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Autore: menestrella 07    12/04/2009    13 recensioni
Hogwarts, 24 dicembre 1978. Che cosa potrebbe mai accadere se Lily Evans e James Potter, non più acerrimi nemici ma non ancora amici, trascorressero le vacanze di Natale insieme? VIII capitolo online!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Menestrellas corner:

Cari amici,

 

ecco un nuovo capitoletto, giusto in tempo per festeggiare Pasqua assieme a tutti voi!

 

Grazie ai 5 ‘nuovi’ preferiti: Bluesky, Extraterrestre, Finleyana 4 ever, James_Lily_Love, Sarita46!

Grazie a Zarkyna, Fritty, Ninny, Pikkolina88, Hermy101, Akiko, PrincessMarauders per le splendide recensioni... siete sempre troppo bbbbuone!!!

Un bacio

XX M.

 

Christmas wishes

 

 

8

Di (s)lanci, incidenti e scoperte

 

 

 

Lily ripose il preziosissimo dono in una tasca del mantello e, aprendo la porta, si preparò ad affrontare il freddo tagliente della sera.

Chissà perché a Potter veniva in mente di volare sempre con il buio.

 

I suoi occhi esaminarono rapidamente il terrazzo della Torre di Astronomia che avrebbero usato come base di lancio. Il parapetto era molto alto; si chiese se l’avrebbero utilizzato come trampolino e sperò in cuor suo di sbagliarsi.

 

L’aveva già fatto prima, in realtà. Volare da sola su una scopa. Del resto era uno dei requisiti di ciascun mago/strega che si rispetti. Il primo anno, come ogni studente di Hogwarts, anche la disciplinata Lily Evans aveva preso lezioni di volo. Ed era andata malissimo. Al di là dell’antipatia per il vuoto ed il fastidioso senso di vertigine che le provocava stare sospesa a mezz’aria, era l’incapacità di controllare il mezzo a cui affidava il proprio fondoschiena ad impensierirla di più.

 

E dire che aveva sempre adorato i cavalli... Ma quelle sono creature senzienti.

 

Ce l’aveva fatta, comunque. Nonostante la paura e la proverbiale maldestria, aveva imparato a volare. Solo che l’aveva fatto – e con enorme fatica – su una vecchia e stanca scopa della Scuola. Governare l’astronave di Potter sarebbe stato come dare una Ferrari a chi aveva appena preso la patente dopo 24 ore di guida a doppi comandi e tre motori fusi.

 

Semplicemente non ce la poteva fare.

Eppure doveva. Doveva.

Non esistevano alternative. Non avrebbe concesso a Potter la possibilità di crederla una fifona.

 

Piuttosto sarebbe morta.

Riflettendoci, c’erano buone chances che capitasse.

 

“Dove pensi di andare?” le domandò brusco Potter, dopo aver raggiunto il parapetto.

Lily spostò lo sguardo dal ragazzo alla scopa e dalla scopa al ragazzo, senza riuscire a capire dove potesse sorgere il dubbio di James.

 

“Ti è venuta voglia di andare in biblioteca, Potter?”

 

In risposta James ridacchiò.

“Dove pensi di andare vestita così?” esplicitò, indicando con la punta della bacchetta la gonna a pieghe della ragazza. “Non mi sembra saggio cavalcare una scopa all’amazzone, se è quello che intendevi fare...”

 

Poiché Lily non rispose, James agì spontaneamente, risolvendo il problema: un colpo di bacchetta, una formuletta appena sussurrata ed ecco che al posto dell’elegante gonnellina la strega si ritrovò indosso un paio di virili calzoni da Quiddich. Orrendi.

 

“Wow,” commentò sarcastica, “ora sì che sono davvero sexy...”

“Sai come saresti veramente sexy, Evans? Senza tutti quei metri di stoffa addosso.”

 

Non era proprio riuscito a resistere. Nonostante si trovasse di fronte all’unica ragazza sul pianeta in grado di costringerlo sulla difensiva più di un Ungaro spinato, era passato all’attacco. Ed ora, per quanto lo rimpiangesse, poteva solo andare avanti.

 

Lei, ovviamente, lo guardava furibonda. E attonita. L’aveva davvero colta di sorpresa. Potter 1 - Evans 0, dunque. Almeno per una volta.

 

“Lo sapresti fare?”

