Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
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Autore: I_love_Beerus    01/06/2016    2 recensioni
Con un nuovo arrivo allo zoo di Central Park, ad uno dei nostri amici pinguini accadrà qualcosa di veramente impensabile.
Vi ho incuriositi? Spero proprio di sì.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Skipper, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo, alle prime luci dell’alba, Sam si trovava sulla sporgenza di un iceberg a riempirsi di salmone appena pescato.
Non si era mai sentita così nervosa in vita sua; voleva soltanto dimenticare con tutte le forze quel dannato sogno. Quella notte l’aveva trascorsa a sfogarsi dando continui pugni sulle spesse pareti di ghiaccio, non facendo neanche caso ai dolori sordi che provocava alle pinne.
-Samantha?-
Sam sentì la voce alquanto agitata di suo padre che la chiamava, ma fece finta di non averlo udito.
-SAMANTHA!- urlò poi il padre, afferrandola per le spalle da dietro e girandola verso di sé –Ma perché non mi rispondi quando ti chiamo?! E perché sei qui?? Ti ho detto mille volte che non ti puoi allontanare da me; devo usare le cattive per fartelo entrare nella testa una volta per tutte?!- la rimproverò severamente lui.
Ma tutto ciò che ottenne da sua figlia fu uno sguardo di assoluta indifferenza. Un po’ si sorprese, perché di solito la sua Samantha gli rispondeva a tono ogni volta che aveva da contestarle qualcosa; invece questa volta niente…
-Tesoro…- iniziò a dire quando vide la testa della sua bambina girarsi distrattamente dalla parte opposta –Che cos’hai?- le chiese visibilmente preoccupato: da quando erano arrivati in Antartide non aveva mai visto quello sguardo nella pinguina.
-Niente- rispose Sam frettolosamente. Non le importava se il padre si accorgesse di qualcosa… non l’aveva mai capita e non sarebbe mai arrivato a quella conclusione.
Detto questo si scrollò le pinne di suo padre di dosso con un gesto di impazienza, sempre mantenendo il suo sguardo superficiale.
Joy la guardò incerto, ma non voleva farla arrabbiare già di prima mattina. Le avrebbe chiesto spiegazioni, ma non in quel momento.
Così si limitò a farle gesto con le pinne di seguirlo, visto che dovevano andare a un raduno di amici.
Sam aveva accettato di andarci solo per distrarsi un po’, altrimenti non ci sarebbe andata mai e poi mai; piuttosto avrebbe preferito cercare una via di fuga ed andarsene da lì.
 
Quel pomeriggio, Sam e Joy andarono al raduno, dove c’era una ventina di pinguini ad attenderli; tutti amici e parenti di amici.
“Fantastico” pensò con sarcasmo Sam “Adesso mi toccherà sentire i pettegolezzi e i complimenti inutili di questi idioti…”.
Si guardò intorno. La colonia era composta soltanto da adulti ed era certa che sarebbe morta dalla noia.
-Mi raccomando, non allontanarti, Samantha- le disse Joy, conoscendo benissimo la figlia, che ne avrebbe approfittato.
Sam aveva troppi pensieri nella testa per badare a rispondere male a suo padre. Ma non aveva la minima intenzione di rimanere lì ad annoiarsi e a chiedersi ogni secondo quando sarebbe finita quella tortura.
Così decise di rispondergli in modo vago.
-Okay- gli rispose con finto fare rassegnato.
Ovviamente in un modo o nell’altro sarebbe riuscita a uscire da quella topaia e ad andarsene in fretta.
Sì, aveva deciso di scappare e di tornarsene a New York; ma non allo zoo…dopo quel sogno si vergognava troppo di guardare in faccia Skipper!
Sarebbe andata altrove, lontana dai pinguini e da Marlene, da tutto e da tutti.
Voleva starsene da sola per un po’, per stare tranquilla, senza nessuno che le ordinasse di fare qualcosa…
Non le importava dove avrebbe alloggiato.
A lei importava solo che stesse lontana da quell’essere che diceva di essere suo padre… per lei Joy non era più suo padre da tanti anni.
Avrebbe preferito avere un cane randagio come padre piuttosto che quello lì e un giorno glielo avrebbe detto in faccia…
 
-Ehi, Sam!!-
La pinguina sentì una voce dietro di lei molto familiare…
Si girò e per poco non gridò di felicità: davanti a lei c’erano i suoi vecchi amici che frequentava da piccola.
