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Autore: piccolo_uragano_    03/06/2016    6 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Martha dormiva tranquilla con la testa sul petto di suo marito.
Se Sirius non fosse stato sveglio a fissare il soffitto di quella che era stata la sua stanza, pensando disperatamente che non erano pronti, quella sarebbe stata una mattina normale. Aveva insistito per usare momentaneamente la stanza che gli era appartenuta per quindici anni perché sapeva che stare lì con Martha e con Anastasia le avrebbe dato un sapore del tutto diverso.
Non l’avrebbe ricollegata alle parole fredde e taglienti di suo padre o al ricordo di lui e Regulus da bambini, ma avrebbe lasciato che la voce, il profumo e persino i capelli di Martha impedissero a certi ricordi di raggiungerlo. Così, lei si era addormentata mentre lui le raccontava di quando lui e Regulus giocavano a nascondino, e niente lo aveva tranquillizzato più di vederla addormentarsi con un sorriso stampato in volto.
Si era occupato personalmente di nutrire Anya alle tre di notte, quando, come da manuale, aveva richiesto il biberon. Martha aveva a malapena aperto gli occhi, mentre Sirius guardava la bambina con aria incantata. Dopo averla rimessa a dormire, era riuscito a dormire poco più di un’ora, ma si era svegliato quando aveva sentito dei passi sulle scale, verso le cinque. Quando aveva riconosciuto il passo delicato di Remus, si era riaddormentato.

Remus entrò in cucina con aria preoccupata: il letto di Rose sembrava non essere stato nemmeno sfiorato dalla primogenita Redfort, così come la sera prima. Se il giorno precedente aveva deciso di lasciare correre, era convinto di non poterlo fare una seconda volta. Appena entrato in cucina, gli fu tutto più chiaro, anche se ci mise qualche secondo per realizzare la cosa.
Rose, infatti, stava piangendo.
La prima volta che l’aveva vista piangere, era stato quando suo padre, Robert Redfort, era morto. Erano giovani e innamorati, ma lui non aveva potuto fare assolutamente nulla quando lei, spezzata dal dolore, si era piegata in due nello studio di Silente.
I pianti successivi erano dovuti alla nascita di Robert, ai loro litigi, alla morte di James e Lily.
Il pianto di quella mattina però era un pianto diverso. Era un pianto più adulto, più consapevole. Era un pianto soffocato, un pianto che veniva da un punto del petto che lui conosceva fin troppo bene. Era seduta per terra e sembrava quasi che fosse caduta, e che non avesse la forza di alzarsi. Lui la guardò, con tutto l’affetto di cui era capace, poi con la sua solita delicatezza, le si sedette accanto e le fece segno di appoggiarsi a lui.
“Andrà tutto bene, Rose.” Le sussurrò.
No.” lo fermò subito lei.
“Siamo più forti, più numerosi, più …”
“Credo di averti mentito.” Disse.
Lui indietreggiò un poco. “Riguardo a cosa?”
“A Damian.” Rispose lei, singhiozzando.
“Avete rotto?”
“Io … io ho rotto. Sono scappata.”
Lui annuì. “Credevo che lo amassi.”
“Ed è così. Voglio dire, non … non gliel’ho detto tante volte, ma è così, e lui lo sa. È che … Merlino, Remus … non lo avevamo programmato, è semplicemente arrivato … io non … non lo volevo, davvero, ma … oh, Godric, non riesco nemmeno a dirlo …” si perse nei singhiozzi mentre Remus le accarezzava la schiena. 
“Va tutto bene. Respira.”
“Non … non …”
Remus Appellò un bicchiere d’acqua e glielo porse. “Ora, respira. E dillo. Con calma.”
“Non riesco. Nemmeno a lui l’ho detto.”
“Sei sparita così?”
Lei annuì. “Sono una persona schifosa.”
“No, non lo sei. E non devi nemmeno essere così spaventata da questa cosa.”
Rose prese un respiro profondo. “Remus John Lupin. Sono … io, sono …” chiuse gli occhi e abbassò la voce finché non la rese un sussurro. “Sono incinta.”
“Continua a ripeterlo. Prima o poi ti renderai conto che non sono parole da cui scappare.”
“Non … non sono pronta, Remus, non …”
Remus sospirò. “Lo so. Ma se ci pensi, sai già cosa sta per succedere.” Le disse, accarezzandole i capelli. “Sei già la matrigna di Gabriel. Sai bene che tipo di legame sta per nascere. E sei una zia fantastica. Sei solo spaventata perché tutto questo ti legherà a Damian fino alla fine dei vostri giorni, e anche oltre.” Le asciugò le lacrime e cercò di sorriderle. “So che hai paura, so che ti senti spaesata, ma non devi. Davvero, non devi. Non devi nemmeno decidere ora cosa fare, sai? Hai tempo. Hai davvero moltissimo, moltissimo tempo.”
“Potrei non riuscire a vederlo crescere questo bambino, Remus. Potrei darlo al mondo e poi lasciarlo senza madre. Come la metti con questo?”
Remus chiuse gli occhi. Erano state le stesse parole di Lily, il giorno prima di Natale di tanti, tanti anni prima.
“Non mi sembra che in questa famiglia gli orfani di guerra siano lasciati a loro stessi, no?” le disse. “E, per la cronaca, ti proibisco di morire. Quando morirai sarai talmente vecchia da ridere di questa stupidaggine che hai appena detto.”
Rose cercò di annuire. “Se lo dicessi a Damian … lui … lui si arrabbierebbe moltissimo.”
“Non gli permetterò di farti del male.” rispose Remus, con tono sicuro. “Sai, può essere passato del tempo, ma … promisi di proteggerti. E se siamo ancora qui, in qualche modo, non ho del tutto fallito in questo.”
Rose gli sorrise. “Sai … non sei tenuto a farlo.”
“Voglio farlo, Rosalie. Voglio aiutare te e questo bambino.”  Lei posò la testa sulla sua spalla. “E ora, ti ordino di farti qualche sana ora di sonno.”

