Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: FlameWolf    02/06/2016    5 recensioni
STORIA INTERATTIVA
È sempre la stessa storia ormai da vent'anni. Ogni primavera ci cantano la stessa ninna nanna, ci illudono che è per il nostro bene e noi cadiamo uno dopo l'altro come mosche. È una mattanza, ma non possiamo farci niente.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Presidente Snow, Sorpresa, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Siamo già soli, Lawrence!

Emma, capitolo 16

 

Giorno 6, mattina

Lars Seven, tributo del distretto 4, arena

“Va' a dormire” mi ordina Lawrence. So che ha ragione; il mio turno di guardia è finito almeno un'ora fa, ma tanto non riuscirei a chiudere occhio. Ho finito per raffreddarmi durante la nottata e ho il naso completamente chiuso. Faccio fatica a respirare e mi gira la testa. Devo provarci però, non manca troppo all'alba. In fondo è stata una giornata molto lunga e faticosa, potrei anche riuscirci. Gli passo gli occhiali infrarossi, regalo degli sponsors, e mi sdraio con addosso la coperta.
“Lars” mi chiama Lawrence prima che io possa chiudere gli occhi. C'è qualcosa di strano in lui a partire dal suo sguardo, fino alle mani nascoste dentro le tasche. Sta nascondendo qualcosa.
“Dimmi” lo incoraggio
“Lascia stare, ne parleremo domani mattina” Non so bene per quale ragione, forse per la stanchezza, forse per la debolezza, ma il mio corpo finisce per accettare la sua richiesta.

 

All'accademia ci hanno insegnato di non preoccuparci troppo dei pericoli notturni perché il nostro cervello è impostato sull'allerta in questi casi, e uno dei due emisferi rimane sempre sveglio come nei cervelli dei delfini e delle balene. Non ero sicuro che questa nozione fosse vera, ma avevo deciso lo stesso di affidarmi a Ryanna perché credevo in lei, non avevo ragione per dubitare della sua lealtà. Abbiamo affrontato tante cose insieme e ci siamo salvati la vita a vicenda.
Perché allora c'è questa lama fredda attaccata al mio collo?

È colpa mia, ho abbassato la guardia. Ho commesso l'errore di considerarla un'amica, dimenticando per un momento quanto fosse importante la mia morte per lei.
La sua mano trema e i suoi occhi esprimono esitazione. Non occorre pensare troppo; le spingo via il braccio con forza, mentre con l'altra mano afferro una freccia nella faretra al mio fianco e le infilzo lo stomaco. Ryanna cade e l'afferro giusto in tempo. È pallida e continua a tremare, solamente che adesso non lo fa per la tensione. Le sue labbra sono screpolate per il freddo e i suoi occhi sono lucidi. Non mi è mai sembrata così indifesa come adesso. Ai miei occhi ha riassunto l'aspetto di una sedicenne andata incontro ad un destino crudele.
Non l’avrei mai fatto” confessa “Pensavo di riuscirci. Ora so che non l’avrei mai fatto”
“Ti credo” le sussurro. La stringo forte a me, accarezzandole il braccio di tanto in tanto. Vorrei dirle che mi dispiace, che non avevo scelta, ma lo sa già in fondo.

Lars, raccontami una storia” mi supplica lei per l'ultima volta.
Inizio a raccontarle una storia di marinari, bugie, inganni ed incredibili scoperte. Ad ogni mia frase, la mia voce diventa più debole e rauca e prima che me ne accorga, ho le guance bagnate dalle lacrime. Non faccio in tempo a raccontarle la fine che lei è già morta.

