Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: peluche    09/06/2016    1 recensioni
La seconda parte di Ice on Fire.
Hanna ha lasciato Bristol dopo quella notte, rifugiandosi in un'altra città.
Il destino vorrà Harry di nuovo sulla sua strada, ma lei nasconde un segreto.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


HALF A HEART

(ice on fire) capitolo 42.
POV HANNA.

Il pranzo era andato bene. Mia madre era riuscita a non bruciare il cibo ordinato, mio padre non aveva messo in imbarazzo Harry e io mi sentivo davvero bene. Avevamo parlato del più e del meno, Louis aveva avuto qualche battibecco con papà ma niente di nuovo. Pensare che lo scorso anno nello stesso giorno questa casa era piena di scatoloni perché mia mamma stava organizzando una delle sue grandi feste, ovviamente per stupide i suoi amici ricconi. Quei tempi sembravano lontani, in parte.
«Sicura di non voler venire alla festa questa sera?» mi chiede mia mamma un’altra volta. Deve capire che anche se sono incinta posso sopravvivere a casa da sola. E poi ovviamente con me ci sarebbe stato Harry. Dovevamo trascorrere più tempo possibile insieme.
«Mamma non ti preoccupare, starò bene e poi, - rivolgo lo sguardo a Harry che in quel momento era impegnato a parlare con Louis – abbiamo bisogno di passare del tempo insieme prima..» deglutisco a fatica, senza riuscire a finire la frase.
«Lo sai che se gli chiedi di restare lui lo farebbe, vero?»
Fisso mia madre intenta ad asciugare i piatti con una pezza, con un ciuffo di capelli che le usce dalla coda disordinata. Vederla in quelle vesti mi ricorda che anche lei era un essere umano, delle volte.
«Lo so bene.. è per questo che non lo faccio.»
Non mi sarei mai permessa di chiedergli una cosa del genere. Voleva dire rinunciare al suo sogno per me, e avevamo già rinunciato a troppe cose.
«Perché non vuoi cambiare idea sull’Italia? È giusto che anche tu insegua i tuoi sogni Hanna.»
«Ne abbiamo già parlato mamma, non ho intenzione di crescere mio figlio e andare al collage, lui ha la priorità.»
Su questo non accettavo obiezioni. Non ha il tempo di rispondermi perché Aria piomba in cucina con un sorriso stampato in volto.
«Sembri felice.» le faccio notare.
«Oh bè, - si guarda attorno per accertarsi che Louis non sia in ascolto – mia mamma mi ha appena avvertita che il regalo di Louis è arrivato, non vedo l’ora di vedere la sua faccia!»
La sua espressione mi fa ridere perché sembra una bambina eccitata e mia madre sembra pensare la stessa cosa.
«Sono sicura di si.»
Il regalo di Harry è dentro la valigia e spero non ci abbia curiosato dentro. E’ ancora presto per scambiarsi i regali ma i miei iniziano a prepararsi più presto del previsto. Aria e Louis mi salutano promettendo che ci saremo visti l’indomani, mentre aspetto di salutare i miei sul divano del salotto.
«Credi che ci lasceranno dormire nella stessa stanza?» mi chiede Harry, facendo zapping con il telecomando.
«Non credo si preoccuperanno di quello, viste le circostanze.» faccio un cenno alla pancia sentendo le guance andare a fuoco.
«Oh, di certo “quello” non mi fermerebbe, ti p-»
Ho voglia di sapere cosa avrebbe detto, ma è costretto a interrompersi a causa dei tacchi di mia madre che sbattono sulle scale. Harry torna con lo sguardo sul televisore, grato di essersi interrotto in tempo, io volto la testa verso mia madre e le sorrido.
«So che sarà inutile ma ve lo chiederò un’altra volta, sicuri di non voler venire con noi?»
Questa volta è Harry a rispondere.
«Grazie signora Tomlinson, ma abbiamo dei progetti per più tardi quindi preferiamo di no.»
Nonostante mia madre gli abbia ripetuto più volte di chiamarla Genna, sembrava che Harry non volesse saperne. Un po' lo capivo.
«Bene, allora-»
«Allora se la caveranno tesoro, lasciali stare.»
Mio padre appare al suo fianco e le lascia un bacio sulla guancia. Sorrido a quel momento tenero e mi viene voglia di stringere la mano ad Harry, ma non lo faccio davanti ai miei.
«I numeri di emergenza sono sul frigo, io ho il cellulare in caso vi dovesse servire qualcosa.» mia madre prende il cappotto e non perde occasione per ripeterci le stesse cose che ripeteva quando eravamo bambini.
«Non abbiamo più otto anni mamma, so come si compone un numero.» le sorrido.
«No.. è evidente che non hai più otto anni..» dice con malinconia.
Mi fissa la pancia e vedo già che gli occhi le sono diventati rossi. Sta per scoppiare a piangere, lo so.
«Visto che è tutto sotto controllo noi andiamo, buona serata ragazzi.» mio padre praticamente trascina mia madre fuori di casa, evitando una scena strappalacrime. Sembrava che da questa gravidanza quella più emotiva era diventata lei e non io.
«Quindi.. quali sarebbero questi progetti?» chiedo a Harry, stuzzicandolo con un piede. Lui si volta e lo vedo avvicinarsi a me. 
«Al momento – la temperatura nella stanza si è alzata e sento il suo fiato sul collo – voglio solo fare questo.»
Mi bacia teneramente il naso, l’angola della bocca, fino a trovare le mie labbra. Mi incornicia il viso con le mani e io gliele stringo con le mie. Lo sento ansimare quando il bacio diventa più intenso e mi sento costretta a pensare da quanto non facciamo l’amore. Non che non ci sia la voglia, ma ci siamo visti così poco in questi giorni che anche un singolo bacio sembra una benedizione. Mi prende il labbro inferiore tra i denti e questa volta è a me che sfugge un gemito. Harry si allontana di poco e poggia la fronte alla mia, accarezzandomi una guancia con il polpastrello.
«Ti sembrerà assurdo ma questo.. non era nei progetti.» mi fa presente.
«Stento davvero poco a crederci.» sorrido e lui mi lascia un altro bacio, questa volta veloce, sulle labbra.
«Ti amo Hanna, ma c’è una cosa che voglio fare prima.. ho bisogno di farla.»
Vedo che il suo sguardo si è fatto più serio e ho quasi paura a chiedere.
«Cosa vuoi fare?»
«Voglio andare a trovare mia madre... mi accompagneresti?»