“Dove è Rose?” chiese Martha, entrando in cucina.
“Buongiorno, amore.” Rispose Sirius, porgendole la sua tazza di caffelatte.
“Si certo, ma dove è Rose?”
“Dorme.” Replicò  Remus, seduto al tavolo con davanti la Gazzetta del Profeta. “E anche oggi nemmeno due righe sulla morte di Diggory, o …”
“Come sai che Rose dorme?” lo interrogò Martha.  “Hai dormito con lei?”
“No.” rispose Moony immediatamente. “E anche se fosse, siamo adulti.”
“Remus, sai qualcosa che io non so? Cosa è successo con Damian?” domandò Martha, sedendosi accanto all’amico, mentre Sirius preparava il biberon delle nove per Anastasia, che dormiva beatamente due piani più su.
“Non sta a me dirtelo.” Rispose Remus. “Ti sembra normale che in un mese non abbiano ancora nominato Diggory?”
“REMUS!” lo richiamò lei. “Dimmi immediatamente cosa …”
“Non sta a me dirtelo!” ribadì lui. “Tua sorella è grande e vaccinata, Merlino, perché non chiedi a lei?”
“Perché a malapena mi guarda in faccia, Godric, non te ne sei accorto? Lo fa perché mi nasconde qualcosa!”
Remus stava per ribattere, quando sentì il telefonino di Martha suonare. Era alquanto strano che accadesse: solitamente lo usava con Rose, che era al piano di sopra. Lo aveva usato con Sirius quando era andato a cercare Peter nel cuore dell’Irlanda, e da allora non aveva più suonato. Martha fissò il telefonino per qualche secondo, perché nessuno, a parte tre strani individui che non aveva assolutamente voglia di sentire, avrebbero potuto cercarla lì.
Lo Appellò e rispose. “Pronto?”
“Martha?”
La secondogenita Redfort tirò un sospiro di sollievo. “Tunia.” Disse. “Tutto  bene?”
“Volevo solo dirti che passiamo noi a prendere Harry in stazione, stasera.”
Martha serrò la mascella e alò un sopracciglio. “Tunia, eravamo d’accordo che te lo avrei portato domani, no?”
“Si, è vero, ma Silente è stato qui e ha detto … quello che è successo.”
Martha si guardò attorno spaesata. Era impossibile che Petunia lo facesse per qualche strana ragione legata ad un improvviso moto di affetto verso Harry, era totalmente, assolutamente impossibile. “Aspetta” le disse “aspetta un attimo. Se  Silente ti ha detto quanto successo nel nostro mondo, perché vuoi rischiare la pelle tenendo Harry una notte di più?”
“Martha, è … è come l’ultima volta?” domandò Petunia, con la voce tremante.
“Non ancora.” Rispose Martha, sincera. “Ma lo sarà, presto.”  Fece una pausa. “Oh, ora ho capito. Non vuoi che un mostro come me venga visto nei pressi della tua casa perfetta, con la tua famiglia perfetta ed il tuo tricheco perfetto?”
“Ci … ci vediamo in stazione, Martha.”  E attaccò.
Martha rimase con il telefono accanto al viso e l’espressione furiosa.
“Come diceva James di Petuna? Povera scema?” domandò Sirius.
Povera scema.”  Ripeté Martha.