 

Mi sveglio d'un tratto, cercando di scacciare via l'incubo e la sua bugia. Ryanna voleva uccidermi, aveva tutte le intenzioni di farlo. Non era una pazza suicida che si era offerta volontaria, lei era capitata là dentro, contro la sua volontà. Non sognava la gloria, né l'onore. Voleva solo tornare a casa dai suoi genitori per condurre una vita normale senza né alti, né bassi. Io ero solo un ostacolo lungo il suo percorso. Un alleato più forte che era riuscita a manipolare a proprio vantaggio, nulla di più. Voleva solo sopravvivere, per questo scappo via con me quella notte. Era debole, scarsamente allenata, se fosse rimasta con gli altri favoriti l'avrebbero freddata in breve tempo. Se non mi fossi svegliato in tempo, l'avrebbe fatto, mi avrebbe ucciso, ne sono sicuro. Sì... sarebbe andata sicuramente così.
Mi guardo intorno ed intravedo Lawrence con il suo misero zaino in spalla. Ha in mano la sua daga e se ne sta semplicemente andando, senza neppure voltarsi. Provo una sensazione diversa rispetto a quella volta con Ryanna. Quella volta il tradimento fu improvviso, inaspettato, in questa invece sapevo che era solo una questione di tempo. Conosco meglio la natura umana rispetto a due anni fa, so che l'uomo finisce sempre per cedere alle sue tentazioni. Lawrence però ha commesso un errore fatale: non mi ha ucciso. Troppo leale, troppo buono, troppo scemo. I meritevoli non escono vivi da qui, l'arena li prende con sé per sempre. Solo i mostri trionfano; nessun vincitore è una brava persona. È questo che fa Capitol alle persone. Avrei dovuto ucciderne di più, avrei dovuto ucciderli tutti.

Lawrence nota finalmente che sono sveglio, prova a dirmi qualcosa, ma ormai è troppo tardi. Ho già preso una freccia, quella che tenevo nascosta nei vestiti in caso di necessità, e miro dritto al collo, senza alcuna esitazione. Il tuono del cannone raggiunge la freccia subito dopo. Controllo la faretra poco lontano, in modo da prendere una nuova freccia d'emergenza, ma sono tutte spezzate in due. Sorrido amaro, era più furbo di quanto pensassi, ma avrebbe dovuto spezzarmi l'arco, anche a costo di svegliarmi, e soprattutto non avrebbe dovuto sottovalutarmi. Mi alzo in piedi e recupero la freccia dal corpo esanime del ragazzo, avvolto in una pozza di sangue. Capitol ha ucciso un'altra persona.

 

