POV ALEC
-Jace!
Jace dove sei?!- urlo andando avanti e indietro per il marciapiedi.- Jace!-
-Alec,
lo hai trovato?- mi chiede una voce familiare da dietro le mie spalle.: è Isabelle.
Ha il volto segnato dalla stanchezza (vista l’ora) e ha una certa disperazione
nella voce. Di fianco a lei c’è Clary. Scuoto la testa.
-Non
ti preoccupare, Jace è uno che sa cavarsela-, la rassicuro. Ma infondo, neanche
io credo tanto nelle mie stesse parole.
3 ORE PRIMA…
POV ALEC
Mentre
mi vesto continuo a pensare al perché io abbia acconsentito a venire. Non che
Izzy mi abbia fatto scegliere. Non mi piacciono le feste: caos, alcolici,
persone sudaticce…
Inoltre
non ho mai bevuto, ho sempre avuto paura di ubracarmi e perdere il controllo
dicendo cose di cui poi mi sarei pentito.
Mentre
sono seduto ad allacciarmi le scarpe sento il ticchettio di dei tacchi alle mie
spalle.
-Izzy,
so che sei tu, e non ti preoccupare non me ne scappo dalla finestra-.
-Fidarsi
è bene non fidarsi è meglio- replica con calma scrollando le spalle. Poi si
siede sul letto, davanti alla sedia dove sono seduto io.
-Seriamente
per venire ti metti un maglione? Alle feste si suda-.
-Non
capisco perché ci tieni tanto che venga a questo stupido party- le chiedo.
-Ci
tengo perché abbiamo iniziato una nuova scuola, con nuovi amici, nuovi
professori, dicono tutti che gli anni del liceo sono gli anni più importanti
perché si fanno nuove esperienze, e tu Alexander Lightwood ne hai da fare di
esperienze-. Alzo gli occhi al cielo. Lei mi da una pacca fraterna sulla spalla
e inizia ad andarsene, ma arrivata alla porta si ferma.
-Ah,
dimenticavo. Alla festa ci vado con Simon-.
Fantastico,
questa festa non potrebbe andare peggio.
-Se
osa metterti le mani addosso….-
-Si,si,
lo so. Spray al peperoncino-. Mi fa un occhiolino e esce dalla camera.
Proprio
mentre esco vado a scontrarmi con Clary. Questa qui mi perseguita,
penso, anche nei corridoi di casa mia.
-Scusa
non ti avevo visto- si scusa con aria innocente.-Sto aspettando Jace-.
Incazzato
per l’ultima rivelazione me ne vado senza prestarle attenzione. Non è giusto
che un’estranea che conosce da pochi giorni abbia attirato l’attenzione di
Jace, quando io ci sto provando da anni senza risultati.
-Ehi,
potresti anche rivolgermi una parola-.
Faccio
finta di non sentirla.
-Ehi!
Sto parlando con te!-
Quella
rossa nana non demorde proprio. Continuo a darle le spalle.
-Si
può sapere qual è il tuo problema?-
-Il
mio problema?- le faccio eco alzando le sopracciglia- Tu sei il mio problema.-
le sputo la verità in faccia scandendo ogni parola con una lentezza velenosa.-Vieni
qui e pensi di avere chissà quale diritto su Jace.-
-Stai
parlando di Jace? Per tua informazione, è stata una sua idea. È stato lui a
chiedermi di venire. È stato lui a chiedermi di venire alla festa. Non vedo
dove sia il problema.-
-Non
capisci- dico io – tu non lo conosci. Io lo conosco. Pensi che lui ci
tenga a te ma ti sbagli. Tu sei solo una della lista delle tante ragazze con
cui gli piace giocare. Tu non conti niente.-
-Ma
cosa dici?- dice Clary – Jace è un bravo ragazzo e per quanto mi riguarda gli
interesso e non mi farebbe soffrire. E poi se anche fossi una della lunga lista
di ragazze con cui gli piace uscire - mi fa eco – allora cosa c’è di diverso
stanotte?.-
Perdo
il controllo – Che per la prima volta sembra che gli interessi sul serio!
Che preferisce uscire con una sciacquetta nana che non conta nulla, piuttosto
che con me, con suo fratello! Di solito ci sono io con lui, ci sono io con lui
quando ha bisogno di aiuto o quando ha qualche problema. Io ci sono stato
quando ha perso i suoi genitori, non c’eri tu! Tu non conti niente nella sua vita, sei solo…-
Ma
non mi fa finire la frase che interviene interrompendomi:
-No.