-Oh cielo, Lucas! Sei proprio tu??- gli chiese retoricamente, dandogli una pinna veloce.
-Ma certo che sono io, lupacchiotta mia!- le disse Lucas dandole dei pizzicotti ai fianchi, che lei ricambiò volentieri ridendo a crepapelle.
La pinguina spese i successivi cinque minuti a salutare gli altri cinque pinguini del gruppo: Adrian, Mike, Alex, Christian e Nick.
Con i sei aveva un rapporto molto aperto e ricorda che aveva passato momenti indimenticabili con loro… dalle risate per le battute squallide che sparava Nick, le crisi esistenziali (divertenti) che aveva ogni tanto Mike, l’ossessione per la musica metal di Christian, i fallimenti in amore che aveva Adrian, le gare di beatbox di Alex, fino ad arrivare alle sfide super pericolose che le proponeva Lucas, sperando ogni volta che Sam perdesse, ma invano.
Li rivedeva dopo quasi dieci anni ed era salva adesso, visto che adesso se ne sarebbe andata con loro ovunque, pur di non affrontare quell’odioso raduno.
-Ragazzi, ho un problema- si affrettò a dire Sam.
I sei la guardarono in attesa.
-Mio padre mi ha portata a questo raduno, solo che io mi annoio e non so che fare… posso venire con voi?- chiese velocemente la pinguina, guardandoli come se volesse costringerli a fare come diceva lei.
Lucas non se lo fece ripetere due volte.
-Ma certamente, ahahah, credevi ti avremmo lasciata qui a subire una simile tortura?- le disse divertito e gli altri cinque risero leggermente.
Sam emise un fischio di sollievo e, senza farsi vedere da suo padre che stava poco lontano da lei, se ne andò subito con i suoi amici facendo segni di trionfo.
 
Dieci minuti dopo, Sam e i suoi amici erano ormai lontani da quel raduno e stavano gustando una buona dose di pesce fresco.
-Allora Sam, dov’eri finita?- le chiese ad un certo punto Mike.
Sam ingoiò l’ultimo pezzetto di pesce rimasto prima di rispondergli.
-Ehhhh, sapessi- incominciò a dire la pinguina, sotto gli sguardi ancora più incuriositi dei suoi amici –Sono stata in America… dovreste vederla, è una cosa strafavolosa! Il problema è che non ho avuto tanto tempo di fare la turista visto che sono stata più volte portata in riformatori per animali, ahahah- spiegò loro ridendo, ripensando a tutte quelle volte che la sedavano per farla stare calma…
-Ahhh, allora la mia lupacchiotta si è comportata male, eh?- le chiese fingendo di guardarla minaccioso e preparandosi a darle altri pizzicotti.
-Io sono una pinguina cattiva- gli disse facendo la linguaccia a Lucas ed evitando prontamente i pizzichi.
Dopodiché, ci fu un susseguirsi di gare a chi acciuffasse prima Sam. La pinguina era esausta, ma non si era mai sentita meglio in vita sua.
Dopo mesi finalmente con i suoi amici aveva avuto un po’ di tempo per svagarsi.
Stanchi per il gioco, tutti salutarono la pinguina con un battito di pinna, ma a un certo punto Sam richiamò Lucas indietro. Questi si girò verso di lei incuriosito.
-Noi andiamo, Lucas. Se devi parlare con Sam dopo raggiungici nella zona est- gli raccomandò Adrian.
Lui e gli altri quattro se ne andarono.
-Dimmi, che c’è Sam?- le chiese, Lucas.
Sam gli rivolse uno sguardo incerto: non sapeva se fosse prudente parlargli, ma sentiva di confessargli un bel po’ di cose… non a caso Lucas è stato il suo migliore amico quando erano piccoli.
Ricordava tutti i giochi che facevano insieme…pericolosi ovviamente; era per questo che il padre di Sam fece passare i guai a Lucas con i suoi genitori e questi gli vietarono di frequentare ancora Sam. In tenera età si era fatta conoscere molto bene dagli adulti della sua zona… c’era chi all’inizio la trovava adorabile e cambiava bruscamente idea quando la piccola pinguina faceva vedere loro il suo vero io.
Per questo con gli adulti entrava spesso in conflitto.
Ma Sam in quel momento voleva solo badare ai suoi “problemi”; così iniziò a spiegare a Lucas la situazione.
Si sedettero sulla sporgenza di un iceberg; lui in attesa di una spiegazione da lei e lei in cerca delle parole per iniziare il discorso.