Achille Pelide, tributo del distretto 2, arena

Ricontrollo lo zaino per l'ennesima volta, ma è inutile. Al suo interno ci sono solamente il tubicino per purificare l'acqua, l'ago, il filo e la lente d'ingrandimento. Non abbiamo più cibo. Per ora ce la siamo cavati con le conoscenze di Rose e i suggerimenti di Connor, ma non basta più. Ho bisogno di un pasto serio, di proteine, di carne. Bramo un piatto di bistecca, delle costolette di maiale, alette di pollo, arrosti e chi più ne ha, più ne metta! Il mio fisico sta risentendo di questa dieta povera: sto dimagrendo a vista d'occhio e mi sento parecchio debole. Non so come faccia Rose, lei sembra essere abituata a tutto questo. Deve essere tremendo crescere nei distretti poveri, più di quanto immaginassi. Cacciare sta per diventare una priorità assoluta e porca puttana, questa volta ho intenzione di accendere un fuoco. Finora non l'ho fatto per via delle suppliche di Rose, che mi chiedeva di rimanere nell'ombra, al sicuro. Non ce la faccio più a nascondermi però, io sono un guerriero, voglio far vedere al mondo quanto valgo. Non ho paura di loro, so che di abili in combattimento non ne rimangono tanti. Ho solo sei nemici davanti a me.
Prendo Turadot in mano, sotto lo sguardo vigile di Rose “Vado a caccia” le annuncio semplicemente, senza troppi preamboli.
Lei mi guarda confusa “Con la spada?” La sua uscita un po' mi offende: Turadot è bellissima, è capace di tutto. Abbiamo bisogno di un pasto, di uno serio, lo sa anche lei. Rose deve aver notato il mio malumore, tant'è che aggiunge subito dopo: “Scusa è che credevo fossero necessarie armi da lancio per una cosa del genere, non me intendo molto”. Non ha tutti i torti, ma le lance e gli archi non fanno parte di me. Li odio dal più profondo, soprattutto gli archi. Una volta mi sono quasi strozzato nell'utilizzarli, senza contare che ho finito per conficcarmi una freccia nel piede.
“Vedrai che ci riuscirò lo stesso” la rassicuro. Il volto delle mia alleata si incupisce e mi si stringe il cuore nel vederla in quello stato “Tornerò subito” le annuncio sincero. Ho intenzione di mantenere questa promessa, anche a costo di rimanere a mani vuote, non mi piace l'idea di lasciarla senza difese. Portarla con me però sarebbe controproducente: non ha un passo felpato e potrebbe reagire male di fronte all'assassinio di un animale. So che è in gamba e che non è da sottovalutare, ma non riesco a togliermi dalla testa il suo volto pallido e privo di senso di sensi nel bagno di sangue.
“Va bene” mi dice dopo averci pensato un po' su.
“Rimani in cima ad un albero e non scendere per nessuna ragione al mondo e... sei hai bisogno di me fischia” aggiungo indicando la sua tasca “Sarò nei pareggi, ti sentirò e verrò da te all'istante. Mi hai capito?” Rose annuisce diligente come sempre. Spero sia la decisione più giusta, non ci siamo mai separati fino ad ora. La carne ci serve però, non possiamo andare avanti solo di fiori e di formiche. Come faremo così denutriti ad affrontare le prove finali? Se la portassi con me inoltre potrei esporla a maggiori pericoli: non abbiamo la distanza dell'arco, la caccia avverrà da vicino dopo una strenua lotta. No... non è posto per Rose e non posso rimanere qui con lei. Separarci è la cosa migliore da fare. Starà bene, al sicuro sopra un albero, lontano dagli occhi di tutti gli altri tributi.
“Voglio mangiare a sazietà!” annuncia Rose con voce squillante “Voglio che al dodici provino invidia per il pasto che faremo” aggiunge. Strano, non è un'uscita da lei. Ci metto un po' a capire che il suo non è altro che un incoraggiamento. Deve aver capito che sono anch'io in ansia. La mia Rose, piccola e coraggiosa, una vera guerriera. Sono così fiero di lei.
“Ci puoi giurare, vedrai che alla fine avremo perfino mal di pancia!” replico cercando di soffocare tutte le mie paure.
Rose inizia a ridacchiare deliziata “Dovremo muoverci rotolando!” Annuisco, gonfiando le guance facendole vedere quanto ho intenzione di diventare tondo. “Facevi molti pasti del genere nel tuo distretto?” mi chiede incuriosita.
“A volte, nei giorni speciali. La mamma cucinava un sacco di cose, tutti i piatti preferiti da me e mio padre. Primo, secondo, contorno e alla fine sempre della frutta. In questo periodo faceva sempre le fragole con la panna” L'ultimo pasto del genere ce l'ho avuto la sera prima della mietitura. Mamma ci aveva chiesto di vestirci eleganti, perché sapevo che forse sarebbe stata la nostra ultima cena insieme. Aveva indossato un abito giallo, si era raccolta i capelli e aveva indossato i suoi unici gioielli. Aveva fatto di tutto per rendere la serata speciale. È inutile, è lei la mamma migliore del mondo.
“Scusa non volevo rattristarti”
“Un po' di nostalgia è normale, non preoccuparti” la rassicuro abbracciandola. In seguito l'aiuto ad arrampicarsi su un albero ed aspetto che abbia raggiunto un punto in alto poco visibile dal basso.
Andrà bene, andrà tutto bene.

 

Sidney Baxter, tributo del distretto 5, arena

Do un altro morso al mio coniglio arrostito, riempiendomi la bocca con il sapore favoloso. Non pensavo che mi sarebbe mancato così tanto un vero pasto, me la sono sempre cavata con poco. Non che all'orfanotrofio non ci dessero cibo, anzi, solo che non potevano permettersi di darci porzioni troppo abbondanti. Inoltre ho sempre dovuto rinunciarne a una sua parte per darla a Iv. È molto dimagrito nell'ultima settimana, ma non ci posso fare nulla. Sto facendo del meglio e si deve accontentare.
Lo scioccone mi guarda e scodinzola, felice per l'ennesima giornata d'escursione passata insieme. A volte credo davvero che sia la versione canina di mio fratello.