“Mi spieghi perché tiri sempre qualche sinistro a Malfoy?”
“Perché di sinistro picchio meglio.” Rispose Kayla, imbronciata.  Robert alzò gli occhi al cielo. “Senti, che vuoi? Stava facendo apposta, a rompere le palle a Hermione per la storia della Skeeter, quello se le va a cercare le botte!”
Robert alzò gli occhi al cielo, in un modo che ricordò moltissimo Martha.
“Se non fossimo arrivati io e i gemelli …”
“Ora quei tre maledetti non sarebbero privi di sensi!”
“Sei tu che li hai picchiati mentre noi li Schiantavamo!”
Siete voi che li avete Schiantati mentre io li picchiavo!” strillò Kayla. “Qualche volta è colpa anche tua, sai?”
“Sembri la mamma.” Sbuffò lui.
Tu sembri la mamma!” rispose a tono Kayla, osservando il corridoio del treno. “Non ho intenzione di chiedere scusa.”
“Nemmeno io.”
“Bene.”
BENE!” ribadì Kayla, incrociando le braccia sul petto con ancora addosso la divisa, mentre Fred e George uscivano dallo scompartimento. Harry aveva detto loro che doveva parlargli, e i due fratelli Black erano usciti, mentre Ron e Hermione erano andati a cercare Ginny. “Allora?” chiese Kayla a Fred.  Lui rispose con un sorriso a trentadue denti e la abbracciò, sollevandola da terra. “Eeeeehi!” rispose Kayla, visibilmente imbarazzata, mente George sussurrava qualcosa nell’orecchio di Robert. Il primogenito Black cambiò immediatamente espressione: si mise a ridere e batté il cinque a George, per poi abbracciarlo e, insieme a Fred, i tre si avviarono verso il loro scompartimento.
“Io non vi capirò mai, a voi tre!” urlò Kayla, mentre i tre Grifondoro si allontanavano sussurrando. Fred si voltò e le fece l’occhiolino. Lei scosse la testa e gli sorrise con il cuore.