Forse non è una cosa di cui vantarsi ma uno dei posti più curati di tutta Bristol è sicuramente il cimitero. So che potrebbe sembrare un pensiero inquietante, ma non sembra di essere in un posto pieno di tombe. E’ un posto pieno di verde, basti pensare al prato e ai meravigliosi fiori che crescono lungo il sentiero. Certo, è sempre un posto triste, ma i bei colori lo rendono meno tetro.
«Vuoi fermarti?»
Harry si avvicina, prendendomi per un braccio. Stiamo salendo su per la collina dove c’è la tomba di Adele.
«No sto bene, non preoccuparti.» gli stringo una mano e me la tiene per tutto il tragitto.
È strano che io sia venuta più volte di lui qui, nonostante sia sua madre, ma preferisco non ricordare il motivo. Dopo un altro paio di passi ecco finalmente la lapide in marmo che si estende per un paio di centimetri. Harry aspetta che in una posizione “stabile” per lasciarmi la mano e accovacciarsi sulle gambe come se in quel modo potesse essere più vicino a sua madre.
«Ciao mamma...»
Non sembra avere la voce triste, ma la sua espressione mi fa comunque male al cuore.
«Non sono venuto qui per piangere.. o per ricordarti in maniera triste, - inizia a parlare – è la vigilia di Natale mamma e Dio sa quanto ne abbiamo desiderata una normale. – si ferma un attimo e io vorrei accovacciarmi vicino a lui per abbracciarlo, ma fisicamente non posso – Ma ripeto, non sono qui per angosciarti, sono felice mamma. È il secondo Natale che passo in maniera diversa da tutti quelli che abbiamo passato insieme e lo devo sicuramente ad Hanna.»
Mi avvicino di poco e gli metto una mano sulla spalla per stringerla.
«Dunque non so se lo sai, ma credo che voi lassù sappiate tutto, se tutto va bene diventerò famoso, sicuramente sarò padre e ti prometto che a questo bambino non mancherà niente. Gli darò tutto l’affetto di cui ha bisogno, lo farò sentire protetto e amato. Gli parlerò di te e della nonna stupenda che sicuramente saresti stata..»
Mi accorgo di stare piangendo solo perché mi sento le guance bagnate. Harry alza una mano per prendere la mia sulla sua spalla e me la stringe, come se dovesse rimanere attaccato a qualcosa per non crollare. Ma lo vedo dai suoi occhi, non è più lo stesso ragazzo spaventato e arrabbiato che era prima. Siamo cresciuti entrambi. Si allunga per lasciare sulla tomba i fiori che abbiamo preso per Adele e lo sento sussurrare «ti voglio bene.» Mi allontano di poco per lasciargli il tempo di stare un po' da solo, ma quando lo avverte si alza velocemente e mi afferra la mano.
«Stai attenta.»
Non alzo gli occhi al cielo solo per la situazione in cui ci troviamo e decido di sorridergli per rassicurarlo. A cosa dovrei stare attenta in un cimitero? Ai morti? Scendo giù per la collina cercando di fare attenzione e mi dirigo nella direzione opposto da cui siamo venuti. La presenza del sole rende la giornata meno freddo, ma riesco comunque a sentire il vento che mi entra dalla schiena. Cammino spedita, come se conoscessi quella strada a memoria, ma non ci sono andata quanto avrei dovuto. Vedo la sua lapida da lontano e sorrido ai fiori freschi lasciati sicuramente da poco. Karen sarà stata sicuramente qui.
«Buona vigilia di Natale Liam.»
Mi avvicino per lasciargli dei fiori, proprio come poco fa ha fatto Harry. Fa meno male venire qui e mi rendo conto sorprendentemente che entrambi abbiamo bisogno di venire qui, lui per sua madre e io per Liam. Questo posto non deve spaventarci.
«So che sto sbagliando a nascondere ad Harry questa cosa, e so che anche se non posso più vederti mi stai rimproverando, ma come posso dirglielo?» avverto una fitta di dolore e istintivamente mi abbraccio la pancia, come se potessi contenerlo. Non è forte come l’ultima che ho avvertito, mentre venivamo qui e per fortuna Harry era dentro la stazione di servizio, però fa male comunque.
«Ehi Liam.»
La sua voce mi fa sussultare e cerco di riprendermi subito per non dare sospetti.
«Buona vigilia di Natale.» Harry mi mette un braccio attorno alle spalle e io tiro un sospiro di sollievo perché sembra non essersi accorto di nulla.
