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Autore: Sakkaku    11/06/2016    0 recensioni
Se non avete finito la visione della 6° stagione, vi sconsiglio la lettura, perché potrebbe contenere degli spoiler, perché in questa fanfic ci saranno dei riferimenti su fatti accaduti durante la stagione. E' un AU non al 100%, perché ci sono zombie e tutto il resto, solo che c'è un'aggiunta irreale da essere possibile nella serie.
Dal testo:  - Tutto questo è molto strano – bisbigliò Sasha a Daryl.
- In passato anche Michonne ha usato degli zombie per mascherare la sua presenza, nonostante li avesse resi inoffensivi. Questi sono diversi – concordò lui – Vediamo cosa ci racconteranno una volta giunti alla loro base.
- Se fosse una trappola? - suppose lei.
- Se si rivelerà essere un agguato, lo capiremo presto. In quel caso, preparati a correre, io ti coprirò le spalle – si limitò a dire Daryl – Dubito che succederà qualcosa di simile. Ho la sensazione che sono sinceri, sopratutto per la paura di Giselle quando pensava fossimo uomini di Negan.
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Sasha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo2: Ansia
 

Nel frattempo Rick e il resto del gruppo iniziava a preoccuparsi seriamente, i due compagni non avevano mai tardato per una semplice perlustrazione.
- Deve essere successo qualcosa – parlava in modo agitato camminando avanti e indietro.
- Forse hanno trovato qualcosa e stanno seguendo una pista – suppose Michonne.
– Esatto, non devono aver per forza incontrato qualcuno di Negan – aggiunse Glenn – Ultimamene nessuno li ha visti in giro.
- Potrebbero essere usciti allo scoperto vedendo solo due dei nostri – sibilò Rick convinto.
- Papà – disse Carl – Se li avessero catturati, di sicuro quelli di Negan si sarebbero presentati ai nostri cancelli a chiedere qualcosa in cambio.
- Dovrete concordare che però è strano che quei due non abbiano fatto sapere niente – Abraham era impaziente – Forse dovrei andare a fare un controllo, giusto per sicurezza.
– Potreste darvi tutti una calma? Mi fate venire l'ansia – sbottò Maggie.
Tutti si voltarono a fissarla.
- Scusate – disse subito con un sospiro – Sono gli ormoni a parlare, a volte faccio fatica a controllarli. Comunque sono sicura che stanno bene e qualsiasi cosa incontreranno sul loro cammino se la caveranno.
Glenn guardò dolcemente la moglie seduta su una sedia a dondolo, sembrava stressata da tutta quella situazione, le mise una mano sul collo iniziando a massaggiarla e nel tentativo di regalarle un attimo di pace aggiunse – Maggie ha ragione. Diamo loro ancora del tempo, magari stanno seguendo una pista che potrà esserci utile.
- E va bene, mi avete convinto – disse esasperato Rick – Abraham aspettiamo ancora due ore, dopodiché io e te andremo a cercarli.

