe anche concessa “ok” disse sicura buttando giù alla goccia quel bicchierino che pensava non avrebbe bevuto.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elfman, Lisanna, Luxus Dreher, Mirajane, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino, dopo la pazza ricerca dei felini, sembrava non essere mai sorto davvero a causa della interminabile pioggia, il cielo fu scuro e minaccioso per tutto il giorno, come una notte perenne che riuscì a incupire anche il più positivo dei cuori
-Ma quando arriva l'estate?- Natsu guardava fuori dalla finestra con la stessa tristezza di un bambino in punizione, i palmi appoggiati al vetro freddo e un alone opaco che si estendeva e restringeva a ritmo del suo respiro
-Avrai da aspettare ancora un bel po' di mesi- lo canzonò Lucy entrando nella sala da pranzo con le stoviglie in mano, sentendolo emettere un lamento contrariato in risposta. Era l'ora di cena e la capo chef dal rosso crine se ne stava ai fornelli, aiutata da Mira che si era proposta con entusiasmo non sapendo come l'umore dolce e amichevole di Erza si tramutasse in autoritario ed esigente una volta indossato il grembiule.
-Beh non mi aspettavo un lavoro pulito e professionale ma Mira... hai mai tagliato una cipolla?- chiese con tono nervoso la rossa, spostando di peso l'albina dal tagliere e strappandole prepotentemente il coltello dalle mani affusolate
-va a girare la vellutata- ordinò subito dopo e Mira si ritrovò a contare fino a dieci cercando di trattenersi dall'esplodere. Era sempre stata una ragazza molto paziente e accomodante, ma quando perdeva il controllo era davvero difficile franare l'inesorabile ira di quella che a casa Staruss chiamano, Elfman con timore Lisanna con ironia: “la diavolessa”.
Il vapore uscì dalla pentola di coccio sprigionando tutto il profumo della deliziosa vellutata di zucca e noci, Mira prese il lungo cucchiaio di legno cominciando a girare il bollente e denso contenuto della pentola
-Mira-san tra quanto sarà pronto?- la delicata voce di Wendy fece alzare lo sguardo dell'albina, ormai non sembrava più strano veder spuntare la piccola blu in casa dei Dreyer. Mira si chiese se avesse addirittura una copia delle chiavi per entrare quando voleva
-tra pochi minuti- rispose l'albina sorridendo materna
-vatti a lavare le mani e avverti gli altri- disse continuando a girare la vellutata con movimenti fluidi e continui, la bambina sorrise leccandosi le labbra e scomparendo dalla cucina in saltelli gioiosi.

Quel giorno il ristorante aveva avuto pochissimi clienti e non c'era da stupirsi, chi sarebbe mai uscito con quel tempaccio? Mira aveva passato gran parte della mattinata con Natsu e Lucy dal veterinario per controllare le ferite dei micetti che, come pensava, erano solo superficiali. Girare il mestolo nella vellutata aveva un che di rilassante, quasi terapeutico e Mira, con lo sguardo perso nella densa consistenza della cena, si ritrovò a pensare che il biondo cavaliere era stato distante tutto il giorno, infondo non lo biasimava. In quei giorni passati insieme l'albina aveva capito che Laxus fosse un tipo orgoglioso e introverso e rivelare un aspetto tanto triste della sua vita doveva averlo scombussolato, o almeno così credeva.
Mira spense il fornello prendendo i piatti dalla credenza, ormai si muoveva con disinvoltura in quella casa e con un sorriso raggiante si apprestò a portare in tavola la tanto attesa cena.
Attorno al lungo tavolo di legno massiccio era seduta tutta la famiglia che, tra risate e chiacchiere superficiali, cenava in tranquillità, quell'atmosfera fece venire alla mente di Mira il natale, era incredibile come ogni giorno paresse una festa in quella casa. L'albina si voltò buttando un'occhiata veloce al biondo seduto accanto a lei, che l'aveva a malapena guardata quel giorno.
-Ehi scricciolo la finisci tutta quella?- chiese Gajeel indicando la zuppa restante nel piatto di Levy
-Hai ancora fame? Sei un pozzo senza fondo- rispose Levy sgranando gli occhi, il moro rispose con un mezzo sorriso ammaliatore e la turchina gli passò il suo piatto senza fare troppe storie.
-Sono contenta che Happy e Charle si siano ripresi- disse Wendy prendendo un boccone di pane, lo sguardo perso aldilà del tavolo, sul tappeto del salotto dove i gatti dormivano beati
-Vedi di non perderli d'occhio ragazzina, non ci torno sotto la pioggia a cercarli- la incalzò Laxus con tono poco gentile. Mira si voltò di scatto guardandolo con rimprovero, infondo la bambina non aveva colpe ed era anche molto emotiva, avrebbe potuto rabbuiarsi per tutta la sera a causa di quella frecciatina ma, al contrario, la blu rispose con un cenno determinato del capo e un sorriso grato.
La cena passò e il buon umore fu incoraggiato anche dalla magnifica torta panna e fragole di Erza che fece dimenticare a tutti la cupa tempesta che si abbatteva sulla casa, e anche l'ormai tipico battibecco tra Grey e Natsu quella sera arrivò puntuale quando la testa rosa trovò una vecchia chitarra nel ripostiglio.
-Guarda Lucy, sembro una rock star!- scherzò il ragazzo mettendosi in posa con la chitarra, la bionda rise sinceramente
-Attento fiammella, con la reputazione che ti ritrovi l'unica cosa che potresti fare con quella è carbonizzarla!- lo punzecchiò Grey
-o potrei dartela in testa!- latrò Natsu impugnando lo strumento.
-Ma quella non era di Laxus?- notò Freed avvicinandosi, interrompendo quel bisticcio che sarebbe potuto esplodere in una rissa
-Ma si è vero- confermò Makarov sorridendo
-Sarebbe meglio non romperla, ci tiene molto- continuò il vecchio e Mira si guardò intorno cercando la figura del biondo senza successo, sarebbe stato bello sentirlo suonare un po'.
Nella bocca ancora il sapore dolce del dessert quando la tasca di Mira cominciò a vibrare LISANNA compariva ad intermittenza sullo schermo e, congedandosi dagli altri, l'albina si appartò nel salotto per parlare con la sorella.