«Sei pronta per andare?» mi chiede.
«Quando lo sei tu.»
Mi volto per guardarlo e lui mi sorride, portandomi una ciocca dietro l’orecchio e rimanendo ad accarezzarmi una guancia con il pollice. Lo prendo per mano e ripercorriamo la strada del ritorno per tornare alla macchina. 
«Stavo pensando... non è strano che ci sia un vicino Ross a Londra e una qui a Bristol?» mi chiede, dopo un paio di minuti che siamo partiti.
«Com’è strano che entrambi ti trovino discutibilmente fastidioso.»
«Discutibilmente? Questo dovrebbe farmi sentire meglio?» mi stuzzica, ridendo.
«Tesoro, sai meglio di me quanto puoi essere fastidioso, altre volte sei abbastanza carino.»
«Abbastanza carino? – fa quella espressione adorabile tra sconvolto e divertito e lo vorrei baciare immediatamente – E’ questo che pensi dell’uomo che ami?»
Inizia a stuzzicarmi i fianchi con la mano libera e mi fa contorcere sul sedile, senza poter controllare le risate. Lo prego di smetterla, fin quando avverte che la mia espressione è cambiata e si blocca subito.
«Cosa c’è?» mi chiede, immediatamente.
Cerco di capire cosa ho che non va, ma tutto quello che sento è solo un dolore terribile nel basso ventre.
«Hanna che succede? Ti ho fatto male? Ti sei fatta male?»
«No.. non è colpa tua, mi sento solo un po' stanca...» cerco di camuffare il forte dolore che in realtà sto avvertendo. Dovrei prendere le pillole della dottoressa Robinson, adesso.
«Vuoi che ti porto in osp-»
«No! Non serve davvero, ho solo bisogno di un po' di riposo, il viaggio mi avrà stancata.»
Cerco di rassicurarlo ma la sua espressione è ancora preoccupata.
«Sei sicura? Non ci vuole niente, faccio inversione e andiamo.»
«Non passeremo la vigilia di Natale in ospedale Harry, sto bene davvero... ho solo bisogno di andare a casa a riposare.»
Ti prego, non insistere.
«Ok.. ma se hai ancora dolori e stai peggio io ti porto, va bene?»
Annuisco e per questa volta non ribatto. Aspetto con ansia di arrivare a casa, fin quando vedo il vialetto. Harry si preoccupa di farmi scendere e mi accompagna dentro, senza lasciarmi un attimo.
«Ho bisogno di un minuto in bagno, - lo informo – da sola.» specifico, quando lui non mi lascia il braccio.
«Certo, ti preparo un po' di acqua e alloro, va bene?»
Annuisco e mi sento di nuovo troppo in colpa. È così premuroso e io gli sto mentendo, di nuovo.
Devi farlo, sennò non partirà mai in tour.
Appena esce dalla stanza afferro il beauty e mi chiudo in bagno, dove finalmente posso dare libero sfogo al dolore. È diminuito rispetto a prima, ma lo sento ancora lì, e credo che a breve arriverà un’altra fitta. Cerco frettolosamente dentro il beauty e trovo le compresse che mi ha prescritto la Robinson. Ha detto che i dolori sarebbero arrivati e che se non sparivano dopo le compresse e dopo mezz’ora, dovevo avvertirla immediatamente. Cerco di ricompormi ed esco dal bagno, trovando Chester appollaiato lì di fronte, ad aspettarmi. Mi segue nella stanza e io mi sdraio sul letto, cercando di respirare il più possibile. Sento dei brividi sulle braccia e mi costringo a mettermi sotto le coperte, al caldo. Dopo qualche minuto Harry entra dalla porta con una tazza fumante in mano.
«Va meglio?»
«Se vieni a sdraiarti con me andrà sicuramente meglio.»
Harry si avvicina, mi passa la tazza e, facendo attenzione, si sdraia accanto a me cingendomi con un braccio.
«Per un momento... ho pensato di aver esagerato, in macchina, e lo penso ancora.» mi confida, facendomi stringere il cuore.
«Non è così, la gravidanza può avere queste... complicazioni, non dobbiamo farci prendere subito dal panico.» spero mi creda perché in realtà è vero.
«Lo so, ma non so come potrò stare lontano da te e facendoti affrontare tutto questo da sola.»
«Mancano ancora 2 mesi al parto, tu devi pensare solo a far impazzire il pubblico e le ragazzine urlanti.» 
Lo faccio sorridere e mi ruba un bacio sulle labbra.
«Ora bevi questo, mentre io ti coccolo un po'.»
Non me lo faccio ripetere due volte e mi stringo di più a lui mentre bevo dalla tazza e avverto la mano di Harry che mi accarezza la testa e le spalle.

