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Autore: Dark prince    07/06/2016    2 recensioni
Movierse.
Stony.
" Mi guardava ferito.
Nel sogno, non ho cercato neanche di bloccare l'emorragia.
Restavo lì, seduto sopra di lui, a godermi la scena, con un sogghigno che non era mio.
un sogghigno che mi ha spaventato. "
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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La storia si ambienta nel Movierse, ma ci sono dettagli che sono stati cambiati e riadattati per permettere a questa Fanfcition di nascere.
È impostata sul rating arancione perché, più avanti, ci saranno scene di sesso.
Recensite se vi aggrada e grazie che vi soffermate solo a leggerla~
Buona lettura, spero che vi possa piacere.
Dedicata a Capiscle e NekoMicki.

Per tutta la stanza si udiva quel rumore ferroso, cigolante e fastidioso, che rendeva l'atmosfera ancora più pesante, come se non fosse già abbastanza difficile la situazione.
Beh: nessuno vorrebbe vedere il proprio migliore amico ridotto in quel stato, sapendo bene la sua forza, il suo essere autonomo, indipendente. Ma ora lo vedeva lì, costretto a stare su da una carrozzina, che quasi faticava a muovere per potersi spostare, non abituato a quei generi di "aggeggi".
Non era il fattore di non avere forza fisica, quella l'aveva eccome, se lo ricorda bene lui, ma era la mente che cedeva, che non riusciva ad accettare quella situazione di totale immobilità:Se il cervello collassa, tutto il resto cade giù come un castello di sabbia.
Era la frase che gli ripeteva spesso.

Anche se non lo avrebbe mai ammesso il suo amico, quello che più l'ha distrutto sono stati gli sguardi carichi di pietà di estranei e amici che rivolgevano quando lo vedevano. E lui li aveva notati quando aveva osato solo una volta, una singola volta, di portarlo fuori a fare una passeggiata: Non era finita bene, l'aveva riportato indietro appena ha potuto, prima che si facesse del male da solo per placare una vera e propria crisi nervi, crisi che peggioravano di giorni in giorno.
Probabilmente erano tutte quelle cose insieme a creare l'instabilità, oppure, nessuna di loro in particolare; Era un coincidere di eventi che pesavano sulle spalle dell'uomo che ora sedeva inerme su quella sedia di ferro "adornata" con delle ruote...

Lo nota fermarsi davanti alla finestra, forse perché riteneva quella postazione ideale per osservare la strada, e gli occhi dell'uomo, seduto sulla carrozzina, iniziano a guizzare, osservando tutto ciò che era aldilà del vetro della finestra, un vetro trasparente e pulito: sotto poteva ammirare tutta New York visto che erano ad una altezza tale da poterla ammirare completamente: osserva la mano che si alza, andando a sfiorare appena il viso, vicino alla guancia destra dove aveva una ferita che si stava rimarginando.
Però, nota che neanche quella visione riusciva a riaccendere gli occhi spenti che cercavano qualcosa, anche un solo stimolo, per poter di nuovo guardare il mondo come prima: Con curiosità e voglia di esplorare.
Sembrava tutto spento.
Morto.
Vede che stringe i braccioli della sedia, probabilmente per scaricare uno scatto d'ira, il silenzio viene poi interrotto da un sospiro seguito subito dopo dal rumore della carrozzina che torna a farsi sentire, segno che, ormai, quel posto non era più adatto.

Impotente, poteva solo osservare la scena, osservare lui che si allontana da solo, immergendosi nel buio del corridoio poco illuminato a causa del sole che stava ormai calando.
La notte giungeva.
Ed era il momento più difficile da affrontare.
Lui?
Lui sarebbe rimasto lì anche quella sera, sarebbe rimasto per controllare che tutto andasse bene anche se aveva i suoi impegni: Quelli potevano attendere ancora un po'.
"Andrà meglio Rhodey, vedrai."
La voce di Stark era uscita incerta mentre osservava il suo amico, mostrandogli un lieve sorriso, appena pronunciato.
Rhodey, dal canto suo, non esita a mostrare tutta la fiducia che riponeva in lui, guardandolo negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo.
"Ne sono convinto, Tony. In fondo sei un genio, miliardario, playboy e filantropo, no?"
Si sente una risata che si spegne dopo pochi secondi e un capo che accenna ad un sì, d'accordo con quelle parole.
"Ovvio."



Ah, che pena restare qui e non agire.
Perché devo attendere che tutto si calmi?
Certo, è stato davvero avventato fare tutto quel... Trambusto? Chaos?
Beh: Qualunque cosa io abbia fatto, non me ne pento.
Dovevo salvare un mio caro amico, un amico che era innocente e non potevo lasciarlo da solo, soprattutto visto, che come me, non ha più nessuno al suo fianco.
Stiamo stati presi e trascinati in questa "epoca" che non è nostra, dove non abbiamo più radici.

