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Autore: kiliaduicaps    23/06/2016    2 recensioni
(...) vorrebbe chiedergli se ricorda di tutte le volte che ha desiderato per lui una fine migliore per un Angelo del signore. Se ha mai trovato l’album pieno zeppo di suoi ritratti. Raccolta Destiel!Stucky senza né come né perché.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Dipingimi distorto come un angelo anormale, che cade 
Fandom: Captain America 
Personaggi/Pairing: Bucky Barnes, Steve Rogers, vari; Steve/Bucky 
Genere: Angst! Angst! Angst! Ancora più della shot precedente! 
Avvertimenti: 
dopo svariate sudate per convincermene... Dean!Steve, Cas!Bucky (e Sam!Sam \o/ Solo io trovo divertentissima la cosa?)
Parte: 2/?
Rating: Giallo 
Conteggio Parole: 341
Riassunto:  (...) vorrebbe chiedergli se ricorda di tutte le volte che ha desiderato per lui una fine migliore per un Angelo del signore. Se ha mai trovato l’album pieno zeppo di suoi ritratti. Raccolta Destiel!Stucky senza né come né perché.
Note: Avevo detto che questa sarebbe stata fluff? L’avevo detto? L’avevo detto? (Sì.
) Ho mentito. Non vi dovete fidare di me.
Titolo ripreso da Fallen.


 Dipingimi distorto come un angelo anormale, che cade



2 – in the lonely light of morning, in the wound that would not heal



È in piedi di fronte allo specchio, il dentifricio sullo spazzolino e i pantaloni mezzi rotti del pigiama che gli scivolano giù dai fianchi, che realizza che Buck sta cadendo.

Non dovrebbe essere una sorpresa, eppure il riflesso del proprio volto illuminato dalla debole luce dell’alba lo rende consapevole dello sgomento e del dolore che contrae i suoi lineamenti. Steve non si è mai considerato una persona sveglia, e per un attimo lo coglie l’impulso di svegliare suo fratello, nella stanza d’hotel lì accanto, solo per sfogarsi con lui e domandargli da quanto tempo l’angelo avesse bisogno di dormire e perché nessuno glielo avesse mai fatto notare; l’attimo dopo si è già ripreso, rendendosi conto di aver preferito così, realizzarlo per conto proprio, avere il tempo di metabolizzarlo.

Gli tremano così tanto le mani che è costretto a poggiare lo spazzolino sul lavandino e ritornare a letto.

Bucky è un sagoma scura avvolta dalle coperte. Steve lo osserva per un momento dal bordo del letto, la barba leggermente più lunga rispetto al solito, il collo sporco, una guancia graffiata, e si rende conto di essersi incantato solo nel sentirlo borbottare nel sonno: “Steve, freddo,” accigliandosi e rigirandosi fra le coperte, come se non facessero trenta gradi all’ombra.

Ed è caldo, Buck, quando si decide a scivolare accanto a lui, e ha la pelle appiccicaticcia a causa del sudore. Gli sfiora i fianchi, dolcemente, e la sua schiena si incurva, percorsa da un brivido. Hanno passato gran parte della serata a cercare di dimenticare i due bambini quasi morti per mano del fantasma a cui hanno dato la caccia, rimasti senza genitori. Li hanno ringraziati senza l’ombra di un’emozione sul volto, stringendosi l’uno all’altro, e Steve ha speso metà dei propri risparmi in birra, è tornato in stanza e ha spogliato Bucky fino a spingerlo sul materasso e farci l’amore, in un disperato tentativo di non pensare più agli occhi tristi del più grande dei due.

Ma Buck è caldo, e odora, proprio come un umano, e Steve si permette di piangere.

   
 
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