L'atrio della casetta era ben arredato, sembrava appena uscita da un catalogo. I mobili erano puliti e tutto era in perfetto ordine.
Daryl incrociò le mani e le appoggiò sulla nuca emettendo un fischio acuto.
Max lo guardò male – Evita di farlo o li farai agitare. Sono abituati solo al mio fischiettio – si avviò verso la stanza alla sinistra, aprì la finestra e si sedette al pianoforte.
Le mani erano leggere sui tasti e la melodia che usciva dallo strumento era rilassante e angosciante allo stesso tempo. I vaganti presero a ciondolare come ipnotizzati da quel suono.
- Seguitemi in cucina – disse Giselle – Vi spiegherò tutto mentre preparo lo spuntino a Max – la sua voce era tremante, come se temesse il fratello minore.
I due compagni la seguirono lanciandosi un'occhiata, per confermare di non abbassare la guardia. Per istinto Sasha fece scivolare la mano vicino all'impugnatura del suo fucile, fingendo di appoggiare la mano sul fianco.
- Vi offrirei qualcosa, purtroppo al momento abbiamo tutto contato e dubito che vogliate un pezzo dello spuntino di Max – continuò Giselle aprendo lo sportello del frigorifero e tirando fuori un contenitore trasparente, il contenuto non si vedeva perché era ricoperto di rosso.
“E' sangue” pensò subito Daryl, lanciò uno sguardo a Sasha e dall'espressione irrigidita intuì che anche lei aveva capito. Il respiro della donna prese a farsi più affannato, ricordi del passato le piombarono davanti agli occhi. Bob. Lui era stato mangiato da cannibali. Prese a tremare convulsamente. Dixon la fissò preoccupato, ma lei nemmeno se ne accorse. L'arciere le mise la mano sulla spalla scuotendola con vigore.
- Hei, tutto a posto? - le bisbigliò.
Come riscossa da un brutto incubo, Sasha chiuse gli occhi scuotendo la testa, i brividi sempre presenti.
- Sì... sì, certo. Tutto a posto – rispose lei cercando di controllare il tremolio della propria voce.
Giselle si voltò a guardarli mostrando il contenitore aperto. Era un cervello. I suoi occhi marroni erano privi di emozione, come se quella vista fosse del tutto normale.
- Noi non siamo cannibali. Questo cervello l'ho esportato da uno zombie – si affrettò a spiegare la donna, come per tranquillizzare i suoi ospiti. - Prima facevo le autopsie, quindi per me è facile aprire il cranio, togliere il cervello e ricucire il tutto. Lo so che sembra disgustoso – aggiunse vedendo un'espressione di disgusto sul volto di Daryl e Sasha che si copriva la bocca con il dorso della mano, per trattenere un conato di vomito.
“Devo calmarmi o sarò di peso” pensò Sasha “Dobbiamo trovare il modo di uscire da qui e tornare ad Alexandria.”
Per sua sfortuna, l'arciere sembrava interessato.
- Quindi i vaganti che avete come guardie sono tutti senza cervello? - domandò Dixon.
Annuendo con il capo Giselle si voltò per tagliare la massa cerebrale, appoggiarla su un piatto e condirla con un po' d'olio.
- Porto questo a Max e sono da voi, se volete potete accomodarvi – disse alludendo alle sedie che circondavano un tavolo rotondo.
- Dobbiamo andare via, subito – disse sottovoce Sasha avvicinandosi all'orecchio di Daryl.
Lui scosse la testa – Le cose si fanno interessanti, potremmo scoprire qualcosa di utile se restiamo – con un cenno le indicò la finestra – Siamo circondati, se il ragazzino ci fa attaccare da tutti quei vaganti non arriveremo nemmeno al recinto senza essere morsi. Sarebbe una mossa sciocca.
- Cristo Daryl siamo finiti nella tana del lupo – il suo nervosismo la tradì.
- Che ti succede? Stai tremando da quando ha aperto il frigo.
Espirando cercando di rilassare i nervi lei si limitò a dire una parola – Terminus.
Dapprima corrucciò la fronte, subito dopo una luce guizzò negli occhi chiari dell'arciere, aveva capito il riferimento di Sasha.
- Ascolta – le espose il suo piano – Sentiamo cosa ha da raccontarci e se la cosa non ci piace, tu spari a Giselle, mentre io prendo il ragazzino. Se lo teniamo in ostaggio, potremmo uscire senza che i vaganti ci attacchino.
- Non mi pare un granché come piano - disse dubbiosa Sasha, annuì per autoconvincersi – Va bene. L'ansia sta svanendo, sto tornando lucida.
- Ottimo – commentò Daryl.
La musica smise di aleggiare nell'aria.
Sasha sussultò quando voltandosi vide Max avvicinare alla bocca una forchettata di cervello di vagante. Del sangue colò dal labbro al mento.
Daryl sollevò il labbro superiore in una smorfia, raddrizzò la schiena e guardando il ragazzino domandò – Dov'è tua sorella?
Max rispose mentre masticava – Sta arrivando. Io sono passato solo per controllarvi – i suoi occhi verdi parevano divertiti e dopo un secondo i due compagni capirono il motivo. Il ragazzino biondo aprì la bocca mostrando loro il cervello mezzo masticato e l'interno della sua bocca ricoperta di sangue.
- Max!!! - lo rimproverò Giselle – Smettila!! Fila in camera tua. Ora!
Lui sbuffò, girò i tacchi e salì sul piano superiore, sempre tenendo ben stretto il piatto con il suo spuntino.

  
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