POV HARRY.

Hanna dorme ormai da un’ora e io sto cercando di levarmi di dosso la preoccupazione. Ha fatto di tutto per tranquillizzarmi, ma non riesco a levarmi questo sesto senso che mi dice che c’è qualcosa che non va. Sono sceso sotto in cucina per lasciarla riposare, sembrava veramente distrutta. Chester non si allontana un momento dai suoi piedi, come se avvertisse che non sia in perfetto stato. Amo quel cane anche per questo. Per non impazzire decido di farmi un paio di toast con il burro di arachidi, sono già le 6 ma questa sera non usciremo, Hanna deve riposare e non voglio che si stanchi. Le organizzerò qualcosa qui a casa. Decido di prendere il telefono e chiamare il mio amico dispero in America, fregandomene del fuso orario.
«Pronto?» 
Non ha la voce impastata dal sonno, peccato.
«Buona vigilia di Natale stronzo.» gli dico affettuosamente.
«Sai, di solito le persone non accostano una festa religiosa a una parolaccia, ma non posso aspettarmi molto da te.. buona vigilia di Natale anche a te.»
«Certo cose non cambiano, - addento un pezzo di toast e proseguo – allora come te la passi?»
Sento un po' di baccano in sottofondo e poi un colpo di tosse.
«Che diavolo stai facendo? Sei con-»
«Ma no! Non sono con nessuno, o meglio non adesso, ho solo fatto cadere il telefono succede sai?»
Che reazione bizzarra.
«Ok, non ti credo ma non farò domande, che farai oggi?»
«Vado a pranzo con alcuni colleghi e poi torno a studiare, sai com'è la vita universitaria.» scherza.
«Dovrebbe essere una battuta? Ti saluterò in diretta da ogni palco in cui canterò.»
«Nessun invito nel backstage? Mi deludi.»
Rido, nonostante le battutine che ci stiamo rivolgendo.
«Hanna è stata male.» dico di botto, non sapendo neanche perchè.
Sento comunque il bisogno di confidarmi con qualcuno e con Louis tutto pucci pucci con Aria, mi rimane solo Zayn.
«In che senso è stata male?»
«Non so.. aveva dei dolori.. non ne capisco molto ma mi ha fatto preoccupare.»
«Credo sia normale no? - mi chiede – Non è stata una gravidanza facile sin dall'inizio, per il rischio di aborto e tutto il resto.»
«Credi che dovrei restare? Non partire?» gli chiedo.
In tv stanno passando un vecchio film di Natale e osservo come il bambino sia emozionato per aver trovato un trenino elettrico come regalo.
«Tu vuoi partire?»
«Si, no.. non lo so.» ammetto.
«Ah bene, comunque lei non te lo chiederebbe mai perchè sa che lo faresti, e se sei preoccupato che potrebbe succedere qualcosa in tua assenza non preoccuparti perchè non è solo ma.. se invece non vuoi partire perchè non è davvero ciò che vuoi è un'altra cosa.»
Certo che era ciò che volevo! Che razza di discorso era? 
«Sta diventando una conversazione troppo affettuosa, meglio non continuare.»
Zayn scoppia a ridere dall'altro capo del telefono e concorda con me, senza però di rifilarmi un «pensaci bene».