D'un tratto Iv si blocca ed inizia ad annusare l'aria. Mi irrigidisco e mi guardo intorno freneticamente. Non vedo niente, ma voglio fidarmi dell'istinto di Iv. Lo prendo in braccio e mi nascondo dentro la prima rovina che intravedo. Rimango ferma immobile ed avverto Iv iniziare a latrare minaccioso. Sono piuttosto stupita, è sempre stato amichevole con gli estranei. Che la palla di pelo avverta la mia tensione ed agisca di conseguenza? Gli serro il muso con forza e mi sporgo oltre. Riesco finalmente ad intravedere il “grande pericolo”: è un tributo donna meticcia, dall'aria parecchio persa e spaventata. Dovrebbe essere Anemone Katz, del distretto 11. Votazione alle prove individuali: 7 su 12. Un voto piuttosto alto per non essere una favorita. Deve avere qualche talento nascosto. Mi concentro per ricordarmi i suoi allenamenti, dov'era, cosa faceva, ma l'unica cosa che mi torna in mente è la canzonetta del cazzo e la sua dannata intervista. “È l'unico ricordo che ho di mia madre” aveva detto.
La mamma... che cosa stupida.

 

Iv sta inseguendo la propria coda nel ridicolo tentativo di acchiapparla. C'è qualcosa di affascinante nelle menti semplici, più sono stupidi e più sembrano felici. Clifford ne un esempio lampante. Mi volto verso di lui, ma non ha stampato in faccia il solito sorriso da ebete, anzi, sembra addirittura preoccupato. Mi volto dall'altra parte prima che si accorga che gli ho prestato attenzione, o dovrò subirmi un suo sfogo. Evidentemente però, sono troppo lenta
Domani c'è la mietitura” osserva lui mogio mogio

Ah, ah” mi limito a replicare. Allora? Dove vuole arrivare? Ha 21 anni, è fuori dalle estrazioni.
Non ti offrirai volontaria vero?” mi chiede. Gli scoppio a ridere in faccia senza ritegno.
Ma fai sul serio?” gli domando, quasi retorica. Non può essere così scemo da pensare a una eventualità del genere. Clifford rimane però serio e continua ad attendere la propria rassicurazione. “Non sono un'idiota” mi limito a dirgli a disagio. Mi giro nuovamente verso Iv sperando che il discorso sia chiuso, mentre invece prende una piega perfino peggiore.
Credi che la mamma sarà in piazza domani?” Metto entrambi le mani davanti alla faccia, imprecando a mezza voce. Perché cadiamo due o tre volte all'anno su questo argomento?
Cliff, sul serio? Dobbiamo parlarne davvero di nuovo?” sobillo esasperata
Tornerà” si limita a replicare.
Ci ha abbandonati anni ed anni fa. Non tornerà” gli dico fredda, senza neppure guardarlo. Avrei dovuto aspettarmelo. Cliff si alza in piedi di scatto, stringendo le mani a pugno, rosso in volto
Tornerà! Ho detto che tornerà! Tornerà” urla arrabbiato. Dannazione, devo calmarlo in fretta. Non voglio che abbia uno dei suoi scatti da matto qua dentro, o scopriranno Iv.
Hai ragione tu. Scusa” gli dico cercando un tono dolce, qualsiasi cosa significhi. Il volto di Clifford torna di un colorito naturale e si risiede per terra accanto a me. Mi chiedo se arriverà il giorno in cui riuscirà finalmente ad accettare l'ingiustizia che abbiamo subito in fasce. Dovrà capirlo prima o poi che possiamo contare solo e solamente sulle nostre forze, perché a nessuno importa davvero di te. Chi si interessa è solo perché vuole usarti per ottenere qualcosa o per mettersi in pace con la coscienza. Tanto vale adottare la stessa mentalità e cercare di guadagnarci il più possibile. Ognuno per sé Clifford, non fidarti di nessuno, nemmeno di me.

