Menestrella’s corner:
Cari
amici,
ecco un
nuovo
capitoletto, giusto in tempo per festeggiare Pasqua assieme a tutti voi!
Grazie
ai 5 ‘nuovi’
preferiti: Bluesky, Extraterrestre,
Finleyana 4 ever, James_Lily_Love,
Sarita46!
Grazie
a Zarkyna,
Fritty, Ninny, Pikkolina88, Hermy101, Akiko, PrincessMarauders per le
splendide
recensioni... siete sempre troppo bbbbuone!!!
Un bacio
XX M.
Christmas wishes
8
Di (s)lanci, incidenti e
scoperte
Lily ripose il
preziosissimo
dono in una tasca del mantello e, aprendo la porta, si
preparò ad affrontare il
freddo tagliente della sera.
Chissà
perché a Potter veniva
in mente di volare sempre con il buio.
I suoi occhi
esaminarono
rapidamente il terrazzo della Torre di Astronomia che avrebbero usato
come base
di lancio. Il parapetto era molto alto; si chiese se
l’avrebbero utilizzato
come trampolino e sperò in cuor suo di sbagliarsi.
L’aveva
già fatto prima, in
realtà. Volare da sola su una scopa. Del resto era uno dei
requisiti di ciascun
mago/strega che si rispetti. Il primo anno, come ogni studente di
Hogwarts,
anche la disciplinata Lily Evans aveva preso lezioni di volo. Ed era
andata
malissimo. Al di là dell’antipatia per il vuoto ed
il fastidioso senso di
vertigine che le provocava stare sospesa a mezz’aria, era
l’incapacità di
controllare il mezzo a cui affidava il proprio fondoschiena ad
impensierirla di
più.
E dire che aveva
sempre
adorato i cavalli... Ma quelle sono creature senzienti.
Ce
l’aveva fatta, comunque.
Nonostante la paura e la proverbiale maldestria, aveva imparato a
volare. Solo
che l’aveva fatto – e con enorme fatica –
su una vecchia e stanca scopa della
Scuola. Governare l’astronave di Potter sarebbe stato come
dare una Ferrari a
chi aveva appena preso la patente dopo 24 ore di guida a doppi comandi
e tre
motori fusi.
Semplicemente
non ce la poteva
fare.
Eppure doveva. Doveva.
Non esistevano
alternative.
Non avrebbe concesso a Potter la possibilità di crederla una
fifona.
Piuttosto
sarebbe morta.
Riflettendoci,
c’erano buone chances che
capitasse.
“Dove
pensi di andare?” le
domandò brusco Potter, dopo aver raggiunto il parapetto.
Lily
spostò lo sguardo dal
ragazzo alla scopa e dalla scopa al ragazzo, senza riuscire a capire
dove
potesse sorgere il dubbio di James.
“Ti
è venuta voglia di andare
in biblioteca, Potter?”
In risposta
James ridacchiò.
“Dove
pensi di andare vestita così?”
esplicitò, indicando con
la punta della bacchetta la gonna a pieghe della ragazza.
“Non mi sembra saggio
cavalcare una scopa all’amazzone, se è quello che
intendevi fare...”
Poiché
Lily non rispose, James
agì spontaneamente, risolvendo il problema: un colpo di
bacchetta, una
formuletta appena sussurrata ed ecco che al posto
dell’elegante gonnellina la
strega si ritrovò indosso un paio di virili calzoni da
Quiddich. Orrendi.
“Wow,”
commentò sarcastica,
“ora sì che sono davvero sexy...”
“Sai
come saresti veramente
sexy, Evans? Senza tutti quei metri di stoffa addosso.”
Non era proprio
riuscito a
resistere. Nonostante si trovasse di fronte all’unica ragazza
sul pianeta in
grado di costringerlo sulla difensiva più di un Ungaro
spinato, era passato
all’attacco. Ed ora, per quanto lo rimpiangesse, poteva solo
andare avanti.
Lei, ovviamente,
lo guardava
furibonda. E attonita. L’aveva davvero colta di sorpresa. Potter 1 - Evans 0, dunque. Almeno per
una volta.
“Lo
sapresti fare?”
La voce bassa e
tremula della
ragazza aveva interrotto il suo mentale scenario di trionfo.
“Era
una battuta, Evans!” la tranquillizzò
lui.