 

La voce bassa e tremula della ragazza aveva interrotto il suo mentale scenario di trionfo.

“Era una battuta, Evans!” la tranquillizzò lui.

“Ma tu lo sapresti fare?” insistette, il tono leggermente stridulo.

 

Per James fu come trovarsi la Pluffa sulla mano destra di fronte ad una porta completamente incustodita... Non poteva esitare.

 

“Mi stai chiedendo se sarei in grado di lasciarti con la sola lingerie?”

Fece una pausa drammatica, mentre Lily tratteneva impercettibilmente il respiro.

 

“Saprei toglierti anche quella, Evans.”

 

Fu un attimo e sulla Torre balenarono accecanti lampi azzurri.

Expelliarmus!”

Protego!”

 

Accidenti se era stata veloce, pensò James. Era riuscito a riafferrare la sua bacchetta solo con la punta delle dita. Dal canto suo Lily era impegnata in un altro genere di considerazioni: l’atmosfera si era fatta improvvisamente elettrica e non solo per effetto degli incantesimi che si erano scagliati... Le rimaneva solo da chiedersi che cosa sarebbe potuto accadere se una simile schermaglia fosse avvenuta... be’, altrove.

Lo sguardo intenso di James le rivelò come la sua mente fosse occupata in interrogativi analoghi.

 

“Allora, Evans,” chiese infatti con un ghigno sornione, rimettendo lentamente a posto la bacchetta. “La vuoi cavalcare la mia scopa?”

 

Eccolo, di nuovo, il solito Potter. Se si era illusa di aver finalmente conosciuto il lato gentile e divertente di quello sbruffone, ora la realtà delle cose tornava a bussare con forza.

“Sei un... suino, Potter!”

“Suino?” le fece eco lui. “Decisamente più elegante di maiale o porco.”

“E con il vantaggio di avere lo stesso significato.”

 

Eh, già. La solita Evans. Fredda ed impermeabile a qualsiasi emozione. James la vide voltargli bruscamente le spalle ed avviarsi verso la porta della Torre.

“Dai, non prendertela! Volevo solo scherzare un po’!”

“Non mi piacciono i tuoi scherzi... Sono volgari!”

Il ragazzo le prese la mano, resistendo quando Lily cercò di divincolarsi.

“Non intendevo mancarti di rispetto. Non lo farei mai, lo sai!”

Lily liberò la mano, tentando nuovamente di rientrare, ma James le si parò davanti.

 

“Per favore, Evans, non mi lasciare qui come uno scemo!”

La sua era stata quasi un’implorazione. Ma non ottenne l’effetto sperato.

“È quello che ti meriti!”

 

“Andiamo! Ci siamo divertiti ieri, no?”

La sua voce aveva perso tutta la sua baldanza; Lily non poté che esserne grata, ma non cambiò opinione.

“Non attacca, Potter!” sibilò.

 

“Vorrei tanto passare un po’ di tempo con te, ora che ne ho l’occasione. Potrebbe non ricapitare...”

 

Che cosa? Che cosa?! Doveva averlo immaginato. Quel rozzo psicopatico arrogante di James-Gli-Altri-Valgono-Zero-In-Confronto-A-Me-Potter non poteva aver pronunciato davvero quelle parole.

 

“Per favore,” aggiunse, dopo un sospiro.

 

Potter aveva chiesto per favore. Due volte. Questa sì era un cosa difficile da veder ricapitare... Lily ci pensò su qualche secondo, valutando i pro e i contro di un’altra serata in compagnia di quel ragazzo dai mille risvolti. Poi prese l’unica decisione possibile.

 

“Va bene, Potter,” proclamò. “Resto.”

Il ragazzo le rivolse un sorriso aperto.

“Ma...” aggiunse Lily, subito interrotta da un borbottio del compagno che suonò molto simile a Lo sapevo che c’era un ‘ma’...

 

“Ad una condizione.”

James alzò istintivamente le mani, inducendola a fare silenzio.

“Non ti sfiorerò nemmeno con un dito, Evans. Hai la mia parola.”

 

Lily sorrise, non potendo impedirselo.

“Apprezzo la tua promessa,” spiegò, “ma volevo chiederti un’altra cosa.”

Con una mano lisciò le pieghe dei calzoni da Quiddich che poco prima James le aveva fornito.

 

“Si potrebbero avere rosa?”

 

 

 

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