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Autore: eliseCS    20/06/2016    1 recensioni
Per "festeggiare" il fatto di aver finito gli esami ho deciso (invece di cominciare a concentrarmi sulla tesi) di cominciare a pubblicare questa ff che ho per le mani da un po' di tempo.
Dopo quella sui fondatori e quella su Draco e Astoria la new generation non poteva certo mancare, quindi eccola qui.
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Una ragazza comincerà a scoprire le sue potenzialità in modo alquanto singolare.
Ricordi torneranno pian piano a galla.
Una profezia (forse, l'autrice è ancora un po' indecisa al riguardo)
E ovviamente non si può chiedere ai Potter di restare fuori dai guai, no?
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[...] Non sapeva che invece quello era stato solo l’inizio, come non sapeva che quella crisi era in qualche modo collegata a quello che uno strano bambino dai capelli scuri e spettinati le aveva detto diversi anni prima dietro la siepe di un parco giochi.
Per Elise quello strano incontro era ormai diventato un vecchio ricordo sbiadito e senza importanza, nulla più di un insolito e confuso sogno.
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Un piccolo assaggio dal prologo
Buona lettura
E.
(Pubblicata anche su Wattpad)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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14 – Posta via gufo
 
 
 
Quella domenica mattina il risveglio di Elise fu probabilmente uno dei più strani di tutta la sua vita.
Ancora sospesa a metà tra il sonno e la veglia un rumore era riuscito a farsi strada fino ai suoi timpani nonostante la ragazza avesse la testa completamente nascosta sotto il cuscino: la sera prima si era completamente dimenticata di chiudere le persiane e lei con tutta quella luce che entrava dalla finestra non sarebbe mai riuscita a dormire.
 
Toc-toc-toc
 
Sembrava che qualcuno stesse bussando, ma non alla porta.
Sicuramente non era Julia, lei non avrebbe di certo perso tempo a bussare: di solito quando andava a svegliarla si limitava a saltarle addosso minacciandola poi di andare a prendere il famoso secchio d’acqua se ci metteva troppo a svegliarsi.
 
Toc-toc-toc
 
In effetti i colpi non sembravano proprio provenire dalla porta, quanto dalla finestra…
 
Toc-toc-toc
 
Sembrava quasi il rumore prodotto da dei sassolini lanciati addosso al vetro della finestra, pensò Elise stiracchiandosi, avendo ormai rinunciato a provare a riprendere sonno.
Da dei sassolini oppure da un gufo che… un gufo?
 
Seduta sul bordo del letto la ragazza si strofinò gli occhi, convinta di essere come minimo in preda ad una allucinazione.
Magari stava ancora sognando… sì, doveva essere quella la spiegazione.
 
Quando le fu chiaro che nonostante tutto non stava ancora dormendo si concesse di osservare meglio il volatile che stava ancora battendo sul vetro della finestra.
Era proprio bello, il piumaggio scuro e folto, un’aria quasi regale e… era una sua impressione o sembrava leggermente scocciato?
Dandosi mentalmente della stupida –come poteva un gufo avere un’espressione scocciata?- aprì la finestra rabbrividendo all’aria mattutina e il gufo entrò nella stanza planando sul suo letto facendo un verso indispettito.
“Di cosa ti lamenti? Quella che è stata svegliata presto qui sono io!” borbottò Elise che nel frattempo aveva addocchiato la sveglia che segnava le otto passate da poco: per lei era ancora molto presto visto che era domenica.
Solo in quel momento notò che il volatile aveva qualcosa legato alla zampa: una lettera?
Cercando di essere il più delicata possibile, ed evitando accuratamente il becco dell’animale, Elise liberò il gufo dalla busta.
Quello, non prima di averle scoccato un’ultima occhiata di disapprovazione, schioccò il becco e con un frullo d’ali era di nuovo fuori dalla finestra sparendo poi in pochi secondi dalla sua vista.
 