Dopo un minuto di silenzio, la pinguina iniziò a parlare, anche se le risultava parecchio difficile… cosa che notò subito anche Lucas.
-Sai perché… me ne sono andata?- gli chiese fissandolo.
Lucas rimase sorpreso... non si aspettava una simile domanda e peraltro non sapeva neanche cosa risponderle. Ma dallo sguardo che aveva la sua amica sembrava qualcosa di molto serio.
-Emh…non saprei… dimmelo tu- le disse lui, incuriosito ancora di più.
Sam per un attimo era come esitante nel dare la spiegazione, ma decise di andare al sodo subito.
-Io… me ne sono andata per un motivo…- detto questo distolse lo sguardo e si mise a fissare il vuoto.
La curiosità di Lucas si intensificò dopo le parole della pinguina.
-Ah sì? Per quale motivo?- le chiese impaziente. Iniziò a fissarlo in attesa.
Sam ci mise una manciata di secondi per rispondere, ma le risultò più difficile del previsto.
-Perché… anni fa sentì una cosa da mio padre- disse tutto d’un fiato.
Lucas sgabuzzò gli occhi.
-Che cosa? Te ne sei andata per tuo padre?-
Sam annuì leggermente.
-Ma… perché?? Insomma, che avevi sentito da tuo padre che ti ha costretta ad andartene via per così tanto tempo??- le chiese insistente Lucas.
La sua curiosità ora era alle stelle.
La pinguina allora, col timore di essere sentita da qualcuno, si avvicinò all’orecchio di Lucas e gli rivelò tutto in pochi secondi.
Il pinguino era rimasto a bocca aperta, senza parole.
Riuscì soltanto a guardare Sam basito dopo la sua rivelazione.
-Sam, m-mi dispiace tanto, davvero io… n-non so proprio che dirti… è stato davvero scorretto; posso solo immaginare come ti sia sentita…-le disse sinceramente dispiaciuto per lei. La vide alzare gli occhi al cielo in segno di impazienza e alzarsi in piedi di scatto.
-Beh… è per questo che ora voglio andare via! Io lo odio per questo e ora non può pretendere che lo perdoni facendo finta di niente, non mi abbasserò a questo livello! Ti dico subito che stanotte me ne vado- detto questo, gli fece l’occhiolino, come segno di vittoria.
Lucas si meravigliò del suo repentino cambiamento d’umore: un attimo prima sembrava triste e adesso era come se avesse una voglia matta di vendicarsi felicemente di qualcuno.
Ma l’ultima frase che disse la pinguina fece rimanere Lucas interdetto.
-Aspetta… te ne vai? Di nuovo??- le chiese stupito.
-Sì- gli rispose semplicemente lei –Al dire il vero non sarei mai dovuta tornare… Non fraintendermi, sono felicissima di aver trovato te e i ragazzi, ma non ho voglia di passare il resto dei miei giorni appresso a uno a cui non importa niente di me, mi dispiace- concluse la pinguina –Però, ci rivedremo- gli disse poi sorridendogli e dandogli un pizzicotto.
-Ehi! Quello è il mio ruolo!- ribatté Lucas prendendola e facendole il solletico.
-AHAHAHAHAH, BASTA, TI PREGO! AHAHAH!!- si dimenava la pinguina per cercare di non morire dalle risate.
-Lupacchiotta mia- le disse Lucas buttandola a terra e guardando divertito la figura a terra agonizzante.
Dopo varie risate, l’aiutò a rialzarsi.
-Buona fortuna, Sam- le disse sinceramente lui.
Era molto dispiaciuto di dover salutare di nuovo –e questa volta forse per sempre- la sua amica.
-Non dirlo a nessuno- gli disse Sam velocemente.
-Tranquilla- le rispose lui ammiccandole.
Le diede la pinna un paio di volte prima di salutarla definitivamente.
-Ehi, Lucas- lo richiamò dopo qualche istante, la pinguina.
-Dimmi- Lucas si girò incuriosito guardandola in attesa.
-Grazie- gli disse semplicemente Sam sorridendogli compiaciuta –Sei un grande!-
Lui, onorato da quelle parole, le rivolse un sorriso come per dirle “Tutte le ragazze me lo dicono, non sono sorpreso”.
Alla fine si girò e sparì dietro l’angolo.
Sam si era come liberata di un peso ora che aveva rivelato a Lucas ciò che le aveva fatto il padre.