Martha e Sirius, nei loro migliori abiti babbani, attraversavano la stazione di King’s Cross: avevano appena incrociato i Dursely, che, con compostezza innaturale, stavano in piedi sotto la scritta ‘arrivi’. Vernon aveva borbottato qualcosa sul fatto che i coniugi Black avessero fatto un altro figlio, e Petunia si era mostrata schifata dal fatto che fosse Sirius a portare la carrozzina.
“Non sarà un’estate esattamente facile. Non è vero, Anya?”
“Sirius, smettila di farle le facce e parlarle come se fosse scema.” Lo richiamò Martha. “Anastasia, dì a papà che lo capisci benissimo.” Disse, rivolgendo uno sguardo alla piccola che agitava le mani.
Attraversarono il muro e si trovarono nel binario fantasma. “Ci guardano tutti.” Sussurrò Sirius.
“Sono solo invidiosi.”
“Di me?” sorrise lui.
“Di me, ovviamente.” Replicò lei. “Tutti vorrebbero avere una moglie come me, e io ho sposato un disgraziato che parla ai bambini come se fossero scemi.”
“Se continui a dirlo, ‘scemo’ sarà la prima parola che dirà.”
“Sempre meglio di ‘Prongs’, come Robert.”
“Quella fu una grande sconfitta.”ammise Sirius. “Ma James rise tantissimo.”  Martha sorrise con aria nostalgica.  “Quale è stata la prima parola di Kayla?  me lo hai mai detto.”
Martha scosse la testa. “Kayla doveva assolutamente distinguersi da ogni altro bambino al mondo. Le sue prime parole furono ‘mamma, Robert ha ucciso il mio disegno’.”
Sirius scoppiò a ridere. “Ed era vero?”
Lei alzò le spalle, mentre faceva cenno ai Weasley di raggiungerli. “Aveva aggiunto dei dettagli come qualche pugnale insanguinato e un paio di astronavi.”
“Che disegno era?”
“Cenerentola che perde la scarpetta.”  Molly salutò Anya con lo stesso tono usato da Sirius poco prima. “Fantastico.” Sbuffò Martha. “Molly, Silente ha avvertito il tricheco e la moglie di Tu-Sai-Cosa.” Disse, stringendo i denti. “E ora loro sono all’uscita della stazione per prendere Harry.”
“Non vorranno mica tenerlo al sicuro?” domandò Molly, tornando seria.
“No, ovviamente, vogliono assicurarsi che io e Sirius non ci avviciniamo nemmeno al Surrey.”
“Non si smentiscono mai.” Sbuffò Molly. “Darò il tempo ai ragazzi di prendere le loro cose, e poi …”
“Le loro stanze sono pronte.” La rassicurò Sirius. “E anche quella tua e di Arthur.”
“Prima è, meglio è.” Specificò Martha. “Immagina quanto saranno felici Robert e Kayla.”
Molly sorrise, annuendo, poi, il treno arrivò e fiumi di studenti iniziarono a scendere, alcuni in divisa alcuni in abiti babbani, alcuni tristi alcuni straordinariamente felici; tutti, però, non mancarono di lanciare uno sguardo a Sirius e Martha.
Harry, Ron e Hermione furono i primi a scendere. “Animagus!” sussurrò Hermione, arrivando di fronte ai coniugi Black.
“Si, sono qui, ma non urlarlo.” Rispose Sirius.
“No, no: Rita Skeeter! Lei è un Animagus! Ecco come ha origliato conversazioni e lezioni pur essendo stata bandita dal castello!”
Martha le sorrise. “Morgana, quanto sei intelligente. E come fai tu a saperlo?”
Hermione alzò le spalle. “Beh” disse, ma fu interrotta da Harry: “L’ha catturata!”
“Ooooh! Grandiosa!” esclamò Sirius. “E che ne hai fatto?”
“La libererò poco lontana dal centro di Londra, tra qualche giorno.”
“O qualche settimana.” La corresse Martha. “O magari il prossimo mese, perché no?”
Hermione rise, e fu immediatamente raggiunta da George e Robert. “Buongiorno genitori!” esclamò Robert. “Hermione.” Disse con aria gentile, poi si catapultò vicino al padre e si chinò sulla carrozzina. “Ma ciao, Liz! Quanto sei cresciuta in pochi giorni? Eh?” la tirò fuori e, tenendola come se fosse di vetro, strofinò il suo naso contro quella della bambina.
“Io mi domando come crescerà.” Sbuffò Martha, scuotendo la testa.
“Dove sono Kayla e Fred?” domandò Molly. Martha fece un mezzo sorriso e incarnò un sopracciglio. Molly la guardò senza capire, poi colse la sua espressione. “Kayla e … Fred?” Martha annuì, ridendo. “Ma … da quando? E perché io non ne so niente?”
“Non ti preoccupare, mamma” le disse George “ si presume che non lo sappia nessuno.”
“E perché Martha lo sa?”
“Merlino, Molly, ho fatto Kayla dal nulla, so cosa le passa per la testa prima ancora che lo sappia lei!”
Molly indicò Robert. “Tu come lo sai?”
“Fred è il mio migliore amico, Kayla è mia sorella. Ho dovuto approvare la cosa.”
Io ancora non approvo.” Specificò Sirius.
Tu non approveresti comunque.”
In quel momento, infatti, Fred e Kayla scesero dal treno più che sorridenti. Quando raggiunsero gli altri, Fred si beccò una lunga occhiataccia da sua madre. “Che ho fatto, ora?” domandò, senza smettere di sorridere.
“Perché sono sempre l’ultima a sapere le cose?  Dannazione, è la sorellina di Robert, le rubavi le bambole dieci anni fa! Le hai insegnato ad andare in bicicletta!”
“Quello ero io, mamma.” Specificò George.
“No, io sono George.” Disse Fred.
“Ah già, è George che se la fa con Kayla.”
“Nessuno se la fa con la mia bambina!” strillò Sirius, e tutti scoppiarono a ridere. “Sai, Fred, io ho dovuto chiedere al padre di Martha di …”
“Non lo hai mai fatto.” Specificò Martha. “E comunque, loro non si sposano, non è vero?”
Kayla stava per rispondere, quando vide Draco attraversare il binario da solo. Anche lui la guardò, per mezzo secondo, mostrando l’occhio gonfio e uno sguardo pieno di disprezzo.
“Kayla?” la richiamò Fred. “Kayla, stiamo andando.”
“Certo.” rispose lei, riprendendosi. “Certo, ci sono.”
Quando si concesse di girarsi di nuovo, Draco era sparito.