Fantastico: era domenica mattina ed era stata svegliata da un gufo che le aveva recapitato una lettera… probabilmente dopo tutto quello che le era capitato nei due giorni precedenti quella poteva essere considerata una cosa quasi normale.
Quasi.
 
La busta era strana, non era in carta semplice, ma in pergamena ruvida e leggermente giallina.
Il suo nome era scritto in inchiostro nero sul fronte con una calligrafia che lei non riconobbe.
Stava per aprirla, ma all’ultimo momento cambiò idea e si fermò.
Almeno per quella mattina aveva bisogno di un po’ di normalità.
Fece giusto in tempo a nasconderla sotto alcuni fogli di appunti che aveva sulla scrivania che Julia fece il suo ingresso nella stanza, rigorosamente senza bussare, ancora in pigiama anche lei.
 
“Sorgi e splendi cara… sono le otto e…” cominciò bloccandosi poi stupita nel constatare che la sua coinquilina non era ancora a poltrire sotto le coperte come si sarebbe aspettata.
Alzò le spalle come a dire ‘fa niente’ e poi continuò come se non si fosse interrotta.
“Mi era sembrato di vedere un gufo prima” annunciò dirigendosi verso la finestra e sbirciando fuori.
Elise alzò gli occhi al cielo e sbuffò cercando di essere il più possibile credibile: “Un gufo, qui? E di giorno poi? Secondo me stavi ancora sognando Ju…”
La mora la guardò per qualche istante assottigliando gli occhi, ed Elise ringraziò che lei non fosse in grado di leggergli la mente come aveva fatto il Ministro della Magia il pomeriggio precedente.
“Probabilmente hai ragione…” commento Julia alla fine. “E comunque… come mai sei già in piedi?”
“… mi sono dimenticata di chiudere le persiane ieri, con tutta questa luce non riuscivo proprio a dormire…”
 
 
 
Con grande soddisfazione di Elise il resto della mattinata trascorse in maniera perfettamente ordinaria: lei e Julia avevano deciso, nonostante fosse domenica, di cominciare con il ripasso di alcune materie visto che di lì a un paio di settimane sarebbe cominciata una sessione di esami dell’università.
Si era completamente dimenticata della lettera ricevuta quella mattina, almeno finchè Julia non tornò in cucina dove si erano messe a studiare, tendendola saldamente in mano per poi sventolargliela davanti al naso per attirare la sua attenzione.
“E questa cosa sarebbe?” domandò incuriosita.
“E quella dove l’hai trovata?” domandò di rimando Elise evitando allo stesso tempo di rispondere.
“Era sotto i tuoi appunti che mi hai mandato a recuperare” rispose pratica Julia appoggiando sul tavolo gli appunti in questione, gli stessi sotto i quali la ragazza riconobbe di aver nascosto la lettera.
“Allora?” la incitò Julia, ancora concentrata sulla sua domanda a cui non aveva ancora ricevuto risposta.
“Ecco… forse il gufo di stamattina non te lo sei sognato…” cominciò lentamente la bionda non sapendo che reazione aspettarsi dall’amica.
“Ah! Lo sapevo!” esclamò Julia soddisfatta. “Certo che deve essere stato proprio forte: posta via gufo… wow!”
Elise la guardò trattenendosi dal mettersi a ridere: era incredibile che Julia riuscisse sempre a tirare fuori qualcosa di positivo per ogni cosa. Per quanto la riguardava quella lettera era solo stata la causa del suo risveglio anticipato.
“E come mai non l’hai ancora aperta? Io sarei curiosissima di vedere chi mi scrive… tu no?” continuò poi interrompendo i suoi pensieri.
“Un po’ curiosa forse, ma curiosissima no di certo Julia” rispose Elise prendendo la lettera e facendo il gesto di metterla da parte.
Il rettangolo di carta le fu sgarbatamente strappato di mano.
La ragazza guardò contrariata Julia che le stava di nuovo porgendo la lettera e sembrava, se possibile, ancora più contrariata di lei: “Se non la apri tu lo faccio io” disse seria.
Elise sospirò e fece come le era stato ordinato: certo che la mora era proprio testarda quando ci si metteva!
La grafia all’interno era la stessa con cui era scritto il suo nome sul fronte della busta, sconosciuta, disordinata ma nonostante tutto perfettamente leggibile, e leggendo Elise si ritrovò a pensare che in realtà c’era qualcosa che le sembrava familiare.
 