Può darsi che non ci sia stata in passato per lui, ma io posso dargli cose che
tu non puoi dargli.-
Le
mie labbra si sollevano in sorriso amaro. – Può essere- dico. – Ma non credo
che la vostra “ storia” durerà a lungo. Fai fare a Jace cose che lui non farebbe. Lo fai diventare un’altra
persona e…-
-Ho
una notizia fresca di stampa per te- sbotta la rossa. – Io non faccio fare un
bel niente a Jace. Jace fa quello che gli pare. Se lo conoscessi davvero bene
come dici, dovresti saperlo.-
-Non
sai quello che dici- replico.
-Si
che lo so invece. E tu mi odi così tanto perché vorresti essere al mio posto. Perche
tu sei innamorato di Jace. Ammettilo-.
Sconvolto
le chiedo:- chi te lo ha detto?-
-Jace.-
Quella
risposta mi gela il sangue nelle vene. La mia faccia sembra quella di qualcuno
che ha appena ricevuto uno schiaffo.
-No…-
sussurro tra me e me – non…non è possibile.- sembra che la nana stia godendo
del mio dolore. Mi viene da piangere, ma non piango.
-Si
invece. Ha detto che gli fai ribrezzo, visto che provi queste cose per un
fratello. Ha detto che…-
Non
le faccio finire la frase che con una velocità e una forza che non sapevo di
avere, mi avvento su di lei e le afferro i capelli con una mano per avere un
punto con cui sbatterla violentemente contro la parete. Poi con una mano le
afferro la gola tenendola sempre al muro. Lei trattiene il respiro.
-Non
dire un’altra parola.- la avverto. Oramai i nostri volti sono a pochi
centimetri di distanza. – Non dire mai più e a nessuno una cosa del genere o
giuro che ti ammazzo.-
Detto
questo me ne vado chiudendomi la porta alle spalle. Tutto ad un tratto la
rabbia cresce dentro di me come un’ondata nera…rabbia contro Clary, perché in
parte aveva ragione, rabbia contro tutto e tutti: contro Jace che ho sempre
visto come un fratello e che adesso ha detto quelle cose su di me, contro i
miei genitori che non ci sono stati mai e non ci sono mai, rabbia contro Magnus
che baciandomi mi ha incasinato di più la mia già incasinata vita. Ma soprattutto
provo rabbia contro me stesso per essere così come sono.
Svolto
l’angolo e mi accascio con le spalle alla facciata di una casa in un vicoletto
illuminato fiocamente da due lampioni. Piano piano mi affloscio fino a sedermi
per terra con le gambe strette al petto e la testa poggiata sulle ginocchia.
…gli fai ribrezzo, visto che provi queste
cose per un fratello…
…gli
fai ribrezzo…
Queste
parole mi rimbombano nella testa, ed ogni volta che sento l’eco di quella
frase, sento una fitta al cuore, come se milioni e milioni di piccoli aghetti
si conficcassero dentro di esso andando sempre più in profondità.
Soffro
in silenzio, come oramai da anni sono abituato a fare. Lascio solo che una
tacita e solitaria lacrima mi scivoli dall’occio rigando la guancia.
POV SIMON
È
da qualche manciata di minuti che sto aspettando Isabelle per accompagnarla
alla festa. Ma si sa, le ragazze amano farsi desiderare, e Isabelle Lightwood
ama farsi desiderare.
Sono
appoggiato al cruscotto del furgone che mi ha prestato Eric per l’occasione perché,
parole sue: quando ti ricapita che una ragazza della sua portata ti rivole
la parola! ,e in effetti ha ragione, che sento una voce angelica chiamarmi
da dietro.
-Simon!-
è Isabelle. Ed è bellissima: è fasciata in un attillato abito rosso e scollato,
completato con dei tacchi alti a spillo. Roba bollente insomma.
-C-ciao-
riesco a farfugliare. E dai Simon! Non cominciare a fare l’ebete proprio
adesso.
Mi
schiarisco la voce e le apro la portiera. Mi guarda e sorridendomi mi dice un ‘grazie’.
Entro in macchina e comincio a guidare, mentre lei accende la radio e sceglie
una canzone.
Inizialmente
tra di noi cale un silenzio imbarazzante, finchè lei non decide di
interromperlo.
-Hai
visto Star Wars?- un chiaro riferimento alla mia T-shirt.
-Si.