Oh, lo sto facendo di nuovo: Sto scrivendo i miei pensieri, le mie idee, su questo diario personale come se, un giorno, a qualcuno potesse interessare.
Certo, sono Capitan America. Ma, prima di tutto questo, io sono Steve Rogers e la gente tende a dimenticarlo.
Anche i colleghi con cui lavoro e... lavoravo.
Oh, Cielo: Sono tornato di nuovo a pensare a loro, ai miei amici che hanno deciso di stare dalla parte opposta alla mia.
Sono tornato a pensare a lui.
Non mi ha risposto al cellulare, sono certo che è riuscito a riceverlo insieme alla mia lettera, ma non ha accennato neanche a mandarmi un messaggio.
Questa cosa me l'aspettato: E' da Tony Stark fare in questo modo! Farsi attendere, agire quando gli altri non se l'aspettatano e fare di testa sua.
Però c'è questo... Tarlo nella mia mente, che è apparso dal nostro ultimo scontro.
...Non ne vado fiero.

Non vado fiero del fattore di aver combattuto contro Tony, contro un mio caro amico.
Clint mi ha detto di aver sbagliato nell'agire, queste parole mi hanno fatto risvegliare qualcosa dentro. Lui è stato l'unico a sottolinearlo senza tanti problemi, subito dopo averlo liberato dalla sua prigione insieme agli altri.
L'arciere mi ha scoperto subito, ha notato che non avevo il mio scudo ed era una cosa strana visto che non mi separavo mai da lui.
Lo scudo...
L'altra sera ho sognato l'oggetto in questione, piantato nel petto dell'armatura di Stark.
Ed usciva sangue, copioso, finendo con il sporcarmi le mani mani, il viso e le gambe. La sua espressione era sofferente e mi guardava confuso, come se non capiva cosa diamine stessi facendo.
Mi guardava ferito.

Nel sogno, non ho cercato neanche di bloccare l'emorragia.
Restavo lì, seduto sopra di lui, a godermi la scena, con un sogghigno che non era mio.
un sogghigno che mi ha spaventato.
So bene che nella realtà non è andata così, non sono riuscito neanche a vedergli il viso, e di questo ringrazio il mondo, altrimenti gli incubi sarebbero stati peggiori.
Forse dovrei andare di persona a trovarlo: Sicuramente finiremo con il litigare, ma, alla fine, troviamo sempre un punto d'incontro.
Alla fine, sistemiamo sempre tutto.



Una penna viene poggiata al lato del diario ancora aperto, mentre delle dita sfiorano i fogli come ad accertarsi che l'inchiostro fosse asciutto prima di chiuderlo: Alza lo sguardo, rivolgendola verso la piccola finestra che lasciava passare quel poco di luce che gli era servita per poter scrivere, notando i piedi dei passanti: Per essere una cantina, per loro fortuna, non era umida.
Steve socchiude gli occhi, ancora perso nella sua mente, ma i passi di qualcuno che si stava avvicinando alla porta, lo fanno voltare e aspettare che questo giungesse dentro la sua camera: Aveva già riconosciuto quei passi, potevano essere solo...

"Clint, qualche novità?" Sorride l'uomo che ancora non era entrato del tutto nella stanza del capitano, compiendo il gesto di togliersi gli occhiali prima di poter parlare, ma solo perché voleva fissare le iridi azzurre del biondo.
"Capitano." Fa qualche altro passo, girando appena per la stanza, con passo controllato e preciso.
"No, ancora nessuna notizia del Signorino Stark."

Steve sorride nel sentire come Clint ha chiamato l'altro, tanto che nasconde il viso con una mano, per poterlo nascondere, cercando di tornare serio quanto prima.
L'arciere, ovviamente, lo nota, ma non si sofferma su quella che ora era una sciocchezza per lui.
"No. Non è stato visto in nessuna conferenza stampa, evento pubblico o semplicemente a cena fuori.
E' come se fosse svanito nel nulla."
Questo non rallegra il Capitano che aveva recuperato tutta la sua serietà e ora si torturava le mani, massaggiandole a tratti.

"La Stark Tower?"
La sua voce trema impercettibilmente, solo una persona attenta e allenata poteva notare quella sfumatura.
Una persona come poteva essere Clint, ma tace ancora, continuando a camminare per tutta la stanza, incapace di stare fermo.
"Il piano ad uso abitativo, è stato sgombrato e ora è vuoto."
Nulla.
Tony Stark è scomparso.
E sul viso di Steve si forma una espressione di preoccupazione.



"immagina.
Immagina di addormentarti serenamente nel tuo letto, consapevole che domani vedrai le stesse persone, le stesse cose, lo stesso panorama.
Ma, quando finalmente ti desti, ti rendi conto che solo in apparenza tutto è uguale.
Ti rendi conto che solo tu ad essere quello di sempre, come la persona che si era addormentato nel suo caldo e confortante letto.
Che tutto è cambiato.
Che tutti, e tutto, ti hanno lasciato indietro.
Sei solo e senza più nulla a cui aggrapparsi. Tranne che per un mito ormai ingiallito."
-Steve.
  
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