Si fidava di lui, sapeva che non l’avrebbe detto a nessuno, neanche alla sua ombra.
Ora doveva solo pensare a come scappare da lì senza dare nell’occhio.
Ormai si era allontanata da più di un’ora e suo padre sicuramente in quel momento la stava cercando dappertutto. Benissimo. Ne approfittò per sgattaiolare via velocemente dalla zona del raduno silenziosamente e in pochi minuti raggiunse il mare…
 
La pinguina si guardò intorno.
Davanti a lei un’immensa distesa di mare aperto e cercava disperatamente un modo per tornare in America… ma come fare?? Questo era il problema.
Fino a quando una lampadina non le si accese nella testa… un iceberg, ma certo!!
Sarebbe bastato un grosso iceberg a farle la zattera per riuscire ad arrivare in America.
Si avvicinò velocemente a una parete di ghiaccio e con una forza che non credeva neanche lei di possedere (forse era solo la forza di volontà) riuscì a staccare una grossa e molto spessa lastra di ghiaccio e si avvicinò alla riva.
C’era quasi… ormai la sua libertà era ostacolata soltanto da quel mare…ecco…la sua “zattera” stava per toccare il gelido mare quando la pinguina si fermò bruscamente…
“Perfetto… e ora da dove cavolo vado?!” pensò Sam super irritata.
Già… non aveva calcolato che per arrivare in America si doveva seguire una rotta precisa, e lei non sapeva assolutamente quale fosse! Ecco, e ora che avrebbe fatto??
Tuttavia, cercò di non perdere la pazienza: fece un bel respiro e cercò di ricordarsi come, un mese prima, lei e il padre arrivarono lì in Antartide, ma niente, vuoto totale…
Si guardò intorno alla ricerca di qualche indicazione, ma niente ancora.
Sospirò molto irritata e affranta…
Era la sua unica occasione per scappare da quella prigione e non voleva lasciarsela sfuggire!
Ma perché non si era memorizzata la strada del ritorno, perché??!
Poi…come una fucilata che fece spaventare non poco la pinguina, sentì in lontananza la voce di suo padre che la richiamava…
-SAMANTHA!!- sentiva gridare suo padre.
Era evidente che la stesse cercando, dopo aver notato la sua improvvisa e inaspettata assenza al raduno.
Lo vide circa cinquecento metri più lontano e lei non fece altro che spingere più in fretta la sua lastra di ghiaccio verso il mare, per il timore di essere ritrovata dal padre, che era proprio quello che non voleva.
Non le importava adesso dove sarebbe arrivata, per lei tutti i posti erano decenti se non c’era suo padre!
Continuò a spingere la lastra, quando con orrore sentì una voce stridula e gracchiante, tremendamente e disgustosamente familiare…
No…no, non poteva essere vero… non ora!
-Stai scappando, bellezza?- le chiese in tono sarcastico un pulcinella che purtroppo Sam conosceva molto bene.
-Hans, che cavolo ci fai qui?!- le chiese lei, totalmente spiazzata dalla sorpresa.
Vedendo la sua faccia e il modo in cui la guardava le fecero venire la voglia di volergli spaccare quella brutta faccia da saputello che lei odiava tanto.
Il pulcinella non rispose subito: prima si era impegnato a squadrarla da capo a piedi con il suo solito sorrisetto, cosa che fece imbestialire non poco Sam.
-Ma insomma, che hai da guardare?! Che cosa vuoi da me, perché sei qui??!- continuava a chiedergli irritata come non mai…
Nel frattempo continuava a girare la testa dietro per controllare a che punto fosse suo padre…e con orrore si accorse che si era avvicinato di parecchio. Ancora un po’ e l’avrebbe vista!
-Hans, non ho tempo da perdere con un idiota, perciò ti dico subito di spostarti, se non vuoi essere preso a calci, capito?!- gli disse lei, ribollente di rabbia…
Il pulcinella continuava a guardarla e si avvicinò pericolosamente a lei.
-C-che stai facendo?!- gli chiese la pinguina come si posizionò di fronte a lei e le sollevò il viso con la pinna per guardarla meglio.
-Tu vuoi andare in America, vero?- le chiese guardandola negli occhi.
-E tu come fai a saperlo?!- gli chiese sorpresa allontanandolo da sé bruscamente. Come sapeva del suo piano?? Non l’aveva mica…?
