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Autore: Eylis    11/04/2009    2 recensioni
Quando si risvegliò, Thomas era accanto al letto in cui era stata coricata.
“Cos’è successo?” Chiese, con voce impastata. Thomas le rispose con un gran sorriso.
“Beh, piccola, sei caduta ai miei piedi vedendomi e sei svenuta per la troppa emozione!” La faccia corrucciata di Eileen a quelle parole fuori luogo ebbe solo l’effetto di farlo ridere ancora di più, e dovette attendere qualche secondo prima di essere di grado di riprendere. “Ti senti meglio, ora? Hai dormito per ore, ormai è tardi…” Gli occhi della ragazza corsero all’orologio, e questa si accorse che Thomas aveva tremendamente ragione. Era ormai sera inoltrata, e lei non aveva avvisato casa! Si rialzò di scatto sul letto, i suoi genitori dovevano essere preoccupatissimi! Doveva assolutamente chiamarli!
[...]

Dopo aver svelato con dolore il proprio amore alla sua migliore amica Eileen fugge da ogni ricordo e da una vita che ormai la fa soffrire enormemente. Arrivata in una nuova città incontrerà una persona molto speciale che saprà aprirle nuovamente il cuore, lavare le sue ferite e soprattutto farle scoprire un mondo nuovo e splendido...
Attenzione: questa storia era già stata pubblicata, ma dato che aveva bisogno di una rilettura la sto pubblicando di nuovo (modificando la versione già presente così da non dover cancellare chi mi aveva già recensita). Le differenze sono un maggior approfondimento della trama e soprattutto dei sentimenti delle protagoniste, una stesura a capitoli ed una visualizzazione decisamente meno pesante. Spero apprezzerete questa rilettura!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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So che è passato molto tempo dall'ultimo aggiornamento, ma ho diversi impegni e non riesco a scrivere quanto vorrei... Ora ho qualche giorno di vacanza, quindi sto cercando di recuperare un po'! Ho finito di scrivere Vite (pian piano la pubblicherò tutta) e ora sto finendo la storia di Eileen. Una volta completata mi dedicherò finalmente alla continuazione di Labirinti, uno dei lavori che ritengo migliori fra quanto ho scritto finora. Ringrazio tutti coloro che mi seguono nonostante i tempi d'attesa!



11. Il bacio

Dopo il loro rito si erano accoccolate sul letto, più vicine del consueto, ed Eileen sentiva il suo cuore battere così forte che si stupiva che Sylvie non lo sentisse. D’improvviso ebbe la sensazione che in realtà l’amica lo percepisse perfettamente, ma per rispetto di quei sentimenti che Eileen ancora non sapeva capire o, forse, accettare non le aveva chiesto nulla.
Stavano leggendo assieme uno dei tanti libri di Sylvie, ed Eileen iniziava a sentirsi davvero presa da quel racconto. Ma d’un tratto l’amica chiuse le pagine senza motivazione. Eileen si stupì, poiché non avevano raggiunto la fine del capitolo e la ragazza non aveva nemmeno segnato il posto come era solita fare. La guardò, incerta, e Sylvie ricambiò il suo sguardo con espressione un poco malinconica ma estremamente dolce. Poi voltò il capo in direzione della finestra.
“Sylvie?” Incerta Eileen non capiva quanto stava succedendo, fino a che l’amica non tirò un sospiro ed iniziò improvvisamente a parlare.
“Mi deridevano, perché non capivano il mio mondo. Ho sempre visto le cose in modo diverso dagli altri, ho sempre dato un’anima ad ogni animale o elemento naturale, e non accettavano che io potessi parlare col vento o confidarmi con uno scoiattolo. La pietra non è sempre fredda ed immobile, sai? Se chiudi gli occhi e la sfiori con delicatezza si muoverà per te, si addolcirà per raccontarti i suoi ricordi…” Eileen fu ancora più sorpresa da queste parole.
“Ma…” L’amica la interruppe.
“Fuori di qui mi considerano tutti matta. Lo farai anche tu, ora che ti ho detto il mio segreto?” La ragazza si girò nuovamente verso Eileen e la fissò, questa volta con sguardo duro ma allo stesso tempo supplichevole. Eileen allora istintivamente cercò di scavare in quell’animo, di vedere al di là del significato diretto di quanto aveva sentito, e poi chiuse gli occhi per un attimo percependo l’attesa di Sylvie. E finalmente comprese. Il cuore di quella ragazza era tanto speciale da avere in serbo dolce sensibilità per qualsiasi cosa, vivente o meno. Riusciva a trovare la pace nella natura come in pochi sapevano fare… Capì perché spesso la trovava affacciata alla finestra a contemplare il bosco. E si sentì invadere da una grande felicità per aver potuto avvicinare una persona tanto speciale, per essere entrata a sua volta nel suo cuore. Così non seppe risponderle a parole, ma poté unicamente abbracciarla con slancio cercando di trasmetterle tutte quelle emozioni confuse ma splendide che provava. E Sylvie sorrise.