Anche tu?-
-
Ti dirò un segreto, ma non dirlo a nessuno. Ho visto tutti i film e li ho
adorati, ma non dirlo a nessuno o il mio stato a scuola potrebbe cambiare da
CAPO CHEERLEEDER a MEMBRO DEL CLUB DELLA LETTURA.- fa una smorfia.-
-Tranquilla.-
mi metto una mano sul cuore, mentre l’altra la tengo salda sul volante. – il tuo
segreto è al sicuro con me. Parola di scout.-
-Hai
fatto lo scout? Forte.-
Wow
quell’appuntamento stava andando piuttosto bene. Sempre se era…bhè…un
appuntamento.
L’unica
cosa che nnon devi fare Simon, penso, è chiederlo.
Prima
che possa tacere chiedo.
-Senti,
per te questo è un appuntamento?-
Simon
sei un’idiota.
-Non
lo so. Tu vorresti che lo fosse?- mi chiede con voce suadente.
-M-mi
piacerebbe molto- per fortuna è un’ora abbastanza tarda da non far vedere la
mia goffaggine e il rossore sulle mie guance.
L’appuntamento
continua bene tra battute e musica parliamo un po’ di noi e guardandola ridere
alle mie imitazioni dei personaggi di Star Wars non posso pensare altro che al
fatto che tu sia una rubacuori, Isabelle Lightwood.
POV MAGNUS
Sono
soddisfatto del mio lavoro, penso guardandomi in giro. Ho trasformato casa mia
in un ambiente fantastico per una festa: luci colorate, bevande e alcolici di
qualsiasi tipo, e tra poco arriveranno gli invitati.
Sento
qualcuno bussare alla porta, ormai si è fatta ora, così vado ad aprire con uno
dei sorrisi che so che fanno sciogliere ragazzi e ragazze. Si riversa in poco
tempo una marea di persone, tant’è che la festa si espande fino al giardino, ho
invitato tutto il liceo. In realtà la maggior parte delle persone che si sono
introdotte in casa mia neanche le conosco, io spero di incontrare una persona.
Spero di incrociare un paio di enormi occhi azzurri, ma non credo che questo
accadrà mai. In poco tempo già molte bottiglie di alcolici sono vuote e
sparpagliate in tutta la casa, tranne in camera mia e di Catarina, che sono
chiuse a chiave. Le camere degli ospiti invece le ho lasciate aperte perché c’è
sempre qualcuno che vuole darsi da fare. Anche io l’ho fatto, lo faccio. Mi piace
avere il divertimento senza però doversi impegare seriamente, così go sempre
fatto da dopo Camille. Tutti i miei partner, che sono più compagni di letto, la
pensano come me. Ho visto qualcosa in Alec, nei suoi occhi, nel suo modo di
comportarsi e di reagire che però mi spinge a non farlo anche con lui. Lui ha l’aria
di un ragazzo puro, affidabile e, per quanto mi ha detto, senza esperienza.
Inoltre
non mi va di ferire i suoi sentimenti o di spezzargli il cuore, perché so come
ci si sente, e non è affatto una bella sensazione.
Una
ragazza dal vestito provocante si sta strusciando addosso a me a ritmo di
musica, e chi sono io per non assecondarla?
Balliamo
finchè la folla non ci spinge in due parti opposte e, visto che mi trovo vicino
al bancone di drink, mi faccio un bicchiere. Per un bicchiere intendo cinque o
sei bicchieri di qualche bevanda dal colore sospetto. Ma non sono ubriaco,
conosco i miei limiti e non mi spingo mai oltre, o se lo faccio è in
circostanze speciali.
Mi piace
il divertimento, ma per divertirmi devo rimanere lucido.
Non mi uccidete vi prego T.T
Chiedo scusa e non so neanche in quante lingue ve lo devo dire ma
sinceramente non riuscivo a scrivere, sia per mancanza di tempo, sia per
mancanza di voglia.
Spero che la mia storia vi sia piaciuta e vi invito ad essere
presenti quando pubblicherò il capitolo seguente, che non ho ancora scritto, ma
ce l’ho in testa ed è davvero molto eccitante.
Non per fare spoiler ma comprende un Alec che dorme a casa di
Magnus e….non dico altro.
Spero che vi facciate sentire con una recensione, perché mi fanno
davvero molto molto piacere.
Ringrazio tutte le persone che recensiscono, che seguono, che
ricordano, che mettono tra i preferiti la mia storia perché sono davvero tante
e spero che un giorno andando avanti questa mia raccolta di capitoli possa
avere abbastanza successo.
Mi scuso ancora.
Alla prossima.
Tantissimi baci e buone vacanze dalla vostra,
SCRITTRICE NASCOSTA ;3