 
Lo so che mi stai evitando, non sono stupido (sebbene spesso qualcuno si diverta a dire che lo sembro).
Possiamo parlare?
Papà non mi ha voluto dire dove abiti e in realtà non so nemmeno se questo gufo arriverà a destinazione, quindi…
Se vuoi (sempre che la lettera arrivi) oggi pomeriggio sarò dove ci siamo incontrati  la prima volta, diciamo verso le cinque e mezza?
Per favore vieni
                                                           J.S.P
 
 
“Sti sorridendo come una scema, lo sai?” la riprese Julia quando ebbe finito di leggere la lettera.
Elise arrossì porgendole il foglio di pergamena: “Sempre molto delicata tu, eh? Toh, leggi…” disse semplicemente.
La mora fece come le era stato detto assumendo poi un’aria compita e seria.
“Che c’è? Mi sono persa qualcosa?” domandò Elise stupita dall’espressione dell’amica, magari c’era un post scriptum in cui c’era scritto qualcosa di importante e lei non ci aveva fatto caso…
“Oh sì” rispose quella mantenendo un tono quasi solenne. “Ti sei persa che James è completamente cotto di te!” esclamò alla fine mettendosi a ridere.
“Ma piantala!” la ammonì Elise arrossendo ancora di più e unendosi suo malgrado alla risata.
 
“Dove stiamo andando?” domandò poi visto che Julia l’aveva presa per un braccio trascinandola fuori dalla stanza.
“Stiamo andando a vedere cosa ti metterai oggi pomeriggio per andare all’appuntamento con James, ovvio” rispose l’altra proprio come se la bionda le avesse fatto una domanda stupida.
“Non è un appuntamento…” si lamentò Elise. “E poi chi ha detto che ci vado?” aggiunse poi quando registrò completamente quello che Julia aveva detto.
“Ma certo che ci vai!” ribattè l’altra guardandola quasi scioccata. “E poi dove pensi di trovarlo un altro ragazzo che ti invita ad uscire scrivendoti una lettera? È così romantico…”
Questa volta fu Elise a guardare Julia quasi scioccata, ma la seconda parve non farci caso liquidando il tutto con un gesto della mano.
“Vedrai che mi ringrazierai…”
 
 
 
***
 
 
 
Alla fine avevano affrontato il discorso dei vestiti dopo pranzo.
Elise era riuscita a fermare Julia dicendole che non aveva senso che si preparasse a mezzogiorno per uscire alle cinque del pomeriggio.
Dopo aver mangiato però ebbe il suo bel daffare a contenere l’entusiasmo dell’amica.
 
Non si poteva certo dire che Elise non ricevesse mai attenzioni dai componenti dell’altro sesso, anzi, e aveva anche avuto un paio di ragazzi ancora durante la scuola.
Da quando aveva iniziato l’università però –probabilmente vista anche la scarsità di esemplari all’interno del corso che seguiva- non era più uscita con nessuno se non con le sue amiche.
 
Dopo mezz’ora di lotta le due erano riuscite ad accordarsi su un paio di jeans piuttosto attillati che la bionda non usava quasi mai abbinati ad un maglioncino non troppo pesante che sarebbe potuto andare d’accordo con la giornata soleggiata che si prospettava all’esterno dell’appartamento.
Il vestito verde scuro lungo fin sopra il ginocchio che Julia aveva tanto insistito per farle indossare era sparito di nuovo dentro l’armadio prima che potesse fare ulteriori danni.
Niente vestiti: su quello Elise era stata categorica.
Un filo di trucco, la borsa con la tracolla ed era pronta.
 