 

Osservo Anemone cercando di concentrarmi sui particolari: non vedo alcun zaino, nessuna arma. Sembra stanca ed assetata, indebolita, sola. Per un momento valuto l'idea di attaccarla, ma abbandono subito il progetto. È meglio non sottovalutarla, soprattutto considerando il fatto che non so nulla di lei. Magari è fisicamente più forte di quel che sembra. Senza contare che sono debole, in uno scontro corpo a corpo mi farebbe quasi sicuramente a pezzi. No... devo agire diversamente, devo usare il cervello.
Osservo la coscia di coniglio ancora fra le mani. Trappole, ecco cosa mi serve.

 

Emma Stone, tributo del distretto 1, arena

L'ennesimo brivido attraversa il mio corpo. Per quanti sforzi compi, per quanto mi copra, per quanto mi esponga al sole, non riesco assolutamente a far uscire il freddo dalle mie ossa. Mi tocco la fronte, è calda, probabilmente ho la febbre. Tutto questo non sarebbe avvenuto se avessi avuto il coraggio di accendere il fuoco ieri sera. In realtà però ho paura di catturare l'attenzione degli ibridi, degli altri tributi e di Lawrence. Ho guardato il cielo con ansia ieri, ma la sua immagine non è spuntata in mezzo a quella degli altri morti. Per un primo momento ho provato sollievo, ma poi sono stata accolta dal panico: le probabilità di un nostro nuovo incontro aumentano e io non sono pronta. Non saprei cosa dirgli, né cosa fare. Non sono neppure sicura di poterlo colpire. Mi sono proprio cacciata in un bel guaio. In fondo al cuore però rimane l'ingenuo desiderio di rivederlo ancora, un'ultima volta. Sono proprio una stupida, non imparo mai.
Mi siedo per terra sotto un faggio cercando sollievo, mentre i raggi solari cercano di asciugare i miei vestiti, ancora umidicci dopo la grandine di ieri mattina. Tiro fuori dal mio zaino la mia ultima scorta alimentare: una mela. Avevo portato con me molta più roba, ma lo zaino si è rotto durante la fuga da un ibrido e mi è rimasto ben poco: la sopracitata mela e una coperta. Non rimane nient'altro. Nemmeno un goccio d'acqua. La fame e la sete non sono ancora un problema, ma ben presto dovrò affrontarli. Non ho mai cacciato in vita mia, ma posso provare. In fondo so muovermi silenziosamente e ho due armi con me: la frusta e il coltello, qualcosa posso combinare. Per l'acqua posso sempre andare al fiume. Non ho niente da depurare, ma non vedo alcuna alternativa. Gli sponsors non mi hanno mai inviato nulla, non posso contare su di loro. In tutta onestà speravo di avere più popolarità. Nell'uno ero amata ed ammirata. Mi esibivo di fronte al pubblico in maniera regolare ed applaudivano sempre alla fine. Il mio camerino era sempre pieno di fiori e di lettera di ammiratori. La sera partecipavano quasi sempre a delle gran feste, dove parlavo con gente più grande di me di moda, cultura e libri. Tutti dicevano che ero incredibilmente matura per la mia età e non solo: dicevano che ero bellissima, intelligente, talentuosa e perfetta.

Mi faceva sentire felice tutta quell'attenzione e quella approvazione.

 

Tu sei una ballerina di fama nazionale! Tu ce l'hai già la tua strada!”

 

