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Autore: RheaEve    30/05/2016    0 recensioni
Quando si è adulti si tende a ripensare spesso al passato, un pò per nostalgia e un pò magari per rabbia. I motivi sono gli stessi: frasi non dette, azioni non fatte, occasioni o persone perse o lasciate andare via. Niente rispecchia meglio tutto ciò come le nostre storie passate. Niente può far capire meglio una persona che l'amore. Adesso io non sono adulta, sono solo un pò più cresciuta (anche se non più alta) ma con la stessa voglia di riguardare ciò che mi ha portato fin qui e magari mi scappa anche un sorriso mentre lo faccio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non fui molto sorpresa, anzi, mi aspettavo e attendevo una spiegazione dopo quello che era successo. Credevo solo che la fine del mio delirio post qualsiasi cosa fosse accaduta sarebbe durato almeno 24 ore ma questo non rientrava nei piani di Rui. Mi spiegò ogni cosa: dai suoi comportamenti sfuggenti fino a quelli di poche ore prima che contraddicevano i mesi passati e che tormentavano il mio povero cervello da adolescente. Riuscì finalmente a capire le motivazioni che lo spingevano a non parlarmi anche se, ripensandoci adesso, avrei benissimo potuto intuirlo da me, ma ero troppo accecata e confusa per guardare al di là della mia cotta per lui e dei drammi che la accompagnavano. Il più grande problema che afflisse Rui, da quando aveva messo in piede in Italia, si era rivelato essere proprio io. Anche lui, come me,aveva iniziato a fantasticare su una nostra possibile storia durante la famigerata serata di Capodanno, il nostro primo incontro. Ma le sue intenzioni romantiche vennero distrutte dalla paura di apparire ai miei occhi come un perfetto idiota. Rui conosceva la mia lingua, la comprendeva, il suo timore risiedeva nel come sarebbe potuta essere la sua pronuncia se avesse provato a parlare, timore che affiorava soltanto quando c'ero io nei paraggi. Mi chiesi se sarebbe stato possibile avere una relazione non basata sulla conversazione, mi ricordai del giorno prima e pensai che nonostante tutto funzionava. Non ci eravamo scambiati neanche una sillaba ma in qualche modo avevamo interagito ed era stato intenso. Mi sentii molto stupida subito dopo. Dopo varie rassicurazioni e chiarimenti sui sentimenti reciproci Rui mi colpì con una domanda tenuta in caldo per mesi: «Vuoi essere la mia ragazza?». So che potrebbe sembrare che una dichiarazione enunciata virtualmente fosse abbastanza inopportuna ma eravamo ragazzini e quella era la prima vera volta che mettevo piede nel mondo delle storie d'amore. Per me quella sera ha significato e continua a significare tanto. Dissi di sì con la stessa velocità con cui avvampò il mio viso. Non riuscivo a togliermi la sensazione che fosse tutto un sogno. Avevo una relazione. Un ragazzo. Non avevo la minima idea di cosa dovessi fare, camminavo completamente alla cieca in un zona al buio. In effetti,film e libri forse avevano proprio distorto il modo in cui vedevo questo genere di cose e pensai che la vita reale fosse completamente diversa. I miei interrogativi più grandi riguardavano il primo bacio. Doveva essere eclatante, magico, bellissimo cosa che non era avvenuta. I primi giorni della mia prima storia erano basati essenzialmente sul parlarsi (rigorosamente tramite chat essendo che non vivevamo ancora gli anni dello smartphone), di conseguenza pensai che una relazione dovesse essere così. Che ciò che distingueva il mio ragazzo da tutti gli altri fosse il fatto che aveva tutte le mie attenzioni e che parlassi più con lui che con chiunque altro. Forse stavo vivendo quello che seguiva i titoli di coda dopo un bacio magnifico, quello che i film non lasciavano vedere, il dopo, la vera storia, solo senza bacio. In realtà questo bacio, nonostante i miei auto convincimenti, era diventato una vera ossessione. Non sapevo se fosse normale oppure no, ne se si dovesse richiedere o se andasse bene aspettare, ne se avrei mai avuto il mio primo bacio. Tutte queste frustrazioni assieme a ciò che accadde l'ottavo giorno della mia storia con Rui segnarono la fine del mio bellissimo sogno d'amore. Fu un vero capriccio, a dirla tutta. Una reazione impulsiva frutto di una mente ancora molto infantile. Ogni giorno, io e Rui, avevamo appuntamento davanti i rispettivi schermi e tastiere per parlare, sempre allo stesso orario. Aspettai per ore ma quella sera Rui non si presentò. Il mattino seguente mi spiegò cosa era successo ma nonostante ciò non riuscivo assolutamente a credergli. Troppo accecata dalla rabbia e dalla conseguente volontà di ignorare una spiegazione che, alla fine, era più che valida, lo lasciai. Pentendomene subito dopo....
  
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