 
 
Uscendo di casa dirigendosi verso il parco Elise non potè evitare di sentirsi inquieta.
 
Lo so che mi stai evitando, non sono stupido
 
Quella frase continuava a rimbombarle nella testa facendola sentire sempre più in colpa ogni volta che si ripeteva.
In prima battuta lei non aveva mai pensato, neanche per un attimo, che James fosse stupido. Mai.
Secondariamente si sentiva in colpa perché il ragazzo in realtà aveva ragione: seppur cercando di farlo notare il meno possibile era vero che lo stava evitando.
Dopotutto non era stata proprio lei, il giorno prima, a chiedere che fosse solo il signor Potter a riaccompagnarla a casa per poi supplicarlo di non dire a James dove abitava?
Non sapeva neanche perché: un comportamento del genere non era affatto da lei, che aveva sempre preferito affrontare qualsiasi ostacolo a testa alta senza andare a nascondersi dietro a nessuno.
Forse però questa volta era diverso.
Forse questa volta avrebbe potuto accettare che qualcuno la aiutasse.
 
Un brivido le scese lungo la schiena quando varcò il cancello in ferro battuto del parco.
Sarà anche stato il posto dove di erano incontrati la prima volta, ma era anche dove erano stati attaccati due giorni prima, dove James aveva quasi rischiato di morire…
 
Un bambino le passò davanti correndo e ridendo raggiungendo un gruppo di amici urlanti.
Senza che se ne fosse accorta i suoi piedi l’avevano automaticamente portata alla piazzola dove c’erano i giochi.
Notando quanto fosse affollata lasciò che le sue preoccupazioni sparissero: non avrebbero osato attaccare con tutte quelle persone presenti (o almeno sperava).
 
Guardò i giochi: gli scivoli, le altalene, le reti per arrampicarsi… la nuova area attrezzata, inaugurata qualche anno prima, era venuta davvero bene.
Non potè fare a meno di provare una punta di nostalgia per i giochi dove invece aveva giocato lei quando era piccola, quelli che venivano presi d’assalto quasi ogni giornata di bel tempo quando la signorina Clark portava i bambini dell’orfanotrofio al parco.
Costruendo l’area nuova non avevano smantellato quella vecchia, che ora rimaneva in stato di semi abbandono molto più isolata, raggiungibile procedendo lungo il sentiero lastricato che si snodava all’interno del parco.
Nonostante tutto però i giochi non erano poi così rovinati e un po’ le dispiaceva vedere che i bambini non andassero più a giocare anche lì.
Rispetto a dov’era poco prima quella zona era deserta, e gli schiamazzi dei bambini sembravano ovattati da lì, probabilmente a causa della vegetazione che negli anni era cresciuta intorno, creando un’atmosfera tutta particolare.
 
Fu un attimo, come un lampo.
Qualcosa, un ricordo forse?, si era affacciato per un istante nella mente di Elise, ma la ragazza non fece in tempo ad afferrarlo perché la sua attenzione fu attirata da un movimento al margine del suo campo visivo che colse con la coda dell’occhio.
 
Non era vero che l’area era vuota, non del tutto almeno.
 
Una delle altalene al limite più lontano dell’area era occupata.













Per la vostra gioia (spero) ecco il capitolo 14!
Forse è un po' di passaggio, ma posso promettere che nei prossimi due succederà qualcosa.
Chissà chi sarà il misterioso occupante dell'altalena... (indizio: è assolutamente chi pensate che sia XD).
Grazie, grazie, grazie a chi continua a seguire la storia e a chi recensisce: sono sempre disponibile se qualcuno avesse dubbi o domande (a volte rischio di dimenticarmi che le cose sono chiare per me che le ho tutte in testa, ma possono non esserlo per il lettore).
Al prossimo capitolo!
E.

 
   
 
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