-Non ti ho spiata, tranquilla. Sono arrivato solo un quarto d’ora fa, da lontano ti ho vista staccare la lastra di ghiaccio, e visto che ti guardavi sempre intorno sono giunto alla conclusione che volessi scappare, ho ragione?- e le sorrise per farle capire già che aveva capito tutto della situazione.
Sam non seppe che dire…si guardò di nuovo indietro per timore che ci potesse essere il padre alle calcagna, ma per fortuna era ancora lontano nonostante sentisse i suoi continui richiami, ai quali ovviamente faceva finta di non dare ascolto.
-Il tuo paparino mi sembra molto preoccupato, eh?- le disse divertito e volgendo lo sguardo alla figura poco lontana da loro che andava avanti e dietro.
-Non me ne frega niente- rispose sbrigativa la pinguina, cercando di oltrepassarlo, ma il pulcinella la trattenne.
-Io so tornare in America- le rivelò poi Hans.
Sam si sorprese non poco delle parole del pulcinella, ma nonostante ciò decise di non dargli ascolto visto che non gli credeva per niente; così fece finta di non sentirlo e proseguì velocemente verso la lastra.
-Dico sul serio, posso aiutarti- insistette Hans.
-E’ inutile, tanto non ti credo- e detto questo proseguì verso la lastra ma poi…
-SAMANTHA!!!-
La voce del padre all’improvviso la sentì più vicina di prima…
Si girò e…no! L’aveva vista e stava per venirle incontro!!
-No!! Io vado!- disse agitatissima Sam ma Hans l’afferrò all’improvviso da dietro e bloccò la sua fuga.
-NO! Che stai facendo?! Lasciami andare, ti prego!!- lo supplicò cercando di liberarsi con tutte le sue forze dalla sua stretta.
-Eh no, piccola. Questa volta se non mi credi ne pagherai le conseguenze! Ti ho detto che so come arrivare in America… dimmi, ora… vuoi arrivarci o preferisci stare qui con tuo padre??- le chiese tenendola ferma. Sapeva che avrebbe ceduto…
Sam era disperata, non sapeva che fare… da una parte non voleva stare al gioco di quel dannato pulcinella… ma dall’altra non voleva restare qui con suo padre! Era vicinissimo ormai, l’avrebbe presa a momenti…
-Allora?? Che hai deciso??- le chiese ancora Hans, divertendosi anche a vedere il padre che si avvicinava pericolosamente.
-Okay…okay, accompagnami tu!!- disse infine Sam, a malincuore. Ma per lei pur di non rivedere più suo padre avrebbe fatto di tutto, persino fidarsi del suo nemico…e poi ad Hans ci avrebbe pensato più tardi.
-Beh, ora lasciami!- esclamò agitandosi per liberarsi dalla stretta di Hans ma lui stranamente non mollava la presa.
-Non ho ancora finito- le rivelò Hans con un sorriso beffardo.
-Che cosa??! Che cos’altro vuoi, ora??!- le chiese disperata. Le veniva da urlare, ma si trattenne a scoprire che cos’altro volesse il pulcinella, mentre suo padre si avvicinava sempre di più a loro e cresceva l’angoscia nell’animo di Sam.
-Il mio aiuto lo avrai a una condizione: devi ammettere adesso quello che provi per me, baciarmi e metterti insieme a me- le disse col fiato corto e per poco la pinguina non sveniva.
-Che?? No, scordatelo!!- gli gridò con tutta la forza che aveva in corpo lei, ormai allo stremo.
-Come vuoi, allora il papà ritroverà la sua bambina- fece il pulcinella, minacciandola di consegnarla a suo padre.
-SAMANTHAAAA!!-
Joy era a un passo da loro ormai.
Sam venne presa dal panico e decise perla prima volta in vita sua di fare come le veniva ordinato.
-Va bene!! Hans, io ti amo!!- gridò Sam con tutta la sua forza, non credendo a quello che aveva fatto…
Se avesse potuto uccidersi l’avrebbe fatto all’istante.
-Ah, finalmente!- disse trionfante Hans, mentre lasciava andare la pinguina.
-Ehi tu! Lascia stare mia figlia!!- Joy era finalmente arrivato da loro –Samantha, ti avevo detto di non allontanarti!! E tu chi saresti?!- chiese infuriato al pulcinella.
Sam stava per crollare a terra.
Ecco.
Suo padre ormai l’aveva trovata e se la sarebbe portata a casa legandola a lui per non perderla più di vista… non poteva credere che non avesse funzionato! In un attimo la speranza per scappare via era svanita nel nulla.