Si lasciarono che era ormai tardi, ed Eileen dovette correre per non arrivare in ritardo a casa. Ma prima di lasciare quella casa tanto speciale ringraziò mille volte Marta e Thomas per la loro comprensione, scusandosi per quanto successo pur senza spiegare il vero motivo della sua assenza. Nonostante si sentisse in pena per questo guardando Marta capì che non era necessaria una sua giustificazione.
I giorni successivi scorsero veloci, ed Eileen era ormai di casa da Marta e la sua famiglia, approfittava di ogni momento per passare del tempo con Sylvie, sempre chiuse in quella stanza. Thomas arrivava sempre a casa quando lei stava per andarsene, e Marta solitamente non le disturbava mai, così erano sempre sole, cosa che non poteva che far loro piacere.
Un giorno, mentre se ne stava andando, Marta la fermò.
“Eileen, aspetta.” La ragazza si voltò, riaccostando la porta che aveva appena aperto per uscire. “Se tua madre te lo permette domani dovresti rimanere a cena da noi, cosa ne dici?”
“Davvero?” Marta sorrise.
“Certo! Ormai Sylvie ti ha tutta per sé, anche a me ed a Thomas piacerebbe trascorrere un po’ di tempo con te!” Eileen annuì entusiasta.
“D’accordo! Allora appena arrivo a casa lo chiedo alla mamma, e poi ti chiamo! Grazie mille Marta!” La donna la salutò con un bacio sulla guancia, e la ragazza corse a casa felice.

Il giorno seguente Eileen suonò al campanello della casa accanto al bosco con una nuova trepidazione in corpo: aveva ottenuto il permesso dalla madre di rimanere tutta la sera dalla famiglia di Marta, e questo significava che oltre a cenare con loro avrebbe potuto trascorrere molto più tempo con Sylvie! Marta le aprì con il suo solito sorriso, dolce e materno, e la ragazza dopo averla salutata corse subito al piano di sopra. L’amica già la stava aspettando, impaziente, e subito le aprì la porta e la spinse fino al centro della stanza per il loro piccolo rito melodioso. Ma questa volta Eileen quasi non riusciva a tenere gli occhi chiusi, tanto era felice, così quando Sylvie si spostò davanti a lei per carezzarle il viso come sempre faceva lei si gettò in avanti e la abbracciò.
“Ti voglio bene, Syl! Te ne voglio un sacco, davvero!” Presa di sorpresa Sylvie inizialmente non replicò, poi, con una strana espressione, ricambiò l’abbraccio, le sorrise e le diede un bacio lieve sulla fronte.