POV ZAYN.

«Problemi in paradiso?»
Non appena chiudo la telefonata con Harry sento la sua voce dal pc. Mi avvicino al divano e al tavolino, sui cui è appoggiato, e la guardo. Immagino sia stesa sul letto, con il pc sulle gambe e una ciocca di capelli le cade sugli occhi, facendomi desiderare di essere lì per portargliela dietro l'orecchio.
Smettila di fare questi pensieri sdolcinati su di lei.
«Solite preoccupazioni di Harry, credo sia un po' preoccupato per questa faccenda del bambino.»
«E per faccenda del bambino intendi che presto diventerà padre.»
La vedo sorridere attraverso lo schermo... smettila cazzo!
«Allora questo pranzo.. sei davvero con i tuoi colleghi?» mi chiede, un po' titubante.
«Certo, con chi altri dovrei essere?»
Vedo che fa un'espressione strana e credo quasi che stia arrossendo, ma si riprende subito.
«Non lo so, da quando hai rotto con Denise non mi hai più raccontato di nessuna ragazza, quindi ero curiosa.»
Non l'ho fatto perchè non voglio conoscerne altre.
«No, per il momento sto bene così, non ho la testa per una ragazza seria.»
Cosa??! Perchè?!
Ma la coscienza non parlava solo alle ragazze? Dio!
«Oh.. mi sembra un'ottima cosa..»
La sua voce si abbassa di qualche ottava, solitamente è così acuta che le casse gracchiano, e rimaniamo in silenzio per qualche minuto. Poi sento che qualcuno la chiama, sicuramente suo padre, e sussulta.
«Meglio che vada, prima che mandi a fuoco la casa.»
«Certo, - rimaniamo a fissarci per qualche minuto e poi continuo – buona Vigilia di Natale.»
«Anche a te Zayn.»
Detto ciò interrompe la chiamata e io rimango in quella stanza con un senso di vuoto dentro, come succede quasi ogni volta che finiamo di parlare.


 
--------------------------------------------------------
 
Buongiorno a tutti!
Come promesso eccomi di nuovo qui:)
E' nataleeeeeee! Come vorrei che lo fosse anche qui :(
COMUNQUE il prossimo capitolo saarà un capitolo speciale proprio perchè sarà NATALE, spero di non deludervi:)
Vi voglio tenere un pò sulle spine su chi sia la misteriosa ragazza che parla con Zayn, ma sbizzarritevi pure con i sospetti :D

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: peluche