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Autore: reggina    04/06/2016    2 recensioni
Ci sono famiglie che a volte si separano, come succede nei film. Altre che, invece, restano unite nella fatica, nella stanchezza, nello sconforto; che non si arrendono alla paura che la parola cancro porta sempre con sé.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Nora, Vale
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ogni estate di cui ha memoria ha passato il tempo in cui non era in acqua a schiena china sulla riva.

Lui è un’artista: prende degli oggetti dal mondo e li restituisce al mondo trasformati.

Chi è Valentino? Uno che raccoglie conchiglie!

Già da bambino amava raccogliere oggetti perfetti: sassi piccoli e colorati, conchiglie intere o dal guscio tondo e scuro, appena macchiettate, che le stringi in un pugno. Sa che in Niger molti bambini le portano al collo come amuleti ed è magico che, con la fantasia, il mare riesca ad arrivare tra montagne e deserto.

Per Vale le conchiglie raccontano storie. Sono voci e pensieri imprigionati in spirali da cui escono a fiotti, tutti insieme.

Anche questa mattina è sulla spiaggia, lasciata libera dalla bassa marea, e si stupisce di continuo difronte ai tesori regalati dal mare. Poi, sul più bello, arriva l’onda anomala che lo travolge.

E i suoi di pensieri si accavallano fino a non distinguersi, come conchiglie miste ad alghe. Sono pensieri frastagliati e taglienti come lame.

E allora sente il bisogno di mettersi a correre forte e veloce sulla battigia.


Rientra a casa che profuma di timo, di mirto e di sole; con le gote arrossate dal vento e dagli spruzzi salati. La gamba gli duole: il solito dolore sordo che lo tiene sveglio di notte ma più atroce perché consapevole.

In fondo se si vive nell’incoscienza si vive meglio.

Osteosarcoma.

Una parola che gli da i brividi. Ne ignorava il significato fino a quando non l’ha sentita sussurrare nel corridoio dell’ospedale e l’ha cercata sul vocabolario. Un vocabolo che fa così paura anche ai suoi genitori tanto che lo hanno evitato come argomento tabù.

Ha fatto delle ricerche in internet e adesso è come vedere una macchina che viaggia verso di lui, senza sapere se gli verrà addosso o se svolterà poco prima di travolgerlo.


Nora e Marco lo osservano preoccupati quando, camuffando una smorfia di disappunto mista a dolore, Vale si lascia cadere sgraziatamente sul divano foderato da un leggero tessuto a righe.

Oggi ha raccolto sassi con linee scure e più chiare che formano disegni, lettere, piante geometriche e frammenti di conchiglie arenate alla fine dell’inverno.

“Ho bisogno di un foglio di carta per incollarle! Questi gusci sono parole disperse…”

Dice, disponendo sul tavolo basso in legno massello i pezzi bianchissimi di calcare e di sale.

Sua madre, la forza centripeta della famiglia, abbozza un sorriso e gli strizza l’occhio da dietro le spalle larghe di suo padre. Siede al suo fianco, stringendogli le mani tra le sue e, con stupore, Vale si accorge che Marco sta sudando.

Il ragazzo fa un respiro profondo e chiude forte le palpebre. Poi, a bruciapelo, ecco la domanda scomoda.

“Che cos’è un osteosarcoma?”

Per un momento ai due genitori sembra di essere ritornati alla fase dei perché, quando venivano bersagliati da domande che erano una palestra per il loro cervello. Ma Valentino non ha più tre anni ed è difficile rispondere e tenerlo ad una certa distanza di sicurezza dalla verità.


Marco vorrebbe tanto rassicurarlo con una di quelle favole con cui, tanto tempo fa, lo convinceva che non c’erano mostri nascosti sotto il letto. Sarebbe tutto più facile con un c’era una volta e un vissero tutti felici e contenti ma adesso che la loro vita sta andando in pezzi, non ci sono regole scritte e non gli resta che glissare.

“Tesoro ti ricordi quando ci siamo trasferiti in una città nuova? Ti sei sentito abbandonato, smarrito, escluso dalla vita di sempre. Poi hai conosciuto persone nuove, hai stretto amicizie e ti sei integrato bene. In qualche modo hai sentito questa città tua!”

Tornano a galla episodi vicini e lontani che si accavallano e Vale si sente come quei pezzi di conchiglie diverse che vuole incollare sulla carta: rotte sulla riva e ricomposte in un nuovo ordine, in una nuova storia.

“Perché tiri fuori il passato? Cosa sta succedendo? Cosa mi sta accadendo?”

Allora è Nora, restando calma, a provare a fronteggiare la confusione del figlio.

“I cambiamenti spaventano ma vogliamo che tu sia preparato! Per un po’ di tempo non potrai andare più a scuola e dovrai prendere delle medicine. Ci saranno giorni in cui ti sentirai davvero stanco…Io e papà però siamo con te: puoi chiederci tutto quello che ti è incomprensibile!”


Fino a ieri era immortale: non si poneva nemmeno l’idea della morte. Oggi, invece, è come se si fossero formate delle valli nel suo cervello e i pensieri fossero fiumi che si ricollegano sempre lì. È vicino al niente e non può rischiare di impazzire per questo.

Vale non vuole altri silenzi giganteschi.

“Ho un cancro?”

   
 
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