“Ma tu
lo sapresti fare?”
insistette, il tono leggermente stridulo.
Per James fu
come trovarsi la
Pluffa sulla mano destra di fronte ad una porta completamente
incustodita...
Non poteva esitare.
“Mi
stai chiedendo se sarei in
grado di lasciarti con la sola lingerie?”
Fece una pausa
drammatica,
mentre Lily tratteneva impercettibilmente il respiro.
“Saprei
toglierti anche
quella, Evans.”
Fu un attimo e
sulla Torre
balenarono accecanti lampi azzurri.
“Expelliarmus!”
“Protego!”
Accidenti se era
stata veloce,
pensò James. Era riuscito a riafferrare la sua bacchetta
solo con la punta
delle dita. Dal canto suo Lily era impegnata in un altro genere di
considerazioni:
l’atmosfera si era fatta improvvisamente elettrica e non solo
per effetto degli
incantesimi che si erano scagliati... Le rimaneva solo da chiedersi che
cosa
sarebbe potuto accadere se una simile schermaglia fosse avvenuta...
be’,
altrove.
Lo sguardo
intenso di James le
rivelò come la sua mente fosse occupata in interrogativi
analoghi.
“Allora,
Evans,” chiese
infatti con un ghigno sornione, rimettendo lentamente a posto la
bacchetta. “La
vuoi cavalcare la mia scopa?”
Eccolo, di
nuovo, il solito Potter.
Se si era illusa di aver finalmente conosciuto il lato gentile e
divertente di
quello sbruffone, ora la realtà delle cose tornava a bussare
con forza.
“Sei
un... suino, Potter!”
“Suino?”
le fece eco lui.
“Decisamente più elegante di maiale o
porco.”
“E con
il vantaggio di avere lo
stesso significato.”
Eh,
già. La solita Evans.
Fredda ed impermeabile a qualsiasi emozione. James la vide voltargli
bruscamente le spalle ed avviarsi verso la porta della Torre.
“Dai,
non prendertela! Volevo
solo scherzare un po’!”
“Non
mi piacciono i tuoi
scherzi... Sono volgari!”
Il ragazzo le
prese la mano,
resistendo quando Lily cercò di divincolarsi.
“Non
intendevo mancarti di rispetto.
Non lo farei mai, lo sai!”
Lily
liberò la mano, tentando
nuovamente di rientrare, ma James le si parò davanti.
“Per
favore, Evans, non mi
lasciare qui come uno scemo!”
La sua era stata
quasi
un’implorazione. Ma non ottenne l’effetto sperato.
“È
quello che ti meriti!”
“Andiamo!
Ci siamo divertiti
ieri, no?”
La sua voce
aveva perso tutta
la sua baldanza; Lily non poté che esserne grata, ma non
cambiò opinione.
“Non
attacca, Potter!” sibilò.
“Vorrei
tanto passare un po’ di
tempo con te, ora che ne ho l’occasione.
Potrebbe non ricapitare...”
Che cosa? Che cosa?!
Doveva averlo immaginato.
Quel rozzo psicopatico arrogante di
James-Gli-Altri-Valgono-Zero-In-Confronto-A-Me-Potter non poteva aver
pronunciato davvero quelle parole.
“Per
favore,” aggiunse, dopo
un sospiro.
Potter aveva
chiesto per favore. Due volte.
Questa sì era un
cosa difficile da veder ricapitare...
Lily ci pensò su qualche secondo, valutando i pro e i contro
di un’altra serata
in compagnia di quel ragazzo dai mille risvolti. Poi prese
l’unica decisione
possibile.
“Va
bene, Potter,” proclamò.
“Resto.”
Il ragazzo le
rivolse un
sorriso aperto.
“Ma...”
aggiunse Lily, subito
interrotta da un borbottio del compagno che suonò molto
simile a Lo sapevo che c’era un
‘ma’...
“Ad
una condizione.”
James
alzò istintivamente le
mani, inducendola a fare silenzio.
“Non
ti sfiorerò nemmeno con
un dito, Evans. Hai la mia parola.”
Lily sorrise,
non potendo
impedirselo.
“Apprezzo
la tua promessa,”
spiegò, “ma volevo chiederti un’altra
cosa.”
Con una mano
lisciò le pieghe
dei calzoni da Quiddich che poco prima James le aveva fornito.
“Si potrebbero
avere rosa?”
. . .