-Io??- gli chiese Hans in modo arrogante. Vide il padre di Sam irritarsi del fatto che stesse molto vicino alla figlia e per questo ne approfittò –Chiamami pure Fidanzato di Sam- disse sorridendo in modo sarcastico e arrogante guardando il pinguino.
-Come sarebbe fidanzato??- chiese incavolato nero guardando la figlia.
Sam guardava la scena completamente pietrificata dallo shock, non sapeva che dire o fare.
-Esattamente. Io e la sua adorata bambina siamo fidanzati!- gli rinfacciò Hans con cattiveria.
Detto questo, in un attimo, si girò verso la sua “compagna”, le prese le pinne e la baciò.
Sam non capì più niente… sapeva solo che voleva liberarsi da quella situazione imbarazzante, ma Hans le aveva completamente bloccato le pinne e non poteva reagire.
Hans si staccò da lei dopo dieci interminabili secondi e guardò nuovamente il padre di Sam, che era rimasto completamente a bocca aperta.
-No! Questo non lo accetto!! Samantha, tu ora torni a casa con me, è un ordine!!- disse irritatissimo dopo la scena, e andò verso la figlia per penderla e portarla via.
Sam, ancora stordita da quello che era appena successo, era come se non badasse al padre; il suo sguardo era completamente assente.
-Te lo scordi, vecchio! Sam, corri sulla lastra, forza, forza, forza!!- e la spinse sulla zattera senza badare alle buone maniere.
Sam cadde sul ghiaccio, ma si rialzò subito e in un attimo assisté a una battaglia tra pinguino e pulcinella: suo padre aveva assaltato Hans, ma quest’ultimo lo mise k-o dandogli un colpo da dietro.
Joy perse l’equilibrio e cadde a terra, mentre Hans saliva velocemente sulla lastra.
Joy si alzò sui gomiti, giusto in tempo per vedere quel pulcinella e la sua bambina ormai su una lastra di ghiaccio in mare aperto…
Con il pensiero lancinante della sua bambina lontata da lui, dalla sua bocca uscì appena il suono del nome di sua figlia… dopodiché si abbandonò a terra, piangente e agonizzante.
Ecco. Ora che aveva ritrovato sua figlia, l’aveva persa di nuovo…
Per lui era un dolore troppo grande e, ancora una volta, non aveva mantenuto la promessa fatta alla sua adorata moglie, Eliza…
Un’ultima fitta al cuore e le continue lacrime lo fecero addormentare lì, sul gelido suolo.
 
-Hai visto? Yeee, ce l’abbiamo fatta!!- continuava a urlarle Hans, felice come non mai.
Più che altro era contento del fatto che adesso “possedeva” la sua preda… la sua adorata preda.
Sam invece sembrava come se fissasse il vuoto davanti a sé.
Ce l’aveva fatta. Adesso era LIBERA. Non più sotto ordini inutili di un essere che voleva essere chiamato “papà” da lei…
Di questo era strafelice, ma…che cosa aveva fatto per ottenere tutto questo?? Si era messa con…Hans!
Il solo pensiero di averlo baciato (per di più contro la sua volontà) le fece venire un tale ribrezzo che le si chiuse lo stomaco per tutta la giornata.
E mentre si scrollava le schifose pinne del pulcinella di dosso (era eccitato all’idea di essere fidanzato finalmente con Sam, ne valeva la pena approfittarne subito!) non fece a meno di chiedersi che cosa sarebbe successo di lì a poco…
Aveva risolto il problema di suo padre. Ora doveva risolvere quello del suo “fidanzato”, pensò con angoscia e vergogna…
Ma la vera domanda che le martellava la testa era: come avrebbe reagito Skipper alla notizia??
Scacciò quel pensiero immediatamente; doveva finirla di pensare a Skipper, uffa! Eppure, mai come in quel momento il suo pensiero era andato a lui…
 
ANGOLO AUTRICE: SALVE A TUTTIII XD  
ALLORA, HO ESAGERATO CON LA LUNGHEZZA DEL CAPITOLO, MA VABBE…
MA CHE COSA E’ SUCCESSO QUI? DIRE IL FINIMONDO E’ DIRE PROPRIO POCO, EH?
COMUNQUE…FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE CON UNA RECENSIONE, NON SONO MOLTO CONVINTA DEL CAPITOLO.
GRAZIE A TUTTI:*
BACIONI, FEDE
   
 
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