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Autore: valy chan    09/06/2016    0 recensioni
Fiction scritta su un mio personaggio originale proveniente da un gdr play by chat.
La storia parla di come alcune caratteristiche delle stagioni durante l'anno lo riportano al proprio passato in tempi e luoghi diversi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
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Il mese di Giugno in Giappone è famoso per essere il mese peggiore nella stagione delle piogge. 

Insomma, contro questo tempo non ho affatto niente in contrario: è piacevole, l'aria si rinfresca ed è divertente guardare la gente rintanarsi sotto un balcone mentre io continuo a camminare impassibile sotto queste gocce fresche.
Mi chiamo Kyoya Miyasaki e ho quindici anni. 
Un giapponese dagli occhi azzurri e capelli biondi, wow che fortuna! 
No, in realtà è una tortura. Tutto questo perché penso che mia madre fosse Inglese.  


Un ragazzo vissuto per molti anni in Inghilterra ad un certo punto si abitua a questo clima, di certo non può scappare ogni giorno della sua vita ; ecco, proprio in questa stagione mi ricordo di quella stanza in quel college sfarzoso, dove la mia matrigna aveva deciso di rinchiudermi e dove, ingenuamente, mi ci ero fatto incastrare. Forse abbagliato dal pensiero di quella nazione dove avevo incontrato lui per la prima volta.
Se avessi saputo che da quel giorno, nel momento in cui ho messo piede in quella stanza, sarebbe cominciato l'inferno forse me ne sarei stato a casa dei miei tutori in Giappone. Tutori che comunque hanno cercato di venirmi incontro in ogni momento, ma non andavo affatto d'accordo con il loro stile di vita. Troppo piccolo per un ragazzino di dodici anni, vivere da solo in una grande metropoli come Tokyo. 
Non che quella convivenza sia comunque durata molto, essendomene liberato nei successivi anni. Tre per l'esattezza. Certo, un ragazzino spigliato attira sempre l'attenzione e ammetto di averne approfittato. Tokyo è piena di frustrati e di gente che vuole divertirsi.
Ma quella era una piccola percentuale, perlopiù facevo da spalla con il basso in gruppi emergenti a svariate serate di dubbia moralità.
Temo non dimenticherò mai quelle iridi fredde su quel viso morbido ma sotto alcuni aspetti maturo, i capelli biondi lunghi che arrivavano alle spalle e il timbro di voce non ancora maturo. Un abbigliamento particolare, simile al post punk anni 80. Una stanza ampia ma buia, piena di poster con band musicali punkrock. 
Il contrasto che più mi colpì furono quelle labbra carnose, incurvate in quel sorriso quasi angelico nonostante gli occhi mi guardassero con disprezzo, convinto del fatto che fossi il frutto della separazione dei suoi genitori.
Ma figuriamoci.
La mia vita non sarebbe stata così complicata se avessi avuto la sua stessa parlantina sciolta. Come tutte le volte che mi abbracciava e mi parlava, non curandosi di ciò che pensassero le persone. 
Ecco, avrei potuto prendere esempio da mio "fratello".
No, forse no. Quando sono entrato in quella stanza c'era puzza di erba in ogni dove e sapevo bene che non aveva affatto uno stile di vita regolare.
Però, come dire, il peccato tenta... E lui era come Lucifero. L'angelo più bello. 
Cinque anni di differenza potevano farsi sentire, ma ammetto di essere stato un tipo abbastanza precoce nella mia vita. Probabilmente a causa di quel piccolo incidente durante una delle tante feste che sua madre organizzava nella propria villa. Sapete, l'alcol e i cinquantenni facoltosi non vanno molto d'accordo. 
"Kyocchi".
Era davvero sorpreso nel vedermi così disinvolto su quel letto ed io ero entusiasta di veder contorcere in quella maniera un viso impassibile come il suo. 

Quei cinque giorni in quell'estate  Inglese dove, per la prima volta nella mia vita, mi sono sentito davvero desiderato. 
Poi la tua partenza improvvisa, chissà per quale assurdo motivo, e di conseguenza anche la mia. 
 
Non saprei come descrivere quegli anni che definirei quasi monotoni. Le mie giornate erano sempre le stesse, ogni notte un ragazzo diverso quasi per trovare un motivo alla mia esistenza, per capire di essere ancora vivo. Ma so benissimo che ricercavo sempre i tuoi occhi in quelli degli altri, occhi che sicuramente non avevano niente di umano. Perché non si spiegherebbe questa mia dipendenza da lui, che continua a logorarmi il petto
.
Haze-nii, ho saputo che presto sarai in Giappone.
Fuori piove, ma è comunque bellissimo. 
   
 
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