-Mira non vorrei rovinarti la bella vacanza, ma quando torni a casa?- chiese Lisanna, le parole alternate dallo sbiascicare di chissà quale snack super calorico che, per dono divino, tanto non l'avrebbero fatta ingrassare. Mira guardava fuori dalla finestra, voci allegre e risate provenivano sommesse dalla stanza accanto
-non so- rispose sospirando, anche lei sapeva che sarebbe dovuta rincasare presto ma l'idea di tornare, dicendo addio a tutti e specialmente a Laxus, le portava sconforto.
-Non ricordo nemmeno più come sei fatta- scherzò Lisanna, comodamente seduta sul letto della camera della sorella maggiore, approfittando di quell'assenza per godersi il letto che, secondo lei, era più grande e comodo del suo.
-Esagerata- rispose Mira ridendo, buttando uno sguardo attraverso il vetro dell'ampia finestra del salotto
-Torno presto- continuò poi, il riflesso del suo volto sul vetro mostrava un'espressione mesta che tradiva la voce strategicamente serena
-Sarà meglio- la intimidì sarcasticamente Lisanna prima di chiudere la telefonata con un saluto affettuoso.

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I ragazzi erano andati via da poco, si salutarono velocemente sapendo che tanto si sarebbero visti al ristorante il giorno dopo o direttamente a cena al rustico casolare Dreyer. Mira sorrise ondeggiando la mano dal portico, osservando le macchine sparire nell'ombra. L'orologio segnava appena le dieci e l'albina fece un breve giro del piano in cerca di Laxus, l'aveva perso d'occhio dal dessert
-è salito in camera un po' di tempo fa- rispose il nonno a quella muta domanda
-ah, grazie! Allora credo che andrò anche io- disse Mira sorridendo timidamente e, dopo un cenno con la mano, salì al piano superiore. Quando entrò nella stanza Laxus era già a letto che sfogliava distrattamente un libro
-Ehilà- disse Mira con disinvoltura
-Sono già andati tutti via?- chiese Laxus senza alzare lo sguardo
-Già, la pioggia sembrava essersi calmata un po' e ne hanno approfittato- spiegò Mira prendendo il pigiama da sotto il suo cuscino
-vado a cambiarmi- lo avvertì infine chiudendosi in bagno.

La luce era spenta da un po' ma nessuno dei due riusciva ancora a prendere sonno, Laxus scrutava il soffitto con le braccia incrociate dietro la testa, osservando incantato come i fulmini lo illuminassero a scatti, ruggendo feroci subito dopo. Sentiva che Mira era ancora sveglia, riusciva a percepirlo nonostante gli desse le spalle a causa del suo respiro che pareva quasi teso piuttosto che lento e profondo come al solito, eppure non gli era sembrato di capire che il temporale la inquietasse prima di quel momento. Non sapeva cosa fare, doveva forse chiederle come stava? Laxus schiuse le labbra prima di sentire Mira cominciare a tremare accanto sé e a quel punto il corpo agì prima della mente. Le mani grandi arrivarono da sotto le coperte sui fianchi stretti dell'albina, tirandola a sé
-che fai?- chiese la ragazza poggiando una mano su quella di Laxus e voltando appena la testa, guardandolo sorpresa
-ti riscaldo, non riesco a dormire con te che tremi come un foglia- brontolò il biondo
-o forse sono i temporali a farti paura?- azzardò stringendola appena, sentendo il petto aderire perfettamente sulla schiena di lei, in quella posizione sembravano tanto due cucchiai in un cassetto. Mira sospirò di sollievo sentendo così vicino il calore di Laxus su di lei, aveva una presa salda sui suoi fianchi, rassicurante, ma al contempo delicata e affettuosa
-adoro i temporali- disse, un bisbiglio nel buio
-quando ero piccola dormivo nel mio letto solo se fuori pioveva- aggiunse sorridendo
-e se non pioveva che facevi?- chiese Laxus, tanto vicino da sussurrarglielo all'orecchio
-non dormivo- rispose Mira ridacchiando, accoccolandosi un po' di più fra le braccia del ragazzo
-o dormivo con i miei- continuò, ricordando le notti strizzata fra mamma e papà nel grande letto matrimoniale.