Harry prese meglio di come Martha si aspettasse il fatto di dover passare mezza giornata in più con i Dursley, ma non reagì bene quando gli dissero che sarebbe stato meglio non scrivere lettere troppo esplicite.
“Sappiamo di essere sotto controllo, ma non sappiamo ancora quanto.” Gli spiegò Martha. “Quindi sarò io a telefonarti. Ogni sera.” Si fermarono a pochi metri dai Dursley. “E non credere che non ci sia qualcuno pronto ad aiutarti, nei pressi di Privet Drive.”
Harry la guardò con aria perplessa.
“Non pensarci, Harry, ma Martha conosce più persone di quanto sembri.” Gli disse, mentre Martha gli fece l’occhiolino.
“Ci vediamo tra due settimane.” Gli disse Kayla, abbracciandolo. “Non combinare troppi guai.”
Harry la strinse forte. “Ti voglio bene.” Le disse.
Robert invece fu più svelto, e nell’abbraccio gli sussurrò solo “Tasca destra dei pantaloni.”
Harry annuì. “Okay.”
“Guardati le spalle, fratello. Giuro solennemente …”
“Di non avere buone intenzioni.” Sorrise Harry, avviandosi verso i Dursley pensando che, con i Black a guardargli le spalle, si sentiva più al sicuro che mai.
Appena si chiuse in camera, Harry mise la mano nella tasca che Robert gli aveva indicato, quasi spaventato di cosa avrebbe potuto trovare. Con la punta delle dita, sentì un pezzo di pergamena piegato più volte.
Si sedette sul letto e lo aprì.

Prendilo come un regalo di compleanno anticipato.
Me lo ha dato papà, poco dopo la terza prova: è uno Specchio Gemello. Io ho l’altro. Ti basterà dire il mio nome ponendo il tuo davanti al viso, e potremo parlare come fossimo faccia a faccia.  Papà mi ha detto che lui e James lo hanno usato moltissimo e anche dopo, e a quanto pare fu un regalo della mamma per non so bene quale motivo.
Non voglio fare quello romantico, Harry, ma vorrei che con questo Specchio tu ti sentissi leggermente più al sicuro. Non esitare ad usarlo – anche perché è una figata. Usalo anche se Dudley ti rompe le palle, io, Tonks, Fred e George saremo lì in un attimo.
Ah, la mamma non sa ancora che abbiamo noi gli Specchi Gemelli. Papà ha detto che lo saprà ‘quando sarà pronta’, il che credo corrisponda circa a quando Anya riceverà la lettera per Hogwarts. Circa.
Mi trovi dall’altra parte dello Specchio, anche per una chiacchierata.
Fatto il misfatto!
R.


Harry sorrise. Si sentiva davvero al sicuro con una famiglia così.


Saaaaaalve. Si, so che tempo fa ho detto che avrei pubblicato sempre di mercoledì, ma dai, qualcuno ci ha davvero creduto? :D
Lol. A parte il mio solito ritardo che ormai non fa più nemmeno notizia, pare che qui ce ne sia una grande, di notizia, non trovate? Che ne pensate?! :) 
Ringrazio, come sempre, _ginnyweasley_, Distretto_9_e_34, Moon95,  felpato8, Aly Black, e ovviamente Nene_92. Grazie infinite, davvero! 
lots of love 

Allons y!

 
   
 
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