Le parole di Lawrence mi ritornano all'improvviso, crudeli ma veritiere come sempre. Cosa ci faccio qui? Cosa ne rimane di me? Il mio corpo e la mia mente sono indeboliti, le mie mani e miei preziosi piedi rovinati per il freddo, la mia visione delle vita completamente sconvolta, ma sono ancora viva. Mi chiedo solo per quanto tempo. Non posso fare miracoli, non posso trascinarmi aldilà delle mie forze. La mia unica speranza è che i giochi termino in breve. Forse ho abbastanza forze per durare un giorno o due. Mi faccio cullare dal sogno di un ritorno a casa per darmi le energie per rialzarmi. Forse le cose potrebbe assomigliare a quelle di prima: la medicina di Capitol e mesi di allenamenti potrebbero restituirmi la danza e forse con il tempo potrò anche perdonare mia madre per tutto il male involontario che mi ha fatto. So che mi ama sopra ogni cosa nonostante tutto, posso sempre considerarlo un inizio.
Mi alzo in piedi e sistemo meglio la frusta e il coltello nella cintura. Non faccio in tempo a decidere una strategia di caccia che la mia attenzione viene catturata dal rumore di rami di cespuglio smossi. Afferro immediatamente il coltello preparandomi al peggio, mentre il cuore mi sale fino il gola. Di fronte a me appare una ragazzina minuta che riconosco immediatamente come il tributo donna del distretto 12. Il panico mi assale, se lei è qui, probabilmente anche il suo alleato, Achille, è nei pareggi. È un tributo allenato, forte ed armato, mentre io ho la febbre e per quanto ben addestrata, sono quasi sicuramente più debole di lui. Subito dopo però, noto qualcosa di interessante: negli occhi di Rose c'è il mio stesso identico sguardo. Avverto la sua paura, la sua incertezza, il suo senso di smarrimento: è sola, esattamente come me. Di fronte a me c'è un bersaglio facile, uno degli ultimi sette frammenti del biglietto che mi riporterà a casa. Dentro di me si fa strada prepotentemente la tentazione di ucciderla. È solo un altro lasciapassare per il distretto 1, un pezzo del sentiero che mi riporterà sulla mia vera strada, quella che ho impudentemente abbandonato per nulla.

Proprio mentre la mia mente è attraversata da questi pensieri, mi accorgo in ritardo che Rose ha estratto dalla tasca un oggetto metallico di piccole dimensioni. Un fischietto. In un frammento di secondo realizzo il suo piano e mi avvento su di lei come una furia. Non può suonarlo, o sarò finita. Non ho speranze contro Achille, se lo chiamasse sarebbe veramente la fine per me. La mia intera esistenza si basa su questa manciata di secondi. In meno di un lampo mi ritrovo addosso a lei nel tentativo di prenderle il fischietto. Rose lotta con tutte le sue forze e cerca di liberarsi dalla mia presa mentre urla a squarciagola, ma in preda alla lotta finiamo per cadere entrambe per terra. La piccola riesce a liberarsi dalla presa e ne approfitta subito per portarsi il fischietto alla bocca. Il panico si impossessa di me, e pronta a tutto pur di evitare l'inevitabile, la colpisco all'addome con il pugnale. Vengo accolta dal suo sangue caldo, mentre sul suo volto innocente appare la stessa espressione di Riley, quella che ha tormentato le mie ultime notti. Avverto il mio battito accelerare e cerco di annullare la sensazione di disgusto che mi attanaglia lo stomaco.
Sto per colpirla un'altra volta, quando avverto dei passi rumorosi e veloci dietro di me.

 

 

 

Ebbene sì. Ne ho fatti fuori solo uno, ma recupererò nel prossimo, state tranquilli. Invito chi non mi ha inviato il messaggio a mandarmelo perché fra tre morti ci sarà il festino!

 

 

Morti:

Lawrence (4 pov, tributo del distretto 1) ucciso da Lars

 

Classifica:

24 Daniel Ucciso da Lawrence

23 Thomas ucciso da Lars

22 Donna uccisa da Ane

21 Norma uccisa da Marinette

20 Marinette uccisa da Achille

19 Bezzy uccisa da Lars

 

18 Manuel ucciso da Emma

17 Connor, morto avvelenato

16 Charlie, ucciso da Sidney

 

15 Silk Hone, morta per setticemia

14 Riley Devries, uccisa da Lawrence

13 Carlie, sbranato da un ibrido

 

12 Spencer, ucciso da Stacey

11 Harriet, uccisa da Killian

10 Stacey uccisa da una pianta ibrido

9 Lawrence, ucciso da Lars

 

 

Feriti:

Emma (febbre, freddo)

Rose (Ferita all'addome, fame)

Achille (Fame)

Lars (sindrome da raffreddamento)

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: FlameWolf