Mira si voltò di scatto, restando comunque avvolta dall'abbraccio di Laxus, lui era stato sincero con lei, si era in un certo modo confessato rivelando il lato fragile del grande cavaliere imbronciato e forse un modo per mostrare gratitudine non era sorridergli, accarezzarlo o altro. Forse il modo migliore per pagare una confessione era un'altra confessione, uno scambio equo insomma
-Quando ero piccola ero tremenda: arrogante, spaccona e viziata da morire- cominciò Mira, ignorando lo sguardo perplesso di Laxus su di lei
-pero mi piacevo sai? Non avevo mai paura di niente e nessuno, mi sentivo forte- disse accennando un sorriso, una mano ad arricciarsi meccanicamente una ciocca di capelli bianchi.
-Poi i miei sono morti, e il mondo mi è caduto addosso, non sono qui a lagnarmi o altro voglio solo dire che sono cambiata, dovevo prendermi cura dei miei fratelli e far in modo che stessero bene e penso di aver fatto un buon lavoro- disse convinta, annuendo fra sé e sè, ma Laxus sentiva che stava per arrivare un “ma”
-però alcune notti c'è il temporale, e se chiudo gli occhi mi sembra di sentire la ninna nanna di mia madre e la voce di mio padre che mi da la buona notte- disse chiudendo gli occhi
-e sono di nuovo una bambina sola in un letto troppo grande e ho di colpo paura di tutto- finì così il discorso, cercando disperatamente di non balbettare nessuna parola e nascondendo il mento tremante e gli occhi lucidi.

Laxus la guardò attentamente, Mirajane Strauss, la sua barista, quello schianto di ragazza sempre sorridente a cui aveva raccontato cose di lui che nessuno sapeva, solo perchè sembrava giusto farlo, adesso se ne stava nel suo letto, fra le sue braccia a ricordare cose altrettanto tristi cercando di non piangere. Avrebbe voluto dirle che con lui poteva farlo, che poteva dirgli tutto e piangere quanto voleva, che l'avrebbe tenuta stretta tutta la notte e durante tutti i temporali che voleva solo per farla dormire serenamente. Ma forse a lei non interessava sentire quelle parole, forse non lo avrebbe nemmeno creduto, così fece la stessa cosa che aveva fatto lei la notte prima nel fienile: la strinse a sé. Le accarezzò i capelli come un cucciolo smarrito mentre la sentiva singhiozzare sul suo petto, le mani di lei strinsero la sua maglietta di cotone affondando il viso nella solida consistenza del suo torace. L'avrebbe tenuta così per sempre se solo glielo avesse permesso e di colpo una fitta al cuore lo fece sussultare appena, impercettibilmente, abbassando lo sguardo verso la ragazza avvinghiata a lui, si rese finalmente conto che quella che era cominciata come una stupida bugia gli stava ormai stretta. Avrebbe tanto voluto conquistarla davvero, partendo con chiederle il numero una mattina al Book Cafè cominciando con le telefonate imbarazzate arrivando poi alle cene, agli appuntamenti e i cioccolatini e i fiori. Lo scoprirsi piano piano e dalle cose più banali come “qual'è il tuo colore preferito?” piuttosto che averla catapultata in quella stramba messa in scena, bruciando tutte le tappe e arrivando a confessarsi per prime le cose che tenevano più nascoste. E in quel momento Laxus si chiese se esisteva un modo per sistemare tutto, per fare le cose come si deve per una volta, con lei che se lo meritava davvero.

Spazio di Nina
Okay Okay, da dove cominciare? In mia discolpa per il notevole ritardo posso dire che sono stata male e che, a dire il vero, non sto ancora troppo bene. Ma la ragione di questo ritardo è anche un'altra, come ho detto nel primo capitolo il motivo per cui io sto pubblicando ciò che scrivo è per imparare e migliorare e diciamo che è quello che ho cercato di fare. Pensavo di essermi un po' persa per vari motivi emotivi, ma adesso sto cercando di riprendere le redini e capire meglio come io ,Nina, voglio scrivere e raccontare storie. Spero che il capitolo non sia troppo corto, data l'attesa, o noioso e sgangherato e che l'ortografia non sia troppo tremenda, ad ogni modo fatemelo sapere per poter migliorare :) Vi giuro che il prossimo capitolo non si farà aspettare troppo e, con un po' di tristezza, vi informo che siamo anche vicini al termine di questa mia prima ff di Fairy Tail
Un bacione grande a tutti e al prossimo capitolo! xxx

  
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