Venne l’ora di cena, e Marta bussò alla loro porta.
“Ragazze, è pronto! Scendete che mangiamo!” Nel sentire quel richiamo Eileen, affamata, si alzò subito in piedi e prendendo la mano di Sylvie la invitò a fare altrettanto. Ormai per loro era diventata la normalità tenersi per mano, e nessuna di loro si chiedeva davvero il motivo di quel gesto che era quasi una necessità. Sylvie però si dimostrò un poco ritrosa all’idea di uscire dalla camera, e non appena ebbe messo piede fuori dalla porta, nonostante Marta fosse già scesa, Eileen si accorse che era tornata ad essere la Sylvie che aveva conosciuto all’inizio, un’ombra della ragazza tanto ricca interiormente che in verità era. Si rese conto che in effetti da quel giorno in cui aveva cantato per lei mentre dormiva non l’aveva mai più vista fuori da quella camera che pareva il suo rifugio ed il suo nascondiglio.
Scesero dabbasso e si sedettero a tavola. Eileen aiutò Marta a portare in tavola la cena, poi prese nuovamente posto tra Thomas e Sylvie. Questa però non la guardava neppure, nonostante Eileen le si rivolgesse spesso mentre chiacchierava con gli altri membri della famiglia, ed anzi concentrandosi esclusivamente sul proprio piatto alzava a malapena il capo alle domande della madre.
Mangiarono comunque tranquillamente ascoltando Thomas che descriveva la propria movimentata giornata. Eileen rideva spesso a quel racconto, poiché il ragazzo era capace di inserirvi una grande comicità rendendo così la sua storia a dir poco esilarante. Dopo qualche tempo la cena finì, e proprio mentre Eileen stava per alzarsi per aiutare Marta a sparecchiare successe qualcosa di totalmente imprevisto. Con un gesto fulmineo, Sylvie fermò l’amica un attimo prima che si allontanasse prendendola per un polso, e con un abile gesto la attirò a sé e la baciò. La ragazza sentì le loro labbra sfiorarsi mentre il suo cuore, che le era subito balzato in gola, gridava.

Si immobilizzò, come un coniglio in trappola, e subito le sembrò di sentire su di sé gli sguardi accusatori di Thomas e Marta.
“Io… io… Sylvie, cosa fai? Guarda che… io non sono… a me piace Thomas!” Quelle parole le erano scivolate per conto proprio dalla bocca, e se ne pentì non appena vide lo sguardo della ragazza, ma non poteva ritrarle, non davanti a Thomas e Marta! Com’era possibile che avesse capito il suo segreto? Oppure, se non l’aveva compreso, perché aveva agito in quel modo? E cosa avrebbe dovuto fare ora? In quella frazione di secondo in cui tutti quel pensieri la attraversarono ebbe l’impressione che nella sala fosse calato un silenzio mortale. Fu Thomas il primo a romperlo, con una risata che alle orecchie della ragazza suonò innaturale. In realtà il giovane cercava semplicemente di trarre tutti dall’imbarazzo dell’accaduto.
“Ehi, piccola, questa è bella! Allora avevo ragione a dire che eri caduta ai miei piedi!” Incapace di replicare Eileen si ritrasse da tutti loro, schiacciandosi contro il muro alle sue spalle, lo sguardo a terra. Allora Marta, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, le si avvicinò con passo tranquillo.
“Eileen, tesoro, sei sicura di quello che dici? Davvero è Thomas la persona che ha preso il tuo cuore?” Senza rendersi conto del significato sottinteso in quelle parole Eileen, troppo confusa ed atterrita, rimase in silenzio. Sentiva lo sguardo di Sylvie fisso su di sé, in attesa, ma non fu in grado di guardarla.
“Io… io ora devo andare.” Allora Sylvie scappò via senza un rumore, e poco dopo sentirono la porta della sua camera chiudersi. La madre ed il fratello seguirono la sua corsa con occhi tristi, ma non fiatarono. Thomas si avvicinò a sua volta ad Eileen e le pose le mani sulle spalle.
“Eileen, tu sei una persona in gamba. Fidati.” Le diede un leggero buffetto sulla guancia e poi, senza che nessuno glielo chiedesse, prese a sparecchiare la tavola. La ragazza invece, sull’orlo delle lacrime, si diresse verso l’atrio, ma Marta la fermò ancora una volta.
“Eileen ti prego, torna domani.” Eileen la guardò, atterrita.
“Io… come?” La donna le si avvicinò e la abbracciò delicatamente.
“Non devi preoccuparti di nulla, vedrai che tutto si sistemerà. Ma devi promettermi che domani tornerai, non fuggire ancora una volta.”
“Non… Sylvie, tu…”
“Promettimelo, tesoro. È importante che tu torni, qualunque cosa stia succedendo, d’accordo?” La ragazza, di fronte a quella insistenza poco consona a Marta, cedette con un sospiro.
“Io… va bene, a domani…” La donna la strinse brevemente a mo’ di incoraggiamento, ed infine la lasciò andare nella notte.

  
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